","Dopo i fatti di Colonia: violenza contro le donne e manipolazione mediatica",1452531003,[132,133,134,135,69,136,137,138],"http://radioblackout.org/tag/aggressioni-e-abusi-sessuali-colonia/","http://radioblackout.org/tag/machismo/","http://radioblackout.org/tag/partiti-neonazisti/","http://radioblackout.org/tag/populismo/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/violenza-sessuale/","http://radioblackout.org/tag/violenza-sulle-donne/",[140,141,142,143,76,144,145,146],"aggressioni e abusi sessuali Colonia","machismo","partiti neonazisti","populismo","rifugiati","violenza sessuale","violenza sulle donne",{"post_content":148,"post_title":152,"tags":155},{"matched_tokens":149,"snippet":150,"value":151},[73],"Dopo le aggressioni avvenute a \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>, nella notte di Capodanno, contro","Dopo le aggressioni avvenute a \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>, nella notte di Capodanno, contro donne e ragazze che si muovevano nelle strade vicino alla stazione, da parte di numerosi giovani uomini più o meno ubriachi - e che secondo una prima ricostruzione sembrano provenire per la maggior parte da Siria, Marocco e Algeria -, sono seguite in questo ultimo fine settimana mobilitazioni di natura apertamente razzista e neonazista. 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Molti dei testi e delle opinioni pubblicati cercano di non affrontare i nodi più spinosi e complessi della questione: perciò abbiamo cercato prima di capire quali differenze ci siano tra la stampa tedesca e quella italiana, poi di analizzare gli ultimi episodi avvenuti nel fine settimana e quanto meno di nominare quei nodi generalmente evacuati, che riguardano le complesse articolazioni tra sesso, violenza, potere, relazioni di dominio all'intersezione tra genere, colore, classe, nel contesto di un fenomeno migratorio che investirà sempre più le metropoli europee.\r\n\r\nAscolta il contributo di Ricke:\r\n\r\nricke",{"matched_tokens":153,"snippet":154,"value":154},[73],"Dopo i fatti di \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>: violenza contro le donne e manipolazione mediatica",[156,159,161,163,165,167,169,171],{"matched_tokens":157,"snippet":158},[73],"aggressioni e abusi sessuali \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>",{"matched_tokens":160,"snippet":141},[],{"matched_tokens":162,"snippet":142},[],{"matched_tokens":164,"snippet":143},[],{"matched_tokens":166,"snippet":76},[],{"matched_tokens":168,"snippet":144},[],{"matched_tokens":170,"snippet":145},[],{"matched_tokens":172,"snippet":146},[],[174,176,178],{"field":108,"matched_tokens":175,"snippet":154,"value":154},[73],{"field":111,"matched_tokens":177,"snippet":150,"value":151},[73],{"field":41,"indices":179,"matched_tokens":180,"snippets":182},[53],[181],[73],[158],578730123365187700,{"best_field_score":185,"best_field_weight":186,"fields_matched":116,"num_tokens_dropped":53,"score":187,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":53},"1108091338752",15,"578730123365187707",{"document":189,"highlight":207,"highlights":212,"text_match":183,"text_match_info":215},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":53,"id":192,"is_sticky":53,"permalink":193,"post_author":56,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":59,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":62,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":204},[50],[52],"96007","http://radioblackout.org/2025/02/la-crisi-tedesca-alla-prova-del-voto/","Il modello tedesco è in crisi. Per ragioni strutturali ma anche per ragioni contingenti come la fine del gas a basso costo della Russia. Per la prima volta la Germania, in recessione, affronta la prova delle urne. L'impressione è quella di una certa tenuta, forse altre le attese, del modello politico tedesco basato sulle larghe intese. Si attendeva la Destra montante ma in qualche modo la coalizione in cui i liberali, scomparsi, verranno sostituiti dai Verdi, sembra piuttosto spostarsi a sinistra. Eppure il terremoto c'è stato ed è reso evidente da due dati in particolari. Primo, la spaccatura tra la Germania occidentale e quella orientale, che ricalca quasi perfettamente la geografia dell'epoca del muro di Berlino. Dove le zone più produttive del Paese e i ceti abbienti hanno votato sostanzialmente CDU e nell'Est ha trionfato il temuto AFD. Anche il voto operaio, e in genere il voto dei meno abbienti, vanno a formare un blocco sociale. Il 39% di questo voto va ad AFD mentre un altro 40% si frammenta tra i partiti principali. Altro dato è il voto giovanile, quello sotto i 25 anni, che si concentra sugli estremi ovvero AFD e De Linke. Così come è interessante rilevare il peso del genere nel voto ad AFD dove votano per il partito di ultra destra le donne per il 15% mentre gli uomini i per il 25%.\r\nIl neo eletto cancelliere Merz sembra aver colto lo spirito del tempo quando promette di accogliere presto, e con tutti gli onori, il presidente israeliano Netanyahu, su cui pende un mandato di cattura internazionale. Allo stesso modo fa la voce grossa con Trump e spinge per il riarmo europeo. Ma il terreno su cui sta franando il modello tedesco è quello economico e non sembra che i conservatori della CDU abbiano idee particolarmente innovative per tirare su le sorti del Paese.\r\n\r\nDi questo e altro abbiamo parlato con Lucio Baccaro, che dirige un importante centro di ricerca sociale a Colonia ed è professore onorario di sociologia a Ginevra e di scienza politica a Duisburg-Essen.","26 Febbraio 2025","2025-02-26 17:03:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Donald_Trump_and_Friedrich_Merz_1740360810891_1740360811352.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La crisi tedesca alla prova del voto",1740588729,[202,68,203],"http://radioblackout.org/tag/crisi-economica-e-politica-in-germania/","http://radioblackout.org/tag/nuove-destre/",[205,75,206],"crisi economica e politica in germania","nuove destre",{"post_content":208},{"matched_tokens":209,"snippet":210,"value":211},[73],"centro di ricerca sociale a \u003Cmark>Colonia\u003C/mark> ed è professore onorario di","Il modello tedesco è in crisi. 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Cosa aspettarsi dal governo Trump e dalle relazioni tedesche con la Cina che è contemporaneamente un rivale tecnologico e il più importante mercato di sbocco delle automobili tedesche.\r\n\r\nResta da chiedersi, se anche vincesse il rigorismo in Germania, se sia' possibile una nuova agenda 2010 e soprattuto a quali costi politici.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania.mp3\"][/audio]","27 Novembre 2024","2024-11-27 23:36:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/213443698-48fd99ea-09a3-4e58-85a3-5c0e474c0968-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/213443698-48fd99ea-09a3-4e58-85a3-5c0e474c0968-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/213443698-48fd99ea-09a3-4e58-85a3-5c0e474c0968-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/213443698-48fd99ea-09a3-4e58-85a3-5c0e474c0968.jpg 492w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ancora sulla fine del modello tedesco",1732750362,[],[],{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[73],"prestigioso Max Planck Institute di \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>, sulle élite che hanno davanti","Dopo il gruppo Wolkswagen tocca a Thyssen, storico nome della siderurgia tedesca tristemente nota qui a Torino per una strage di operai (morirono bruciati in 7), annunciare un drastico piano di tagli, si parla di 11000 esuberi e un drastico piano di ridimensionamento dei salari (- 10%), dismissioni di rami d’impresa etc…\r\n\r\nRagioniamo sulla crisi del modello tedesco e sulle conseguenze internazionali, per l’Europa (intendiamo a livello di relazioni interne all’UE) e per noi povera (stricto sensu) Italia mentre Bankitalia già nella giornata di ieri dava qualche numero sulla crisi dell'export in Piemonte.\r\n\r\nQuale futuro per la Germania?\r\n\r\nNe parliamo con Lucio Baccaro, economista, direttore del prestigioso Max Planck Institute di \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>, sulle élite che hanno davanti sostanzialmente due ipotesi, strette tra rigorismo (encore!) e un'ipotesi neo keynesiana che non possiamo non chiederci se sia ancora una strada percorribile (ad esempio cosa comporterebbe la rottura del rigore a livello europeo?) e soprattuto se oggi questa ipotesi non rischi di scivolare in un vero e proprio keynesismo di guerra, come alcuni analisti chiamarono propriamente la politica economica di Ronald Reagan.\r\n\r\nChiederemo al professor Baccaro quanto pesa la rottura delle relazioni con la Russia e la fine dell'energia a basso costo. 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Ieri, Domenica 22 ottobre si é tenuta una manifestazione in solidarietà con la palestina nei pressi del duomo di Colonia. Qui, le due Sorelle palestinesi Lina e Dina sono state fermate dalla polizia insieme alla loro mamma per ben due ore e mezzo.\r\n\r\nQuello che é successo é emblematico della repressione che i movimenti pro Palestina stanno vivendo in Germania in questi giorni. Le tre stavano lasciando la manifestazione quando dei contromanifestanti pro Israele le hanno avvicinate per un confronto rivelatosi violento e rabbioso. La polizia, giá presente sul luogo, é intervenuta allontanando le donne palestinesi e prendendo i dati personali di una delle sorelle, mentre i contromanifestanti non sono stati né allontanati né identificati. In seguito la polizia ha attenzionato il cartellone delle donne palestinesi che mostrava a confronto una celebre immagine del film il bambino con il pijama a righe, dove un bimbo ebreo e uno tedesco si guardano attraverso la rete del campo di concentramento in cui é rinchiuso il bimbo ebreo e e un immagine di un bimbo palestinese e uno ebreo che si guardano attraverso il filo spinato in cui é rinchiuso il bimbo palestinese. Accanto alle immagini la domanda: Dové la differenza? Per i poliziotti il cartellone poteva essere potenzialmente antisemita, ma la decisione sul da farsi spettava ai superiori, la cui risposta si é fatta attendere per ben due ore e mezza. Ora Dina non può più portare il cartello in questione in pubblico e rischia una denuncia per apologia dell’olocausto, definito secondo l´articolo 103 paragrafo 3 del codice penale tedesco che recita come segue: Una pena detentiva non superiore a cinque anni o una sanzione pecuniaria sarà inflitta a chiunque, in pubblico o durante una riunione, approvi o neghi o minimizzi un atto del tipo descritto nell'articolo 6 (1) del Codice Penale Internazionale commesso sotto il nazionalsocialismo in modo tale da disturbare la pace pubblica, nega o banalizza un atto commesso sotto il regime del nazionalsocialismo.\r\n\r\nSentirete ora le testimonianze delle due sorelle, intervistate sul luogo durante le due ore di fermo .\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/TESTIMONIANZA-COLONIA-231023.mp3\"][/audio]","23 Ottobre 2023","Repressione a Colonia delle manifestazioni in solidarietà ai palestinesi di Gaza una testimonianza.","2023-10-23 18:41:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/POLIZIA-TEDESCA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"120\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/POLIZIA-TEDESCA-300x120.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/POLIZIA-TEDESCA-300x120.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/POLIZIA-TEDESCA-768x307.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/POLIZIA-TEDESCA.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","REPRESSIONE IN GERMANIA DELLE MANIFESTAZIONI IN SOLIDARIETA'AI PALESTINESI",1698086388,[256,68,257],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelepalestina/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[259,75,260],"Conflitto Israele/palestina","repressione",{"post_content":262},{"matched_tokens":263,"snippet":264,"value":265},[73],"nei pressi del duomo di \u003Cmark>Colonia\u003C/mark>. 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È in questa piccola repubblica del Corno d’Africa, ex colonia francese indipendente dal giugno 1977, che le forze armate italiane hanno installato una base operativa avanzata interforze per il supporto logistico alle componenti militari impegnate in territorio somalo e nell’Oceano indiano nell’ambito della missione Ue “Atalanta” di contrasto alla pirateria in mare.\r\nLa base è stata intitolata ad Amedeo Guillet, un ufficiale del regio esercito protagonista di tutte le campagne coloniali fasciste in Etiopia e in Libia e che ha pure comandato una compagnia carri inviata da Benito Mussolini in Spagna a fianco delle truppe del generale Francisco Franco.\r\n\r\nEsercitazioni militari nel canale di Sicilia\r\nSi sono concluse il 28 maggio le esercitazioni Phoenix Express 2021. A guida dei war games U.S. Africom (il comando delle forze armate statunitensi per le operazioni nel continente africano) e del comando delle forze navali Usa in Europa e Africa di stanza a Napoli. 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Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. 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Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. 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Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]","13 Aprile 2025","2025-04-14 12:50:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI DAZI - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",1744540748,[476],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[343],{"post_content":479},{"matched_tokens":480,"snippet":481,"value":482},[298],"Non si arresta la vendetta \u003Cmark>colonia\u003C/mark>le per l’atto rivoluzionario di indipendenza","La Guerra dei dazi impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. 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Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. Rimane da vedere se il prevedibile mafioso della Casa Bianca non imporrà all'Europa di applicare le stesse tariffe comminate alla Cina dalla inaffidabile amministrazione trumpiana, altrimenti...\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6raaHK91qq3LlnKS8tT0Ur?si=Pml1A4qlS1u5_IZ_tKoXxA\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti sull’Asia orientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/AlessandraColarizi_Decoupling-Forzato.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGangs of Port-au-Prince\r\nNon si arresta la vendetta \u003Cmark>colonia\u003C/mark>le per l’atto rivoluzionario di indipendenza di Toussaint Louverture che nel 1791 fece di Haiti la prima \u003Cmark>colonia\u003C/mark> affrancata dal giogo francese. Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]",[484],{"field":111,"matched_tokens":485,"snippet":481,"value":482},[298],{"best_field_score":185,"best_field_weight":23,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":53,"score":216,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":53},{"document":488,"highlight":501,"highlights":506,"text_match":183,"text_match_info":509},{"comment_count":53,"id":489,"is_sticky":53,"permalink":490,"podcastfilter":491,"post_author":493,"post_content":494,"post_date":495,"post_excerpt":59,"post_id":489,"post_modified":496,"post_thumbnail":59,"post_title":497,"post_type":375,"sort_by_date":498,"tag_links":499,"tags":500},"96359","http://radioblackout.org/podcast/otto-marzo-giornata-internazionale-della-donna-lavoratrice-aggiornamento-dalla-campagna-defend-rojava/",[492],"defendkurdistan","Alessandro","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. Aggiornamento dalla campagna Defend Rojava",1741703010,[],[],{"post_content":502},{"matched_tokens":503,"snippet":504,"value":505},[298],"diverso dagli eserciti militaristi e \u003Cmark>colonia\u003C/mark>listi, così le donne guerrigliere hanno","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. 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Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima \u003Cmark>colonia\u003C/mark> è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!",[507],{"field":111,"matched_tokens":508,"snippet":504,"value":505},[298],{"best_field_score":185,"best_field_weight":23,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":53,"score":216,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":53},{"document":511,"highlight":527,"highlights":532,"text_match":183,"text_match_info":535},{"comment_count":53,"id":512,"is_sticky":53,"permalink":513,"podcastfilter":514,"post_author":438,"post_content":515,"post_date":516,"post_excerpt":59,"post_id":512,"post_modified":517,"post_thumbnail":518,"post_title":519,"post_type":375,"sort_by_date":520,"tag_links":521,"tags":524},"95666","http://radioblackout.org/podcast/i-mille-e-piu-volti-del-razzismo-di-stato/",[326],"A proposito del mese di Febbraio: qualche riflessione sugli omicidi di Stato di Ousmane Sylla e Moussa Balde.\r\n\r\nNella notte tra il 4 e il 5 Febbraio 2023 iniziavano le coraggiose rivolte dei prigionieri del CPR di Torino che – nel giro di poche settimane – portarono alla chiusura del centro.\r\n\r\nIl 4 Febbraio 2024 il corpo senza vita di Ousmane Sylla viene trovato dentro il lager di Roma.\r\n\r\nIl 12 Febbraio 2025 – mentre inizia il processo in merito all’omicidio di Stato di Moussa Balde, per la direttrice nel 2021 del CPR di Corso Brunelleschi e il medico che confinò Moussa all’isolamento – la pantomima del potere ri-assolve se stesso processando le cosiddette mele marce mentre prepara la riapertura del lager di Torino.\r\n\r\nPoiché in questi giorni non sono solo i prefetti a banchettare sulle tragedie altrui, ma istituzioni, associazioni, partiti e ben pensanti sgomitano per potersi accaparrare un pezzo di visibilità nel palcoscenico della contrarietà al programma-lager-CPR: ad Harraga – trasmissione in onda su Radio Blackout – proveremo a dire l’ovvio.\r\nCioè che Moussa e Ousmane non sono statx uccisi solo dal CPR ma dal sistema capitalista su base razziale di stampo coloniale.\r\n\r\nSono statx uccisx sia dai pestaggi dei fascisti che dai centri di accoglienza che lucrano sulla pelle dei migranti. Sono statx uccisi dai politici che usano la gestione dei flussi migratori come merce di contrattazione con padroni e loro sindacati. Sono statx uccisi dalla forma che la Colonia assume oggi qui.\r\n\r\nNon sta a noi dirlo, lasciamo che siano le parole del fratello di Moussa e della sorella di Ousmane, in studio con noi, a narrarci tutto ciò.\r\nA noi rimane solo da aggiungere che ogni volta che i razzisti per bene faranno un loro palcoscenico delle tragedie altrui non ci tireremo indietro nello scandirlo a pieni polmoni. E invitiamo chiunque abbia a cuore la verità di mettere i bastoni tra le ruote a chi annacqua la potenza di lotta dei ribelli in un perbenismo pacificatore.\r\nFinché frontiere e CPR non bruceranno, non esisterà sufficiente vendetta per Moussa, Ousmane e tuttx i morti di razzismo.\r\nAscolta qui il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/MoussaOussman14.02.25.mp3\"][/audio]","14 Febbraio 2025","2025-02-14 16:39:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/signal-2025-02-14-161240_002-200x110.jpeg","I mille e più volti del razzismo di Stato",1739551168,[522,69,523],"http://radioblackout.org/tag/gepsa/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[525,76,526],"gepsa","war on migrants",{"post_content":528},{"matched_tokens":529,"snippet":530,"value":531},[298],"su base razziale di stampo \u003Cmark>colonia\u003C/mark>le.\r\n\r\nSono statx uccisx sia dai","A proposito del mese di Febbraio: qualche riflessione sugli omicidi di Stato di Ousmane Sylla e Moussa Balde.\r\n\r\nNella notte tra il 4 e il 5 Febbraio 2023 iniziavano le coraggiose rivolte dei prigionieri del CPR di Torino che – nel giro di poche settimane – portarono alla chiusura del centro.\r\n\r\nIl 4 Febbraio 2024 il corpo senza vita di Ousmane Sylla viene trovato dentro il lager di Roma.\r\n\r\nIl 12 Febbraio 2025 – mentre inizia il processo in merito all’omicidio di Stato di Moussa Balde, per la direttrice nel 2021 del CPR di Corso Brunelleschi e il medico che confinò Moussa all’isolamento – la pantomima del potere ri-assolve se stesso processando le cosiddette mele marce mentre prepara la riapertura del lager di Torino.\r\n\r\nPoiché in questi giorni non sono solo i prefetti a banchettare sulle tragedie altrui, ma istituzioni, associazioni, partiti e ben pensanti sgomitano per potersi accaparrare un pezzo di visibilità nel palcoscenico della contrarietà al programma-lager-CPR: ad Harraga – trasmissione in onda su Radio Blackout – proveremo a dire l’ovvio.\r\nCioè che Moussa e Ousmane non sono statx uccisi solo dal CPR ma dal sistema capitalista su base razziale di stampo \u003Cmark>colonia\u003C/mark>le.\r\n\r\nSono statx uccisx sia dai pestaggi dei fascisti che dai centri di accoglienza che lucrano sulla pelle dei migranti. 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