","La Jep colombiana pone le basi per una storia delle Farc","post",1614621352,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73],"http://radioblackout.org/tag/desplazamiento/","http://radioblackout.org/tag/falsospositivos/","http://radioblackout.org/tag/jep/","http://radioblackout.org/tag/leadersociales/","http://radioblackout.org/tag/santos/","http://radioblackout.org/tag/uribe/","http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/farc/","http://radioblackout.org/tag/narcos/","http://radioblackout.org/tag/timochenko/",[75,76,77,78,79,80,15,18,35,81],"#desplazamiento","#falsospositivos","#jep","#leadersociales","#santos","#uribe","Timochenko",{"post_content":83,"post_title":88,"tags":91},{"matched_tokens":84,"snippet":86,"value":87},[85],"Farc","vengono taciute dai leader delle \u003Cmark>Farc\u003C/mark>, maggiore reticenza si coglie dagli esponenti","La Jep (Jurisdicción Especial para la Paz) è un tribunale dal meccanismo molto complesso che non infligge condanne, non commina anni di galera, richiede a chi si presenta volontariamente testimone prove volte a ricostruire la verità, eventualmente assumendosi responsabilità individuali. Ma l’aspetto più interessante che può emergere sono quelle insite nel Sistema, nella struttura delle forze dell’ordine: sicuramente i metodi e le colpe della guerriglia non vengono taciute dai leader delle \u003Cmark>Farc\u003C/mark>, maggiore reticenza si coglie dagli esponenti del governo. Istituito in un paese come la Colombia che si trova ancora in una fase di rifondazione delle basi di convivenza dopo la quarantennale guerra tra \u003Cmark>Farc\u003C/mark> e potere governativo, in un contesto in cui le violenze proseguono, come Ana Cristina Vargas ha spiegato nel suo articolo su ogzero.org, dove le persone maggiormente esposte nelle lotte sociali vengono falcidiate e dove l’ex presidente Uribe – da sempre contrario a qualsiasi accordo con le \u003Cmark>Farc\u003C/mark> – non intende presentarsi in aula, nonostante gli siano attribuiti più di seimila casi di falsi positivi, quegli omicidi soprattutto giovani, ragazzi uccisi solo per ingrandire i numeri e ottenere riconoscimenti, oppure sindacalisti scomodi o contadini, a cui sottrarre la terra, mascherati da annientamento di militanti armati della guerriglia. Ma perché non vuole presentarsi in aula l’acerrimo nemico delle \u003Cmark>Farc\u003C/mark>, se ha l’immunità costituzionale e la Jep prevede l’impunità di quanto viene confessato? come si sono presentati Timochenko o altri esponenti governativi, anche perché rischia invece di vedersi trascinato davanti a una corte internazionale per crimini contro l’umanità, che non è animata da giustizia riparativa, bensì punitiva: sanzionatoria, anziché proiettata alla semplice narrazione della verità.\r\nInvece la posizione irresponsabile – per la dirompenza –di Uribe perpetua la volontà negazionista che ha portato a polarizzare la realtà colombiana.\r\nC’è dunque una macrostruttura che privilegia la verità ma anche il risarcimento delle vittime (a cominciare dalla restituzione delle terre confiscate). Si tratta di ricostruire le macrodinamiche che stanno alla base di scomparse, casi irrisolti, buchi enormi di ricostruzioni non di singoli omicidi, ma di massacri fino al 2016, anno dell’accordo storico, poi ridimensionato dal referendum e ora seguito da altrettanta violenza. Delegittimare la Jep significa tornare ad avere semplicemente casi isolati, individuali, che non mettono in discussione il sistema, passo essenziale per ottenere una riscrittura della giustizia: a differenza dello sfondo del processo di superamento sudafricano dell’apartheid, più sociale, qui si tratta di riformulare una storia del conflitto armato. E quindi è un afflato molto più politico, avversato dal governo perché un atteggiamento punitivo non ha come base una ricerca della verità e non permetterà mai di sciogliere i veri nodi che stanno attorno alle dinamiche violente di controllo del territorio: il narcotraffico, il desplazamiento.\r\n\r\n\"La Jep riformula una storia del conflitto armato\".",{"matched_tokens":89,"snippet":90,"value":90},[85],"La Jep colombiana pone le basi per una storia delle \u003Cmark>Farc\u003C/mark>",[92,94,96,98,100,102,104,106,109,111],{"matched_tokens":93,"snippet":75},[],{"matched_tokens":95,"snippet":76},[],{"matched_tokens":97,"snippet":77},[],{"matched_tokens":99,"snippet":78},[],{"matched_tokens":101,"snippet":79},[],{"matched_tokens":103,"snippet":80},[],{"matched_tokens":105,"snippet":15},[],{"matched_tokens":107,"snippet":108},[18],"\u003Cmark>FARC\u003C/mark>",{"matched_tokens":110,"snippet":35},[],{"matched_tokens":112,"snippet":81},[],[114,117,122],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":86,"value":87},"post_content",[85],{"field":38,"indices":118,"matched_tokens":119,"snippets":121},[17],[120],[18],[108],{"field":123,"matched_tokens":124,"snippet":90,"value":90},"post_title",[85],578730123365712000,{"best_field_score":127,"best_field_weight":128,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":129,"tokens_matched":130,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,"578730123365711979",1,{"document":132,"highlight":150,"highlights":167,"text_match":125,"text_match_info":177},{"cat_link":133,"category":134,"comment_count":50,"id":135,"is_sticky":50,"permalink":136,"post_author":53,"post_content":137,"post_date":138,"post_excerpt":56,"post_id":135,"post_modified":139,"post_thumbnail":140,"post_thumbnail_html":141,"post_title":142,"post_type":61,"sort_by_date":143,"tag_links":144,"tags":147},[47],[49],"37693","http://radioblackout.org/2016/10/colombia-no-allaccordo-di-pace-tra-governo-e-farc/","In Colombia l’accordo di pace tra governo e guerriglia delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) è stato bocciato dal 50,2% degli elettori che sono andati a votare al referendum. 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Tanta è anche la disinformazione portata avanti da parte della campagna del \"No\" - capitanata dal principale partito d’opposizione, il Centro democratico, di destra, dell’ex presidente Álvaro Uribe - che riporta al popolo colombiano motivazioni slegate da quello che è effettivamente il contenuto dell'accordo.\r\nPer approfondire la questione abbiamo sentito Cristina, colombiana e antropologa dell'Università degli Studi di Torino\r\naccordo_farc","28 Settembre 2016","2016-10-01 09:01:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/09/Accordo-con-le-Farc-la-Colombia-sulla-strada-della-pace_articleimage.jpg 770w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Colombia. 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Da qui un annuncio da parte di Duque di rivedere gli accordi, creando un contesto che si preannuncia conflittuale nei confronti della popolazione colombiana.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cristina Vargas, antropologa colombiana dell'Università di Torino\r\n\r\nCristina_Vargas_elezioniColombia","20 Giugno 2018","2018-06-22 17:10:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"155\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv-300x155.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv-300x155.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv-768x397.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv-1024x529.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/colombia-elezioni.jpg.pagespeed.ce_.mhbYcCLWTv.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Elezioni in Colombia: vince il conservatore Duque",1529495648,[70,248,249,71],"http://radioblackout.org/tag/duque/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-2018/",[15,251,252,18],"Duque","elezioni 2018",{"post_content":254,"tags":258},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[85],"firmato con i guerriglieri delle \u003Cmark>Farc\u003C/mark> dal presidente uscente Juan Manuel","Il candidato di destra Ivan Duque è il nuovo presidente della Colombia. 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Il ministro degli esteri statunitense in questi giorni ha fatto un tour nelle nazioni latinamericane per accordarsi con tutte le destre al potere per boicottare il petrolio di Caracas e riaffermare una nuova Dottrina Monroe per il cortile di casa, al punto che sono state ventilate ipotesi di intervento militare (in questo caso si registrano resistenze dal Brasile, che ha interessi come potenza regionale). Ma capitano eventi particolari in molti paesi latinamericani.\r\n\r\n \r\n\r\nTruffe elettorali e colpi di mano costituzionali.\r\n\r\nAbbiamo cominciato la chiacchierata con Alfredo Luiz Somoza commentando l'indiscrezione secondo la quale sono stati forniti mezzi di intercettazione e controllo digitale degli oppositori del presidente honduregno durante e dopo le elezioni truffa di novembre a cui è seguita un'insurrezione popolare; in quel caso la magia è stata messa a disposizione di una destra illiberale che in due mesi di manifestazioni ha ucciso 36 persone che protestavano contro l'imbroglio elettorale di Hernandez. Dal ‘provvidenziale’ blackout dei computer che ha ribaltato i responsi delle urne in Honduras, sull'onda delle riforme autoritarie delle Costituzioni sudamericane (con la connivenza delle Corti Supreme di nomina presidenziale), ci siamo spostati nella Bolivia di Evo Morales, che è arrivato a sollecitare una sorta di protezione dei diritti umani, perché secondo lui ciascuno deve vedersi riconosciuto il diritto (umano e presidenziale) di presentarsi alle elezioni, venendo meno al dettato costituzionale promulgato da lui stesso che limita a due mandati. Un po' quello che avviene nel Venezuela di Maduro che ha anticipato le elezioni mentre c'è un'assemblea costituente che governa e legifera al posto del parlamento del tutto esautorato; o nel Brasile di Temer che ha operato un golpe nei confronti di Dilma e usa la magistratura come una clava contro Lula, in testa nei sondaggi per le elezioni di ottobre.\r\n\r\nTutto è apparentemente normale, ma guardando i risvolti si configura ciascuna di queste situazioni come un colpo di stato.\r\n\r\nE dai Caraibi alla punta estrema dell'Argentina l'altro elemento che unisce tutti i paesi latinamericani è lo scandalo Odebrecht (costruttori di infrastrutture carioca), che ha coinvolto tutte le leadership corrotte dal denaro delle aziende energetiche nazionali. Buon ultimo il presidente peruviano Kucszynski, un cognome indubbiamente quechua, che ha fatto carte false per evitare l'impeachment, arrivando a liberare Fujimori, il dittatore assassino i cui seguaci in parlamento hanno impedito in cambio la destituzione del presidente del Perù.\r\n\r\nHonduras e altri Territori del Condor\r\n\r\nDesaparecion di uomini e cose.\r\n\r\nUn'altra magia riguarda la scomparsa che in Sudamerica è una pratica diffusa. Può capitare che delle persone normali scompaiano in Colombia e riappaiano i loro cadaveri travestiti da comandanti dell'Eln, per far credere che si trattava di leader della guerriglia. Una guerriglia di cui non risulta attestata alcuna azione – a quanto affermano gli osservatori dell'Onu – in questo scorcio di mesi precedente le elezioni di maggio, nonostante le notizie fatte trapelare da Santos e dal suo governo di destra (per quanto più moderata di quella di Uribe) che ha tutto l'interesse di arrivare all'appuntamento elettorale dimostrandosi duro, dopo l'accordo raggiunto con le Farc, digerito a fatica dal paese. Anche perché la guerra della droga colombiana adesso si disputa tra i cartelli che vanno a sostituirsi alle Farc che facevano da tramite con i cocaleros, ai quali ora la protezione è offerta dai professionisti: i Narcos. Il risultato è una strage di sindacalisti e ambientalisti eliminati da chi si sta costruendo il nuovo giro di affari del post-Farc: latifondisti e trafficanti.\r\n\r\nIn questi giorni Tres Madres sono state insignite di una laurea honoris causa: Estela Carlotto (fondatrice de las Abuelas de Plaza de Mayo), Vera Vigevani (fondatrice de las Madres de Plaza de Mayo) e Yolanda Moràn (coordinatrice della messicana Fundem); in particolare quest'ultima ha avuto modo di raccontare episodi di scomparsi in Messico per colpa anche dei Narcos (anche se oggi è stato preso un capo de Los Zetas, la piovra non può che far spuntare molte teste), ma soprattutto da attribuire a poliziotti e militari, che lavorano per diversi cartelli, come si evince da libri pubblicati recentemente anche in Italia sulla Guerra alla droga, mentre lei ne ha una conoscenza diretta perché la sua organizzazione va alla ricerca di fosse comuni, dove s'imbattono in molti cadaveri di migranti centramericani, tra cui minori mutilati, perché oggetto di traffico di organi. E i numeri superano di molte volte quelli storici dei desaparecidos durante la dittatura della Giunta militare in Argentina. E da quest'ultima nazione proviene l'ultima notizia di cui abbiamo dato conto in questa lunga intervista con Alfredo Somoza: dai piani consegnati dalla Marina argentina – proprio il corpo militare la cui scuola ospitava le celle di tortura per quelli che poi sarebero stati desaparecidos 40 anni fa – risulta che il sommergibile ricercato così a lungo e affannosamente da mezzo mondo e scomparso nelle acque atlantiche della Patagonia aveva come missione l'intercettazione di navi britanniche nei pressi de las Malvinas (ancora britanniche con il nome di Falkland), un'altra sparizione magica, quasi fantascientifica... e anche un po' inquietante per i ricordi che evoca quell'arcipelago: realismo magico forse, ma di magia nera si tratta?\r\n\r\nDesaparecion di persone e sommergibili","10 Febbraio 2018","2018-02-14 17:07:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/02/realismo_magico.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il ‘Realismo Magico’ nel continente latinamericano dell’epoca digitale",1518299061,[291,292,293,70,294,71,295,296,297,298,72,299,300,301],"http://radioblackout.org/tag/argentiina/","http://radioblackout.org/tag/bolivia/","http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/eln/","http://radioblackout.org/tag/honduras/","http://radioblackout.org/tag/malvinas/","http://radioblackout.org/tag/malvinas-falkland/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/peru/","http://radioblackout.org/tag/traffico-di-organi/","http://radioblackout.org/tag/venezuela/",[303,304,305,15,33,18,306,307,308,309,35,310,311,312],"Argentiina","bolivia","brasile","honduras","Malvinas","Malvinas/Falkland","messico","Perù","traffico di organi","Venezuela",{"post_content":314,"tags":318},{"matched_tokens":315,"snippet":316,"value":317},[85],"dopo l'accordo raggiunto con le \u003Cmark>Farc\u003C/mark>, digerito a fatica dal paese.","Rex Tillerson, il segretario di stato di Trump, si aggira per il Sudamerica con l'ossessione del Venezuela (non a caso è l'amministratore delegato di Exxon Mobil) e nuovamente di Cuba, dove si sta cercando di insinuare il web per propagandare l'american way of life presso i giovani. Il ministro degli esteri statunitense in questi giorni ha fatto un tour nelle nazioni latinamericane per accordarsi con tutte le destre al potere per boicottare il petrolio di Caracas e riaffermare una nuova Dottrina Monroe per il cortile di casa, al punto che sono state ventilate ipotesi di intervento militare (in questo caso si registrano resistenze dal Brasile, che ha interessi come potenza regionale). Ma capitano eventi particolari in molti paesi latinamericani.\r\n\r\n \r\n\r\nTruffe elettorali e colpi di mano costituzionali.\r\n\r\nAbbiamo cominciato la chiacchierata con Alfredo Luiz Somoza commentando l'indiscrezione secondo la quale sono stati forniti mezzi di intercettazione e controllo digitale degli oppositori del presidente honduregno durante e dopo le elezioni truffa di novembre a cui è seguita un'insurrezione popolare; in quel caso la magia è stata messa a disposizione di una destra illiberale che in due mesi di manifestazioni ha ucciso 36 persone che protestavano contro l'imbroglio elettorale di Hernandez. Dal ‘provvidenziale’ blackout dei computer che ha ribaltato i responsi delle urne in Honduras, sull'onda delle riforme autoritarie delle Costituzioni sudamericane (con la connivenza delle Corti Supreme di nomina presidenziale), ci siamo spostati nella Bolivia di Evo Morales, che è arrivato a sollecitare una sorta di protezione dei diritti umani, perché secondo lui ciascuno deve vedersi riconosciuto il diritto (umano e presidenziale) di presentarsi alle elezioni, venendo meno al dettato costituzionale promulgato da lui stesso che limita a due mandati. Un po' quello che avviene nel Venezuela di Maduro che ha anticipato le elezioni mentre c'è un'assemblea costituente che governa e legifera al posto del parlamento del tutto esautorato; o nel Brasile di Temer che ha operato un golpe nei confronti di Dilma e usa la magistratura come una clava contro Lula, in testa nei sondaggi per le elezioni di ottobre.\r\n\r\nTutto è apparentemente normale, ma guardando i risvolti si configura ciascuna di queste situazioni come un colpo di stato.\r\n\r\nE dai Caraibi alla punta estrema dell'Argentina l'altro elemento che unisce tutti i paesi latinamericani è lo scandalo Odebrecht (costruttori di infrastrutture carioca), che ha coinvolto tutte le leadership corrotte dal denaro delle aziende energetiche nazionali. Buon ultimo il presidente peruviano Kucszynski, un cognome indubbiamente quechua, che ha fatto carte false per evitare l'impeachment, arrivando a liberare Fujimori, il dittatore assassino i cui seguaci in parlamento hanno impedito in cambio la destituzione del presidente del Perù.\r\n\r\nHonduras e altri Territori del Condor\r\n\r\nDesaparecion di uomini e cose.\r\n\r\nUn'altra magia riguarda la scomparsa che in Sudamerica è una pratica diffusa. Può capitare che delle persone normali scompaiano in Colombia e riappaiano i loro cadaveri travestiti da comandanti dell'Eln, per far credere che si trattava di leader della guerriglia. Una guerriglia di cui non risulta attestata alcuna azione – a quanto affermano gli osservatori dell'Onu – in questo scorcio di mesi precedente le elezioni di maggio, nonostante le notizie fatte trapelare da Santos e dal suo governo di destra (per quanto più moderata di quella di Uribe) che ha tutto l'interesse di arrivare all'appuntamento elettorale dimostrandosi duro, dopo l'accordo raggiunto con le \u003Cmark>Farc\u003C/mark>, digerito a fatica dal paese. Anche perché la guerra della droga colombiana adesso si disputa tra i cartelli che vanno a sostituirsi alle \u003Cmark>Farc\u003C/mark> che facevano da tramite con i cocaleros, ai quali ora la protezione è offerta dai professionisti: i Narcos. 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Il presidente Petro ha inviato l'esercito e dichiarato lo stato d'emergenza , il processo di pace che era stato implementato con le guerriglie si è arenato forse definitivamente ,anche perchè ormai i capi dell'ELN sono ricercati e l'organizzazione considerata alla stregua di un gruppo criminale di narcotrafficanti . La risposta militare e lo stato di guerra impedisce una mobilitazione sociale dal basso ,le condizioni strutturali di arretratezza della regione che costringono i contadini a dedicarsi alla coltivazione della coca ,non trovano risoluzione anche per l'incapacità dello stato colombiano di reperire le risorse per un cambiamento di rotta dell'economia del Catatumbo dipendente dalla produzione e dal traffico della coca. A Bogotà il governo Petro è in difficoltà ,non ha una maggioranza in parlamento , la crisi economica e la disillusione rispetto alle aspettative della sua presidenza stanno allontanando alcuni settori sociali che lo avevavo sostenuto. 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Emerge il dato della presenza nell'esercito e anche nelle Forze di Supporto Rapido di elementi legati al vecchio regime di Al Bashir ,alcuni di questi personaggi come Ahmad Harun ,ex ministro degli interni del governo islamista, ricercati dalla giustizia internazionale. Alcuni di questi islamisti radicali provengono anche da altri paesi mentre altri costituiscono pezzi dello stato profondo del regime di Al Bashir. Alcune milizie combattenti sono state formate dai servizi segreti del precedente governo e si sono rese protagoniste delle brutalità commesse contro la popolazione civile ,mentre sul terreno nonostante l'avanzata dell'esercito di Al Bhuran con la conquista del capoluogo della fertile regione di El Gezira ,le RSF di Hemmeti controllano importanti porzioni di territorio tra cui il Kordofan e il Darfur. Constatiamo la mancanza di volontà di dialogo tra le parti ,la violenza crescente contro la popolazione civile ,le dimensioni della catastrofe umanitaria ,la divisione della società sudanese ,la debolezza delle forze politiche eredi della rivoluzione civile che defenestro' Al Bashir ,la pervasività della fallace percezione del ruolo stabilizzatore dell'esercito anche all'interno della diaspora sudanese .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-30012025-ALI-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Adriano Favole ,antropologo e conoscitore della Nuova Caledonia, parliamo della nascita del \" Front international de decolonisation\" che unisce i movimenti indipendentisti di Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Polinesia e Corsica nella cui dichiarazione finale si afferma che \" l' obiettivo fondamentale è unire le nostre forze per liberare definitivamente i nostri paesi e il pianeta da ogni presenza coloniale. Affermiamo che nel contesto del crollo di un ordine mondiale caratterizzato dallo sfruttamento dei più fragili e dal dominio di una parte significativa del mondo da parte di poche potenze predatorie, è giunto il momento di unirci per guidare le nostre nazioni alla loro piena sovranità e partecipare così alla costruzione di un mondo migliore, rispettoso della dignità delle donne e degli uomini \". Si esprime una forte richiesta anche del riconoscimento della cultura dei popoli nativi che viene totalmente ignorata nel sistema scolastico dove nello specifico della Nuova Caledonia,nei programmi scolastici non vengono menzionati i legami con le altre isole del Pacifico. Il colonialismo francese si estrinseca nell'asse privilegiato con la metropoli a discapito dei paesi limitrofi ,costringendo ad importare merci costose dalla \"madrepatria\" ,impedendo le relazioni commerciali con altre isole con cui le popolazioni della Nuova Caledonia hanno sempre avuto relazioni di scambio ,costituendo un sistema insostenibile e costoso per la popolazione locale . La Francia che sta perdendo ormai pezzi del suo ex impero in Africa ,persiste a sostenere la sua presenza nel Pacifico per ragioni geo strategiche ,per lo sfruttamento delle risorse marine e anche se in misura minore per lo sfruttamento del nichel. \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-FAVOLE-NUOVA-Caledonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Febbraio 2025","2025-02-01 19:53:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/01/2025-COLOMBIA, NEL CATATUMBO SI ARENA IL PROCESSO DI PACE E LA PRESIDENZA PETRO-SUDAN GUERRA SENZA FINE-I TERRITORI D'OLTREMARE FRANCESI SPINGONO PER LA DECOLONIZZAZIONE.","podcast",1738439628,[459],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[438],{"post_content":462},{"matched_tokens":463,"snippet":464,"value":465},[18],"dissidenti del 33° fronte delle \u003Cmark>FARC\u003C/mark> (Forze armate rivoluzionarie della Colombia)","Bastioni di Orione in questa puntata insieme a Cristina Vargas, antropologa colombiana , racconta della situazione del Catatumbo ,regione della Colombia al confine con il Venezuela . 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Tuttavia la crisi dei migranti rimpatriati \"manu militari\" dall'amministrazione Trump e la minaccia dei dazi ,è stata raccontata dai media colombiani come un braccio di ferro vincente con l'ingombrante vicino yanqui ,giocato dalla presidenza Petro sul principio del rispetto della dignità umana dei rimpatriati che ha raccolto un vasto consenso nel paese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-30012025-CRISTINA-VARGAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Ali, cittadino italo sudanese residente aTorino , parliamo della guerra in Sudan ,con uno sguardo dall'interno che ci restituisce una prospettiva di drammatica divisione della società sudanese. Emerge il dato della presenza nell'esercito e anche nelle Forze di Supporto Rapido di elementi legati al vecchio regime di Al Bashir ,alcuni di questi personaggi come Ahmad Harun ,ex ministro degli interni del governo islamista, ricercati dalla giustizia internazionale. Alcuni di questi islamisti radicali provengono anche da altri paesi mentre altri costituiscono pezzi dello stato profondo del regime di Al Bashir. Alcune milizie combattenti sono state formate dai servizi segreti del precedente governo e si sono rese protagoniste delle brutalità commesse contro la popolazione civile ,mentre sul terreno nonostante l'avanzata dell'esercito di Al Bhuran con la conquista del capoluogo della fertile regione di El Gezira ,le RSF di Hemmeti controllano importanti porzioni di territorio tra cui il Kordofan e il Darfur. Constatiamo la mancanza di volontà di dialogo tra le parti ,la violenza crescente contro la popolazione civile ,le dimensioni della catastrofe umanitaria ,la divisione della società sudanese ,la debolezza delle forze politiche eredi della rivoluzione civile che defenestro' Al Bashir ,la pervasività della fallace percezione del ruolo stabilizzatore dell'esercito anche all'interno della diaspora sudanese .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-30012025-ALI-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Adriano Favole ,antropologo e conoscitore della Nuova Caledonia, parliamo della nascita del \" Front international de decolonisation\" che unisce i movimenti indipendentisti di Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Polinesia e Corsica nella cui dichiarazione finale si afferma che \" l' obiettivo fondamentale è unire le nostre forze per liberare definitivamente i nostri paesi e il pianeta da ogni presenza coloniale. Affermiamo che nel contesto del crollo di un ordine mondiale caratterizzato dallo sfruttamento dei più fragili e dal dominio di una parte significativa del mondo da parte di poche potenze predatorie, è giunto il momento di unirci per guidare le nostre nazioni alla loro piena sovranità e partecipare così alla costruzione di un mondo migliore, rispettoso della dignità delle donne e degli uomini \". Si esprime una forte richiesta anche del riconoscimento della cultura dei popoli nativi che viene totalmente ignorata nel sistema scolastico dove nello specifico della Nuova Caledonia,nei programmi scolastici non vengono menzionati i legami con le altre isole del Pacifico. Il colonialismo francese si estrinseca nell'asse privilegiato con la metropoli a discapito dei paesi limitrofi ,costringendo ad importare merci costose dalla \"madrepatria\" ,impedendo le relazioni commerciali con altre isole con cui le popolazioni della Nuova Caledonia hanno sempre avuto relazioni di scambio ,costituendo un sistema insostenibile e costoso per la popolazione locale . La Francia che sta perdendo ormai pezzi del suo ex impero in Africa ,persiste a sostenere la sua presenza nel Pacifico per ragioni geo strategiche ,per lo sfruttamento delle risorse marine e anche se in misura minore per lo sfruttamento del nichel. \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-FAVOLE-NUOVA-Caledonia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[467],{"field":115,"matched_tokens":468,"snippet":464,"value":465},[18],578730123365187700,{"best_field_score":471,"best_field_weight":472,"fields_matched":130,"num_tokens_dropped":50,"score":473,"tokens_matched":130,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":475,"highlight":489,"highlights":495,"text_match":498,"text_match_info":499},{"comment_count":50,"id":476,"is_sticky":50,"permalink":477,"podcastfilter":478,"post_author":479,"post_content":480,"post_date":481,"post_excerpt":56,"post_id":476,"post_modified":482,"post_thumbnail":483,"post_title":484,"post_type":456,"sort_by_date":485,"tag_links":486,"tags":488},"99739","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-09-2025/",[397],"fritturamista","Il primo argomento della serata è stato il presidio chiamato a Torino e in molte città d'Italia, in risposta all'attacco incendiario avvenuto da parte di un drone all'imbarcazione principale della Global Sumud Flottilla, ecco il comunicato di indizione dell'appuntamento che si è tenuto stasera:\r\n\r\n\"In seguito all'ennesimo crimine sionista, oggi 9 settembre ci vedremo in Piazza Castello alle 19:00 per un grande corteo, con la consapevolezza che nessun governo muoverà un dito, non avendolo fatto per Gaza dopo due anni di massacri ininterrotti né in precedenza dopo decenni di pulizia etnica.9 SETTEMBRE - PIAZZA CASTELLO - ORE 19:00 - CORTEOL'assemblea del Coordinamento prevista per questa sera è rimandata a domani, mantenendo l'orario delle 18:30 e lo Spazio Neruda come luogo!\"\r\n\r\nIn collegamento telefonico con Omar del Coordinamento Torino Per Gaza, abbiamo avuto una corrispondenza diretta dalla piazza di stasera per poi farci fare una carrellata dei prossimi eventi previsti sul tema della Palestina nei prossimi giorni a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Omar-Torino-per-Gaza-da-corteo-solidarietà-attacchi-global-sumud-flottilla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di questa puntata lo abbiamo fatto intervistando Francesca del SUDD COBAS Prato e Firenze, riguardo alle lotte dei lavoratori che producevano materialmente prodotti di moda del marchio Montblanc, in subappalto per la Z Production di Campi Bisenzio. Abbiamo realizzato il tutto in differita, proprio perchè mentre stavamo registrando l'intervista, Francesca si stava recando in macchina verso Ginevra per portare la voce dei lavoratori di fronte agli azionisti del fondo Richemont che controlla, tra gli altri brand, Montblanc.\r\n\r\nGià l'anno scorso lavoratori, membri del sindacato e solidali erano andati a ricordare le responsabilità diretta a questi azionisti, la cui somma di fatturato dell'anno scorso ammontava a circa 21 miliardi di euro, guadagnati sul sangue di lavoratori costretti a lavorare dalle 12 alle 14 anche 15 ore al giorno, senza alcun dispositivo per la sicurezza e pagati 3 euro all'ora.\r\n\r\nFrancesca ci racconta nello specifico come è andata l'anno passato la contestazione a Ginevra e ci spiega le diversità con quelle che si terranno il 10 Settembre, perchè ci saranno di nuovo i lavoratori coinvolti nella vertenza Montblanc in presidio davanti all'Hotel Intercontinental, ma ci sarà anche una voce di critica dall'interno dell'assemblea di azionisti che proprio li avrà luogo. Infatti grazie alla convergenza con Abiti Puliti, parte della campagna internazionale Clean Clothes Campaign e ai contatti creati in loco con i sindacati svizzeri solidali, l'ONG Public Eye, ha intrapreso le mosse di quello che si definisce azionariato critico e da azionista, avrà facoltà di esprimere il suo parere critico sulle condotte in materia di tutela dei diritti dei lavoratori, all'assemblea degli azionisti.\r\n\r\nContinuiamo l'intervista proprio ricordando le numerose collaborazioni virtuose della lotta dei lavoratori Montblanc oltre che con le realtà già elencate, anche con il Collettivo lavoratori ex GKN e con Al Jazeera, che ha prodotto un reportage (che potete trovare sotto l'audio dell'intervista) e di quanto queste si siano rivelate parte fondamentale dei processi di lotta nel mondo dell'industria tessile e non solo.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Francesca-SUDD-COBAS-su-picchetto-Montblanc-a-Ginevra.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=owXegVj1NC4\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della puntata è ruotato attorno al collettivo CALP di Genova, in compagnia di Lorenzo Montanari di USB Torino, anche con lui intervista registrata in differita, proprio perchè con il sindacato sono parte attiva della presenza di piazza di cui abbiamo parlato nel primo collegamento della puntata. Nello specifico stiamo parlando della seconda proiezione organizzata a Torino del film \"Portuali\" diretto da Perla Sardella, che avverrà il 16 settembre alle 20 presso il Circolo OST Barriera di via Pietracqua 9 a Torino. Abbiamo chiesto a Lorenzo perchè come USB Piemonte hanno scelto di fare quesa proiezione, di raccontarci qualcosa riguardo a questo film e poi abbiamo rilanciato le prossime iniziative che vede coinvolto il sindacato di base,\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Lorenzo-Montanari-su-proiezione-portuali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Settembre 2025","2025-09-10 09:52:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/000003950015-scaled-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/09/2025",1757497929,[487],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[423],{"post_content":490},{"matched_tokens":491,"snippet":493,"value":494},[492],"farc","piazza di stasera per poi \u003Cmark>farc\u003C/mark>i fare una carrellata dei prossimi","Il primo argomento della serata è stato il presidio chiamato a Torino e in molte città d'Italia, in risposta all'attacco incendiario avvenuto da parte di un drone all'imbarcazione principale della Global Sumud Flottilla, ecco il comunicato di indizione dell'appuntamento che si è tenuto stasera:\r\n\r\n\"In seguito all'ennesimo crimine sionista, oggi 9 settembre ci vedremo in Piazza Castello alle 19:00 per un grande corteo, con la consapevolezza che nessun governo muoverà un dito, non avendolo fatto per Gaza dopo due anni di massacri ininterrotti né in precedenza dopo decenni di pulizia etnica.9 SETTEMBRE - PIAZZA CASTELLO - ORE 19:00 - CORTEOL'assemblea del Coordinamento prevista per questa sera è rimandata a domani, mantenendo l'orario delle 18:30 e lo Spazio Neruda come luogo!\"\r\n\r\nIn collegamento telefonico con Omar del Coordinamento Torino Per Gaza, abbiamo avuto una corrispondenza diretta dalla piazza di stasera per poi \u003Cmark>farc\u003C/mark>i fare una carrellata dei prossimi eventi previsti sul tema della Palestina nei prossimi giorni a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/F_m_09_09_Omar-Torino-per-Gaza-da-corteo-solidarietà-attacchi-global-sumud-flottilla.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di questa puntata lo abbiamo fatto intervistando Francesca del SUDD COBAS Prato e Firenze, riguardo alle lotte dei lavoratori che producevano materialmente prodotti di moda del marchio Montblanc, in subappalto per la Z Production di Campi Bisenzio. 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Infatti, dopo 10 anni di lotte portate avanti con forza e determinazione, i disoccupati erano riusciti a conquistarsi varie interlocuzioni con istituzioni locali e nazionali per cercare delle soluzioni che non fossero solo un temporaneo paliativo, ma che dessero veramente formazione e occupazione a chi cerca da anni di sottrarsi al ricatto lavoro in cambio di voti o al lavoro nero e grigio. Attivisti* e sindacalist* però, stavano già prendendo consapevolezza del fatto, che le promesse ricevute non avrebbero facilmente trovato un seguito, infatti, per assegnare questi posti, erano stati studiati percorsi di inserimento lavorativo tramite programma GOL del centro per l'impiego, ma col tempo le cose si sono trasformate e si è arrivati alla data del 10 luglio con un click day come modalità di entrata, pratica che sconsiderava tutto il percorso già svolto da disoccupati e disoccupate, oltre ad essere facile da raggirare con sistemi tecnologici ad hoc.\r\n\r\nA confermare il fatto che avere un'esercito di lavoratori ricattabili è un elemento cardine per la vita stessa del nostro Stato e della nostra economia, il click day è stato un fallimento, con la piattaforma che di fatto non ha mai funzionato. La reazione de* disoccupat* è stata giustamente carica di rabbia, si è partit* in corteo per le strade di Napoli e in presidio sotto le varie sedi istituzionali, i quali esponenti invece di prendersi le loro responsabilità, hanno preferito letteralmente barricarsi dietro a barriere fisiche e difesi da agenti della digos. Il tutto è culminato con un'efferata carica della polizia e con due arresti tra cui quello di Mimì, che ai nostri microfoni ci racconta più nel dettaglio tutto il percorso di lotta del movimento e le mosse agite in tutta Italia per portare solidarietà a chi vorrebbe solo vivere una vita decente e come unica risposta riceve manganellate.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Mimi-SiCobas-Napoli-su-ultime-mobilitazioni-e-repressione-movimento-di-lotta-disoccupati-7-novembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Ernesto Slai Cobas Taranto sul destino della ex ILVA Taranto. Gli ultimi incontri romani con i sindacati confederali e istituzioni locali hanno di fatto dimostrato che sono pronti a dire si a tutto: estensione della cassa integrazione / nave rigassificatore al servizio dei nuovi padroni che imporranno un piano di esuberi / ridimensionamento della fabbrica se non una soluzione spezzatino... Ernesto ci ha motivato perché lo slai cobas dice no a tutto questo è respinge i ricatti di stampo fascista e padronale del governo meloni urso \"noi siamo per la piattaforma operaia -nessun esubero / nessun licenziamento/nessuna chiusura ne’ dello stabilimento ne delle ditte di appalto e indotto - integrazione salariale della cassa integrazione per tutti gli operai acciaieria appalto - utilizzo pieno di tutti gli operai per lavorare alla ambientalizzazione della fabbrica e del territorio / contratto unico nelle ditte d’appalto con eliminazione del contratto multiservizi e altre forme di contratti precari / tutela rigida salute e sicurezza in fabbrica e territorio / si a misure risarcitorie di prepensionamenti amianto lavori usuranti\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_15_07_Ernesto-SLAI-COBAS-aggiornamenti-ILVA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nContinuiamo con la serie podcast \"Dietro alla lavagna\", realizzata da Radio Blackout e dal Sindacato Sociale di Base, per andare a sondare le trasformazioni avvenute e tutt'ora in atto nel mondo della scuola. In questa quinta puntata Serena Tusini, intervista Mario Sanguinetti sulla precarietà endemica dei lavoratori nella scuola italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/Dietro-alla-lavagna-pt.5.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","16 Luglio 2025","2025-07-17 15:13:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/517901566_1160313649463393_2572350946563585039_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 15/07/2025",1752686183,[487],[423],{"post_content":516},{"matched_tokens":517,"snippet":518,"value":519},[492],"Mimì del SiCobas Napoli, per \u003Cmark>farc\u003C/mark>i raccontare le ultimi mobilitazioni del","Il primo argomento della serata lo abbiamo affrontato in compagnia di Mimì del SiCobas Napoli, per \u003Cmark>farc\u003C/mark>i raccontare le ultimi mobilitazioni del movimento disoccupati 7 novembre. 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In un viaggio che ci fa attraversare epoche e luoghi, che ci porta da Renato Carosone a Liberato, passando per James Senese, il rock progressivo partenopeo, Pino Daniele e molti altri, viaggio che va dall'Africa alle Americhe e ritorno con tappa nell'Etiopia del colonialismo Italiano, Gennaro ci porta a osservare la trasformazione del tessuto sociale, della sottocultura musicale e delle piste da ballo di Napoli sempre \"segreta e inafferrabile\" e più che mai con lo sguardo rivolto alle metropoli del mondo.\r\n\r\n\r\n\r\nTroverete l'audio completo della trasmissione di oggi qui:\r\n\r\nradio bizarre 17 maggio 2025\r\n\r\nQui l'audio dell'intervista con Gennaro Ascione:\r\n\r\nintervista su napoli balla gennaro ascione\r\n\r\nQui la diretta sulla rivolta nel Cie:\r\n\r\ndiretta su rivolta al cpr 17 maggio 2025\r\n---------------------------------------------------\r\n\r\n\r\nBen felici di cogliere questa occasione per rispolverare vecchi dischi e farci dare nuove dritte musicali, e stato un gran piacere fare questa presentazione. Consiglio di andare ad ascoltare Gennaro Ascione, ospite di Radio Neanderthal, in questo podcast sulla Napoli della monocoltura del turismo: https://www.arkiwi.org/path64/cmFkaW9fbmVhbmRlcnRoYWwvUmFkaW8gTmVhbmRlcnRoYWwvcG9udGVyYWRpby9wb250ZXRyYXNmY2l0OWdlbi5vZ2c/screen\r\n\r\n\r\n ","1 Giugno 2025","2025-06-01 19:21:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/WhatsApp-Image-2025-05-20-at-19.25.46-200x110.jpeg","Radio bizarre - 17 maggio 2025 - presentazione di Napoli Balla di Gennaro Ascione, diretta telefonica sulla rivolta del CPR di Torino della scorsa notte",1748805703,[538,539,540],"http://radioblackout.org/tag/gennaro-ascione/","http://radioblackout.org/tag/napoli-balla/","http://radioblackout.org/tag/ricolta-nel-cpr/",[542,543,544],"Gennaro Ascione","Napoli Balla","Ricolta nel CPR",{"post_content":546},{"matched_tokens":547,"snippet":548,"value":549},[492],"per rispolverare vecchi dischi e \u003Cmark>farc\u003C/mark>i dare nuove dritte musicali, e","Una lunga trasmissione per questo 17 maggio che inizia in anticipo per accogliere degli ospiti in studio e poi si prolunga nello spazio di Alliguai, oggi assente, per raccontare la rivolta che ha avuto luogo la notte scorsa nel CPR di Torino.\r\n\r\nOggi abbiamo avuto con noi Gennaro Ascione che ci ha presentato il suo ultimo libro \"Napoli balla, dancefloor e sottoculture nella città postcoloniale\", uscito per la editrice Tamu per la collana \"Scritture Meridiane\". 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Ernesto ci ha spiegato che alla trattativa di martedì diverse centinaia di opera* si sono concentrati sotto la direzione dove si doveva seguire in diretta dell’incontro a roma con governo e sindacati che non è mai partita. La reazione operaia non ha fatto attenersi infatti tutti i presenti hanno occupato la via appia antistante. Qui potete ascoltare le reazioni concitate operaie registrate durante l'occupazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/AUD-20250521-WA0006.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’incontro é stato sospeso e rinviato a questa settimana, mostra le difficoltà evidenti di governo e sindacati su cui pesa anche la mobilitazione che hanno messo in campo a Taranto gli opera* una\r\nricetta/dinamica su cui bisogna insistere e su cui si lavorerà cavalcando il momento di cessione di classe.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento ha riguardato il referendum dell' 8 e 9 giugno. In particolare abbiamo approfondito i quattro quesiti riguardati il lavoro, grazie all' analisi di Mattia Solari della Cub di Milano. È emersa un'analisi interessante che seppur ponendo la valenza di un avanzamento dei diritti dei lavoratori, pone delle critiche sia nel merito dei quesiti, sia nel metodo contestuale di questo referendum. Il primo quesito, seppur abolendo il job act, non riattiva le tutele dell' art.18, ma quelle delle tutele flessibili della Fornero. Il secondo quesito rimette all' arbitrio dei giudici l'indennizzo per l'eventuale licenziamento per le aziende al di sotto dei 15 dipendenti. Il terzo quesito, eliminerebbe il sistema dei contratti a termine “acausali”, ma li rimanda alle fattispecie della CCNL. Ricordiamo che al momento esistono centinaia di contratti \"pirata\" e filo aziendali tali da porre una ulteriore giungla per questa materia. Sul quarto quesito invece ci si trova d'accordo in quanto finalmente estende la responsabilità del committente, appaltante lavori o servizi, per i danni derivanti dagli infortuni e malattie professionali. Infine esiste una questione di metodo politico. In una fase in cui le promesse di rivolta sindacale della CGIL non hanno prodotto nessun reale conflitto nei luoghi di lavoro, questo referendum rischia solo di normalizzare le lotte. La speranza rimane in un uso tattico del referendum per porre ulteriori rivendicazioni nei luoghi di lavoro.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell’ ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero del 3 giugno 2025:\r\nSCIOPERO della Manutenzione Infrastruttura contro l’Accordo del 10 Gennaio e contro la Privatizzazione. In un comunicato dell'assemblea si legge:\r\n\"Dopo l’illusione che il rinnovo del CCNL potesse correggere il tiro rispetto al peso di una riorganizzazione che sta schiacciando i manutentori oramai da un anno, per capirlo basta leggerlo, occorre ribadire che non basterà un pessimo rinnovo contrattuale a normalizzarci. Da tutte le parti ci spiegano in tutti i modi possibili che ci conviene rassegnarci, che accettare questo processo distruttivo è l’unica cosa da fare, e questo sta generando molta confusione. Per questo occorre ripartire dai fatti. Il 3 Giugno, in occasione dello sciopero, anziché un presidio abbiamo\r\nritenuto più utile che i manutentori delle DOIT firmatarie e non, si confrontino sugli effetti della riorganizzazione. Sgomberiamo il campo dalle menzogne che ci rifilano tutti i giorni, perché sarà il modo migliore per farci sentire. Abbiamo ancora molto da fare, e siamo determinati a farlo, convinti che tutti insieme possiamo farcela.\r\nCi vediamo il 3 giugno alle ore 10, alla Sala Gialla del DLF di Bologna. Faremo circolare una piantina (nel PDF da scaricare qui sotto) con tutte le indicazioni necessarie. Sarà un momento importante. Adesso tocca a noi!\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Intervista3.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","30 Maggio 2025","2025-06-04 00:00:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/IMG_2826-200x110.jpeg","frittura mista|radio fabbrica 27/05/2025",1748628293,[487],[423],{"post_content":568},{"matched_tokens":569,"snippet":570,"value":571},[492],"sarà il modo migliore per \u003Cmark>farc\u003C/mark>i sentire. 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