","Cutro. Un anno dopo","post",1712671096,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/cutro/","http://radioblackout.org/tag/decreto-cutro/","http://radioblackout.org/tag/esternalizzazione-delle-frontiere/","http://radioblackout.org/tag/morti-in-mare/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-stato/",[20,23,17,70,71,72],"esternalizzazione delle frontiere","morti in mare","strage di stato",{"post_content":74,"post_title":78,"tags":81},{"matched_tokens":75,"snippet":76,"value":77},[23],"sul bagnasciuga di Steccato di \u003Cmark>Cutro\u003C/mark> il mare restituiva i corpi","Lo scorso anno sul bagnasciuga di Steccato di \u003Cmark>Cutro\u003C/mark> il mare restituiva i corpi di uomini, donne e bambini annegati. Da giorni era noto il percorso di avvicinamento di quell’imbarcazione alle coste italiane. Il mare in tempesta, la frontiera chiusa e la decisione di inviare mezzi della guardia di Finanza invece delle navi da soccorso della guardia costiera, li ha uccisi.\r\nUna strage di Stato.\r\nIn quegli stessi giorni la nuova legge sul soccorso in mare obbligava le navi delle Ong a sbarcare in porti lontanissimi i naufraghi pescati nel Mediterraneo centrale e scattavano i primi fermi amministrativi.\r\nGrazie all’esternalizzazione delle frontiere raramente i morti della guerra ai migranti finiscono sulle spiagge del Belpese, ma il Mediterraneo è sempre più un enorme sudario.\r\nPorti lontani, fermi amministrativi, multe per le ONG sono divenute “normali”. Una normalità che uccide.\r\nNel teatro di quella strage il governo decise la clandestinizzazione di diverse migliaia di richiedenti asilo. CPR in Albania, militarizzazione della loro costruzione e gestione sono solo alcuni dei tasselli dell’ulteriore mosaico repressivo del governo.\r\nAbbiamo fatto il punto sulla situazione con Raffaele\r\n\r\nAscolta la diretta;\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-09-cutro-dopo-un-anno-raffaele.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":80},[23],"\u003Cmark>Cutro\u003C/mark>. 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Non si può parlare di naufragio perché vorrebbe dire non prendere in considerazione le circostanze in cui si sono verificate queste morti, e le sue conseguenze politiche. Sebbene le autorità italiane fossero state allertite da Frontex della presenza di una barca alla deriva, nessuno è intervenuto, condannandoli a morte; per questo è più corretto parlare di strage, come scrivono su Melting Pot. Un evento a cui è seguita la beffa di intitolare a Cutro e questa strage un decreto che inasprisce le leggi per chi cerca di arrivare in Europa.\r\n\r\nA un anno di distanza da quella tragica notte la Rete 26 Febbraio, nata per non dimentare quanto è successo, ha organizzato tre giorni di ritrovi, discussioni ma anche musica e sport, «per sensibilizzare e coinvolgere quanta più popolazione possibile», il 24-25-26 febbraio. Sono stati invitati una cinquantina di familiari delle vittime e sopravvissuti, alcuni dei quali non sono potuti andare per ragioni legali: non hanno ancora ottenuto il permesso di soggiorno.\r\n\r\nCe lo ha raccontato una rappresentante della Rete 26 Febbraio:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Cutro.28022024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRimandiamo a due articoli, entrambi usciti per Melting Pot:\r\n(Non) È Stato il mare. 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Il nome tecnico è protezione speciale e veniva applicata a chi avesse fatto richiesta del riconoscimento dello status di rifugiato. Nel nostro paese le risposte alle domande di asilo possono arrivare anche dopo anni dall’arrivo e nel 60% dei casi le richieste vengono respinte. La quasi cancellazione della protezione speciale che, se l’immigrato trovava lavoro, poteva anche essere convertita in permesso per motivi di lavoro, significa clandestinizzare migliaia di persone, che, ovviamente, resteranno in Italia, ma in condizioni precarie e di crescente ricattabilità. \r\nIl DL “Cutro” non è certo una novità assoluta, perché ripropone il vecchio decreto Salvini. \r\nPer capirne di più ci siamo collegati con l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-losco-dl-cutro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Aprile 2023","2023-04-26 22:26:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/barbed-wire-1199172_1280.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Decreto Cutro. 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A Roma in piazza contro il Decreto Cutro","22 Aprile 2023","2023-04-22 00:53:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341842431_208505211891744_4481121391720827244_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341842431_208505211891744_4481121391720827244_n-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341842431_208505211891744_4481121391720827244_n-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341842431_208505211891744_4481121391720827244_n-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/341842431_208505211891744_4481121391720827244_n.jpg 803w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","A Roma in piazza contro il decreto Cutro",1682124648,[65,223,224,225],"http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/stato-di-emergenza/",[17,15,227,228],"Roma","stato di emergenza",{"post_content":230,"post_title":234,"tags":237},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[23],"contro il nuovo decreto legge \u003Cmark>Cutro\u003C/mark>, \"l'ennesima legge razzista e restrittiva\":","Nella giornata del 18 aprile a Roma si è presentata una piazza quanto mai variegata, indetta da più di novanta associazioni, Ong, sindacati, per protestare contro il nuovo decreto legge \u003Cmark>Cutro\u003C/mark>, \"l'ennesima legge razzista e restrittiva\": «Le organizzazioni e le reti firmatarie esprimono grande preoccupazione e contrarietà ai contenuti del Ddl 591/2023, meglio conosciuto come “Decreto \u003Cmark>Cutro”\u003C/mark>, ora in discussione al Senato che prevede lo smantellamento la protezione speciale a tutela della vita privata e familiare dello straniero».\r\n\r\nA questa prima giornata di mobilitazione ne seguirà un'altra, sempre a Roma, il 28 aprile.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Leone Palmeri, antropologo e giornalista per Melting Pot, di parlarci di questa giornata e, più in generale, del decreto \u003Cmark>Cutro\u003C/mark>:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/LeonePalmeri.21042023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui l'articolo di Palmeri sul 18 aprile:\r\nNon siamo d’accordo. 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Per mettere ancora di più i bastoni tra le ruote accusano la Geo Barents della mancata consegna della scatola nera della nave, che normalmente viene richiesta solo in caso di incidente occorso all’imbarcazione.\r\nUna lunga serie di trappole per impedire i salvataggi in mare.\r\nLa Geo Barents e le altre navi delle ONG operano in un settore del Mediterraneo dove non c’è nessuno che si occupi soccorrere i naufraghi. Le guardie costiere italiana e maltese non escono dalle acque territoriali, la guardia costiera libica opera solo respingimenti, per ricacciare nell’inferno dei suoi campi di concentramento chi aveva provato a fuggirne. I mercantili ed i pescherecci vengono intimiditi da anni e, quindi capita che, nonostante l’obbligo di soccorso verso chiunque si trovi in difficoltà, spesso voltino lo sguardo e filino via veloci, temendo sequestri, multe, controlli ossessivi.\r\nNel frattempo sulle coste della Calabria a Cutro, in acque territoriali italiane, il mare continua a restituire i cadaveri di uomini, donne e bambini annegati perché nessuno li ha soccorsi quando la loro nave stracarica si è spezzata in due. A centro metri dalla costa, in un mare in tempesta, nessuna imbarcazione della guardia costiera italiana li ha raggiunti. Un pescatore ha avvistato il primo cadavere.\r\nMa Piantedosi è implacabile nel puntare il dito sulle vittime, “perché la disperazione non giustifica viaggi a rischio”. Chi scappa dalla guerra, dalla desertificazione, dalle dittature non ha altra scelta che portare con se bambini e bambine, anziani, malati, fragili. Piantedosi vorrebbe che morissero a casa loro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Riccardo Gatti della Geo Barents\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-28-gatti-geobarents.mp3\"][/audio]","28 Febbraio 2023","2023-02-28 16:44:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/cutro-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/cutro-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/cutro-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/cutro.jpg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La Geo Barents bloccata ad Augusta. 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Sulla stessa costa, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 2023, nella strage di Cutro, 94 persone morivano in mare. \r\nDopo essere scappata dalla violenza del regime in Iran e dalla critica situazione delle persone curde in Iraq, Maysoon viene incarcerata, prima a Castrovillari, poi a Reggio Calabria dove è detenuta ancora oggi, in condizione di gravissima depressione e debilitazione fisica e dove resterà almeno fino alla prossima udienza del 18 settembre.\r\nLa condizione di Maysoon è comune a centinaia di altre persone recluse nelle carceri italiane. 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Nelle piazze e nelle aule di tribunale portano solidarietà e complicità a Maysoon e alle persone che subiscono questo infame destino.\r\n\r\nAppuntamento a mercoledì 18 settembre alle ore 12 presso il tribunale di Crotone per continuare a sostenere con forza la liberazione di Maysoon, l'abolizione della legge 50/2023 e l'abbattimento del sistema frontiera.\r\nPer rimanere aggiornata, segui le pagine facebook e instagram del comitato Free Maysoon.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/free-maysoon.mp3\"][/audio]","11 Settembre 2024","2024-09-11 15:45:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/download-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/download.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/download.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/download-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/download-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Free Maysoon Majidi",1726069555,[326,65,327],"http://radioblackout.org/tag/free-maysoon/","http://radioblackout.org/tag/frontiere/",[329,17,25],"#free maysoon",{"post_content":331,"tags":335},{"matched_tokens":332,"snippet":333,"value":334},[23],"febbraio 2023, nella strage di \u003Cmark>Cutro\u003C/mark>, 94 persone morivano in mare. \r","Il 24 luglio il tribunale di Crotone ha confermato le misure cautelari a Maysoon Majidi, attivista e regista kurdo-iraniana di 28 anni, arrestata nel dicembre 2023 sulle coste calabresi dove era sbarcata, con l'accusa di essere una scafista senza la possibilità di un controesame. 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Dalla recrudescenza della loro codificazione giuridica in Cutro fino ad arrivare all’Albania.\r\n\r\nPer chi volesse riprendere uno degli approfondimenti dedicati ai decreti Cutro, Sud e Caivano, nonché al pacchetto sicurezza (DDL 1660):\r\n\r\n“Mattone su mattone. La costruzione del muro repressivo”\r\n\r\nInvece per approfondire l’accordo Rama-Meloni, vi lasciamo alcuni link di puntante passate dove si entra nel vivo del rapporto fra i due governi:\r\n\r\n“Aggiornamenti dall’Albania e l’esternalizzazione della detenzione amministrativa”\r\n\r\n“Accordo Italia/Albania: fra stratificazione coloniale e devozione”\r\n\r\nCon l’aiuto di Giorgia, avvocata bolognese che non di rado ci aiuta a cogliere ed analizzare i contesti normativi che caratterizzano le procedure di frontiera e la detenzione amministrativa, abbiamo ricordato cosa prevedono le procedure accelerate e che tipo di strutture lo Stato necessita per metterle in atto. Tracciando una linea cronologica dall’apertura dei CPRI in suolo siciliano, da Modica Pozzallo a Porto Empedocle, fino ad arrivare alla costruzione del hotspot di Gjader e del CPRI di Shengjin ciò che emerge è che le scorciatoie politiche dell’esecutivo che – tra un decreto ed un altro – cerca sempre di più di criminalizzare la migrazione e sigillare le frontiere della fortezza Europa, si trovano davanti agli ostacoli del diritto internazionale. Emblematiche sono a tal punte le vicende che stanno caratterizzando i centri in Albania sin dalla loro apertura.\r\n\r\nAscolta qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ProcedureAccelerate7.02.2024.mp3\"][/audio]","14 Febbraio 2025","2025-02-14 12:58:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/cadutalibera-200x110.jpg","Ancora dall’Albania: su procedure accelerate di frontiera e pantomime",1739537856,[505,506,507],"http://radioblackout.org/tag/colonialismo-italiano/","http://radioblackout.org/tag/cpr-albania/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[382,378,380],{"post_content":510},{"matched_tokens":511,"snippet":512,"value":513},[23],"della loro codificazione giuridica in \u003Cmark>Cutro\u003C/mark> fino ad arrivare all’Albania.\r\n\r\nPer","Nell’ultima puntata di Harraga – trasmissione che va in onda ogni venerdì sulle libere frequenze di Radio Blackout– abbiamo cercato di ricostruire il tortuoso percorso normativo che ha caratterizzato le cosiddette procedure accelerate di frontiera. Dalla recrudescenza della loro codificazione giuridica in \u003Cmark>Cutro\u003C/mark> fino ad arrivare all’Albania.\r\n\r\nPer chi volesse riprendere uno degli approfondimenti dedicati ai decreti \u003Cmark>Cutro\u003C/mark>, Sud e Caivano, nonché al pacchetto sicurezza (DDL 1660):\r\n\r\n“Mattone su mattone. La costruzione del muro repressivo”\r\n\r\nInvece per approfondire l’accordo Rama-Meloni, vi lasciamo alcuni link di puntante passate dove si entra nel vivo del rapporto fra i due governi:\r\n\r\n“Aggiornamenti dall’Albania e l’esternalizzazione della detenzione amministrativa”\r\n\r\n“Accordo Italia/Albania: fra stratificazione coloniale e devozione”\r\n\r\nCon l’aiuto di Giorgia, avvocata bolognese che non di rado ci aiuta a cogliere ed analizzare i contesti normativi che caratterizzano le procedure di frontiera e la detenzione amministrativa, abbiamo ricordato cosa prevedono le procedure accelerate e che tipo di strutture lo Stato necessita per metterle in atto. Tracciando una linea cronologica dall’apertura dei CPRI in suolo siciliano, da Modica Pozzallo a Porto Empedocle, fino ad arrivare alla costruzione del hotspot di Gjader e del CPRI di Shengjin ciò che emerge è che le scorciatoie politiche dell’esecutivo che – tra un decreto ed un altro – cerca sempre di più di criminalizzare la migrazione e sigillare le frontiere della fortezza Europa, si trovano davanti agli ostacoli del diritto internazionale. 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Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-01-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa spartizione dell’Artico\r\nL’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul Canada.\r\nLa partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio, gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.\r\nMa. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.\r\nIl sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\nDopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.\r\n\r\nItalia-Niger. Piano di cooperazione militare 2025\r\nLa giunta militare del Niger guidata dopo il golpe del 26 luglio 2023 dal generale Abdourahamane Tchiani, dopo aver cacciato via dal paese le forze armate di Francia, Stati Uniti d’America e Germania ha sottoscritto un accordo di cooperazione nel settore difesa con la Federazione Russa di Vladimir Putin. Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nIl libro, oltre che alle presentazioni, lo trovate alla FAT oppure può essere richiesto a http://www.zeroincondotta.org/\r\n\r\nSabato 22 febbraio\r\na tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina\r\nCon i disertori russi e ucraini per un mondo senza frontiere\r\nore 11\r\npresidio antimilitarista al Balon\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","12 Febbraio 2025","2025-02-12 02:09:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Kronstadt-200x110.png","Anarres del 31 gennaio. 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Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “\u003Cmark>Cutro”\u003C/mark>: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.\r\nIl sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\nDopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.\r\n\r\nItalia-Niger. Piano di cooperazione militare 2025\r\nLa giunta militare del Niger guidata dopo il golpe del 26 luglio 2023 dal generale Abdourahamane Tchiani, dopo aver cacciato via dal paese le forze armate di Francia, Stati Uniti d’America e Germania ha sottoscritto un accordo di cooperazione nel settore difesa con la Federazione Russa di Vladimir Putin. Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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