","Le elezioni in Romania viste dall'estero","post",1415036756,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-2014/","http://radioblackout.org/tag/migranti-romeni/","http://radioblackout.org/tag/romania/",[29,65,66],"migranti romeni","Romania",{"post_content":68,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"elezioni","mattina del primo turno delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali in Romania. L'analisi è partita","Abbiamo parlato questa mattina del primo turno delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> presidenziali in Romania. L'analisi è partita da una prima osservazione del voto dei migranti romeni a Torino e più in generale in Europa: fuori da molti consolati e ambasciate le persone sono rimaste in fila ore e non tutte sono riuscite a votare. Sono molti i temi che hanno spinto la popolazione romena residente all'estero a votare, così come in Romania. Il ballottaggio, previsto tra 15 giorni, sarà tra il candidato socialdemocratico Victor Ponta - che sostiene di avere un programma da centro destra - e Klaus Iohannis leader del partito liberale.\r\n\r\nAscolta l'interessante contributo di Cristina\r\n\r\ncristina\r\n\r\n ",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[70],"Le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Romania viste dall'estero",[77,82,84],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[79,80],"Elezioni","2014","\u003Cmark>Elezioni\u003C/mark> \u003Cmark>2014\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":65},[],{"matched_tokens":85,"snippet":66},[],[87,92,95],{"field":35,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[47],[90],[79,80],[81],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":75,"value":75},"post_title",[70],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70],1157451471441625000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":47,"score":103,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",{"document":105,"highlight":134,"highlights":159,"text_match":98,"text_match_info":168},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":47,"id":108,"is_sticky":47,"permalink":109,"post_author":50,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":53,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":113,"post_type":58,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":125},[44],[46],"22565","http://radioblackout.org/2014/04/lalgeria-ha-esaurito-le-svolte/","Un paese imbalsamato dal suo Presidente, da vent'anni al potere, malato, moribondo e impossibilitato persino alla campagna elettorale, nel tentativo di ottenere il suo quarto mandato: un fantoccio nelle mani di servizi segreti, dell'esercito e dei dinosauri del Fronte di Liberazione Nazionale, partito al potere dal 1962, ovvero la perpetuazione della gestione del potere per il potere, lasciando languire il Paese. Attorno candidati collusi, ognuno con la parte in commedia già scritta, compresa Louisa Hanoune, trockista in un paese in cui nessuno conosce il leader bolscevico ucciso in Mexico, che con i suoi intrallazzi con il potere ha assicurati i suoi seggi con cui tirare a campare... sempre sbandierando lo spauracchio dell'intergralismo.\r\n\r\nNel novero dei personaggi che congelano il paese maghrebino, ricco di gas e idrocarburi, si annoverano tutti i movimenti improvvisati, i generali, l'Occidente che non può permettersi di perdere un'altra fonte energetica del genere... ma in particolare il ridicolo competitore, appartenente allo stesso partito del regime, che urla all'inghippo a urne non ancora aperte (e chi meglio di lui può sapere se si stanno consumando brogli?! I brogli ci saranno, perché sono nell'ordine delle cose algerine.. peraltro, al di là dei numeri gonfiati con metodi tradizionali, ci sono manovre mediatiche per consentire un accordo tra le mafie e permettere il passaggio di potere al delfino), risulta figura ambigua: Ali Benflis è da sempre nell'orbita di Bouteflika, fingendo di essere rivale; altri candidati la società non ha prodotto, o non ha voluto credere alla truffa elettorale. Le regioni che si sono autonomizzate virtualmente non permettono nemmeno i comizi al partito al potere, che tollera per quieto vivere – e perché comunque non sono permeabili all'integralismo islamico. Rafforzati dalla vittoria contro gli islamisti, i militari non hanno voluto cedere il potere dal golpe antiFis del 1992, e sfruttando il gas e il petrolio hanno comprato le coscienze e la pace sociale, mantenendo uno status quo che oggi è incarnato dalla candidatura di Bouteflika.\r\n\r\nEppure in Algeria, il malcontento sociale è forte: la mancanza di alloggi e la disoccupazione, altissima soprattutto tra i giovani, sono temi caldi tra gli studenti e le associazioni di lavoratori che, con i sindacati (più difficili da controllare rispetto alla centrale sindacale unitaria di una volta), non smettono di scendere in piazza, al di là dei movimenti estemporanei come Barakat che si oppone essenzialmente a un quarto mandato a un uomo malato, ottenuto cambiando la Costituzione. Solo l'apparato poliziesco del generale Toufik ha potuto contenere la rabbia, evitando che si scatenasse anche qui una rivolta come le primavere arabe delle altre nazioni confinanti.\r\n\r\nA oltre mezzo secolo dalla sua indipendenza, l'Algeria può contare su una lunga striscia costiera, fertili terreni agricoli e grandi riserve di gas e petrolio, eppure i suoi giovani sono schiacciati dalla disoccupazione e sognano di fuggire lontano. Come fece Karim ormai molti anni fa, pur rimanendo legato al Paese dei suoi avi, dove torna spesso e su cui è sempre molto ben informato, come sentirete, ascoltando questo contributo.\r\n\r\n2014.04.17_karim","17 Aprile 2014","2014-06-12 08:40:49","Algeria senza scampo: elezioni inevitabilmente farsesche",1397750739,[116,117,118,119,120,61,121,122,123,124],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/barakat/","http://radioblackout.org/tag/benflis/","http://radioblackout.org/tag/bouteflika/","http://radioblackout.org/tag/brogli/","http://radioblackout.org/tag/fln/","http://radioblackout.org/tag/hannoune/","http://radioblackout.org/tag/kabilya/","http://radioblackout.org/tag/movimenti-sindacali/",[126,127,128,129,130,29,131,132,34,133],"Algeria","Barakat","Benflis","Bouteflika","brogli","Fln","Hannoune","movimenti sindacali",{"post_title":135,"tags":138},{"matched_tokens":136,"snippet":137,"value":137},[70],"Algeria senza scampo: \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> inevitabilmente farsesche",[139,141,143,145,147,149,151,153,155,157],{"matched_tokens":140,"snippet":126},[],{"matched_tokens":142,"snippet":127},[],{"matched_tokens":144,"snippet":128},[],{"matched_tokens":146,"snippet":129},[],{"matched_tokens":148,"snippet":130},[],{"matched_tokens":150,"snippet":81},[79,80],{"matched_tokens":152,"snippet":131},[],{"matched_tokens":154,"snippet":132},[],{"matched_tokens":156,"snippet":34},[],{"matched_tokens":158,"snippet":133},[],[160,166],{"field":35,"indices":161,"matched_tokens":163,"snippets":165},[162],5,[164],[79,80],[81],{"field":93,"matched_tokens":167,"snippet":137,"value":137},[70],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":169,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471441625194",{"document":171,"highlight":194,"highlights":216,"text_match":226,"text_match_info":227},{"cat_link":172,"category":173,"comment_count":47,"id":174,"is_sticky":47,"permalink":175,"post_author":50,"post_content":176,"post_date":177,"post_excerpt":53,"post_id":174,"post_modified":178,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":179,"post_type":58,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":188},[44],[46],"23364","http://radioblackout.org/2014/05/elezioni-europee-2014-analisi-di-alcuni-casi-esemplari/","Come è stato da qualcuno sottolineato (pochi nel mainstream) il tratto comune di queste elezioni europee è stato, paradossalmente, di essere state molto poco europee e di aver piuttosto rappresentato le difficoltà e l'ostilità della maggiornaza dei/lle cittadin* dei diversi stati membri verso il progetto dell'Unione, identificato soprattutto a livello di massa come progetto calato dall'alto e responsabile del peggioramento delle condizioni di vita.\r\nCerto, è un dato di cui non ci si può rallegrare, soprattutto perché riattizza in larga parte comportamenti reazionari, paure egoistiche e chiusure identitarie. Ci sono comunque grosse differenze tra la vittoria di un Front National in Francia e la netta affermazione di Syriza in Grecia, o l'affremazione del neonato raggruppamento di Podemos in Spagna.\r\nCon Argiris Panagopoulos, giornalista greco, corrispondente de Il Manifesto e candidato nella Lista Tsipras per un'altra Europa in Italia, abbiamo commentato l'affermazione di Syriza in terra ellenica\r\nArgiris_Syriza\r\nIn Francia, la vittoria del Front National avviene dopo 1 anno emezzo di mobilitazioni della destra reazionaria contro i matrimoni gay e l'immigrazione extra-comunitaria. E' però anche un voto di protesta (più che raddoppiato nell'astensione) contro un Partito Socialista visto come araldo del sistema-austerity di osservanza europeista, come provano le significative trasmigrazioni di voto dal Pcf al Fn in alcuni storici bastioni operai.\r\n\r\nAscolta la diretta con Carlotta, compagna che vive in Francia da diversi anni\r\n\r\ncarlotta_voto_francia\r\n Unica anomalia sul piano nazionale italiano, la Val di Susa, nugolo di puntini gialli (M5S) nella distesa rossa indicante l'incointrastata affermazione del Partito Democratico (questi colori scelti dai grafici della stampa e dei media mainstream). In realtà, le performance elettorali valsusine non riguardano la sola tenuta dei 5 Stelle ma un voto più articolato che ha premiato gruppi, persone e liste civiche che rappresentano una sicura espressione delle ragioni del popolo NoTav. Soprattutto, il momento del voto è solo un momento tra tanti di una lotta che si articola su differenti piani e livelli.\r\nAscolta l'intervista con Francesco Richetto del Comitato di Lotta Popolare di Bussoleno\r\nrichets_voto_valsusa","28 Maggio 2014","2014-06-02 12:39:15","Elezioni Europee 2014: analisi di alcuni casi esemplari",1401295884,[182,183,184,185,186,187],"http://radioblackout.org/tag/crisi/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/val-susa/",[189,190,191,17,192,193],"crisi","elezioni europee","francia","italia","val susa",{"post_content":195,"post_title":199,"tags":202},{"matched_tokens":196,"snippet":197,"value":198},[70],"il tratto comune di queste \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> europee è stato, paradossalmente, di","Come è stato da qualcuno sottolineato (pochi nel mainstream) il tratto comune di queste \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> europee è stato, paradossalmente, di essere state molto poco europee e di aver piuttosto rappresentato le difficoltà e l'ostilità della maggiornaza dei/lle cittadin* dei diversi stati membri verso il progetto dell'Unione, identificato soprattutto a livello di massa come progetto calato dall'alto e responsabile del peggioramento delle condizioni di vita.\r\nCerto, è un dato di cui non ci si può rallegrare, soprattutto perché riattizza in larga parte comportamenti reazionari, paure egoistiche e chiusure identitarie. 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Eppure gli ingredienti per una netta affermazione del partito guidato da Matteo Renzi c'erano tutti.\r\nUna punta di concretezza immediata con taglio dell'irpef e 80 euro in busta paga, una classe dirigente completamente innovata, una campagna elettorale giocata all'attacco, senza gli inutili ammiccamenti bersaniani a Grillo, la capacità di tenere insieme il vecchio blocco di potere delle cooperative rosse e del sindacato di riferimento con una nuova attenzione alla generazione precaria. Non appaia un paradosso, perché i ceti post fordisti creati anche dalle politiche del PD degli ultimi vent'anni, hanno fatto propria una narrazione di se e delle relazioni sociali tale da considerare parassitari i dipendenti pubblici, lo stesso sindacato, l'insieme di chi mantiene diritti, lavoratori più anziani, meno dinamici e flessibili, irrimediabilmente novecenteschi.\r\nUn blocco elettorale complesso al punto che Rosi Bindi, già ammoniva Renzi sulle difficoltà di mantenerlo unito.\r\nL'analisi del voto di domenica, inevitabilmente un voto \"italiano\", nonostante la cornice europea, sembrerebbe ri-portare indietro le lancette dell'orologio, perché il paragone più immediato è con la grande Balena Bianca di un altro toscano, l'aretino Amintore Fanfani.\r\nMa, al di là delle suggestioni di un paragone inevitabile di fronte ad un presidente del consiglio e segretario del partito erede del PCI belingueriano, che ha le sue origini tra i boy scaut più che nelle sezioni di partito, oggi il processo della politica post ideologica è giunto a compimento, la rottamazione vera, quella del partito di massa novecentesco, è un fatto. La lunga transizione si è consumata da tempo: i vecchi comunisti del PD esistevano solo nella astuta propaganda dell'ex Cavaliere dalle mille trovate.\r\nI dati elettorali ci offrono anche altri spunti di riflessione. I quattro milioni di italiani che, rispetto alle europee del 2009, hanno deciso di non votare sono il segno di una disaffezione dalla politica istituzionale, che non trova più espressione nel movimento Cinque Stelle. La compagine guidata da Grillo e Casaleggio, pur mantenendo un più che rispettabile 21%, perde due milioni e rotto di voti rispetto alle politiche dello scorso anno, mentre il PD, nonostante la crescita dell'astensionismo, ne prende tre milioni in più.\r\nGrillo viene doppiato dal PD, mentre la Lega, data per morta, si riprende parte dei voti presi da Grillo nel 2013.\r\nLa Lega Nord, stante il risultato modesto di Fratelli d'Italia, si candida in modo secco al ruolo di formazione di destra radicale, con una proiezione europea garantita dall'asse con il Front National di Marine Le Pen.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, un compagno con il quale abbiamo provato a fare un primo percorso analitico sulla consultazione elettorale di domenica scorsa.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nvarengo_europee","27 Maggio 2014","2014-06-02 12:38:38","Elezioni. Il muro del 40%, la fuga dal voto, la stecca del Grillo",1401214960,[243,244,245],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee-2014/","http://radioblackout.org/tag/grillo/","http://radioblackout.org/tag/renzi/",[31,247,15],"Grillo",{"post_content":249,"post_title":253,"tags":256},{"matched_tokens":250,"snippet":251,"value":252},[70],"affermazione del Partito Democratico alle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> europee ha sopreso chi si","Erano decenni che un partito, da solo, non riusciva a spezzare il muro del 40%.\r\nLa netta affermazione del Partito Democratico alle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> europee ha sopreso chi si era fidato dei sondaggi che negli ultimi giorni erano giunti e preconizzare persino un testa a testa sulla soglia del 30% tra PD e movimento 5S.\r\nEppure. 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Siamo ormai a distanze siderali dalle regioni quasi religiosamente monocolore ma altrettanto da un modello che vede confinata a sud un'insofferenza che veniva descritta preda dei più facili populismi. Scricchiolano tutti gli accordi tra PD e PDL e per primo il cosiddetto patto del Nazareno, alla luce di quanto uscito dalle urne tra domenica e lunedì. La posizione di Forza Italia sembra ormai debolissima se non in via di disintegrazione e dunque Renzi passa all'attacco di un alleato che sembra quasi non servirgli più. \r\n\r\nNon importa che sia l'astensionismo il grande vincitore delle ultime regionali, Renzi vuole ostinatamente passare all'incasso, conscio che in materia di voto contano le percentuali relative ai votanti e soprattutto del fatto che non si profilano all'orizzonte competitor reali. Così rilascia dichiarazioni sconvolgenti e in parte ridicole, lasciando credere che la questione dei numeri assoluti non ponga problematicità particolarmente rilevanti. \r\n\r\nBoom della Lega in Emilia, che diventa però una forza concorrente solo in coalizione con il solito centrodestra più i Frateli d'Italia della Meloni.\r\n\r\nSi conferma l'indebolimento progressivo del M5S sempre più assimilato all'odiato ceto politico nella percezione di chi ancora va a votare. Intanto i media mainstream, che hanno contribuito a creare il successo di Salvini cercando di metterlo alle strette come fatto precedentemente con Grilo, non mostrano di avere una grande progettualità se non un tifo obbligato per l'unico candidato per loro credibile ancora in pista, Renzi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Revelli, storico e commentatore politico\r\n\r\nREPELLI","25 Novembre 2014","2014-11-26 17:24:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/images1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"275\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/images1.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Renzi e la democrazia nel tempo dell'astensionismo",1416938884,[290,291,292,245],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-regionali-2014/","http://radioblackout.org/tag/lega/","http://radioblackout.org/tag/politica-interna/",[294,295,296,15],"Elezioni regionali 2014","Lega","politica interna",{"post_content":298,"tags":302},{"matched_tokens":299,"snippet":300,"value":301},[70],"Le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Emilia Romagna e Calabria","Le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in Emilia Romagna e Calabria palesano una scollatura che ormai non dà più indicazioni geografiche. Siamo ormai a distanze siderali dalle regioni quasi religiosamente monocolore ma altrettanto da un modello che vede confinata a sud un'insofferenza che veniva descritta preda dei più facili populismi. Scricchiolano tutti gli accordi tra PD e PDL e per primo il cosiddetto patto del Nazareno, alla luce di quanto uscito dalle urne tra domenica e lunedì. La posizione di Forza Italia sembra ormai debolissima se non in via di disintegrazione e dunque Renzi passa all'attacco di un alleato che sembra quasi non servirgli più. \r\n\r\nNon importa che sia l'astensionismo il grande vincitore delle ultime regionali, Renzi vuole ostinatamente passare all'incasso, conscio che in materia di voto contano le percentuali relative ai votanti e soprattutto del fatto che non si profilano all'orizzonte competitor reali. Così rilascia dichiarazioni sconvolgenti e in parte ridicole, lasciando credere che la questione dei numeri assoluti non ponga problematicità particolarmente rilevanti. \r\n\r\nBoom della Lega in Emilia, che diventa però una forza concorrente solo in coalizione con il solito centrodestra più i Frateli d'Italia della Meloni.\r\n\r\nSi conferma l'indebolimento progressivo del M5S sempre più assimilato all'odiato ceto politico nella percezione di chi ancora va a votare. Intanto i media mainstream, che hanno contribuito a creare il successo di Salvini cercando di metterlo alle strette come fatto precedentemente con Grilo, non mostrano di avere una grande progettualità se non un tifo obbligato per l'unico candidato per loro credibile ancora in pista, Renzi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Revelli, storico e commentatore politico\r\n\r\nREPELLI",[303,306,308,310],{"matched_tokens":304,"snippet":305},[79,80],"\u003Cmark>Elezioni\u003C/mark> regionali \u003Cmark>2014\u003C/mark>",{"matched_tokens":307,"snippet":295},[],{"matched_tokens":309,"snippet":296},[],{"matched_tokens":311,"snippet":15},[],[313,318],{"field":35,"indices":314,"matched_tokens":315,"snippets":317},[47],[316],[79,80],[305],{"field":96,"matched_tokens":319,"snippet":300,"value":301},[70],{"best_field_score":228,"best_field_weight":101,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":321,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471306883178",{"document":323,"highlight":340,"highlights":350,"text_match":226,"text_match_info":356},{"cat_link":324,"category":325,"comment_count":47,"id":326,"is_sticky":47,"permalink":327,"post_author":50,"post_content":328,"post_date":238,"post_excerpt":53,"post_id":326,"post_modified":329,"post_thumbnail":53,"post_thumbnail_html":53,"post_title":330,"post_type":58,"sort_by_date":331,"tag_links":332,"tags":336},[44],[46],"23353","http://radioblackout.org/2014/05/uneuropa-sempre-piu-nera/","L'ondata di destra non è stata violenta come si temeva ma c'é stata. Il risultato del Front National in Francia, divenuto primo partito a scapito sia dei socialisti di Hollande che dell'UMP di Sarkozy, ne è l'emblema più forte.\r\nTuttavia nell'analisi di Guido Caldiron, che già la scorsa settimana sulle pagine del Manifesto descriveva i pericoli di un'Europa sempre più nera, il rischio vero è quello di un ulteriore rafforzamento dei pesanti dispositivi disciplinari che, da Schengen in poi, sono stati l'emblema di un'Europa Fortezza, che oggi potrebbe serrare ancora di più le maglie d'acciaio che ne chiudono le frontiere.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\ncaldiron_europee","2014-05-29 17:10:25","Un'Europa sempre più nera?",1401212308,[243,333,334,335],"http://radioblackout.org/tag/frontiere/","http://radioblackout.org/tag/marine-le-pen/","http://radioblackout.org/tag/nazionalismo/",[31,337,338,339],"frontiere","marine le pen","nazionalismo",{"tags":341},[342,344,346,348],{"matched_tokens":343,"snippet":259},[70,80],{"matched_tokens":345,"snippet":337},[],{"matched_tokens":347,"snippet":338},[],{"matched_tokens":349,"snippet":339},[],[351],{"field":35,"indices":352,"matched_tokens":353,"snippets":355},[47],[354],[70,80],[259],{"best_field_score":228,"best_field_weight":101,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":357,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1157451471306883177",6646,{"collection_name":58,"first_q":29,"per_page":360,"q":29},6,4,{"facet_counts":363,"found":397,"hits":398,"out_of":579,"page":33,"request_params":580,"search_cutoff":36,"search_time_ms":581},[364,374],{"counts":365,"field_name":372,"sampled":36,"stats":373},[366,368,370],{"count":102,"highlighted":367,"value":367},"I Bastioni di Orione",{"count":33,"highlighted":369,"value":369},"anarres",{"count":33,"highlighted":371,"value":371},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":102},{"counts":375,"field_name":35,"sampled":36,"stats":395},[376,378,380,381,383,385,387,389,391,393],{"count":102,"highlighted":377,"value":377},"Bastioni di Orione",{"count":14,"highlighted":379,"value":379},"Lega Nord",{"count":33,"highlighted":15,"value":15},{"count":33,"highlighted":382,"value":382},"verona",{"count":33,"highlighted":384,"value":384},"fonzie",{"count":33,"highlighted":386,"value":386},"job act",{"count":33,"highlighted":388,"value":388},"donne e politica",{"count":33,"highlighted":390,"value":390},"immagine femminile",{"count":33,"highlighted":392,"value":392},"indipendentisti veneti",{"count":33,"highlighted":394,"value":394},"contestazione a salvini a livorno",{"total_values":396},22,8,[399,446,479,504,526,553],{"document":400,"highlight":419,"highlights":432,"text_match":441,"text_match_info":442},{"comment_count":47,"id":401,"is_sticky":47,"permalink":402,"podcastfilter":403,"post_author":369,"post_content":404,"post_date":405,"post_excerpt":53,"post_id":401,"post_modified":406,"post_thumbnail":407,"post_title":408,"post_type":409,"sort_by_date":410,"tag_links":411,"tags":415},"26514","http://radioblackout.org/podcast/emilia-romagna-il-grande-flop-del-voto/",[],"Il risultato delle regionali in Emilia Romagna ha stupito? L’esito no, cioè la conferma al governo della regione del partito che l’ha amministrata dal 1970, ma l’affluenza al voto, che non ha raggiunto il 38 % degli aventi diritto, è stato un crash test per il sistema politico della regione.\r\nIl voto ha dimostrato la lontananza della base del partito dalle politiche confindustriali di Renzi. Ha ricordato anche che le schifezze clientelari di Errani e di tutto il consiglio regionale, nonché il problemuccio dei rimborsi spese che ha coinvolto anche Bonacini, il presidente eletto, hanno incrinato il sistema fiduciario che da decenni ha sostenuto i partiti di sinistra al governo della regione . Ha dimostrato che senza il leader Forza Italia non esiste e che in Emilia Romagna si trovano ancora resistenze alla becera demagogia razzista sulla quale la lega nord, anzi Salvini ha costruito la campagna. Non a caso Salvini è stato l’unico leader nazionale che ha condotto la campagna regionale: la lega nord in Emilia Romagna si era auto estinta e nessuno ne sentiva la mancanza.\r\nIl M5S è finalmente emerso come il partito autoritario che è. Un partito che ha avuto il coraggio di presentare per l’ennesima volta Giulia Gibertoni riciclata dopo non essere stata eletta al parlamento europeo. Insomma roba già vista.\r\nL’astensione è il risultato della disillusione, dell’allontanamento da questo sistema politico di centinaia di migliaia di persone. Così il nuovo presidente Stefano Bonacini, eletto con il 49% delle preferenze, in realtà avrà la delega del 18% degli aventi diritto.\r\n\r\nQuesti i risultati, PD 535.109 voti (857.613 nelle regionali del 2010) e Sinistra Ecologia e Libertà 38.845 voti (37.698 nel 2010) raggiungono il 49,69 %. La Lega Nord 233.439 voti (288.601 nel 2010) con Forza Italia 100.478 (518.108 nel 2010) raggiungono il 29,79%. Il M5S 159.456 voti (126.619nel 2010) raggiunge il 13,26%. Infine l’Altra Emilia Romagna con 44.676 voti tocca il 5%.\r\n\r\nIl M5S non è più valvola di sfogo dei delusi; doppiamente delusi. Il modello statunitense dei due megapartiti che si autosostengono con le stesse politiche neoliberali che omogenizzano il panorama istituzionale non rappresenta più un riferimento credibile.\r\nMentre Renzi e una coalizione parlamentare trasversale si organizzano e costruiscono una riforma elettorale che consentirà ad una forza con il 35/37 % dei voti di avere un’ampia maggioranza in parlamento come si tradurrà politicamente la disillusione e la rabbia verso questo panorama politico, la distanza dai partiti e la consapevolezza degli interessi malsani che questi generano?\r\nDue sono le possibilità, aspettare il prossimo demagogo, il leader che ridia fiducia e speranza a milioni di elettori assuefatti da decenni di processi di delega o ricostruire faticosamente e lentamente processi partecipativi reali, traducendo l’astensionismo amorfo in una forza sociale attiva.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone, astenuto nonché anarchico.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 11 28 ruini elezioni emilia","30 Novembre 2014","2018-10-17 22:09:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/11/incidente-treno-200x110.jpg","Emilia Romagna. 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Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . 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Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2025","2025-03-01 12:14:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/02/2025- ARABIA SAUDITA: MBS E LE ASPIRAZIONI DI POTENZA GLOBALE -TIGRAY: LE FERITE DELLA GUERRA - GERMANIA DOPO LE ELEZIONI -YAZIDI UN POPOLO PERSEGUITATO.",1740831265,[459],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[377],{"post_content":462,"post_title":466},{"matched_tokens":463,"snippet":464,"value":465},[70],"vive a Berlino , parliamo delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> tedesche in particolare dell'influenza sull'esito","In questa puntata Bastioni di Orioni approfondisce il ruolo che l'Arabia Saudita sta giocando sullo scacchiere internazionale ,aspirando ad essere riconosciuta come potenza globale imprescindibile nella definizione dei nuovi equilibri non solo regionali. 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Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del \u003Cmark>2014\u003C/mark> nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":467,"snippet":469,"value":469},[468],"ELEZIONI","BASTIONI DI ORIONE 27/02/2025- ARABIA SAUDITA: MBS E LE ASPIRAZIONI DI POTENZA GLOBALE -TIGRAY: LE FERITE DELLA GUERRA - GERMANIA DOPO LE \u003Cmark>ELEZIONI\u003C/mark> -YAZIDI UN POPOLO PERSEGUITATO.",[471,473],{"field":96,"matched_tokens":472,"snippet":464,"value":465},[70],{"field":93,"matched_tokens":474,"snippet":469,"value":469},[468],1155199671761633300,{"best_field_score":477,"best_field_weight":444,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":478,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1112386306048","1155199671761633394",{"document":480,"highlight":494,"highlights":499,"text_match":475,"text_match_info":502},{"comment_count":47,"id":481,"is_sticky":47,"permalink":482,"podcastfilter":483,"post_author":50,"post_content":484,"post_date":485,"post_excerpt":53,"post_id":481,"post_modified":486,"post_thumbnail":487,"post_title":488,"post_type":409,"sort_by_date":489,"tag_links":490,"tags":492},"98996","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-03-07-2025-la-favola-del-nucleare-iraniano-e-raccontata-da-specchi-sionisti-deformanti-e-criminali-il-chokepoint-di-panama-concentra-rabbia-e-repressione-che-in-serbia-trovano-u/",[367],"Avevamo già sentito Piergiorgio Pescali a proposito del suo lavoro di ingegnere inviato dall'Aiea a controllare il rispetto dei protocolli nucleari nelle aree più soggette a dispute sull'uso dell'energia nucleare da parte degli stati. Se le volte precedenti i teatri di guerra in cui stava operando ci avevano permesso di descrivere il quadro attorno a Zaporižžja, stavolta si trovava in Iran mentre si andavano svolgendo le operazioni belliche della guerra battezzata da Trump dei 12 giorni, impegnato proprio con quelle centrali oggetto del contendere nel pretesto sionista per l'aggressione di Netanyahu e nella dimostrazione di muscoli machisti di Trump. Ci ha potuto quindi restituire un quadro di prima mano sia della comunità civile iraniana, sia delle figure di scienziati che a dispetto di ogni convenzione diplomatica e facendo strame del diritto internazionale sono stati decimati; ma contemporaneamente ha potuto con precisione descrivere e dirimere la questione più strettamente tecnologica. Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. Il resto è show-war innescato da pretesti conflittuali per rendere accettabile la trasformazione del Sudovest asiatico.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/scene-di-guerra-spettacolari-per-ridisegnare-il-medio-oriente-raccontando-favole-nucleari--66873848\r\n\r\ni precedenti episodi relativi alla Repubblica islamica si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/OneWayNukeProliferation.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nSono due mesi che si assiste a proteste incessanti che coinvolgono diversi settori della società panamense , le proteste godono di un ampio sostegno popolare ed è per questo che il governo ha iniziato ad aumentare la repressione.\r\nLe mobilitazioni che si stanno svolgendo in varie parti del paese sono contro la riforma del sistema pensionistico, la riapertura della miniera Cobre Panamá, i bacini idrici multifunzionali del canale interoceanico e l'accordo di intesa firmato da Panama con gli Stati Uniti.\r\nIl governo intende decapitare il movimento, criminalizzando e perseguendo penalmente i principali dirigenti sindacali e minacciando gli scioperanti . La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il 2014 prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di elezioni politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]","6 Luglio 2025","2025-07-07 09:27:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/07/2025 - LA FAVOLA DEL NUCLEARE IRANIANO È RACCONTATA DA SPECCHI SIONISTI DEFORMANTI E CRIMINALI. 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Così facendo ci ha confermato nell'idea che avevamo già avanzato la scorsa settimana con Laura Silvia Battaglia, ipotizzando che si tratti semplicemente di un sanguinario teatrino dell'orrore messo in piedi dai vertici del potere internazionale per far accettare la trasformazione del Sudovest asiatico secondo i piani di Tel Aviv.\r\nSiamo anche tornati a Panama, questa volta con David Lifodi, redattore de \"La Bottega del Barbieri\". Abbiamo di nuovo rivolto la prua verso il Canale, perché ci sembrava che la quantità di motivi di scontro e la serie di interessi planetari che passano da quella via di comunicazione che va prosciugandosi sia tale che vede tutte le grandi potenze impegnate: la Cina lascia il controllo dei porti, Trump pretende di annettersi il paese che tanto ha lottato per l'indipendenza, un presidente traditore che svende il paese agli americani, che dispiegheranno truppe di nuovo lungo il Canale, e alla Chiquita, che impone licenziamenti e dimezzamenti salariali e pensionistici (i lavoratori andrebbero in pensione con il 30% del loro stipendio – ora sarebbe con il 60%). I tumulti in piazza sono scoppiati, la repressione è stata feroce.\r\nE sulla scorta di questa ondata di lotte di piazza mesoamericane abbiamo sentito l'impulso di sentire ancora una volta Tatjana Djordjevic per documentare la svolta del Movimento serbo contro Vucic: stavolta la posizione si è più politicizzata e chiede dimissioni, si contrappone al rifiuto di rispondere dell'apparato di potere, forse perdendo l'anima movimentista, fresca e irridente, probabilmente per l'infiltrazione di elementi organizzati.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPiergiorgio Pescali, ingegnere nucleare che svolge i controlli per conto dell’Aiea, durante la guerra dei 12 giorni svolgeva il suo compito a Teheran e ci ha restituito alcune impressioni sulla società iraniana coinvolta nel conflitto, reazioni e speranze scaturite dalla situazione, ma soprattutto ci ha fatto il quadro preciso dello stato dell’arte tecnologico da esperto che ha conosciuto buona parte degli scienziati uccisi dall’Idf, colleghi preparati e che hanno sempre ribadito l’intento non militare del loro lavoro. Pescali non nasconde che i risultati dell’attività delle centrali iraniane esulassero dagli accordi sull’arricchimento dell’uranio – ma comunque i persiani non hanno accesso al plutonio, indispensabile per dotarsi di una bomba che possa fare da deterrente – e che l’Aiea dovesse riferire, sicuramente il pericolo non legittimava la reazione assassina del governo di Netanyahu: eliminare gli scienziati e decapitare i comandi militari indebolisce la società iraniana ma la lascia in balia del regime confessionale non più in grado di contrastare le mire sioniste, ma ancora più feroce nel controllo interno.\r\nPeraltro, se si analizza la questione con gli occhiali dello scienziato informato di prima mano, il pericolo della dotazione nucleare iraniana sarebbe potenzialmente a tal punto risibile rispetto alla potenza nucleare israeliana che appare evidente che sia stato tutto un teatrino pretestuoso il putiferio luttuoso combinato dai potenti, inscenato per rafforzare il singolo potere interno sulla pelle dei morti civili, anche di valenti scienziati, menti sottratte alla comunità. Infatti dopo quei 12 giorni di guerra non è cambiato nulla: l’Iran non ha stracciato la firma dal Trattato sulla non proliferazione nucleare (che Israele non ha mai preso in considerazione nella sua consueta impunità), gli Usa continuano nell’ambiguità del sostegno acritico a Israele e a contrastare l’espansione cinese, Tel Aviv insiste a sfruttare la superiorità bellica per rintuzzare la potenza della Mezzaluna sciita. 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La verità è che ci troviamo di fronte a una dittatura in abiti civili, che gode del sostegno degli Stati Uniti e risponde al malcontento sociale con la repressione indiscriminata.\r\nNonostante lo stato d’assedio, la crescita delle proteste nella cosiddetta zona bananera, dove l’impresa Chiquita Panamá ha licenziato più di cinquemila lavoratori , ha incrementato la rivolta sociale contro il presidente Mulino, giunto al potere nel 2024 grazie al sostegno della borghesia panamense e del grande capitale e che era riuscito a guadagnarsi l’appoggio popolare intercettando l’elettorato ultraconservatore deluso dal neoliberista Martinelli, alla guida del paese tra il 2009 e il \u003Cmark>2014\u003C/mark> prima di essere travolto da una serie di scandali legati alla corruzione.\r\nIn un paese di poco più di 4 milioni di abitanti i primi a scendere in lotta, il 23 aprile scorso, sono stati i docenti. Successivamente, a far sentire la propria voce, sono stati lavoratori delle bananeras, i sindacati, a partire dal Suntracs (Sindicato Único Nacional de Trabajadores de la Construcción y Similares) e gli studenti, tutti riuniti sotto le insegne del collettivo Alianza Pueblo Unido por la Vida che, fin dall’inizio, ha definito quella di Mulino come un’”offensiva neoconservatrice e neocolonialista”.\r\n\r\nNe parliamo con David Lifodi attento osservatore della realtà latinoamericana.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/panama-s-incrociano-le-rivendicazioni-popolari-mentre-e-in-corso-la-contesa-per-il-controllo-del-canale--66875972\r\n\r\nQui trovate la serie dedicata al mondo latinoamericano\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-PANAMA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nQuando ormai sembrava che le proteste stessero per sgonfiarsi e che neanche gli studenti avessero più la forza, a Belgrado si è svolta una grande manifestazione, segnando un altro punto di svolta nella mobilitazione di studenti e cittadini che si protrae ormai da mesi.\r\nTuttavia, sabato 28 giugno è diventato chiaro che la situazione è molto più complessa.\r\nNella storia della Serbia, questa data ha un significato importante, quasi mitico. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389, a Vidovdan (il giorno di San Vito) secondo il calendario gregoriano. A 636 anni di distanza, ancora si discute e ci si scontra sul significato di questo evento.\r\nPer la maggior parte dei cittadini serbi, questa è una delle date più significative della storia, il giorno in cui l’esercito serbo si oppose a quello ottomano, di gran lunga superiore, combatté eroicamente e, pur uscendo sconfitto, “salvò l'Europa”.\r\nPer altri – che restano in minoranza – Vidovdan è una ricorrenza da commemorare, ma non da celebrare, avendo spinto la Serbia in uno stato di prigionia e decadenza secolare. Per la destra, Vidovdan è un giorno sacro, per la sinistra una fonte di preoccupazione per le possibili recrudescenze nazionaliste e scioviniste.\r\nNegli ultimi trent’anni, Vidovdan ha assunto particolare rilevanza. A riportarlo in auge fu Slobodan Milošević.\r\nIl Kosovo è ancora uno dei punti nevralgici della società serba, tant’è che la stragrande maggioranza dei cittadini serbi continua a percepire il Kosovo come parte integrante della Serbia e a basare su questa convinzione le proprie opinioni politiche.\r\nQuesto il contesto in cui gli studenti hanno organizzato la grande manifestazione a Vidovdan. Stando alle stime in Piazza Slavija, a Belgrado, si sono radunate centoquarantamila persone. Altre fonti parlano anche di duecentomila manifestanti.\r\nIl salto di qualità del movimento studentesco, nato in seguito al crollo della pensilina della stazione di Novi Sad avvenuto il 1 novembre del 2024 e in cui persero la vita 15 persone, è evidente nella capillare mobilitazione che sta coinvolgendo ampi strati della società serba .Le rivendicazioni sono la richiesta di \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> politiche anticipate e smantellare il cosiddetto Ćaciland, bastione del Partito progressista serbo (SNS) in centro a Belgrado, allestito dagli “studenti che vogliono tornare in aula”, che da mesi ormai blocca il traffico nella capitale.\r\nL'ampiamento della base sociale delle proteste ha portato a galla i residui del nazionalismo serbo che si sono visti in piazza Slavija dove sono intervenute personalità dall'evidente pedigree nazionalista .L'intossicazione nazionalista e la scelta di confrontarsi sul piano elettorale con Vucic rischiano di far scivolare il movimento verso la normalizzazione ,mentre rimane molto forte la mobilitazione e l'indignazione popolare contro il sistema di Vucic.\r\n\r\nNe parliamo con Tatjana Djordjevic corrispondente dall'Italia di vari media .\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/serbia-ombre-nazionaliste-sulla-protesta-degli-studenti-contro-vucic--66876127\r\n\r\nI precedenti interventi relativi al Movimento serbo e anche alle altre realtà balcaniche potete ascoltare si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BASTIONI-03072025-SERBIA.mp3\"][/audio]",[500],{"field":96,"matched_tokens":501,"snippet":497,"value":498},[80],{"best_field_score":477,"best_field_weight":444,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":503,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},"1155199671761633393",{"document":505,"highlight":517,"highlights":522,"text_match":475,"text_match_info":525},{"comment_count":47,"id":506,"is_sticky":47,"permalink":507,"podcastfilter":508,"post_author":451,"post_content":509,"post_date":510,"post_excerpt":53,"post_id":506,"post_modified":511,"post_thumbnail":512,"post_title":513,"post_type":409,"sort_by_date":514,"tag_links":515,"tags":516},"87522","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-22-02-2024-polonia-due-modelli-di-societa-a-confronto-indonesia-elezionivince-prabowo-ma-widodo-non-esce-dal-gioco/",[367],"In questa puntata Bastioni di Orione torna a guardare alla Polonia con Alessandro Ajres professore di lingua e cultura polacca all'Università di Torino e studioso della storia del paese. Si fa riferimento alle due visioni contrapposte di società che si stanno confrontando dopo la vittoria elettorale della coalizione di Tusk ad ottobre ,ancora resistono le incrostazioni del potere del PIS che ha occupato i gangli sensibili dello stato dalla corte costituzionale alla televisione pubblica. Il presidente Duda resiste alle riforme sostenute dalla coalizione \"riformatrice\" ,mentre aumenta il peso specifico della Polonia nei piani di riarmo della Nato e il ruolo nella guerra per procura contro la Russia. A rischio anche i diritti delle donne riguardo all'aborto e quello dei migranti non ucraini che rischiano una stretta repressiva che sembra perseguire anche il nuovo governo di Tusk.\r\n\r\nIl film di Agnieszka Holland ,Green border racconta la situazione dei migranti al confine della Bielorussia e anche le manifestazioni di solidarietà da parte della popolazione polacca nonostante la propaganda xenofoba.\r\n\r\nhttps://youtu.be/j_rEEm_UWGk\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-220224-AJRES.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Manuele Giordana guardiamo da Timor Est alla situazione in Indonesia dopo le elezioni in cui ha prevalso Prabowo Subianto ex generale ,uomo del dittatore Suharto di cui ha sposato la figlia e che si è macchiato di crimini a Timor est durante l'occupazione indonesiana e nella repressione dell'opposizione. Il presidente uscente Widodo ha fatto un accordo facendo in modo che il figlio maggiore, Gibran Rakabuming Raka, si potesse candidare alla vicepresidenza in ticket con Prabowo figura appunto molto controversa , nazionalista e di destra. La sua scelta è andata contro la linea del proprio partito, il Partito democratico indonesiano di lotta, liberaldemocratico, ed è stata molto criticata.\r\nPrabowo si era già candidato alla presidenza nel 2014 e poi nel 2019, perdendo entrambe le volte contro Widodo, che per il suo secondo mandato l’aveva scelto come proprio ministro della Difesa. Alle prossime presidenziali, in caso di vittoria di Prabowo, il figlio maggiore di Widodo diventerebbe vicepresidente, ma il meccanismo con cui questo è stato reso possibile ha creato molte preoccupazioni sulla salute della democrazia del paese. Lo scorso ottobre, infatti, il più alto tribunale dell’Indonesia presieduto dal cognato di Widodo aveva modificato le regole di ammissibilità alla vicepresidenza adattandole al figlio del presidente, che senza questi cambiamenti non avrebbe potuto candidarsi perché troppo giovane. Si pone la questione della memoria collettiva del paese dove la maggioranza della popolazione non ha conosciuto la ditattura e il candidato Prabowo si è potuto presentare dissimulando il suo ingombrante passato con un abile manipolazione dei social.\r\nL'atto di uccidere (The Act of Killing) è un film documentario del 2012 diretto da Joshua Oppenheimer, da Christine Cynn e da un co-regista indonesiano anonimo. Il film descrive la purga anticomunista avvenuta in Indonesia tra il 1965 e il 1966 che portò alla morte di un milione di persone, raccontata dal punto di vista di due diretti responsabili dell'uccisione di centinaia di uomini ed oggi rispettabili membri di organizzazioni paramilitari indonesiane\r\nhttps://youtu.be/6GiqYLrJBG0\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-220224-INDONESIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","23 Febbraio 2024","2024-02-23 19:03:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 22/02/2024-POLONIA DUE MODELLI DI SOCIETA' A CONFRONTO-INDONESIA ELEZIONI,VINCE PRABOWO MA WIDODO NON ESCE DAL GIOCO.",1708714984,[459],[377],{"post_content":518},{"matched_tokens":519,"snippet":520,"value":521},[70],"situazione in Indonesia dopo le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> in cui ha prevalso Prabowo","In questa puntata Bastioni di Orione torna a guardare alla Polonia con Alessandro Ajres professore di lingua e cultura polacca all'Università di Torino e studioso della storia del paese. 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Le camionette di polizia e carabinieri presidiano tutti gli accessi alle strade del mercato e gli agenti in borghese controllano in forze la zona.\r\n\r\nGià venti minuti prima dell’orario previsto per il suo arrivo, un centinaio persone si raccolgono dove la Lega avrebbe dovuto montare il proprio gazebo.\r\n\r\nCi sono donne e uomini, giovani e meno giovani, operai, facchini e muratori, ambulanti del mercato, pensionati, studenti e disoccupati, facce di ogni paese, tutti livornesi. Tutti là per impedire a Salvini di venire al mercato di piazza Cavallotti per il suo solito spot razzista.\r\n\r\nLa Lega non ha montato nessun gazebo, è riuscita solo ad aprire un banchino dall’altra parte della strada, protetta su ogni lato da cordoni di agenti in assetto antisommossa.\r\n\r\nQuando da dietro i caschi blu si alzano una bandiera leghista ed una bandiera del Granducato di toscana con i colori degli Asburgo-Lorena, parte la contestazione vera e propria, viene aperto uno striscione e tutti cantano Bella Ciao, da una finestra qualcuno sventola una bandiera rossa. La folla dei contestatori cresce, i passanti si uniscono alla manifestazione spontanea e partono i primi slogan: “Salvini, fascista! Livorno non ti vuole!”, “siamo tutti clandestini!”, “Se ci sono i disoccupati, la colpa è dei padroni e non degli immigrati!”.\r\n\r\nQuando, in ritardo, arriva Salvini passando da una strada laterale per evitare le contestazioni, i manifestanti sono ormai più di 200. Allora la protesta si fa più intensa e molti riescono, aggirando il primo cordone di polizia in borghese, ad arrivare di fronte agli scudi dell’antisommossa, a pochi metri dal gruppetto di leghisti che si fanno selfie con il proprio capo. Gli slogan e i cori coprono completamente le parole di Salvini, che quando sale in piedi su una panchina per parlare al microfono, da bravo collezionista di felpe, indossa una maglia con su scritto “Livorno” che accende ancora di più la contestazione. A quel punto una fitta pioggia di pomodori e uova lo costringe a scendere dalla panchina e a passare la parola ad un altro leghista. È ormai chiaro che Salvini non farà nessuna passeggiata per il mercato.\r\n\r\nDopo pochi minuti, i leghisti concludono il breve comizio, e Salvini per rispondere alle domande dei giornalisti senza essere sovrastato dagli slogan dei dimostranti deve allontanarsi di circa un centinaio di metri, in una via della Madonna deserta e blindata. La visita dello showman padano dura poco più di mezzora, un corteo di mezzi della polizia lo scorta verso la prossima tappa del suo tour elettorale.\r\n\r\nLo sparuto gruppo di leghisti, protetto dai cordoni delle forze del disordine, resta per una ventina di minuti circondato dai manifestanti, che continuano a scandire slogan e bruciano una bandiera della Lega che qualche timido padano aveva probabilmente abbandonato a terra allontanandosi. Quando alla fine i sostenitori di Salvini se ne vanno via in macchina scortati dalla polizia, la folla dei contestatori si dirada e la manifestazione si scioglie.\r\n\r\nIl fascista Salvini non è riuscito a fare un passo nel centro di Livorno e non ha neanche visto il mercato, di cui ha potuto però apprezzare “al volo” alcuni prodotti ortofrutticoli. La mattina del 22 aprile a Livorno è stato dimostrato che la propaganda della Lega può essere spezzata. La foto del giorno di Salvini non è quella di un “capitano” che dispensa strette di mano tra la gente, ma quella di un politico che mostra uno dei pomodori che la gente gli ha lanciato contro. Lo spot non è riuscito, il pubblico stavolta ha fatto irruzione sulla scena, senza preoccuparsi delle conseguenze mediatiche della contestazione. \r\n\r\nLa risposta della città, di chi a Livorno rifiuta il razzismo e il fascismo, di chi respinge la propaganda della Lega, è stata un segnale importante, che si intreccia con le contestazioni che ci sono state anche in altre città Toscane in questi giorni, con il grande corteo contro il comizio di Salvini a Roma il 28 febbraio scorso, con la contestazione a Torino di un mese fa, e con tutte le altre manifestazioni di protesta contro la propaganda della Lega. Ma la contestazione di Salvini a Livorno si salda anche con la manifestazione dei lavoratori di sabato 18 aprile, che ha portato in piazza anche la lotta contro le politiche del governo che cercano di spezzare la solidarietà tra gli sfruttati.\r\nSalvini ha promesso che tornerà a Livorno, speriamo che da bravo politico non mantenga le promesse, ma nel caso dovesse tornare speriamo che torni in estate, in modo che possa assaggiare gli ottimi cocomeri del mercato.\r\nuno che c'era","26 Aprile 2015","2018-11-01 22:24:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/salvini-e-il-pomodoro-200x110.jpg","Salvini, fascista! 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L'immediato schierarsi della Lega Nord a fianco degli arrestati ha una forte ambivalenza. Buona parte degli arrestati hanno attraversato, a volte da protagonisti, il sentiero leghista, ma non ne fanno (più) parte. Anzi! Spesso sono aspramente critici verso la Lega, accusata di tradimento della causa del Nord.\r\nL'attuale dirigenza leghista ne è certo consapevole, ma probabilmente spera di ridare una pennellata di colore ad un'immagine appannata dalle innumerevoli indagini per l'uso \"allegro\" delle finanze pubbliche. Le elezioni sono vicine e i pronostici poco accattivanti, al punto che dopo l'avanzata del Front National alle elezioni amministrative francesi, Marine Le Pen preferisce corteggiare un recalcitrante Grillo. Grillo a sua volta cerca di dare la spallata definitiva alla Lega, alludendo ad un Italia prerisorgimentale, divisa in grandi Stati.\r\nA Verona il sindaco Flavio Tosi era riuscito in parte a smarcarsi dalla debacle leghista, dopo gli scandali che hanno fatto a pezzi il cerchio magico bossiano. Uno smarcamento costruito nell'alleanza con il fior fiore della Verona fascista, cui ha assegnato posti di potere e ampia impunità alle squadracce che agiscono indisturbate in città.\r\nAnche Tosi deve tuttavia fare i conti con un'inchiesta sulla gestione allegra della cosa pubblica che rischia di travolgerlo.\r\nTosi è l'emblema di un Veneto nerissimo, la cui storia è ben più inquietante di quella dei secessionisti arrestati. Lo stesso Tosi è stato condannato per propaganda razzista.\r\nNella sua amministrazione sono entrati fascisti come Andrea Miglioranzi, uno dei fondatori di \"Veneto fronte skinhead\" e leader del gruppo nazi-punk \"Gesta Bellica\", i cui testi antisemiti e xenofobi esaltano Erich Priebke e Rudolf Hess. Tosi nel 2006 lo aveva nominato con la nazionalalleata Cametti a capo Miglioranzi dell'Istituto veronese per la Resistenza. La poltrona gli scottò presto le natiche e su obbligato ad abbandonarla dall'ondata di indignazione che si levò anche nella nerissima Verona.\r\nIl blocco di potere che si è raggrumato intorno a Tosi allunga un'ombra scura sul Veneto della piccola imprenditoria feroce del miracolo ormai abortito.\r\nTra sghei e saluti romani il tanko di provincia, pare meno importante. Resta il fatto che, nonostante i media e gli stessi protagonisti abbiano scelto l'abusato cliché del \"golpe\" da operetta, il fantasma feroce dei nazionalismi che hanno insanguinato l'Europa a cavallo tra i due secoli, ci ricorda che, nonostante il folclore, il sogno delle piccole patrie potrebbe trasformare anche da noi la farsa in tragedia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emanuele Del Medico, già autore de \"All'estrema destra del padre\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 04 03 verona con musica","8 Aprile 2014","2018-10-17 22:10:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/04/05_ponte_mosca-_legafascismo-200x110.jpg","Veneto. Profondo nero",1396987397,[565,566,539,567],"http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/indipendentisti-veneti/","http://radioblackout.org/tag/verona/",[569,392,379,382],"fascisti",{"post_content":571},{"matched_tokens":572,"snippet":573,"value":574},[70],"allegro\" delle finanze pubbliche. Le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> sono vicine e i pronostici","Il recente arresto di 24 indipendentisti veneti accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo e di sovvertimento dell'ordine democratico ha riacceso i riflettori sul nord est. L'immediato schierarsi della Lega Nord a fianco degli arrestati ha una forte ambivalenza. Buona parte degli arrestati hanno attraversato, a volte da protagonisti, il sentiero leghista, ma non ne fanno (più) parte. Anzi! Spesso sono aspramente critici verso la Lega, accusata di tradimento della causa del Nord.\r\nL'attuale dirigenza leghista ne è certo consapevole, ma probabilmente spera di ridare una pennellata di colore ad un'immagine appannata dalle innumerevoli indagini per l'uso \"allegro\" delle finanze pubbliche. Le \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> sono vicine e i pronostici poco accattivanti, al punto che dopo l'avanzata del Front National alle \u003Cmark>elezioni\u003C/mark> amministrative francesi, Marine Le Pen preferisce corteggiare un recalcitrante Grillo. Grillo a sua volta cerca di dare la spallata definitiva alla Lega, alludendo ad un Italia prerisorgimentale, divisa in grandi Stati.\r\nA Verona il sindaco Flavio Tosi era riuscito in parte a smarcarsi dalla debacle leghista, dopo gli scandali che hanno fatto a pezzi il cerchio magico bossiano. Uno smarcamento costruito nell'alleanza con il fior fiore della Verona fascista, cui ha assegnato posti di potere e ampia impunità alle squadracce che agiscono indisturbate in città.\r\nAnche Tosi deve tuttavia fare i conti con un'inchiesta sulla gestione allegra della cosa pubblica che rischia di travolgerlo.\r\nTosi è l'emblema di un Veneto nerissimo, la cui storia è ben più inquietante di quella dei secessionisti arrestati. Lo stesso Tosi è stato condannato per propaganda razzista.\r\nNella sua amministrazione sono entrati fascisti come Andrea Miglioranzi, uno dei fondatori di \"Veneto fronte skinhead\" e leader del gruppo nazi-punk \"Gesta Bellica\", i cui testi antisemiti e xenofobi esaltano Erich Priebke e Rudolf Hess. Tosi nel 2006 lo aveva nominato con la nazionalalleata Cametti a capo Miglioranzi dell'Istituto veronese per la Resistenza. La poltrona gli scottò presto le natiche e su obbligato ad abbandonarla dall'ondata di indignazione che si levò anche nella nerissima Verona.\r\nIl blocco di potere che si è raggrumato intorno a Tosi allunga un'ombra scura sul Veneto della piccola imprenditoria feroce del miracolo ormai abortito.\r\nTra sghei e saluti romani il tanko di provincia, pare meno importante. Resta il fatto che, nonostante i media e gli stessi protagonisti abbiano scelto l'abusato cliché del \"golpe\" da operetta, il fantasma feroce dei nazionalismi che hanno insanguinato l'Europa a cavallo tra i due secoli, ci ricorda che, nonostante il folclore, il sogno delle piccole patrie potrebbe trasformare anche da noi la farsa in tragedia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emanuele Del Medico, già autore de \"All'estrema destra del padre\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\u003Cmark>2014\u003C/mark> 04 03 verona con musica",[576],{"field":96,"matched_tokens":577,"snippet":573,"value":574},[70],{"best_field_score":477,"best_field_weight":444,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":47,"score":503,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":409,"first_q":29,"per_page":360,"q":29},11,["Reactive",583],{},["Set"],["ShallowReactive",586],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fwJj0aepifiHv__rw2ECaM3M7dQExGLs2I1X6LNkuBVM":-1},true,"/search?query=Elezioni+2014"]