","Tunisia, la piazza brucia di rabbia","post",1360342603,[40,41],"http://radioblackout.org/tag/chokry-belaid/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[14,12],{"post_content":44,"tags":49},{"matched_tokens":45,"snippet":47,"value":48},[46],"Belaid","a sangue freddo di Chokri \u003Cmark>Belaid\u003C/mark> -leader del movimentoPatriottico Democratico Unito,","Sono giorni di alta tensione a Tunisi e in tutto il Paese. Mercoledì mattina, alla notizia dell'omicidio a sangue freddo di Chokri \u003Cmark>Belaid\u003C/mark> -leader del movimentoPatriottico Democratico Unito, marxista e panarabista, dirigente del Fronte Popolare- i cittadini di sono riversati di fronte al Ministero dell'Interno, come ieri davanti al Teatro Municipale, chiedendo la caduta del governo e la rivoluzione di nuovo.\r\n\r\nL'opposizione ha annunciato per oggi lo sciopero generale, indetto dal maggiore sindacato del paese l'Ugtt, lo stesso giorno in cui si svolgeranno i funerali di \u003Cmark>Belaid\u003C/mark>, la cui morte ha scatenato la rabbia popolare per le strade tunisine, con l'incendio di sedi del partito Ennahda e assalti a commissariati di polizia. 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La rivolta, scatenatasi spontaneamente in tutto il paese dopo il diffondersi della notizia dell’assassinio, è continuata venerdì 8, giorno delle esequie di Belaid e dello sciopero generale che ha paralizzato il paese.\r\nChi credeva che la partita in Tunisia – e in Egitto – si fosse chiusa con l’accesso al potere di Hennada e dei Fratelli musulmani si è dovuto ricredere.\r\nIn Tunisia la situazione è molto instabile e rischia di sfociare in nuove rivolte e in una repressione durissima.\r\nAnarres ha intervistato Karim Metref, scrittore, insegnante di origine algerina che vive da molti anni nel nostro paese.\r\nCon lui abbiamo ripercorso la vicenda di una rivoluzione che ha avuto il suo prologo nel distretto minerario di Gafsa, dove gli scioperi e le lotte radicalissimi dei lavoratori dello zolfo, vennero repressi nel sangue dal governo. Ci furono morti, feriti, arrestati, torturati. Moltissimi scelsero poi la via dell’esilio, prendendo la via del mare verso l’Europa.\r\nEd è proprio a Gafsa che sono stati più duri gli scontri con il nuovo regime islamista, che, pur marginale nella rivoluzione dei Gelsomini di due anni fa, è riuscito a conquistare il potere con i voti della Tunisia profonda e con l’alleanza con il vecchio regime.\r\nIl rischio forte è quello di uno scenario simile a quello che si verificò in Algeria negli anni ’90, quando il GIA, il Fronte Islamico Algerino, decise di islamizzare a forza la società civile, facendo migliaia di morti. Nel mirino c’erano i gruppi laici, le donne, i giovani insofferenti ai diktat degli integralisti.\r\n\r\nSempre dall’Algeria ci giunge tuttavia l’esempio di una rivolta tanto radicale, da meritare il silenzio tombale dei media e della politica internazionale. Gli eventi del 2001 in Kabilia, la regione berbera dell’Algeria, sono sconosciuti ai più. 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