","Marina militare nel Golfo di Guinea e... in quello di Ormuz","post",1624374636,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/2-maro/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-guinea/","http://radioblackout.org/tag/golfo-di-ormuz/","http://radioblackout.org/tag/marina-militare-italiana/","http://radioblackout.org/tag/missione-antipirateria/",[68,24,69,70,71],"2 marò","golfo di ormuz","marina militare italiana","missione antipirateria",{"post_content":73,"post_title":80,"tags":83},{"matched_tokens":74,"snippet":78,"value":79},[75,76,77],"Golfo","di","Guinea","cose in grande anche nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, in Africa occidentale, nelle acque","Unità navali ed elicotteri della Marina militare italiana a “difesa” dei pozzi petroliferi dell’ENI e dei mercantili delle grandi compagnie armatoriali. Dallo scorso anno il sistema Italia fa le cose in grande anche nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, in Africa occidentale, nelle acque prospicienti la Costa d’Avorio, il Ghana, la Nigeria e l’Angola. Con il decreto \u003Cmark>di\u003C/mark> finanziamento delle missioni internazionali, nel luglio 2020 il parlamento ha dato il via al pattugliamento del \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> in funzione “anti-pirateria”, a salvaguardia dei crescenti investimenti finanziari nell’area da parte dell’holding energetica a capitale statale e \u003Cmark>di\u003C/mark> alcuni gruppi privati.\r\nE già si profila una nuova missione navale nello stretto \u003Cmark>di\u003C/mark> Ormuz in contro l’Iran (e la Cina).\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-22-mil-guinea-ormuz-mazzeo.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":82},[75,76,77,76],"Marina militare nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> e... in quello \u003Cmark>di\u003C/mark> Ormuz",[84,86,89,93,95],{"matched_tokens":85,"snippet":68},[],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[75,76,77],"\u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":92},[91,76],"golfo","\u003Cmark>golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> ormuz",{"matched_tokens":94,"snippet":70},[],{"matched_tokens":96,"snippet":71},[],[98,104,107],{"field":36,"indices":99,"matched_tokens":100,"snippets":103},[28,21],[101,102],[75,76,77],[91,76],[88,92],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":82,"value":82},"post_title",[75,76,77,76],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":78,"value":79},"post_content",[75,76,77],1736172819517538300,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":114,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":116,"highlight":144,"highlights":166,"text_match":110,"text_match_info":175},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":48,"id":119,"is_sticky":48,"permalink":120,"post_author":51,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":54,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":59,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":136},[45],[47],"66375","http://radioblackout.org/2021/01/il-caffe-turco-con-murat-un-2020-difficile-ma-non-sospendiamo-il-giudizio-sul-2021/","https://youtu.be/pC5Xs9ah91o\r\n\r\n \r\n\r\nCon questo brano (Askin Bahardi, canzone storica pop in lingua turca) triste nel testo che documenta lo stato d’animo di un abbandono, nonostante l’aria allegra della musica Murat ha voluto forse sintetizzare\r\n\r\nMurat ci teneva a fare il consuntivo di un anno difficile in Turchia non solo per via della pandemia – che comunque non ha scherzato nemmeno sul Bosforo, nonostante i dati falsi diffusi fino a due settimane fa dalle istituzioni –, ma anche per il diritto alla libertà di stampa; detenzioni provvisorie, condanne, aggressioni, licenziamenti e multe.\r\n\r\nMa anche per le donne non è stato un anno facile. La Turchia continua e detenere il triste record dei femminicidi tra i paesi dell’Osce. Ma pure il mondo del lavoro non se la passa bene, tanto che cominciano le proteste operaie.\r\n\r\nPoi si accomunano le nomine universitarie; quella imposta all’università del Bosforo e quella che riporta Mariano Giustino che abbiamo coinvolto la scorsa settimana: «Il professore di origine turca Metin Tolan è stato eletto rettore all'unanimità presso l'Università di Göttingen (città universitaria in Bassa Sassonia). Eletto e non nominato». Ma oltre alle proteste universitarie contro il nuovo rettore dell'Università di Bogazici ci siamo concessi una fuga verso i nomi che ha scelto nella sua squadra il nuovo presidente statunitense Biden, perché sono molto conosciuti da queste parti, tanto che Murat li aveva infilati tutti in un tris di previsioni che potete trovare nelle puntate precedenti.\r\n\r\nMa questo ha dato la stura ad alcune considerazioni sui casi di pirateria nel Golfo di Guinea, dove il mercantile Mozart con sede a Istanbul, ma battente bandiera liberiana con ciurma turca composta da 15 marinai rapiti è stato sequestrato da imbarcazioni nigeriane (l’unico azero a bordo è stato ucciso). Non è la prima volta che capita: infatti il Golfo di Guinea si sostituisce al Corno d’Africa, dove Ankara ha occupato ogni ganglio cooperando a stroncare la pirateria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-28_Murat.mp3\"][/audio]","30 Gennaio 2021","2021-01-30 00:19:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"287\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-300x287.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-300x287.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-1024x980.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-768x735.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart-1536x1470.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Nave-Mozart.png 1810w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il Caffè turco con Murat: un 2020 difficile... ma non sospendiamo il giudizio sul 2021",1611965974,[129,130,131,132,133,63,134,135],"http://radioblackout.org/tag/aggressioni/","http://radioblackout.org/tag/bogazici/","http://radioblackout.org/tag/disoccupazione/","http://radioblackout.org/tag/femminicidi/","http://radioblackout.org/tag/giornalisti-arrestati/","http://radioblackout.org/tag/turchia/","http://radioblackout.org/tag/vaccinazioni/",[137,138,139,140,141,24,142,143],"aggressioni","Bogaziçi","disoccupazione","femminicidi","giornalisti arrestati","Turchia","vaccinazioni",{"post_content":145,"tags":149},{"matched_tokens":146,"snippet":147,"value":148},[76,75,76,77],"sui casi \u003Cmark>di\u003C/mark> pirateria nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, dove il mercantile Mozart con","https://youtu.be/pC5Xs9ah91o\r\n\r\n \r\n\r\nCon questo brano (Askin Bahardi, canzone storica pop in lingua turca) triste nel testo che documenta lo stato d’animo \u003Cmark>di\u003C/mark> un abbandono, nonostante l’aria allegra della musica Murat ha voluto forse sintetizzare\r\n\r\nMurat ci teneva a fare il consuntivo \u003Cmark>di\u003C/mark> un anno difficile in Turchia non solo per via della pandemia – che comunque non ha scherzato nemmeno sul Bosforo, nonostante i dati falsi diffusi fino a due settimane fa dalle istituzioni –, ma anche per il diritto alla libertà \u003Cmark>di\u003C/mark> stampa; detenzioni provvisorie, condanne, aggressioni, licenziamenti e multe.\r\n\r\nMa anche per le donne non è stato un anno facile. La Turchia continua e detenere il triste record dei femminicidi tra i paesi dell’Osce. Ma pure il mondo del lavoro non se la passa bene, tanto che cominciano le proteste operaie.\r\n\r\nPoi si accomunano le nomine universitarie; quella imposta all’università del Bosforo e quella che riporta Mariano Giustino che abbiamo coinvolto la scorsa settimana: «Il professore \u003Cmark>di\u003C/mark> origine turca Metin Tolan è stato eletto rettore all'unanimità presso l'Università \u003Cmark>di\u003C/mark> Göttingen (città universitaria in Bassa Sassonia). Eletto e non nominato». Ma oltre alle proteste universitarie contro il nuovo rettore dell'Università \u003Cmark>di\u003C/mark> Bogazici ci siamo concessi una fuga verso i nomi che ha scelto nella sua squadra il nuovo presidente statunitense Biden, perché sono molto conosciuti da queste parti, tanto che Murat li aveva infilati tutti in un tris \u003Cmark>di\u003C/mark> previsioni che potete trovare nelle puntate precedenti.\r\n\r\nMa questo ha dato la stura ad alcune considerazioni sui casi \u003Cmark>di\u003C/mark> pirateria nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, dove il mercantile Mozart con sede a Istanbul, ma battente bandiera liberiana con ciurma turca composta da 15 marinai rapiti è stato sequestrato da imbarcazioni nigeriane (l’unico azero a bordo è stato ucciso). Non è la prima volta che capita: infatti il \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> si sostituisce al Corno d’Africa, dove Ankara ha occupato ogni ganglio cooperando a stroncare la pirateria.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-28_Murat.mp3\"][/audio]",[150,152,154,156,158,160,162,164],{"matched_tokens":151,"snippet":137},[],{"matched_tokens":153,"snippet":138},[],{"matched_tokens":155,"snippet":139},[],{"matched_tokens":157,"snippet":140},[],{"matched_tokens":159,"snippet":141},[],{"matched_tokens":161,"snippet":88},[75,76,77],{"matched_tokens":163,"snippet":142},[],{"matched_tokens":165,"snippet":143},[],[167,173],{"field":36,"indices":168,"matched_tokens":170,"snippets":172},[169],5,[171],[75,76,77],[88],{"field":108,"matched_tokens":174,"snippet":147,"value":148},[76,75,76,77],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":176,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517538410",{"document":178,"highlight":206,"highlights":233,"text_match":245,"text_match_info":246},{"cat_link":179,"category":180,"comment_count":48,"id":181,"is_sticky":48,"permalink":182,"post_author":51,"post_content":183,"post_date":184,"post_excerpt":54,"post_id":181,"post_modified":185,"post_thumbnail":186,"post_thumbnail_html":187,"post_title":188,"post_type":59,"sort_by_date":189,"tag_links":190,"tags":199},[45],[47],"75596","http://radioblackout.org/2022/05/20-maggio-sciopero-contro-la-guerra-e-leconomia-di-guerra/","Il 20 maggio il sindacalismo di base ha indetto uno sciopero generale contro la guerra, cui aderiscono tante reti pacifiste e antimilitariste.\r\nI punti cardine dello sciopero sono cinque: contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra; contro l’invio delle armi in Ucraina e l’aumento delle spese militari; per l’aumento delle spese sociali e dei salari; per il ripristino della scala mobile; per un reddito di base per tutte e tutti.\r\nIn questi mesi tante iniziative, manifestazioni, blocchi, scioperi, assemblee sparse sui territori e nelle città hanno mostrato che ci sono forze pronte a dar voce ad un’opposizione alla guerra che è radicata e diffusa nella società.\r\nLo sciopero del 20 maggio è una prima occasione per aggregare quelle forze che pur da diversi punti di vista si oppongono alla guerra, che vogliono fermare il conflitto in Ucraina che per centinaia di milioni di pover* significa fuga dalle proprie case, paura, morte, distruzione, miseria, peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, carovita, tagli alla spesa sociale, militarizzazione e repressione. Un disastro che colpisce non solo chi vive nei paesi direttamente coinvolti nella guerra e viene arruolato e mandato al macello dai propri governanti, ma che, seppur con intensità diversa, colpisce tutt* noi.\r\nLa politica di riarmo e di interventismo militare all’estero condotta dai governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio in Italia, con missioni neocoloniali in Libia, Mali, Niger, Golfo di Guinea, Iraq, e in molti altri paesi ha si trova di fronte una crescente opposizione. Questa strategia militare aggressiva dello stato italiano non è presentata ormai neanche più dalla propaganda ufficiale con la bugia delle “missioni umanitarie” ma con il nuovo paradigma delle “missioni per la difesa dell’interesse nazionale”. In realtà sono missioni di guerra per tutelare gli interessi e i privilegi di chi ci governa e ci sfrutta quotidianamente.\r\nIl nuovo interventismo bellico, aggressivo e predatorio dello stato italiano non può che fallire nel suo disegno neocoloniale. Ma rischia comunque di condurre la società nel vicolo cieco della guerra, rischio concreto nel contesto di grande tensione internazionale in cui l’estensione del conflitto in Ucraina ad altre regioni dell’Europa viene presentato come una minaccia reale.\r\nVenerdì 20 maggio ci saranno manifestazioni a Roma, Milano, Palermo, Torino, Bologna, Caserta, Firenze, Pisa, Caserta, Cagliari, Reggio Emilia, Trieste e altre città ancora.\r\nA Torino \r\nore 10 presidio alla Collins aerospace di piazza Graf\r\nore 18 manifestazione in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone dell’USI-CIT, uno dei sindacati promotori\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-17-sciopero-simone.mp3\"][/audio]","17 Maggio 2022","2022-05-17 15:18:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"274\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2-300x274.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2-300x274.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2-1024x935.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2-768x701.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/clifford-harper-05-col2.jpg 1432w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","20 maggio. Sciopero contro la guerra e l’economia di guerra",1652800725,[191,192,193,194,195,196,197,198],"http://radioblackout.org/tag/20maggioscioperogeneralecontrolaguerra/","http://radioblackout.org/tag/disertiamolaguerra/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/economia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/no-guerra/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/sindacalismo-di-base/","http://radioblackout.org/tag/ucrfaina/",[200,19,17,201,202,203,204,205],"#20maggioscioperogeneralecontrolaguerra","economia di guerra","no guerra","sciopero contro la guerra","sindacalismo di base","ucrfaina",{"post_content":207,"post_title":211,"tags":214},{"matched_tokens":208,"snippet":209,"value":210},[75,76,77],"neocoloniali in Libia, Mali, Niger, \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, Iraq, e in molti altri","Il 20 maggio il sindacalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> base ha indetto uno sciopero generale contro la guerra, cui aderiscono tante reti pacifiste e antimilitariste.\r\nI punti cardine dello sciopero sono cinque: contro la guerra, l’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra e il governo della guerra; contro l’invio delle armi in Ucraina e l’aumento delle spese militari; per l’aumento delle spese sociali e dei salari; per il ripristino della scala mobile; per un reddito \u003Cmark>di\u003C/mark> base per tutte e tutti.\r\nIn questi mesi tante iniziative, manifestazioni, blocchi, scioperi, assemblee sparse sui territori e nelle città hanno mostrato che ci sono forze pronte a dar voce ad un’opposizione alla guerra che è radicata e diffusa nella società.\r\nLo sciopero del 20 maggio è una prima occasione per aggregare quelle forze che pur da diversi punti \u003Cmark>di\u003C/mark> vista si oppongono alla guerra, che vogliono fermare il conflitto in Ucraina che per centinaia \u003Cmark>di\u003C/mark> milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> pover* significa fuga dalle proprie case, paura, morte, distruzione, miseria, peggioramento delle condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> vita e \u003Cmark>di\u003C/mark> lavoro, carovita, tagli alla spesa sociale, militarizzazione e repressione. Un disastro che colpisce non solo chi vive nei paesi direttamente coinvolti nella guerra e viene arruolato e mandato al macello dai propri governanti, ma che, seppur con intensità diversa, colpisce tutt* noi.\r\nLa politica \u003Cmark>di\u003C/mark> riarmo e \u003Cmark>di\u003C/mark> interventismo militare all’estero condotta dai governi che si sono succeduti nell’ultimo decennio in Italia, con missioni neocoloniali in Libia, Mali, Niger, \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, Iraq, e in molti altri paesi ha si trova \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte una crescente opposizione. Questa strategia militare aggressiva dello stato italiano non è presentata ormai neanche più dalla propaganda ufficiale con la bugia delle “missioni umanitarie” ma con il nuovo paradigma delle “missioni per la difesa dell’interesse nazionale”. In realtà sono missioni \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra per tutelare gli interessi e i privilegi \u003Cmark>di\u003C/mark> chi ci governa e ci sfrutta quotidianamente.\r\nIl nuovo interventismo bellico, aggressivo e predatorio dello stato italiano non può che fallire nel suo disegno neocoloniale. Ma rischia comunque \u003Cmark>di\u003C/mark> condurre la società nel vicolo cieco della guerra, rischio concreto nel contesto \u003Cmark>di\u003C/mark> grande tensione internazionale in cui l’estensione del conflitto in Ucraina ad altre regioni dell’Europa viene presentato come una minaccia reale.\r\nVenerdì 20 maggio ci saranno manifestazioni a Roma, Milano, Palermo, Torino, Bologna, Caserta, Firenze, Pisa, Caserta, Cagliari, Reggio Emilia, Trieste e altre città ancora.\r\nA Torino \r\nore 10 presidio alla Collins aerospace \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza Graf\r\nore 18 manifestazione in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Simone dell’USI-CIT, uno dei sindacati promotori\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-17-sciopero-simone.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":213},[76],"20 maggio. Sciopero contro la guerra e l’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra",[215,217,219,221,224,226,228,231],{"matched_tokens":216,"snippet":200},[],{"matched_tokens":218,"snippet":19},[],{"matched_tokens":220,"snippet":17},[],{"matched_tokens":222,"snippet":223},[76],"economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra",{"matched_tokens":225,"snippet":202},[],{"matched_tokens":227,"snippet":203},[],{"matched_tokens":229,"snippet":230},[76],"sindacalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> base",{"matched_tokens":232,"snippet":205},[],[234,236,238],{"field":108,"matched_tokens":235,"snippet":209,"value":210},[75,76,77],{"field":105,"matched_tokens":237,"snippet":213,"value":213},[76],{"field":36,"indices":239,"matched_tokens":241,"snippets":244},[14,240],6,[242,243],[76],[76],[223,230],1736172819517014000,{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":249,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704397824",14,"1736172819517014131",{"document":251,"highlight":270,"highlights":278,"text_match":245,"text_match_info":283},{"cat_link":252,"category":253,"comment_count":48,"id":254,"is_sticky":48,"permalink":255,"post_author":51,"post_content":256,"post_date":257,"post_excerpt":54,"post_id":254,"post_modified":258,"post_thumbnail":259,"post_thumbnail_html":260,"post_title":261,"post_type":59,"sort_by_date":262,"tag_links":263,"tags":267},[45],[47],"62440","http://radioblackout.org/2020/07/missioni-di-guerra-e-buoni-affari/","Le avventure in armi della banda Conte, dopo il rifinanziamento degli interventi militari.\r\nL’Italia è il secondo paese al mondo per numero di missioni all’estero. Sul campo ci sono 1200 unità in più del 2018.\r\nIl dato saliente per il 2020 è costituito dall’avvio di 5 nuove missioni mentre per i mancati rinnovi ci si ferma a 2: più precisamente, la “Temporary International Presence in Hebron” (TIPH2) in Cisgiordania e il dispositivo “NATO Support to Turkey – Active Fence” a difesa dei confini sud-orientali dell’Alleanza, cioè la batteria SAMP-T schierata in Turchia.\r\n\r\nNe risulta che, sommando quanto previsto per le vecchie e per le nuove si raggiungono le 41 missioni con un impegno complessivo di 8.613 militari come consistenza massima e 6.494 come consistenza media contro i 7.358 e 6.290 militari del 2019.\r\n\r\nLe 5 nuove missioni sono la “European Union Advisory Mission” o EUAM Iraq (con appena 2 militari e 0,3 milioni di euro di spesa) e l’iniziativa NATO “Implementation of the Enhancement of the Framework for the South” (con 6 militari e 0,4 milioni in termini di fabbisogno).\r\nDi ben altro “spessore” invece le altre.\r\n\r\nLa prima è la “European Union Military Operation in the Mediterranean – EUNAVFOR MED Irini”, cioè la forza navale UE subentrata a “EUNAVFOR MED Sophia”.\r\n\r\nQui l’Italia mette a disposizione un mezzo navale, 3 aeromobili e 517 militari per una spesa di 21,3 milioni.\r\n\r\nLa seconda missione è nel Sahel, dove verrà inviato un contingente da schierare nell’ambito della Task Force “Takuba”; una forza multinazionale a guida Francese, composta da Forze Speciali e il cui compito principale sarà quello di fornire attività di consulenza, assistenza, addestramento e “mentorship” a supporto delle Forze Armate e delle Forze Speciali locali. Tale Task Force si inserisce nell’ambito della “Coalizione per il Sahel” che a sua volta comprende l’”Opération Barkhane” e la “Force conjointe du G5 Sahel” (FC-G5S).\r\nPer questa missione, l’Italia mette a disposizione 200 militari, 20 mezzi terrestri e 8 aeromobili per un costo di 15,6 milioni; con lo schieramento previsto a partire da questa estate e raggiungimento della capacità operativa di Task Force nella primavera prossima.\r\n\r\nLa novità più importante è l’invio di un dispositivo aeronavale nel Golfo di Guinea, destinato ad attività di presenza, sorveglianza, e sicurezza. In particolare, per il contrasto di fenomeni di pirateria, delle attività di organizzazioni criminali ma soprattutto per proteggere gli asset estrattivi dell‘ENI presenti nell’area.\r\nD’altra parte se sovrapponete mappa delle missioni a quella degli interessi dell’ENI scoprirete molte notevoli\r\n“coincidenze”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-daniele-missiomi-di-guerra.mp3\"][/audio]","21 Luglio 2020","2020-07-21 15:11:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"219\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1-300x219.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/4-1.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Missioni di guerra e buoni affari",1595344183,[264,265,266],"http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/rifinanziamento-missioni-militari/",[15,268,269],"guerra","rifinanziamento missioni militari",{"post_content":271,"post_title":275},{"matched_tokens":272,"snippet":273,"value":274},[76,75,76,77,76],"\u003Cmark>di\u003C/mark> un dispositivo aeronavale nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, destinato ad attività \u003Cmark>di\u003C/mark> presenza,","Le avventure in armi della banda Conte, dopo il rifinanziamento degli interventi militari.\r\nL’Italia è il secondo paese al mondo per numero \u003Cmark>di\u003C/mark> missioni all’estero. Sul campo ci sono 1200 unità in più del 2018.\r\nIl dato saliente per il 2020 è costituito dall’avvio \u003Cmark>di\u003C/mark> 5 nuove missioni mentre per i mancati rinnovi ci si ferma a 2: più precisamente, la “Temporary International Presence in Hebron” (TIPH2) in Cisgiordania e il dispositivo “NATO Support to Turkey – Active Fence” a difesa dei confini sud-orientali dell’Alleanza, cioè la batteria SAMP-T schierata in Turchia.\r\n\r\nNe risulta che, sommando quanto previsto per le vecchie e per le nuove si raggiungono le 41 missioni con un impegno complessivo \u003Cmark>di\u003C/mark> 8.613 militari come consistenza massima e 6.494 come consistenza media contro i 7.358 e 6.290 militari del 2019.\r\n\r\nLe 5 nuove missioni sono la “European Union Advisory Mission” o EUAM Iraq (con appena 2 militari e 0,3 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> euro \u003Cmark>di\u003C/mark> spesa) e l’iniziativa NATO “Implementation of the Enhancement of the Framework for the South” (con 6 militari e 0,4 milioni in termini \u003Cmark>di\u003C/mark> fabbisogno).\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> ben altro “spessore” invece le altre.\r\n\r\nLa prima è la “European Union Military Operation in the Mediterranean – EUNAVFOR MED Irini”, cioè la forza navale UE subentrata a “EUNAVFOR MED Sophia”.\r\n\r\nQui l’Italia mette a disposizione un mezzo navale, 3 aeromobili e 517 militari per una spesa \u003Cmark>di\u003C/mark> 21,3 milioni.\r\n\r\nLa seconda missione è nel Sahel, dove verrà inviato un contingente da schierare nell’ambito della Task Force “Takuba”; una forza multinazionale a guida Francese, composta da Forze Speciali e il cui compito principale sarà quello \u003Cmark>di\u003C/mark> fornire attività \u003Cmark>di\u003C/mark> consulenza, assistenza, addestramento e “mentorship” a supporto delle Forze Armate e delle Forze Speciali locali. Tale Task Force si inserisce nell’ambito della “Coalizione per il Sahel” che a sua volta comprende l’”Opération Barkhane” e la “Force conjointe du G5 Sahel” (FC-G5S).\r\nPer questa missione, l’Italia mette a disposizione 200 militari, 20 mezzi terrestri e 8 aeromobili per un costo \u003Cmark>di\u003C/mark> 15,6 milioni; con lo schieramento previsto a partire da questa estate e raggiungimento della capacità operativa \u003Cmark>di\u003C/mark> Task Force nella primavera prossima.\r\n\r\nLa novità più importante è l’invio \u003Cmark>di\u003C/mark> un dispositivo aeronavale nel \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, destinato ad attività \u003Cmark>di\u003C/mark> presenza, sorveglianza, e sicurezza. In particolare, per il contrasto \u003Cmark>di\u003C/mark> fenomeni \u003Cmark>di\u003C/mark> pirateria, delle attività \u003Cmark>di\u003C/mark> organizzazioni criminali ma soprattutto per proteggere gli asset estrattivi dell‘ENI presenti nell’area.\r\nD’altra parte se sovrapponete mappa delle missioni a quella degli interessi dell’ENI scoprirete molte notevoli\r\n“coincidenze”.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-daniele-missiomi-di-guerra.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":276,"snippet":277,"value":277},[76],"Missioni \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra e buoni affari",[279,281],{"field":108,"matched_tokens":280,"snippet":273,"value":274},[76,75,76,77,76],{"field":105,"matched_tokens":282,"snippet":277,"value":277},[76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517014130",{"document":286,"highlight":312,"highlights":320,"text_match":245,"text_match_info":325},{"cat_link":287,"category":288,"comment_count":48,"id":289,"is_sticky":48,"permalink":290,"post_author":51,"post_content":291,"post_date":292,"post_excerpt":54,"post_id":289,"post_modified":293,"post_thumbnail":294,"post_thumbnail_html":295,"post_title":296,"post_type":59,"sort_by_date":297,"tag_links":298,"tags":306},[45],[47],"28518","http://radioblackout.org/2015/03/nigeria-contrapposizioni-di-matrice-coloniale-tra-sud-nero-e-nord-arabeggiante/","In questi giorni nel Sahel e nell'Africa Occidentale subsahariana si registrano conflitti e tentativi di composizione di guerre civili e postcoloniali; a questo si aggiunge la presenza di un gruppo jihadista da poco affiliato al Daesh, ma operante da anni in Nigeria con il programma nel proprio nome: Boko Haram, ovvero l'Occidente connotato dai suoi libri è peccato e pertanto intollerabile, vietato. Il nemico, insomma... e viste le conseguenze dell'aggressione occidentale all'Africa non si vede in quale altro modo si potrebbe definire.\r\n\r\nPer capire meglio cosa sta accadendo e cosa c'è dietro al'interventismo militare del Ciad, quali interessi si affacciano nel bacino del Golfo di Guinea, quale sostrato c'è dietro a Boko Haram, le contrapposizioni tra sud nigeriano cristiano e nord arabeggiante, abbiamo chiesto aiuto a Gian Paolo Calchi Novati il cui discorso punteggiato da puntuali riferimenti a secoli di storia dei luoghi e delle popolazioni dell'Africa Occidentale si è dipanato lungo tutto il territorio dell'Africa occidentale a nord del golfo di Guinea.\r\n\r\nNella attenzione a distinguere come si propongono i soggetti in campo verso l'interno e verso l'esterno, nella vertigine di popoli, suggestioni, vie di comunicazione, risorse, religioni, gestazioni di gruppi e storie che si accavallano in questo discorso quasi magicamente al fondo appare un quadro ben più delineato nei suoi contorni rispetto a quello somministratoci quotidianamente dalla informazione travisata e manipolata che filtra dalle cancellerie occidentali, davvero \"haram\" in questo senso.\r\n\r\nUnknown","12 Marzo 2015","2015-03-16 13:15:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/2015_03_12_ouestafrique-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"280\" height=\"280\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/2015_03_12_ouestafrique.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/2015_03_12_ouestafrique.jpg 280w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/2015_03_12_ouestafrique-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/03/2015_03_12_ouestafrique-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 280px) 100vw, 280px\" />","Nigeria: conflitti di matrice coloniale tra sud nero e nord arabeggiante",1426169989,[299,300,301,302,303,304,305],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/azawad/","http://radioblackout.org/tag/boko-haram/","http://radioblackout.org/tag/ciad/","http://radioblackout.org/tag/france-afrique/","http://radioblackout.org/tag/mali/","http://radioblackout.org/tag/nigeria/",[307,29,308,309,31,310,311],"Algeria","Boko Haram","Ciad","Mali","nigeria",{"post_content":313,"post_title":317},{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":316},[75,76,77],"si affacciano nel bacino del \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, quale sostrato c'è dietro a","In questi giorni nel Sahel e nell'Africa Occidentale subsahariana si registrano conflitti e tentativi \u003Cmark>di\u003C/mark> composizione \u003Cmark>di\u003C/mark> guerre civili e postcoloniali; a questo si aggiunge la presenza \u003Cmark>di\u003C/mark> un gruppo jihadista da poco affiliato al Daesh, ma operante da anni in Nigeria con il programma nel proprio nome: Boko Haram, ovvero l'Occidente connotato dai suoi libri è peccato e pertanto intollerabile, vietato. Il nemico, insomma... e viste le conseguenze dell'aggressione occidentale all'Africa non si vede in quale altro modo si potrebbe definire.\r\n\r\nPer capire meglio cosa sta accadendo e cosa c'è dietro al'interventismo militare del Ciad, quali interessi si affacciano nel bacino del \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>, quale sostrato c'è dietro a Boko Haram, le contrapposizioni tra sud nigeriano cristiano e nord arabeggiante, abbiamo chiesto aiuto a Gian Paolo Calchi Novati il cui discorso punteggiato da puntuali riferimenti a secoli \u003Cmark>di\u003C/mark> storia dei luoghi e delle popolazioni dell'Africa Occidentale si è dipanato lungo tutto il territorio dell'Africa occidentale a nord del \u003Cmark>golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>.\r\n\r\nNella attenzione a distinguere come si propongono i soggetti in campo verso l'interno e verso l'esterno, nella vertigine \u003Cmark>di\u003C/mark> popoli, suggestioni, vie \u003Cmark>di\u003C/mark> comunicazione, risorse, religioni, gestazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> gruppi e storie che si accavallano in questo discorso quasi magicamente al fondo appare un quadro ben più delineato nei suoi contorni rispetto a quello somministratoci quotidianamente dalla informazione travisata e manipolata che filtra dalle cancellerie occidentali, davvero \"haram\" in questo senso.\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":318,"snippet":319,"value":319},[76],"Nigeria: conflitti \u003Cmark>di\u003C/mark> matrice coloniale tra sud nero e nord arabeggiante",[321,323],{"field":108,"matched_tokens":322,"snippet":315,"value":316},[75,76,77],{"field":105,"matched_tokens":324,"snippet":319,"value":319},[76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":327,"highlight":354,"highlights":359,"text_match":245,"text_match_info":362},{"cat_link":328,"category":329,"comment_count":48,"id":330,"is_sticky":48,"permalink":331,"post_author":51,"post_content":332,"post_date":333,"post_excerpt":54,"post_id":330,"post_modified":334,"post_thumbnail":335,"post_thumbnail_html":336,"post_title":337,"post_type":59,"sort_by_date":338,"tag_links":339,"tags":347},[45],[47],"74689","http://radioblackout.org/2022/04/9-aprile-corteo-contro-la-guerra-e-chi-la-arma/","Il prossimo sabato a Torino si svolgerà un corteo di informazione e lotta contro la guerra e chi la arma.\r\nA Torino sta per partire la costruzione della Città dell’Aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La città dell’aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, è stata candidata come sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte.\r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra. \r\nLa manifestazione, che mira a rompere il muro di silenziosa omertà che copre la decisione di trasformare la nostra città in centro armiero di eccellenza, si muoverà per il centro cittadino, partendo dal piazza Borgodora.\r\n\r\nContro la guerra e chi la arma\r\nSabato 9 aprile\r\ncorteo\r\nore 14,30 \r\nPiazza Borgo Dora al Balon\r\n\r\n* No alla città dell'aerospazio, nuovo polo di ricerca, progettazione e produzione di armi.\r\n\r\n* No al progetto D.I.A.N.A. della Nato a Torino\r\n\r\n* Chiusura e riconversione dell'industria bellica\r\n\r\n* No all’ENI che devasta l’ambiente e promuove guerre per il gas e il petrolio\r\n\r\n* Contro la guerra ai poveri che in ogni dove pagano il prezzo più alto. No al carovita!\r\n\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-05-corteo-no-guerra-9-aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n* Contro tutti gli imperialismi per un mondo senza frontiere\r\n\r\nCoordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino\r\n\r\ninfo: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nAscolta l’approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-05-corteo-no-guerra-9-aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo analitico dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\nL’Italia è in guerra. Sebbene le forze armate del Belpaese abbiano preso parte attiva a conflitti in Europa, Africa e Medioriente sin dal 1992, la gran parte delle persone è convinta che l’ultima guerra sia finita nel 1945. I governi che si sono succeduti hanno coperto le operazioni belliche tricolori sotto un manto di ipocrisia. Missioni umanitarie, operazioni di polizia internazionali hanno travestito l’invio di truppe sui fronti di guerra in Somalia, Libano, Serbia, Iraq, Afganistan, Libia.\r\nQuest’estate, per la prima volta in quarant’anni un ministro della Difesa, in occasione del rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero, ha rivendicato spudoratamente le avventure neocoloniali delle forze armate come strumento di tutela degli interessi dell’Italia.\r\nBen 18 delle 40 missioni militari all’estero sono in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al golfo di Guinea. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere l’ENI. La bandiera gialla con il cane a sei zampe dell’ENI accompagna il tricolore issato sui mezzi militari.\r\n\r\nIl conflitto imperialista tra la NATO, che mira a continuare l’espansione ad est cominciata dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica, e la Russia, che, dopo decenni di arretramento, ha deciso di passare al contrattacco occupando l’Ucraina, ha visto un repentino ritorno alla retorica umanitaria tipica dei governi di Roma.\r\nDal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, sono scesi in piazza anche i guerrafondai del PD, che si oppongono alla guerra spedendo armi al governo Zelensky. In un tripudio di bandiere nazionali ucraine e arcobaleni della pace viene messo in scena un pacifismo armato, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina e deve affrontare morte, bombe, paura, coscrizione obbligatoria.\r\nIl governo ha proclamato lo Stato di emergenza “umanitario”. Questa decisione conferisce poteri straordinari all’esecutivo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Un ponte aereo ha trasportato in Polonia armi destinate al governo Zelensky sin dal 2 marzo. Draghi ha deciso un ulteriore aumento della spesa militare e l’invio di truppe sul fronte est della NATO. 500 militari, scelti tra gli incursori della Marina, Col Moschin, Forze speciali dell'Aeronautica e Task Force 45, si vanno ad aggiungere ai 240 alpini in Lettonia e i 138 uomini dell'Aeronautica in Romania. Nel Mar Nero ci sono la fregata FREMM “Margottini” e il cacciamine “Viareggio”, oltre alla portaerei “Cavour” con i cacciabombardieri F-35.\r\n\r\n\r\nNoi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento di legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. L’antimilitarismo, l’internazionalismo, il disfattismo rivoluzionario sono stati centrali nelle lotte del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici sin dalle sue origini. Sfruttamento ed oppressione colpiscono in egual misura a tutte le latitudini, il conflitto contro i “propri” padroni e contro i “propri” governanti è il miglior modo di opporsi alla violenza statale e alla ferocia del capitalismo in ogni dove.\r\nLe frontiere sono solo linee sottili su una mappa: un nulla che solo militari ben armati rendono tragicamente reali. Cancelliamole!\r\n\r\nA Torino sta per partire la costruzione della Città dell’Aerospazio, un centro di eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La città dell’aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, è stata candidata come sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte.\r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra.\r\nOpporsi allo Stato di emergenza bellico, all’aumento della spesa militare, all’invio di armi al governo Ucraino, lottare per il ritiro di tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, per aprire le frontiere a tutti i profughi e ai migranti è un concreto ed urgente fronte di lotta.\r\nPer fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.\r\nSciopero generale, boicottaggio e blocco delle basi militari e delle fabbriche di morte!","5 Aprile 2022","2022-04-05 19:21:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col-768x1086.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-30-manif-antimili-9-aprile-col.jpg 842w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","9 aprile. Corteo contro la guerra e chi la arma",1649186434,[192,193,340,341,342,343,344,345,346],"http://radioblackout.org/tag/citta-dellaerospazio/","http://radioblackout.org/tag/corteo-9-aprile-torino/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/d-i-a-n-a/","http://radioblackout.org/tag/industria-bellica/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/nato/",[19,17,348,349,350,351,26,352,353],"città dell'aerospazio","corteo 9 aprile torino","corteo antimilitarista","D.I.A.N.A.","leonardo","nato",{"post_content":355},{"matched_tokens":356,"snippet":357,"value":358},[91,76,77],"Libia al Sahel sino al \u003Cmark>golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Sono lì per fare la","Il prossimo sabato a Torino si svolgerà un corteo \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione e lotta contro la guerra e chi la arma.\r\nA Torino sta per partire la costruzione della Città dell’Aerospazio, un centro \u003Cmark>di\u003C/mark> eccellenza per l’industria bellica promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La città dell’aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, è stata candidata come sede \u003Cmark>di\u003C/mark> un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> morte.\r\nBloccare la nascita \u003Cmark>di\u003C/mark> un nuovo polo \u003Cmark>di\u003C/mark> ricerca, progettazione e costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra. \r\nLa manifestazione, che mira a rompere il muro \u003Cmark>di\u003C/mark> silenziosa omertà che copre la decisione \u003Cmark>di\u003C/mark> trasformare la nostra città in centro armiero \u003Cmark>di\u003C/mark> eccellenza, si muoverà per il centro cittadino, partendo dal piazza Borgodora.\r\n\r\nContro la guerra e chi la arma\r\nSabato 9 aprile\r\ncorteo\r\nore 14,30 \r\nPiazza Borgo Dora al Balon\r\n\r\n* No alla città dell'aerospazio, nuovo polo \u003Cmark>di\u003C/mark> ricerca, progettazione e produzione \u003Cmark>di\u003C/mark> armi.\r\n\r\n* No al progetto D.I.A.N.A. della Nato a Torino\r\n\r\n* Chiusura e riconversione dell'industria bellica\r\n\r\n* No all’ENI che devasta l’ambiente e promuove guerre per il gas e il petrolio\r\n\r\n* Contro la guerra ai poveri che in ogni dove pagano il prezzo più alto. No al carovita!\r\n\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n\r\n* Stop all'invio \u003Cmark>di\u003C/mark> armi in Ucraina, ritiro \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le missioni militari all'estero\r\n\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le guerre\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-05-corteo-no-guerra-9-aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n* Contro tutti gli imperialismi per un mondo senza frontiere\r\n\r\nCoordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino\r\n\r\ninfo: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nAscolta l’approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-05-corteo-no-guerra-9-aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito il testo analitico dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nDisertiamo la guerra!\r\nL’Italia è in guerra. Sebbene le forze armate del Belpaese abbiano preso parte attiva a conflitti in Europa, Africa e Medioriente sin dal 1992, la gran parte delle persone è convinta che l’ultima guerra sia finita nel 1945. I governi che si sono succeduti hanno coperto le operazioni belliche tricolori sotto un manto \u003Cmark>di\u003C/mark> ipocrisia. Missioni umanitarie, operazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia internazionali hanno travestito l’invio \u003Cmark>di\u003C/mark> truppe sui fronti \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra in Somalia, Libano, Serbia, Iraq, Afganistan, Libia.\r\nQuest’estate, per la prima volta in quarant’anni un ministro della Difesa, in occasione del rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero, ha rivendicato spudoratamente le avventure neocoloniali delle forze armate come strumento \u003Cmark>di\u003C/mark> tutela degli interessi dell’Italia.\r\nBen 18 delle 40 missioni militari all’estero sono in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al \u003Cmark>golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere l’ENI. La bandiera gialla con il cane a sei zampe dell’ENI accompagna il tricolore issato sui mezzi militari.\r\n\r\nIl conflitto imperialista tra la NATO, che mira a continuare l’espansione ad est cominciata dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica, e la Russia, che, dopo decenni \u003Cmark>di\u003C/mark> arretramento, ha deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> passare al contrattacco occupando l’Ucraina, ha visto un repentino ritorno alla retorica umanitaria tipica dei governi \u003Cmark>di\u003C/mark> Roma.\r\nDal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, sono scesi in piazza anche i guerrafondai del PD, che si oppongono alla guerra spedendo armi al governo Zelensky. In un tripudio \u003Cmark>di\u003C/mark> bandiere nazionali ucraine e arcobaleni della pace viene messo in scena un pacifismo armato, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle \u003Cmark>di\u003C/mark> chi vive in Ucraina e deve affrontare morte, bombe, paura, coscrizione obbligatoria.\r\nIl governo ha proclamato lo Stato \u003Cmark>di\u003C/mark> emergenza “umanitario”. Questa decisione conferisce poteri straordinari all’esecutivo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Un ponte aereo ha trasportato in Polonia armi destinate al governo Zelensky sin dal 2 marzo. Draghi ha deciso un ulteriore aumento della spesa militare e l’invio \u003Cmark>di\u003C/mark> truppe sul fronte est della NATO. 500 militari, scelti tra gli incursori della Marina, Col Moschin, Forze speciali dell'Aeronautica e Task Force 45, si vanno ad aggiungere ai 240 alpini in Lettonia e i 138 uomini dell'Aeronautica in Romania. Nel Mar Nero ci sono la fregata FREMM “Margottini” e il cacciamine “Viareggio”, oltre alla portaerei “Cavour” con i cacciabombardieri F-35.\r\n\r\n\r\nNoi non ci stiamo. Noi non ci arruoliamo né con la NATO, né con la Russia. Rifiutiamo la retorica patriottica come elemento \u003Cmark>di\u003C/mark> legittimazione degli Stati e delle loro pretese espansionistiche. L’antimilitarismo, l’internazionalismo, il disfattismo rivoluzionario sono stati centrali nelle lotte del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici sin dalle sue origini. Sfruttamento ed oppressione colpiscono in egual misura a tutte le latitudini, il conflitto contro i “propri” padroni e contro i “propri” governanti è il miglior modo \u003Cmark>di\u003C/mark> opporsi alla violenza statale e alla ferocia del capitalismo in ogni dove.\r\nLe frontiere sono solo linee sottili su una mappa: un nulla che solo militari ben armati rendono tragicamente reali. Cancelliamole!\r\n\r\nA Torino sta per partire la costruzione della Città dell’Aerospazio, un centro \u003Cmark>di\u003C/mark> eccellenza per l’industria bellica aerospaziale promosso dal colosso armiero Leonardo e dal Politecnico subalpino. La città dell’aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, è stata candidata come sede \u003Cmark>di\u003C/mark> un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia \u003Cmark>di\u003C/mark> morte.\r\nBloccare la nascita \u003Cmark>di\u003C/mark> un nuovo polo \u003Cmark>di\u003C/mark> ricerca, progettazione e costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro la guerra.\r\nOpporsi allo Stato \u003Cmark>di\u003C/mark> emergenza bellico, all’aumento della spesa militare, all’invio \u003Cmark>di\u003C/mark> armi al governo Ucraino, lottare per il ritiro \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le missioni militari all’estero, per la chiusura e riconversione dell’industria bellica, per aprire le frontiere a tutti i profughi e ai migranti è un concreto ed urgente fronte \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta.\r\nPer fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi \u003Cmark>di\u003C/mark> mezzo. A partire dalla nostra città.\r\nSciopero generale, boicottaggio e blocco delle basi militari e delle fabbriche \u003Cmark>di\u003C/mark> morte!",[360],{"field":108,"matched_tokens":361,"snippet":357,"value":358},[91,76,77],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":48,"score":363,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517014129",6646,{"collection_name":59,"first_q":24,"per_page":240,"q":24},{"facet_counts":367,"found":388,"hits":389,"out_of":568,"page":28,"request_params":569,"search_cutoff":37,"search_time_ms":240},[368,379],{"counts":369,"field_name":377,"sampled":37,"stats":378},[370,373,375],{"count":371,"highlighted":372,"value":372},11,"anarres",{"count":21,"highlighted":374,"value":374},"RADIO KALAKUTA",{"count":21,"highlighted":376,"value":376},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":380,"field_name":36,"sampled":37,"stats":387},[381,383,385],{"count":21,"highlighted":382,"value":382},"RADIOKALAKUTA",{"count":28,"highlighted":384,"value":384},"BastioniOrione",{"count":28,"highlighted":386,"value":386},"Bastioni di Orione",{"total_values":14},15,[390,419,460,488,514,541],{"document":391,"highlight":404,"highlights":412,"text_match":245,"text_match_info":417},{"comment_count":48,"id":392,"is_sticky":48,"permalink":393,"podcastfilter":394,"post_author":372,"post_content":395,"post_date":396,"post_excerpt":54,"post_id":392,"post_modified":397,"post_thumbnail":398,"post_title":399,"post_type":400,"sort_by_date":401,"tag_links":402,"tags":403},"63223","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell11-settembre-graeber-e-gli-studi-sul-debito-le-avventure-in-armi-dellitalia-tra-libia-sahel-e-golfo-di-guinea-crociere-di-guerra-manovre-militari-sui-sette-mari/",[372],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming \r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/2020-09-11-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 09 11 anarres\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa scorsa settimana vi abbiamo proposto un lungo scritto di David Graeber, antropologo e anarchico scomparso il 2 settembre. Graeber è stato tra gli animatori della stagione no global, della breve estate delle piazze occupate, degli assedi alle istituzioni della governance mondiale, della rete transnazionale delle lotte.\r\nI suoi studi sul debito in chiave diacronica e sincronica rappresentano un importante contributo alle riflessione libertaria contemporanea.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo e anarchico\r\n\r\nLo scorso agosto il governo ha approvato il rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Le avventure in armi dell’Italia tra Libia, Sahel e Golfo di Guinea.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nCrociere di guerra: manovre militari sui sette mari\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n\r\nVenerdì 18 settembre\r\nSangue, petrolio e guerre all’ombra dell’ENI\r\nMissioni militari all’estero. Dalla Libia al Golfo di Guinea: tra lager per migranti e fiumi di gas e petrolio.\r\nUn esame della nuova geografia energetica e geopolitica dalla sponda est del Mediterraneo al Golfo di Guinea.\r\n\r\nIl ruolo dell'ENI e la conseguente presenza militare italiana assicurata e rinforzata dal nuovo decreto sulle missioni italiane all'estero.\r\n\r\nUn percorso tra i nuovi scenari energetici mediterranei e mondiali e la collocazione geopolitica dell'Italia al servizio degli interessi dell'apparato industriale militare.\r\n\r\nAi giardini (ir)reali – corso San Maurizio angolo via Rossini (se piove ci si sposta a parco Dora)\r\nIncontro con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nSabato 19 settembre\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\n\r\nGiovedì 23 settembre\r\nAssemblea della rete Free(k) Pride ore 18 presso manituana\r\n\r\nVenerdì 2 ottobre\r\nPresidio frocio al consolato polacco\r\n\r\nVenerdì 9 ottobre\r\n“Anarchici d’oltremare - Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione” di Carlos Taibo\r\nPresenta il libro Massimo Varengo di Zero in condotta\r\nore 18 ai giardini reali – corso san Maurizio angolo via Rossini\r\n(se piove ci si sposta a parco Dora)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org – scrivi a:anarres@inventati.org","18 Settembre 2020","2020-09-18 10:23:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/2020-09-11-manif-fat-ENI-200x110.jpg","Anarres dell’11 settembre. Graeber e gli studi sul debito. Le avventure in armi dell’Italia tra Libia, Sahel e Golfo di Guinea. Crociere di guerra: manovre militari sui sette mari…","podcast",1600424638,[],[],{"post_content":405,"post_title":409},{"matched_tokens":406,"snippet":407,"value":408},[75,76,77],"dell’Italia tra Libia, Sahel e \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming \r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/2020-09-11-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 09 11 anarres\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa scorsa settimana vi abbiamo proposto un lungo scritto \u003Cmark>di\u003C/mark> David Graeber, antropologo e anarchico scomparso il 2 settembre. Graeber è stato tra gli animatori della stagione no global, della breve estate delle piazze occupate, degli assedi alle istituzioni della governance mondiale, della rete transnazionale delle lotte.\r\nI suoi studi sul debito in chiave diacronica e sincronica rappresentano un importante contributo alle riflessione libertaria contemporanea.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Staid, antropologo e anarchico\r\n\r\nLo scorso agosto il governo ha approvato il rifinanziamento delle missioni militari all’estero. Le avventure in armi dell’Italia tra Libia, Sahel e \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\n\r\nCrociere \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra: manovre militari sui sette mari\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\n\r\nVenerdì 18 settembre\r\nSangue, petrolio e guerre all’ombra dell’ENI\r\nMissioni militari all’estero. Dalla Libia al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>: tra lager per migranti e fiumi \u003Cmark>di\u003C/mark> gas e petrolio.\r\nUn esame della nuova geografia energetica e geopolitica dalla sponda est del Mediterraneo al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>.\r\n\r\nIl ruolo dell'ENI e la conseguente presenza militare italiana assicurata e rinforzata dal nuovo decreto sulle missioni italiane all'estero.\r\n\r\nUn percorso tra i nuovi scenari energetici mediterranei e mondiali e la collocazione geopolitica dell'Italia al servizio degli interessi dell'apparato industriale militare.\r\n\r\nAi giardini (ir)reali – corso San Maurizio angolo via Rossini (se piove ci si sposta a parco Dora)\r\nIncontro con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\n\r\nSabato 19 settembre\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\n\r\nGiovedì 23 settembre\r\nAssemblea della rete Free(k) Pride ore 18 presso manituana\r\n\r\nVenerdì 2 ottobre\r\nPresidio frocio al consolato polacco\r\n\r\nVenerdì 9 ottobre\r\n“Anarchici d’oltremare - Anarchismo, indigenismo, decolonizzazione” \u003Cmark>di\u003C/mark> Carlos Taibo\r\nPresenta il libro Massimo Varengo \u003Cmark>di\u003C/mark> Zero in condotta\r\nore 18 ai giardini reali – corso san Maurizio angolo via Rossini\r\n(se piove ci si sposta a parco Dora)\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem \r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org – scrivi a:anarres@inventati.org",{"matched_tokens":410,"snippet":411,"value":411},[75,76,77,76],"Anarres dell’11 settembre. Graeber e gli studi sul debito. Le avventure in armi dell’Italia tra Libia, Sahel e \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Crociere \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra: manovre militari sui sette mari…",[413,415],{"field":105,"matched_tokens":414,"snippet":411,"value":411},[75,76,77,76],{"field":108,"matched_tokens":416,"snippet":407,"value":408},[75,76,77],{"best_field_score":247,"best_field_weight":388,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":418,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517014138",{"document":420,"highlight":434,"highlights":448,"text_match":245,"text_match_info":459},{"comment_count":48,"id":421,"is_sticky":48,"permalink":422,"podcastfilter":423,"post_author":424,"post_content":425,"post_date":426,"post_excerpt":54,"post_id":421,"post_modified":427,"post_thumbnail":428,"post_title":429,"post_type":400,"sort_by_date":430,"tag_links":431,"tags":433},"73722","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-24-02-2022/",[376],"radiokalakuta"," \r\n\r\nIn questa puntata di Bastioni di Orione approfondiamo gli aspetti legati ai colpi di stato in Sahel e il ruolo dei mercenari della Wagner con Edoardo Baldaro docente universitario e studioso della realtà del Sahel e con Stefano Ruzza dell'università di Torino esperto di sicurezza e privatizzazione della funzione militare ,con loro analizziamo il ruolo dei mercenati russi che si inseriscono nel vuoto lasciato dal disimpegno francese nell'area con la chiusura delle missioni militari Barkhane e Takouba e il riposizionamento delle truppe francesi verso il golfo di Guinea ,la natura dei colpi di stato che si sono susseguiti in Mali ,Bukina Faso e Guinea ,le modalità operative dei mercenari della Wagner e i loro collegamenti con alcuni oligarchi russi ,la crescita del sentimento antifrancesi nella società maliana ,la questione dei Tuareg e la loro identificazione con l'insurrezione jihadista nella narrazione del potere di Bamako .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/bastioni-24022022-sahel-wagner.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nApprofondiamo con Karim le prospettive del movimento dell'hirak che compie il terzo anno di vita e che ha sconvolto lo scenario politico e sociale dell'Algeria ,ma che ora si trova in una condizione di stallo a causa della repressione ,le divisioni interne e gli effetti della pandemia I militari algerini hanno spostato indietro le lancette della storia sostituendo una nuova casta a quella di Bouteflika ,le tensioni alla frontiera con il Marocco sono alimentate ad arte per distrarre dagli effetti devastanti di una crisi economica profonda ,in questo contesto la questione del Fronte Polisario acuisce le tensioni.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/bastioni-algeria.mp3\"][/audio]","26 Febbraio 2022","2022-02-26 11:51:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/blade-1-2-200x110.jpg","Bastioni di Orione 24/02/2022",1645876269,[432],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[386],{"post_content":435,"post_title":441,"tags":444},{"matched_tokens":436,"snippet":439,"value":440},[437,76,77,438],"golfo ","di ","delle truppe francesi verso il \u003Cmark>golfo \u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> ,la natura dei colpi \u003Cmark>di \u003C/mark>"," \r\n\r\nIn questa puntata \u003Cmark>di\u003C/mark> Bastioni \u003Cmark>di \u003C/mark> Orione approfondiamo gli aspetti legati ai colpi \u003Cmark>di\u003C/mark> stato in Sahel e il ruolo dei mercenari della Wagner con Edoardo Baldaro docente universitario e studioso della realtà del Sahel e con Stefano Ruzza dell'università \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino esperto \u003Cmark>di \u003C/mark> sicurezza e privatizzazione della funzione militare ,con loro analizziamo il ruolo dei mercenati russi che si inseriscono nel vuoto lasciato dal disimpegno francese nell'area con la chiusura delle missioni militari Barkhane e Takouba e il riposizionamento delle truppe francesi verso il \u003Cmark>golfo \u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> ,la natura dei colpi \u003Cmark>di \u003C/mark> stato che si sono susseguiti in Mali ,Bukina Faso e \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> ,le modalità operative dei mercenari della Wagner e i loro collegamenti con alcuni oligarchi russi ,la crescita del sentimento antifrancesi nella società maliana ,la questione dei Tuareg e la loro identificazione con l'insurrezione jihadista nella narrazione del potere \u003Cmark>di\u003C/mark> Bamako .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/bastioni-24022022-sahel-wagner.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nApprofondiamo con Karim le prospettive del movimento dell'hirak che compie il terzo anno \u003Cmark>di\u003C/mark> vita e che ha sconvolto lo scenario politico e sociale dell'Algeria ,ma che ora si trova in una condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> stallo a causa della repressione ,le divisioni interne e gli effetti della pandemia I militari algerini hanno spostato indietro le lancette della storia sostituendo una nuova casta a quella \u003Cmark>di\u003C/mark> Bouteflika ,le tensioni alla frontiera con il Marocco sono alimentate ad arte per distrarre dagli effetti devastanti \u003Cmark>di \u003C/mark> una crisi economica profonda ,in questo contesto la questione del Fronte Polisario acuisce le tensioni.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/bastioni-algeria.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":442,"snippet":443,"value":443},[76],"Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione 24/02/2022",[445],{"matched_tokens":446,"snippet":447,"value":447},[76],"Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione",[449,451,453],{"field":108,"matched_tokens":450,"snippet":439,"value":440},[437,76,77,438],{"field":105,"matched_tokens":452,"snippet":443,"value":443},[76],{"field":36,"indices":454,"matched_tokens":455,"snippets":457,"values":458},[48],[456],[76],[447],[447],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":249,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":461,"highlight":473,"highlights":482,"text_match":245,"text_match_info":487},{"comment_count":48,"id":462,"is_sticky":48,"permalink":463,"podcastfilter":464,"post_author":372,"post_content":465,"post_date":466,"post_excerpt":54,"post_id":462,"post_modified":467,"post_thumbnail":468,"post_title":469,"post_type":400,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":472},"89057","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-19-aprile-25-aprile-in-barriera-stati-uniti-polizia-e-strage-di-neri-da-haifa-lotte-contro-la-guerra-religioni-e-millenarismi-contro-il-g7-energia-ed-ambiente-eni-sangue-petrolio/",[372],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-19-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n25 aprile in Barriera di Milano\r\nOggi come ieri. Via fascisti e militari dai quartieri!\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo di periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio di memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più è ora nelle nostre mani.\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo. Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti di pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nLa gente di Barriera ha volti e storie diverse ma la stessa condizione di sfruttamento e oppressione di chi combatté il fascismo perché voleva una società senza stato né padroni.\r\n\r\nStati Uniti. Polizia e strage di neri\r\nL’ultimo assassinio di un afrodiscendente statunitense per mano della polizia è rimbalzato agli onori delle cronache grazie al video che mostra un uomo inerme freddato da 96 colpi sparati in meno di un minuto. La polizia di Chicago è dotata di armi da guerra, uno dei tanti segnali del rinforzamento delle polizie negli States.\r\nNon solo. L’enorme sommovimento generato dal “Balck lives matter” ha prodotto una potente ondata reattiva: il numero di afroamericani freddati durante controlli e posti di blocco è sensibilmente aumentato.\r\nAbbiamo provato a a capirne di più con Robertino Barbieri che segue gli States su Umanità Nova\r\n\r\nSono Gaia Dan. Ho 23 anni, sono di Haifa e sono un attivista contro l'occupazione e contro la guerra. Vorrei condividere con voi un messaggio sul movimento di resistenza qui in Israele/Palestina.\r\n\r\nReligioni e millenarismi. La grande sniffata dei popoli\r\nIl ritorno delle religioni, dopo un lungo periodo di laicizzazione diffusa a livello planetario, parte da lontano ed approda fragorosamente ai giorni nostri.\r\nLa nostra analisi si dipanerà dalla seconda metà degli anni Settanta con il revival cristiano negli Stati Uniti, il rafforzarsi dell'islamismo nei paesi arabi e la controrivoluzione islamista in Iran, per approdare all'affermarsi del cristianesimo evangelico nei paesi centro africani e in Sud America.\r\nAffronteremo l'emergere del millenarismo come tentativo di dare una risposta a una crisi sentita ma non capita nelle sue dinamiche materiali e simboliche. Tanti i tasselli che contribuiscono a costruire il mosaico complesso che emerge a diverse latitudini ed in differenti culture religiose. Il contesto è quello in cui la chiesa cattolica decreta la fine della teologia della liberazione sino alla restaurazione teologico/populista di Ratzinger/Bergoglio e si delinea in modo sempre più forte la sottomissione degli stati post coloniali all'ordine neo-coloniale, ma anche la ristrutturazione in chiave neoliberista delle società occidentali. Poi sulla scena mondiale appaiono in sequenza Al Quaeda e poi l’Isis.\r\nI millenarismi hanno un ruolo importante nelle narrazioni che accompagnano il conflitto in Israele e Palestina.\r\nAbbiamo provato a capire meglio quali siano le tendenze millenariste che attraversano pericolosamente sia l’ebraismo che l’islam.\r\nCe ne ha parlato Lollo\r\n\r\nContro il G7 energia ed ambiente. Eni. Sangue, petrolio, guerra\r\nQuest’anno il G7, la rete che unisce i sette paesi più industrializzati, è presieduta dal governo italiano. Il summit finale, cui parteciperanno i capi di Stato, si terrà a Bari in giugno.\r\nDal 28 al 30 aprile si svolgerà nella reggia di Venaria il vertice dedicato ad energia ed ambiente.\r\nLa scelta di mettere insieme queste due tematiche, facendo convergere a Venaria i ministri e i loro sherpa, è in se indicativa della volontà di considerare la tutela ambientale una variabile dipendente dagli orientamenti in materia di energia, con un ben chiaro rapporto gerarchico.\r\nLa diplomazia in armi del governo per garantire i profitti della multinazionale petrolifera va dalla Libia al Sahel al Golfo di Guinea. Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI, perché vi si trovano i maggiori produttori africani di gas e petrolio. L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti di estrazione.\r\nL’ENI rappresenta oggi la punta di diamante del colonialismo italiano in Africa.\r\nLa bandiera con il cane a sei zampe dell'ENI sventola a fianco di quella tricolore in luoghi in cui la desertificazione e la predazione delle risorse macinano le vite di tanta parte di chi ci vive.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, Alba&carenza503 e il Cor'occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n\r\nDomenica 28 aprile\r\nCorteo No G7 a Venaria\r\nGiardini Galileo Galilei\r\nore 10 banchetti informativi\r\nore 14 manifestazione sino alla Reggia dove i ministri dei sette paesi più industrializzati discuteranno di Ambiente ed Energia. \r\nAntimilitarist* contro il G7 energia e ambiente, contro l'ENI, la logica estrattivista, le missioni militari neocoloniali dell'Italia\r\n\r\nMercoledì 1 maggio\r\nSpezzone antimilitarista\r\nore 9 piazza Vittorio\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Aprile 2024","2024-04-23 14:55:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/g7-immagine-200x110.jpeg","Anarres del 19 aprile. 25 aprile in Barriera. Stati Uniti. Polizia e strage di neri. Da Haifa: lotte contro la guerra. Religioni e millenarismi. Contro il G7 energia ed ambiente. Eni. Sangue, petrolio, guerra...",1713884147,[],[],{"post_content":474,"post_title":478},{"matched_tokens":475,"snippet":476,"value":477},[75,76,77],"dalla Libia al Sahel al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Queste aree hanno un’importanza strategica","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/2024-04-19-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n25 aprile in Barriera \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano\r\nOggi come ieri. Via fascisti e militari dai quartieri!\r\nCome ogni anno ci ritroviamo alla lapide che ricorda Ilio Baroni, partigiano anarchico.\r\nOggi più che mai ritrovarci in quell’angolo \u003Cmark>di\u003C/mark> periferia, dove cadde combattendo Baroni, non è mero esercizio \u003Cmark>di\u003C/mark> memoria, ma occasione per intrecciare i fili delle lotte, perché il testimone lasciato da chi non c’è più è ora nelle nostre mani.\r\nTra sfruttamento, lavori precari e pericolosi, morti in mare, leggi razziste, militari per le strade, guerra, la democrazia somiglia sempre più al fascismo. Gli eredi della dittatura oggi sono al governo e, giorno dopo giorno, moltiplicano la stretta repressiva nei confronti \u003Cmark>di\u003C/mark> pover* e oppositor* politic* e social*.\r\nLa gente \u003Cmark>di\u003C/mark> Barriera ha volti e storie diverse ma la stessa condizione \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento e oppressione \u003Cmark>di\u003C/mark> chi combatté il fascismo perché voleva una società senza stato né padroni.\r\n\r\nStati Uniti. Polizia e strage \u003Cmark>di\u003C/mark> neri\r\nL’ultimo assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> un afrodiscendente statunitense per mano della polizia è rimbalzato agli onori delle cronache grazie al video che mostra un uomo inerme freddato da 96 colpi sparati in meno \u003Cmark>di\u003C/mark> un minuto. La polizia \u003Cmark>di\u003C/mark> Chicago è dotata \u003Cmark>di\u003C/mark> armi da guerra, uno dei tanti segnali del rinforzamento delle polizie negli States.\r\nNon solo. L’enorme sommovimento generato dal “Balck lives matter” ha prodotto una potente ondata reattiva: il numero \u003Cmark>di\u003C/mark> afroamericani freddati durante controlli e posti \u003Cmark>di\u003C/mark> blocco è sensibilmente aumentato.\r\nAbbiamo provato a a capirne \u003Cmark>di\u003C/mark> più con Robertino Barbieri che segue gli States su Umanità Nova\r\n\r\nSono Gaia Dan. Ho 23 anni, sono \u003Cmark>di\u003C/mark> Haifa e sono un attivista contro l'occupazione e contro la guerra. Vorrei condividere con voi un messaggio sul movimento \u003Cmark>di\u003C/mark> resistenza qui in Israele/Palestina.\r\n\r\nReligioni e millenarismi. La grande sniffata dei popoli\r\nIl ritorno delle religioni, dopo un lungo periodo \u003Cmark>di\u003C/mark> laicizzazione diffusa a livello planetario, parte da lontano ed approda fragorosamente ai giorni nostri.\r\nLa nostra analisi si dipanerà dalla seconda metà degli anni Settanta con il revival cristiano negli Stati Uniti, il rafforzarsi dell'islamismo nei paesi arabi e la controrivoluzione islamista in Iran, per approdare all'affermarsi del cristianesimo evangelico nei paesi centro africani e in Sud America.\r\nAffronteremo l'emergere del millenarismo come tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> dare una risposta a una crisi sentita ma non capita nelle sue dinamiche materiali e simboliche. Tanti i tasselli che contribuiscono a costruire il mosaico complesso che emerge a diverse latitudini ed in differenti culture religiose. Il contesto è quello in cui la chiesa cattolica decreta la fine della teologia della liberazione sino alla restaurazione teologico/populista \u003Cmark>di\u003C/mark> Ratzinger/Bergoglio e si delinea in modo sempre più forte la sottomissione degli stati post coloniali all'ordine neo-coloniale, ma anche la ristrutturazione in chiave neoliberista delle società occidentali. Poi sulla scena mondiale appaiono in sequenza Al Quaeda e poi l’Isis.\r\nI millenarismi hanno un ruolo importante nelle narrazioni che accompagnano il conflitto in Israele e Palestina.\r\nAbbiamo provato a capire meglio quali siano le tendenze millenariste che attraversano pericolosamente sia l’ebraismo che l’islam.\r\nCe ne ha parlato Lollo\r\n\r\nContro il G7 energia ed ambiente. Eni. Sangue, petrolio, guerra\r\nQuest’anno il G7, la rete che unisce i sette paesi più industrializzati, è presieduta dal governo italiano. Il summit finale, cui parteciperanno i capi \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato, si terrà a Bari in giugno.\r\nDal 28 al 30 aprile si svolgerà nella reggia \u003Cmark>di\u003C/mark> Venaria il vertice dedicato ad energia ed ambiente.\r\nLa scelta \u003Cmark>di\u003C/mark> mettere insieme queste due tematiche, facendo convergere a Venaria i ministri e i loro sherpa, è in se indicativa della volontà \u003Cmark>di\u003C/mark> considerare la tutela ambientale una variabile dipendente dagli orientamenti in materia \u003Cmark>di\u003C/mark> energia, con un ben chiaro rapporto gerarchico.\r\nLa diplomazia in armi del governo per garantire i profitti della multinazionale petrolifera va dalla Libia al Sahel al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Queste aree hanno un’importanza strategica per gli interessi dell’ENI, perché vi si trovano i maggiori produttori africani \u003Cmark>di\u003C/mark> gas e petrolio. L’obiettivo è la protezione delle piattaforme offshore e degli impianti \u003Cmark>di\u003C/mark> estrazione.\r\nL’ENI rappresenta oggi la punta \u003Cmark>di\u003C/mark> diamante del colonialismo italiano in Africa.\r\nLa bandiera con il cane a sei zampe dell'ENI sventola a fianco \u003Cmark>di\u003C/mark> quella tricolore in luoghi in cui la desertificazione e la predazione delle risorse macinano le vite \u003Cmark>di\u003C/mark> tanta parte \u003Cmark>di\u003C/mark> chi ci vive.\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 25 aprile ore 15\r\nalla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni, in corso Giulio Cesare angolo corso Novara dove Ilio cadde combattendo il 26 aprile 1945.\r\nRicordo, bicchierata, fiori, musica.\r\nE, dal vivo, Alba&carenza503 e il Cor'occhio nel canzoniere anarchico e antifascista\r\n\r\nDomenica 28 aprile\r\nCorteo No G7 a Venaria\r\nGiardini Galileo Galilei\r\nore 10 banchetti informativi\r\nore 14 manifestazione sino alla Reggia dove i ministri dei sette paesi più industrializzati discuteranno \u003Cmark>di\u003C/mark> Ambiente ed Energia. \r\nAntimilitarist* contro il G7 energia e ambiente, contro l'ENI, la logica estrattivista, le missioni militari neocoloniali dell'Italia\r\n\r\nMercoledì 1 maggio\r\nSpezzone antimilitarista\r\nore 9 piazza Vittorio\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":479,"snippet":480,"value":481},[76],"Stati Uniti. Polizia e strage \u003Cmark>di\u003C/mark> neri. Da Haifa: lotte contro","Anarres del 19 aprile. 25 aprile in Barriera. Stati Uniti. Polizia e strage \u003Cmark>di\u003C/mark> neri. Da Haifa: lotte contro la guerra. Religioni e millenarismi. Contro il G7 energia ed ambiente. Eni. Sangue, petrolio, guerra...",[483,485],{"field":108,"matched_tokens":484,"snippet":476,"value":477},[75,76,77],{"field":105,"matched_tokens":486,"snippet":480,"value":481},[76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":489,"highlight":501,"highlights":508,"text_match":245,"text_match_info":513},{"comment_count":48,"id":490,"is_sticky":48,"permalink":491,"podcastfilter":492,"post_author":372,"post_content":493,"post_date":494,"post_excerpt":54,"post_id":490,"post_modified":495,"post_thumbnail":496,"post_title":497,"post_type":400,"sort_by_date":498,"tag_links":499,"tags":500},"74489","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-18-marzo-cronache-antimilitariste-francia-il-business-senza-confini-delle-armi-guerra-ed-energia-economia-di-guerra/",[372],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-03-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nCronache antimilitariste\r\nIl 17 marzo si è tenuta alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo un’assemblea cittadina, lanciata dall’assemblea antimilitarista, cui hanno preso tante soggettività politiche e sindacali che si battono contro la guerra e il militarismo.\r\nUn momento di confronto importante sulla scelta strategica che vede Torino trasformarsi in polo di progettazione, ricerca e produzione di armi con la nascita della città dell’aerospazio e la candidatura di Torino per l’ufficio regionale della rete D.I.A.N.A. della Nato. É stata condivisa la centralità, specie in un momento di guerra, che ogni giorno miete vittime tra la popolazione civile ucraina, di una vasta campagna di informazione e lotta.\r\nSono state individuate due date, la prima il 26 marzo per un presidio a Porta Palazzo contro la guerra e chi la arma, la seconda il 9 aprile contro la città dell’aerospazio e lo sbarco della NATO a Torino.\r\n\r\nArmi. Un business senza confini: il caso della Francia\r\nIn Africa cani e gatti ma, quando si tratta di affari, uniti e amici per la pelle. Francesi e russi litigano in Mali, in Centrafrica e nelle altre colonie transalpine, dove i contingenti dei legionari d’oltralpe si vedono scacciati dal mercenari della compagnia privata Wagner al soldo di Mosca.\r\nEmmanuel Macron è l’unico leader europeo che dall’inizio della crisi ucraina poteva alzare il telefono e parlare tranquillamente con Vladimir Putin. Le cronache ci hanno parlato di conversazioni dei due uomini di Stato durate ore. Adesso un’inchiesta pubblicata del consorzio francese di giornalismo investigativo Disclose, spiega – documenti alla mano – perché: Parigi, violando l’embargo deciso dall’Unione Europea fino al 2020 ha fornito alla Russia interi arsenali di armi sofisticate.\r\n\r\nGuerra ed energia\r\nQuest’estate, per la prima volta in quarant’anni un ministro della Difesa, in occasione del rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero, ha rivendicato spudoratamente le avventure neocoloniali delle forze armate come strumento di tutela degli interessi dell’Italia.\r\nBen 18 delle 40 missioni militari all’estero sono in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al golfo di Guinea. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere l’ENI. La bandiera gialla con il cane a sei zampe dell’ENI accompagna il tricolore issato sui mezzi militari. La retorica sulla “transizione ecologica” è solo fumo negli occhi per i movimenti che lottano per arrestare il riscaldamento globale e la desertificazione. In realtà la politica estera armata dell’Italia segue una mappa degli investimenti dell’ente nazionale idrocarburi. É l’imperialismo made in Italy,\r\nSabato prossimo a Milano l’Assemblea antimilitarista ha lanciato un incontro di approfondimento e di preparazione della scadenza di lotta del 2 aprile contro l’ENI, le missioni militari all’estero e la guerra per il controllo dell’Ucraina.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo\r\n\r\nGuerra per l’economia, economia di guerra\r\nPandemia, guerra in Ucraina, scontro su scala globale sull’approvigionamento energetico innescano una spirale inflazionistica, che incide in modo violento sulle vite dei più poveri a tutte le latitudini.\r\nL’attuale conflitto in Ucraina avviene in un contesto globale profondamente mutato rispetto alla guerra che ha portato alla dissoluzione della Jugoslavia, perché oggi l’integrazione mondiale dell’economia è molto più forte, perché l’impero statunitense, pur fortissimo, è in decadenza, perché la Russia, pur non essendo più una superpotenza ha recuperato posizioni economiche e militari rispetto agli anni della dissoluzione dell’Unione Sovietica, perché la Cina è diventata un gigante economico e si appresta a diventarlo anche sul piano militare. Ne abbiamo parlato con Gianmarco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 2 aprile\r\nmanifestazione\r\nContro tutte le guerre e chi le arma\r\nRitiro delle truppe italiane all’estero\r\nChiusura e riconversione dell’industria bellica\r\nBasta spese militari!\r\nAbbattiamo le frontiere!\r\nSolidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\nore 14,30 piazza affari - Milano\r\n\r\nSabato 9 aprile\r\nmanifestazione contro la guerra e chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio, no all’industria bellica, No alla NATO a Torino!\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","28 Marzo 2022","2022-03-28 17:19:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/baj-bambino-decorato-col-200x110.jpg","Anarres del 18 marzo. Cronache antimilitariste. Francia: il business senza confini delle armi. Guerra ed energia. Economia di guerra...",1648487879,[],[],{"post_content":502,"post_title":505},{"matched_tokens":503,"snippet":357,"value":504},[91,76,77],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-03-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nCronache antimilitariste\r\nIl 17 marzo si è tenuta alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo un’assemblea cittadina, lanciata dall’assemblea antimilitarista, cui hanno preso tante soggettività politiche e sindacali che si battono contro la guerra e il militarismo.\r\nUn momento \u003Cmark>di\u003C/mark> confronto importante sulla scelta strategica che vede Torino trasformarsi in polo \u003Cmark>di\u003C/mark> progettazione, ricerca e produzione \u003Cmark>di\u003C/mark> armi con la nascita della città dell’aerospazio e la candidatura \u003Cmark>di\u003C/mark> Torino per l’ufficio regionale della rete D.I.A.N.A. della Nato. É stata condivisa la centralità, specie in un momento \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra, che ogni giorno miete vittime tra la popolazione civile ucraina, \u003Cmark>di\u003C/mark> una vasta campagna \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione e lotta.\r\nSono state individuate due date, la prima il 26 marzo per un presidio a Porta Palazzo contro la guerra e chi la arma, la seconda il 9 aprile contro la città dell’aerospazio e lo sbarco della NATO a Torino.\r\n\r\nArmi. Un business senza confini: il caso della Francia\r\nIn Africa cani e gatti ma, quando si tratta \u003Cmark>di\u003C/mark> affari, uniti e amici per la pelle. Francesi e russi litigano in Mali, in Centrafrica e nelle altre colonie transalpine, dove i contingenti dei legionari d’oltralpe si vedono scacciati dal mercenari della compagnia privata Wagner al soldo \u003Cmark>di\u003C/mark> Mosca.\r\nEmmanuel Macron è l’unico leader europeo che dall’inizio della crisi ucraina poteva alzare il telefono e parlare tranquillamente con Vladimir Putin. Le cronache ci hanno parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> conversazioni dei due uomini \u003Cmark>di\u003C/mark> Stato durate ore. Adesso un’inchiesta pubblicata del consorzio francese \u003Cmark>di\u003C/mark> giornalismo investigativo Disclose, spiega – documenti alla mano – perché: Parigi, violando l’embargo deciso dall’Unione Europea fino al 2020 ha fornito alla Russia interi arsenali \u003Cmark>di\u003C/mark> armi sofisticate.\r\n\r\nGuerra ed energia\r\nQuest’estate, per la prima volta in quarant’anni un ministro della Difesa, in occasione del rifinanziamento delle missioni militari italiane all’estero, ha rivendicato spudoratamente le avventure neocoloniali delle forze armate come strumento \u003Cmark>di\u003C/mark> tutela degli interessi dell’Italia.\r\nBen 18 delle 40 missioni militari all’estero sono in Africa nel triangolo che va dalla Libia al Sahel sino al \u003Cmark>golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>. Sono lì per fare la guerra ai migranti diretti in Europa e per sostenere l’ENI. La bandiera gialla con il cane a sei zampe dell’ENI accompagna il tricolore issato sui mezzi militari. La retorica sulla “transizione ecologica” è solo fumo negli occhi per i movimenti che lottano per arrestare il riscaldamento globale e la desertificazione. In realtà la politica estera armata dell’Italia segue una mappa degli investimenti dell’ente nazionale idrocarburi. É l’imperialismo made in Italy,\r\nSabato prossimo a Milano l’Assemblea antimilitarista ha lanciato un incontro \u003Cmark>di\u003C/mark> approfondimento e \u003Cmark>di\u003C/mark> preparazione della scadenza \u003Cmark>di\u003C/mark> lotta del 2 aprile contro l’ENI, le missioni militari all’estero e la guerra per il controllo dell’Ucraina.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo\r\n\r\nGuerra per l’economia, economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra\r\nPandemia, guerra in Ucraina, scontro su scala globale sull’approvigionamento energetico innescano una spirale inflazionistica, che incide in modo violento sulle vite dei più poveri a tutte le latitudini.\r\nL’attuale conflitto in Ucraina avviene in un contesto globale profondamente mutato rispetto alla guerra che ha portato alla dissoluzione della Jugoslavia, perché oggi l’integrazione mondiale dell’economia è molto più forte, perché l’impero statunitense, pur fortissimo, è in decadenza, perché la Russia, pur non essendo più una superpotenza ha recuperato posizioni economiche e militari rispetto agli anni della dissoluzione dell’Unione Sovietica, perché la Cina è diventata un gigante economico e si appresta a diventarlo anche sul piano militare. Ne abbiamo parlato con Gianmarco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 2 aprile\r\nmanifestazione\r\nContro tutte le guerre e chi le arma\r\nRitiro delle truppe italiane all’estero\r\nChiusura e riconversione dell’industria bellica\r\nBasta spese militari!\r\nAbbattiamo le frontiere!\r\nSolidarietà ed accoglienza ai profughi \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le guerre\r\nore 14,30 piazza affari - Milano\r\n\r\nSabato 9 aprile\r\nmanifestazione contro la guerra e chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio, no all’industria bellica, No alla NATO a Torino!\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":507},[76],"Anarres del 18 marzo. Cronache antimilitariste. Francia: il business senza confini delle armi. Guerra ed energia. Economia \u003Cmark>di\u003C/mark> guerra...",[509,511],{"field":108,"matched_tokens":510,"snippet":357,"value":504},[91,76,77],{"field":105,"matched_tokens":512,"snippet":507,"value":507},[76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":515,"highlight":527,"highlights":535,"text_match":245,"text_match_info":540},{"comment_count":48,"id":516,"is_sticky":48,"permalink":517,"podcastfilter":518,"post_author":51,"post_content":519,"post_date":520,"post_excerpt":54,"post_id":516,"post_modified":521,"post_thumbnail":54,"post_title":522,"post_type":400,"sort_by_date":523,"tag_links":524,"tags":526},"64565","http://radioblackout.org/podcast/i-bastioni-di-macalle-dietro-la-resa-dei-conti-tra-tribu-etiopi-un-cambio-di-sistema/",[376],"I Bastioni si sono riscaldati prima di adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, Guinea:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni di Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto di secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo di Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. Ha fatto daportavoce di un gruppo di emigrati dal Corno d'Africa a Toriino. Scegliendo deliberatamente questo approccio sapevamo che ne sarebbe scaturita una visione parziale e divisiva che è componente essenziale del dissidio secolare tra le tribù che popolano quell'area: amhara, oromo, tigrini, borana, mursi, karo, hamar...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-10_fatti_narrazione-etiope_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nll primo tassello da cui partire per descrivere la situazione è l'ancora forte percezione di sé della minoranza tigrina di fronte alla spinta all'integrazione nazionale impressa da Ahmed e dalla sua esigenza di rilanciare l'economia anche con le ingenti risorse del Nord del paese, sia dopo questi ultimi decenni, successivi al crollo del regime del Derg, le innumerevoli guerre con Eritrea e Somalia, sia con la costante centralità della regione del Tigré con la sua gestione del potere nell'ultimo ventennio da parte della minoranza tigrina (6 per cento della popolazione etiope), oppressione di cui si avverte l'eco nelle parole risentite del nostro interlocutore africano, che legittimava l'intervento di Addis Abeba contro i ricchi secessionisti tigrini (cristiani), vieppiù separatisti e fomentatori delle divisioni etniche dopo aver perso il controllo del potere centrale e dell'esercito.\r\n\r\nNe abbiamo quindi discusso con Angelo Ferrari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Etiopia-Chi-sta-sabotando-la-convivenza-e-lintegrazione-etnica_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa crisi del Tigray nasce dallo scontro politico con il Tpfl, che è stato a lungo il partito egemone in seno all'Ersdf. Il Fronte tigrino si è sentito più volte preso di mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso di tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia di SarsCov2 e il Tpfl è stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro è diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento di una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo di integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega è stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione di stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo di superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma di nazionalismo etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma è divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri e i moti di piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora di più; la penetrazione di militari nazionali nella regione settentrionale è quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi di Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo di unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. Intanto sono già 15.000 gli sfollati e innumerevoli i morti (si parla di 500 solo nel massacro del 10 novembre a Mai-Kadra, in Tigray).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Nazionalismo-e-svolta-liberista-di-Ahmed_03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel 2019 il Conte1 aveva stipulato con la ministra Trenta accordi militari con il presidente-nobel_per_la_pace_Ahmed: «difesa e sicurezza, formazione e addestramento, assistenza tecnica, operazioni di supporto alla pace... trasferimento di struttura d'arma e apparecchiatura bellica... è auspicata la promozione di iniziative finalizzate a razionalizzare il controllo sui prodotti a uso militare»; come i precedenti governi, soprattutto di centrosinistra, avevano appoggiato la parte eritrea, ora già coinvolta con esplosioni all'Asmara, perché gli ahmara si sono schierati subito con Addis Abeba. L'Italia sta cercando di tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... e quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari di tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette di un territorio che controlla traffici, merci, risorse. Una vera operazione neocoloniale nascosta sotto la cooperazione allo sviluppo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Etiopia-meta-del-complesso-militar-industriale-italiano_04.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLe nazioni sono al soldo di potenze straniere per ridisegnare la geopolitica internazionale come avvenne nel periodo coloniale classico: tutte le potenze sono intente a controllare il passaggio del Mar Rosso da Aden a Suez (infatti a Gibuti, snodo essenziale del Belt Road Initiative, sono presenti tutti i contingenti militari) e ogni mossa è un riposizionamento strategico.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Angelo si è anche parlato di Costa d’Avorio e altre nazioni africane, come l'emblematico Congo (una volta Zaire) per la sua particolare interpretazione del concetto occidentale di democrazia, e alcune hanno affrontato elezioni che sono normalmente truffe, perché l’accaparramento delel risorse e la loro svendita è sicuramente colonialismo e spartizione, ma anche esportazione di uno schema che già non funziona in Occidente e con l’Africa non c’entra nulla e impone sistemi economici di sfruttamento e ora anche di contesa con la penetrazione cinese, senza passare attraverso l’humus attraverso il quale si sono formate le comunità africane.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_concetto-di-democrazia-importato-in-Africa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE poi una chiosa africana sulla pirateria e il pattugliamento italiano del Golfo di Guinea (per ordine di Descalzi? mah!)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/pirateria-e-pattugliamento-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNell’ultimo quarto d’ora si è parlato di tagliagole processati all’Aja da presidenti (Ngbagbo, come Thaci dell’Uck kosovaro); poi a tamburo battente breakin’ news del 10 novembre... ma probabilmente sono notizie in evoluzione con dossier che finiremo con il riprendere in mano.\r\n\r\nScioperi in emergenza Covid madrilena – lo sciopero pandemico, poi lo sgombero di Guernica, Argenitna; uragano Eta nei Caraibi, infatti non c’entra con l’Euskadi. Poi la Bolivia di Arce e Morales in piena esaltazione retorica di ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine di Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ di nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar di Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria di The Lady coi risvolti economici di nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Novembre 2020","2023-04-19 15:08:16","I Bastioni di Macallè: dietro la resa dei conti tra tribù etiopi un cambio di sistema",1605484755,[525],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[384],{"post_content":528,"post_title":532},{"matched_tokens":529,"snippet":530,"value":531},[75,76,77,76],"e il pattugliamento italiano del \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> (per ordine \u003Cmark>di\u003C/mark> Descalzi? mah!)\r","I Bastioni si sono riscaldati prima \u003Cmark>di\u003C/mark> adentrarsi nel Corno d’Africa facendo qualche valutazione su elezioni varie, in particolare quelle negli Usa, ma anche in Tanzania, Costa d’Avorio, \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_primi-venti-minuti.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa rivolta tigrina, mentre trasmettevamo la terza puntata dei Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione, cominciava a inasprirsi e Ahmed iniziava la risposta violenta alla reazione all’”invasione” governativa del territorio tigrino, ricco, nell’ultimo quarto \u003Cmark>di\u003C/mark> secolo al potere e convinto ad opporsi allo smantellamento dell’etno-nazinalismo, avviato dal neoliberismo \u003Cmark>di\u003C/mark> Ahmed, che con il nobel della pace in una mano e la Diga della Rinascita soffia sul nazionalismo con i fondi cinesi a sostenerlo, perché l’area rappresenta il corridoio della Belt Road Initiative, quel Mar Rosso appetibile da tutte le potenze, ch einfatti sono stanziali a Gibuti.\r\n\r\nAbbiamo affrontato l’argomento dapprima con un vocale registrato da un giovane etiope – non tigrino e dunque molto critico con gli insorti. Ha fatto daportavoce \u003Cmark>di\u003C/mark> un gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> emigrati dal Corno d'Africa a Toriino. Scegliendo deliberatamente questo approccio sapevamo che ne sarebbe scaturita una visione parziale e divisiva che è componente essenziale del dissidio secolare tra le tribù che popolano quell'area: amhara, oromo, tigrini, borana, mursi, karo, hamar...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-10_fatti_narrazione-etiope_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\nll primo tassello da cui partire per descrivere la situazione è l'ancora forte percezione \u003Cmark>di\u003C/mark> sé della minoranza tigrina \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alla spinta all'integrazione nazionale impressa da Ahmed e dalla sua esigenza \u003Cmark>di\u003C/mark> rilanciare l'economia anche con le ingenti risorse del Nord del paese, sia dopo questi ultimi decenni, successivi al crollo del regime del Derg, le innumerevoli guerre con Eritrea e Somalia, sia con la costante centralità della regione del Tigré con la sua gestione del potere nell'ultimo ventennio da parte della minoranza tigrina (6 per cento della popolazione etiope), oppressione \u003Cmark>di\u003C/mark> cui si avverte l'eco nelle parole risentite del nostro interlocutore africano, che legittimava l'intervento \u003Cmark>di\u003C/mark> Addis Abeba contro i ricchi secessionisti tigrini (cristiani), vieppiù separatisti e fomentatori delle divisioni etniche dopo aver perso il controllo del potere centrale e dell'esercito.\r\n\r\nNe abbiamo quindi discusso con Angelo Ferrari:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Etiopia-Chi-sta-sabotando-la-convivenza-e-lintegrazione-etnica_02.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa crisi del Tigray nasce dallo scontro politico con il Tpfl, che è stato a lungo il partito egemone in seno all'Ersdf. Il Fronte tigrino si è sentito più volte preso \u003Cmark>di\u003C/mark> mira dalle riforme del nuovo premier, che intanto ha creato una propria formazione politica, il Partito della prosperità.\r\n\r\nNel Tigray le autorità locali hanno deciso \u003Cmark>di\u003C/mark> tenere elezioni indipendenti, quelle che sono state rinviate ad agosto con la causale (forse pretestuosa?) della epidemia \u003Cmark>di\u003C/mark> SarsCov2 e il Tpfl è stato riconfermato al governo regionale.Ora lo scontro è diventato militare, con il rischio che la rivalità politica si trasformi in conflitto interetnico. Soprattutto per l'avvicendamento \u003Cmark>di\u003C/mark> una tribù diversa (gli oromo) alla guida del paese, che sancisce il venir meno del processo \u003Cmark>di\u003C/mark> integrazione tra le molte etnie che compongono l'Etiopia; proprio quel sabotaggio del superamento delle divisioni etniche che nella testimonianza del giovane etiope si attribuiva al trentennio tigrino.\r\n\r\nMulu Nega è stato nominato da Ahmed nuovo governatore ad interim per la regione settentrionale del Tigray. Poco prima il parlamento aveva preso la risoluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> stabilire un'amministrazione provvisoria. Ahmed sta producendo lo sforzo \u003Cmark>di\u003C/mark> superare l'etno-nazionalismo per arrivare a una forma \u003Cmark>di\u003C/mark> nazionalismo etiope, che la Diga della Rinascita rappresenta così unitaria (ma è divisiva – ovviamente – con gli altri paesi dell'area). Ma non può che essere a tempi lunghi, visto che persino la sua stessa etnia oromo si contrappone (molteplici sono stati gli scontri e i moti \u003Cmark>di\u003C/mark> piazza nei mesi scorsi). L'apertura liberista al capitale privato crea attriti nell’intera società, nel Tigray ancora \u003Cmark>di\u003C/mark> più; la penetrazione \u003Cmark>di\u003C/mark> militari nazionali nella regione settentrionale è quindi vista come intrusione, che ha fatto esplodere gli attacchi \u003Cmark>di\u003C/mark> Makallè. Si rischia l'esatto opposto del tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> unificare: la frammentazione perché ciascuno non si sente rappresentato a sufficienza. Intanto sono già 15.000 gli sfollati e innumerevoli i morti (si parla \u003Cmark>di\u003C/mark> 500 solo nel massacro del 10 novembre a Mai-Kadra, in Tigray).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_Nazionalismo-e-svolta-liberista-di-Ahmed_03.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel 2019 il Conte1 aveva stipulato con la ministra Trenta accordi militari con il presidente-nobel_per_la_pace_Ahmed: «difesa e sicurezza, formazione e addestramento, assistenza tecnica, operazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> supporto alla pace... trasferimento \u003Cmark>di\u003C/mark> struttura d'arma e apparecchiatura bellica... è auspicata la promozione \u003Cmark>di\u003C/mark> iniziative finalizzate a razionalizzare il controllo sui prodotti a uso militare»; come i precedenti governi, soprattutto \u003Cmark>di\u003C/mark> centrosinistra, avevano appoggiato la parte eritrea, ora già coinvolta con esplosioni all'Asmara, perché gli ahmara si sono schierati subito con Addis Abeba. L'Italia sta cercando \u003Cmark>di\u003C/mark> tornare a essere protagonista nel Corno d'Africa... e quindi soffierà sul fuoco della guerra in un’area popolata dagli apparati militari \u003Cmark>di\u003C/mark> tutte le potenze mondiali, che si stanno accaparrando fette \u003Cmark>di\u003C/mark> un territorio che controlla traffici, merci, risorse. Una vera operazione neocoloniale nascosta sotto la cooperazione allo sviluppo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/Etiopia-meta-del-complesso-militar-industriale-italiano_04.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLe nazioni sono al soldo \u003Cmark>di\u003C/mark> potenze straniere per ridisegnare la geopolitica internazionale come avvenne nel periodo coloniale classico: tutte le potenze sono intente a controllare il passaggio del Mar Rosso da Aden a Suez (infatti a Gibuti, snodo essenziale del Belt Road Initiative, sono presenti tutti i contingenti militari) e ogni mossa è un riposizionamento strategico.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Angelo si è anche parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> Costa d’Avorio e altre nazioni africane, come l'emblematico Congo (una volta Zaire) per la sua particolare interpretazione del concetto occidentale \u003Cmark>di\u003C/mark> democrazia, e alcune hanno affrontato elezioni che sono normalmente truffe, perché l’accaparramento delel risorse e la loro svendita è sicuramente colonialismo e spartizione, ma anche esportazione \u003Cmark>di\u003C/mark> uno schema che già non funziona in Occidente e con l’Africa non c’entra nulla e impone sistemi economici \u003Cmark>di\u003C/mark> sfruttamento e ora anche \u003Cmark>di\u003C/mark> contesa con la penetrazione cinese, senza passare attraverso l’humus attraverso il quale si sono formate le comunità africane.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020_11_10_concetto-di-democrazia-importato-in-Africa.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nE poi una chiosa africana sulla pirateria e il pattugliamento italiano del \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark> (per ordine \u003Cmark>di\u003C/mark> Descalzi? mah!)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/pirateria-e-pattugliamento-italiano.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNell’ultimo quarto d’ora si è parlato \u003Cmark>di\u003C/mark> tagliagole processati all’Aja da presidenti (Ngbagbo, come Thaci dell’Uck kosovaro); poi a tamburo battente breakin’ news del 10 novembre... ma probabilmente sono notizie in evoluzione con dossier che finiremo con il riprendere in mano.\r\n\r\nScioperi in emergenza Covid madrilena – lo sciopero pandemico, poi lo sgombero \u003Cmark>di\u003C/mark> Guernica, Argenitna; uragano Eta nei Caraibi, infatti non c’entra con l’Euskadi. Poi la Bolivia \u003Cmark>di\u003C/mark> Arce e Morales in piena esaltazione retorica \u003Cmark>di\u003C/mark> ritorno al potere: diversamente dal Perù, dove continuano a dimettersi presidenti nela normalizzazione susseguente alla fine \u003Cmark>di\u003C/mark> Sendero luminoso; in Brasilesi sospende la sperimentaione del vaccino. Un po’ \u003Cmark>di\u003C/mark> nostalgia per il Farabundo Martì salvadoregno e scivolare alla fine verso il sogno distopico del Myanmar \u003Cmark>di\u003C/mark> Aung san Suu Kiy e le elezioni dell’8 novembre, cercando il pelo nel Rakhine e gli odi intrecciati che hanno aiutato l avittoria \u003Cmark>di\u003C/mark> The Lady coi risvolti economici \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo della Belt Road Initiative.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/ultimo-quarto-dora.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":533,"snippet":534,"value":534},[76,76],"I Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Macallè: dietro la resa dei conti tra tribù etiopi un cambio \u003Cmark>di\u003C/mark> sistema",[536,538],{"field":108,"matched_tokens":537,"snippet":530,"value":531},[75,76,77,76],{"field":105,"matched_tokens":539,"snippet":534,"value":534},[76,76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":542,"highlight":554,"highlights":562,"text_match":245,"text_match_info":567},{"comment_count":48,"id":543,"is_sticky":48,"permalink":544,"podcastfilter":545,"post_author":372,"post_content":546,"post_date":547,"post_excerpt":54,"post_id":543,"post_modified":548,"post_thumbnail":549,"post_title":550,"post_type":400,"sort_by_date":551,"tag_links":552,"tags":553},"64260","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-ottobre-ma-la-notte-no-rossobruni-stragi-di-polizia-nel-biennio-rosso-polonia-vietato-laborto/",[372],"Il nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 23 anarres\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nMa la notte, no. I folli mesi di quest’anno bisesto e funesto ci hanno abituato a tutto. O quasi. La fantasia di chi ci governa è tuttavia senza freni. L’ultima trovata è trasformare la “guerra” al covid in “guerra” alle birrette e ai cicchetti. Coprifuoco notturni ad orario variabile da regione a regione, divieto di bere alcolici in piedi, chiusure anticipate per bar, pub e ristoranti. Il governo criminalizza la notte per non affrontare le proprie responsabilità nella gestione della pandemia. Di giorno, quando i bus caricano studenti e lavoratori sino a scoppiare. Di giorno, quando in fabbrica e nei magazzini della logistica si corre come formiche nel formicaio. Di giorno quando nelle classi pollaio si allunga la lista dei contagiati. Di giorno, quando negli ospedali mancano medici, infermieri, oss, medicine, posti letto.\r\nBen poco è stato fatto, nonostante ci siano stati regalati alcuni mesi di tregua prima che la curva dei contagi si impennasse bruscamente. \r\n\r\nRossobruni. Una multiforme e pulviscolare corrente politica attraversa l’estrema destra, in differenti versioni, ma con una indubbia capacità di riemergere dalle nebbie della storia, mutuando stili e pratiche dalla sinistra, in un tentativo di rincorsa e possibile osmosi. \r\nNe parliamo con David Bernardini, autore di Nazionalbolscevismo, breve storia del rossobrunismo in Europa\r\n\r\nLe stragi di polizia durante il biennio rosso\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano, autore di “Modena 7 aprile 1920, le stragi di stato durante il biennio rosso”.\r\n\r\nPolonia. Vietato (quasi) del tutto l'aborto\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nLunedì 2 novembre. Armi, petrolio e buoni affari: la diplomazia in armi dell’ENI dalla Libia al Golfo di Guinea\r\nPunto info in via Po 16 dalle ore 16\r\n\r\nMercoledì 4 novembre\r\nore 17 in piazza Castello\r\nNessuna pace per chi fa guerra\r\nPresidio antimilitarista in contemporanea alla cerimonia militare per la “giornata delle forze armate”, nell’anniversario di quell’immane massacro nazionalista, che fu la prima guerra mondiale\r\n\r\nMercoledì 11 novembre\r\nLibere di scegliere. Fuori obiettori e integralisti cattolici dagli ospedali!\r\nLa giunta Cirio all’attacco della libertà delle donne. \r\nPunto informativo in via Po 16 dalle ore 15,30 \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 16 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nwww.anarresinfo.org – scrivi a: anarres@inventati.org","2 Novembre 2020","2020-11-02 12:58:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/no-patrie-200x110.jpg","Anarres del 23 ottobre. Ma la notte, no. Rossobruni. Stragi di polizia nel biennio rosso. Polonia: vietato l’aborto...",1604321878,[],[],{"post_content":555,"post_title":559},{"matched_tokens":556,"snippet":557,"value":558},[75,76,77],"armi dell’ENI dalla Libia al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>\r\nPunto info in via Po","Il nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze \u003Cmark>di\u003C/mark> Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 23 anarres\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nMa la notte, no. I folli mesi \u003Cmark>di\u003C/mark> quest’anno bisesto e funesto ci hanno abituato a tutto. O quasi. La fantasia \u003Cmark>di\u003C/mark> chi ci governa è tuttavia senza freni. L’ultima trovata è trasformare la “guerra” al covid in “guerra” alle birrette e ai cicchetti. Coprifuoco notturni ad orario variabile da regione a regione, divieto \u003Cmark>di\u003C/mark> bere alcolici in piedi, chiusure anticipate per bar, pub e ristoranti. Il governo criminalizza la notte per non affrontare le proprie responsabilità nella gestione della pandemia. \u003Cmark>Di\u003C/mark> giorno, quando i bus caricano studenti e lavoratori sino a scoppiare. \u003Cmark>Di\u003C/mark> giorno, quando in fabbrica e nei magazzini della logistica si corre come formiche nel formicaio. \u003Cmark>Di\u003C/mark> giorno quando nelle classi pollaio si allunga la lista dei contagiati. \u003Cmark>Di\u003C/mark> giorno, quando negli ospedali mancano medici, infermieri, oss, medicine, posti letto.\r\nBen poco è stato fatto, nonostante ci siano stati regalati alcuni mesi \u003Cmark>di\u003C/mark> tregua prima che la curva dei contagi si impennasse bruscamente. \r\n\r\nRossobruni. Una multiforme e pulviscolare corrente politica attraversa l’estrema destra, in differenti versioni, ma con una indubbia capacità \u003Cmark>di\u003C/mark> riemergere dalle nebbie della storia, mutuando stili e pratiche dalla sinistra, in un tentativo \u003Cmark>di\u003C/mark> rincorsa e possibile osmosi. \r\nNe parliamo con David Bernardini, autore \u003Cmark>di\u003C/mark> Nazionalbolscevismo, breve storia del rossobrunismo in Europa\r\n\r\nLe stragi \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia durante il biennio rosso\r\nNe parliamo con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario \u003Cmark>di\u003C/mark> Milano, autore \u003Cmark>di\u003C/mark> “Modena 7 aprile 1920, le stragi \u003Cmark>di\u003C/mark> stato durante il biennio rosso”.\r\n\r\nPolonia. Vietato (quasi) del tutto l'aborto\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLe domenica 1 – 8 – 15 novembre “Birrette, chiacchiere e libreria”. Dalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nGiornate antimilitariste\r\n\r\nLunedì 2 novembre. Armi, petrolio e buoni affari: la diplomazia in armi dell’ENI dalla Libia al \u003Cmark>Golfo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Guinea\u003C/mark>\r\nPunto info in via Po 16 dalle ore 16\r\n\r\nMercoledì 4 novembre\r\nore 17 in piazza Castello\r\nNessuna pace per chi fa guerra\r\nPresidio antimilitarista in contemporanea alla cerimonia militare per la “giornata delle forze armate”, nell’anniversario \u003Cmark>di\u003C/mark> quell’immane massacro nazionalista, che fu la prima guerra mondiale\r\n\r\nMercoledì 11 novembre\r\nLibere \u003Cmark>di\u003C/mark> scegliere. Fuori obiettori e integralisti cattolici dagli ospedali!\r\nLa giunta Cirio all’attacco della libertà delle donne. \r\nPunto informativo in via Po 16 dalle ore 15,30 \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 16 \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nwww.anarresinfo.org – scrivi a: anarres@inventati.org",{"matched_tokens":560,"snippet":561,"value":561},[76],"Anarres del 23 ottobre. Ma la notte, no. Rossobruni. Stragi \u003Cmark>di\u003C/mark> polizia nel biennio rosso. Polonia: vietato l’aborto...",[563,565],{"field":108,"matched_tokens":564,"snippet":557,"value":558},[75,76,77],{"field":105,"matched_tokens":566,"snippet":561,"value":561},[76],{"best_field_score":247,"best_field_weight":248,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":48,"score":284,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":400,"first_q":24,"per_page":240,"q":24},["Reactive",571],{},["Set"],["ShallowReactive",574],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fCvunagVxbwCqD3U8crRyqliKuYumchhCcgG1jwxv7Ss":-1},true,"/search?query=Golfo+di+Guinea"]