","Il caffè di Murat: corruzione e ipocrisia sul Bosforo","post",1607685584,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/basaksehir/","http://radioblackout.org/tag/demba-ba/","http://radioblackout.org/tag/ekrem-imamoglu/","http://radioblackout.org/tag/kimpembe/","http://radioblackout.org/tag/mansur-yavas/","http://radioblackout.org/tag/recep-tayyip-erdogan/",[19,17,23,15,21,25],{"post_content":59,"tags":65},{"matched_tokens":60,"snippet":63,"value":64},[61,62,62],"Demba","Ba","gli africani, come il fiero \u003Cmark>Demba\u003C/mark> \u003Cmark>Ba\u003C/mark>, o gli afrodiscendenti. Infatti il \u003Cmark>Ba\u003C/mark>şakşehir è stata la prima squadra","Per questa puntata Murat comincia a invitare questo annus horribilis ad accomiatarsi e lo saluta con una vecchia canzone: selçuk ural güle güle sana, che, come spiega, è un po’ accomiatarsi senza rimpianto (in questo caso dal 2020).\r\n\r\nIn questa puntata abbiamo affrontato in particolare due argomenti: il primo, estemporaneo e imprevisto, nasce dall’episodio parigino dell’incontro tra PSG e \u003Cmark>Ba\u003C/mark>şakşehir, divenuta oggetto di dibattito per il gesto di coscienza antirazzista dimostrata dai calciatori delle squadre... di entrambe? Apparentemente sì: alcuni calciatori sono particolarmente sensibili anche perla pigmentazione della loro epidermide e quindi hanno sviluppato una maggiore coscienza di spettatori, giornalisti (come Massimo Fini) e quaterna arbitrale. Ma forse nel caso della compagine turca (una squadra molto discutibile e nel portafoglio della famiglia di Erdoğan) c’è una bona dose di ipocrisia – a parte ovviamente gli africani, come il fiero \u003Cmark>Demba\u003C/mark> \u003Cmark>Ba\u003C/mark>, o gli afrodiscendenti. Infatti il \u003Cmark>Ba\u003C/mark>şakşehir è stata la prima squadra a fare il saluto militare quando l’esercito turco ha invaso il Rojava con l’operazione Ramoscello d’Ulivo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-10_Murat-Başakşehir.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl secondo argomento, che denuncia maggiormente il sistema Erdoğan nei suoi gangli, raccoglie ed espone i dati sciorinati dai nuovi sindaci di Ankara, la capitale, e Istanbul, la maggiore megalopoli del paese, che hanno reso pubblici i numeri di quella corruzione delle amministrazioni precedenti insita e a fondamento del potere del presidente. Hanno mandato le carte alla procura e c’è da inorridire a vedere quanto in precedenza i \u003Cmark>ba\u003C/mark>ndi fossero taroccati, con il conseguente spreco di denaro e l’enorme condizionamento delle istituzioni religiose che sono il fulcro del consenso del presidente.\r\n\r\nPer la prima volta non ci si è limitati a parlare della corruzione, ma si è documentata con precisione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-10_corruzione-del-sistema-Erdogan.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE infine i consigli per non assumere il caffè, soprattutto turco, durante indisposizioni, eh eh eh:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-10_il-caffè-del-10-dicembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[66,69,72,74,76,78],{"matched_tokens":67,"snippet":68},[62],"\u003Cmark>Ba\u003C/mark>saksehir",{"matched_tokens":70,"snippet":71},[61,62],"\u003Cmark>Demba\u003C/mark> \u003Cmark>Ba\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":23},[],{"matched_tokens":75,"snippet":15},[],{"matched_tokens":77,"snippet":21},[],{"matched_tokens":79,"snippet":25},[],[81,84],{"field":82,"matched_tokens":83,"snippet":63,"value":64},"post_content",[61,62,62],{"field":26,"indices":85,"matched_tokens":86,"snippets":89},[14,37],[87,88],[61,62],[62],[71,68],1157451471441625000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":37,"score":95,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":37},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":48,"first_q":17,"per_page":29,"q":17},10,{"facet_counts":100,"found":141,"hits":142,"out_of":308,"page":14,"request_params":309,"search_cutoff":27,"search_time_ms":310},[101,117],{"counts":102,"field_name":115,"sampled":27,"stats":116},[103,105,107,109,111,113],{"count":94,"highlighted":104,"value":104},"anarres",{"count":94,"highlighted":106,"value":106},"liberation front",{"count":14,"highlighted":108,"value":108},"cattivi pensieri",{"count":14,"highlighted":110,"value":110},"Macerie su macerie",{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"il colpo del strega",{"count":14,"highlighted":114,"value":114},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":29},{"counts":118,"field_name":26,"sampled":27,"stats":139},[119,121,123,125,127,129,131,133,135,137],{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"AIAV",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"visoni",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"mostro",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"boccù",{"count":14,"highlighted":128,"value":128},"Bergamo",{"count":14,"highlighted":130,"value":130},"riproduzione",{"count":14,"highlighted":132,"value":132},"psicoanalisi",{"count":14,"highlighted":134,"value":134},"mostruosità",{"count":14,"highlighted":136,"value":136},"potere penale",{"count":14,"highlighted":138,"value":138},"liber* selvadec",{"total_values":140},37,9,[143,173,201,229,252,275],{"document":144,"highlight":157,"highlights":164,"text_match":167,"text_match_info":168},{"comment_count":37,"id":145,"is_sticky":37,"permalink":146,"podcastfilter":147,"post_author":104,"post_content":148,"post_date":149,"post_excerpt":43,"post_id":145,"post_modified":150,"post_thumbnail":151,"post_title":152,"post_type":153,"sort_by_date":154,"tag_links":155,"tags":156},"90699","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-giugno-scienza-colonialismo-e-guerra-avviso-orale-fogli-di-via-sorveglianza-speciale-militari-in-citta/",[104],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nScienza, colonialismo e guerra\r\nDa qualche anno le connessioni tra ricerca scientifica, colonialismo e guerra sono divenute fulcro delle riflessioni di chi si batte contro la liason dangereuse tra università, industria, controllo sociale.\r\nSi tratta di relazioni che costitutivamente caratterizzano alcune discipline ma da cui nessuna è realmente esente.\r\nIl ruolo delle scienze dure è facilmente percepibile ma, in realtà molte discipline apparentemente distanti dalla logica del profitto e del dominio hanno avuto e continuano ad avere origini strettamente connesse con la guerra e la conquista.\r\nAntropologi e geografi hanno preceduto ed accompagnato militari, preti e mercanti nell’azione colonizzatrice, favorendo con le loro ricerche sia l’azione militare, sia l’insediamento dei colonizzatori.\r\nPrendendo le mosse dalla critica al positivismo per approdare alla Standpoint theory sino alla responsabilità morale di chi fa ricerca analizzeremo la questione assumendo il punto di vista di uno studioso di geografia critica.\r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti dell’Università di Bologna\r\n\r\nAvviso orale, fogli di via, sorveglianza speciale\r\nLa scorsa settimana i carabinieri hanno notificato ad un compagno di Trieste un provvedimento di “avviso orale”.\r\nDi seguito alcuni stralci de comunicato del gruppo anarchico Germinal:\r\n“L’avviso orale è una misura preventiva – o meglio - propedeutica all’applicazione di misure preventive quali il foglio di via o la sorveglianza speciale. Inoltre, il provvedimento può comportare prescrizioni o divieti, quali ad esempio il ritiro della patente o l’interdizione a frequentare determinati luoghi o persone.\r\nLa storia delle misure preventive, comminate cioè non a seguito di una specifica condanna, inizia nell’Ottocento con la repressione “degli oziosi e dei vagabondi”. 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A questo va necessariamente aggiunto che il diritto amministrativo non contempla, a differenza di quello penale, l’istituto del gratuito patrocinio, nel solco di una cosiddetta giustizia sempre più classista.\r\n\r\nPer tutte queste ragioni le misure preventive vengono usate sempre più spesso contro i/le militanti delle varie aree del movimento: solo nella nostra regione questo è il quinto avviso nel giro di poche settimane, cui si sommano vari fogli di via e decine di denunce, arrivate anche a seguito di episodi di ben poco conto.\r\n\r\nE poco importa se poi queste denunce finiscono molto spesso – fortunatamente - in assoluzioni o non luoghi a procedere: intanto si sono tenut* fuori gioco per anni compagn* e le realtà collettive devono investire cospicue forze per difendersi dalla repressione e per raccogliere fondi per le spese legali.\r\n\r\nSappiamo che, quando si lotta al di fuori e contro le istituzioni, la repressione arriva; ma balza agli occhi quanto il livello repressivo si innalzi costantemente, mettendo in discussione ogni giorno che passa gli spazi di agibilità politica e sociale di tutt*. 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(...)\r\nNe abbiamo parlato con Federico, il compagno “avvisato”\r\n\r\nSatnam Singh. Ucciso da stato e padroni\r\nLavorava in nero in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, frazione di Latina. É morto all’ospedale San Camillo di Roma dopo che un macchinario per stendere e riavvolgere il nylon sulle serre gli aveva staccato un braccio.\r\nLasciato ad agonizzare per oltre due ore è stato caricato con la moglie, anche lei operaia della stessa azienda, su un un furgone che lo ha lasciato davanti alla sua casa, il braccio mozzato in una cassetta della frutta. Solo allora i suoi familiari hanno potuto chiamare i soccorsi. Ma era ormai troppo tardi per salvargli la vita.\r\nUna storia tragicamente normale nei campi del Belpaese, dove i braccianti senza documenti sono merce a poco prezzo e di nessun valore, perché costantemente ricambiabile.\r\nI responsabili diretti della sua morte sono il padrone e il caporale, ma i mandanti siedono in parlamento.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Bisacca, avvocato del lavoro\r\n\r\nMilitari in città. La trovata del sindaco\r\nDa gennaio alcune aree della nostra città sono sottoposte a controllo militare quotidiano. In un primo tempo i soldati dell’operazione “Strade Sicure” sono stati inviati solo in Barriera di Milano: da aprile le pattuglie interforze sono anche a San Salvario e Aurora.\r\nSono presidi molto scenografici con esibizione di soldati in mimetica, mitra spianati, e blindati Lince con il supporto di polizia e carabinieri.\r\nTutte le suppellettili necessarie ad alimentare un clima di guerra sono state messe in campo.\r\nIn questi giorni il sindaco di Torino ha dichiarato che chiederà al prefetto che i presidi fissi siano sostituiti da un controllo diffuso sul territorio, meno visibile ma, a suo avviso, più “efficace”. Lo Russo vuole cambiare la cartolina delle periferie torinesi.\r\nIn questi mesi gli antimilitaristi hanno contestato in più occasioni i presidi di “Strade Sicure”, ed ogni volta i militari se ne sono andati: la governance metropolitana teme che l’opposizione all’occupazione militare si allarghi.\r\nIl sindaco prova a correre ai ripari rendendo meno visibile, sul piano simbolico e materiale, la presenza dei militari nel quartiere.\r\nNella sostanza cambierebbe ben poco.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 6 luglio\r\nCPR, stragi in mare, campi di concentramento\r\nore 11\r\npunto info contro frontiere e CPR\r\nal Balon\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Giugno 2024","2024-06-25 14:59:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/graffiti-200x110.png","Anarres del 21 giugno. 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Ciò che perisce non vuole però semplicemente morire, ma lotta per la propria sopravvivenza, difende la sua causa persa. Nella vita nasce altresì sempre qualche cosa di nuovo. Ma ciò che si desta alla vita non viene semplicemente al mondo: ferisce e grida e afferma il proprio diritto a vivere.” B. Brecht\r\n\r\n\"Nella scorsa puntata delle Cronache dell'Interregno abbiamo abbordato le caratteristiche della fase attuale dal lato di quel “qualcosa che è in procinto di morire”, riferendoci ad un doppio problema di sottoinvestimento e di flessione della produttività emerso dalla crisi del 2008 in poi. Oggi passiamo a “ciò che ferisce e grida e afferma il proprio diritto a vivere\"\r\n\r\n\"Al giorno d'oggi, e in particolare nel caso di piattaforme come Deliveroo, Amazon etc., le nuove forme di organizzazione del lavoro si rivelano, nella configurazione attuale, ancora funzionali al sottoinvestimento a livello del processo di lavoro, o quantomeno di taluni suoi segmenti. Da qui, per tenersi ai casi citati, la proliferazione di corrieri in bicicletta nelle città, e di camion mezzi vuoti sulle autostrade. Ma proviamo per un istante a immaginare cicli produttivi strutturati da monte a valle da questi nuovi dispositivi tecnologici e organizzativi, nell'ambito della produzione di mezzi di produzione come in quello della produzione dei mezzi di sussistenza, in città come alla campagna. Tanto basta per prendere la misura di quanta strada debba ancora percorrere il capitale per avviare realmente, se non completare, la sua possibile ristrutturazione. Fino a che le capacità reali di investimento nel processo di produzione e i nuovi margini di incremento della produttività resteranno il monopolio del vertice nella gerarchia delle imprese, l'innovazione tecnologica continuerà a favorire maggiormente l'estrazione del plusvalore assoluto piuttosto che quella del plusvalore relativo. Per invertire la tendenza, bisognerà che una immensa crisi rimescoli le carte nella competizione inter-capitalistica a tutti livelli, e crei lo “spazio vitale” per una ripresa degli investimenti.\"\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/cronaca-6-def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","10 Marzo 2020","2020-07-13 23:40:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/VA_PC_2007BP3951-200x110.jpg","CRONACHE DELL’INTERREGNO – EPISODIO 6 – Incubazione del salto tecnologico",1583844798,[186],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[188],"Cronache dell'Interregno",{"post_content":190},{"matched_tokens":191,"snippet":192,"value":193},[161,160],"città come alla campagna. 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Sembra paradossale che il più grave reato previsto dal nostro ordinamento giuridico sia stato ritenuto sussistente in tale episodio e non nelle tante gravissime vicende accadute in Italia negli ultimi decenni, dalla strage di Piazza Fontana a quella della stazione di Bologna, da Capaci a Via D’Amelio e Via dei Georgofili ecc.\r\n\r\nNel mese di aprile 2022 uno dei due imputati era stato inoltre destinatario di un decreto applicativo del cd. carcere duro, ai sensi dell’art. 41 bis comma 2 O.P. (introdotto nel nostro sistema penitenziario per combattere le associazioni mafiose e che presuppone la necessità di impedire collegamenti tra il detenuto e l’associazione criminale all’esterno per fini criminosi), altra vicenda singolare essendo notorio che il movimento anarchico rifugge in radice qualsiasi struttura gerarchica e/o forma organizzata, tanto da far emergere il serio sospetto che con il decreto ministeriale si voglia impedire l’interlocuzione politica di un militante politico con la sua area di appartenenza piuttosto che la relazione di un associato con i sodali in libertà.\r\n\r\nSempre nel mese di luglio u.s. è stata pronunciata una ulteriore aspra condanna in primo grado, a 28 anni di reclusione, contro un altro militante anarchico per un attentato alla sede della Lega Nord, denominata K3, anche per tale episodio nessuno ha riportato conseguenze lesive. Inoltre, nell’estate del 2020 altri cinque militanti anarchici sono stati raggiunti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere per reati di terrorismo, trascorrendo circa un anno in AS2 (Alta Sorveglianza, altro regime carcerario “duro”), nonostante i fatti a loro concretamente attribuiti fossero bagatellari, quali manifestazioni non preavvisate, imbrattamenti, ecc.\r\n\r\nAltri processi contro attivisti anarchici sono intentati per reati di opinione, ad esempio due a Perugia, qualificati come istigazione a delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo, in quanto i rei avrebbero diffuso slogan violenti anarchici; quegli stessi slogan e idee che soltanto alcuni anni or sono sarebbero stati ricondotti alla fattispecie di cui all’art. 272 cp, propaganda sovversiva, fattispecie abrogata nel 2006, sulla base dell’assunto che la 2 propaganda, anche di ideologie di sovversione violenta, debba essere tollerata da uno Stato che si dica democratico, pena la negazione del suo stesso carattere fondante.\r\n\r\nAltre iniziative giudiziarie per reati associativi sono state intentate a Trento, nuovamente a Torino, a Bologna a Firenze, contro altri militanti anarchici, con diffusa quanto incomprensibile applicazione di misure cautelari in carcere.\r\n\r\nLa narrazione mediatica sempre degli ultimi due anni, costruita sulla scorta di dichiarazioni qualificate del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, vede inoltre gli anarchici responsabili, istigatori, delle rivolte in carcere del mese di marzo 2020, salva recente successiva smentita da parte della commissione ad hoc istituita per stabilire le cause dell’insorgenza dei detenuti.\r\n\r\nPiù in generale, in epoca recente, all’indistinta area anarchica è stata attribuita una enfatica pericolosità sociale da parte delle relazioni semestrali dei servizi segreti.\r\n\r\nE’ lecito domandarsi cosa stia avvenendo in questo paese e se gli anarchici rappresentino effettivamente un pericolo per l’incolumità pubblica meritevole di essere affrontato in termini muscolari e talvolta spregiudicati oppure se, in coerenza con il passato, rappresentino gli apripista per una ristrutturazione e/o un rafforzamento in chiave autoritaria degli spazi di agibilità politica e democratica nel paese.\r\n\r\nChi scrive svolge la professione di avvocato ed è direttamente impegnato nella difesa di numerosi anarchici in altrettante vicende penali ed è così che riscontra la sempre più diffusa e disinvolta sottrazione delle garanzie processuali a questa tipologia di imputati: in primo luogo in tema di valutazione delle prove in ordine alla riconducibilità soggettiva dei fatti contestati; oppure di abbandono del diritto penale del fatto, a vantaggio del diritto penale del tipo d’autore, realizzato attraverso l’esaltazione della pericolosità dell’ideologia a cui il reo appartiene.\r\n\r\nSiamo consapevoli che la genesi di un possibile diritto penale del nemico si radica nella storia recente di questo paese nel contrasto giudiziario alle organizzazioni combattenti, nel corso dei processi degli anni 70/80 del secolo scorso, e che poi le continue emergenze susseguitesi negli anni hanno permesso di condividere ed estendere ad altre categorie di imputati (ad esempio ai migranti, ma non solo) l’atteggiamento giudiziario tenuto ieri nei confronti dei militanti della lotta armata. Atteggiamento che oggi viene riproposto verso gli anarchici, rei soprattutto di manifestare una alterità irriducibile all’ordine costituito.\r\n\r\nDa avvocati e avvocate ci troviamo ad essere spettatori di una deriva giustizialista che rischia di contrapporre ad un modello di legalità penale indirizzato ai cittadini, con le garanzie e i 3 diritti tipici degli stati democratici, uno riservato ai soggetti ritenuti pericolosi, destinatari di provvedimenti e misure rigidissimi, nonché di circuiti di differenziazione penitenziaria.\r\n\r\nTutto ciò ci preoccupa perché comporta un progressivo allontanamento dai principi del garantismo giuridico, da quello di legalità (per cui si punisce per ciò che si è fatto e non per chi si è) a quello di offensività, sino ad un pericoloso slittamento verso funzioni meramente preventive e neutralizzatrici degli strumenti sanzionatori, come gli esempi sopra richiamati dimostrano.\r\n\r\nDa Roma: Avv. Flavio Rossi Albertini, Avv. Caterina Calia, Avv. Simonetta Crisci, Avv. Ludovica Formoso Avv. Ivonne Panfilo; Avv. Marco Grilli; Avv. Pamela Donnarumma; Avv. Gregorio Moneti; Avv. Leonardo Pompili.\r\n\r\nDa Torino: Avv. Gianluca Vitale, Avv. Claudio Novaro, Avv. Gianmario Ramondini.\r\n\r\nDa Bologna: Avv. Ettore Grenci, Avv. Daria Mosini,Avv. Danilo Camplese \r\n\r\nDa Milano: Avv. Margherita Pelazza, Avv. Eugenio Losco, Avv.Benedetto Ciccaroni, Avv.Tania Bassini\r\n\r\n Da Firenze: Avv. Sauro Poli\r\n\r\nDa La Spezia: Avv. Fabio Sommovigo\r\n\r\nDa Napoli: Avv. 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Come chiamare la possibilità di attraversamento che le classi agiate hanno nello scappare dalla città - termine usato ora nella sua accezione amministrativa di comune - per rifugiarsi nella seconda casa a Bardonecchia? Qualche spiegazione poco originale venuta fuori negli ultimi mesi riguardo alla fuga delle élite verso borghi alpini o case al mare offre una spiegazione poco strutturale e troppo volontaristica, sul solco del \"ci hanno fregato, ora chi ha la possibilità scappa dalle città contagiate e nel futuro prossimo troppo calde per essere abitate con continuità\". Non si può dire sia falso, ma non coglie la reale portata, attuale e a venire, di quegli spostamenti privilegiati: la \"città\" vissuta dalle classi agiate attraverso la mobilità fisica accelerata, i canali telematico-virtuali e l'omogeneo sistema dei pagamenti globale è esso stesso lo spazio infrastrutturale urbanizzato, quel vago oggetto che si diceva all'inizio e che ancora qui, nei bassi o medi fondi della società, confondiamo in base alla nostra parziale esperienza con la città.\r\n\r\nPer riprendere due fortunate metafore che vengono dall'analisi della gestione dell'occupazione israeliana, quelle di arcipelaghi e enclave di Petti, dobbiamo aspettarci per i prossimi anni che le città che non saranno riuscite politicamente ad agguantarsi sufficienti investimenti verranno escluse da questo network infrastrutturale urbanizzato, mentre luoghi da prima considerati naturali e remoti ne saranno presto raggiunti in una divisione tra urbano e non urbano che lì avrà terminato il suo senso ultimo.\r\n\r\nA Macerie su Macerie, qualche lettura e frammentaria analisi sul tema:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/macerie28dic.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","29 Dicembre 2020","2020-12-29 23:01:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/naturecity-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 28.12.2020, dalla città all'infrastruttura urbana",1609249877,[],[],{"post_content":244},{"matched_tokens":245,"snippet":246,"value":247},[160],"l'oggetto in questione non si \u003Cmark>debba\u003C/mark> uscire dalla dicotomia dentro/fuori per","Prima dell'anno del Covid uno dei luoghi comuni dei cosiddetti Urban Studies era che la popolazione del pianeta avrebbe vissuto sempre più massicciamente dentro grandi aree urbane o entro vasti territori intensamente urbanizzati, anche se tra loro assai differenti.\r\n\r\n\r\nNon è certo un'affermazione opinabile, ma presenta altissimi tassi di vaghezza, specialmente per quanto riguarda cosa si intenda per \"territorio intensamente urbanizzato\". 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Il concetto di 'lotta per la sopravvivenza' descritto da Darwin viene completamente rivisto dai luminari del capitalismo per far accettare la concorrenza spietata e l'idea che un uomo possa comandare sull'altro. Con una buona dose di eugenetica questi concetti sono stati anche utilizzati dai regimi fascisti e nazisti. Il darwinismo sociale non è scomparso e anzi, con la parcellizzazione della società in cui l'individuo è solo contro tutti, questa idea distorta si fa ancor più feroce. Ma Darwin sosteneva che la sopravvivenza dell'individuo più forte avvenisse solo in un contesto di scarsità, qualora le risorse non fossero bastate per tutti. Ma in quale scarsità viviamo oggi? Di quella che i monopolisti della ricchezza elemosinano al 99% della popolazione mondiale. La concentrazione di capitali nelle mani di pochi, fa sì che il resto della gente debba sgomitare e lottarsi reciprocamente per poter ambire a un pezzettino di benessere.\r\nQuesti ragionamenti sono stati ispirati dall'articolo di Franco Palazzi \"Immunità di gregge e darwinismo sociale\" (https://www.iltascabile.com/societa/immunita-di-gregge-e-darwinismo-sociale/)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/darwinismo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nMa davvero lo sviluppo dell'essere umano si è fondato su un continuo conflitto per la sopravvivenza? O forse l'uomo, così come tanti animali, si è servito della solidarietà e del mutualismo per sopravvivere alle insidie della vita? Quale ruolo ha avuto la convivialità nell'evoluzione della specie?\r\nInsieme a Giacomo Borella (curatore dell'ultima traduzione di Eleuthera) andiamo a ripercorrere il pensiero di Kropotkin sul Mutuo Appoggio espresso dal filosofo russo in una serie di saggi indipendenti raccolti poi nel libro omonimo. Kropotkin non nega la tesi darwiniana della lotta per la sopravvivenza, ma sottolinea come essa sia condotta dalle specie contro i rigori e le avversità dell'ambiente che le circonda e come spesso a queste avversioni la risposta sia di cooperazione di gruppo e non di attacco l'uno contro l'altro. L'esempio delle formiche è uno degli esempi proposti da Kropotkin di come l'unione permetta la sopravvivenza di specie seppur deboli e indifese. Ma non solo, nonostante scrivesse in un epoca fortemente eurocentrica e imperialista, nei suoi saggi Kropotkin prende ad esempio anche le usanze dei Selvaggi (popoli indigeni), dei Barbari e delle gilde medioevali per rafforzare la sua tesi, affidandosi anche ad alcune pratiche mutualistiche dei tempi moderni.\r\nOggi assistiamo alla criminalizzazione della solidarietà da parte dello Stato: tutto deve essere accentrato nel potere istituzionale. Il welfare è una forma di de-responsabilizzazione dell'individuo, considerato inadatto ad auto-organizzarsi per far fronte alle proprie esigenze. 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In base all'idea del \"gene egoista\" (Dawkins), l'oggetto della selezione naturale non è l'individuo, come ipotizzava Darwin, ma suoi geni, che posso rivelarsi più o meno adatti (secondo il concetto di \"fitness\") alla situazione di vita contestuale. Questi geni, che esprimono un carattere nel fisico, nella personalità o nel comportamento del soggetto \"gareggiano\" (per così dire) nel diventare i geni più comuni nelle generazioni successive, attraverso il processo di trasmissione ereditaria. Ora, è noto che tra individui imparentati la condivisione del corredo genetico ha delle percentuali anche molto alte, e questo sarebbe il motivo per cui nei gruppi di altri animali l'aiuto reciproco è spesso limitato al gruppo famigliare. In sostanza, il comportamento di cura di un genitore nei confronti di un figlio è giustificato dalla volontà (inconscia) del primo a fare in modo che i geni del secondo (ovvero la metà dei propri) abbiano la maggiore probabilità di successo e di trasmissione alle generazioni successive. E' chiaro che per l'essere umano, animale estremamente culturale, questo tipo di processi siano molto influenzati dal contesto sociale in cui il soggetto vive, e tali meccanismi possono anche non essere validi, ma rimane ugualmente interessante capire cosa accade negli altri animali.\r\n\r\n\r\n\r\nSempre parlando di evoluzione e di umanità, abbiamo voluto ripercorrere la storia evolutiva della nostra specie grazie al libro \"Homo Sapiens ed altre catastrofi\" di Telmo Pievani. Filosofo, biologo ed esperto della teoria dell'evoluzione, l'autore ci spiega (in un audio di una conferenza che potete ritrovare in versione integrale qui: https://www.youtube.com/watch?v=Oeq9FhFus1s) come il percorso che ci ha portati, come specie, ad essere ciò che siamo oggi sia un sentiero di condivisione, per milioni di anni, con altre specie pre-umane contemporanee, di diversi livelli evolutivi fisici, tecnologici e cerebrali che non hanno mai seguito un progresso lineare, quanto più un percorso a cespuglio dalle innumerevoli ramificazioni. Il fatto che attualmente rappresentiamo l'unica specie Homo sul pianeta, non significa che lo siamo sempre stati, né che questa situazione fosse deterministicamente inevitabile.\r\n\r\n\r\n\r\nLa nostra storia antica è stata costruita attraverso il nascere ed il morire di sentieri evolutivi diversi e contemporanei: nello stesso momento, alcune specie simili a noi assumevano la posizione eretta, altre, da ancora a 4 zampe utilizzavano la pietra, alcune si estinguevano e altre nascevano, con cervelli più grandi o più piccoli, in continuazione, senza una vera evoluzione progressiva, ma in base alle modificazioni geologiche, climatiche, catastrofiche, e così via. Insomma, come nel caso di qualsiasi altra specie, è stata una storia determinata dal caso delle mutazioni circostanti e dalla capacità di adattamento ad esse, non dal loro controllo come la narrazione antropocentrica vorrebbe farci credere.\r\n\r\nLa stessa cooperazione tra esseri umani ha delle spiegazioni biologiche ed evolutive, in quanto all'interno di gruppi sociali coesi, il gene dell'egoismo, per quanto possa essere presente, non ha, sul lungo periodo un effetto dominante, per il fatto che un insieme di individui che cooperano e solidarizzino risulta evolutivamente più forte e stabile di un insieme di individui in conflitto o egoisti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/evoluzione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Maggio 2020","2020-05-01 17:05:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/0uvLOGaz5CwTXpQpZ-200x110.jpg","Darwinismo sociale e mutuo appoggio: uno sguardo politico, etologico ed evolutivo",1588352717,[],[],{"post_content":267},{"matched_tokens":268,"snippet":269,"value":270},[160],"che il resto della gente \u003Cmark>debba\u003C/mark> sgomitare e lottarsi reciprocamente per","PRIMA PUNTATA\r\n\r\nGli approcci iniziali al CoronaVirus da parte dei governi ultra-liberali di U.K., Brasile e U.S.A. convergevano nel sottovalutare la minaccia, e sventagliavano l'idea dell'immunità di gregge, con le catastrofiche conseguenze che avrebbe generato, per poi arrendersi all'idea del lockdown e del distanziamento sociale.\r\n\r\n\r\n\r\nLa possibilità di far ammalare gran parte della popolazione si sposa con le logiche liberali del darwinismo sociale, ma ancor di più col sistema di sanità privata di quei paesi. 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Il fatto che attualmente rappresentiamo l'unica specie Homo sul pianeta, non significa che lo siamo sempre stati, né che questa situazione fosse deterministicamente inevitabile.\r\n\r\n\r\n\r\nLa nostra storia antica è stata costruita attraverso il nascere ed il morire di sentieri evolutivi diversi e contemporanei: nello stesso momento, alcune specie simili a noi assumevano la posizione eretta, altre, da ancora a 4 zampe utilizzavano la pietra, alcune si estinguevano e altre nascevano, con cervelli più grandi o più piccoli, in continuazione, senza una vera evoluzione progressiva, ma in \u003Cmark>ba\u003C/mark>se alle modificazioni geologiche, climatiche, catastrofiche, e così via. 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Puntata dedicata ad una fra le tante pratiche di dominio e sfruttamento: l'allevamento di visoni.\r\n\r\nNon esistono allevamenti accettabili, non esiste sfruttamento accettabile, neanche quando dicesi perfettamente a norma con la direttiva europea sul \"benessere animale\" o \"animal welfare\" che dir si voglia, tanto sbandierato da chi si occupa di questa e altre nefaste attività. Facciate ipocrite, ben sapendo che la salute dell'animale è strumentale a quanto rende, specie poi se si parla del pelo di un visone. Ma in nome della lotta alla crisi economica, nelle campagne della bassa bergamasca e nel cremonese, gli allevamenti di visoni si intensificano, si moltiplicano le gabbie, le morti tramite gas e gli scuoiamenti. Pochi mesi di vita, morte per asfissia, pelli strappate alla carne, messe all'asta e attentamente selezionate in base a sesso, colore, taglia e qualità. Un business in aumento per la crescente richiesta dall'estero, dai paesi che l'AIAV (Associazione Italiana Allevatori Visone) cita come \"emergenti\" e a cui strizza l'occhio, pubblicizzando opportunità sia per chi già si occupa di altri allevamenti, sia per giovani e... donne!\r\n\r\nIl coordinamento Liber* Selvadec rilancia nuove iniziative di mobilitazione ribadendo quanto un movimento per la liberazione animale debba mantenere alto il livello di critica radicale nel suo percorso di informazione, condivisione e azione contro ogni forma di sfruttamento dell’umano sulla Terra, dell’umano sull’umano, dell’umano sugli altri animali.\r\n\r\n\"Una società tecno-industriale non può fare a meno di sfruttare l’intero vivente. Una sensibilità che vuole veramente essere forza di cambiamento non può non mettere in discussione l’intera società: con le sue nocività, la sua tecnologia e scienza, le sue logiche di dominio e prevaricazione\"\r\n\r\nQui la diretta con un compagno del coordinamento Liber* Selvadec e l'appello alla settimana di mobilitazione\r\n\r\nliberselvadec1\r\n\r\nliberselvadec2\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\nFERMIAMO TUTTI GLI ALLEVAMENTI DI VISONI !\r\nDal 16 al 21 Marzo 2015 giornate di mobilitazione in tutta Italia\r\nCi volevano seppellire ma\r\ndimenticavano che siamo semi\r\n(da un manifesto solidale)\r\nIl discorso della crisi economica continua ad essere la forma per giustificare e legittimare ogni pratica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sugli altri animali e sulla Terra.\r\nConsideriamo la presenza e l’apertura di allevamenti di visoni come una delle manifestazioni evidenti di una crisi ben più profonda che sconvolge le relazioni sociali e politiche di ogni essere vivente.\r\nSe il territorio delle province di Bergamo e di Cremona ne è particolarmente esposto, le logiche di dominio e le più diverse forme di prevaricazione si possono rintracciare in tutti i territori.\r\nPer questi motivi sentiamo l’esigenza di coinvolgervi e, insieme, dare vita a nuove pratiche ed esperienze che puntino ad una riappropriazione di metodi autogestionari di lotta perché questa sia veramente diffusa,\r\ncondivisa e costruita dalla base. Coinvolgervi è un modo, per noi, di opporci alla diffusione di pratiche e discorsi animalisti ambigui che fanno dello spettacolo del dolore, della delega, del pietismo e dell’apoliticità il “nuovo discorso” sull’animale.\r\nDiscorso che, di fatto, si allontana dal senso profondo e radicale della liberazione animale che è, invece, una continua riflessione e azione politica per scardinare ogni pratica di dominio.\r\nE per questo che abbiamo pensato di moltiplicare i luoghi della mobilitazione, i pensieri, i modi, le proposte affinché ognuno, a partire dal “proprio” territorio, possa dare contenuto alla liberazione animale.\r\nCosì è nata l’idea di una prima settimana di mobilitazione durante la quale ogni realtà e individualità potrà contribuire a proprio modo a diffondere l’urgenza di fermare gli allevamenti di visoni e non solo.\r\nScrivendovi abbiamo il desiderio che si riesca e si possa costruire una rete che, seppur in questo momento, passa dal virtuale attraverso questa mail, non si fermi a questo ma diventi una realtà concreta che si incontra, agisce e si coordina. Questo è, per noi, un modo per non farci travolgere dalla crisi delle relazioni.\r\nE’ con lo stesso obiettivo che vorremmo chiudere e rilanciare queste giornate di mobilitazione con una biciclettata qui a Bergamo alla quale vi chiediamo di partecipare. Una rumorosa e creativa Critical mass per dare voce alla critica contro qualsiasi progetto di allevamento e contro ogni forma di sfruttamento verso ogni animale, il giorno sabato 21 marzo. Giornata che ci piacerebbe concludere con una riflessione collettiva su come ridare vitalità e senso ai territori delle pratiche nel segno della liberazione animale.\r\nUna giornata simbolica: l’inizio della primavera. Una giornata in cui spargere i semi di continue, necessarie, urgenti prese di coscienza sui discorsi e i linguaggi che sempre più spesso vengono utilizzati come un grande alibi per giustificare l’ingiustificabile ed incentivare sempre più l’adesione e la complicità a questo sistema di annientamento. Sicuramente le responsabilità dell’attuale situazione di sfruttamento generalizzato, di disagio e miseria non vanno attribuite ad un singolo settore “sbagliato” ma all’intero sistema che nella sua concezione di mondo condanna, a priori, l’esistenza di animali, umani e non, e della sopravvivenza della\r\nTerra stessa.\r\nNon casualmente, gli allevatori stessi, ricorrono ad un subdolo discorso che fa della “necessità” il movente delle loro pratiche per far fronte alla “crisi” economica: dal nostro punto di vista, questo stesso dire, svela la fallacia del loro discorso che, di fatto, non fa altro che mostrare gli interstizi nei quali si insinua piuttosto una grave e costante deresponsabilizzazione verso ogni forma vivente.\r\nPer la liberazione di tutte gli animali!\r\nContro gli allevamenti di visone e i mondi che li producono!\r\nCoordinamenti Liber*Selvadec\r\nPer informazioni:\r\nliber.selvadec@inventati.org\r\nliberselvadec.noblogs.org","12 Marzo 2015","2019-01-31 12:54:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/310114_300DPI-200x110.jpeg","Allevamenti di visoni: altre \"opportunità\" di sfruttamento e dominio",1426176933,[287,288,289,290,291,292,293,294],"http://radioblackout.org/tag/aiav/","http://radioblackout.org/tag/allevamenti/","http://radioblackout.org/tag/bergamo/","http://radioblackout.org/tag/boccu/","http://radioblackout.org/tag/liber-selvadec/","http://radioblackout.org/tag/liberazione-animale/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/visoni/",[120,296,128,126,138,297,298,122],"allevamenti","liberazione animale","sfruttamento",{"post_content":300},{"matched_tokens":301,"snippet":302,"value":303},[161],"all'asta e attentamente selezionate in \u003Cmark>ba\u003C/mark>se a sesso, colore, taglia e"," \r\n\r\n\r\n\r\nMartedì 10 marzo. 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Questo è, per noi, un modo per non farci travolgere dalla crisi delle relazioni.\r\nE’ con lo stesso obiettivo che vorremmo chiudere e rilanciare queste giornate di mobilitazione con una biciclettata qui a Bergamo alla quale vi chiediamo di partecipare. Una rumorosa e creativa Critical mass per dare voce alla critica contro qualsiasi progetto di allevamento e contro ogni forma di sfruttamento verso ogni animale, il giorno sabato 21 marzo. Giornata che ci piacerebbe concludere con una riflessione collettiva su come ridare vitalità e senso ai territori delle pratiche nel segno della liberazione animale.\r\nUna giornata simbolica: l’inizio della primavera. Una giornata in cui spargere i semi di continue, necessarie, urgenti prese di coscienza sui discorsi e i linguaggi che sempre più spesso vengono utilizzati come un grande alibi per giustificare l’ingiustificabile ed incentivare sempre più l’adesione e la complicità a questo sistema di annientamento. Sicuramente le responsabilità dell’attuale situazione di sfruttamento generalizzato, di disagio e miseria non vanno attribuite ad un singolo settore “sbagliato” ma all’intero sistema che nella sua concezione di mondo condanna, a priori, l’esistenza di animali, umani e non, e della sopravvivenza della\r\nTerra stessa.\r\nNon casualmente, gli allevatori stessi, ricorrono ad un subdolo discorso che fa della “necessità” il movente delle loro pratiche per far fronte alla “crisi” economica: dal nostro punto di vista, questo stesso dire, svela la fallacia del loro discorso che, di fatto, non fa altro che mostrare gli interstizi nei quali si insinua piuttosto una grave e costante deresponsabilizzazione verso ogni forma vivente.\r\nPer la liberazione di tutte gli animali!\r\nContro gli allevamenti di visone e i mondi che li producono!\r\nCoordinamenti Liber*Selvadec\r\nPer informazioni:\r\nliber.selvadec@inventati.org\r\nliberselvadec.noblogs.org",[305],{"field":82,"matched_tokens":306,"snippet":302,"value":303},[161],{"best_field_score":227,"best_field_weight":170,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":37,"score":228,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":172},6637,{"collection_name":153,"first_q":17,"per_page":29,"q":17},15,["Reactive",312],{},["Set"],["ShallowReactive",315],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fsKNT7aduje4hmRcIhH7oxBj5vNrWqec_WebK4S_MzY8":-1},true,"/search?query=Demba+Ba"]