","In Africa centrale tra repressione, dubbie elezioni e vecchio e nuovo colonialismo","post",1551648138,[59,60,61,62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/basi-militari/","http://radioblackout.org/tag/boko-haram/","http://radioblackout.org/tag/centrafrica/","http://radioblackout.org/tag/chagos/","http://radioblackout.org/tag/ciad/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo-e-neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/nigeria/","http://radioblackout.org/tag/sahel/","http://radioblackout.org/tag/senegal/","http://radioblackout.org/tag/sudan/",[70,71,72,73,74,75,76,77,78,79],"basi militari","Boko Haram","Centrafrica","Chagos","Ciad","colonialismo e neocolonialismo","nigeria","sahel","Senegal","Sudan",{"post_title":81},{"matched_tokens":82,"snippet":84,"value":84},[83],"dubbie","In Africa centrale tra repressione, \u003Cmark>dubbie\u003C/mark> elezioni e vecchio e nuovo colonialismo",[86],{"field":87,"matched_tokens":88,"snippet":84,"value":84},"post_title",[83],578729985926234200,{"best_field_score":91,"best_field_weight":92,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":94,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},"1108024229888",15,1,"578729985926234233",{"document":96,"highlight":122,"highlights":128,"text_match":89,"text_match_info":132},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":45,"id":99,"is_sticky":45,"permalink":100,"post_author":48,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":51,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":56,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":116},[42],[44],"94925","http://radioblackout.org/2025/01/stati-uniti-gli-abiti-nuovi-dellimperatore/","Donald Trump si è insediato ieri. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. Prima della cerimonia l’imperatore li ha arringati promettendo la grazia a quelli che sono stati processati e condannati per il tentato golpe, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. É chiaro subito che la propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nI primi sette ordini esecutivi sono stati firmati alla Capital One Arena, tra cui la grazia a tutti i 1.500 protagonisti dell'attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e la revoca di 78 leggi emanate da Joe Biden. Trump li ha mostrati uno ad uno alla folla di sostenitori.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine allo ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato ieri è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e controllano i vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso.\r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che ieri hanno riempito le piazze di Washington con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Mattia Diletti, americanista, docente alla Sapienza di Roma\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-21-trump-diletti.mp3\"][/audio]","21 Gennaio 2025","2025-01-21 16:26:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"152\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1-300x152.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1-300x152.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1-1024x517.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1-768x388.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/trump-su1.png 1261w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stati Uniti. Gli abiti nuovi dell’Imperatore",1737476801,[109,110,111,112,113,114,115],"http://radioblackout.org/tag/attacco-allo-ius-soli/","http://radioblackout.org/tag/cerimonia-di-insediamento/","http://radioblackout.org/tag/grazia-ai-golpisti-di-capitol-hill/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/la-sfilata-dei-paperoni/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[117,118,119,120,121,21,12],"attacco allo ius soli","cerimonia di insediamento","grazia ai golpisti di capitol hill","guerra ai migranti","la sfilata dei paperoni",{"post_content":123},{"matched_tokens":124,"snippet":126,"value":127},[125],"outsider","nel 2016: allora era un \u003Cmark>outsider\u003C/mark> inviso alla maggioranza del suo","Donald Trump si è insediato ieri. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. Prima della cerimonia l’imperatore li ha arringati promettendo la grazia a quelli che sono stati processati e condannati per il tentato golpe, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. É chiaro subito che la propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nI primi sette ordini esecutivi sono stati firmati alla Capital One Arena, tra cui la grazia a tutti i 1.500 protagonisti dell'attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 e la revoca di 78 leggi emanate da Joe Biden. Trump li ha mostrati uno ad uno alla folla di sostenitori.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine allo ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato ieri è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un \u003Cmark>outsider\u003C/mark> inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e controllano i vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso.\r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che ieri hanno riempito le piazze di Washington con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Mattia Diletti, americanista, docente alla Sapienza di Roma\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-21-trump-diletti.mp3\"][/audio]",[129],{"field":130,"matched_tokens":131,"snippet":126,"value":127},"post_content",[125],{"best_field_score":91,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":134,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},14,"578729985926234225",{"document":136,"highlight":166,"highlights":171,"text_match":89,"text_match_info":174},{"cat_link":137,"category":139,"comment_count":45,"id":141,"is_sticky":45,"permalink":142,"post_author":48,"post_content":143,"post_date":144,"post_excerpt":51,"post_id":141,"post_modified":145,"post_thumbnail":146,"post_thumbnail_html":147,"post_title":148,"post_type":56,"sort_by_date":149,"tag_links":150,"tags":158},[138],"http://radioblackout.org/category/bastioniorione/",[140],"BastioniOrione","67454","http://radioblackout.org/2021/03/linsurrezione-di-dakar-ha-nel-mirino-parigi/","Crollo dell'economia, trappola Cfa non più tollerabile, blocco pandemico che ha cancellato ogni possibilità di sopravvivenza per la maggioranza di giovani istruiti che svolgono lavori giornalieri in un'economia informale. Una generazione incazzata per le ruberie e il saccheggio neocoloniale, che giustamente attribuisce alla rapacità francese la condizione del paese, in particolare dopo la scoperta di ingenti (500 milioni di barili) giacimenti petroliferi – e di gas – a Sangomar, al largo di Dakar (e già si hanno casi di corruzione). La vicenda di Sonko che abbiamo narrato già durante l'intervento di N'Diaga Diallo è un pretesto, una montatura, un'imboscata per eliminare un personaggio molto apprezzato (forse troppo, quando viene considerato “uomo della provvidenza”, che ha trovato la chiave per essere sostenuto dai senegalesi), che proviene da Casamanche, che è un outsider, distante dalla nomenclatura – voluta e legata a Parigi – e che annuncerebbe una ritrattazione di tutti gli accordi capestro imposti da Macron e dalle ditte francesi come Auchan, Total, Orange che condizionano la vita quotidiana del mondo della Françafrique e che sono state saccheggiate nelle loro filiali di tutto il paese, perché vivono alle spese dei senegalesi, mentre la Francia è palesemente in declino. Simbolico di come il panafricanismo può trovare una nuova partenza da questa esasperazione, di giovani a cui non è stata lasciata alcuna alternativa all'emigrazione clandestina e pericolosa verso le Canarie.\r\nLa giornata dell'8 marzo ha visto manifestazioni di festa per la liberazione di Sonko, poi di nuovo si è piombati nelle provocazioni sbirresche che hanno caricato il tentativo di comizi volanti, ma ogni notte ragazzi impegnano le guardie non lasciandole dormire. Non sono tutti militanti di Pastef, ma sono tutti determinati... i giovani uccisi sono sotto i 22 anni e sono state intimidite le famiglie, perché trattengano questa furia giovanile. Sonko dovrà presentarsi davanti al giudice ogni 15 giorni e verrà accompagnato da masse, un'occasione per monitorare il sostegno del Movimento e si potrà vedere quali anime emergeranno maggiormente: se avranno la meglio i più radicali decisi a cacciare Macky Sall, o se prevarranno i moderati, pronti a dialogare e tollerare il presidente fino alla fine del mandato. La piazza è sicuramente più radicale degli oppositori (anche condizionati dai marabutti). In serata Macky Sall ha preferito accusare l'opposizione di aver orchestrato i saccheggi e saccheggi avvenuti nei giorni scorsi, mettendo volontariamente davanti donne / bambini.\r\n Invece di ammettere che c'è un problema con la sua governance / politica economica #FreeSenegal\r\n\r\nIntanto le manifestazioni proseguiranno secondo modalità ancora da definire...\r\n\r\nAscolta \"Le Sénégal dit à la France: Dégage!\" su Spreaker.","9 Marzo 2021","2021-03-09 10:37:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Dakar-riot-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Dakar-riot-300x170.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Dakar-riot-300x170.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Dakar-riot.jpeg 735w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’insurrezione di Dakar ha nel mirino Parigi",1615284221,[151,152,153,154,155,67,156,157],"http://radioblackout.org/tag/auchan/","http://radioblackout.org/tag/dakar/","http://radioblackout.org/tag/macky-sall/","http://radioblackout.org/tag/orange/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/","http://radioblackout.org/tag/sonko/","http://radioblackout.org/tag/total/",[159,160,161,162,163,78,164,165],"auchan","dakar","Macky Sall","Orange","petrolio","Sonko","Total",{"post_content":167},{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":170},[125],"da Casamanche, che è un \u003Cmark>outsider\u003C/mark>, distante dalla nomenclatura – voluta e","Crollo dell'economia, trappola Cfa non più tollerabile, blocco pandemico che ha cancellato ogni possibilità di sopravvivenza per la maggioranza di giovani istruiti che svolgono lavori giornalieri in un'economia informale. Una generazione incazzata per le ruberie e il saccheggio neocoloniale, che giustamente attribuisce alla rapacità francese la condizione del paese, in particolare dopo la scoperta di ingenti (500 milioni di barili) giacimenti petroliferi – e di gas – a Sangomar, al largo di Dakar (e già si hanno casi di corruzione). La vicenda di Sonko che abbiamo narrato già durante l'intervento di N'Diaga Diallo è un pretesto, una montatura, un'imboscata per eliminare un personaggio molto apprezzato (forse troppo, quando viene considerato “uomo della provvidenza”, che ha trovato la chiave per essere sostenuto dai senegalesi), che proviene da Casamanche, che è un \u003Cmark>outsider\u003C/mark>, distante dalla nomenclatura – voluta e legata a Parigi – e che annuncerebbe una ritrattazione di tutti gli accordi capestro imposti da Macron e dalle ditte francesi come Auchan, Total, Orange che condizionano la vita quotidiana del mondo della Françafrique e che sono state saccheggiate nelle loro filiali di tutto il paese, perché vivono alle spese dei senegalesi, mentre la Francia è palesemente in declino. Simbolico di come il panafricanismo può trovare una nuova partenza da questa esasperazione, di giovani a cui non è stata lasciata alcuna alternativa all'emigrazione clandestina e pericolosa verso le Canarie.\r\nLa giornata dell'8 marzo ha visto manifestazioni di festa per la liberazione di Sonko, poi di nuovo si è piombati nelle provocazioni sbirresche che hanno caricato il tentativo di comizi volanti, ma ogni notte ragazzi impegnano le guardie non lasciandole dormire. Non sono tutti militanti di Pastef, ma sono tutti determinati... i giovani uccisi sono sotto i 22 anni e sono state intimidite le famiglie, perché trattengano questa furia giovanile. Sonko dovrà presentarsi davanti al giudice ogni 15 giorni e verrà accompagnato da masse, un'occasione per monitorare il sostegno del Movimento e si potrà vedere quali anime emergeranno maggiormente: se avranno la meglio i più radicali decisi a cacciare Macky Sall, o se prevarranno i moderati, pronti a dialogare e tollerare il presidente fino alla fine del mandato. La piazza è sicuramente più radicale degli oppositori (anche condizionati dai marabutti). In serata Macky Sall ha preferito accusare l'opposizione di aver orchestrato i saccheggi e saccheggi avvenuti nei giorni scorsi, mettendo volontariamente davanti donne / bambini.\r\n Invece di ammettere che c'è un problema con la sua governance / politica economica #FreeSenegal\r\n\r\nIntanto le manifestazioni proseguiranno secondo modalità ancora da definire...\r\n\r\nAscolta \"Le Sénégal dit à la France: Dégage!\" su Spreaker.",[172],{"field":130,"matched_tokens":173,"snippet":169,"value":170},[125],{"best_field_score":91,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":134,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},{"document":176,"highlight":200,"highlights":206,"text_match":89,"text_match_info":209},{"cat_link":177,"category":178,"comment_count":45,"id":179,"is_sticky":45,"permalink":180,"post_author":48,"post_content":181,"post_date":182,"post_excerpt":51,"post_id":179,"post_modified":183,"post_thumbnail":184,"post_thumbnail_html":185,"post_title":186,"post_type":56,"sort_by_date":187,"tag_links":188,"tags":194},[42],[44],"64287","http://radioblackout.org/2020/11/election-day-la-crisi-dellimpero/","Nei prossimi giorni sapremo chi vincerà la sfida per la Casa Bianca. Sapremo se il presidente, che ha governato continuando a presentarsi come un autsider antisistema, riuscirà a spuntarla nonostante i pronostici, oppure sarà la volta di Joe Biden, ombra del naufragato new deal obaniano a prendere le redini. Di un fatto siamo certi: comunque vadano queste elezioni, questi stessi candidati, sono l’emblema di un sistema che fatica ad attraversare una crisi che si sta acuendo.\r\nUna crisi che ha reso ancora più aguzza la piramide sociale, allargando la base degli esclusi.\r\nUna crisi che rivela l’incapacità di gestire le insorgenze sociali La pacificazione sociale dell’era Obama è fallita, Trump ha affrontato con estrema violenza una protesta ampia, duratura e radicale. Partita dagli afroamericani, è andata ben oltre i ghetti dei neri per investire ampi settori della società oltre la linea del colore che segna il confine con le persone razializzate.\r\nTrump, un outsider rispetto all’establishment del suo stesso partito, rappresenta gli umori profondi di un paese spaventato dalla crisi, sempre più consapevole che la linea di demarcazione tra sommersi e salvati non è un muro che mette al riparo il piccolo ceto medio. Il ruolo imperiale degli States si è incrinato in un pianeta multipolare, dove il blocco della pax americana si è sgretolato come già l’impero sovietico, esprime è il frutto della grande paura che sta attraversando il pianeta, dando fiato a istanze reattive e reazionarie radicali.\r\nI democratici non sanno dare risposte realmente diverse. La candidatura di Kamala Harris alla vicepresidenza non promette nulla di nuovo, se non una pennellata di colore per convogliare consensi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, che a questi temi ha dedicato un articolo.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-03-election-day-lollo.mp3\"][/audio]","4 Novembre 2020","2020-11-04 08:46:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"144\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday-300x144.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday-300x144.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday-1024x492.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday-768x369.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/electionday.jpg 1500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Election Day. La crisi dell’impero",1604479608,[189,190,191,192,193,115],"http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/election-day/","http://radioblackout.org/tag/harris/","http://radioblackout.org/tag/obama/","http://radioblackout.org/tag/presidenziali-statunitensi/",[195,196,197,198,199,12],"biden","election day","harris","obama","presidenziali statunitensi",{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":204,"value":205},[203],"autsider","continuando a presentarsi come un \u003Cmark>autsider\u003C/mark> antisistema, riuscirà a spuntarla nonostante","Nei prossimi giorni sapremo chi vincerà la sfida per la Casa Bianca. Sapremo se il presidente, che ha governato continuando a presentarsi come un \u003Cmark>autsider\u003C/mark> antisistema, riuscirà a spuntarla nonostante i pronostici, oppure sarà la volta di Joe Biden, ombra del naufragato new deal obaniano a prendere le redini. Di un fatto siamo certi: comunque vadano queste elezioni, questi stessi candidati, sono l’emblema di un sistema che fatica ad attraversare una crisi che si sta acuendo.\r\nUna crisi che ha reso ancora più aguzza la piramide sociale, allargando la base degli esclusi.\r\nUna crisi che rivela l’incapacità di gestire le insorgenze sociali La pacificazione sociale dell’era Obama è fallita, Trump ha affrontato con estrema violenza una protesta ampia, duratura e radicale. Partita dagli afroamericani, è andata ben oltre i ghetti dei neri per investire ampi settori della società oltre la linea del colore che segna il confine con le persone razializzate.\r\nTrump, un \u003Cmark>outsider\u003C/mark> rispetto all’establishment del suo stesso partito, rappresenta gli umori profondi di un paese spaventato dalla crisi, sempre più consapevole che la linea di demarcazione tra sommersi e salvati non è un muro che mette al riparo il piccolo ceto medio. Il ruolo imperiale degli States si è incrinato in un pianeta multipolare, dove il blocco della pax americana si è sgretolato come già l’impero sovietico, esprime è il frutto della grande paura che sta attraversando il pianeta, dando fiato a istanze reattive e reazionarie radicali.\r\nI democratici non sanno dare risposte realmente diverse. La candidatura di Kamala Harris alla vicepresidenza non promette nulla di nuovo, se non una pennellata di colore per convogliare consensi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, che a questi temi ha dedicato un articolo.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-03-election-day-lollo.mp3\"][/audio]",[207],{"field":130,"matched_tokens":208,"snippet":204,"value":205},[203],{"best_field_score":91,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":134,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},{"document":211,"highlight":232,"highlights":237,"text_match":89,"text_match_info":240},{"cat_link":212,"category":213,"comment_count":45,"id":214,"is_sticky":45,"permalink":215,"post_author":216,"post_content":217,"post_date":218,"post_excerpt":51,"post_id":214,"post_modified":219,"post_thumbnail":220,"post_thumbnail_html":221,"post_title":222,"post_type":56,"sort_by_date":223,"tag_links":224,"tags":228},[42],[44],"52931","http://radioblackout.org/2019/03/cosa-succede-in-algeria/","info2","In Algeria c’è una protesta su larghissima scala, per una volta non solo ad Algeri ma quasi in tutti i capoluoghi di provincia. Una protesta popolare, trasversale e pacifica per l’annullamento della candidatura del Presidente Abdelaziz Bouteflika al quinto mandato alla testa della Repubblica algerina.\r\nLa protesta lanciata via internet e social media da fonti sconosciute è sostenuta e co-organizzata sia da anonimi cittadini, sia da movimenti della società civile, sia da partiti e organizzazioni politiche. Ma sembra (se non sostenuta) almeno guardata favorevolmente da una buona parte del complesso sistema politico-economico-militare al potere in Algeria.\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, insegnante, blogger di origine cabila, che da molti anni vive a Torino\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-05-metref-algeria.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci di un articolo scritto da Karim\r\n\r\n“Perché adesso, dopo tutti questi anni di silenzio?\r\nIn realtà l’Algeria non è mai stata e mai sarà un paese “tranquillo”. Le proteste, le sommosse, le contestazioni anche violente del potere imposto e dei suoi rappresentanti regionali e locali fanno parte della vita quotidiana in Algeria. E questo sin dai primi anni dell’indipendenza, ottenuta, ricordiamo, nel 1962 dopo sette anni di una guerra terribile che ha portato via centinaia di migliaia di persone.\r\nLotte per i diritti economici, lotte per i diritti culturali delle popolazioni amazigh, lotte sindacali, per la casa, per un lavoro e reddito… La scena politica e sociale algerina è sempre stata una delle più calde del Sud del Mediterranneo.\r\n\r\nQuello che gli altri paesi dell’area sud del mediterraneo vivono nel 2011, l’Algeria lo vive già nel 1988. Il 5 ottobre 1988 il paese si solleva e mette fine al sistema del partito unico. “L’Ottobre 88” è seguito da una stagione straordinaria di libertà e pluralità culturale e politica. Ma il sogno finisce in un incubo che inizia con il colpo di stato che annulla le elezioni vinte al primo turno dal Fronte Islamico della Salvezza (FIS). Il paese versa in una terribile guerra civile che dura quasi 15 anni.\r\nNel 1998, arrivano i primi accordi per mettere fine al conflitto armato e con essi arriva Abdelaziz Bouteflika. E’ imposto sia agli islamisti che ai generali dell’esercito come garante degli accordi di pace che prevedono fine dei conflitti, nessuna inchiesta e nessun processo per i numerosi crimini contro l’umanità commessi dai due campi, in cambio del rientro delle multinazionali nello sfruttamento degli enormi giacimenti di petrolio e gas del paese.\r\n\r\nDopo questa intronizzazione un po’ forzata, l’uomo ha saputo manovrare molto bene. Non è stato una marionetta qualsiasi e ha giocato così bene che da outsider dei clan al potere, ha creato un suo clan fatto di familiari (fratello in primo piano), parenti, amici, complici di vita e di politica… Ed è riuscito a mettere in panchina tutti gli altri. Aiutato dall’aumento spettacolare dei prezzi del greggio negli anni del suo primo e secondo mandato è riuscito anche a eliminare ogni forma di opposizione giocando semplicemente con i petrodollari.\r\nCosì ha potuto mandare in pensione i potentissimi generali degli anni novanta e ha avuto la forza per cambiare la costituzione e fare invece di due, ben quattro mandati.\r\n\r\nIl problema è che nel 2013, poco prima di ripresentarsi per il quarto mandato, si è ammalato. Ha avuto un ictus che l’ha ridotto in uno stato di quasi totale incapacità, che negli anni nonostante le costosissime cure negli ospedali francesi e le cliniche svizzere, è andata peggiorando. Oggi non non è nemmeno più in grado di intendere né di volere.\r\n\r\nL’altro grande problema è la caduta libera del prezzo del petrolio. Con un ritmo di consumi calcolato su un petrolio a più di $ 110 al barile, e i prezzi crollati dopo le “Primavere arabe” a volte anche sotto i $ 30 e comunque non risalendo mai oltre $ 75 – 80 da anni, il paese non è al collasso perché non ha debiti importanti e aveva fino a poco importanti riserve di denaro. Ma l’economia algerina è ancora fortemente dipendente dalle esportazioni di idrocarburi e il potere di Bouteflika è anch’esso dipendente dalla redistribuzione della manna petroliera. Con il crollo delle entrate crollano anche gli equilibri politici costruiti negli anni dopo la guerra civile, con larghe concessioni salariali, sociali e un massivo programma di edilizia pubblica e importanti benefici garantiti ai signori della politica e della guerra.\r\n\r\nE’ chiaro che il paese ha bisogno di una svolta politica.\r\nMa nel clan presidenziale, detto « Clan di Nedroma », dal nome della piccola cittadina sul confine ovest del paese dal quale è originario il presidente e la maggioranza dei baroni del potere attuale (ministri, governatori di province, ex-capo della polizia, personaggi chiave del ministero dell’energia…) non c’è nessuno che ha lo stesso calibro politico. Nemmeno il fratello Said: nessuno. Tutti semplici parassiti politici che vivono fin che vive lui. Se cade cadono tutti e rischiano anche di farsi male. Perché hanno veramente saccheggiato il paese: più vedono avvicinarsi la loro fine e più diventano voraci. E più l’opinione pubblica e i clan rivali si caricano di rabbia e rancori nei loro confronti.\r\nMa nell’illusione di mantenersi ancora al potere all’ombra di una quercia ormai crollata, hanno osato candidare un Bouteflika moribondo a un 5° mandato. Andando a fare campagna elettorale con il suo ritratto ufficiale. Come fosse una icona bizantina. L’hanno fatto nonostante petizione, appelli e dichiarazioni sia da parte della società civile sia da parte di molti esponenti politici dentro e fuori dal sistema.\r\n\r\nE’ questo sentimento di rabbia di fronte a una situazione che mescola prepotenza e ridicolo che la gente ha cominciato a mobilitarsi via internet per poi uscire tutti insieme nelle piazze di quasi tutto il paese.\r\n\r\nChi è quella gente uscita per le strade?\r\nLa gente uscita per le strade di Algeri e delle province del paese il 22 febbraio e i giorni successivi è di tutte le età, tutte le estrazioni culturali, sociali ed economiche. Arabofoni, Amazigh, islamisti, laici, nazionalisti, modernisti… C’era di tutto. Gli appelli sono giunti da varie parti. Sui social media, sui siti dell’opposizione.\r\n\r\nAlcuni famosi attivisti, personaggi famosi dei media sociali, facebooker, youtuber, e alcune persone interessate a candidarsi alla carica suprema, hanno messo la loro faccia, pagine facebook, account twitter… Gruppi politici, associazioni, sindacati. Ognuno con le proprie idee, ma tutti raccolti intorno a uno slogan unico: No al 5° mandato. Bouteflika deve andare via!\r\nAlcuni lo accusano lui e il suo clan di tutti i mali di cui soffre il paese. Altri si accontentano di sottolineare il suo stato di salute e chiedono al suo entourage di liberarlo e di non tenere in ostaggio un uomo stanco e malato.\r\nMa l’attitudine «tranquilla» delle forze dell’ordine, ci sono stati arresti e qualche intervento in piazza ma niente in confronto con le manifestazioni degli ultimi 20 anni, e la copertura favorevole da parte di alcuni media privati, lasciano supporre una benevolenza di vari settori del sistema. Il potente capo dello Stato Maggiore, Il Generale-Maggiore Gaid Salah, si è espresso in sostegno di Bouteflika. Ma sembra solo una posizione per rassicurare sul fatto che ciò che succede non è la premessa per un colpo di stato.\r\n\r\nCosa vuole questa gente?\r\nCome successo nelle altre proteste della primavera araba, oltre il « dégage! » chiaro e netto rivolto al potente di turno, non ci sono proposte precise, nessun progetto di società comune. Nessun programma. Solo un comune e forte sentimento di misura colma. Barakat! Basta!\r\n\r\nCosa può succedere adesso?\r\nSe non si trova una via ragionevole, se l’entourage del presidente persevera nella sua follia, allora la strada è aperta per qualsiasi cosa: 5° mandato che verserà il paese in una profonda depressione, colpo di stato dei militari, inizio delle violenze in piazza con scenari che conosciamo e che abbiamo visto all’opera in altri paesi…”","5 Marzo 2019","2019-03-05 16:39:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-300x205.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-300x205.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-768x526.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb-1024x701.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/algeria-bouteflika-vuole-il-quinto-mandato-g6eb.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cosa succede in Algeria?",1551803803,[225,226,227],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/bouteflika/","http://radioblackout.org/tag/karim-metref/",[229,230,231],"Algeria","Bouteflika","karim metref",{"post_content":233},{"matched_tokens":234,"snippet":235,"value":236},[125],"giocato così bene che da \u003Cmark>outsider\u003C/mark> dei clan al potere, ha","In Algeria c’è una protesta su larghissima scala, per una volta non solo ad Algeri ma quasi in tutti i capoluoghi di provincia. Una protesta popolare, trasversale e pacifica per l’annullamento della candidatura del Presidente Abdelaziz Bouteflika al quinto mandato alla testa della Repubblica algerina.\r\nLa protesta lanciata via internet e social media da fonti sconosciute è sostenuta e co-organizzata sia da anonimi cittadini, sia da movimenti della società civile, sia da partiti e organizzazioni politiche. Ma sembra (se non sostenuta) almeno guardata favorevolmente da una buona parte del complesso sistema politico-economico-militare al potere in Algeria.\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref, insegnante, blogger di origine cabila, che da molti anni vive a Torino\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-05-metref-algeria.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci di un articolo scritto da Karim\r\n\r\n“Perché adesso, dopo tutti questi anni di silenzio?\r\nIn realtà l’Algeria non è mai stata e mai sarà un paese “tranquillo”. Le proteste, le sommosse, le contestazioni anche violente del potere imposto e dei suoi rappresentanti regionali e locali fanno parte della vita quotidiana in Algeria. E questo sin dai primi anni dell’indipendenza, ottenuta, ricordiamo, nel 1962 dopo sette anni di una guerra terribile che ha portato via centinaia di migliaia di persone.\r\nLotte per i diritti economici, lotte per i diritti culturali delle popolazioni amazigh, lotte sindacali, per la casa, per un lavoro e reddito… La scena politica e sociale algerina è sempre stata una delle più calde del Sud del Mediterranneo.\r\n\r\nQuello che gli altri paesi dell’area sud del mediterraneo vivono nel 2011, l’Algeria lo vive già nel 1988. Il 5 ottobre 1988 il paese si solleva e mette fine al sistema del partito unico. “L’Ottobre 88” è seguito da una stagione straordinaria di libertà e pluralità culturale e politica. Ma il sogno finisce in un incubo che inizia con il colpo di stato che annulla le elezioni vinte al primo turno dal Fronte Islamico della Salvezza (FIS). Il paese versa in una terribile guerra civile che dura quasi 15 anni.\r\nNel 1998, arrivano i primi accordi per mettere fine al conflitto armato e con essi arriva Abdelaziz Bouteflika. E’ imposto sia agli islamisti che ai generali dell’esercito come garante degli accordi di pace che prevedono fine dei conflitti, nessuna inchiesta e nessun processo per i numerosi crimini contro l’umanità commessi dai due campi, in cambio del rientro delle multinazionali nello sfruttamento degli enormi giacimenti di petrolio e gas del paese.\r\n\r\nDopo questa intronizzazione un po’ forzata, l’uomo ha saputo manovrare molto bene. Non è stato una marionetta qualsiasi e ha giocato così bene che da \u003Cmark>outsider\u003C/mark> dei clan al potere, ha creato un suo clan fatto di familiari (fratello in primo piano), parenti, amici, complici di vita e di politica… Ed è riuscito a mettere in panchina tutti gli altri. Aiutato dall’aumento spettacolare dei prezzi del greggio negli anni del suo primo e secondo mandato è riuscito anche a eliminare ogni forma di opposizione giocando semplicemente con i petrodollari.\r\nCosì ha potuto mandare in pensione i potentissimi generali degli anni novanta e ha avuto la forza per cambiare la costituzione e fare invece di due, ben quattro mandati.\r\n\r\nIl problema è che nel 2013, poco prima di ripresentarsi per il quarto mandato, si è ammalato. Ha avuto un ictus che l’ha ridotto in uno stato di quasi totale incapacità, che negli anni nonostante le costosissime cure negli ospedali francesi e le cliniche svizzere, è andata peggiorando. Oggi non non è nemmeno più in grado di intendere né di volere.\r\n\r\nL’altro grande problema è la caduta libera del prezzo del petrolio. Con un ritmo di consumi calcolato su un petrolio a più di $ 110 al barile, e i prezzi crollati dopo le “Primavere arabe” a volte anche sotto i $ 30 e comunque non risalendo mai oltre $ 75 – 80 da anni, il paese non è al collasso perché non ha debiti importanti e aveva fino a poco importanti riserve di denaro. Ma l’economia algerina è ancora fortemente dipendente dalle esportazioni di idrocarburi e il potere di Bouteflika è anch’esso dipendente dalla redistribuzione della manna petroliera. Con il crollo delle entrate crollano anche gli equilibri politici costruiti negli anni dopo la guerra civile, con larghe concessioni salariali, sociali e un massivo programma di edilizia pubblica e importanti benefici garantiti ai signori della politica e della guerra.\r\n\r\nE’ chiaro che il paese ha bisogno di una svolta politica.\r\nMa nel clan presidenziale, detto « Clan di Nedroma », dal nome della piccola cittadina sul confine ovest del paese dal quale è originario il presidente e la maggioranza dei baroni del potere attuale (ministri, governatori di province, ex-capo della polizia, personaggi chiave del ministero dell’energia…) non c’è nessuno che ha lo stesso calibro politico. Nemmeno il fratello Said: nessuno. Tutti semplici parassiti politici che vivono fin che vive lui. Se cade cadono tutti e rischiano anche di farsi male. Perché hanno veramente saccheggiato il paese: più vedono avvicinarsi la loro fine e più diventano voraci. E più l’opinione pubblica e i clan rivali si caricano di rabbia e rancori nei loro confronti.\r\nMa nell’illusione di mantenersi ancora al potere all’ombra di una quercia ormai crollata, hanno osato candidare un Bouteflika moribondo a un 5° mandato. Andando a fare campagna elettorale con il suo ritratto ufficiale. Come fosse una icona bizantina. L’hanno fatto nonostante petizione, appelli e dichiarazioni sia da parte della società civile sia da parte di molti esponenti politici dentro e fuori dal sistema.\r\n\r\nE’ questo sentimento di rabbia di fronte a una situazione che mescola prepotenza e ridicolo che la gente ha cominciato a mobilitarsi via internet per poi uscire tutti insieme nelle piazze di quasi tutto il paese.\r\n\r\nChi è quella gente uscita per le strade?\r\nLa gente uscita per le strade di Algeri e delle province del paese il 22 febbraio e i giorni successivi è di tutte le età, tutte le estrazioni culturali, sociali ed economiche. Arabofoni, Amazigh, islamisti, laici, nazionalisti, modernisti… C’era di tutto. Gli appelli sono giunti da varie parti. Sui social media, sui siti dell’opposizione.\r\n\r\nAlcuni famosi attivisti, personaggi famosi dei media sociali, facebooker, youtuber, e alcune persone interessate a candidarsi alla carica suprema, hanno messo la loro faccia, pagine facebook, account twitter… Gruppi politici, associazioni, sindacati. Ognuno con le proprie idee, ma tutti raccolti intorno a uno slogan unico: No al 5° mandato. Bouteflika deve andare via!\r\nAlcuni lo accusano lui e il suo clan di tutti i mali di cui soffre il paese. Altri si accontentano di sottolineare il suo stato di salute e chiedono al suo entourage di liberarlo e di non tenere in ostaggio un uomo stanco e malato.\r\nMa l’attitudine «tranquilla» delle forze dell’ordine, ci sono stati arresti e qualche intervento in piazza ma niente in confronto con le manifestazioni degli ultimi 20 anni, e la copertura favorevole da parte di alcuni media privati, lasciano supporre una benevolenza di vari settori del sistema. Il potente capo dello Stato Maggiore, Il Generale-Maggiore Gaid Salah, si è espresso in sostegno di Bouteflika. Ma sembra solo una posizione per rassicurare sul fatto che ciò che succede non è la premessa per un colpo di stato.\r\n\r\nCosa vuole questa gente?\r\nCome successo nelle altre proteste della primavera araba, oltre il « dégage! » chiaro e netto rivolto al potente di turno, non ci sono proposte precise, nessun progetto di società comune. Nessun programma. Solo un comune e forte sentimento di misura colma. Barakat! Basta!\r\n\r\nCosa può succedere adesso?\r\nSe non si trova una via ragionevole, se l’entourage del presidente persevera nella sua follia, allora la strada è aperta per qualsiasi cosa: 5° mandato che verserà il paese in una profonda depressione, colpo di stato dei militari, inizio delle violenze in piazza con scenari che conosciamo e che abbiamo visto all’opera in altri paesi…”",[238],{"field":130,"matched_tokens":239,"snippet":235,"value":236},[125],{"best_field_score":91,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":134,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},{"document":242,"highlight":268,"highlights":273,"text_match":89,"text_match_info":276},{"cat_link":243,"category":244,"comment_count":45,"id":245,"is_sticky":45,"permalink":246,"post_author":48,"post_content":247,"post_date":248,"post_excerpt":51,"post_id":245,"post_modified":249,"post_thumbnail":250,"post_thumbnail_html":251,"post_title":252,"post_type":56,"sort_by_date":253,"tag_links":254,"tags":262},[42],[44],"41537","http://radioblackout.org/2017/04/turchia-erdogan-eletto-dittatore-con-brogli/","Erdogan ha vinto il referendum costituzionale del 16 aprile. Il si ha prevalso sul no di stretta misura, il 51,3 contro il 48,7. Secondo la Rete dei giornalisti indipendenti, la BIA-NET, al voto si sono recati circa l'84% degli aventi diritto. Sin dalle prime ore l’opposizione ha denunciato brogli e irregolarità: video che mostrano schede timbrate a pacchi, seggi chiusi per gli osservatori indipendenti, polizia nei pressi dei seggi nonostante la legge lo vieti.\r\nLa decisione più clamorosa è stata presa proprio dall’Ente Superiore per le Elezioni (YSK). Durante la giornata elettorale si sono moltiplicate le segnalazioni di schede prive di timbro ufficiale dell’Ente. Con ogni probabilità un lavoro di copisteria improvvisato all’ultimo momento. Dopo le denunce lo YSK ha deciso di contare comunque anche le schede non ufficiali.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPer la prima volta l’OSCE ha denunciato brogli e sollevato dubbi sulla regolarità del voto. Secondo l’OSCE ci sarebbero almeno due milioni e mezzo di schede dubbie. Se si calcola che lo scarto ufficiale tra il si e il no è di un milione e 300mila voti, ne consegue che il risultato potrebbe essere capovolto.\r\nInutile dire che difficilmente l'uomo forte della Turchia, da domenica 16 aprile, uomo solo al comando, lo permetterà.\r\nSecondo gli osservatori dell'OSCE il voto per il referendum turco non è stato all’altezza degli standard internazionali e la campagna elettorale non si è svolta in un clima di equità.\r\nSono migliaia gli oppositori politici in carcere, che stanno attuando un durissimo sciopero della fame. Decine di giornali, tv, radio e siti di opposizione sono stati chiusi. Nelle zone curdofone molti abitanti, che avevano abbandonato città e quartieri distrutti dalla guerra civile, non sono stati iscritti al registro dei votanti e non hanno potuto partecipare al voto.\r\nGli anarchici del DAF hanno invece fatto campagna astensionista, denunciando un gioco che, anche quando è regolare, è fatto con carte truccate.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cinar, giornalista torinese di origine turca, abbiamo provato a fare, oltre ad una disamina dei numerosi indizi che consentono di parlare apertamente di brogli, una prima analisi del voto, che appare meno scontato di quanto ci si aspettasse.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 04 18 murat ref turchia\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPiù del 50% del paese è contro questa costituzione, un numero di cittadini che non è composto solo dall’elettorato del Chp e dell’Hdp. I no sono composti anche dagli elettori di Erdogan che lo voterebbero anche domani, ma che non vogliono che abbia tanto potere. E poi ci sono la maggior parte degli elettori dei nazionalisti del Mhp.\r\nQuesto è il profilo dell’elettore no: repubblicani, sinistra e un 15-20% dell’elettorato di Erdogan. Ovvero le coste dell’Egeo (roccaforte Chp), una parte del sud-est che è fortezza dell’Hdp con alcune perdite (Maras, Urfa, Antep, Adiyaman, Mus, Kars che teoricamente dovrebbero seguire la linea Hdp ma hanno votato sì), la costa mediterranea che, se ha delle municipalità in mano all’Akp, ha votato per lo più no.\r\nInoltre nel Kurdistan turco è molto forte un partito tradizionalista, islamista curdo, che ha votato massicciamente per la riforma. Sono gli stessi che durante le proteste durante l'assedio dell'Isis a Kobane, attaccarono le manifestazioni di protesta, lasciando sul terreno quasi 60 morti.\r\n\r\n \r\n\r\nPer il sì hanno votato conservatori, nazionalisti radicali, zone rurali, ma anche una parte dei kurdi: le città più politicizzate a sud est hanno votato no, ma quelle più conservatrici vivono una frattura. Forse hanno voluto mandare un messaggio a Erdogan: ti sosteniamo se molli l’alleanza con i nazionalisti.\r\nTredici su 58 paesi all’estero hanno detto sì. Significa che in 45 ha prevalso il no: in Cina, Russia, Usa, Australia, penisola araba e nella maggior parte dei paesi europei.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Germania, Austria, Belgio, Olanda, Belgio, dove ha prevalso il sì, operano associazioni conservatrici e fondamentaliste. Da anni lavorano per conto di Erdogan e dell’Akp all’estero. Stiamo parlando di sistemi di fraternità, comunità religiose, reti di imprenditori che hanno la sua stessa ideologia, la stessa cosa che in Turchia fanno da più di 30 anni le comunità religiose. Non accade a Smirne e Istanbul, ma nelle zone rurali è così: una tradizione feudale e conservatrice che si è trasferita all’estero.\r\nAnche i comizi vietati hanno favorito il si, rinforzando il messaggio “tutti ci vogliono male, siamo in pieno sviluppo e provano a fermarci”. Un sapiente cocktail tra i richiami all'impero Ottomano e ai suoi nemici di un tempo con la spinta modernista e cementificatrice che è la cifra dell'era Erdogan. \r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSecondo un sondaggio effettuato prima del referendum, moltissimi cittadini non conoscevano il pacchetto di riforme, su cui era stata indetta la consultazione referendaria.\r\nSi tratta di 18 punti, la maggior parte dei quali concerneva l'aumento del potere del Presidente della Repubblica dal punto di vista legislativo, giuridico ed amministrativo.\r\nLa riforma è stata proposta dal partito al governo, l'AKP, Partito dello Sviluppo e della Giustizia) ma fortemente appoggiata dal secondo partito all’opposizione, il MHP (Partito del Movimento Nazionalista).\r\nNelle elezioni del 2015 Erdogan puntava alla maggioranza assoluta per attuare la sua riforma senza intralci. Erdogan, pur vincendo le elezioni, non aveva i parlamentari necessari ad avere mano libera. Ha quindi stretto alleanza con il MHP.\r\nL’11 ottobre del 2016 il Presidente Generale del MHP, Devlet Bahceli, durante l’intervento nel suo gruppo parlamentare, ha dichiarato che avrebbe appoggiato il partito di governo per una ridefinizione in senso presidenzialista della Repubblica turca. Questa scelta ha finito con lo spaccare in due il partito nazionalista.\r\nL'alleanza tra AKP e MHP, nonostante molte tensioni interne ai due schieramenti e numerosi franchi tiratori, ha raggiunto il quorum necessario all'approvazione delle nuove norme.\r\nQuindici giorni dopo la votazione parlamentare del 10 febbraio, il presidente della Repubblica, Erdogan, ha fissato il referendum che si sarebbe svolto il 16 aprile.\r\nI cambiamenti più rilevanti riguardano la trasformazione della Turchia in una Repubblica presidenziale, con un forte accentramento di poteri non bilanciati né dal parlamento, né dagli organi giudiziari.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVediamoli nel dettaglio:\r\n\r\n \r\n\r\n- É stata abbassata da 25 a 18 anni l'età necessaria per essere eletti in parlamento. Ne consegue, che in un paese dove non è prevista l'obiezione di coscienza, i parlamentari diventeranno esenti dall'obbligo di fare il militare.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica da solo potrà nominare e revocare i Ministri oppure sopprimere un Ministero. Non ci sarà più bisogno del voto di fiducia per dare legittimità al governo, che sarà espressione diretta del presidente. Anche l'indizione di elezioni anticipate diventerà molto difficile.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il diritto di non riconoscere il Parlamento eletto e di far ripetere le elezioni.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può presentare ed emanare i decreti di legge senza chiedere il parere del Parlamento.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il comando supremo delle forze militari del Paese.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può dichiarare lo stato d’emergenza senza chiedere il parere del governo o del parlamento e senza limiti per la proroga dello stato di emergenza.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica potrà nominare e licenziare gli amministratori e i dirigenti di diversi enti pubblici, quindi avrà un potere decisionale nell’istruzione, arte, economia, media, sicurezza nazionale, previdenza sociale.\r\n\r\n- Il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri (HSYK-HSK) sarà presieduto dal Ministro della Giustizia ed un suo membro apparterrà allo stesso Ministero, tre altri membri saranno nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri membri dalla maggioranza del Parlamento.\r\n \r\n\r\n- Il bilancio sarà preparato e presentato al Parlamento dal Presidente della Repubblica che potrà porre il veto sulla sua approvazione.\r\n\r\n \r\n\r\n- Se il Presidente della Repubblica fosse sotto indagine, l’unico luogo in cui dovrà presentarsi, dopo una lunga e difficile fase di votazione parlamentare, sarebbe la Corte Costituzionale, ossia l’organismo i cui membri sono per la maggior parte nominati dallo stesso Presidente della Repubblica.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Turchia da domenica è una dittatura elettiva. Come la Germania ai tempi di Adolf Hitler.","19 Aprile 2017","2017-04-21 12:28:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/referendum-turchia-110-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/referendum-turchia-110-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/referendum-turchia-110-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/referendum-turchia-110-768x385.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/referendum-turchia-110.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Turchia: Erdogan eletto dittatore. Con brogli",1492614993,[255,256,257,258,259,260,261],"http://radioblackout.org/tag/brogli-in-turchia/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/kurdi/","http://radioblackout.org/tag/osce/","http://radioblackout.org/tag/repubblica-presidenziale/","http://radioblackout.org/tag/riforma-costituzionale-in-turchia/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[263,264,24,265,266,267,17],"brogli in turchia","Erdogan","osce","repubblica presidenziale","riforma costituzionale in turchia",{"post_content":269},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[83],"milioni e mezzo di schede \u003Cmark>dubbie\u003C/mark>. Se si calcola che lo","Erdogan ha vinto il referendum costituzionale del 16 aprile. Il si ha prevalso sul no di stretta misura, il 51,3 contro il 48,7. Secondo la Rete dei giornalisti indipendenti, la BIA-NET, al voto si sono recati circa l'84% degli aventi diritto. Sin dalle prime ore l’opposizione ha denunciato brogli e irregolarità: video che mostrano schede timbrate a pacchi, seggi chiusi per gli osservatori indipendenti, polizia nei pressi dei seggi nonostante la legge lo vieti.\r\nLa decisione più clamorosa è stata presa proprio dall’Ente Superiore per le Elezioni (YSK). Durante la giornata elettorale si sono moltiplicate le segnalazioni di schede prive di timbro ufficiale dell’Ente. Con ogni probabilità un lavoro di copisteria improvvisato all’ultimo momento. Dopo le denunce lo YSK ha deciso di contare comunque anche le schede non ufficiali.\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPer la prima volta l’OSCE ha denunciato brogli e sollevato dubbi sulla regolarità del voto. Secondo l’OSCE ci sarebbero almeno due milioni e mezzo di schede \u003Cmark>dubbie\u003C/mark>. Se si calcola che lo scarto ufficiale tra il si e il no è di un milione e 300mila voti, ne consegue che il risultato potrebbe essere capovolto.\r\nInutile dire che difficilmente l'uomo forte della Turchia, da domenica 16 aprile, uomo solo al comando, lo permetterà.\r\nSecondo gli osservatori dell'OSCE il voto per il referendum turco non è stato all’altezza degli standard internazionali e la campagna elettorale non si è svolta in un clima di equità.\r\nSono migliaia gli oppositori politici in carcere, che stanno attuando un durissimo sciopero della fame. Decine di giornali, tv, radio e siti di opposizione sono stati chiusi. Nelle zone curdofone molti abitanti, che avevano abbandonato città e quartieri distrutti dalla guerra civile, non sono stati iscritti al registro dei votanti e non hanno potuto partecipare al voto.\r\nGli anarchici del DAF hanno invece fatto campagna astensionista, denunciando un gioco che, anche quando è regolare, è fatto con carte truccate.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Murat Cinar, giornalista torinese di origine turca, abbiamo provato a fare, oltre ad una disamina dei numerosi indizi che consentono di parlare apertamente di brogli, una prima analisi del voto, che appare meno scontato di quanto ci si aspettasse.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 04 18 murat ref turchia\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPiù del 50% del paese è contro questa costituzione, un numero di cittadini che non è composto solo dall’elettorato del Chp e dell’Hdp. I no sono composti anche dagli elettori di Erdogan che lo voterebbero anche domani, ma che non vogliono che abbia tanto potere. E poi ci sono la maggior parte degli elettori dei nazionalisti del Mhp.\r\nQuesto è il profilo dell’elettore no: repubblicani, sinistra e un 15-20% dell’elettorato di Erdogan. Ovvero le coste dell’Egeo (roccaforte Chp), una parte del sud-est che è fortezza dell’Hdp con alcune perdite (Maras, Urfa, Antep, Adiyaman, Mus, Kars che teoricamente dovrebbero seguire la linea Hdp ma hanno votato sì), la costa mediterranea che, se ha delle municipalità in mano all’Akp, ha votato per lo più no.\r\nInoltre nel Kurdistan turco è molto forte un partito tradizionalista, islamista curdo, che ha votato massicciamente per la riforma. Sono gli stessi che durante le proteste durante l'assedio dell'Isis a Kobane, attaccarono le manifestazioni di protesta, lasciando sul terreno quasi 60 morti.\r\n\r\n \r\n\r\nPer il sì hanno votato conservatori, nazionalisti radicali, zone rurali, ma anche una parte dei kurdi: le città più politicizzate a sud est hanno votato no, ma quelle più conservatrici vivono una frattura. Forse hanno voluto mandare un messaggio a Erdogan: ti sosteniamo se molli l’alleanza con i nazionalisti.\r\nTredici su 58 paesi all’estero hanno detto sì. Significa che in 45 ha prevalso il no: in Cina, Russia, Usa, Australia, penisola araba e nella maggior parte dei paesi europei.\r\n\r\n \r\n\r\nIn Germania, Austria, Belgio, Olanda, Belgio, dove ha prevalso il sì, operano associazioni conservatrici e fondamentaliste. Da anni lavorano per conto di Erdogan e dell’Akp all’estero. Stiamo parlando di sistemi di fraternità, comunità religiose, reti di imprenditori che hanno la sua stessa ideologia, la stessa cosa che in Turchia fanno da più di 30 anni le comunità religiose. Non accade a Smirne e Istanbul, ma nelle zone rurali è così: una tradizione feudale e conservatrice che si è trasferita all’estero.\r\nAnche i comizi vietati hanno favorito il si, rinforzando il messaggio “tutti ci vogliono male, siamo in pieno sviluppo e provano a fermarci”. Un sapiente cocktail tra i richiami all'impero Ottomano e ai suoi nemici di un tempo con la spinta modernista e cementificatrice che è la cifra dell'era Erdogan. \r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSecondo un sondaggio effettuato prima del referendum, moltissimi cittadini non conoscevano il pacchetto di riforme, su cui era stata indetta la consultazione referendaria.\r\nSi tratta di 18 punti, la maggior parte dei quali concerneva l'aumento del potere del Presidente della Repubblica dal punto di vista legislativo, giuridico ed amministrativo.\r\nLa riforma è stata proposta dal partito al governo, l'AKP, Partito dello Sviluppo e della Giustizia) ma fortemente appoggiata dal secondo partito all’opposizione, il MHP (Partito del Movimento Nazionalista).\r\nNelle elezioni del 2015 Erdogan puntava alla maggioranza assoluta per attuare la sua riforma senza intralci. Erdogan, pur vincendo le elezioni, non aveva i parlamentari necessari ad avere mano libera. Ha quindi stretto alleanza con il MHP.\r\nL’11 ottobre del 2016 il Presidente Generale del MHP, Devlet Bahceli, durante l’intervento nel suo gruppo parlamentare, ha dichiarato che avrebbe appoggiato il partito di governo per una ridefinizione in senso presidenzialista della Repubblica turca. Questa scelta ha finito con lo spaccare in due il partito nazionalista.\r\nL'alleanza tra AKP e MHP, nonostante molte tensioni interne ai due schieramenti e numerosi franchi tiratori, ha raggiunto il quorum necessario all'approvazione delle nuove norme.\r\nQuindici giorni dopo la votazione parlamentare del 10 febbraio, il presidente della Repubblica, Erdogan, ha fissato il referendum che si sarebbe svolto il 16 aprile.\r\nI cambiamenti più rilevanti riguardano la trasformazione della Turchia in una Repubblica presidenziale, con un forte accentramento di poteri non bilanciati né dal parlamento, né dagli organi giudiziari.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVediamoli nel dettaglio:\r\n\r\n \r\n\r\n- É stata abbassata da 25 a 18 anni l'età necessaria per essere eletti in parlamento. Ne consegue, che in un paese dove non è prevista l'obiezione di coscienza, i parlamentari diventeranno esenti dall'obbligo di fare il militare.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica da solo potrà nominare e revocare i Ministri oppure sopprimere un Ministero. Non ci sarà più bisogno del voto di fiducia per dare legittimità al governo, che sarà espressione diretta del presidente. Anche l'indizione di elezioni anticipate diventerà molto difficile.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il diritto di non riconoscere il Parlamento eletto e di far ripetere le elezioni.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può presentare ed emanare i decreti di legge senza chiedere il parere del Parlamento.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica ha il comando supremo delle forze militari del Paese.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica può dichiarare lo stato d’emergenza senza chiedere il parere del governo o del parlamento e senza limiti per la proroga dello stato di emergenza.\r\n\r\n \r\n\r\n- Il Presidente della Repubblica potrà nominare e licenziare gli amministratori e i dirigenti di diversi enti pubblici, quindi avrà un potere decisionale nell’istruzione, arte, economia, media, sicurezza nazionale, previdenza sociale.\r\n\r\n- Il Consiglio Superiore dei Giudici e dei Pubblici Ministeri (HSYK-HSK) sarà presieduto dal Ministro della Giustizia ed un suo membro apparterrà allo stesso Ministero, tre altri membri saranno nominati dal Presidente della Repubblica e gli altri membri dalla maggioranza del Parlamento.\r\n \r\n\r\n- Il bilancio sarà preparato e presentato al Parlamento dal Presidente della Repubblica che potrà porre il veto sulla sua approvazione.\r\n\r\n \r\n\r\n- Se il Presidente della Repubblica fosse sotto indagine, l’unico luogo in cui dovrà presentarsi, dopo una lunga e difficile fase di votazione parlamentare, sarebbe la Corte Costituzionale, ossia l’organismo i cui membri sono per la maggior parte nominati dallo stesso Presidente della Repubblica.\r\n\r\n \r\n\r\nLa Turchia da domenica è una dittatura elettiva. Come la Germania ai tempi di Adolf Hitler.",[274],{"field":130,"matched_tokens":275,"snippet":271,"value":272},[83],{"best_field_score":91,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":134,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":11},6678,{"collection_name":56,"first_q":279,"per_page":280,"q":279},"Dubside",6,11,{"facet_counts":283,"found":336,"hits":337,"out_of":511,"page":93,"request_params":512,"search_cutoff":34,"search_time_ms":93},[284,309],{"counts":285,"field_name":307,"sampled":34,"stats":308},[286,289,291,293,295,297,299,301,303,305],{"count":287,"highlighted":288,"value":288},46,"universosonoro",{"count":11,"highlighted":290,"value":290},"OverJoy",{"count":23,"highlighted":292,"value":292},"kumina beat",{"count":93,"highlighted":294,"value":294},"soul",{"count":93,"highlighted":296,"value":296},"trbal",{"count":93,"highlighted":298,"value":298},"fanky",{"count":93,"highlighted":300,"value":300},"Music",{"count":93,"highlighted":302,"value":302},"FUNKY",{"count":93,"highlighted":304,"value":304},"afrobeat",{"count":93,"highlighted":306,"value":306},"world music","podcastfilter",{"total_values":281},{"counts":310,"field_name":33,"sampled":34,"stats":334},[311,314,316,319,321,324,326,328,329,332],{"count":312,"highlighted":313,"value":313},28,"music",{"count":315,"highlighted":302,"value":302},23,{"count":317,"highlighted":318,"value":318},17,"world",{"count":92,"highlighted":320,"value":320},"groove",{"count":322,"highlighted":323,"value":323},12,"dub",{"count":322,"highlighted":325,"value":325},"afro",{"count":327,"highlighted":294,"value":294},7,{"count":327,"highlighted":306,"value":306},{"count":330,"highlighted":331,"value":331},5,"roots",{"count":330,"highlighted":333,"value":333},"funky.soul",{"total_values":335},42,55,[338,381,414,437,459,486],{"document":339,"highlight":356,"highlights":367,"text_match":376,"text_match_info":377},{"comment_count":45,"id":340,"is_sticky":45,"permalink":341,"podcastfilter":342,"post_author":343,"post_content":344,"post_date":345,"post_excerpt":51,"post_id":340,"post_modified":346,"post_thumbnail":347,"post_title":348,"post_type":349,"sort_by_date":350,"tag_links":351,"tags":354},"87601","http://radioblackout.org/podcast/universo-sonoro-5/",[292],"universo_sonoro","DubSide & djDegio Dub World Music\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/PPODCAST-6-1.mp3\"][/audio]","28 Febbraio 2024","2024-03-12 17:02:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/maxresdefault-768x432-1-200x110.jpg","Universo Sonoro #5","podcast",1709120788,[352,353],"http://radioblackout.org/tag/dejoy/","http://radioblackout.org/tag/dubside/",[355,279],"dejoy",{"post_content":357,"tags":361},{"matched_tokens":358,"snippet":360,"value":360},[359],"DubSide","\u003Cmark>DubSide\u003C/mark> & djDegio Dub World Music\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/PPODCAST-6-1.mp3\"][/audio]",[362,364],{"matched_tokens":363,"snippet":355,"value":355},[],{"matched_tokens":365,"snippet":366,"value":366},[279],"\u003Cmark>Dubside\u003C/mark>",[368,374],{"field":33,"indices":369,"matched_tokens":370,"snippets":372,"values":373},[93],[371],[279],[366],[366],{"field":130,"matched_tokens":375,"snippet":360,"value":360},[359],578730123365712000,{"best_field_score":378,"best_field_weight":379,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":45,"score":380,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":382,"highlight":397,"highlights":405,"text_match":376,"text_match_info":412},{"comment_count":45,"id":383,"is_sticky":45,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":343,"post_content":386,"post_date":387,"post_excerpt":51,"post_id":383,"post_modified":388,"post_thumbnail":389,"post_title":390,"post_type":349,"sort_by_date":391,"tag_links":392,"tags":395},"87771","http://radioblackout.org/podcast/universo-sonoro-puntata6/",[288],"Universo Sonoro con ManuDubSide World Music\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024_03_05_2024.03.05-13.00.00-escopost-1.mp3\"][/audio]","6 Marzo 2024","2024-03-12 17:02:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/images-12-200x110.jpg","Universo Sonoro #6",1709725647,[353,393,394],"http://radioblackout.org/tag/universo-sonoro/","http://radioblackout.org/tag/world-music/",[279,396,306],"Universo sonoro",{"tags":398},[399,401,403],{"matched_tokens":400,"snippet":366,"value":366},[279],{"matched_tokens":402,"snippet":396,"value":396},[],{"matched_tokens":404,"snippet":306,"value":306},[],[406],{"field":33,"indices":407,"matched_tokens":408,"snippets":410,"values":411},[45],[409],[279],[366],[366],{"best_field_score":378,"best_field_weight":379,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":413,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},"578730123365711977",{"document":415,"highlight":426,"highlights":430,"text_match":433,"text_match_info":434},{"comment_count":45,"id":416,"is_sticky":45,"permalink":417,"podcastfilter":418,"post_author":343,"post_content":419,"post_date":420,"post_excerpt":51,"post_id":416,"post_modified":421,"post_thumbnail":51,"post_title":422,"post_type":349,"sort_by_date":423,"tag_links":424,"tags":425},"101083","https://radioblackout.org/podcast/universo-sonoro-6/",[],"Podcast #61\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nPodcast #61 Universo Sonoro con Manu DubSide & DJ Isaro'\n\n\n\n Funky Afro Soul World Music","7 Ottobre 2025","2025-10-07 17:47:43","Universo Sonoro",1759858684,[],[],{"post_content":427},{"matched_tokens":428,"snippet":429,"value":429},[359],"Podcast #61\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nPodcast #61 Universo Sonoro con Manu \u003Cmark>DubSide\u003C/mark> & DJ Isaro'\n\n\n\n Funky Afro Soul World Music",[431],{"field":130,"matched_tokens":432,"snippet":429,"value":429},[359],578730123365187700,{"best_field_score":435,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":436,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},"1108091338752","578730123365187697",{"document":438,"highlight":451,"highlights":455,"text_match":433,"text_match_info":458},{"comment_count":45,"id":439,"is_sticky":45,"permalink":440,"podcastfilter":441,"post_author":442,"post_content":443,"post_date":444,"post_excerpt":51,"post_id":439,"post_modified":445,"post_thumbnail":446,"post_title":447,"post_type":349,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":450},"100772","https://radioblackout.org/podcast/puntata60-universo-sonoro/",[288],"les","Manu DubSide & Massimo DJ Isaro' Funky Afro World Music\n\n\n\n\n\n\n\nPODCAST #60 Universo SonoroDownload","30 Settembre 2025","2025-10-01 11:09:21","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/dance.jpg","Puntata#60 Universo Sonoro",1759276245,[],[],{"post_content":452},{"matched_tokens":453,"snippet":454,"value":454},[359],"Manu \u003Cmark>DubSide\u003C/mark> & Massimo DJ Isaro' Funky Afro World Music\n\n\n\n\n\n\n\nPODCAST #60 Universo SonoroDownload",[456],{"field":130,"matched_tokens":457,"snippet":454,"value":454},[359],{"best_field_score":435,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":436,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},{"document":460,"highlight":477,"highlights":482,"text_match":433,"text_match_info":485},{"comment_count":45,"id":461,"is_sticky":45,"permalink":462,"podcastfilter":463,"post_author":464,"post_content":465,"post_date":466,"post_excerpt":51,"post_id":461,"post_modified":467,"post_thumbnail":468,"post_title":469,"post_type":349,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":475},"98893","http://radioblackout.org/podcast/overjoy-239/",[290],"azizpablo","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/2025.07.01-16.00.00-OJ239-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 1 Luglio 2025, Overjoy 239 [S22E1]\r\nDopo un paio di settimane trascorse a fare scif sciaf nelle calde acque del mar Mediterraneo, Overjoy torna in diretta quest'oggi intersecandosi nel palinsesto con Universo Sonoro nelle persone di DubSide e Dj Isarò. In scaletta per scaldare i motori già bollenti a causa della temperatura ambientale, c'è un po di funk e hip hop con Sly Stone, i Colle e ATCQ. Poi due nuove tracce di Adrian Sherwood sul tema guerra e il nuovo singolo di Still Rebels fanno da preluido alla sigla di questa 239esima puntata di Overjoy. Dopo la sigla partiamo con un remix con Protoje e l'originale di Joka Smoka di Triston Palmer, si continua in rubadub style con Gregory Isaacs e Sugar Minott, e i nuovi traccioni di Rod Taylor per I.S.A. Dopodichè c'è in esclusiva anteprima il nuovissimo Marierose Riddim di Orange Street Musik, con Wisher Don, Jonelle, Jafagan con Johnny Clarke e Lone Ranger con lo stesso produttore Mitchie. Ancora una novità da Micah Shemaiah, e una piccola monografica dal produttore australiano Jahwise con le tune di Samory I, Queen Omega, Mark Wonder, Mykal Rose e Derajah. Ancora novità da DubMarta e Rootical Foundation, con un brano per la causa palestinese, e King Lorenzo per Kris Kemist. Svolta stepper finale con Empress Shema che remixa Sizzla x Mista Savona, Truesounds con Brother Culture mixati da Dougie Conscious, e un'esclusivissimo e oscuro dubplate di Channel One per finire in bellezza.\r\nWe nah rush we nah follow\r\n\r\n ","2 Luglio 2025","2025-08-06 09:00:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Celebrating-the-musicians-of-Studio-One-07-200x110.jpg","Overjoy 239",1751473172,[472,473,474],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[323,476,331],"reggae",{"post_content":478},{"matched_tokens":479,"snippet":480,"value":481},[359],"Universo Sonoro nelle persone di \u003Cmark>DubSide\u003C/mark> e Dj Isarò. In scaletta","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/2025.07.01-16.00.00-OJ239-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 1 Luglio 2025, Overjoy 239 [S22E1]\r\nDopo un paio di settimane trascorse a fare scif sciaf nelle calde acque del mar Mediterraneo, Overjoy torna in diretta quest'oggi intersecandosi nel palinsesto con Universo Sonoro nelle persone di \u003Cmark>DubSide\u003C/mark> e Dj Isarò. In scaletta per scaldare i motori già bollenti a causa della temperatura ambientale, c'è un po di funk e hip hop con Sly Stone, i Colle e ATCQ. Poi due nuove tracce di Adrian Sherwood sul tema guerra e il nuovo singolo di Still Rebels fanno da preluido alla sigla di questa 239esima puntata di Overjoy. Dopo la sigla partiamo con un remix con Protoje e l'originale di Joka Smoka di Triston Palmer, si continua in rubadub style con Gregory Isaacs e Sugar Minott, e i nuovi traccioni di Rod Taylor per I.S.A. Dopodichè c'è in esclusiva anteprima il nuovissimo Marierose Riddim di Orange Street Musik, con Wisher Don, Jonelle, Jafagan con Johnny Clarke e Lone Ranger con lo stesso produttore Mitchie. Ancora una novità da Micah Shemaiah, e una piccola monografica dal produttore australiano Jahwise con le tune di Samory I, Queen Omega, Mark Wonder, Mykal Rose e Derajah. Ancora novità da DubMarta e Rootical Foundation, con un brano per la causa palestinese, e King Lorenzo per Kris Kemist. Svolta stepper finale con Empress Shema che remixa Sizzla x Mista Savona, Truesounds con Brother Culture mixati da Dougie Conscious, e un'esclusivissimo e oscuro dubplate di Channel One per finire in bellezza.\r\nWe nah rush we nah follow\r\n\r\n ",[483],{"field":130,"matched_tokens":484,"snippet":480,"value":481},[359],{"best_field_score":435,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":436,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},{"document":487,"highlight":502,"highlights":507,"text_match":433,"text_match_info":510},{"comment_count":45,"id":488,"is_sticky":45,"permalink":489,"podcastfilter":490,"post_author":343,"post_content":491,"post_date":492,"post_excerpt":51,"post_id":488,"post_modified":493,"post_thumbnail":494,"post_title":495,"post_type":349,"sort_by_date":496,"tag_links":497,"tags":501},"98870","http://radioblackout.org/podcast/puntata-58-universo-sonoro/",[288],"Podcast # 58 di Universo Sonoro con Manu DubSide & Massimo DJ Isaro' Funky Soul Music World\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Podacst-58.mp3\"][/audio]","1 Luglio 2025","2025-07-01 19:00:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/retro-flyers-9038300_1280-200x110.jpg","Puntata # 58 Universo Sonoro",1751396422,[498,499,500],"http://radioblackout.org/tag/funky-soul/","http://radioblackout.org/tag/music/","http://radioblackout.org/tag/world/",[333,313,318],{"post_content":503},{"matched_tokens":504,"snippet":506,"value":506},[505],"DubSide ","Podcast # 58 di Universo Sonoro con Manu \u003Cmark>DubSide \u003C/mark> & Massimo DJ Isaro' Funky Soul Music World\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Podacst-58.mp3\"][/audio]",[508],{"field":130,"matched_tokens":509,"snippet":506,"value":506},[505],{"best_field_score":435,"best_field_weight":133,"fields_matched":93,"num_tokens_dropped":45,"score":436,"tokens_matched":93,"typo_prefix_score":45},6674,{"collection_name":349,"first_q":279,"per_page":280,"q":279},{"title":514,"slug":515},"Bobina","bobina-intelligente",["Reactive",517],{},["Set"],["ShallowReactive",520],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fyUW8zBqZ_OI25DVwi2SYl5DJaY7KVto50TBe_P2PX6A":-1},true,"/search?query=Dubside"]