","Solidarietà a Paska: presidio alle Vallette il 9 febbraio","post",1581076475,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/carcere-delle-vallette/","http://radioblackout.org/tag/galera/","http://radioblackout.org/tag/gom/","http://radioblackout.org/tag/la-spezia/","http://radioblackout.org/tag/presidio/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/secondini/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta/","http://radioblackout.org/tag/suicidi/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[76,77,78,79,80,81,18,82,83,84,85],"carcere","carcere delle vallette","galera","Gom","la spezia","presidio","secondini","solidarietà","suicidi","torino",{"tags":87},[88,90,92,94,97,99,101,103,105,107,109],{"matched_tokens":89,"snippet":76},[],{"matched_tokens":91,"snippet":77},[],{"matched_tokens":93,"snippet":78},[],{"matched_tokens":95,"snippet":96},[79],"\u003Cmark>Gom\u003C/mark>",{"matched_tokens":98,"snippet":80},[],{"matched_tokens":100,"snippet":81},[],{"matched_tokens":102,"snippet":18},[],{"matched_tokens":104,"snippet":82},[],{"matched_tokens":106,"snippet":83},[],{"matched_tokens":108,"snippet":84},[],{"matched_tokens":110,"snippet":85},[],[112],{"field":38,"indices":113,"matched_tokens":114,"snippets":116},[26],[115],[79],[96],578730123365712000,{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":50,"score":122,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,1,"578730123365711977",{"document":124,"highlight":156,"highlights":180,"text_match":117,"text_match_info":186},{"cat_link":125,"category":126,"comment_count":50,"id":127,"is_sticky":50,"permalink":128,"post_author":53,"post_content":129,"post_date":130,"post_excerpt":56,"post_id":127,"post_modified":131,"post_thumbnail":132,"post_thumbnail_html":133,"post_title":134,"post_type":61,"sort_by_date":135,"tag_links":136,"tags":146},[47],[49],"54346","http://radioblackout.org/2019/05/il-carcere-duro-e-lo-sciopero-di-anna-e-silvia-elton-kalica-testimone-e-ricercatore/","Come si evince dalla pagina di Macerie che illustra le modalità con cui Silvia ha annunciato lo sciopero della fame suo e di Anna nel carcere di L'Aquila si cercherà in questi giorni di fare in modo che questo loro esporre i corpi al di là delle sbarre riceva un forte senso di rivendicazione di libertà e condizioni migliori. Dai Cpr alle politiche globali è il titolo di una serie di iniziative in Torino tra il 30 maggio e il 6 giugno che uniscono la gestione feroce del fenomeno migratorio e il suo controllo fatto passare come sicurezza, sotto forma di decreto poliziesco. Ci siamo affidati a Giordana perché ci illustrasse gli interventi di Gianluca Vitale e Laura Martinelli al Campus, di Pietro Basso ai giardini Schiapparelli, la biciclettata da piazza Castello al Cie tornato Cpr (ma stavolta Centro di Permanenza e Rimpatrio) di corso Brunelleschi:\r\n\r\nDai Cpr alle politiche globali\r\nLa lotta contro luoghi infami come i Cie/Cpr si lega a filo doppio con il pugno duro adottato contro l'Asilo sgomberato il 7 febbraio. All'innalzamento del livello di repressione nei confronti di alcune realtà riconosciute dal potere come nemico assoluto ci è sembrato opportuno almeno contrapporre un'analisi e un'apertura ai tentativi di resistenza e di rivendicare e ottenere livelli di sopportabile esistenza e comunque pretendendo libertà e di porre un argine all'arbitrio poliziesco. Dopo questi mesi di lotte a seguito dello sgombero dell'Asilo si è giunti a un tale grado di coercizione, di persecuzione, di kafkiane pieghe di sadismo burocratico che Silvia e Anna, recluse al 41 bis senza che nessun giudice gliel'abbia comminato, hanno dovuto contrapporre un gesto estremo e pericoloso nelle sue conseguenze. Lo sciopero della fame.\r\nDapprima Gabrio ci ha aggiornato sulle condizioni delle due compagne sequestrate dallo stato e ristrette a L'Aquila che richiedono di essere declassificate a forme che spetterebbero loro, in base alle accuse e alle norme e in totale assenza di giudizio, e non arbitrii dovuti all'interpretazione personale dei tanti funzionari che si arrogano ciascuno interventi che sembrano fare a gara a inasprire l'accanimento; analizzando infine la situazione e allargando il discorso alle forme di repressione messe in atto negli ultimi mesi contro il Movimento e in prospettiva futura.\r\n\r\nSilvia e Anna: accanimento e abitudine all'inasprimento\r\n\r\nPoi abbiamo avuto la fortuna di interpellare Elton Kalica, che dapprima ha subito il carcere duro per molti anni e poi lo ha iniziato a studiare e a frequentare con interesse scientifico mai scevro di umanità.\r\n\r\nUna vera eminenza per quel che riguarda il sistema penitenziario e l'umanità ivi compressa, Nonostante la giovane età in materia di carcerazione speciale Elton è l'interlocutore giusto in questi giorni di particolare attenzione ai regimi detentivi e di reazioni a questi attraverso a quegli stessi corpi ristretti, che rifiutano il cibo per sottrarsi alla tortura e alla vessazione vendicativa, ci è sembrato corretto rivolgerci a questo giovane che ha esperito il carcere duro come vittima e poi come ricercatore per ottenere una schietta e inattaccabile descrizione dei motivi e delle modalità sottese a ogni regola normativa e individuale arbitrio nascosto tra le pieghe dei regimi restrittivi più feroci e punitivi.\r\n\r\n41 bis e nemico assoluto genera tortura","31 Maggio 2019","2019-06-01 17:26:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/41bis-tortura-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/41bis-tortura-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/41bis-tortura-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/41bis-tortura-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/41bis-tortura.jpg 777w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il carcere duro e lo sciopero di Anna e Silvia. Elton Kalica, testimone e ricercatore",1559323594,[137,138,139,140,141,142,67,70,143,144,145],"http://radioblackout.org/tag/41bis/","http://radioblackout.org/tag/as2/","http://radioblackout.org/tag/carcere-duro/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/elton-kalica/","http://radioblackout.org/tag/ristretti/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-della-fame/","http://radioblackout.org/tag/silvia-e-anna/",[147,148,149,150,151,152,79,18,153,154,155],"41bis","As2","carcere duro","cie","cpr","Elton Kalica","ristretti","sciopero della fame","Silvia e Anna",{"tags":157},[158,160,162,164,166,168,170,172,174,176,178],{"matched_tokens":159,"snippet":147},[],{"matched_tokens":161,"snippet":148},[],{"matched_tokens":163,"snippet":149},[],{"matched_tokens":165,"snippet":150},[],{"matched_tokens":167,"snippet":151},[],{"matched_tokens":169,"snippet":152},[],{"matched_tokens":171,"snippet":96},[79],{"matched_tokens":173,"snippet":18},[],{"matched_tokens":175,"snippet":153},[],{"matched_tokens":177,"snippet":154},[],{"matched_tokens":179,"snippet":155},[],[181],{"field":38,"indices":182,"matched_tokens":183,"snippets":185},[20],[184],[79],[96],{"best_field_score":119,"best_field_weight":120,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":50,"score":122,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":50},{"document":188,"highlight":212,"highlights":218,"text_match":222,"text_match_info":223},{"cat_link":189,"category":190,"comment_count":50,"id":191,"is_sticky":50,"permalink":192,"post_author":53,"post_content":193,"post_date":194,"post_excerpt":56,"post_id":191,"post_modified":195,"post_thumbnail":196,"post_thumbnail_html":197,"post_title":198,"post_type":61,"sort_by_date":199,"tag_links":200,"tags":206},[47],[49],"58020","http://radioblackout.org/2020/03/la-solidarieta-non-va-in-quarantena/","Lo Stato italiano prova a convincerci che rinunciare ad ogni libertà ci salverà dall’epidemia. Un buon modo per mettere a tacere preventivamente ogni voce fuori dal coro e per spostare la responsabilità del disastro dal governo ai singoli individui, isolati e atomizzati.\r\nManca tutto: mascherine, tamponi, posti letto, medici, infermieri, laboratori analisi. In questi anni i governi che si sono succeduti hanno tagliato la spesa per la sanità, favorendo gli interessi dei privati.\r\nI responsabili della diffusione del Covid 19 e della carenza di cure e prevenzione siedono sui banchi del governo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli, autore di un articolo uscito su Umanità Nova, che vi proponiamo di seguito:\r\n\r\nAscolta la diretta con Dario:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-10-dario-la-lotta-non-va-in-quarantena.mp3\"][/audio]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\n“La solidarietà non va in quarantena\r\n\r\nNelle ultime settimane molte e molti di noi si stanno chiedendo come portare avanti l’attività politica, sindacale sociale nei contesti che viviamo. Ci siamo già trovati a prendere decisioni non facili, annullare o meno iniziative, manifestazioni, scioperi, presidi, assemblee e incontri pubblici, anche sotto la minaccia di un possibile divieto da parte delle autorità. Quello che sta succedendo può incidere significativamente sulla realtà che viviamo, di pari passo con gli effettivi rischi per la salute il processo emergenziale in corso attorno alla questione del coronavirus pone delle questioni molto importanti in termini politici.\r\n\r\nFino dalle prime notizie riguardo alla diffusione del virus in Cina i principali esponenti dei partiti che siedono in parlamento hanno iniziato a cavalcare l’emergenza, strumentalizzando la situazione. Non è una novità. È la cosiddetta “politica dell’emergenza”, il condensarsi del confronto politico attorno a questioni urgenti che dominano le testate dei giornali e danno vita agli hashtag più popolari, con sensazionalismo, con un linguaggio violento, proponendo soluzioni totali e impossibili. Il dibattito pubblico si muove di emergenza in emergenza, c’è quella del terremoto e quella della sicurezza, c’è l’emergenza freddo e quella dei rifiuti, c’è l’emergenza delle buche in strada e infine quella del coronavirus. A volte sono problemi reali a volte sono artefatti, ma non è importante, perché questi politici non vogliono certo risolvere davvero i problemi delle persone. Vogliono creare invece i temi scottanti su cui battere gli avversari e consolidare consensi. Ma attenzione, non è una questione di cialtroneria, incapacità, ignoranza, è una lotta per il potere.\r\n\r\nPerché la comunicazione spesso è solo un terreno di scontro, e l’emergenza, specie quando non è solo raccontata ma è anche formalmente riconosciuta dalla legge, come nel caso di alluvioni, terremoti, disastri e emergenze sanitarie, crea delle grandi “opportunità”. Con commissariati straordinari, appalti, consulenze, finanziamenti, snellimento delle procedure, provvedimenti fiscali, bonus, ammortizzatori sociali, si creano posizioni di potere molto appetibili sul piano economico e politico. Ogni stato di emergenza impone una maggiore concentrazione del potere, e per questo si accompagna ad un’intensificazione della lotta per il potere e la sua spartizione.\r\n\r\nProprio nelle scorse settimane c’è stato un duro scontro tra il governo centrale e le regioni guidate dal centrodestra che avevano immediatamente applicato misure drastiche. Un braccio di ferro sul piano delle competenze e dei provvedimenti che ha toccato anche aspetti costituzionali. Conte è arrivato a dire il 24 febbraio di essere pronto a togliere i poteri alle regioni in materia di sanità, possibile in casi straordinari in base all’articolo 120 della costituzione. Mentre il giorno successivo le tensioni avevano quasi fatto saltare la “cabina di regia” tra governo e regioni. In questo contesto, mentre i giornali parlavano di un possibile governo di unità nazionale Salvini-Renzi, proprio Salvini il 27 febbraio è salito al Quirinale per incontrare Mattarella e richiedere l’intervento del Presidente della Repubblica. Già il giorno dopo Renzi smentiva questa possibilità. Evidentemente era stato trovato un qualche accordo politico per affrontare questa prima fase. Questo teatrino, a colpi di dichiarazioni roboanti, provvedimenti draconiani, appelli all’unità, più che essere dettato da necessità sanitarie sembra esser mosso principalmente da esigenze politiche.\r\n\r\nDalla settimana successiva, il 4 marzo, con l’aumento effettivo dei casi e la diffusione del contagio anche fuori dalle regioni del nord Italia viene emesso un primo di una serie di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno nell’arco di pochi giorni inasprito fortemente le restrizioni, andando ovviamente anche a toccare la libertà di manifestazione e di riunione. Il DPCM 4 marzo 2020, prevede misure restrittive valide per tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile e tra le altre cose sospende “le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”\r\n\r\nQuesto provvedimento segue due comunicazioni della Commissione di Garanzia Sciopero che sospendono di fatto il diritto di sciopero per l’emergenza coronavirus. La prima comunicazione del 24 febbraio è un invito generale a sospendere gli scioperi dal 25 febbraio al 31 marzo che ha fatto saltare gli attesi scioperi della scuola del 6 marzo. La seconda del 28 febbraio invitava esplicitamente a sospendere gli scioperi generali convocati per il 9 marzo per le giornate globali di lotta femminista dell’8 e del 9 marzo. Si tratta di fatto di un divieto di sciopero specifico per la giornata del 9 marzo, che ha costretto gran parte dei sindacati a ritirare l’indizione, solo lo Slai Cobas ha mantenuto in piedi lo sciopero con rischio di pesanti sanzioni per l’organizzazione sindacale e gli scioperanti.\r\n\r\nNella notte tra il 7 e l’8 marzo viene emesso il DPCM 8 marzo 2020 con effetto immediato che dispone misure rigidissime. Con l’articolo 1 si estende la cosiddetta “Zona rossa” prevedendo anche il divieto di entrata e uscita e di spostamento – tranne che per emergenze e ovviamente per lavoro – all’interno del territorio dell’intera Regione Lombardia e di 14 provincie del Piemonte, dell’Emilia Romagna, del Veneto e delle Marche. Con l’articolo 2 si aumentano le misure restrittive sul territorio nazionale, vietando in modo totale le manifestazioni: “Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato.”\r\n\r\nTra il 9 e il 10 marzo infine è stato emesso un nuovo decreto, il DPCM 9 maro 2020, che ha esteso a tutto il territorio nazionale comprese le isole tutte le restrizioni, incluse le limitazioni agli spostamenti, ammessi solo per iderogabili e comprovati motivi di lavoro, per emergenza sanitaria e per necessità. Inoltre “su tutto il territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luogo pubblico o aperto al pubblico”.\r\n\r\nSe con il DPCM 4 marzo eravamo letteralmente a un metro dalla sospensione delle libertà di riunione e manifestazione, con il potere discrezionale di questori e prefetti di vietare ogni iniziativa, con il più recente DPCM 9 marzo siamo arrivati invece al divieto totale per ogni forma di assembramento fino al 3 aprile. Una formulazione così ambigua, che impiega “assembramento” anziché “manifestazione”, lascia ampio margine di interpretazione alle autorità incaricate dell’ordine pubblico. Inoltre dopo decenni di provvedimenti antisciopero siamo giunti alla definitiva sospensione del diritto di sciopero. Questi decreti hanno avuto subito un effetto devastante, già il primo del 4 marzo, a una manciata giorni dalle manifestazioni dell’8 marzo organizzate in moltissime città dai nodi locali di NonUnaDiMeno e da altre realtà femministe aveva creato estrema confusione. In molte città di fronte a una situazione già segnata dalla paura alimentata dai media attorno all’emergenza coronavirus e dai reali timori per i rischi sanitari, che rendevano più difficile la partecipazione alle iniziative, il provvedimento del governo ha portato le assemblee locali ad annullare molte manifestazioni e momenti di piazza. In molte località comunque anche se non è stato possibile mantenere i cortei sono stati organizzati momenti di piazza rimodulati, resistendo in qualche modo ai provvedimenti e alla paura.\r\n\r\nQueste norme potrebbero cambiare già nelle prossime ore, essere ulteriormente inasprite, o essere affiancate da nuovi provvedimenti, la situazione è ancora abbastanza confusa, ad ogni modo in questo momento fino al 3 aprile sono vietate in modo arbitrario tutte le forme di manifestazione e riunione, con la giustificazione inappellabile della salute pubblica, e sono punibili tutti gli spostamenti considerati non necessari. Cosa succederà alle tante lotte territoriali, alle vertenze lavorative, alle proteste locali, alle mobilitazioni più radicali, se già queste misure hanno avuto un effetto così forte sulle manifestazioni dell’8 marzo, in una giornata di mobilitazione a livello internazionale che in questi anni ha saputo affermare una propria legittimità? Come è possibile in un simile contesto per chi deve continuare a lavorare, per chi è rinchiuso nelle carceri, per chi al di là del coronavirus deve ricorrere a cure mediche, per chi non ha casa o accesso a servizi igenici, per chi vive in alloggi malsani o precari, per tutti coloro che subiscono prepotenze e taglieggiamenti di speculatori e approfittatori, organizzarsi, far valere i propri diritti, ottenere condizioni decenti, creare forme di solidarietà? Siamo in una situazione in cui lo stato di emergenza conferisce al governo maggiore potere, in cui il Presidente della repubblica chiede “disciplina” e “responsabilità”, in cui le manifestazioni e le riunioni possono essere vietate in modo quasi arbitrario, in cui il diritto di sciopero è sospeso. È una situazione molto pericolosa.\r\n\r\nBasta pensare all’approccio militare che è stato scelto per affrontare la situazione delle carceri, le rivolte scoppiate in 27 penitenziari in tutta Italia rendono evidente che una parte della popolazione di questo paese, quasi 61000 persone vivono costretti in condizioni di sovraffollamento e igieniche disastrose. Per questo chiedono in questa situazione una cosa sola, libertà, attraverso un indulto o un amnistia. Per ora lo Stato ha risposto con i reparti antisommossa, i famigerati GOM, e con l’esercito. Ci sono al momento 11 morti tra i carcerati tra Modena e Rieti, per cause ancora da accertare, ma su cui appare evidente la responsabilità dello Stato e dei suoi apparati. Fuori dalle carceri c’erano anche familiari dei detenuti e realtà solidali, queste semplici presenze per i decreti di emergenza del governo possono essere considerate illegali.\r\n\r\nÈ bene notare che fin dalle prime settimane dell’emergenza si è iniziato a parlare di recessione, di crisi economica. In effetti molti settori produttivi in Italia e nel mondo sono colpiti dalle conseguenze dell’emergenza coronavirus, ed ora alcuni amministratori locali propongono un arresto temporaneo delle attività produttive. Ma sappiamo bene cosa significa il ritornello della recessione per milioni di lavoratrici e lavoratori sia precari che “garantiti”, sono già partiti dei licenziamenti, molti contratti a termine non saranno rinnovati, chi lavora a prestazione o in nero non percepisce stipendio, si richiedono sacrifici, si impongono le ferie, quando va bene c’è la cassa integrazione. Ma non è tutto, c’è chi già si sfrega le mani e vorrebbe cogliere l’occasione per intervenire più in profondità sui rapporti di lavoro, con “sperimentazioni” volte a restringere diritti e libertà di chi lavora. In un articolo di Repubblica del 24 febbraio, Mariano Corso responsabile dell'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano afferma: “oltre al coronavirus, bisogna anche debellare un virus che è la nostra incapacità di lavorare in maniera efficiente, superando il pensiero che solo la presenza in ufficio sia garanzia di risultato”. Se da una parte quindi sono sospesi scioperi e manifestazioni non sono certo sospesi i licenziamenti né si frenano le pretese dei manager. Anzi loro possono dire che “Milano non si ferma” mentre chiedono altri soldi pubblici e lasciano a casa qualche migliaio di precari.\r\n\r\nFu proprio con lo stesso ritornello della recessione che meno di dieci anni fa il Governo guidato da Monti decise uno dei più pesanti tagli degli ultimi decenni ai finanziamenti per la sanità pubblica, e in 10 anni sono stato sottratti al Servizio Sanitario Nazionale 37 miliardi di euro. C’è il concreto rischio che la crisi economica legata all’emergenza coronavirus porti a una nuova stagione di “sacrifici”.\r\n\r\nQuando ci chiedono di essere responsabili di fare un passo indietro in nome della responsabilità collettiva ci prendono solo in giro. Chi è responsabile dello smantellamento della sanità pubblica che oltre a eliminare molte delle strutture incaricate della prevenzione, ha drasticamente ridotto i posti letto negli ospedali, e addirittura portato alla chiusura di distretti sanitari e presidi ospedalieri? Chi è responsabile della diffusione di malattie respiratorie causate dal grave inquinamento dell’aria, dalle produzioni nocive e da condizioni di vita e di lavoro malsane? Chi è responsabile del fatto che molte persone considerabili a rischio per il coronavirus sono ancora costrette a lavorare e non possono andare in pensione?\r\n\r\nSono le istituzioni, i partiti e gli industriali che hanno distrutto il nostro servizio sanitario, che hanno provocato l’aumento di malattie respiratorie croniche, che ci tengono nella disoccupazione o inchiodati al lavoro fino alla vecchiaia, sono loro che adesso ci chiedono di essere responsabili, di fare altri sacrifici e di non protestare.\r\n\r\nUn altro aspetto di questa emergenza da considerare è la traccia che lascerà nella società. Improvvisamente un paese come l’Italia si è trovato immerso in un clima “di guerra”. Non solo e non tanto per la militarizzazione delle aree sottoposte a quarantena ma per la martellante comunicazione politica e mediatica che ha tenuto banco sin dai primi giorni e che ha polarizzato l’attenzione su tutto il territorio del paese. I bollettini quotidiani che alla sera presentavano il conto dei morti, dei contagiati e dei guariti della giornata sono diventati presto una routine, accompagnati dalle notizie sui provvedimenti del governo e dagli appelli alla disciplina, al rispetto delle raccomandazioni igieniche, alla responsabilità, dai numeri di telefono tramite i quali segnalare possibili casi. Se alcune implicazioni di questo periodo si vedranno solo più avanti, altre sono già evidenti. In questo contesto lo Stato sembra essere l’unico garante della salute pubblica, contro il contagio, contro la morte, contro il caos. Questa immagine viene ancora più enfatizzata da chi esalta il modello cinese, o rispolvera addirittura Hobbes per richiamare alla necessità se non di una dittatura quantomeno di uno Stato forte come unica soluzione. In realtà lo Stato ha presieduto allo smantellamento della struttura sanitaria pubblica e per sua natura si preoccupa più di soddisfare le richieste degli industriali e dei grandi proprietari che di tutelare la salute dei cittadini. Inoltre al di là della questione dell’effettiva efficacia dei provvedimenti restrittivi finalizzati a limitare il contagio, su cui non ho alcuna competenza per esprimermi, l’approccio autoritario condotto con provvedimenti drastici applicati ciecamente e acriticamente può risultare disastroso in caso di errori di valutazione. Al contempo il ritornello “state chiusi in casa che ci pensiamo noi” attiva un processo di deresponsabilizzazione e infantilizzazione nella società molto pericoloso. Il senso di impotenza e impossibilità di incidere di fronte all’emergenza fa trascurare l’importanza delle scelte e delle iniziative individuali e collettive dal basso. Questi provvedimenti possono contribuire a disgregare ulteriormente il tessuto sociale, demolendo ogni forma di autodifesa individuale e collettiva, facendo perdere ogni fiducia nella capacità di reazione a livello sociale. L’autoritarismo non può sostituire la solidarietà, la consapevolezza, la responsabilità individuale, il confronto collettivo che in queste situazioni possono rappresentare delle indispensabili forme di prevenzione. Basti pensare al fatto che possono essere considerate illegali anche le forme di autorganizzazione che in molte città stanno emergendo, quali forme di solidarietà per la consegna dei generi alimentari, per il sostegno a chi perde il lavoro o non riceve lo stipendio, o altre attività semplici ma importanti per la sopravvivenza.\r\n\r\nLa responsabilità che preme in questo momento non è quella di attendere, disciplinatamente, chiusi in sé stessi, che il governo risolva tutto, andando magari comunque a lavoro perché la recessione è dietro l’angolo. Ma è quella di tenere vive e rafforzare le reti di solidarietà in modo che possano essere strumenti per tutti gli sfruttati e gli oppressi in questo contesto, a livello sanitario, sociale e politico.\r\n\r\nÈ bene quindi confrontarsi e riflettere sulla situazione, sia per saper affrontare collettivamente, consapevolmente e in modo solidale il rischio sanitario, sia per impedire che approfittando dell’emergenza venga veramente silenziata ogni forma di opposizione di piazza e ogni forma di attività sindacale. In una fase come questa è importante riaffermare la libertà di sciopero, di manifestazione e di riunione contro i provvedimenti repressivi del governo. Perché è importante, senza trascurare i rischi sanitari, mantenere gli spazi di libertà e agibilità politica, e rafforzare le reti di solidarietà e mutuo appoggio esistenti. Anche per evitare che quando tutto questo sarà finito non ci aspetti una realtà peggiore del virus stesso.”","10 Marzo 2020","2020-03-10 15:59:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-300x185.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-300x185.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-1024x633.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-768x475.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà-1536x950.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/solidarietà.jpg 1577w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La solidarietà non va in quarantena",1583855968,[201,202,203,204,205,72],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/salute/",[207,208,209,210,211,83],"autogestione","covid 19","militarizzazione","mutuo appoggio","salute",{"post_content":213},{"matched_tokens":214,"snippet":216,"value":217},[215],"GOM","i reparti antisommossa, i famigerati \u003Cmark>GOM\u003C/mark>, e con l’esercito. Ci sono","Lo Stato italiano prova a convincerci che rinunciare ad ogni libertà ci salverà dall’epidemia. Un buon modo per mettere a tacere preventivamente ogni voce fuori dal coro e per spostare la responsabilità del disastro dal governo ai singoli individui, isolati e atomizzati.\r\nManca tutto: mascherine, tamponi, posti letto, medici, infermieri, laboratori analisi. In questi anni i governi che si sono succeduti hanno tagliato la spesa per la sanità, favorendo gli interessi dei privati.\r\nI responsabili della diffusione del Covid 19 e della carenza di cure e prevenzione siedono sui banchi del governo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli, autore di un articolo uscito su Umanità Nova, che vi proponiamo di seguito:\r\n\r\nAscolta la diretta con Dario:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-10-dario-la-lotta-non-va-in-quarantena.mp3\"][/audio]\r\n\r\nScarica l'audio\r\n\r\n“La solidarietà non va in quarantena\r\n\r\nNelle ultime settimane molte e molti di noi si stanno chiedendo come portare avanti l’attività politica, sindacale sociale nei contesti che viviamo. Ci siamo già trovati a prendere decisioni non facili, annullare o meno iniziative, manifestazioni, scioperi, presidi, assemblee e incontri pubblici, anche sotto la minaccia di un possibile divieto da parte delle autorità. Quello che sta succedendo può incidere significativamente sulla realtà che viviamo, di pari passo con gli effettivi rischi per la salute il processo emergenziale in corso attorno alla questione del coronavirus pone delle questioni molto importanti in termini politici.\r\n\r\nFino dalle prime notizie riguardo alla diffusione del virus in Cina i principali esponenti dei partiti che siedono in parlamento hanno iniziato a cavalcare l’emergenza, strumentalizzando la situazione. Non è una novità. È la cosiddetta “politica dell’emergenza”, il condensarsi del confronto politico attorno a questioni urgenti che dominano le testate dei giornali e danno vita agli hashtag più popolari, con sensazionalismo, con un linguaggio violento, proponendo soluzioni totali e impossibili. Il dibattito pubblico si muove di emergenza in emergenza, c’è quella del terremoto e quella della sicurezza, c’è l’emergenza freddo e quella dei rifiuti, c’è l’emergenza delle buche in strada e infine quella del coronavirus. A volte sono problemi reali a volte sono artefatti, ma non è importante, perché questi politici non vogliono certo risolvere davvero i problemi delle persone. Vogliono creare invece i temi scottanti su cui battere gli avversari e consolidare consensi. Ma attenzione, non è una questione di cialtroneria, incapacità, ignoranza, è una lotta per il potere.\r\n\r\nPerché la comunicazione spesso è solo un terreno di scontro, e l’emergenza, specie quando non è solo raccontata ma è anche formalmente riconosciuta dalla legge, come nel caso di alluvioni, terremoti, disastri e emergenze sanitarie, crea delle grandi “opportunità”. Con commissariati straordinari, appalti, consulenze, finanziamenti, snellimento delle procedure, provvedimenti fiscali, bonus, ammortizzatori sociali, si creano posizioni di potere molto appetibili sul piano economico e politico. Ogni stato di emergenza impone una maggiore concentrazione del potere, e per questo si accompagna ad un’intensificazione della lotta per il potere e la sua spartizione.\r\n\r\nProprio nelle scorse settimane c’è stato un duro scontro tra il governo centrale e le regioni guidate dal centrodestra che avevano immediatamente applicato misure drastiche. Un braccio di ferro sul piano delle competenze e dei provvedimenti che ha toccato anche aspetti costituzionali. Conte è arrivato a dire il 24 febbraio di essere pronto a togliere i poteri alle regioni in materia di sanità, possibile in casi straordinari in base all’articolo 120 della costituzione. Mentre il giorno successivo le tensioni avevano quasi fatto saltare la “cabina di regia” tra governo e regioni. In questo contesto, mentre i giornali parlavano di un possibile governo di unità nazionale Salvini-Renzi, proprio Salvini il 27 febbraio è salito al Quirinale per incontrare Mattarella e richiedere l’intervento del Presidente della Repubblica. Già il giorno dopo Renzi smentiva questa possibilità. Evidentemente era stato trovato un qualche accordo politico per affrontare questa prima fase. Questo teatrino, a colpi di dichiarazioni roboanti, provvedimenti draconiani, appelli all’unità, più che essere dettato da necessità sanitarie sembra esser mosso principalmente da esigenze politiche.\r\n\r\nDalla settimana successiva, il 4 marzo, con l’aumento effettivo dei casi e la diffusione del contagio anche fuori dalle regioni del nord Italia viene emesso un primo di una serie di decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri che hanno nell’arco di pochi giorni inasprito fortemente le restrizioni, andando ovviamente anche a toccare la libertà di manifestazione e di riunione. Il DPCM 4 marzo 2020, prevede misure restrittive valide per tutto il territorio nazionale fino al 3 aprile e tra le altre cose sospende “le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”\r\n\r\nQuesto provvedimento segue due comunicazioni della Commissione di Garanzia Sciopero che sospendono di fatto il diritto di sciopero per l’emergenza coronavirus. La prima comunicazione del 24 febbraio è un invito generale a sospendere gli scioperi dal 25 febbraio al 31 marzo che ha fatto saltare gli attesi scioperi della scuola del 6 marzo. La seconda del 28 febbraio invitava esplicitamente a sospendere gli scioperi generali convocati per il 9 marzo per le giornate globali di lotta femminista dell’8 e del 9 marzo. Si tratta di fatto di un divieto di sciopero specifico per la giornata del 9 marzo, che ha costretto gran parte dei sindacati a ritirare l’indizione, solo lo Slai Cobas ha mantenuto in piedi lo sciopero con rischio di pesanti sanzioni per l’organizzazione sindacale e gli scioperanti.\r\n\r\nNella notte tra il 7 e l’8 marzo viene emesso il DPCM 8 marzo 2020 con effetto immediato che dispone misure rigidissime. Con l’articolo 1 si estende la cosiddetta “Zona rossa” prevedendo anche il divieto di entrata e uscita e di spostamento – tranne che per emergenze e ovviamente per lavoro – all’interno del territorio dell’intera Regione Lombardia e di 14 provincie del Piemonte, dell’Emilia Romagna, del Veneto e delle Marche. Con l’articolo 2 si aumentano le misure restrittive sul territorio nazionale, vietando in modo totale le manifestazioni: “Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e gli spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato.”\r\n\r\nTra il 9 e il 10 marzo infine è stato emesso un nuovo decreto, il DPCM 9 maro 2020, che ha esteso a tutto il territorio nazionale comprese le isole tutte le restrizioni, incluse le limitazioni agli spostamenti, ammessi solo per iderogabili e comprovati motivi di lavoro, per emergenza sanitaria e per necessità. Inoltre “su tutto il territorio nazionale è vietata ogni forma di assembramento di persone in luogo pubblico o aperto al pubblico”.\r\n\r\nSe con il DPCM 4 marzo eravamo letteralmente a un metro dalla sospensione delle libertà di riunione e manifestazione, con il potere discrezionale di questori e prefetti di vietare ogni iniziativa, con il più recente DPCM 9 marzo siamo arrivati invece al divieto totale per ogni forma di assembramento fino al 3 aprile. Una formulazione così ambigua, che impiega “assembramento” anziché “manifestazione”, lascia ampio margine di interpretazione alle autorità incaricate dell’ordine pubblico. Inoltre dopo decenni di provvedimenti antisciopero siamo giunti alla definitiva sospensione del diritto di sciopero. Questi decreti hanno avuto subito un effetto devastante, già il primo del 4 marzo, a una manciata giorni dalle manifestazioni dell’8 marzo organizzate in moltissime città dai nodi locali di NonUnaDiMeno e da altre realtà femministe aveva creato estrema confusione. In molte città di fronte a una situazione già segnata dalla paura alimentata dai media attorno all’emergenza coronavirus e dai reali timori per i rischi sanitari, che rendevano più difficile la partecipazione alle iniziative, il provvedimento del governo ha portato le assemblee locali ad annullare molte manifestazioni e momenti di piazza. In molte località comunque anche se non è stato possibile mantenere i cortei sono stati organizzati momenti di piazza rimodulati, resistendo in qualche modo ai provvedimenti e alla paura.\r\n\r\nQueste norme potrebbero cambiare già nelle prossime ore, essere ulteriormente inasprite, o essere affiancate da nuovi provvedimenti, la situazione è ancora abbastanza confusa, ad ogni modo in questo momento fino al 3 aprile sono vietate in modo arbitrario tutte le forme di manifestazione e riunione, con la giustificazione inappellabile della salute pubblica, e sono punibili tutti gli spostamenti considerati non necessari. Cosa succederà alle tante lotte territoriali, alle vertenze lavorative, alle proteste locali, alle mobilitazioni più radicali, se già queste misure hanno avuto un effetto così forte sulle manifestazioni dell’8 marzo, in una giornata di mobilitazione a livello internazionale che in questi anni ha saputo affermare una propria legittimità? Come è possibile in un simile contesto per chi deve continuare a lavorare, per chi è rinchiuso nelle carceri, per chi al di là del coronavirus deve ricorrere a cure mediche, per chi non ha casa o accesso a servizi igenici, per chi vive in alloggi malsani o precari, per tutti coloro che subiscono prepotenze e taglieggiamenti di speculatori e approfittatori, organizzarsi, far valere i propri diritti, ottenere condizioni decenti, creare forme di solidarietà? Siamo in una situazione in cui lo stato di emergenza conferisce al governo maggiore potere, in cui il Presidente della repubblica chiede “disciplina” e “responsabilità”, in cui le manifestazioni e le riunioni possono essere vietate in modo quasi arbitrario, in cui il diritto di sciopero è sospeso. È una situazione molto pericolosa.\r\n\r\nBasta pensare all’approccio militare che è stato scelto per affrontare la situazione delle carceri, le rivolte scoppiate in 27 penitenziari in tutta Italia rendono evidente che una parte della popolazione di questo paese, quasi 61000 persone vivono costretti in condizioni di sovraffollamento e igieniche disastrose. Per questo chiedono in questa situazione una cosa sola, libertà, attraverso un indulto o un amnistia. Per ora lo Stato ha risposto con i reparti antisommossa, i famigerati \u003Cmark>GOM\u003C/mark>, e con l’esercito. Ci sono al momento 11 morti tra i carcerati tra Modena e Rieti, per cause ancora da accertare, ma su cui appare evidente la responsabilità dello Stato e dei suoi apparati. Fuori dalle carceri c’erano anche familiari dei detenuti e realtà solidali, queste semplici presenze per i decreti di emergenza del governo possono essere considerate illegali.\r\n\r\nÈ bene notare che fin dalle prime settimane dell’emergenza si è iniziato a parlare di recessione, di crisi economica. In effetti molti settori produttivi in Italia e nel mondo sono colpiti dalle conseguenze dell’emergenza coronavirus, ed ora alcuni amministratori locali propongono un arresto temporaneo delle attività produttive. Ma sappiamo bene cosa significa il ritornello della recessione per milioni di lavoratrici e lavoratori sia precari che “garantiti”, sono già partiti dei licenziamenti, molti contratti a termine non saranno rinnovati, chi lavora a prestazione o in nero non percepisce stipendio, si richiedono sacrifici, si impongono le ferie, quando va bene c’è la cassa integrazione. Ma non è tutto, c’è chi già si sfrega le mani e vorrebbe cogliere l’occasione per intervenire più in profondità sui rapporti di lavoro, con “sperimentazioni” volte a restringere diritti e libertà di chi lavora. In un articolo di Repubblica del 24 febbraio, Mariano Corso responsabile dell'Osservatorio sullo Smart Working del Politecnico di Milano afferma: “oltre al coronavirus, bisogna anche debellare un virus che è la nostra incapacità di lavorare in maniera efficiente, superando il pensiero che solo la presenza in ufficio sia garanzia di risultato”. Se da una parte quindi sono sospesi scioperi e manifestazioni non sono certo sospesi i licenziamenti né si frenano le pretese dei manager. Anzi loro possono dire che “Milano non si ferma” mentre chiedono altri soldi pubblici e lasciano a casa qualche migliaio di precari.\r\n\r\nFu proprio con lo stesso ritornello della recessione che meno di dieci anni fa il Governo guidato da Monti decise uno dei più pesanti tagli degli ultimi decenni ai finanziamenti per la sanità pubblica, e in 10 anni sono stato sottratti al Servizio Sanitario Nazionale 37 miliardi di euro. C’è il concreto rischio che la crisi economica legata all’emergenza coronavirus porti a una nuova stagione di “sacrifici”.\r\n\r\nQuando ci chiedono di essere responsabili di fare un passo indietro in nome della responsabilità collettiva ci prendono solo in giro. Chi è responsabile dello smantellamento della sanità pubblica che oltre a eliminare molte delle strutture incaricate della prevenzione, ha drasticamente ridotto i posti letto negli ospedali, e addirittura portato alla chiusura di distretti sanitari e presidi ospedalieri? Chi è responsabile della diffusione di malattie respiratorie causate dal grave inquinamento dell’aria, dalle produzioni nocive e da condizioni di vita e di lavoro malsane? Chi è responsabile del fatto che molte persone considerabili a rischio per il coronavirus sono ancora costrette a lavorare e non possono andare in pensione?\r\n\r\nSono le istituzioni, i partiti e gli industriali che hanno distrutto il nostro servizio sanitario, che hanno provocato l’aumento di malattie respiratorie croniche, che ci tengono nella disoccupazione o inchiodati al lavoro fino alla vecchiaia, sono loro che adesso ci chiedono di essere responsabili, di fare altri sacrifici e di non protestare.\r\n\r\nUn altro aspetto di questa emergenza da considerare è la traccia che lascerà nella società. Improvvisamente un paese come l’Italia si è trovato immerso in un clima “di guerra”. Non solo e non tanto per la militarizzazione delle aree sottoposte a quarantena ma per la martellante comunicazione politica e mediatica che ha tenuto banco sin dai primi giorni e che ha polarizzato l’attenzione su tutto il territorio del paese. I bollettini quotidiani che alla sera presentavano il conto dei morti, dei contagiati e dei guariti della giornata sono diventati presto una routine, accompagnati dalle notizie sui provvedimenti del governo e dagli appelli alla disciplina, al rispetto delle raccomandazioni igieniche, alla responsabilità, dai numeri di telefono tramite i quali segnalare possibili casi. Se alcune implicazioni di questo periodo si vedranno solo più avanti, altre sono già evidenti. In questo contesto lo Stato sembra essere l’unico garante della salute pubblica, contro il contagio, contro la morte, contro il caos. Questa immagine viene ancora più enfatizzata da chi esalta il modello cinese, o rispolvera addirittura Hobbes per richiamare alla necessità se non di una dittatura quantomeno di uno Stato forte come unica soluzione. In realtà lo Stato ha presieduto allo smantellamento della struttura sanitaria pubblica e per sua natura si preoccupa più di soddisfare le richieste degli industriali e dei grandi proprietari che di tutelare la salute dei cittadini. Inoltre al di là della questione dell’effettiva efficacia dei provvedimenti restrittivi finalizzati a limitare il contagio, su cui non ho alcuna competenza per esprimermi, l’approccio autoritario condotto con provvedimenti drastici applicati ciecamente e acriticamente può risultare disastroso in caso di errori di valutazione. Al contempo il ritornello “state chiusi in casa che ci pensiamo noi” attiva un processo di deresponsabilizzazione e infantilizzazione nella società molto pericoloso. Il senso di impotenza e impossibilità di incidere di fronte all’emergenza fa trascurare l’importanza delle scelte e delle iniziative individuali e collettive dal basso. Questi provvedimenti possono contribuire a disgregare ulteriormente il tessuto sociale, demolendo ogni forma di autodifesa individuale e collettiva, facendo perdere ogni fiducia nella capacità di reazione a livello sociale. L’autoritarismo non può sostituire la solidarietà, la consapevolezza, la responsabilità individuale, il confronto collettivo che in queste situazioni possono rappresentare delle indispensabili forme di prevenzione. Basti pensare al fatto che possono essere considerate illegali anche le forme di autorganizzazione che in molte città stanno emergendo, quali forme di solidarietà per la consegna dei generi alimentari, per il sostegno a chi perde il lavoro o non riceve lo stipendio, o altre attività semplici ma importanti per la sopravvivenza.\r\n\r\nLa responsabilità che preme in questo momento non è quella di attendere, disciplinatamente, chiusi in sé stessi, che il governo risolva tutto, andando magari comunque a lavoro perché la recessione è dietro l’angolo. Ma è quella di tenere vive e rafforzare le reti di solidarietà in modo che possano essere strumenti per tutti gli sfruttati e gli oppressi in questo contesto, a livello sanitario, sociale e politico.\r\n\r\nÈ bene quindi confrontarsi e riflettere sulla situazione, sia per saper affrontare collettivamente, consapevolmente e in modo solidale il rischio sanitario, sia per impedire che approfittando dell’emergenza venga veramente silenziata ogni forma di opposizione di piazza e ogni forma di attività sindacale. In una fase come questa è importante riaffermare la libertà di sciopero, di manifestazione e di riunione contro i provvedimenti repressivi del governo. Perché è importante, senza trascurare i rischi sanitari, mantenere gli spazi di libertà e agibilità politica, e rafforzare le reti di solidarietà e mutuo appoggio esistenti. Anche per evitare che quando tutto questo sarà finito non ci aspetti una realtà peggiore del virus stesso.”",[219],{"field":220,"matched_tokens":221,"snippet":216,"value":217},"post_content",[215],578730123365187700,{"best_field_score":224,"best_field_weight":225,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":50,"score":226,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":228,"highlight":258,"highlights":263,"text_match":222,"text_match_info":266},{"cat_link":229,"category":230,"comment_count":50,"id":231,"is_sticky":50,"permalink":232,"post_author":53,"post_content":233,"post_date":234,"post_excerpt":56,"post_id":231,"post_modified":235,"post_thumbnail":236,"post_thumbnail_html":237,"post_title":238,"post_type":61,"sort_by_date":239,"tag_links":240,"tags":249},[47],[49],"57969","http://radioblackout.org/2020/03/rivolte-nelle-carceri-italiane-9-marzo-2020/","APPUNTAMENTI E PRESIDI SOTTO LE CARCERI - GIORNO 9 MARZO2020\r\n\r\nMILANO - Appuntamento sotto il carcere di San Vittore alle ore 19:00 \r\n\r\nBOLOGNA - Presidio sotto il carcere della Dozza in corso\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE DELLA DOZZA - BOLOGNA\r\n\r\nOre 15:00 - i detenuti hanno preso possesso del carcere. Da un Comunicato Sappe le guardie carcerarie sono fuori dalla struttura assieme ad altre forze dell'ordine .\r\n\r\nPresidio esterno di solidali, amici e parenti. In strada è stato interdetto l'accesso alle aree limitrofe alle sezioni per evitare altri contatti tra interno ed esterno\r\n\r\nAll'incirca 900 persone sono recluse alla casa circondariale Rocco D'Amato; il doppio della capienza.\r\n\r\nAll'interno della sezione giudiziaria è stato dato fuoco ad alcune suppellettili: cinque persone sono state trasportate in ospedale per intossicazione.\r\n\r\nROMA REBIBBIA La direttrice si rifiuta ancora di incontrare i parenti - La tiburtina è bloccata. Sono stati visti diversi mezzi dei pompieri a causa di alcune sezioni a cui sarebbe stato dato fuoco durante le rivolte.\r\n\r\n\r\n\r\nSAN VITTORE - MILANO\r\n\r\nLa voce ad una compagna che ci aggiorna da Milano nella mattinata di lunedì 9 marzo 2020\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Carcere9marzo2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSecondo il decreto appena emesso, il giorno 7 marzo 2020 sono state sospese le udienze, i colloqui e i permessi ai detenuti di tutta Italia.\r\n\r\nPer informazioni dettagliate sul decreto ---- penitenziaria\r\n\r\nDal giorno stesso e ancora adesso si stanno manifestando rivolte in molte carceri italiane, con esiti anche critici.\r\nIn molti casi, la popolazione di questi luoghi di reclusione è riuscito a fare battiture ed uscire dalle proprie celle.\r\n\r\nAll'esterno di alcune strutture ci sono stati presidi in solidarietà delle/dei carceratx, ma anche dei famigliari preoccupati che stanziano all'esterno.\r\n\r\nIn alcune strutture si sono verificati diversi decessi di detenuti per eventi ancora da verificare.\r\n\r\nA SEGUIRE UN RESOCONTO DEGLI AVVENIMENTI\r\n\r\n7MARZO 2020\r\n\r\nRivolte in corso nelle carceri di Salerno e Napoli per il blocco fino al 31 maggio dei colloqui e dei permessi.\r\nA Salerno dopo le proteste la direttrice ha tolto l'acqua. La protesta è quindi aumentata, un piano del carcere è stato devastato, alcuni detenuti sono saliti sul tetto.\r\nFuori dal carcere, presidio dei familiari. Arrivate decine di camionette, elicottero, celere.\r\n\r\nAUDIO di radio Onda Rossa\r\n\r\nProteste dei detenuti del carcere di Poggioreale. Alcuni ospiti della casa circondariale sono saliti sui muri del \"passeggio\", in una zona interna al penitenziario, e hanno raggiunto il tetto dell'edificio. Tesa intanto la situazione all'esterno del carcere.\r\n\r\n8 MARZO 2020\r\n\r\nPresidio sotto il carcere di Rebibbia di Roma.\r\n\r\nAUDIO di radio Onda Rossa\r\n\r\n \r\n\r\nSANT'ANNA - MODENA\r\n\r\nRivolta nel carcere Sant'Anna di Modena : i reclusi riescono ad uscire dalle celle, dare fuoco ad entrambe le sezioni, assaltare l'infermeria, prendendo possesso della portineria.\r\n\r\nIl personale carcerario rimane all'esterno tentando di sedare la rivolta.\r\n\r\nSi sono radunati parenti dei reclusi, solidali e non, all'esterno delle mura. GOM antisommossa, celere all'esterno della struttura.\r\n\r\nDopo alcune ore, sedata la rivolta, l'arrivo di ambulanze e, circa quattro pullman della polizia penitenziaria per trasferire i detenuti in altre strutture - Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ascoli, Alessandria.\r\n\r\nRiscontrati visivamente dagli astanti e da familiari all'esterno del S.Anna di Modena alcuni corpi portati via dalle ambulanze.\r\n\r\nNella mattinata del 9 marzo 2020, riscontrato 6 morti di cui 3 nel carcere di Modena, 1 trasferito nel carcere di Verona, 1 trasferito nel carcere di Parma, 1 trasferito nel carcere di Alessandria.\r\n\r\nINFORMAZIONI DETTAGLIATE SU\r\n\r\nroundrobin.info\r\n\r\nOsservatoriorepressione.info\r\n\r\nNEWS E AGGIORNAMENTI DA MODENA Ore 17:00 .Confermati 8 decessi al carcere, tra cui un ragazzo nordafricano di 25 anni che fino a ieri alle 21, secondo fonti dirette, era vivo e parlava con la gente. L'ipotesi di overdose, riportata da altri media, sembra allontanarsi dalla realtà.\r\n\r\nMolti detenuti sono ancora in protesta senza acqua e senza cibo. Vista l'inagibilità della struttura molti detenuti ancora da trasferire\r\n\r\n \r\n\r\nTensioni e proteste nel carcere di Frosinone: \"i detenuti hanno occupato la seconda sezione, e sono barricati dentro. Hanno un elenco di richieste che partono dalla questione dei colloqui. Per il momento siamo in fase di attesa.\" Lo riferisce il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia.\r\n\r\nA Pavia in serata i detenuti hanno bloccato per alcune ore due agenti di polizia penitenziaria, hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno inscenato una forte protesta devastando diversi locali del penitenziario.\r\n\r\nNel carcere palermitano di Pagliarelli è scoppiata protest: bruciate lenzuola e carta e battitura contro le sbarre delle celle per attirare l'attenzione.\r\n\r\nRivolta nelle celle del carcere Ucciardone a Palermo. I detenuti hanno tentanto di evadere dal carcere, cercando la fuga; un tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria\r\n\r\n \r\n\r\n09 MARZO 2020\r\n\r\nSAN VITTORE - MILANO\r\n\r\n\r\nRivolta a San Vittore - Milano - sarebbe scoppiata nel terzo raggio verso le 8 di questa mattina.\r\n\r\nI detenuti escono dalle celle e salgono sul tetto. Sia all'interno delle celle che sul tetto vengono bruciati oggetti.\r\n\r\nDue reparti allagati e distrutti a San Vittore - la rivolta nel terzo raggio sembra sedata - All'interno della struttura è entrata la polizia penitenziaria ma non la celere.\r\n\r\n[14:37, 9/3/2020] Secondo l'inviato di Business Insider - Sono almeno due i casi di overdose da metadone registrati tra i detenuti in rivolta a San Vittore.\r\n\r\nSan Vittore ore 15:40 9 marzo 2020 - Prime cariche della celere per allontanare i solidali all'esterno delle mura. Solidali provano a bloccare un pullman di rinforzo che stava entrando al carcere; consecutiva carica. Qualche ferito tra i solidali ma nessuno grave.\r\n\r\nCARCERE DI FOGGIA\r\n\r\nRivolta già nella notte nel carcere di Foggia\r\n\r\n\r\nTentata evasione a Foggia - numeri non ancora accertati.\r\n\r\nAlcune macchine sono state aperte per allontanarsi dalla zona di evasione; per ora quattro macchine sono state intercettate grazie ai numeri di targa\r\n\r\n[video width=\"848\" height=\"480\" mp4=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/tentata-evasione-foggia.mp4\"][/video]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTO SUI DETENUTI MODENESI\r\n\r\n- Trasferimenti nel carcere di massima sicurezza di Sassari - BANCALI - dei detenuti delle strutture più danneggiate.\r\n\r\n- Conteggio Attuale di detenuti deceduti dopo la rivolta nel carcere Sant'Anna di Modena sale ad 8. Da accertare i ricoverati.\r\n\r\nDIRETTA E AGGIORNAMENTI DA RADIO ONDA D'URTO\r\n\r\nAGGIORNAMENTO CARCERE DI POGGIOREALE -NAPOLI\r\n\r\nFonti telematiche comunicano la mancanza di acqua all'interno delle celle.\r\n\r\nOre 16:00 - stanno protestando fuori all'istituto in via Nuova Poggioreale. E' in atto un blocco stradale all'esterno della struttura.\r\n\r\nCARCERE DI TRANI\r\n\r\n\"Una nube di fumo circonda l'intero edificio e secondo una prima ipotesi sembrerebbe che alcuni detenuti abbiano appiccato un incendio sulla scia di una rappresaglia già iniziata nella giornata di ieri.\"\r\n\r\n\"Il carcere è ora circondato dalle forze dell'ordine, in particolare dalle pattuglie dei carabinieri, che stanno cercando di mantenere l'ordine e di tenere curiosi e parenti lontani dall'edificio.\"\r\n\r\n\"Sembra dunque che anche i detenuti della città di Trani siano ormai in rivolta come quelli del resto di Italia. In molti chiedono l'amnistia, lamentando la paura del contagio del Coronavirus. Altri protestano perché le misure varate dal governo per combattere l'emergenza comprendono anche una serie di restrizioni ai colloqui con i parenti.\" (fonte Traniviva.it)\r\n\r\nCARCERE LORUSSO CUTUGNO - TORINO\r\n\r\nOre 15:00 - Prime proteste all'interno del Carcere delle Vallette nelle sezioni ordinarie del padiglione B\r\n\r\nOre 15:45 - Agenti antisommossa che si avvicinano ai solidali sotto il carcere\r\n\r\nOre 16 :20 - I solidali sono fissi davanti all'entrata principale del carcere\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","9 Marzo 2020","2020-03-09 18:25:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/opera-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/opera-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/opera-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/opera.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Rivolte nelle carceri italiane - 9 marzo 2020",1583760067,[241,242,64,243,244,245,70,246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/amnistia/","http://radioblackout.org/tag/anticarceraria/","http://radioblackout.org/tag/evasione/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/poggioreale/","http://radioblackout.org/tag/rivolta/","http://radioblackout.org/tag/san-vittore/","http://radioblackout.org/tag/sassari-carcere-bancali/",[250,251,76,252,253,254,18,255,256,257],"amnistia","anticarceraria","evasione","Foggia","Poggioreale","rivolta","San Vittore","Sassari carcere Bancali",{"post_content":259},{"matched_tokens":260,"snippet":261,"value":262},[215],"e non, all'esterno delle mura. \u003Cmark>GOM\u003C/mark> antisommossa, celere all'esterno della struttura.\r","APPUNTAMENTI E PRESIDI SOTTO LE CARCERI - GIORNO 9 MARZO2020\r\n\r\nMILANO - Appuntamento sotto il carcere di San Vittore alle ore 19:00 \r\n\r\nBOLOGNA - Presidio sotto il carcere della Dozza in corso\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE DELLA DOZZA - BOLOGNA\r\n\r\nOre 15:00 - i detenuti hanno preso possesso del carcere. Da un Comunicato Sappe le guardie carcerarie sono fuori dalla struttura assieme ad altre forze dell'ordine .\r\n\r\nPresidio esterno di solidali, amici e parenti. In strada è stato interdetto l'accesso alle aree limitrofe alle sezioni per evitare altri contatti tra interno ed esterno\r\n\r\nAll'incirca 900 persone sono recluse alla casa circondariale Rocco D'Amato; il doppio della capienza.\r\n\r\nAll'interno della sezione giudiziaria è stato dato fuoco ad alcune suppellettili: cinque persone sono state trasportate in ospedale per intossicazione.\r\n\r\nROMA REBIBBIA La direttrice si rifiuta ancora di incontrare i parenti - La tiburtina è bloccata. Sono stati visti diversi mezzi dei pompieri a causa di alcune sezioni a cui sarebbe stato dato fuoco durante le rivolte.\r\n\r\n\r\n\r\nSAN VITTORE - MILANO\r\n\r\nLa voce ad una compagna che ci aggiorna da Milano nella mattinata di lunedì 9 marzo 2020\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Carcere9marzo2020.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSecondo il decreto appena emesso, il giorno 7 marzo 2020 sono state sospese le udienze, i colloqui e i permessi ai detenuti di tutta Italia.\r\n\r\nPer informazioni dettagliate sul decreto ---- penitenziaria\r\n\r\nDal giorno stesso e ancora adesso si stanno manifestando rivolte in molte carceri italiane, con esiti anche critici.\r\nIn molti casi, la popolazione di questi luoghi di reclusione è riuscito a fare battiture ed uscire dalle proprie celle.\r\n\r\nAll'esterno di alcune strutture ci sono stati presidi in solidarietà delle/dei carceratx, ma anche dei famigliari preoccupati che stanziano all'esterno.\r\n\r\nIn alcune strutture si sono verificati diversi decessi di detenuti per eventi ancora da verificare.\r\n\r\nA SEGUIRE UN RESOCONTO DEGLI AVVENIMENTI\r\n\r\n7MARZO 2020\r\n\r\nRivolte in corso nelle carceri di Salerno e Napoli per il blocco fino al 31 maggio dei colloqui e dei permessi.\r\nA Salerno dopo le proteste la direttrice ha tolto l'acqua. La protesta è quindi aumentata, un piano del carcere è stato devastato, alcuni detenuti sono saliti sul tetto.\r\nFuori dal carcere, presidio dei familiari. Arrivate decine di camionette, elicottero, celere.\r\n\r\nAUDIO di radio Onda Rossa\r\n\r\nProteste dei detenuti del carcere di Poggioreale. Alcuni ospiti della casa circondariale sono saliti sui muri del \"passeggio\", in una zona interna al penitenziario, e hanno raggiunto il tetto dell'edificio. Tesa intanto la situazione all'esterno del carcere.\r\n\r\n8 MARZO 2020\r\n\r\nPresidio sotto il carcere di Rebibbia di Roma.\r\n\r\nAUDIO di radio Onda Rossa\r\n\r\n \r\n\r\nSANT'ANNA - MODENA\r\n\r\nRivolta nel carcere Sant'Anna di Modena : i reclusi riescono ad uscire dalle celle, dare fuoco ad entrambe le sezioni, assaltare l'infermeria, prendendo possesso della portineria.\r\n\r\nIl personale carcerario rimane all'esterno tentando di sedare la rivolta.\r\n\r\nSi sono radunati parenti dei reclusi, solidali e non, all'esterno delle mura. \u003Cmark>GOM\u003C/mark> antisommossa, celere all'esterno della struttura.\r\n\r\nDopo alcune ore, sedata la rivolta, l'arrivo di ambulanze e, circa quattro pullman della polizia penitenziaria per trasferire i detenuti in altre strutture - Bologna, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ascoli, Alessandria.\r\n\r\nRiscontrati visivamente dagli astanti e da familiari all'esterno del S.Anna di Modena alcuni corpi portati via dalle ambulanze.\r\n\r\nNella mattinata del 9 marzo 2020, riscontrato 6 morti di cui 3 nel carcere di Modena, 1 trasferito nel carcere di Verona, 1 trasferito nel carcere di Parma, 1 trasferito nel carcere di Alessandria.\r\n\r\nINFORMAZIONI DETTAGLIATE SU\r\n\r\nroundrobin.info\r\n\r\nOsservatoriorepressione.info\r\n\r\nNEWS E AGGIORNAMENTI DA MODENA Ore 17:00 .Confermati 8 decessi al carcere, tra cui un ragazzo nordafricano di 25 anni che fino a ieri alle 21, secondo fonti dirette, era vivo e parlava con la gente. L'ipotesi di overdose, riportata da altri media, sembra allontanarsi dalla realtà.\r\n\r\nMolti detenuti sono ancora in protesta senza acqua e senza cibo. Vista l'inagibilità della struttura molti detenuti ancora da trasferire\r\n\r\n \r\n\r\nTensioni e proteste nel carcere di Frosinone: \"i detenuti hanno occupato la seconda sezione, e sono barricati dentro. Hanno un elenco di richieste che partono dalla questione dei colloqui. Per il momento siamo in fase di attesa.\" Lo riferisce il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia.\r\n\r\nA Pavia in serata i detenuti hanno bloccato per alcune ore due agenti di polizia penitenziaria, hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno inscenato una forte protesta devastando diversi locali del penitenziario.\r\n\r\nNel carcere palermitano di Pagliarelli è scoppiata protest: bruciate lenzuola e carta e battitura contro le sbarre delle celle per attirare l'attenzione.\r\n\r\nRivolta nelle celle del carcere Ucciardone a Palermo. I detenuti hanno tentanto di evadere dal carcere, cercando la fuga; un tentativo è stato bloccato dalla polizia penitenziaria\r\n\r\n \r\n\r\n09 MARZO 2020\r\n\r\nSAN VITTORE - MILANO\r\n\r\n\r\nRivolta a San Vittore - Milano - sarebbe scoppiata nel terzo raggio verso le 8 di questa mattina.\r\n\r\nI detenuti escono dalle celle e salgono sul tetto. Sia all'interno delle celle che sul tetto vengono bruciati oggetti.\r\n\r\nDue reparti allagati e distrutti a San Vittore - la rivolta nel terzo raggio sembra sedata - All'interno della struttura è entrata la polizia penitenziaria ma non la celere.\r\n\r\n[14:37, 9/3/2020] Secondo l'inviato di Business Insider - Sono almeno due i casi di overdose da metadone registrati tra i detenuti in rivolta a San Vittore.\r\n\r\nSan Vittore ore 15:40 9 marzo 2020 - Prime cariche della celere per allontanare i solidali all'esterno delle mura. Solidali provano a bloccare un pullman di rinforzo che stava entrando al carcere; consecutiva carica. Qualche ferito tra i solidali ma nessuno grave.\r\n\r\nCARCERE DI FOGGIA\r\n\r\nRivolta già nella notte nel carcere di Foggia\r\n\r\n\r\nTentata evasione a Foggia - numeri non ancora accertati.\r\n\r\nAlcune macchine sono state aperte per allontanarsi dalla zona di evasione; per ora quattro macchine sono state intercettate grazie ai numeri di targa\r\n\r\n[video width=\"848\" height=\"480\" mp4=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/tentata-evasione-foggia.mp4\"][/video]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTO SUI DETENUTI MODENESI\r\n\r\n- Trasferimenti nel carcere di massima sicurezza di Sassari - BANCALI - dei detenuti delle strutture più danneggiate.\r\n\r\n- Conteggio Attuale di detenuti deceduti dopo la rivolta nel carcere Sant'Anna di Modena sale ad 8. Da accertare i ricoverati.\r\n\r\nDIRETTA E AGGIORNAMENTI DA RADIO ONDA D'URTO\r\n\r\nAGGIORNAMENTO CARCERE DI POGGIOREALE -NAPOLI\r\n\r\nFonti telematiche comunicano la mancanza di acqua all'interno delle celle.\r\n\r\nOre 16:00 - stanno protestando fuori all'istituto in via Nuova Poggioreale. E' in atto un blocco stradale all'esterno della struttura.\r\n\r\nCARCERE DI TRANI\r\n\r\n\"Una nube di fumo circonda l'intero edificio e secondo una prima ipotesi sembrerebbe che alcuni detenuti abbiano appiccato un incendio sulla scia di una rappresaglia già iniziata nella giornata di ieri.\"\r\n\r\n\"Il carcere è ora circondato dalle forze dell'ordine, in particolare dalle pattuglie dei carabinieri, che stanno cercando di mantenere l'ordine e di tenere curiosi e parenti lontani dall'edificio.\"\r\n\r\n\"Sembra dunque che anche i detenuti della città di Trani siano ormai in rivolta come quelli del resto di Italia. In molti chiedono l'amnistia, lamentando la paura del contagio del Coronavirus. 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Il buco dove sono state sbattute. Il quadro kafkiano che ne esce è ulteriormente aggravato dalle considerazioni che sorgono a valutare la mossa della galassia amministrativa – non scelta di procura o politica in questo caso, ma vessazione e persecuzione puramente burocratica, quindi operata da un Eichmann che può decidere dell'esistenza di chi è affidato all'arcipelago Gulag italiano – quando anziché trasferire Silvia e Anna altrove e chiudere quella infame sezione cadente e in cui piove dentro, vi sbattono anche Natasha, estradata dalla Francia nei giorni scorsi. Un'evidente irrisione dei 24 giorni di sacrificio delle due compagne, che vivono in pochi metri quadri, torturate dall'inettitudine ottusa delle onnipotenti Gom, sottoposte a regole degne di Comma22 per l'irrazionale follia o il calcolato massimo peggioramento delle condizioni di sopravvivenza, nel più totale rifiuto del diritto a un'assistenza medica speciale per la scelta di operare uno sciopero della fame ormai lunghissimo e debilitante, mantenuto oscurato da tutti i giornali (a parte il garantista \"Il Dubbio\").\r\n\r\nQuesta la testimonianza dell'avvocato Calia ai microfoni di venerdì 21 giugno:\r\n\r\nNelle fessure peggiorative delle pieghe amministrative del 41bis","22 Giugno 2019","2019-06-23 00:10:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"240\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico-300x240.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico-300x240.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico-768x614.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico-1024x819.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/silvia-e-anna_mosaico.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Anna e Silvia sequestrate dall'amministrazione penitenziaria nel carcere punitivo de L'Aquila",1561246631,[137,281,282,283],"http://radioblackout.org/tag/anna-e-silvia/","http://radioblackout.org/tag/as2-fatiscente/","http://radioblackout.org/tag/laquila/",[147,285,286,287],"Anna e Silvia","As2 fatiscente","l'aquila",{"post_content":289},{"matched_tokens":290,"snippet":291,"value":292},[79],"torturate dall'inettitudine ottusa delle onnipotenti \u003Cmark>Gom\u003C/mark>, sottoposte a regole degne di","A Caterina Calia, legale di Anna, abbiamo chiesto innanzitutto le condizioni in cui versano le nostre compagne dopo 24 giorni di sciopero della fame, deciso per venire trasferite in un luogo almeno consono al regime detentivo previsto per loro dall'ingiustizia giuridica, e ora i chili persi cominciano a essere preoccupanti; e poi in quale contesto fisico si dipanano le loro giornate rubate dall'amministrazione carceraria, una descrizione del tugurio in cui sono state infitte, le strutture fatiscenti che racchiudono la loro clausura. 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Inoltre, l'ora e la geografia del carcere sono occultati da vari dispositivi (controllo della luce, orari oscurati, orologi non funzionanti).\r\n\r\nUna situazione che ci ricorda l'atrocità del \"carcere duro\", la violenza della repressione e l'importanza della solidarietà, della rabbia e della contro-informazione.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/41bis.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer scrivere alle compagne detenute nel carcere dell’Aquila:\r\n\r\nSilvia Ruggeri\r\nAnna Beniamino\r\nAgnese Trentin\r\n\r\nVia Amiternina 3\r\nLocalità Costarelle di Preturo\r\n67100\r\nL’Aquila\r\n\r\nInoltre, il 28 aprile alle 13 si terrà un presidio sotto al carcere, in concomitanza con presidi sotto al carcere di Tolmezzo e Ferrara.\r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Aprile 2019","2019-04-18 19:51:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/casa-circondariale-laquila-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"205\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/casa-circondariale-laquila-300x205.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/casa-circondariale-laquila-300x205.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/casa-circondariale-laquila.jpg 558w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Come una tomba: Silvia, Agnese e Anna nel carcere dell'Aquila",1555616826,[311,70],"http://radioblackout.org/tag/carcere-speciale/",[313,18],"carcere speciale",{"post_content":315},{"matched_tokens":316,"snippet":317,"value":318},[215],"e pressioni da parte dei \u003Cmark>GOM\u003C/mark>, il corpo di polizia penitenziaria","il 6 aprile Silvia, Agnese ed Anna, tre compagne inquisite rispettivamente per le recenti operazioni di Torino, Trento e per la più datata operazione Scripta Manent, sono state tradotte dalla sezione Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia a quella dell'Aquila, in cui la quasi totalità della popolazione carceraria è sottoposta al cosiddetto \"carcere duro\", il 41bis.\r\n\r\nIl 41bis è una vera e propria tortura di Stato: i reclusi vengono posti in isolamento per 23 ore al giorno, con censura della posta, limitazione dei libri, controllo della luce, impossibilità di partecipare fisicamente ai processi.\r\n\r\nIl regolamento carcerario, la specializzazione della struttura e la volontà politica di annientamento rispetto alle tre ragazze hanno creato una situazione per cui alcune forme e caratteristiche del 41bis vengono applicate in maniera arbitraria e discrezionale alle inquisite (due su tre senza neanche un processo).\r\n\r\nControlli minuziosi e inutili in entrate ed uscita dalla cella, censura della posta, sanzioni disciplinari e pressioni da parte dei \u003Cmark>GOM\u003C/mark>, il corpo di polizia penitenziaria dell'Aquila responsabile dei pestaggi di Bolzaneto del 2001. 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Un testo che apre a diverse riflessioni sulla natura classista del carcere, sulla cancellazione culturale di indulto e amnistia dall’orizzonte del possibile, sulla relazione tra la squalifica “utopistica” dell’idea di un mondo senza galere e l’assurdità “dimostrata” della loro nocività.\r\n\r\nIl secondo riguarda il suicidio annunciato di Oussama Sadek nel carcere di Montorio (Verona): un uomo a rischio suicidario, con conclamata sofferenza psichica e – nonostante ciò (o forse proprio per questo) - rinchiuso in isolamento. 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Parleremo della quotidianità in 41 bis, della presenza dei GOM (Gruppi Operativi Mobili), delle percezioni all’ingresso e all’uscita di un dispositivo scientificamente afflittivo, della sostanziale irreversibilità della classificazione in quel circuito:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BCUPCB_intervista-domenico-con-brano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n(Al termine della diretta il brano di Raguel - “Par na minacc”, che Domenico ci teneva a condividere)\r\n\r\n \r\n\r\nHAIKU SENZA HAIKU\r\n\r\n“Haiku senza Haiku – Versi Scatenati” è un progetto a sostegno del prigioniero anarchico Juan Sorroche:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/HAIKU-SENZA-HAIKU-NEW.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPotete inviare i vostri contributi a:\r\n\r\nversiscatenati@canaglie.net\r\n\r\noppure spedendoli a:\r\n\r\nEx Latteria - Stradone S. Agostino 39R - 16123 - Genova","6 Febbraio 2024","2024-02-06 11:09:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/bcupcb-domenico41bis-200x110.jpg","INTERVISTA A DOMENICO: 5 ANNI IN 41BIS – LETTERA VALLETTE - SUICIDI IN CARCERE - HAIKU SENZA HAIKU","podcast",1707217760,[393,64,65,394,395,396],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/","http://radioblackout.org/tag/domenico-porcelli/","http://radioblackout.org/tag/juan-sorroche/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/",[398,76,77,399,400,401],"41 bis","domenico porcelli","juan sorroche","suicidi in carcere",{"post_content":403},{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":406},[215],"41 bis, della presenza dei \u003Cmark>GOM\u003C/mark> (Gruppi Operativi Mobili), delle percezioni","Estratti dalla puntata del 5 febbraio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nLETTERA DALLE VALLETTE E SUICIDI IN CARCERE\r\n\r\nApriamo la puntata con la consueta rassegna stampa a cura dello Sportello di Supporto Psicologico per i familiari delle persone uccise dal carcere.\r\n\r\nIl primo contributo è rappresentato da una lettera delle Ragazze delle Vallette, dove le detenute del carcere di Torino prendono parola sull’istituto della Liberazione Anticipata Speciale. 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I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. 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Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. 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La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":432,"snippet":433,"value":433},[215],"BASTIONI DI ORIONE 29/02/2024-CONGO ORIENTALE \u003Cmark>GOM\u003C/mark>A TREMA -TRANSNISTRIA SCHEGGE POST SOVIETICHE-CINA L'ECONOMIA RALLENTA .",[435,438],{"field":436,"matched_tokens":437,"snippet":433,"value":433},"post_title",[215],{"field":220,"matched_tokens":439,"snippet":429,"value":430},[79],578730089005449300,{"best_field_score":442,"best_field_weight":353,"fields_matched":337,"num_tokens_dropped":50,"score":443,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":121},"1108074561536","578730089005449338",{"document":445,"highlight":457,"highlights":466,"text_match":440,"text_match_info":471},{"comment_count":50,"id":446,"is_sticky":50,"permalink":447,"podcastfilter":448,"post_author":331,"post_content":449,"post_date":450,"post_excerpt":56,"post_id":446,"post_modified":451,"post_thumbnail":452,"post_title":453,"post_type":390,"sort_by_date":454,"tag_links":455,"tags":456},"67090","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-12-febbraio-colonialismo-allitaliana-i-100-di-kropotkin-lotte-degli-studenti-in-grecia-e-turchia-le-operaie-invisibili-della-valle-della-gomma/",[331],"Il nostro nostro viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-12-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2021 02 12 anarres\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nItaliani brava gente? Il mito che nasconde, dietro ad una supposta bonomia nazionale, l’orrore del colonialismo italiano in Africa, in (ex)Jugoslavia, in Grecia, dove massacri, deportazioni, torture e stupri furono del tutto normali. L’Italia Repubblicana non ha mai fatto i conti con le avventure coloniali del Regno d’Italia. D’altra parte queste avventure sono continuate e continuano nell’era postcoloniale. \r\nIl segno tangibile di una memoria che non c’è o è affogata nel mito sono le tante statue, targhe, sacrari dedicati alle imprese coloniali italiane.\r\nDi recente Wu Ming, selezionando alcune targhe e statue, ma non tutte ha lanciato una campagna per il 19 febbraio. In realtà ormai da anni gli anarchici risignificano lo spazio di città e paesi per cancellare, almeno dalle strade, la vergogna del nazionalismo, del militarismo, del colonialismo.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nArrivano le bombe! Nuovi ordigni nucleari nella base di Ghedi in provincia di Brescia\r\n\r\nKropotkin. Cent’anni fa moriva Piotr Kropotkin, uno dei principali esponenti dell’anarchismo a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.\r\nCosa ci resta del suo pensiero? Per certi aspetti inattuale, per altri capace invece di dare ad una visione mutualista e solidale delle relazioni umane e del rapporto con l’ambiente.\r\nCe ne ha parlato Francesco Codello, pedagogista e studioso dell’opera di Kropotkin.\r\n\r\nIn Grecia e in Turchia il governo attacca gli spazi di autonomia all’interno delle Università.\r\nMovimenti studenteschi importanti stanno provando a contrastare le scelte governative.\r\nAbbiamo fatto il punto della situazione con Dario Antonelli\r\n\r\nValle della gomma. 12 ore di lavoro nocivo per 150 euro al mese. La condizione di centinaia di lavoratrici tra Bergamo e Brescia.\r\n«Per la sbavatura, per staccare la guarnizione dallo stampo, bisogna essere veloci. Andavo a farmi dare le scatole dal nostro vicino, ma poi mio marito non ha più voluto. C’era il rischio che i bambini ingoiassero i pezzetti. E i mucchi degli scarti in casa, in mezzo al salotto, facevano un odore terribile. Ho dovuto smettere. Ho anche avuto problemi di salute, mi si infiammava la gola...”\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nGrecia. Solidarietà senza confini\r\nLo stato greco ha vietato ogni forma di manifestazione politica e sociale. Anarchici e anarchiche sono sotto attacco: sgomberi, arresti, multe...\r\nSabato 27 febbraio\r\nAperibenefit per le compagne e i compagni colpiti dalla repressione\r\ndalle ore 17 al giardini reali – corso san Maurizio angolo via Rossini area ex Fenix\r\nVino, pastis, cuba libre, birra, the, caffè e stuzzichini veg\r\nInterventi e DJ set con la favolosa Malormone Crew\r\n\r\nVenerdì 5 marzo\r\nFemministe, anarchiche, rivoluzionarie\r\nIncontro online con Eulalia Vega, storica e autrice di Pioniere e rivoluzionarie – Donne anarchiche in Spagna dalla rivoluzione sociale alla resistenza al franchismo, edizioni Zero in condotta\r\nMeeting alle 21 in Zoom al link: https://us02web.zoom.us/j/89085856759\r\n\r\nSabato 6 marzo\r\nRuoli in gioco. Rappresentazione De-Genere\r\nin piazza Carlo Alberto dalle 15,30\r\nmanifestazione antisessista\r\nInterventi, azioni performanti, musica\r\n\r\nLunedì 8 marzo\r\nNé dio, né stato, né patriarcato\r\ngiornata di lotta in giro per la città\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nriunioni ad orario variabile in queste settimane\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30. \r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/ \r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","25 Febbraio 2021","2021-02-25 12:09:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/kropotkin-200x110.jpg","Anarres del 12 febbraio. Colonialismo all’italiana. I 100 di Kropotkin. 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La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 23 ore 08,30 – Torino: la polizia si spara e i carabinieri quando? 28 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]: Il nuovo giallo targato produzioni Nessun Rimborso, un indagine senza fronzoli e senza riguardi tra i suicidi avvenuti nelle questure piemontesi\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 24 ore 08,30 – Racconti ovali 4 32 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nAttraversiamo la città di Limerick ed il suo stadio ovale, ci addentriamo in un episodio della lotta anticoloniale irlandese e scopriamo l’incredibile partita del 31 ottobre 1978 tra Munster e gli All Blacks, ovvero una delle squadre più forti del rugby irish in maglia tutta rossa contro la formidabile nazionale neozelandese in maglia tutta nera.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 25 ore 08,30 – Donne partigiane e ribelli 24 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nUna storia della resistenza che non relega il ruolo delle donne partigiane a un contributo piuttosto che un’appartenenza.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 25 ore 21,00 – Senza tregua. La guerra dei GAP, di Giovanni Pesce 17 minuti [Porfido]:\r\n\r\nUna lettura partigiana bellissima e coinvolgente, per non dimenticare il passato e attingere forza per continuare a lottare. Ora e sempre, RESISTENZA!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 09,00 – Free and easy 26/05/2024 72 minuti [Patryck Albert, Ouest Track Radio]:\r\n\r\n...intro ... X-Ray Men , Sons of Cyrus , Naked Eyes , Denis Tek & the Golden Breed , Chevelles , Devil Dols, Drones , Unheard , Seminal Rats , Eric & the Garage Cats , Vicars , Riviera Playboys , Left Lane Cruiser , Mc Fadden's Parachute , Houston Fearless , Cindy Lawson , Peter Zaremba , Ace-Tones , Ravin' Bongos , Brooms , +..... let get it on ....share it!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 20,00 – Droga e guerra 51 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e i fenomeni di tossicodipendenza endemici tra i veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin del Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 21,30 – Brodo di cagne strategico 7giugno2023 73 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nTrasmissione del 7 giugno 2023 di Radio Neanderhal come sempre dedicata alla ricerca musicale, ma stavolta con un'incursione iniziale di Antonio Rezza, da un'intervista e da estratti del suo ultimo spettacolo teatrale\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 23,30 – Jerome Worldwide - A mix by founder of Jerome Worldwide 62 minuti [Jerome Worlwide, Radio Blackout]: JEROME is an electronic record label based in Hanover, Pennsylvania, founded by Matt Lutz in 2016.\r\n\r\nThe label started out as a mixfile series, the worldwide appreciated JEROME Mixfiles series, focusing its efforts on lesser known talents and allowing them to be heard, and is now close to reach its 600th episode.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 09,30 – Rainbow Island - Extravaganza Mix 83 minuti [Rainbow Island, Radio Blackout]: Il materiale contenuto nel Rainbow Island Extravaganza Mix è stato registrato a partire dal 2013. In larga parte materiale registrato in sala prove.\r\n\r\nTracklist:\r\nSoapy Synth Intro\r\nRainbow Raga\r\nPayroll (sgrattokkie edit)\r\nXiao Dub\r\nMotorikkio (chaotix mix)\r\nBlending Coda (Smerluvio live at Tropicantesimo)\r\nStakkio (Jestering Riddims live in Macerata)\r\nGombo Bass\r\nTitan Clonewreck\r\nShiba Riddim\r\nDJ Kimchi – L’Aggrocene\r\nScraw To Manthy\r\nShuttling L.U.P.A. / Planet Pond\r\nTillman Dance / Kaduka Storm\r\nDJ Kimchi – City of Angles\r\nArab Wind Lions\r\nHigh Zone\r\nSneaky Goose\r\nMorpholiphonic Brain Choir\r\nDJ Kimchi – Abandoned Manor\r\nSkarano Riddim (Yap Dub)\r\nMirapuri Jungle Ruins\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 13,30 – The Minneapolis Uranium Club live @Arci Taun 28 minuti [The Minneapolis Uranium Club, Radio Blackout]: Da Minneapolis gli impiegati marxisti della Sunbelt Chemical Corporation in un trattato di nervosismo post punk registrato dal vivo\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 18,00 – Radio carosello 47 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]:\r\n\r\nRadio Carosello è un palinsesto radiofonico condensato in 45 minuti. Dall’informazione mattutina, ai programmi ecosostenibili del pomeriggio, fino ai quiz e alle telenovele serali. Condito da pubblicità e jingle autoprodotti. Creato dalle Produzioni Nessun Rimborso, registrato negli studios di Radio Blackout con la collaborazione di 30 voci naturalmente non retribuite.","23 Aprile 2025","2025-04-23 12:00:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 21 al 27 Aprile 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of digital folklore.\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 22 ore 15,30 – Te lo spiega Arsider: la memetica 43 minuti [Arsider, Radio Blackout]:\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione. La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 23 ore 08,30 – Torino: la polizia si spara e i carabinieri quando? 28 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]: Il nuovo giallo targato produzioni Nessun Rimborso, un indagine senza fronzoli e senza riguardi tra i suicidi avvenuti nelle questure piemontesi\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 24 ore 08,30 – Racconti ovali 4 32 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nAttraversiamo la città di Limerick ed il suo stadio ovale, ci addentriamo in un episodio della lotta anticoloniale irlandese e scopriamo l’incredibile partita del 31 ottobre 1978 tra Munster e gli All Blacks, ovvero una delle squadre più forti del rugby irish in maglia tutta rossa contro la formidabile nazionale neozelandese in maglia tutta nera.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 25 ore 08,30 – Donne partigiane e ribelli 24 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nUna storia della resistenza che non relega il ruolo delle donne partigiane a un contributo piuttosto che un’appartenenza.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 25 ore 21,00 – Senza tregua. La guerra dei GAP, di Giovanni Pesce 17 minuti [Porfido]:\r\n\r\nUna lettura partigiana bellissima e coinvolgente, per non dimenticare il passato e attingere forza per continuare a lottare. Ora e sempre, RESISTENZA!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 09,00 – Free and easy 26/05/2024 72 minuti [Patryck Albert, Ouest Track Radio]:\r\n\r\n...intro ... X-Ray Men , Sons of Cyrus , Naked Eyes , Denis Tek & the Golden Breed , Chevelles , Devil Dols, Drones , Unheard , Seminal Rats , Eric & the Garage Cats , Vicars , Riviera Playboys , Left Lane Cruiser , Mc Fadden's Parachute , Houston Fearless , Cindy Lawson , Peter Zaremba , Ace-Tones , Ravin' Bongos , Brooms , +..... let get it on ....share it!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 20,00 – Droga e guerra 51 minuti [Radio blackout, Bello come una prigione che brucia]:\r\n\r\nQuesto lungo approfondimento vuole proporre un riflessione sul ruolo che le sostanze psicotrope – che come elemento di interferenza con lo stato di coscienza hanno sempre accompagnato l’umanità – hanno assunto una volta inserite nel contesto tecnico-bellico.\r\n\r\nProviamo a suddividere la relazione tra sostanze psicoattive e guerra in due grandi categorie: sostanze somministrate durante l’esperienza delle atrocità, sostanze somministrate successivamente all’esperienza delle atrocità.\r\n\r\nTralasciando le “autoterapie” e i fenomeni di tossicodipendenza endemici tra i veterani di guerra, cercheremo di concentrarci esclusivamente sulla dimensione istituzionalizzata delle somministrazioni: dal Pervitin del Terzo Reich, al Captagon dell’ISIS, al Modafinil attualmente fornito all’esercito statunitense.\r\n\r\nMa la normalizzazione della guerra, che si declina anche attraverso l’arruolamento della popolazione nel suo insieme, deve tenere conto degli strascichi psichici di chi è entrato in contatto con gli eventi atroci e traumatizzanti che la caratterizzano; qui entrano in gioco le sperimentazioni di MDMA in Israele e di Ibogaina in Ucraina.\r\n\r\nSi osserva quindi una parabola della relazione tra umanità e sostanze psico-alteranti: dall’espansione della coscienza al sostegno neurochimico di ciò che è insostenibile.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 21,30 – Brodo di cagne strategico 7giugno2023 73 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nTrasmissione del 7 giugno 2023 di Radio Neanderhal come sempre dedicata alla ricerca musicale, ma stavolta con un'incursione iniziale di Antonio Rezza, da un'intervista e da estratti del suo ultimo spettacolo teatrale\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 26 ore 23,30 – Jerome Worldwide - A mix by founder of Jerome Worldwide 62 minuti [Jerome Worlwide, Radio Blackout]: JEROME is an electronic record label based in Hanover, Pennsylvania, founded by Matt Lutz in 2016.\r\n\r\nThe label started out as a mixfile series, the worldwide appreciated JEROME Mixfiles series, focusing its efforts on lesser known talents and allowing them to be heard, and is now close to reach its 600th episode.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 09,30 – Rainbow Island - Extravaganza Mix 83 minuti [Rainbow Island, Radio Blackout]: Il materiale contenuto nel Rainbow Island Extravaganza Mix è stato registrato a partire dal 2013. In larga parte materiale registrato in sala prove.\r\n\r\nTracklist:\r\nSoapy Synth Intro\r\nRainbow Raga\r\nPayroll (sgrattokkie edit)\r\nXiao Dub\r\nMotorikkio (chaotix mix)\r\nBlending Coda (Smerluvio live at Tropicantesimo)\r\nStakkio (Jestering Riddims live in Macerata)\r\n\u003Cmark>Gom\u003C/mark>bo Bass\r\nTitan Clonewreck\r\nShiba Riddim\r\nDJ Kimchi – L’Aggrocene\r\nScraw To Manthy\r\nShuttling L.U.P.A. / Planet Pond\r\nTillman Dance / Kaduka Storm\r\nDJ Kimchi – City of Angles\r\nArab Wind Lions\r\nHigh Zone\r\nSneaky Goose\r\nMorpholiphonic Brain Choir\r\nDJ Kimchi – Abandoned Manor\r\nSkarano Riddim (Yap Dub)\r\nMirapuri Jungle Ruins\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 13,30 – The Minneapolis Uranium Club live @Arci Taun 28 minuti [The Minneapolis Uranium Club, Radio Blackout]: Da Minneapolis gli impiegati marxisti della Sunbelt Chemical Corporation in un trattato di nervosismo post punk registrato dal vivo\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 27 ore 18,00 – Radio carosello 47 minuti [Produzioni Nessun Rimborso]:\r\n\r\nRadio Carosello è un palinsesto radiofonico condensato in 45 minuti. 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