","Agenzia Europea del Farmaco, Sala ci riprova","post",1519215670,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/ema/","http://radioblackout.org/tag/expo/","http://radioblackout.org/tag/milano/",[66,67,68],"EMA","expo","milano",{"post_content":70,"tags":75},{"matched_tokens":71,"snippet":73,"value":74},[72],"Ema","l'assegnazione all'Olanda della sede di \u003Cmark>Ema\u003C/mark>. Un ricorso che andrebbe ad","Alla fine di novembre scorso aveva fatto discutere l'esclusione della città di Milano come sede per ospitare l’EMA (Agenzia europea del farmaco), costretta a fare le valige da Londra in seguito alla Brexit e in cerca di ricollocazione sul suolo comunitario. Il capoluogo lombardo era rimasto in lizza fino al ballotaggio, per poi essere scartato tramite sorteggio a favore di Amsterdam.\r\n\r\nUna conclusione che l'amministrazione milanese guidata da Beppe Sala aveva mal digerito, dando luogo a polemiche dai toni sciovinisti e piuttosto imbarazzanti (come avevamo avuto modo di commentare qui).\r\n\r\nIeri la vicenda è tornata ad affacciarsi nel dibattito politico lombardo con la decisione annunciata dal sindaco Beppe Sala di voler ricorrere alla corte dei Conti europea contro l'assegnazione all'Olanda della sede di \u003Cmark>Ema\u003C/mark>. Un ricorso che andrebbe ad aggiungersi a quello già presentato alla corte di Giustizia, nel quale si chiede di sospendere il trasferimento dell'Agenzia.\r\n\r\nAbbiamo commentato i contorni e i retroscena della notizia con Abo, compagno di Milano:\r\n\r\nabo_ema2\r\n\r\n ",[76,79,81],{"matched_tokens":77,"snippet":78},[66],"\u003Cmark>EMA\u003C/mark>",{"matched_tokens":80,"snippet":67},[],{"matched_tokens":82,"snippet":68},[],[84,89],{"field":36,"indices":85,"matched_tokens":86,"snippets":88},[48],[87],[66],[78],{"field":90,"matched_tokens":91,"snippet":73,"value":74},"post_content",[72],578730123365712000,{"best_field_score":94,"best_field_weight":95,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":97,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":100,"highlight":114,"highlights":126,"text_match":92,"text_match_info":134},{"cat_link":101,"category":102,"comment_count":48,"id":103,"is_sticky":48,"permalink":104,"post_author":51,"post_content":105,"post_date":106,"post_excerpt":54,"post_id":103,"post_modified":107,"post_thumbnail":108,"post_thumbnail_html":109,"post_title":110,"post_type":59,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":113},[45],[47],"44547","http://radioblackout.org/2017/11/la-posta-in-gioco-dietro-la-candidatura-sconfitta-di-milano-per-lema/","Lunedì era attesa la decisione dell'UE su dove trasferire due agenzie europee attualmente con sede a Londra ma che, in seguito alla Brexit, necessitano di essere ricollocate sul suolo comunitario: l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e l’Autorità bancaria europea (Eba).\r\n\r\n \r\n\r\nL'Italia ambiva ad accaparrarsi la prima, l'Ema, tramite la città di Milano, considerata tra le favorite fra le varie metropoli europee candidate per la nuova sede. E in effetti il capoluogo lombardo ha superato le votazioni fino alla fase del ballottaggio, da cui però è uscito sconfitto dopo che il sorteggio ha stabilito che sarà Amsterdam ad ospitare l’Agenzia europea del farmaco dopo il trasloco da Londra.\r\n\r\n \r\n\r\nLa prospettiva di attirare sul territorio milanese la sede dell'Ema rappresentava un'occasione gustosa agli occhi di quanti speravano di sfruttare l'onda lunga di Expo per continuare a plasmare la città attorno a un modello a base di branding, grandi eventi e attrazione di grossi capitali. Per la sede dell'Agenzia era stato proposto il Pirellone (ex sede della Regione Lombardia) che era riuscito a spuntarla sulle altre sedi proposte, prima fra tutte quella di Expo. Sulla vicenda, poi, sia il sindaco Beppe Sala che il presidente della Regione Maroni speravano di giocare un'importante partita elettorale in vista del voto primaverile.\r\n\r\n \r\n\r\nMa i sostenitori della candidatura milanese sono rimasti a bocca asciutta e, dopo il sorteggio, si è levato un coro di commenti infastiditi, quando non venati da toni sciovinisti e razzisti, conditi da qualche dietrologia sulle ragioni della sconfitta.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Abo, compagno di Milano:\r\n\r\nabo_ema","22 Novembre 2017","2017-11-25 10:33:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/immagini.quotidiano.net_-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"173\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/immagini.quotidiano.net_-300x173.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/immagini.quotidiano.net_-300x173.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/immagini.quotidiano.net_.jpg 606w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La posta in gioco dietro la candidatura (sconfitta) di Milano per l'EMA",1511355473,[62,63,64],[66,67,68],{"post_content":115,"tags":119},{"matched_tokens":116,"snippet":117,"value":118},[72],"comunitario: l’Agenzia europea del farmaco (\u003Cmark>Ema\u003C/mark>) e l’Autorità bancaria europea (Eba).\r","Lunedì era attesa la decisione dell'UE su dove trasferire due agenzie europee attualmente con sede a Londra ma che, in seguito alla Brexit, necessitano di essere ricollocate sul suolo comunitario: l’Agenzia europea del farmaco (\u003Cmark>Ema\u003C/mark>) e l’Autorità bancaria europea (Eba).\r\n\r\n \r\n\r\nL'Italia ambiva ad accaparrarsi la prima, l'Ema, tramite la città di Milano, considerata tra le favorite fra le varie metropoli europee candidate per la nuova sede. E in effetti il capoluogo lombardo ha superato le votazioni fino alla fase del ballottaggio, da cui però è uscito sconfitto dopo che il sorteggio ha stabilito che sarà Amsterdam ad ospitare l’Agenzia europea del farmaco dopo il trasloco da Londra.\r\n\r\n \r\n\r\nLa prospettiva di attirare sul territorio milanese la sede dell'Ema rappresentava un'occasione gustosa agli occhi di quanti speravano di sfruttare l'onda lunga di Expo per continuare a plasmare la città attorno a un modello a base di branding, grandi eventi e attrazione di grossi capitali. Per la sede dell'Agenzia era stato proposto il Pirellone (ex sede della Regione Lombardia) che era riuscito a spuntarla sulle altre sedi proposte, prima fra tutte quella di Expo. Sulla vicenda, poi, sia il sindaco Beppe Sala che il presidente della Regione Maroni speravano di giocare un'importante partita elettorale in vista del voto primaverile.\r\n\r\n \r\n\r\nMa i sostenitori della candidatura milanese sono rimasti a bocca asciutta e, dopo il sorteggio, si è levato un coro di commenti infastiditi, quando non venati da toni sciovinisti e razzisti, conditi da qualche dietrologia sulle ragioni della sconfitta.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Abo, compagno di Milano:\r\n\r\nabo_ema",[120,122,124],{"matched_tokens":121,"snippet":78},[66],{"matched_tokens":123,"snippet":67},[],{"matched_tokens":125,"snippet":68},[],[127,132],{"field":36,"indices":128,"matched_tokens":129,"snippets":131},[48],[130],[66],[78],{"field":90,"matched_tokens":133,"snippet":117,"value":118},[72],{"best_field_score":94,"best_field_weight":95,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":97,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":136,"highlight":155,"highlights":160,"text_match":163,"text_match_info":164},{"cat_link":137,"category":138,"comment_count":48,"id":139,"is_sticky":48,"permalink":140,"post_author":51,"post_content":141,"post_date":142,"post_excerpt":54,"post_id":139,"post_modified":143,"post_thumbnail":144,"post_thumbnail_html":145,"post_title":146,"post_type":59,"sort_by_date":147,"tag_links":148,"tags":152},[45],[47],"89369","http://radioblackout.org/2024/05/repressione-a-genova-arrestati-otto-compagn-della-ex-latteria-occupata/","Nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 Maggio due compagne e sei compagni sono stati aggrediti violentemente ed arrestati davanti all'Ex Latteria, uno spazio occupato a Genova, da un esagerato dispiegamento di forze dell'ordine tra Carabinieri, Polizia Municipale ed Esercito, a causa in realtà di un diverbio e dell'arroganza di una volante dei Carabinieri che quasi rischiava di investire un cane lungo lo stradone Sant'Agostino.\r\n\r\nSi sa che anche solo inveire o criticare contro le forze del (dis)ordine è un atto ormai ritenuto sovversivo: così Anais, Lea, Davide, Edo, Ema, Jack, Michele e Paolo sono stat* arrestat* e portati al carcere di Marassi e Ponte Decimo, tenuti in stato di arresto per diversi giorni fino a stamattina quando, per fortuna, sono stat* tutt* rilasciat* anche se con diverse misure e obblighi di firma.\r\n\r\nDi questa storia di violenza poliziesca e (stra)ordinaria repressione, sopratutto nel centro della città genovese sempre più in trasformazione turistica e sotto controllo poliziesco, ma anche della pronta risposta e della solidarietà da parte di tant* compagn* di Genova, ne parliamo in diretta ai microfoni di Radio Blackout con una compagna:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","7 Maggio 2024","2024-05-07 14:43:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"208\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866-300x208.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866-300x208.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866-1024x711.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866-768x533.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_2024-04-19_16-48-58-e1715085647866.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Repressione a Genova arrestati - e liberati - otto compagn* della Ex Latteria Occupata",1715092925,[149,150,151],"http://radioblackout.org/tag/ex-latteria-occupata/","http://radioblackout.org/tag/genova/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[153,154,15],"ex latteria occupata","Genova",{"post_content":156},{"matched_tokens":157,"snippet":158,"value":159},[72],"così Anais, Lea, Davide, Edo, \u003Cmark>Ema\u003C/mark>, Jack, Michele e Paolo sono","Nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 Maggio due compagne e sei compagni sono stati aggrediti violentemente ed arrestati davanti all'Ex Latteria, uno spazio occupato a Genova, da un esagerato dispiegamento di forze dell'ordine tra Carabinieri, Polizia Municipale ed Esercito, a causa in realtà di un diverbio e dell'arroganza di una volante dei Carabinieri che quasi rischiava di investire un cane lungo lo stradone Sant'Agostino.\r\n\r\nSi sa che anche solo inveire o criticare contro le forze del (dis)ordine è un atto ormai ritenuto sovversivo: così Anais, Lea, Davide, Edo, \u003Cmark>Ema\u003C/mark>, Jack, Michele e Paolo sono stat* arrestat* e portati al carcere di Marassi e Ponte Decimo, tenuti in stato di arresto per diversi giorni fino a stamattina quando, per fortuna, sono stat* tutt* rilasciat* anche se con diverse misure e obblighi di firma.\r\n\r\nDi questa storia di violenza poliziesca e (stra)ordinaria repressione, sopratutto nel centro della città genovese sempre più in trasformazione turistica e sotto controllo poliziesco, ma anche della pronta risposta e della solidarietà da parte di tant* compagn* di Genova, ne parliamo in diretta ai microfoni di Radio Blackout con una compagna:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/genova.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[161],{"field":90,"matched_tokens":162,"snippet":158,"value":159},[72],578730123365187700,{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":167,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":169,"highlight":183,"highlights":188,"text_match":163,"text_match_info":191},{"cat_link":170,"category":171,"comment_count":48,"id":172,"is_sticky":48,"permalink":173,"post_author":51,"post_content":174,"post_date":175,"post_excerpt":54,"post_id":172,"post_modified":176,"post_thumbnail":177,"post_thumbnail_html":178,"post_title":179,"post_type":59,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":182},[45],[47],"71284","http://radioblackout.org/2021/10/la-piazza-triestina-contro-il-pass-verde-nei-luoghi-di-lavoro/","In vista dell’introduzione del green pass obbligatorio anche sui luoghi di lavoro, il clima è di tensione crescente. Come noto dal 15 ottobre tutti i lavoratori e le lavoratrici dovranno essere in possesso del green pass, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o la negatività a un tampone per Covid-19. Tuttavia, circa 2,6 lavoratori del privato e almeno altri 250mila del pubblico non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino né risultano guariti dal coronavirus. Molti di questi sono concentrati in alcuni settori fondamentali, come quello agricolo, portuale e dei trasporti, le cui associazioni di categoria hanno già lanciato allarmi per la possibile carenza di personale e annunciando scioperi se lo stato e le imprese non garantiranno tamponi gratuiti per dare a tutti la possibilità di lavorare, compreso chi ha rifiutato la vaccinazione. \r\n\r\nNon esistono stime esatte rispetto a quanti autisti di veicoli industriali siano sprovvisti di green pass, ma secondo gli operatori del settore è possibile che una buona parte di questi, in particolare tra coloro che provengono dall’Est Europa ma sono impiegati in imprese italiane, non sia vaccinata o abbia ricevuto dosi di Sputnik o Sinovac, vaccini non approvati dall’Agenzia del farmaco europea (Ema). Dunque per questi lavoratori sarà necessario, in mancanza di una deroga all’obbligo di green pass, assicurare punti per effettuare i tamponi lungo le autostrade, nei terminal, nei porti o nei distretti logistici.\r\n\r\nIl settore agricolo pare essere più a rischio, in particolare per la presenza di un 60% di lavoratori e lavoratrici extra-Ue. Molti di loro infatti non hanno ricevuto i vaccini autorizzati dall’Ema, oppure non possono ricevere il green pass a causa della mancata regolarizzazione dei lavoratori del settore agricolo, quindi dell’assenza di contratti regolari che consentano loro di rifare i permessi di soggiorno scaduti. La stima è fra il 25-30%\r\n\r\nA Trieste, il Coordinamento lavori portuali ha affermato che almeno il 40% dei 950 lavoratori e lavoratrici portuali non è in possesso della certificazione e ha annunciato uno sciopero con blocco del porto proprio per il 15 ottobre se l’obbligo del certificato resterà in vigore. Al porto di Genova invece, la percentuale dei lavoratori senza green pass è del 20%, ma mentre a Trieste i portuali (fra i quali pare esserci una percentuale molto più alta del 20% di non vaccinati) hanno chiamato uno sciopero per il 15 Ottobre chiedendo la cancellazione del green pass su lavoro per tutto il territorio nazionale, lunedì a Genova i camalli del Calp e le reti antifasciste hanno deciso di non condividere la piazza con le frange contrarie al certificato verde guidate da Italexit di Paragone. Nelle piazze osserviamo sempre più spesso al contrapporsi fra la ‘Libertà’ scandita nelle piazze, individualista e proprietaria, e la responsabilità collettiva, che riguarda più il concetto di cura.\r\n\r\nSta di fatto che mentre l’attenzione è concentrata sul certificato verde, l’esecutivo di Draghi si prepara a gestire la pioggia di miliardi del PNRR in assenza di qualsiasi dibattito pubblico o politico, senza che alcuna forza antagonista provi almeno a contendersi la torta. La cosiddetta 'Pax draghiana' resta oggi il nemico più pericoloso. Soltanto il conflitto può riaprire i giochi. La domanda più urgente è allora capire quali possano essere gli spazi entro cui creare una nuova politicizzazione ampia e non regressiva, che sappia articolare le istanze delle diverse soggettività in lotta con la richiesta di un contrasto alla pandemia che sia equo a livello globale. I punti di un agenda a venire restano le Lotte ambientali, le battaglie femministe, le vertenze contro le delocalizzazioni e i licenziamenti, la richiesta del salario minimo e l’introduzione del reddito universale di base, mobilitazioni interne alle logistica, riforma fiscale e del catasto. Il governo più liberista e servo della storia recente, il peggiore possibile quanto a provvedimenti economici e “riforme chieste dall’Europa”, si è incartato sul green pass. Ossia sull’”arma di distrazione di massa” che si era inventato perché non si parlasse troppo, soprattutto nei dettagli, di quel che ha fatto e va facendo su terreni ben più decisivi per la vita di tutti noi. L’incaglio non è avvenuto per il “sabato fascista” subappaltato a Castellino, Fiore, Aronica e un altro po’ di fascisti scortati fin sotto la Cgil. La gestione di quella giornata è stata talmente demenziale – e inattendibile, per chi frequenta le piazze da una vita – che persino Giorgia Meloni, temendo di pagare un prezzo troppo alto in termini di consensi (lei quei fascisti lì li conosce bene, venendo dalla stessa fucina missina), si è ricordata della “strategia della tensione”. Quella in cui i suoi camerati facevano (e fanno) da manovalanza per il potere. Si parla tanto di squadrismo e di fascismo; le istituzioni si riempiono la bocca di parole vuote ed ipocrite, mentre gli operai che denunciano lo sfruttamento e turni di lavoro massacranti da 12 ore al giorno vengono caricati di botte da squadracce vere e proprie, col silenzio-assenso di quelle forze di governo che in queste ore agitano strumentalmente lo spettro del neofascismo e dei fatti di Roma per imporre una nuova stretta sugli scioperi e sulle lotte sociali. E’ quasi assurdo che il governo più antioperaio e antipopolare della storia recente vada in difficoltà sul “diversivo” la lui stesso inventato per nascondere ben più corposi decreti in materia di privatizzazioni, spesa pubblica, investimenti, mercato del lavoro, “riforme” (dalla giustizia, privatizzata anch’essa, al catasto, dalle pensioni all’esercito). Se è vero che l’opposizione al green pass ha avuto un punto di risalita quando è stato introdotto obbligatoriamente anche per l’accesso al lavoro, non solo per altre attività socio-ludiche, è altrettanto assurdo che una lotta operaia avvenga prioritariamente su questo terreno “innaturale”, dove – a parte la difesa della parte di lavoratori affascinati o impauriti dalla “libera scelta sui vaccini” – di fatto non c’è molto da guadagnare.\r\n\r\nIn questo senso la piazza triestina rappresenta una novità rispetto a composizione e prospettive. Non si può dire altrettanto dei temi, che restano complessi e scivolosi, difficili da metabolizzare e su cui la Destra ha sicuramente più presa dove sfociano nell'irrazionale o nella propaganda facile.. ma tant'è, a Trieste è ancora tutto in ballo. ne parliamo con Davide direttamente dal varco 4 del molo 7, dove oggi fra portuali e una massiccia componente popolare si sono radunati a migliaia.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nRiportiamo il testo pubblicato ieri dai compagni di Trieste, che attraversando le diverse fasi di piazza e assemblee ci aiuta a capire come si sia arrivati ad oggi e ci dà alcuni spunti per una lotta ancora da impostare e sulla quale pendono ancora grandi interrogativi all'interno dei movimenti.\r\n\r\nhttps://www.infoaut.org/precariato-sociale/una-prospettiva-sulle-mobilitazioni-contro-il-green-pass-a-trieste\r\n\r\n ","15 Ottobre 2021","2021-10-15 12:30:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"164\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste-300x164.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste-300x164.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste.jpg 485w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La piazza triestina contro il pass verde nei luoghi di lavoro",1634300961,[],[],{"post_content":184},{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":187},[72],"approvati dall’Agenzia del farmaco europea (\u003Cmark>Ema\u003C/mark>). Dunque per questi lavoratori sarà","In vista dell’introduzione del green pass obbligatorio anche sui luoghi di lavoro, il clima è di tensione crescente. Come noto dal 15 ottobre tutti i lavoratori e le lavoratrici dovranno essere in possesso del green pass, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione o la negatività a un tampone per Covid-19. Tuttavia, circa 2,6 lavoratori del privato e almeno altri 250mila del pubblico non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino né risultano guariti dal coronavirus. Molti di questi sono concentrati in alcuni settori fondamentali, come quello agricolo, portuale e dei trasporti, le cui associazioni di categoria hanno già lanciato allarmi per la possibile carenza di personale e annunciando scioperi se lo stato e le imprese non garantiranno tamponi gratuiti per dare a tutti la possibilità di lavorare, compreso chi ha rifiutato la vaccinazione. \r\n\r\nNon esistono stime esatte rispetto a quanti autisti di veicoli industriali siano sprovvisti di green pass, ma secondo gli operatori del settore è possibile che una buona parte di questi, in particolare tra coloro che provengono dall’Est Europa ma sono impiegati in imprese italiane, non sia vaccinata o abbia ricevuto dosi di Sputnik o Sinovac, vaccini non approvati dall’Agenzia del farmaco europea (\u003Cmark>Ema\u003C/mark>). Dunque per questi lavoratori sarà necessario, in mancanza di una deroga all’obbligo di green pass, assicurare punti per effettuare i tamponi lungo le autostrade, nei terminal, nei porti o nei distretti logistici.\r\n\r\nIl settore agricolo pare essere più a rischio, in particolare per la presenza di un 60% di lavoratori e lavoratrici extra-Ue. Molti di loro infatti non hanno ricevuto i vaccini autorizzati dall’Ema, oppure non possono ricevere il green pass a causa della mancata regolarizzazione dei lavoratori del settore agricolo, quindi dell’assenza di contratti regolari che consentano loro di rifare i permessi di soggiorno scaduti. La stima è fra il 25-30%\r\n\r\nA Trieste, il Coordinamento lavori portuali ha affermato che almeno il 40% dei 950 lavoratori e lavoratrici portuali non è in possesso della certificazione e ha annunciato uno sciopero con blocco del porto proprio per il 15 ottobre se l’obbligo del certificato resterà in vigore. Al porto di Genova invece, la percentuale dei lavoratori senza green pass è del 20%, ma mentre a Trieste i portuali (fra i quali pare esserci una percentuale molto più alta del 20% di non vaccinati) hanno chiamato uno sciopero per il 15 Ottobre chiedendo la cancellazione del green pass su lavoro per tutto il territorio nazionale, lunedì a Genova i camalli del Calp e le reti antifasciste hanno deciso di non condividere la piazza con le frange contrarie al certificato verde guidate da Italexit di Paragone. Nelle piazze osserviamo sempre più spesso al contrapporsi fra la ‘Libertà’ scandita nelle piazze, individualista e proprietaria, e la responsabilità collettiva, che riguarda più il concetto di cura.\r\n\r\nSta di fatto che mentre l’attenzione è concentrata sul certificato verde, l’esecutivo di Draghi si prepara a gestire la pioggia di miliardi del PNRR in assenza di qualsiasi dibattito pubblico o politico, senza che alcuna forza antagonista provi almeno a contendersi la torta. La cosiddetta 'Pax draghiana' resta oggi il nemico più pericoloso. Soltanto il conflitto può riaprire i giochi. La domanda più urgente è allora capire quali possano essere gli spazi entro cui creare una nuova politicizzazione ampia e non regressiva, che sappia articolare le istanze delle diverse soggettività in lotta con la richiesta di un contrasto alla pandemia che sia equo a livello globale. I punti di un agenda a venire restano le Lotte ambientali, le battaglie femministe, le vertenze contro le delocalizzazioni e i licenziamenti, la richiesta del salario minimo e l’introduzione del reddito universale di base, mobilitazioni interne alle logistica, riforma fiscale e del catasto. Il governo più liberista e servo della storia recente, il peggiore possibile quanto a provvedimenti economici e “riforme chieste dall’Europa”, si è incartato sul green pass. Ossia sull’”arma di distrazione di massa” che si era inventato perché non si parlasse troppo, soprattutto nei dettagli, di quel che ha fatto e va facendo su terreni ben più decisivi per la vita di tutti noi. L’incaglio non è avvenuto per il “sabato fascista” subappaltato a Castellino, Fiore, Aronica e un altro po’ di fascisti scortati fin sotto la Cgil. La gestione di quella giornata è stata talmente demenziale – e inattendibile, per chi frequenta le piazze da una vita – che persino Giorgia Meloni, temendo di pagare un prezzo troppo alto in termini di consensi (lei quei fascisti lì li conosce bene, venendo dalla stessa fucina missina), si è ricordata della “strategia della tensione”. Quella in cui i suoi camerati facevano (e fanno) da manovalanza per il potere. Si parla tanto di squadrismo e di fascismo; le istituzioni si riempiono la bocca di parole vuote ed ipocrite, mentre gli operai che denunciano lo sfruttamento e turni di lavoro massacranti da 12 ore al giorno vengono caricati di botte da squadracce vere e proprie, col silenzio-assenso di quelle forze di governo che in queste ore agitano strumentalmente lo spettro del neofascismo e dei fatti di Roma per imporre una nuova stretta sugli scioperi e sulle lotte sociali. E’ quasi assurdo che il governo più antioperaio e antipopolare della storia recente vada in difficoltà sul “diversivo” la lui stesso inventato per nascondere ben più corposi decreti in materia di privatizzazioni, spesa pubblica, investimenti, mercato del lavoro, “riforme” (dalla giustizia, privatizzata anch’essa, al catasto, dalle pensioni all’esercito). Se è vero che l’opposizione al green pass ha avuto un punto di risalita quando è stato introdotto obbligatoriamente anche per l’accesso al lavoro, non solo per altre attività socio-ludiche, è altrettanto assurdo che una lotta operaia avvenga prioritariamente su questo terreno “innaturale”, dove – a parte la difesa della parte di lavoratori affascinati o impauriti dalla “libera scelta sui vaccini” – di fatto non c’è molto da guadagnare.\r\n\r\nIn questo senso la piazza triestina rappresenta una novità rispetto a composizione e prospettive. Non si può dire altrettanto dei temi, che restano complessi e scivolosi, difficili da metabolizzare e su cui la Destra ha sicuramente più presa dove sfociano nell'irrazionale o nella propaganda facile.. ma tant'è, a Trieste è ancora tutto in ballo. ne parliamo con Davide direttamente dal varco 4 del molo 7, dove oggi fra portuali e una massiccia componente popolare si sono radunati a migliaia.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/trieste.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nRiportiamo il testo pubblicato ieri dai compagni di Trieste, che attraversando le diverse fasi di piazza e assemblee ci aiuta a capire come si sia arrivati ad oggi e ci dà alcuni spunti per una lotta ancora da impostare e sulla quale pendono ancora grandi interrogativi all'interno dei movimenti.\r\n\r\nhttps://www.infoaut.org/precariato-sociale/una-prospettiva-sulle-mobilitazioni-contro-il-green-pass-a-trieste\r\n\r\n ",[189],{"field":90,"matched_tokens":190,"snippet":186,"value":187},[72],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":167,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":193,"highlight":217,"highlights":222,"text_match":226,"text_match_info":227},{"cat_link":194,"category":195,"comment_count":48,"id":196,"is_sticky":48,"permalink":197,"post_author":51,"post_content":198,"post_date":199,"post_excerpt":54,"post_id":196,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_thumbnail_html":202,"post_title":203,"post_type":59,"sort_by_date":204,"tag_links":205,"tags":211},[45],[47],"29480","http://radioblackout.org/2015/04/tierra-o-muerte-hugo-blanco-precursore-delle-emancipazioni-in-peru/","Hugo Blanco si aggira per la Valle (sarà presente in Clarea domani Primo Maggio e poi in serata a Bussoleno, nella Sala Consigliare di via Traforo 62) e ci sembra una coincidenza perfetta la sua presenza in occaione della festa del lavoro, visto l'impegno di tutta una vita per affranacare la sua terra dal latifondo (e sentiamo da Carolina, una compagna peruviana che vive in Italia da 25 anni, con quanto affetto ricorda che il Perù fu il primo stato sudamericano a fare una riforma agraria sulla spinta delle lotte di Hugo Blanco), perseguitato, esule, incarcerato, ricercato da vari dittatori: da Pinochet a Fujimori. Eppure ancora adesso ultraottantenne lotta per l'acqua e per la causa dei minatori con l'energia e il vigore di quando scriveva Tierra o muerte.\r\n\r\nMa lasciamo la parola a Carolina che lo presenta sottolineando il riconoscimento che le sue rivendicazioni sono sempre state un passo avanti alla storia e l'hanno indirizzata\r\n\r\nUnknown","30 Aprile 2015","2015-05-06 15:58:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-hugo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-hugo-300x194.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-hugo-300x194.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-hugo.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Tierra o muerte: Hugo Blanco precursore delle emancipazioni in Perù",1430396146,[206,207,208,209,210],"http://radioblackout.org/tag/ande-peruviane/","http://radioblackout.org/tag/hugo-blanco/","http://radioblackout.org/tag/latifondo/","http://radioblackout.org/tag/minatori/","http://radioblackout.org/tag/quechua/",[212,213,214,215,216],"Ande peruviane","hugo Blanco","latifondo","minatori","quechua",{"post_title":218},{"matched_tokens":219,"snippet":221,"value":221},[220],"ema","Tierra o muerte: Hugo Blanco precursore delle \u003Cmark>ema\u003C/mark>ncipazioni in Perù",[223],{"field":224,"matched_tokens":225,"snippet":221,"value":221},"post_title",[220],578730089005449300,{"best_field_score":228,"best_field_weight":229,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":230,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},"1108074561536",15,"578730089005449337",{"document":232,"highlight":253,"highlights":258,"text_match":226,"text_match_info":261},{"cat_link":233,"category":234,"comment_count":48,"id":235,"is_sticky":48,"permalink":236,"post_author":237,"post_content":238,"post_date":239,"post_excerpt":54,"post_id":235,"post_modified":240,"post_thumbnail":241,"post_thumbnail_html":242,"post_title":243,"post_type":59,"sort_by_date":244,"tag_links":245,"tags":249},[45],[47],"100000","http://radioblackout.org/2025/09/la-scomparsa-delle-panchine/","info2","Da anni, nel quartiere Aurora, davanti al Sermig, sul Lungodora e in altri luoghi scompaiono le panchine e appaiono nuove sedute altrove, dove a sedersi sono i turisti, o nuovi abitanti più rispettabili. E' un sintomo del tentativo di allontanare dal quartiere le classi sociali emarginate. Un gruppo di persone ha deciso di costruire con materiale di risulta delle panchine e rimetterle al loro posto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco, della redazione di NapoliMonitor.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/INFO-22092025-MIGLIACCIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Settembre 2025","2025-09-23 16:35:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/MONITOR-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"238\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/MONITOR.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","PANCHINE E GENTRIFICAZIONE IN AURORA",1758577764,[246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/aurora/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/riqualificazione/",[250,251,252],"aurora","gentrificazione","riqualificazione",{"post_content":254},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[220],"dal quartiere le classi sociali \u003Cmark>ema\u003C/mark>rginate. Un gruppo di persone ha","Da anni, nel quartiere Aurora, davanti al Sermig, sul Lungodora e in altri luoghi scompaiono le panchine e appaiono nuove sedute altrove, dove a sedersi sono i turisti, o nuovi abitanti più rispettabili. E' un sintomo del tentativo di allontanare dal quartiere le classi sociali \u003Cmark>ema\u003C/mark>rginate. Un gruppo di persone ha deciso di costruire con materiale di risulta delle panchine e rimetterle al loro posto.\r\n\r\nNe parliamo con Francesco, della redazione di NapoliMonitor.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/INFO-22092025-MIGLIACCIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[259],{"field":90,"matched_tokens":260,"snippet":256,"value":257},[220],{"best_field_score":228,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":262,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},"578730089005449329",6646,{"collection_name":59,"first_q":66,"per_page":14,"q":66},9,{"facet_counts":267,"found":320,"hits":321,"out_of":491,"page":98,"request_params":492,"search_cutoff":37,"search_time_ms":493},[268,296],{"counts":269,"field_name":293,"sampled":37,"stats":294},[270,273,276,278,280,282,285,287,289,291],{"count":271,"highlighted":272,"value":272},16,"I Bastioni di Orione",{"count":274,"highlighted":275,"value":275},10,"anarres",{"count":274,"highlighted":277,"value":277},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":279,"value":279},"c'hai le storie",{"count":14,"highlighted":281,"value":281},"Bello come una prigione che brucia",{"count":283,"highlighted":284,"value":284},5,"stakka stakka",{"count":26,"highlighted":286,"value":286},"la perla di labuan",{"count":96,"highlighted":288,"value":288},"arsider",{"count":96,"highlighted":290,"value":290},"OverJoy",{"count":96,"highlighted":292,"value":292},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":295},29,{"counts":297,"field_name":36,"sampled":37,"stats":318},[298,300,302,304,306,308,310,312,314,316],{"count":229,"highlighted":299,"value":299},"Bastioni di Orione",{"count":283,"highlighted":301,"value":301},"carcere",{"count":283,"highlighted":303,"value":303},"Radio Blackout",{"count":19,"highlighted":305,"value":305},"punk",{"count":19,"highlighted":307,"value":307},"storia",{"count":19,"highlighted":309,"value":309},"Turchia",{"count":19,"highlighted":311,"value":311},"radiospettacolo",{"count":19,"highlighted":313,"value":313},"liberation front",{"count":19,"highlighted":315,"value":315},"lotta anticarceraria",{"count":19,"highlighted":317,"value":317},"trasmissione musicale",{"total_values":319},594,86,[322,352,381,405,442,466],{"document":323,"highlight":343,"highlights":348,"text_match":163,"text_match_info":351},{"comment_count":48,"id":324,"is_sticky":48,"permalink":325,"podcastfilter":326,"post_author":327,"post_content":328,"post_date":329,"post_excerpt":54,"post_id":324,"post_modified":330,"post_thumbnail":331,"post_title":332,"post_type":333,"sort_by_date":334,"tag_links":335,"tags":339},"80632","http://radioblackout.org/podcast/overjoy-134/",[290],"azizpablo","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023.03.07-16.10.00-OJ134-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 7 Marzo 2023, OverJoy 134 [S12E9]\r\n\r\nOggi celebriamo silenziosamente il terzo anno di trasmissioni su Radio Blackout per OverJoy! Il flusso musicale che dirige il programma apre con tre tracce estratte dal nuovo lavoro di Lee Fry Music: Padma; il preludio continua poi con un classico di De La Soul e con il nuovissimo singolo di Afrikan Simba. Dopo la sigla esordiamo con una band milanese eccezionale: De Strangers, una piacevolissima sorpresa che introduce la cover di Johnny Osbourne di Daniella Torres, poi continuiamo con la musica di Irie Ites e Eek-A-Mouse, Rapha Pico & The Noble Chanters, Sydney Salmon & Imperial Majestic Band con Ema Elfeyes, e un'altra novità in uscita questa settimana da Rootical Foundation. Prima di passare al segmento stepper abbiamo ancora il tempo di ascoltarci due brani di Pablo Moses e JonnyGoFigure, e poi arriva un bel dubplate di Robert Dallas mixato da DubTerror per Echotronix, un paio di tracce dal duo rumeno Warrior Transmission con Mark Wonder e Prince Livijah, Mafia & Fluxy, il nuovissimo singolo in vinile 7\" Marrow Records prodotto da Uomoradio e mixato Petah Sunday con la voce di Galas e l'hang pan drum di Valerio Menon, da menzionare anche l'eccezionale artwork firmato Karborn, e si conclude inna mad stepper style con Panzer Stepper e qualche pillola di storia della musica reggae. Per finire ancora due stepper tunes, di nuovo Pablo Moses, Donovan Kingjay, e il super classicone delle Love Joys prodotto da Bullwackies.\r\n\r\nProtect Mother Earth!","8 Marzo 2023","2023-03-15 10:40:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/329160663_3374157426167258_3210880238522805240_n-e1678270221227-200x110.jpg","OverJoy 134","podcast",1678273854,[336,337,338],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[340,341,342],"dub","reggae","roots",{"post_content":344},{"matched_tokens":345,"snippet":346,"value":347},[72],"amp; Imperial Majestic Band con \u003Cmark>Ema\u003C/mark> Elfeyes, e un'altra novità in","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/2023.03.07-16.10.00-OJ134-escopost.mp3\"][/audio]\r\nDOWNLOAD\r\nMartedì 7 Marzo 2023, OverJoy 134 [S12E9]\r\n\r\nOggi celebriamo silenziosamente il terzo anno di trasmissioni su Radio Blackout per OverJoy! Il flusso musicale che dirige il programma apre con tre tracce estratte dal nuovo lavoro di Lee Fry Music: Padma; il preludio continua poi con un classico di De La Soul e con il nuovissimo singolo di Afrikan Simba. Dopo la sigla esordiamo con una band milanese eccezionale: De Strangers, una piacevolissima sorpresa che introduce la cover di Johnny Osbourne di Daniella Torres, poi continuiamo con la musica di Irie Ites e Eek-A-Mouse, Rapha Pico & The Noble Chanters, Sydney Salmon & Imperial Majestic Band con \u003Cmark>Ema\u003C/mark> Elfeyes, e un'altra novità in uscita questa settimana da Rootical Foundation. Prima di passare al segmento stepper abbiamo ancora il tempo di ascoltarci due brani di Pablo Moses e JonnyGoFigure, e poi arriva un bel dubplate di Robert Dallas mixato da DubTerror per Echotronix, un paio di tracce dal duo rumeno Warrior Transmission con Mark Wonder e Prince Livijah, Mafia & Fluxy, il nuovissimo singolo in vinile 7\" Marrow Records prodotto da Uomoradio e mixato Petah Sunday con la voce di Galas e l'hang pan drum di Valerio Menon, da menzionare anche l'eccezionale artwork firmato Karborn, e si conclude inna mad stepper style con Panzer Stepper e qualche pillola di storia della musica reggae. Per finire ancora due stepper tunes, di nuovo Pablo Moses, Donovan Kingjay, e il super classicone delle Love Joys prodotto da Bullwackies.\r\n\r\nProtect Mother Earth!",[349],{"field":90,"matched_tokens":350,"snippet":346,"value":347},[72],{"best_field_score":165,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":167,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":48},{"document":353,"highlight":366,"highlights":374,"text_match":226,"text_match_info":379},{"comment_count":48,"id":354,"is_sticky":48,"permalink":355,"podcastfilter":356,"post_author":357,"post_content":358,"post_date":359,"post_excerpt":54,"post_id":354,"post_modified":360,"post_thumbnail":361,"post_title":362,"post_type":333,"sort_by_date":363,"tag_links":364,"tags":365},"48645","http://radioblackout.org/podcast/arsider-specialezingari-infomashup-w-emanuele-giordana/",[288],"outsidermusic","“I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. Scendete perché avete rotto. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i coglioni\"\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/08/arsider_zingari.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPerchè tutti ce l'hanno su con gli \"zinghi\"? Chi sono, dove vivono, cosa fanno e perchè in questo paese razzista e ignorante sarebbe necessario che tutti diventassimo formalmente \"vagabondi\". E' una questione culturale, come per il Q8 di Salvini? Oppure, nel profondo dei cromosomi, molti potrebbero scoprire che la loro \"razza non è così pura\"?\r\n\r\nDai monti dell'Afghanistan alle ruspe italiane, un viaggio rumoroso in compagnia di Emanuele Giordana (Nel quale parleremo di come ha cercato di cancellare la sua cittadinanza italiana)\r\n\r\nDurante la puntata || ars brevis e radio-muzak, interferenze soniche, voki dighitali, paure per una fine incombente.\r\n\r\nArsider Night in casa tua rubare.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Agosto 2018","2018-10-17 23:13:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/08/1424287867859.jpg--200x110.jpg","ARSIDER | Speciale:Zingari! | Info°Mashup w. Emanuele Giordana",1534509792,[],[],{"post_content":367,"post_title":371},{"matched_tokens":368,"snippet":369,"value":370},[72],"viaggio rumoroso in compagnia di \u003Cmark>Ema\u003C/mark>nuele Giordana (Nel quale parleremo di","“I passeggeri sono pregati di non dare monete ai molestatori. Scendete perché avete rotto. E nemmeno agli zingari: scendete alla prossima fermata, perché avete rotto i coglioni\"\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/08/arsider_zingari.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPerchè tutti ce l'hanno su con gli \"zinghi\"? Chi sono, dove vivono, cosa fanno e perchè in questo paese razzista e ignorante sarebbe necessario che tutti diventassimo formalmente \"vagabondi\". E' una questione culturale, come per il Q8 di Salvini? Oppure, nel profondo dei cromosomi, molti potrebbero scoprire che la loro \"razza non è così pura\"?\r\n\r\nDai monti dell'Afghanistan alle ruspe italiane, un viaggio rumoroso in compagnia di \u003Cmark>Ema\u003C/mark>nuele Giordana (Nel quale parleremo di come ha cercato di cancellare la sua cittadinanza italiana)\r\n\r\nDurante la puntata || ars brevis e radio-muzak, interferenze soniche, voki dighitali, paure per una fine incombente.\r\n\r\nArsider Night in casa tua rubare.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":372,"snippet":373,"value":373},[72],"ARSIDER | Speciale:Zingari! | Info°Mashup w. \u003Cmark>Ema\u003C/mark>nuele Giordana",[375,377],{"field":224,"matched_tokens":376,"snippet":373,"value":373},[72],{"field":90,"matched_tokens":378,"snippet":369,"value":370},[72],{"best_field_score":228,"best_field_weight":229,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":48,"score":380,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},"578730089005449338",{"document":382,"highlight":396,"highlights":401,"text_match":226,"text_match_info":404},{"comment_count":48,"id":383,"is_sticky":48,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":386,"post_content":387,"post_date":388,"post_excerpt":54,"post_id":383,"post_modified":389,"post_thumbnail":390,"post_title":391,"post_type":333,"sort_by_date":392,"tag_links":393,"tags":395},"94845","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-16-01-2025-al-confine-bulgaro-della-fortezza-europa-continua-la-strage-di-migranti-libano-israele-e-stati-uniti-puntano-alla-destabilizzazione-cercando-di-emarginare-hezbollah-sud/",[272],"radiokalakuta","Simone del collettivo \"Rotte balcaniche\" ci racconta la terribile esperienza vissuta al confine tra Bulgaria e Turchia.E' stato arrestato il 21 dicembre insieme a due compagne per aver soccorso dei migranti nel sud-est della Bulgaria, subendo un trattamento brutale da parte della polizia bulgara che si è di fatto rifiutata d'intervenire a soccorso dei migranti in difficoltà.\r\n\r\nRacconta Simone «Ci sono arrivate segnalazioni di tre minorenni soli e a rischio immediato di morte, probabilmente per ipotermia, vicino alla città di Burgas, nel sud-est della Bulgaria. I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 15:32:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",1737387136,[394],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[299],{"post_title":397},{"matched_tokens":398,"snippet":399,"value":400},[66],"PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI \u003Cmark>EMA\u003C/mark>RGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL CONFINE BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI \u003Cmark>EMA\u003C/mark>RGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",[402],{"field":224,"matched_tokens":403,"snippet":399,"value":400},[66],{"best_field_score":228,"best_field_weight":229,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":230,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},{"document":406,"highlight":433,"highlights":438,"text_match":226,"text_match_info":441},{"comment_count":48,"id":407,"is_sticky":48,"permalink":408,"podcastfilter":409,"post_author":410,"post_content":411,"post_date":412,"post_excerpt":54,"post_id":407,"post_modified":413,"post_thumbnail":414,"post_title":415,"post_type":333,"sort_by_date":416,"tag_links":417,"tags":425},"18021","http://radioblackout.org/podcast/a-chi-rivolgersi-se-smarrite-le-e-mail-nsa/",[],"dj"," \r\n\r\nAvete cancellato per sbaglio un'email? Non trovate più quel documento che avevate salvato su GoogleDocs? Avete smarrito la vostra chiave pgp e non potete più leggere la vostra corrispondenza? Niente paura, in questa pagina troverete un aiuto sicuro!\r\n\r\nCONTACT US - NSA/CSS\r\n\r\n \r\n\r\nParte 1:\r\n\r\nbit_nsa_bullrun_parte1\r\n\r\nParte 2:\r\n\r\nbit_nsa_bullrun_parte2","8 Settembre 2013","2018-10-17 22:10:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/NSA-Listens-200x110.jpg","A chi rivolgersi se smarrite le e-mail? NSA!",1378644166,[418,419,420,421,422,423,424],"http://radioblackout.org/tag/bullrun/","http://radioblackout.org/tag/guccifer/","http://radioblackout.org/tag/bit/","http://radioblackout.org/tag/nsa/","http://radioblackout.org/tag/prism/","http://radioblackout.org/tag/snowden/","http://radioblackout.org/tag/xkeyscore/",[426,427,428,429,430,431,432],"bullrun","guccifer","Il bit c'è o non c'è","NSA","prism","snowden","xkeyscore",{"post_title":434},{"matched_tokens":435,"snippet":437,"value":437},[436],"e-ma","A chi rivolgersi se smarrite le \u003Cmark>e-ma\u003C/mark>il? NSA!",[439],{"field":224,"matched_tokens":440,"snippet":437,"value":437},[436],{"best_field_score":228,"best_field_weight":229,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":230,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},{"document":443,"highlight":457,"highlights":462,"text_match":226,"text_match_info":465},{"comment_count":48,"id":444,"is_sticky":48,"permalink":445,"podcastfilter":446,"post_author":237,"post_content":447,"post_date":448,"post_excerpt":54,"post_id":444,"post_modified":449,"post_thumbnail":450,"post_title":451,"post_type":333,"sort_by_date":452,"tag_links":453,"tags":455},"99949","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-18-09-2025-la-svolta-dellattacco-sionista-a-doha-rivolte-e-intrighi-nella-contorta-estate-in-sudest-asiatico-il-gerd-etiope-alleanze-in-corno-dafrica-e-lassedio-medievale/",[272],"Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con Emanuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]","20 Settembre 2025","2025-09-22 23:43:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 18/09/2025 - LA SVOLTA DELL'ATTACCO SIONISTA A DOHA; RIVOLTE E INTRIGHI NELLA CONTORTA ESTATE IN SUDEST ASIATICO; IL GERD ETIOPE, ALLEANZE IN CORNO D'AFRICA E L'ASSEDIO MEDIEVALE SUDANESE; WAR ON DRUGS CONTRO CARACAS, CARIBE E MEXICO",1758374559,[394,454],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[299,456],"BastioniOrione",{"post_content":458},{"matched_tokens":459,"snippet":460,"value":461},[72],"proseguito in Sudest asiatico con \u003Cmark>Ema\u003C/mark>nuele Giordana, che ci ha illustrato","Nel 43esimo anniversario di Sabra e Chatila iniziamo la trasmissione con Laura Silvia Battaglia per analizzare quali strade si aprono al mondo arabo e in particolare ai paesi del Golfo dopo il proditorio attacco del fascistissimo governo israeliano contro la delegazione di Hamas chiamata a Doha a valutare le proposte di tregua; da questo primo spunto si è sviluppata una disamina che ha coinvolto il Pakistan, con il quale l'Arabia Saudita ha stipulato un accordo di reciproco supporto in caso di aggressione, la centralità della spianata nei livelli di provocazione dell'entità ebraica, il dilettantismo trumpiano, finendo con rievocare la distruzione di vestigia e tradizioni culturali perpetrate dall'esercito americano nel recente passato, con lo stesso spregio coloniale e supponente dell'Idf, partendo dal presupposto di detenere il monopolio della cultura di riferimento.\r\nPer contiguità con la regione mediorientale abbiamo proseguito nella carrellata di conflitti che costellano il pianeta, attraversando Bab-al Mandab, ed è toccato a Matteo Palamidesse accompagnarci tra le divisioni armate dell'Africa orientale, dove l'attivazione della diga etiope Gerd sul Nilo Azzurro funge da pretesto per alimentare le divisioni etniche, le rivendicazioni di indipendenza e i campi contrapposti appoggiati da potenze straniere, coinvolgendo il territorio del Corno d'Africa ed estendendosi fino all'assedio di stampo medievale attuato dalle Rsf di Dagalo su Al Fashir nell'Est del Sudan, dove si consumano stragi quotidiane, l'ultima delle quali è avvenuta con un drone su una moschea che ha causato 75 morti poche ore dopo il racconto di Matteo ai nostri microfoni.\r\nL'elenco di conflitti, proteste e insurrezioni è poi proseguito in Sudest asiatico con \u003Cmark>Ema\u003C/mark>nuele Giordana, che ci ha illustrato gli intrighi, collegati agli interessi delle scam city e del mondo dell'azzardo per quel che riguarda le scaramucce tra Thailandia e Cambogia e che hanno portato a un rivolgimento politico rischioso per la tradizionale suscettibilità dei militari thai, sempre pronti a sciogliere la conduzione democratica del paese, ora in mano a una nuova coalizione anodina condotta da Anutin Charnvirakul con l'appoggio esterno del Partito popolare (ex Move Forward), dopo la destituzione della famiglia Shinawatra; sempre con il reporter esperto delle questioni estremo orientali abbiamo poi raggiunto il Nepal dove si è assistito a un nuovo episodio delle rivolte della macroarea nell'ultimo anno (dopo Bangla Desh e Sri Lanka) che hanno portato alla destituzione del governo corrotto filocinese; senza tralasciare il pugno di ferro di Prabowo che riprende la tradizione repressiva dell'Indonesia.\r\nLa lunga puntata si è conclusa in Latinamerica con Andrea Cegna inseguendo altri venti di guerra, anche questi scatenati dall'Impero americano in declino: le War on Drugs di nixoniana memoria, ripristinate dall'amministrazione Trump come pretesto per colpire i nemici del cortile di casa; così si è parlato di quale sia il significato ancora del regime bolivariano in Venezuela, ma anche del contrasto in Caribe e quale ruolo svolga il Mexico di Scheinbaum, riservandoci di affrontare tra un mese le alterne fortune del neoliberismo nel mondo latinoamericano, in particolare quello incarnato da Milei che ha subito sì una sonora sconfitta a Buenos Aires, ma in ottobre per le elezioni del Parlamento può ambire a un numero maggiore di rappresentanti eletti tra le sue file.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOil non olet\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/3iOadt0OjeBCBS2wCkHYV6?si=2mNA3bJ4QpaubkOL24hdvg\r\n\r\nSi sono sprecati tutti gli aggettivi più vieti possibili per esprimere indignazione per l’efferatezza delle operazioni militari di Idf agli ordini politici del governo fascista di Netanyahu, sempre rispettando il diritto di Israele a perpetuare un genocidio in quanto popolo eletto, ma di fronte alla sorpresa per il bombardamento della delegazione riunita a valutare proposte di “pace” nel territorio sovrano del Qatar, una nazione filoamericana che ospita la più grossa base statunitense nel Sudovest asiatico e ha regalato l’aereo presidenziale come omaggio al nuovo imperatore, sono venute meno le inani riprovazioni e i vicini sauditi si sono rivolti al Pakistan in cerca di ombrello nucleare e protezione. La credibilità dell’amministrazione Trump è scomparsa del tutto e il volto mascherato di sangue dello Stato ebraico è apparso improvvisamente con i suoi veri connotati al mondo arabo, che ha sempre abbandonato le genti di Palestina al loro destino sacrificale, in cambio di affari.\r\nIl raid israeliano a Doha ha superato il perimetro del conflitto con Hamas: ha squassato regole non scritte, infranto la logica del territorio mediatore, e messo in discussione l’intero schema di alleanze della diplomazia araba, quella stessa che ha permesso al Mossad le peggiori turpitudini e fornito appoggio per operazioni nell'area contro gli avversari di Israele, che con il suo istinto da scorpione ha punto persino il proprio cavallo di Troia nella regione. Il Qatar, lungi dall’essere un bersaglio secondario, entra nella storia come simbolo della frattura tra potenza militare israeliana e coesione regionale arabo-americana, dando spazio a una alleanza di nuovo stampo con una potenza nucleare che fa parte della Belt Road cinese e si approvvigiona da Pechino per i suoi ordigni, come la filosionista India si è accorta nell'ultimo conflitto di pochi mesi fa.\r\nForse ora tutti si accorgeranno che la volontà di cancellazione di ogni traccia di vita e cultura araba dal territorio della Israele biblica coinvolge anche le vestigia e le tradizioni mondiali, ma questo risultato è stato possibile perché tutto ciò che stanno perpetrando i sionisti è già stato sperimentato dai governi di Washington, per esempio in Iraq, dove sono state ridotte in briciole dallo spregio dell’esercito americano testimonianze artistiche e culturali millenarie. Questo è reso possibile dalla presunzione che l’unica vera cultura sia quella ebraico-cristiana e tutti gli altri sono semplici colonizzati senza cultura propria.\r\nQuesti sono i prodromi perché quando gli invasati come Smotrich e Ben Gvir picconeranno la moschea di Gerusalemme, come già hanno cominciato a fare, Al-Aqsa sarà la soglia oltre alla quale la hybris ebraica renderà conto dei suoi abusi, perché la rivolta a quel punto non coinvolgerà solo i milioni di palestinesi, ma i miliardi di musulmani. E gli accordi finanziari, gli interessi per i resort progettati su una Striscia di concentramento e sterminio nulla potranno di fronte alla rivendicazione culturale delle masse oltraggiate dall’impunità israeliana.\r\nGià la trasferta di Rubio a Doha si è risolta in un fallimento: nonostante il giorno prima la riunione dei paesi coinvolti avesse balbettato, come una qualunque Unione europea, L’emiro Tamim ha chiesto i risarcimenti per i danni causati nel bombardamento israeliano su Doha, le scuse ufficiali e l’impegno di Netanyahu a non ripetere più la sua prepotenza e soprattutto di bloccare le uccisioni di innocenti a Gaza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Oil-non-olet-in-Qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltri temi inerenti all'aggressione colonialista israeliana degli ultimi 80 anni si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\nIrresolubili contrasti che trovano nell'acqua del Nilo pretesti per perpetuarsi\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/dalla-diga-sul-nilo-all-assedio-di-al-fashir-conflitti-in-africa-orientale--67835929\r\n\r\nFinalmente a inizio settembre si è inaugurata Gerd, la grande diga sul Nilo Azzurro voluta da Ahmed e che non solo approvvigionerebbe Etiopia, Sudan, Kenya e Gibuti di energia elettrica, ma coprirebbe il 20% dei consumi dell’Africa orientale. In questo anno in cui il bacino idrico si è andato riempiendo i dati dimostrano che questo non è avvenuto a detrimento dei paesi a valle, eppure i motivi di attrito con l’Egitto non scemano e anzi si dispiegano truppe del Cairo in Somalia, evidenziando alleanze e divisioni legate ad altri dossier, quali lo sbocco al mare in Somaliland (proprio la regione che per essere riconosciuta da Usa e Israele è disposta a ospitare i gazawi deportati) per Addis Abeba, o gli scontri interetnici sia a Nord in Puntland, che nel Jubbaland a Sud. Matteo Palamidesse ci aiuta a districarci ancora una volta in mezzo a queste dispute, ma ci apre anche una finestra sull’orrore attorno ad Al Fashir, città nel Sudan occidentale con 300.000 abitanti assediati dalle milizie delle Forze di intervento rapido di Hemedti; le sue parole a questo proposito vengono registrate qualche ora prima che un attacco contro una moschea proprio nei dintorni della città del Darfur ai confini con il Ciad il 19 settembre producesse 75 morti.\r\nNon poteva mancare anche uno sguardo al Sud Sudan nel giorno in cui è stato reso noto il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Sud Sudan, frutto di due anni di indagini e analisi indipendenti che hanno evidenziato il Saccheggio di una nazione, come riporta il titolo del dossier stesso.\r\n\r\n \r\n\r\nIl dossier africano che racchiude i podcast precedenti si trova qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Infiniti-squilibri-distopici-in-Africa-orientale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nIl capillare cambio di paradigma sistemico in Sudest asiatico\r\n\r\nCon Emanuele Giordana parliamo dei venti di rivolta giovanile che stanno scuotendo alcuni paesi asiatici, un'onda lunga partita dalle rivolte in Sri Lanka nel 2022 e Bangladesh nel 2024 che hanno defenestrato le dinastie al potere reclamando un cambiamento sostanziale . Le cause delle crisi che stanno attraversando alcuni paesi asiatici hanno le loro radici in un sistema di potere autoritario che nega le legittime aspirazioni delle nuove generazioni a una partecipazione concreta alle scelte che condizionano il loro futuro. La crisi economica, le distorsioni nello sviluppo eredità del colonialismo, l'iniqua distribuzione delle risorse, la corruzione imperante, le smodate ricchezze esibite da élite predatorie, l'ingombrante presenza dei militari nella vita politica ed economica, la disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive sono tratti comuni in paesi come la Thailandia, l'Indonesia e con caratteristiche più peculiari il Nepal. Sono paesi dove i giovani sono la maggioranza ma le loro richieste di cambiamento sono state compresse e represse per molto tempo e dove hanno trovato uno sbocco elettorale come in Thailandia i poteri conservatori e legati alla monarchia hanno invalidato l'esito elettorale. La chiamano la generazione \"z\" ma a prescindere dalle definizioni queste rivolte sono il sintomo di una forte richiesta di cambiamento del modello di accumulazione che ha contraddistinto la tumultuosa crescita dei paesi asiatici. Questa spinta generazionale ancora non riesce a trasformarsi in un articolato progetto politico ma sta mettendo in discussione fortemente un modello di società che ormai non garantisce né crescita né uguaglianza, le rivolte si stanno espandendo e chissà che dall'Asia arrivi anche in Europa questo virus benefico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/i-giovani-scuotono-l-asia-dalla-crisi-politica-thai-alle-rivolte-in-nepal-ed-indonesia--67824026\r\n\r\nAltri temi inerenti alla geopolitica estremorientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-GIORDANA-18092025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTrump ringhia contro il Venezuela agitando lo spettro della guerra alla droga.\r\n\r\nTrump si rivolge verso il \" patio trasero\" yankee con molta più frequenza ed aggressività delle precedenti amministrazioni anche repubblicane. L'impero declinante ha perso importanti posizioni in America Latina nel confronto con il competitor cinese e quindi ora Washington si atteggia a \" terminator\" nella strategia della lotta antidroga ,alibi per eccellenza fin dai tempi di Nixon per mascherare le ingerenze nordamericane. Il target è il Venezuela, irriducibilmente chavista nonostante Maduro, comunque eccezione pur con le sue contraddizioni a causa di un modello economico redistributivo verso il basso che non trova più seguaci nella regione . Rimasto prigioniero delle logiche di capitalismo estrattivo il Venezuela di Maduro resiste anche per l'inefficacia di un'opposizione poco credibile ed asservita agli interessi statunitensi, preda ambita per le sue riserve petrolifere.\r\nIl narcotraffico costituisce la copertura per l'interventismo nordamericano che ricorda la versione 2.0 della dottrina Monroe, ma il destino manifesto è duro da affermare in un continente sempre più autonomo dai legami con l'ingombrante vicino e legato ad interessi economici ed investimenti cinesi.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Cegna, giornalista e conoscitore dell'America Latina\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-ringhia-contro-il-venezuela-agitando-lo-spettro-della-guerra-alla-droga--67855661\r\n\r\nPer ripercorrere i sentieri fin qui percorsi con i popoli latinos, si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/BASTIONI-18092025-CEGNA.mp3\"][/audio]",[463],{"field":90,"matched_tokens":464,"snippet":460,"value":461},[72],{"best_field_score":228,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":262,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},{"document":467,"highlight":482,"highlights":487,"text_match":226,"text_match_info":490},{"comment_count":48,"id":468,"is_sticky":48,"permalink":469,"podcastfilter":470,"post_author":51,"post_content":474,"post_date":475,"post_excerpt":54,"post_id":468,"post_modified":476,"post_thumbnail":477,"post_title":478,"post_type":333,"sort_by_date":479,"tag_links":480,"tags":481},"99499","http://radioblackout.org/podcast/ancora-proteste-in-serbia-aggiornamenti-e-qualche-riflessione/",[471,472,473],"balcani","proteste","Serbia","Parliamo di Balcani, ma soprattutto di Serbia, dove proseguono le proteste contro la corruzione e il governo Vucic, iniziate dopo il crollo della pensilina di una stazione ferroviaria di Novi Sad a novembre, e dove le ultime notti sono state segnate da scontri tra manifestanti e sostenitori del Partito Progressista Serbo, il partito di Vucic, gruppi di uomini reclutati per rafforzare le fila dei sostenitori del presidente, e unità speciali di polizia. A Novi Sad, i manifestanti sono stati bersagliati da fuochi d'artificio provenienti dalla sede del Partito Progressista Serbo, ed è stato visto un uomo, tra le fila appunto dei sostenitori di Vucic, brandire una pistola e sparare un colpo in aria. \r\n\r\n\r\n\r\nMa abbiamo allargato il discorso oltre le proteste anti corruzione e anti Vucic, dando notizia anche della situazione di Dodik, presidente della Repubblica Srpska da poco sollevato dall'incarico per via di una condanna emanata dal Tribunale statale della Bosnia Herzegovina.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/serbia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDal minuto 12, potete ascoltare l'approfondimento con Tatjana Dordevic, scrittrice e giornalista serba a cui abbiamo chiesto a che punto sono le mobilitazioni nate dopo il crollo della pensilina a Novi Sad, poi diventate proteste di massa contro Vucic, e con la quale abbiamo anche parlato di memoria storica tra le giovani generazioni croate, bosniache e serbe, di fondamentalismo etnico, nazionalismi, passato e presente dei Balcani occidentali.","15 Agosto 2025","2025-08-15 13:40:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/Screenshot-2025-08-15-at-13-30-04-Protesti-u-četvrtak-Nasilje-policije-i-SNS-batinaša-i-erupcija-građanskog-besa-Vreme-200x110.png","Ancora proteste in Serbia. Aggiornamenti e qualche riflessione.",1755264918,[],[],{"post_content":483},{"matched_tokens":484,"snippet":485,"value":486},[220],"per via di una condanna \u003Cmark>ema\u003C/mark>nata dal Tribunale statale della Bosnia","Parliamo di Balcani, ma soprattutto di Serbia, dove proseguono le proteste contro la corruzione e il governo Vucic, iniziate dopo il crollo della pensilina di una stazione ferroviaria di Novi Sad a novembre, e dove le ultime notti sono state segnate da scontri tra manifestanti e sostenitori del Partito Progressista Serbo, il partito di Vucic, gruppi di uomini reclutati per rafforzare le fila dei sostenitori del presidente, e unità speciali di polizia. A Novi Sad, i manifestanti sono stati bersagliati da fuochi d'artificio provenienti dalla sede del Partito Progressista Serbo, ed è stato visto un uomo, tra le fila appunto dei sostenitori di Vucic, brandire una pistola e sparare un colpo in aria. \r\n\r\n\r\n\r\nMa abbiamo allargato il discorso oltre le proteste anti corruzione e anti Vucic, dando notizia anche della situazione di Dodik, presidente della Repubblica Srpska da poco sollevato dall'incarico per via di una condanna \u003Cmark>ema\u003C/mark>nata dal Tribunale statale della Bosnia Herzegovina.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/serbia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDal minuto 12, potete ascoltare l'approfondimento con Tatjana Dordevic, scrittrice e giornalista serba a cui abbiamo chiesto a che punto sono le mobilitazioni nate dopo il crollo della pensilina a Novi Sad, poi diventate proteste di massa contro Vucic, e con la quale abbiamo anche parlato di memoria storica tra le giovani generazioni croate, bosniache e serbe, di fondamentalismo etnico, nazionalismi, passato e presente dei Balcani occidentali.",[488],{"field":90,"matched_tokens":489,"snippet":485,"value":486},[220],{"best_field_score":228,"best_field_weight":166,"fields_matched":98,"num_tokens_dropped":48,"score":262,"tokens_matched":98,"typo_prefix_score":98},6637,{"collection_name":333,"first_q":66,"per_page":14,"q":66},11,["Reactive",495],{},["Set"],["ShallowReactive",498],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f5UV-dXpmJ2bpFDA8lGgBYFDIHcpG3plsOHvX3dmgjy0":-1},true,"/search?query=EMA"]