","Albania. Aperte le due prigioni per migranti","post",1729240536,[65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/cpr-in-albania/","http://radioblackout.org/tag/dtenzione-amministrativa/","http://radioblackout.org/tag/esternalizzazione-delle-frontiere/","http://radioblackout.org/tag/neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/shengjin-e-gjader/",[28,36,38,30,34],{"post_content":72},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"Harraga","E con un compagno di \u003Cmark>Harraga\u003C/mark>, autore di un approfondimento sulle","La Libra, una nave della Marina Militare italiana, ha deportato il primo gruppo di persone migranti nei centri appena ultimati a Shengjin e Gjader.\r\nQui si inizieranno le “procedure rapide” per la richiesta di asilo – che dovrebbero risolversi entro 28 giorni. Procedure contestate dai giudici italiani anche poche settimane fa, quando il Tribunale di Palermo non aveva convalidato la detenzione di cinque persone migranti appena sbarcate.\r\nNei piani della banda Meloni in Albania dovrebbero essere detenuti solo uomini non vulnerabili, provenienti da paesi “sicuri”. La nozione di paese “sicuro”, in se del tutto arbitraria, è uno strumento per cercare di rendere sempre più difficile l’accoglimento delle richieste di asilo.\r\nL’esternalizzazione delle frontiere, complice un paese sedotto dalla promessa di ingresso nell’UE, è l’ennesimo strumento messo a disposizione di una macchina repressiva, che ha il compito di selezionare, richiudere e respingere i corpi in eccesso e tenere sotto scacco tutti gli altri immigrati.\r\nL’appalto per la gestione delle due prigioni per migranti è stato vinto da Medi Hospes con un’offerta 133 milioni di euro all’anno.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, compagno impegnato da molti anni nel contrasto della detenzione amministrativa.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-15-albania-raffaele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nE con un compagno di \u003Cmark>Harraga\u003C/mark>, autore di un approfondimento sulle dinamiche squisitamente neocoloniali sottese agli accordi tra Italia e Albania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-10-15-albania-harraga.mp3\"][/audio]",[78],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],578730123365187700,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":51,"score":85,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":51},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":87,"highlight":105,"highlights":111,"text_match":81,"text_match_info":114},{"cat_link":88,"category":89,"comment_count":51,"id":90,"is_sticky":51,"permalink":91,"post_author":54,"post_content":92,"post_date":93,"post_excerpt":57,"post_id":90,"post_modified":94,"post_thumbnail":95,"post_thumbnail_html":96,"post_title":97,"post_type":62,"sort_by_date":98,"tag_links":99,"tags":104},[48],[50],"77611","http://radioblackout.org/2022/10/77611/"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nPubblichiamo il resoconto e un contributo di un compagno che si trova a Zarzis, in Tunisia:\r\n\r\n\"Da più di una settimane la città di Zarzis, al sud della Tunisia, è attraversata da movimenti di protesta che pretendono la verità dalle istituzioni dello Stato sulla scomparsa di 18 concittadini in mare.\r\n\r\nIl 21 settembre scorso 15 ragazzi, 2 ragazze e una bambina di un anno e due mesi, tutte di Zarzis, prendono il mare per entrare nella zona europea. Dopo alcuni giorni senza informazioni, le famiglie e l’associazione dei pescatori di Zarzis iniziano autonomamente le ricerche dopo aver sollecitato le autorità tunisine, quelle italiane e le NGO presenti nelle acque internazionali. Secondo Mejid Amor, portavoce dell’Associazione dei Pescatori, il 26 Settembre le operazioni dell’associazione si stoppano in seguito alla notizia, messa in circolazione dal Procuratore di Medenine, per cui la barca è stata intercettata dalla Guardia Costiera libica e che bisognava iniziare le trattative per la loro liberazione. La notizia regge – e con essa il sollievo delle famiglie – fino a quando, il 2 Ottobre, iniziano a circolare le immagini di un corpo ritrovato sulla vicina isola di Djerba. Dalle immagine e da un braccialetto al polso, la famiglia ne riconosce l’identità: è il corpo di Malek e il suo ritrovamento riapre l’ipotesi del naufragio. Altre due spedizioni dei pescatori monitorano tutte le coste tra Zarzis e Djerba. Il 9 Ottobre, durante la seconda giornata di ricerche, la foto di un corpo ritrovato in mare il 26 Settembre scorso viene riconosciuto dalla famiglia dai pantaloncini indossati; fino a prova contraria, è quello di Aymen (?). La domanda che ci si pone collettivamente a quel punto è: dov’è il corpo ritrovato il 26 settembre scorso? E dove sono tutti gli altri corpi segnalati durante le ricerche dei pescatori? La trama di retoriche e comunicazioni contraddittorie si strappa l’11 Ottobre: in occasione di un incontro ufficiale con il governatore del governatorato di Medenine, il delegato del prefetto,il vice-sindaco e le forze dell’ordine. Al sospetto che i corpi siano stati interrati nel cimitero degli stranieri senza test del DNA, le famiglie pretendono la riesumazione dei cadaveri interrati negli ultimi giorni. E’ nel cimitero “Jardin d’Afrique” che si ritrova il corpo della foto riconosciuta dalla famiglia il 9 Ottobre e ritrovato dai pescatori il 26 Settembre e che la famiglia è convinta fosse Aymen.\r\n\r\nNon è stato il mare bensì lo Stato a strappare figli e figlie al sacro gesto della sepoltura. Mercoledì 12 Ottobre la complicità delle istituzioni statali è approvata: gli studenti liceali attraversano la città durante tutta la giornata; i blocchi stradali si riproducono a più riprese nei punti nevralgici di Zarzis; gli uffici del comune e della delegazione occupati dalle famiglie e dalla popolazione. Nelle strade e negli spazi pubblici della città si creano cerchi o semicerchi di gente in cui rimbalzano rabbia e live fb.\r\n\r\nQuello che succede a Zarzis spacca il sentimento di vergogna che, normalmente, accompagna le famiglie di chi è scomparso e che alimenta le accuse alle famiglie degli harraga. Karim vive da 20 anni in Italia e sulla barca partita il 21 Settembre aveva sua moglie, Mouna Aouyda, e sua figlia, Sajda Nasr, di un anno e due mesi. Prima del 21 Settembre avevano ricevuto otto rifiuti alla loro domanda di congiungimento familiare. Il blocco stradale fatto nel suo quartiere, a Souilhel, dice: “è tutto quello che mi resta da poter fare tanto qui non ti ascolta nessuno, la giustizia dobbiamo cercarla da soli...sono due giorni che la strada è bloccata e nessuno è venuto a parlarmi, nessuno ci dice niente”.\r\n\r\nIn una dichiarazione al giornale Nawaat1 fatta il 14 Ottobre, dopo già 3 giorni dalla riesumazione dei corpi sepolti senza DNA al Jandin Afrique, il delegato del prefetto, Ezzedine Khelifi, afferma che dal 21 Settembre, quattro corpi sono stati interrati nel cimitero degli stranieri senza test del DNA. Le autorità non hanno proceduto al test per identificare i corpi dal momento che le famiglie pensavano i loro figli fossero ancora vivi.Avevano elementi capaci di provare la presenza delle 18 persone in Libia, per questo i test del DNA non sono stati reputati necessari.\r\n\r\n“Ma non è questione di essere necessario o meno, il test del DNA per la sepoltura di corpi non riconosciuti è e deve essere obbligatoria” afferma Chamseddine Marzouk a lungo volontario nel cimitero degli ignoti e poi allontanato dalla municipalità; “in una regolare sepoltura di un corpo non identificato, la Guardia Costiera deve comunicare alla municipalità e al procuratore della Repubblica (che per Zarzis ha sede a Mednine). Il corpo, sotto la responsabilità della municipalità, viene portato all’ospedale dove viene fatto il test del DNA e comunicato al procuratore che dà l’autorizzazione alla municipalità di seppellirlo. Ma è inutile risalire la scala delle responsabilità verso l’alto, piuttosto bisogna discenderla verso il basso: nella pratica più passaggi saltano o non sono veramente rispettati. Spesso le cose si risolvono con delle disattente telefonate o per fax. La municipalità e la Guardia Costiera lavorano sporco ci sono stati dei momenti in cui non sapevano dove interrare i corpi o come sbarazzarsene.\r\n“Dignità per tutti e test del DNA su tutti i corpi ritrovati” è anche il messaggio portato dagli studenti liceali di Zarzis; Non è possibile che nel 2022 dei corpi vengano ritrovati e buttati nel niente, è importante per chi resta di sapere dove è sepolto tua figlia o tuo figlio affermano un gruppo di studenti durante le loro mobilizzazioni. L’interramento di corpi senza test del DNA attraversa tutte le sponde del Mediterraneo centrale da ormai decenni, ad esserne testimone - in parte - è la lotta portata avanti dalle famiglie dei dispersi in mare riunitisi proprio a Zarzis agli inizi dello scorso Settembre e che, sollecitando più volte diverse istituzioni tra europee e italiane, non ha mai trovato né risposte né collaborazione.\r\n\r\nPoter ricollocare un corpo in una rete di affetti è un atto di dignità personale e collettiva. Le responsabilità delle istituzioni tunisine tradiscono il razzismo che da decenni viola questa dignità e che fa da matrice alle pratiche di controllo frontaliero in Europa e Mediterraneo: il ritardare le operazioni di soccorso in mare usato come strategia politica, i pushing-back degli harraga con ogni mezzo necessario, il disincentivare il movimento di persone senza documenti al costo della loro vita3 ne sono un esempio da anni. E’ anche a questa montagna di pratiche razziste che le mobilizzazioni sono reazione e quello che succede a Zarzis non riguarda solo Zarzis.\r\n\r\nNel momento in cui si scrive a Melek, Mouna, Mohammed Ali e Seifddine è stata data degna sepoltura; 14 sono le persone ancora disperse. Una comunicazione ufficiale della presidenza della repubblica garantisce le attività di ricerca lungo la costa e sottolinea, in chiusura, che la scomparsa dei corpi è il rischio che si corre facendo harraga e che la responsabilità è di chi decide di farlo. Nel pomeriggio dello stesso giorno l’associazione dei Pescatori di Zarzis, le famiglie, gli attivisti locali e la popolazione in solidarietà hanno chiesto all’UGTT e ai Sindacati dei Commercianti di indire uno sciopero generale per Martedì 18 Ottobre\"\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta e scarica il racconto di ciò che è accaduto:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/tunisia.mp3\"][/audio]","17 Ottobre 2022","2022-10-17 17:45:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/2022-10-17-17.43.57.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Proteste a Zarzis, Tunisia",1666028224,[100,101,102,103],"http://radioblackout.org/tag/mar-mediterraneo/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/naufragi/","http://radioblackout.org/tag/tunisia/",[32,26,24,22],{"post_content":106},{"matched_tokens":107,"snippet":109,"value":110},[108],"harraga","le accuse alle famiglie degli \u003Cmark>harraga\u003C/mark>. 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Per poi ribadire la necessità di stare al fianco della resistenza autorganizzata dellx abitanti del quartiere creando reti di solidarietà e connessioni tra le lotte.","2 Ottobre 2025","2025-10-02 16:36:13","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/10/photo_2025-09-30_17-04-05-1.jpg","San Berillo, quartiere resistente","podcast",1759422972,[174,175,176],"https://radioblackout.org/tag/catania/","https://radioblackout.org/tag/harraga/","https://radioblackout.org/tag/san-berillo/",[178,74,179],"catania","san berillo",{"tags":181},[182,184,187],{"matched_tokens":183,"snippet":178,"value":178},[],{"matched_tokens":185,"snippet":186,"value":186},[74],"\u003Cmark>Harraga\u003C/mark>",{"matched_tokens":188,"snippet":179,"value":179},[],[190],{"field":39,"indices":191,"matched_tokens":192,"snippets":194,"values":195},[21],[193],[74],[186],[186],578730123365712000,{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":51},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":202,"highlight":218,"highlights":224,"text_match":196,"text_match_info":231},{"comment_count":51,"id":203,"is_sticky":51,"permalink":204,"podcastfilter":205,"post_author":206,"post_content":207,"post_date":208,"post_excerpt":57,"post_id":203,"post_modified":209,"post_thumbnail":210,"post_title":211,"post_type":171,"sort_by_date":212,"tag_links":213,"tags":216},"90970","http://radioblackout.org/podcast/da-barriera-a-gaza-blackout-live-in-piazza-montanaro-su-colonialismo-dinsediamento-e-resistenza-palestinese/",[126],"macerie su macerie","Dal cuore di Barriera di Milano, in piazza Montanaro, si propagano le libere frequenze di Blackout per portare in strada la necessità di parlare di resistenza palestinese. Lo facciamo con una compagna che, non solo per il suo retroterra culturale, segue da sempre la questione del genocidio attuato da Israele e le forme di contrattacco e vita a Gaza e nei territori occupati. Una storia di lungo corso, di cui il 7 ottobre rappresenta solo l'ultimo passaggio. Ci addentriamo con cautela in questioni complesse come il colonialismo d’insediamento, l’utilizzo dello spazio e dell'architettura come modalità di governo e repressione, la costruzione di un certo regime di discorso in Occidente che restituisce la questione palestinese come un’oscillazione tra terrorismo e umanitarismo.\r\nCiò che emerge chiaramente, e che rappresenta il punto osceno per i governanti occidentali, è la volontà di resistenza e ribellione che, dopo decenni lunghissimi di guerra senza limiti, anima i gazawi e i palestinesi tutti.\r\nUn richiamo di libertà che fulgidamente comunica a tutti gli oppressi del mondo, che non si arrende, che cresce di generazione in generazione.\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/piazzamontanaro7luglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Luglio 2024","2024-07-14 09:19:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/piazza-montanaro-per-palestina-7-luglio-200x110.jpg","Da Barriera a Gaza: Blackout live in Piazza Montanaro su colonialismo d'insediamento e resistenza palestinese",1720519994,[214,215],"http://radioblackout.org/tag/harraga/","http://radioblackout.org/tag/macerie-su-macerie/",[74,217],"macerie-su-macerie",{"tags":219},[220,222],{"matched_tokens":221,"snippet":186,"value":186},[74],{"matched_tokens":223,"snippet":217,"value":217},[],[225],{"field":39,"indices":226,"matched_tokens":227,"snippets":229,"values":230},[51],[228],[74],[186],[186],{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":51,"score":200,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":51},{"document":233,"highlight":245,"highlights":254,"text_match":81,"text_match_info":260},{"comment_count":51,"id":234,"is_sticky":51,"permalink":235,"podcastfilter":236,"post_author":108,"post_content":237,"post_date":238,"post_excerpt":57,"post_id":234,"post_modified":239,"post_thumbnail":240,"post_title":241,"post_type":171,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":244},"84970","http://radioblackout.org/podcast/harraga-10-11-2023/",[74],"Harraga è un spazio radiofonico contro la detenzione amministrativa e le frontiere, al fianco di chi è rinchiuso dentro un Centro di Permanenza per il Rimpatrio oppure rischia la propria vita per attraversare un confine.\r\n\r\nOgni venerdi dalle 14.30 alle 16 in diretta su Radio Blackout 105.250 FM\r\n\r\ne https://stream.radioblackout.org/\r\n\r\n \r\n\r\nDurante la trasmissione di oggi abbiamo parlato dei nuovi decreti del razzismo di Stato e sul contesto in cui si inseriscono. Sfruttamento e repressione razzista sono sostenuti a livello nazionale da una produzione legislativa fatta di decreti legge, e a livello sovranazionale, dall’incessante definizione di trattati e accordi. La presenza sempre più consistente di confini militarizzati, sbirri e galere per persone senza documenti sono il risvolto concreto di queste politiche.\r\n\r\nNela seconda parte di Harraga abbiamo sentito al telefono un compagno dall'Albania per discutere ed avere una testimonianza diretta di cosa sta accadendo oltre il Mar Adriatico dopo l'accordo con l'Italia che prevede la costruzione di due nuovi CPR sul suolo albanese.\r\n\r\nInfine, dopo aver letto una testimonianza di un detenuto nel CRA di Parigi Vincennes, abbiamo trasmesso un audio che ci ha mandato una compagna dalla Francia per avere un aggiornamento relativo alle politiche migratorie del governo Darmanin.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/harraga10_11_2023.mp3\"][/audio]","10 Novembre 2023","2023-11-10 18:36:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/pippo-200x110.jpg","HARRAGA 10/11/2023",1699641363,[],[],{"post_content":246,"post_title":250},{"matched_tokens":247,"snippet":248,"value":249},[74],"\u003Cmark>Harraga\u003C/mark> è un spazio radiofonico contro","\u003Cmark>Harraga\u003C/mark> è un spazio radiofonico contro la detenzione amministrativa e le frontiere, al fianco di chi è rinchiuso dentro un Centro di Permanenza per il Rimpatrio oppure rischia la propria vita per attraversare un confine.\r\n\r\nOgni venerdi dalle 14.30 alle 16 in diretta su Radio Blackout 105.250 FM\r\n\r\ne https://stream.radioblackout.org/\r\n\r\n \r\n\r\nDurante la trasmissione di oggi abbiamo parlato dei nuovi decreti del razzismo di Stato e sul contesto in cui si inseriscono. 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delle conseguenze materiali del Decreto Cutro e del nuovo Decreto Sud per quanto riguarda l'apertura di nuove strutture detentive funzionali ad espulsioni veloci e del processo di clandestinizzazione di un'ampia fetta di popolazione in viaggio o già residente in italia.\r\n\r\nNella seconda parte della telefonata abbiamo parlato del superamento in chiave criminalizzante della vecchia dicotomia retorica migrante economico/richiedente protezione internazionale.\r\n\r\nInfine abbiamo commentato insieme la recente sentenza del giudice di Catania, che ha permesso la scarcerazione i 8 ragazzi provenienti dalla Tunisia, cercando di evidenziare l'assottigliamento delle differenze tra la cosiddetta accoglienza e la detenzione amministrativa, che si arricchisce di forme di espulsione speciali, rendendo le persone migranti un capro espiatorio attraverso il quale portare avanti uno stato d'emergenza perenne che consente eccezioni nell'esercizio del potere e creazione di un nemico pubblico.\r\n\r\n 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