","Non di sola Ilva è il mal di Ferriera: Arvedi di Servola","post",1514030412,[45,46,47],"http://radioblackout.org/tag/area-a-caldo/","http://radioblackout.org/tag/ferriere-arvedi-di-servola/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[17,19,15],{"post_content":50,"post_title":58,"tags":61},{"matched_tokens":51,"snippet":56,"value":57},[52,53,54,52,55],"di","ferriere","Arvedi","Servola","\u003Cmark>di\u003C/mark> impiegati, ma l'impatto delle \u003Cmark>ferriere\u003C/mark> \u003Cmark>Arvedi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Servola\u003C/mark> sul territorio triestino in questo","In Italia il dibattito sulla nocività della produzione siderurgica si appunta sull’Ilva \u003Cmark>di\u003C/mark> Taranto, e coinvolge così tutti gli stabilimenti italiani nella lotta tra chi privilegerebbe la salute alla salvaguardia dei posti \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro. Ma le fonti \u003Cmark>di\u003C/mark> inquinamento e \u003Cmark>di\u003C/mark> decessi per disastro ambientale che impone la dislocazione \u003Cmark>di\u003C/mark> uno stabilimento \u003Cmark>di\u003C/mark> quella portata in un ambito urbano molto abitato si trova anche con le stesse ripercussioni pure altrove. Magari è inferiore il coinvolgimento \u003Cmark>di\u003C/mark> maestranze in realtà minori come numeri \u003Cmark>di\u003C/mark> impiegati, ma l'impatto delle \u003Cmark>ferriere\u003C/mark> \u003Cmark>Arvedi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Servola\u003C/mark> sul territorio triestino in questo ultimo secolo (costruita nel 1896 dagli austriaci per rifornire l'industria dell'impero) non è meno devastante \u003Cmark>di\u003C/mark> quello che l'impianto siderurgico tarantino è per Tamburi nei giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> vento, con l'unica variante che nei giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> bora almeno le polveri vengono orientate altrove e non invadono le prime case che distano solo 160 metri dalla cokeria.\r\n\r\nLe \u003Cmark>ferriere\u003C/mark> han fatto parte del gruppo Lucchini, negli ultimi anni la situazione vissuta dai \u003Cmark>Servola\u003C/mark>ni è peggiorata e i dati che riportano il numero \u003Cmark>di\u003C/mark> morti riconducibili all'inquinamento per densità \u003Cmark>di\u003C/mark> popolazione sono peggiori \u003Cmark>di\u003C/mark> quelli che coinvolgono Taranto, al punto che, come si dice nella testimonianza \u003Cmark>di\u003C/mark> Emanuele Giordana qui riportata, una città considerata la Stalingrado \u003Cmark>di\u003C/mark> Trieste si è affidata all'ennesima figura \u003Cmark>di\u003C/mark> sindaco che ha già dimostrato il suo livello \u003Cmark>di\u003C/mark> menzogna non avendo chiuso l'area a caldo come promesso da spergiuro \u003Cmark>di\u003C/mark> destra in una campagna elettorale, persa dagli spergiuri \u003Cmark>di\u003C/mark> sinistra che già avevano disatteso le attese della cittadinanza nei precedenti mandati. Ora Roberto Dipiazza, il sindaco, ha a sua volta iniziato azioni legali, come quelle intentate dagli amministratori pugliesi... ma le organizzazioni ambientaliste non ci credono più e non si sa come ridurre alla ragione la Siderurgica Triestina, controllata dal 2015 dal gruppo \u003Cmark>Arvedi\u003C/mark>, quando ha sottoscritto con le istituzioni (Regione \u003Cmark>di\u003C/mark> Serracchiani e Comune allora PD) una messa in sicurezza ambientale e la reindustrializzazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un'area che non si può permettere impianti \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle dimensioni in un territorio del genere, per cui andrebbe ripensato l'intera struttura, ma i costi sono troppo elevati, forse anche per il progetto gigantesco della One Belt One Road cinese che vedrebbe nel porto giuliano uno dei suoi snodi.\r\n\r\nEcco il lucido racconto \u003Cmark>di\u003C/mark> ciò che ha visto in loco Emanuele Giordana, giornalista \u003Cmark>di\u003C/mark> Lettera 22:\r\n\r\n\u003Cmark>Arvedi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Servola\u003C/mark>",{"matched_tokens":59,"snippet":60,"value":60},[52,52,54,52,55],"Non \u003Cmark>di\u003C/mark> sola Ilva è il mal \u003Cmark>di\u003C/mark> Ferriera: \u003Cmark>Arvedi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Servola\u003C/mark>",[62,64,68],{"matched_tokens":63,"snippet":17},[],{"matched_tokens":65,"snippet":67},[66,54,52,55],"Ferriere","\u003Cmark>Ferriere\u003C/mark> \u003Cmark>Arvedi\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Servola\u003C/mark>",{"matched_tokens":69,"snippet":15},[],[71,74,79],{"field":72,"matched_tokens":73,"snippet":56,"value":57},"post_content",[52,53,54,52,55],{"field":20,"indices":75,"matched_tokens":76,"snippets":78},[14],[77],[66,54,52,55],[67],{"field":80,"matched_tokens":81,"snippet":60,"value":60},"post_title",[52,52,54,52,55],2314894167593451500,{"best_field_score":84,"best_field_weight":85,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":31,"score":86,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":31},"4419510927616",13,"2314894167593451627",4,6646,{"collection_name":42,"first_q":19,"per_page":90,"q":19},6,{"facet_counts":92,"found":127,"hits":128,"out_of":299,"page":14,"request_params":300,"search_cutoff":21,"search_time_ms":301},[93,103],{"counts":94,"field_name":100,"sampled":21,"stats":101},[95,98],{"count":96,"highlighted":97,"value":97},7,"anarres",{"count":14,"highlighted":99,"value":99},"frittura mista","podcastfilter",{"total_values":102},2,{"counts":104,"field_name":20,"sampled":21,"stats":125},[105,107,109,111,113,115,117,119,121,123],{"count":102,"highlighted":106,"value":106},"torino",{"count":102,"highlighted":108,"value":108},"anarchici",{"count":102,"highlighted":110,"value":110},"25 aprile",{"count":102,"highlighted":112,"value":112},"resistenza",{"count":102,"highlighted":114,"value":114},"Ilio Baroni",{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"F35",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"alenia",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"finmeccanica",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"lockeed martin",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"giardini reali",{"total_values":126},15,9,[129,161,191,218,248,278],{"document":130,"highlight":143,"highlights":151,"text_match":156,"text_match_info":157},{"comment_count":31,"id":131,"is_sticky":31,"permalink":132,"podcastfilter":133,"post_author":97,"post_content":134,"post_date":135,"post_excerpt":37,"post_id":131,"post_modified":136,"post_thumbnail":137,"post_title":138,"post_type":139,"sort_by_date":140,"tag_links":141,"tags":142},"69022","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-aprile-anarchici-contro-il-fascismo-primavera-no-tav-resistenza-a-torino-argo-il-cane-da-guardia-di-appendino/",[97],"Il nostro nostro viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/2021-04-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nGli anarchici contro il fascismo\r\nLa lotta degli anarchici contro il fascismo non comincia nel settembre del 1943, ma dura 20 anni e va oltre il 25 aprile del 1945.\r\nPer raccontare questa storia è stato con noi Giorgio Sacchetti, storico e docente all’Università dell’Aquila\r\n\r\nValsusa. I No Tav, il cantiere fortezza di San Didero, le giornate di lotta in questa primavera No Tav. \r\n\r\nIlio Baroni era operaio alle Ferriere di Torino, dove era approdato negli anni Venti dopo le lotte contro fascisti e padroni a Piombino.\r\nDivenuto comandante della VI brigata SAP, cadde combattendo per le strade di Barriera il 26 aprile del 1945. Combatteva a fianco di altri operai delle fabbriche torinesi, che i nazisti in fuga intendevano distruggere. Quelli come Ilio non volevano certo salvare le fabbriche, perché potessero essere riconsegnate ai padroni, ma per prendersele e costruire un futuro senza fascisti e senza padroni.\r\nNei decenni che ci separano da quelle giornate di aprile, i volti della gente di Barriera sono cambiati. Ma la lotta contro una democrazia che, ogni volta che la gente alza la testa assume, le vesti del fascismo, non è cambiata. E gli anarchici sono sempre per le strade, perché la memoria di ieri vive nelle lotte di oggi.\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide di Ilio Baroni, per intrecciare il filo rosso e nero che ci lega a quei giorni.\r\nNe abbiamo parlato con Emi della Federazione Anarchica\r\n\r\nArgo, il cane da guardia di Appendino\r\nArgo, costerà 2 milioni di euro, 800 li mette il comune, gli altri Stato e Regione.\r\nVi stiamo parlando delle 273 nuove telecamere che verranno installate in città a partire da maggio.\r\nSono telecamere “intelligenti”, ossia, come ogni buon cane poliziotto, saranno addestrate a riconoscere i soggetti che, secondo la polizia è interessante vengano monitorati e riconosciuti nei loro movimenti.\r\nIl software del quale sono dotate consente loro di individuare, persone o gruppi di persone precisi.\r\nVa da se che con questo sistema la polizia potrà estendere il proprio potere di controllo su persone o gruppi sociali considerati pericolosi per l’ordine costituito. \r\nInutile dire che i primi quartieri in cui verranno installate saranno Barriera e Aurora, i quartieri che, complici anche alcuni progetti di riqualificazione escludente, la polizia è chiamata a controllare e, soprattutto a “normalizzare”. \r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nVenerdì 14 maggio ore 21\r\nIncontro on line su zoom\r\nhttps://us02web.zoom.us/j/88203519909\r\n\r\nID riunione: 882 0351 9909\r\nVagli a spiegare che è primavera.\r\nBiopolitica e repressione. Michel Foucault e il gruppo di informazione sulle prigioni.\r\nIntroduce Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all'Università di Palermo.\r\nSecondo incontro di informazione e lotta contro le prigioni.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","8 Maggio 2021","2021-05-08 13:22:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/41361235_188643928724116_5568968783120812821_n-1-1024x1024-1-200x110.jpg","Anarres del 23 aprile. Anarchici contro il fascismo. Primavera No Tav. Resistenza a Torino. 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Un altro stabilimento Fiat di prima importanza, le Ferriere, vera roccaforte anarchica tra le industrie cittadine, viene preso nello stesso momento, insieme a decine di impianti della stessa azienda e di altri proprietari. In pochi giorni vengono occupate ed autogestite tutte le fabbriche torinesi. All’interno si lavora, per dimostrare con i fatti che tutto funziona senza padroni, si fanno turni di guardia armati per impedire l’ingresso della polizia, i cui attacchi vengono respinti. \r\nPiero Gobetti la definirà “la prova del fuoco della maturità degli operai torinesi», “il primo atto pratico della rivoluzione sociale”, scriveva Malatesta.\r\nPietro Ferrero, l’anarchico segretario della Fiom, in comizio di quello stesso giorno sostiene l’occupazione degli stabilimenti e l’autogestione operaia dei Consigli contro l’orientamento della Fiom nazionale e della Cgl rette dai socialisti riformisti. \r\nDieci giorni dopo il movimento si era esteso ad altre città e ad altri settori produttivi ed aveva organizzato l’autodifesa.\r\nMa a Milano la dirigenza Cgl e del PSI decretano la fine dell’occupazione. \r\nQuando gli operai in armi uscirono dalle fabbriche riconsegnandole ai padroni, Errico Malatesta, parlandone con Pietro Ferrero, disse che i padroni l’avrebbero fatta pagare cara a chi li aveva fatti tremare.\r\nNel dicembre del 1922, non erano passati nemmeno due mesi dalla marcia su Roma, i fascisti erano pronti a presentare il conto alla classe operaia di Torino.\r\n\r\nMini Naja. La militarizzazione delle nostre vite fa un ulteriore passo in avanti con l’annuncio di 40 giorni di servizio militare, per ora, volontario. Chi la farà ovviamente sarà pagato con numerosi privilegi: punti per la maturità, per la laurea, e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici”. Evidentemente la banda La Russa non è così convinto che basti far leva sull’amor patrio.\r\n\r\nLa strage di piazza Fontana. Una memoria resistente dopo 53 anni\r\nTante le iniziative di quest’anno nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nAgli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente. In questi ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi di una lettura revisionista di una vicenda che rappresentò uno spartiacque per un’intera generazione di compagne e compagni. La strage di Stato mostrava senza alcun possibile dubbio che quando gli oppressi e gli sfruttati alzano la testa, la democrazia mostra a pieno il suo volto criminale\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo della federazione anarchica milanese\r\n\r\nLivorno. Stop Cheddite per fermare la produzione e il traffico di armi\r\nIeri si è svolta a Livorno una manifestazione organizzata dal “Coordinamento per il ritiro delle missioni militari” per esprimere solidarietà a chi si rivolta in Iran e per pretendere lo stop immediato delle esportazioni della Cheddite verso la Turchia e l’Iran. Un’inchiesta di France 24 ha reso noto che la polizia iraniana utilizza proiettili Cheddite per sparare fucilate sui manifestanti. Proprio a Livorno l’azienda produce questo tipo di munizioni da caccia e secondo inchieste indipendenti le munizioni arriverebbero in Iran attraverso la Turchia per aggirare l’embargo a cui è sottoposto il paese. Per questo abbiamo manifestato di fronte ai cancelli della fabbrica insieme alla Comunità Iraniana di Pisa. Sono stati affissi alcuni striscioni “Le dittature sparano Cheddite”, “Stop all’invio di armi in Iran”, “Non siamo complici della repressione in Iran”\r\nNe abbiamo parlato con Dario del Coordinamento per il ritiro delle missioni militari\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","21 Dicembre 2022","2022-12-21 17:26:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/maxresdefault-200x110.jpeg","Anarres del 16 dicembre. La strage di Torino. Piazza Fontana una memoria viva nelle lotte. Mini naja. 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La Camera del lavoro era in Corso Siccardi, in pieno centro: in quel luogo, costruito con il loro contributo decisivo, gli operai della città si erano organizzati per prendere saldamente tra le mani il sogno concreto \u003Cmark>di\u003C/mark> una società senza sfruttati né sfruttatori. Era un simbolo del biennio rosso, dell’occupazione delle fabbriche, quando la classe operaia torinese, reduce dalla guerra, dalla fame, dalla militarizzazione della vita quotidiana, aveva deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> fare la rivoluzione.\r\nDue anni prima, il 1° settembre 1920, alle prime luci dell’alba tredicimila operai occupano la Fiat Centro. Un altro stabilimento Fiat \u003Cmark>di\u003C/mark> prima importanza, le \u003Cmark>Ferriere\u003C/mark>, vera roccaforte anarchica tra le industrie cittadine, viene preso nello stesso momento, insieme a decine \u003Cmark>di\u003C/mark> impianti della stessa azienda e \u003Cmark>di\u003C/mark> altri proprietari. In pochi giorni vengono occupate ed autogestite tutte le fabbriche torinesi. All’interno si lavora, per dimostrare con i fatti che tutto funziona senza padroni, si fanno turni \u003Cmark>di\u003C/mark> guardia armati per impedire l’ingresso della polizia, i cui attacchi vengono respinti. \r\nPiero Gobetti la definirà “la prova del fuoco della maturità degli operai torinesi», “il primo atto pratico della rivoluzione sociale”, scriveva Malatesta.\r\nPietro Ferrero, l’anarchico segretario della Fiom, in comizio \u003Cmark>di\u003C/mark> quello stesso giorno sostiene l’occupazione degli stabilimenti e l’autogestione operaia dei Consigli contro l’orientamento della Fiom nazionale e della Cgl rette dai socialisti riformisti. \r\nDieci giorni dopo il movimento si era esteso ad altre città e ad altri settori produttivi ed aveva organizzato l’autodifesa.\r\nMa a Milano la dirigenza Cgl e del PSI decretano la fine dell’occupazione. \r\nQuando gli operai in armi uscirono dalle fabbriche riconsegnandole ai padroni, Errico Malatesta, parlandone con Pietro Ferrero, disse che i padroni l’avrebbero fatta pagare cara a chi li aveva fatti tremare.\r\nNel dicembre del 1922, non erano passati nemmeno due mesi dalla marcia su Roma, i fascisti erano pronti a presentare il conto alla classe operaia \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino.\r\n\r\nMini Naja. La militarizzazione delle nostre vite fa un ulteriore passo in avanti con l’annuncio \u003Cmark>di\u003C/mark> 40 giorni \u003Cmark>di\u003C/mark> servizio militare, per ora, volontario. Chi la farà ovviamente sarà pagato con numerosi privilegi: punti per la maturità, per la laurea, e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici”. Evidentemente la banda La Russa non è così convinto che basti far leva sull’amor patrio.\r\n\r\nLa strage \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Fontana. Una memoria resistente dopo 53 anni\r\nTante le iniziative \u003Cmark>di\u003C/mark> quest’anno nell’anniversario della strage \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto \u003Cmark>di\u003C/mark> Valpreda e dell’assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> Giuseppe Pinelli nei locali della questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nAgli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava \u003Cmark>di\u003C/mark> una strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato, ordita con lo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno \u003Cmark>di\u003C/mark> quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente. In questi ultimi anni si sono moltiplicati i tentativi \u003Cmark>di\u003C/mark> una lettura revisionista \u003Cmark>di\u003C/mark> una vicenda che rappresentò uno spartiacque per un’intera generazione \u003Cmark>di\u003C/mark> compagne e compagni. La strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato mostrava senza alcun possibile dubbio che quando gli oppressi e gli sfruttati alzano la testa, la democrazia mostra a pieno il suo volto criminale\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo della federazione anarchica milanese\r\n\r\nLivorno. Stop Cheddite per fermare la produzione e il traffico \u003Cmark>di\u003C/mark> armi\r\nIeri si è svolta a Livorno una manifestazione organizzata dal “Coordinamento per il ritiro delle missioni militari” per esprimere solidarietà a chi si rivolta in Iran e per pretendere lo stop immediato delle esportazioni della Cheddite verso la Turchia e l’Iran. 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Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco. È il 26 aprile.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\nMa il fascismo non è morto il 25 aprile del 1945…\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo.\r\nNe abbiamo parlato con Tobia Imperato, autore di un libro sugli anarchici nella Resistenza a Torino\r\n\r\nPierre Clastres, un antropologo contro lo stato\r\nLa società contro lo Stato è il titolo di uno dei testi più celebri dell’antropologo francese Pierre Clastres. Editato nel 1974 questo testo mantiene grande attualità.\r\nLe società primitive, ci dice Clastres, non sono affatto società senza Stato – come afferma un'antropologia classica pericolosamente evoluzionista – ma società contro lo Stato. 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La lapide che lo ricorda è nel centro del quartiere operaio di Barriera di Milano, all'angolo tra corso Giulio e corso Novara.\r\nOggi rimane solo un pezzo di muro con la pietra, il nome, la foto scolorita.\r\nSino ad una trentina di anni fa quel muro era la spalletta di un ponte su un piccolo canale.\r\nEra una zona di babbriche ed un borgo di operai. Operai combattivi, gli stessi dell'insurrezione contro la guerra e il carovita del 1917, quelli dell'occupazione delle fabbriche, della resistenza al fascismo, gli anarchici che durante gli anni più bui della dittatura mantennero in piedi un gruppo clandestino, la gente degli scioperi del marzo '43.\r\nOggi sono quasi del tutto scomparsi anche i ruderi di quelle fabbriche. Delle ferriere, dove lavorava Baroni, restano solo gli imponenti travoni di acciaio in mezzo ad un improbabile parco urbano tra ipermercati e multisale.\r\nIl cuore del quartiere è cambiato. La Barriera aveva resistito agli anni dell'immigrazione dal sud, facendosi teatro di lotte grandi tra fabbrica, scuola, quartiere, eludendo il rischio della guerra tra poveri, del razzismo per costruire una stagione di lotte, che ormai trascolora nella memoria dei tanti la cui vita ne è stata attraversata.\r\nOggi vivere qui è più difficile che in passato: non è solo questione dei soldi e del lavoro che non c'è, e, se c'é è sempre più nero, pericoloso, precario.\r\nC'è un disagio diffuso che non sa più farsi percorso di lotta, c'é latente la rabbia verso i tanti immigrati africani, magrebini, cinesi, romeni, peruvianio che ci abitano e l'hanno cambiato.\r\nUn po' il vento sta cambiando ma per ora è solo una brezza lieve.\r\nNoi ogni anno ci ritroviamo alla lapide: si parla, si brinda, si chiacchiera con chi passa. Non è solo una commemorazione. E' la scelta tenace per i tanti di noi che in questo quartiere sono nati e continuano a vivere, di alimentare la lieve brezza che segnala il mutare dei tempi. Annodiamo i fili della memoria di ieri con le lotte di oggi.\r\n\r\nCon Roberto Prato abbiamo sfogliato le pagine della resistenza a Torino, quando Ilio, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti, era comandante della VII brigata Sap delle Ferriere.\r\nLe Sap, Squadre di Azione Patriottica, dove lottavano partigiani provenienti da diverse realtà politiche, sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamante le idee antifasciste, e si preparavano all'insurrezione. Ilio, nome di battaglia \"il Moro\", al comando della squadra di manovra Sap, è protagonista di azioni di guerra in stile gappista.\r\nIl 25 aprile a Torino la città è paralizzata dallo sciopero generale, scoppia l’insurrezione, la città diventa a breve un campo di battaglia.\r\nBaroni e i suoi attaccano la stazione Dora e si guadagnano un successo, ma giunge una richiesta d’aiuto dalla Grandi Motori. Il Moro non esita ad aiutare i compagni nel mezzo di una battaglia furiosa, e cade sotto il fuoco tedesco. È il 26 aprile. Il giorno dopo la città sarà completamente liberata dai fascisti, senza dover nemmeno aspettare l’arrivo delle formazioni esterne.\r\nIl 28 aprile i volontari della libertà di tutte le formazioni percorrono le vie di Torino.\r\nIlio Baroni non potrà vedere il momento per cui ha lottato duramente tutta la vita…\r\n\r\nAscolta l'intervista con Roberto Prato\r\n\r\n2013 04 19 Prato Baroni\r\n\r\nDegli anarchici italiani nella resistenza abbiamo parlato con Claudio Venza, docente di storia all'università di Trieste.\r\nCon Claudio abbiamo affrontato anche il tema del revisionismo, che negli ultimi anni ha portato addirittura ad una sorta di equiparazione tra partigiani e i torturatori ed assassini della Repubblica di Salò.\r\nLe radici di un revisionismo che ha avuto tra i protagonisti anche esponenti della sinistra è nel manacto riconoscimento collettivo dei crimini del fascismo, troppo spesso opposto al nazismo, tramite una grande operazione di negazione della ferocia del colonialismo italiano in Libia come nel corno d'Africa, del totale misconoscimento degli inenarrabili orrori che hanno segnato l'occupazione italiana della Jugoslavia e della Grecia.\r\nUna rimozione collettiva retta da un mito tanto tenace quanto falso, quello degli \"italiani brava gente\".\r\n\r\nAscolta la diretta con Claudio\r\n\r\n2013 04 19 resistenza revisionismo venza","21 Aprile 2013","2018-10-17 22:10:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/04/07_lapide_di_baroni._ricordo-200x110.jpg","Gli anarchici, la resistenza, il revisionismo",1366567416,[230,231,232,233,234,235],"http://radioblackout.org/tag/25-aprile/","http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/ilio-baroni/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/revisionismo/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[110,108,114,112,237,106],"revisionismo",{"post_content":239},{"matched_tokens":240,"snippet":241,"value":242},[52,53],"tutto scomparsi anche i ruderi \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle fabbriche. 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Operai combattivi, gli stessi dell'insurrezione contro la guerra e il carovita del 1917, quelli dell'occupazione delle fabbriche, della resistenza al fascismo, gli anarchici che durante gli anni più bui della dittatura mantennero in piedi un gruppo clandestino, la gente degli scioperi del marzo '43.\r\nOggi sono quasi del tutto scomparsi anche i ruderi \u003Cmark>di\u003C/mark> quelle fabbriche. Delle \u003Cmark>ferriere\u003C/mark>, dove lavorava Baroni, restano solo gli imponenti travoni \u003Cmark>di\u003C/mark> acciaio in mezzo ad un improbabile parco urbano tra ipermercati e multisale.\r\nIl cuore del quartiere è cambiato. La Barriera aveva resistito agli anni dell'immigrazione dal sud, facendosi teatro \u003Cmark>di\u003C/mark> lotte grandi tra fabbrica, scuola, quartiere, eludendo il rischio della guerra tra poveri, del razzismo per costruire una stagione \u003Cmark>di\u003C/mark> lotte, che ormai trascolora nella memoria dei tanti la cui vita ne è stata attraversata.\r\nOggi vivere qui è più difficile che in passato: non è solo questione dei soldi e del lavoro che non c'è, e, se c'é è sempre più nero, pericoloso, precario.\r\nC'è un disagio diffuso che non sa più farsi percorso \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta, c'é latente la rabbia verso i tanti immigrati africani, magrebini, cinesi, romeni, peruvianio che ci abitano e l'hanno cambiato.\r\nUn po' il vento sta cambiando ma per ora è solo una brezza lieve.\r\nNoi ogni anno ci ritroviamo alla lapide: si parla, si brinda, si chiacchiera con chi passa. Non è solo una commemorazione. E' la scelta tenace per i tanti \u003Cmark>di\u003C/mark> noi che in questo quartiere sono nati e continuano a vivere, \u003Cmark>di\u003C/mark> alimentare la lieve brezza che segnala il mutare dei tempi. Annodiamo i fili della memoria \u003Cmark>di\u003C/mark> ieri con le lotte \u003Cmark>di\u003C/mark> oggi.\r\n\r\nCon Roberto Prato abbiamo sfogliato le pagine della resistenza a Torino, quando Ilio, operaio toscano emigrato a Torino negli anni venti, era comandante della VII brigata Sap delle \u003Cmark>Ferriere\u003C/mark>.\r\nLe Sap, Squadre \u003Cmark>di\u003C/mark> Azione Patriottica, dove lottavano partigiani provenienti da diverse realtà politiche, sabotavano la produzione, diffondevano clandestinamante le idee antifasciste, e si preparavano all'insurrezione. 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Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLotte afroindigene\r\nDiretta da studio con Jhonny del gruppo anarco-punk Aurora Negra della favela Vila d’Alva di Sao Paulo\r\n\r\nPolizie\r\nLo Stato italiano ha appena celebrato in pompa magna il 171esimo anniversario della polizia.\r\nLa che mostra nell’azione quotidiana di repressione, quali siano le conseguenze pratiche del monopolio nell’esercizio della violenza attuato dallo Stato.\r\nMa in Italia la polizia è solo uno dei gangli di un apparato di controllo che è integrato da due corpi di polizia militare, i carabinieri e la guardia di finanza e dalle stesse forze armate ormai costantemente impiegate anche in operazioni di polizia giudiziaria.\r\nIl segno di un osmosi ormai compiuta tra guerra interna e guerra esterna.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nInternazionale di Federazioni Anarchiche\r\nDal 7 al 10 aprile si è svolto a Massenzatico il congresso dell’IFA.\r\nCon Simone Ruini uno dei compagni della FAI che seguono da vicino le relazioni internazionali proviamo a raccontare quest’incontro in cui si sono confrontat* compagne e compagni di diversi continenti, scambiandosi esperienze e rendendo più solide le relazioni di solidarietà, mutuo appoggio ed i comuni percorsi di lotta.\r\n\r\nLeonardo. Il colosso armiero a controllo statale passa a Cingolani\r\nSta terminando il risico squisitamente politico delle nomine delle grandi e piccole aziende partecipate dallo Stato italiano.\r\nA capo di Leonardo Profumo cede il passo a Cingolani, già ministro della transizione ecologica nel governo Draghi. Una nomina che pare alludere ad un orientamento verso l’innovazione tecnologica piuttosto che nel rafforzamento del settore produttivo. Ma sarà realmente così?\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni, operaio alle Ferriere, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. 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Il governo Meloni si distingue per l’attacco ai migranti, agli oppositori politici, alle donne, alle persone non conformi alla norma patriarcale.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAnarchici contro il fascismo\r\nLa resistenza degli anarchici al fascismo comincia negli anni venti e non finisce il 25 aprile 1945.\r\nGrazie agli studi di questi ultimi decenni è possibile ricostruire una storia unica nel panorama della lotta contro il fascismo, perché, nonostante le persecuzioni e l’esilio forzato, gli anarchici sono attivi anche negli anni più bui della dittatura.\r\nCe ne ha parlato Franco Schirone, autore, tra gli altri, de “La resistenza sconosciuta”\r\n\r\n25 aprile in Barriera di Milano\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più, è ora nelle nostre mani.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni, operaio alle Ferriere, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. 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Torino. 25 aprile in Barriera...",1682350045,[],[],{"post_content":291},{"matched_tokens":292,"snippet":264,"value":293},[52,66],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFascismo. Marte è ancora lontano\r\nA otto mesi dalle elezioni che, per la prima volta dal dopoguerra, hanno consegnato la maggioranza relativa della coalizione \u003Cmark>di\u003C/mark> centro destra a Fratelli d’Italia, una formazione che fa esplicito riferimento alla dittatura fascista, è possibile tentare un primo bilancio dell’azione \u003Cmark>di\u003C/mark> governo. Trovano conferma le previsioni fatte qualche mese fa. Il governo Meloni si distingue per l’attacco ai migranti, agli oppositori politici, alle donne, alle persone non conformi alla norma patriarcale.\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAnarchici contro il fascismo\r\nLa resistenza degli anarchici al fascismo comincia negli anni venti e non finisce il 25 aprile 1945.\r\nGrazie agli studi \u003Cmark>di\u003C/mark> questi ultimi decenni è possibile ricostruire una storia unica nel panorama della lotta contro il fascismo, perché, nonostante le persecuzioni e l’esilio forzato, gli anarchici sono attivi anche negli anni più bui della dittatura.\r\nCe ne ha parlato Franco Schirone, autore, tra gli altri, de “La resistenza sconosciuta”\r\n\r\n25 aprile in Barriera \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo \u003Cmark>di\u003C/mark> periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio \u003Cmark>di\u003C/mark> memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più, è ora nelle nostre mani.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide \u003Cmark>di\u003C/mark> Ilio Baroni, operaio alle \u003Cmark>Ferriere\u003C/mark>, partigiano, anarchico.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nLunedì Primo Maggio\r\nDisertiamo la guerra!\r\nore 9\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla FAT in corso Palermo 46. Menù vegan\r\nPer prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDue appuntamenti sul futuro \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta.\r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? Torino tra riqualificazioni escludenti e l'insicurezza delle vite povere e migranti\r\nInterverrà Giovanni Semi, sociologo, autore \u003Cmark>di\u003C/mark> numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole.\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[295],{"field":72,"matched_tokens":296,"snippet":264,"value":293},[52,66],{"best_field_score":276,"best_field_weight":159,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":102,"score":298,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":31},"1157451470904230001",6637,{"collection_name":139,"first_q":19,"per_page":90,"q":19},10,["Reactive",303],{},["Set"],["ShallowReactive",306],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$ftfHM9hEHCgf75K2s6rRWkpYEINT7HQ7sUFs0wJ3oGDw":-1},true,"/search?query=Ferriere+Arvedi+di+Servola"]