","La scuola va alla guerra","post",1589294084,[57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/didattica-a-distanza/","http://radioblackout.org/tag/militari-a-scuola/","http://radioblackout.org/tag/servizi-google-per-e-learing/",[61,24,30],"didattica a distanza",{"post_content":63},{"matched_tokens":64,"snippet":66,"value":67},[65],"interferenze","furono documentate innumerevoli e inspiegate \u003Cmark>interferenze\u003C/mark> ad apparati radiotelevisivi e dispositivi","I militari italiani e statunitensi accelerano la propaganda militarista nelle scuole, usando la didattica a distanza imposta dal governo con la chiusura delle scuole.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista e blogger, che a questi temi ha dedicato un articolo che vi riportiamo di seguito.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/2020-05-12-mazzeo-miliscuola.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nNon sarà certo la pandemia da coronavirus a porre un freno all’invasivo processo di militarizzazione del sistema scolastico. Scuole chiuse sino alla fine dell’anno? Nessun problema: anche l’Esercito ricorrerà alla didattica a distanza per mantenere stretti i legami con istituti e studenti e portare a termine nel migliore dei modi i propri programmi di formazione interdisciplinare e indottrinamento cultural-militare. \r\nSarà ancora una volta la Sicilia a fare da battistrada della fase 2.0 della partnership scuola-forze armate. Dal 30 aprile scorso, i bersaglieri del 6° Reggimento della Brigata “Aosta” con sede a Trapani hanno avviato una serie di videoconferenze di orientamento e informazione per l’arruolamento nell’Esercito Italiano. “Personale specializzato Infoteam dell’unità hanno incontrato virtualmente studenti e insegnanti dell’Istituto Tecnico Economico e per il Turismo Giuseppe Garibaldi di Marsala, attraverso le piattaforme informatiche per la didattica a distanza utilizzate dal Ministero dell’Istruzione durante questo particolare periodo”, annuncia l’Ufficio stampa della Brigata Meccanizzata “Aosta”, reparto d’élite e di pronto intervento in ambito Nato di stanza in Sicilia. “Gli incontri, programmati ed organizzati dal Comando Militare Esercito e destinati agli Istituti Scolastici che hanno aderito al programma nell’arco temporale dell’anno scolastico, si prefiggono lo scopo di fornire agli studenti, oltre a elementi di legalità ed educazione civica, tutte le informazioni sull’arruolamento e gli sbocchi professionali nella Forza Armata”.\r\nSempre l’Ufficio stampa dell’“Aosta” fa sapere che quello tra il 6° Reggimento Bersaglieri e l’ITET “Garibaldi” di Trapani “farà da apripista ad altri incontri in tutto il Paese”, per consentire agli alunni di “conoscere da vicino prospettive di carriera dei volontari in ferma prefissata e concorsi per accedere ai diversi ruoli del servizio permanente, dopo la frequenza di Scuole e Accademie Militari”.\r\nAnche i marines Usa della grande stazione aeronavale di Sigonella si adeguano agli obblighi di distanziamento-isolamento degli studenti e alla smisurata enfatizzazione della “didattica” virtuale. Un primo esperimento di contatto a controllo remoto è stato svolto nei giorni scorsi con una classe IV dell’Istituto Superiore “Abramo Lincoln” di Enna, sezione distaccata di Agira, nell’ambito del progetto “culturale” intrapreso dall’Ufficio per le Relazioni Esterne della Marina militare degli Stati Uniti d’America di Sigonella al fine di “aiutare gli studenti a perfezionare le loro abilità linguistiche”. “In questa occasione – riporta il Comando Usa - gli studenti hanno dialogato a distanza con il cappellano Richard Graves, responsabile del programma CREDO (Chaplains’ Religious Enrichment Development Operation) di NAS Sigonella, un progetto di US Navy di assistenza psicologica volto a sostenere e promuovere la cura dei rapporti interpersonali e la costruzione di relazioni significative tra militari singoli, coppie e famiglie, nonché a prevenire condotte a rischio come il suicidio”. Parte dell’esposizione del cappellano Graves è stata dedicata alle difficoltà che i giovani incontrano in questi mesi di emergenza pandemia. “Dobbiamo rafforzare i rapporti interpersonali e i legami affettivi con i propri famigliari”, il suggerimento-imperativo del religioso “psicologo”. Prossimo appuntamento con la didattica a distanza tra i militari Usa di Sigonella e gli studenti dell’“Abramo Lincoln” il prossimo 28 maggio quando un ufficiale medico internista della base parlerà di “sana alimentazione e salute ai tempi del coronavirus”.\r\nA puntare sulla nuova metodologia “formativa” imposta nelle scuole d’Italia dal governo Conte-Azzolina anche la 114^ Squadriglia Radar remoto dell’Aeronautica Militare di Potenza Picena che ha voluto donare all’Istituto Comprensivo “Giacomo Leopardi” di Potenza Picena e Montelupone ben quattro computer da consegnare alle famiglie in comodato d’uso gratuito, affinché gli studenti possano fruire della didattica a distanza durante l’odierna emergenza. “Già dallo scorso settembre la Squadriglia aveva reso concreta la volontà di collaborare con la comunità scolastica, mettendo a disposizione i suoi uomini e i suoi mezzi per uscite didattiche e visite alla caserma e sul territorio”, riposta il Comando dell’Aeronautica militare. “Purtroppo il Covid-19 non ha reso possibile la realizzazione di ciò, ma non ha impedito alla sezione A.M. di Potenza Picena di far sentire la sua presenza”. A caval donato non si guarda in bocca, certo. Peccato che la “collaborazione” con le scuole del reparto alla guida della stazione marchigiana sia stata formalizzata solo dopo le comprovate denunce sugli effetti dell’inquinamento elettromagnetico generato dagli impianti radar sulla salute della popolazione locale. I primi esposti risalgono alla fine degli anni ’80, quando furono documentate innumerevoli e inspiegate \u003Cmark>interferenze\u003C/mark> ad apparati radiotelevisivi e dispositivi elettrici nelle abitazioni prossime alla base radar. D’allora l’Aeronautica ha già sostituito due volte le apparecchiature con sistemi sempre più potenti e sofisticati nell’ambito di programmi predisposti dalla Nato, assicurandone la massima sostenibilità ambientale. Ciononostante il comprensorio di Potenza Picena e l’intera provincia di Macerata continua a primeggiare tra i luoghi d’Italia più colpiti da tumori, linfomi, cardiopatie, patologie al sistema nervoso, sterilità maschile, malformazioni neonatali, ecc.. 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Ufficialmente, la polizia, oggi, aderisce a una visione materiale dell’ordine pubblico, attribuendo a questa nozione il significato di una condizione di pace, tranquillità, incolumità e sicurezza fisica.\" (E. Gargiulo, Mantenere l’ordine: feticci liberali e princìpi etici nella gestione della sicurezza pubblica, 2016)\r\n\r\n \r\n\r\nSu quali saperi, categorie concettuali e dunque immaginari si fonda, dal dopoguerra ad oggi, l'azione della Polizia rispetto alla questione dell'ordine pubblico, nel contesto di uno Stato suppostamente liberal-democratico? Quali tensioni e contraddizioni emergono nelle pratiche poliziesche formalmente legittimate da una nozione materiale dell'ordine, tanto sul piano del rapporto con soggettività politicamente scomode, quanto su quello della gerarchia tra diritti?\r\n\r\n \r\n\r\nDopo le analisi sul ruolo della polizia al tempo della crisi negli USA e in Francia, questa mattina abbiamo parlato dei saperi di polizia in relazione alla questione dell'ordine pubblico in Italia.\r\nAscolta la diretta con Enrico Gargiulo, ricercatore precario dell'Università del Piemonte Orientale:\r\n\r\nsaperidipolizia\r\n\r\n ","25 Novembre 2016","2016-11-28 11:44:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/tumblr_n3aqse84Oq1rfd7lko1_400-200x110.gif","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/tumblr_n3aqse84Oq1rfd7lko1_400-300x158.gif\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Tra \"idealismo\" e \"liberalismo\": ordine pubblico, ordine di Stato",1480075705,[91,92,93,94],"http://radioblackout.org/tag/ordine-pubblico/","http://radioblackout.org/tag/polizia/","http://radioblackout.org/tag/stato-etico/","http://radioblackout.org/tag/stato-liberale/",[22,96,14,20],"polizia",{"post_content":98},{"matched_tokens":99,"snippet":100,"value":101},[65],"sfera personale dei singoli da \u003Cmark>interferenze\u003C/mark> concrete, e dove quindi l’esercizio","\"(...) se la concezione ideale è considerata propria di uno stato “etico”, ossia di un regime politico che si fa portatore di specifici valori e princìpi a discapito di altri orientamenti normativi (...), la concezione materiale è ricondotta invece a uno stato “liberale”, vale a dire a un sistema, neutrale e laico sul piano dei valori, in cui le autorità pubbliche si fanno semplicemente garanti di proteggere la sfera personale dei singoli da \u003Cmark>interferenze\u003C/mark> concrete, e dove quindi l’esercizio della libertà di associazione e manifestazione è condizionato al rispetto di altri diritti. 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Invece lo abbiamo richiamato per capire cosa stava succedendo dopo la sentenza Cga (Consiglio di giustizia amministrativa che nell’isola svolge le funzioni del Consiglio di Stato) del 9 settembre che pone di nuovo in discussione la questione dei radar di Niscemi, annullando in parte la decisione di febbraio che giudicava fuorilegge il Muos, restituendo di nuovo legittimità all'occupazione militare americana; subito un'associazione ambientalista, “Rita Atria”, aveva denunciato alla Procura di Palermo due giudici amministrativi, proprio il presidente Marco Lipari e il giudice estensore del Cga Gabriele Carlotti “per abuso in atti di ufficio”, configurando un conflitto di interessi e in questi giorni è stata avanzata dai comitati No Muos un'istanza perché la Cga stessa revochi almeno in parte la sua decisione.\r\n\r\nLa sentenza appena emessa dal Cga è definitiva solo per l’aspetto “ambientale” (“le autorizzazioni erano legittime”), mentre per altre due questioni, “salute” dei cittadini che abitano nelle vicinanze e presunti pericoli o interferenze al “traffico aereo”, il Collegio presieduto da Marco Lipari ha costituito una “commissione di verifica” composta dai presidenti del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), del Cnu (Consiglio nazionale universitario) e da tre ministri (Salute, Ambiente e Infrastrutture), fissando la sentenza definitiva per il 16 dicembre.I No Muos invece fanno notare che il collegio non spiega perché non sarebeb esaustiva la verificazione eseguita in primo grado dal prof. Marcello D'Amore, che già aveva ampiamente dimostrato l'erroneità e l'inbattendibilità degli studi posti a base delle autorizzazioni del sistema di radar americano, mentre il collegio dei verificatori nominato ora è composto per tre quinti da ministrie quindi anche loro in conflitto d'interessi e non sopra le parti.\r\n\r\nIl movimento si è ritrovato nuovamente trascinato nella contrapposizione al prepotente progetto militarista e si sta riorganizzando, a comincaire dalla battaglia in sede amministrativa. Ma sarà altrettanto e forse più importante l'appuntamento a Niscemi per il 6 dicembre, quando è convocata una manifestazoine a pochi giorni dall'udienza che è stata fissata per il 15 dicembre. Ma ascoltate i particolari dala voce di Fabio:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nIntanto a Lampedusa è in corso LampedusaInFestival, giunto alla settima edizione dove si trovano molte realtà legate alla lotta antimilitarista e a favore dei migranti (da Calais a Ventimiglia; dalla Sardegna al Giappone... dalla Tunisia), impegnate ad analizzare e cercare di individuare strategie valide per annullare la militarizzazione del Mediterraneo e combattere le molteplici manifestazioni di Frontex, agenzia europea di contrasto della migrazione, ma anche per collegare le guerre dell'Occidente fatte per procura in paesi saccheggiati, da cui partono i flussi di disperati, ridotti in miseria dal capitalismo. In questo caso l'appuntamento è per il 3 ottobre nel secondo anniversario della strage di Lampedusa dovuta a omissione di soccorso di fronte alla quale l'allora premier Letta si era ipocritamente inginocchiato, contribuendo a fabbricare la prima di tante immagini commoventi - l'ultima delle quali è quella del bambino siriano annegato a Bodrum: in quella data Askavusa farà girare in molte città italiane, approfittando della sicura sovraesposizione mediatica della data, un film che documenta come si poteva evitare la strage se due navi fossero intervenute, anziché abbandonare i naufraghi al loro destino.\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nSia Fabio da Niscemi, sia Giacomo da Lampedusa hanno poi collegato le loro lotte con quella dei comitati sardi contro le basi militari e contro la esercitazione che coinvolgerà Trapani-Birgi tra pochi giorni, intanto i radar americani stanno già operando in Trident.","24 Settembre 2015","2015-09-30 00:27:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015_09_24-Paladino-Porta-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"225\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015_09_24-Paladino-Porta-225x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015_09_24-Paladino-Porta-225x300.jpg 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/2015_09_24-Paladino-Porta.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","Da Niscemi a Lampedusa: più migranti, meno militari",1443096578,[120,121,122,123,124,125,126],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/lampedusainfestival/","http://radioblackout.org/tag/niscemi/","http://radioblackout.org/tag/no-muos/","http://radioblackout.org/tag/sentenza-cga/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-lampedusa/",[128,28,129,130,16,131,26],"antimilitarismo","niscemi","no Muos","sicilia",{"post_content":133},{"matched_tokens":134,"snippet":135,"value":136},[65],"vicinanze e presunti pericoli o \u003Cmark>interferenze\u003C/mark> al “traffico aereo”, il Collegio","Abbiamo risentito Fabio da Niscemi dopo aver ingenuamente pensato che forse la lotta No Muos potesse venire archiviata registrando un buon successo grazie al giudizio di illegalità sancito dal Tar a inizio 2015. 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Secondo l'AD Sala la kermesse è in attivo, ma fatti i calcoli, tenendo conto degli anni prima del 2015, quando la gran parte delle spese è stata fatta, il quadro è ben altro.\r\nNon solo. Cosa succederà delle aree che teatro dell'esposizione “universale”?\r\nNe abbiamo parlato con Alberto, “Abo”, attivista No Expo ed autore di un articolo uscito la scorsa settimana sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2016-03-01-abo-expo\r\n\r\nLeggi l'articolo:\r\n\"Dalla sera alla mattina, spente le luci sull’albero della vita, l’interesse della stampa, della politica, della finanza, s’è diretto altrove. Dietro le operazioni di smontaggio del sito e il bilancio pubblicato da Expo 2015 SpA c’è però dell’altro.\r\n\r\nLa scorsa settimana l’ex amministratore delegato (nonché commissario unico) di Expo 2015, Giuseppe Sala, ha presentato alla stampa, contro ogni previsione, un bilancio roseo dell’evento: 14 milioni di attivo. Proviamo a entrare nel merito?\r\n\r\nPer scardinare la narrazione mediatica del successo basterebbe ricordare che la grande kermesse meneghina è costata oltre due miliardi a fronte di 736 milioni di ricavi: un passivo preannunciato e pesante anzitutto per le casse pubbliche. Il bilancio del solo anno 2015 risulterebbe positivo (risulterebbe, perché non tutti pagamenti e gli introiti messi a bilancio sono realmente effettuati) perché i costi di rimozione delle interferenze, bonifica, allestimento della piastra, edificazione e parte della comunicazione… sono stati materia dei lunghi anni di “warm-up”. Parafrasando: nel 2015 Expo era già stata pagata e, in buona sostanza, costruita. L’attivo (comunque più che dimezzato rispetto al patrimonio calcolato l’anno precedente) deriva dalla differenza tra i soli costi di gestione del perimetro del sito, al netto degli introiti dello stesso anno.\r\nVogliamo scavare ulteriormente nella voce dei ricavi? I 736 milioni sono scomponibili in 373 milioni derivanti dai biglietti (a fronte dei 500 previsti), 224 da sponsorizzazioni, mentre la restante parte cade nella voce “varie”. Il tema dei biglietti è interessante perché utile a chiarire la portata di un’esposizione che è stata tutto tranne che universale: fino ad aprile 2015 le previsioni parlavano di un pareggio a 24 milioni di biglietti staccati, a fronte di una media per biglietto di 22 euro circa. Oggi sappiamo che sono stati stacci 3 milioni di biglietti in meno, con una media per ticket che non arriva 18 euro. In altre parole, man mano che i mesi passavano, consapevoli del rischio flop, i promotori di Expo si sono affannati in sperticati sconti, ingressi serali a 5 euro, gratuità serali per chi arrivava in automobile all’happening della sostenibilità alimentare, 10mila ingressi gratis concessi ogni giorno a delegazioni, operatori, giornalisti… anche la composizione demografica dei visitatori ci parla di un evento molto “italiano”, parzialmente europeo e al limite cinese, più che globale.\r\n\r\nSi potrebbe approfondire segnalando alcune incongruità sesquipetali (decine di milioni non ancora incassati in biglietti e pubblicità, confusione tra cifre in conto capitale e cifre in spesa corrente, bonifiche promesse e mai completate…) ma entreremmo in una materia difficilmente riassumibile nello spazio a nostra disposizione. Su tutte le ambiguità una brucia più di altre: quasi 30 milioni di euro risparmiati dalla nociva “via d’acqua”, un canale di oltre 20km che avrebbe dovuto collegare il sito espositivo al centro città attraverso quattro parchi, archiviato da due anni di lotte, non sono stati utilizzati (come votato dal consiglio comunale) per risistemare il Seveso ed evitare le periodiche esondazioni ma per coprire gli extra-costi del già commissariato padiglione Italia. C’è stata una battaglia popolare vincente contro Expo 2015, vincente nell’opposizione al progetto di devastazione della cintura ovest dei parchi e vincente nel saper indicare un’utilità nello storno dei fondi per intervenire sulle fragilità del territorio: quella promessa è stata smentita e solo oggi sappiamo che i soldi risparmiati sono stati deviati per mettere una pezza ad un claudicante padiglione costato ben 30 milioni più del previsto\r\n\r\nIl tema credo sia, a questo punto, un altro. Negli anni dell’opposizione ad Expo, abbiamo sempre parlato del grande-evento come volano ed acceleratore di iniziative speculative e di finanziarizzazione di un’area ben più vasta del semplice sito espositivo. E’ questo che differenzia il mega-evento da altre iniziative minori, la sua capacità di farsi magnete di investimenti e di operare torsioni culturali e giuridiche. Con l’occasione di Expo, alla voce opere accessorie non necessarie, sono state sdoganate tre autostrade ed una marea di piccole grandi opere che sono costate complessivamente oltre 10 miliardi di euro, non 2, certamente non 0,7 come messo a bilancio 2015 per smerciare alla stampa un traballante esito positivo.\r\n\r\nNei bilanci della TEEM (Tangenziale Est Esterna) della Pedemontana e di BreBeMi (grandi infrastrutture spacciate per indispensabili e oggi sensibilmente sottoutilizzate), nelle defiscalizzazioni concesse a queste colate di cemento, negli episodi di ecomafia, tangentismo e corruzione che a decine sono calati su questa ragnatela di asfalto e cemento, ritroviamo un bilancio ad oggi inedito e disarmante non solo dell’evento ma del suo significato sociale.\r\n\r\nNon ultimo sarebbe importante mettere a bilancio 2015 anche la metamorfosi che Expo ha facilitato in materia di archiviazione del contratto nazionale, il diritto di sciopero ipotecato dalla scure prefettizia, di sdoganamento del lavoro volontario e non retribuito, la gestione emergenziale, ancorché pianificata, del territorio metrolombardo, le ricadute in materia di commissariamento che dal laboratorio Milano veleggia oggi in direzione della capitale.\r\n\r\nAd oggi, siamo orfani non soltanto di un bilancio autentico e complessivo dell’Esposizione Universale, iniziativa comunque anacronistica e discutibile, quello che ci manca è un bilancio politico di Expo come forza centripeta della mercificazione di un territorio e delle sue relazioni e centrifuga in materia di diritti sul lavoro, la salute, il verde, l’accessibilità alla città pubblica ed allo spazio urbano. La candidatura alle primarie di Milano dell’ex AD Giuseppe Sala, uomo di Renzi che piace al centro-destra, non è che la coronazione di questa “vision” del Partito della Nazione, secondo cui il presente del paese deve procedere per strappi sì, ma diretti dall’alto. Così il commissario si candida a diventare il primo super-sindaco della neonata area metropolitana di Milano, nella distrazione di una città ormai distratta dalla semestrale sbornia di una parola “expo” che, una volta appiccicata un po’ dappertutto, ha perso davvero ogni sapore.\"","1 Marzo 2016","2016-03-04 11:30:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Expo. 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Cosa succederà delle aree che teatro dell'esposizione “universale”?\r\nNe abbiamo parlato con Alberto, “Abo”, attivista No Expo ed autore di un articolo uscito la scorsa settimana sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2016-03-01-abo-expo\r\n\r\nLeggi l'articolo:\r\n\"Dalla sera alla mattina, spente le luci sull’albero della vita, l’interesse della stampa, della politica, della finanza, s’è diretto altrove. Dietro le operazioni di smontaggio del sito e il bilancio pubblicato da Expo 2015 SpA c’è però dell’altro.\r\n\r\nLa scorsa settimana l’ex amministratore delegato (nonché commissario unico) di Expo 2015, Giuseppe Sala, ha presentato alla stampa, contro ogni previsione, un bilancio roseo dell’evento: 14 milioni di attivo. 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I 736 milioni sono scomponibili in 373 milioni derivanti dai biglietti (a fronte dei 500 previsti), 224 da sponsorizzazioni, mentre la restante parte cade nella voce “varie”. Il tema dei biglietti è interessante perché utile a chiarire la portata di un’esposizione che è stata tutto tranne che universale: fino ad aprile 2015 le previsioni parlavano di un pareggio a 24 milioni di biglietti staccati, a fronte di una media per biglietto di 22 euro circa. Oggi sappiamo che sono stati stacci 3 milioni di biglietti in meno, con una media per ticket che non arriva 18 euro. In altre parole, man mano che i mesi passavano, consapevoli del rischio flop, i promotori di Expo si sono affannati in sperticati sconti, ingressi serali a 5 euro, gratuità serali per chi arrivava in automobile all’happening della sostenibilità alimentare, 10mila ingressi gratis concessi ogni giorno a delegazioni, operatori, giornalisti… anche la composizione demografica dei visitatori ci parla di un evento molto “italiano”, parzialmente europeo e al limite cinese, più che globale.\r\n\r\nSi potrebbe approfondire segnalando alcune incongruità sesquipetali (decine di milioni non ancora incassati in biglietti e pubblicità, confusione tra cifre in conto capitale e cifre in spesa corrente, bonifiche promesse e mai completate…) ma entreremmo in una materia difficilmente riassumibile nello spazio a nostra disposizione. Su tutte le ambiguità una brucia più di altre: quasi 30 milioni di euro risparmiati dalla nociva “via d’acqua”, un canale di oltre 20km che avrebbe dovuto collegare il sito espositivo al centro città attraverso quattro parchi, archiviato da due anni di lotte, non sono stati utilizzati (come votato dal consiglio comunale) per risistemare il Seveso ed evitare le periodiche esondazioni ma per coprire gli extra-costi del già commissariato padiglione Italia. C’è stata una battaglia popolare vincente contro Expo 2015, vincente nell’opposizione al progetto di devastazione della cintura ovest dei parchi e vincente nel saper indicare un’utilità nello storno dei fondi per intervenire sulle fragilità del territorio: quella promessa è stata smentita e solo oggi sappiamo che i soldi risparmiati sono stati deviati per mettere una pezza ad un claudicante padiglione costato ben 30 milioni più del previsto\r\n\r\nIl tema credo sia, a questo punto, un altro. Negli anni dell’opposizione ad Expo, abbiamo sempre parlato del grande-evento come volano ed acceleratore di iniziative speculative e di finanziarizzazione di un’area ben più vasta del semplice sito espositivo. E’ questo che differenzia il mega-evento da altre iniziative minori, la sua capacità di farsi magnete di investimenti e di operare torsioni culturali e giuridiche. Con l’occasione di Expo, alla voce opere accessorie non necessarie, sono state sdoganate tre autostrade ed una marea di piccole grandi opere che sono costate complessivamente oltre 10 miliardi di euro, non 2, certamente non 0,7 come messo a bilancio 2015 per smerciare alla stampa un traballante esito positivo.\r\n\r\nNei bilanci della TEEM (Tangenziale Est Esterna) della Pedemontana e di BreBeMi (grandi infrastrutture spacciate per indispensabili e oggi sensibilmente sottoutilizzate), nelle defiscalizzazioni concesse a queste colate di cemento, negli episodi di ecomafia, tangentismo e corruzione che a decine sono calati su questa ragnatela di asfalto e cemento, ritroviamo un bilancio ad oggi inedito e disarmante non solo dell’evento ma del suo significato sociale.\r\n\r\nNon ultimo sarebbe importante mettere a bilancio 2015 anche la metamorfosi che Expo ha facilitato in materia di archiviazione del contratto nazionale, il diritto di sciopero ipotecato dalla scure prefettizia, di sdoganamento del lavoro volontario e non retribuito, la gestione emergenziale, ancorché pianificata, del territorio metrolombardo, le ricadute in materia di commissariamento che dal laboratorio Milano veleggia oggi in direzione della capitale.\r\n\r\nAd oggi, siamo orfani non soltanto di un bilancio autentico e complessivo dell’Esposizione Universale, iniziativa comunque anacronistica e discutibile, quello che ci manca è un bilancio politico di Expo come forza centripeta della mercificazione di un territorio e delle sue relazioni e centrifuga in materia di diritti sul lavoro, la salute, il verde, l’accessibilità alla città pubblica ed allo spazio urbano. 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Della loro storia tratta anche l'ultimo libro della scrittrice afroamericana Bettina Judd dal titolo Patient, a proposito di cui è stata letta un'intervista.\r\nMusiche: Matana Roberts\r\n\r\nlink: articolo originale in inglese\r\n\r\n \r\n\r\nInterferenze 29.11.2015","30 Novembre 2015","2018-10-17 22:09:19","I podcast di Interferenze: 29 novembre 2015",1448845723,[359,360,238,241,361,243,362,363,364,365,366],"http://radioblackout.org/tag/anarcha/","http://radioblackout.org/tag/bettina-judd/","http://radioblackout.org/tag/ginecologia/","http://radioblackout.org/tag/matana/","http://radioblackout.org/tag/matana-roberts/","http://radioblackout.org/tag/patient/","http://radioblackout.org/tag/roberts/","http://radioblackout.org/tag/sims/",[368,369,208,206,370,174,371,372,373,374,375],"Anarcha","Bettina Judd","ginecologia","matana","matana roberts","Patient","roberts","Sims",{"post_content":377,"post_title":381,"tags":384},{"matched_tokens":378,"snippet":379,"value":380},[174],"articolo originale in inglese\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Interferenze\u003C/mark> 29.11.2015"," \"La Ginecologia è stata costruita sulle spalle di donne di colore, in ogni caso.\"\r\n\r\n\r\n\r\nCiclo: Corpi che contano\r\nNella puntata di oggi abbiamo parlato delle madri nascoste della ginecologia. 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Della loro storia tratta anche l'ultimo libro della scrittrice afroamericana Bettina Judd dal titolo Patient, a proposito di cui è stata letta un'intervista.\r\nMusiche: Matana Roberts\r\n\r\nlink: articolo originale in inglese\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>Interferenze\u003C/mark> 29.11.2015",{"matched_tokens":382,"snippet":383,"value":383},[174],"I podcast di \u003Cmark>Interferenze\u003C/mark>: 29 novembre 2015",[385,387,389,391,393,395,397,399,401,403,405],{"matched_tokens":386,"snippet":368,"value":368},[],{"matched_tokens":388,"snippet":369,"value":369},[],{"matched_tokens":390,"snippet":208,"value":208},[],{"matched_tokens":392,"snippet":206,"value":206},[],{"matched_tokens":394,"snippet":370,"value":370},[],{"matched_tokens":396,"snippet":271,"value":271},[174],{"matched_tokens":398,"snippet":371,"value":371},[],{"matched_tokens":400,"snippet":372,"value":372},[],{"matched_tokens":402,"snippet":373,"value":373},[],{"matched_tokens":404,"snippet":374,"value":374},[],{"matched_tokens":406,"snippet":375,"value":375},[],[408,415,417],{"field":31,"indices":409,"matched_tokens":411,"snippets":413,"values":414},[410],5,[412],[174],[271],[271],{"field":280,"matched_tokens":416,"snippet":383,"value":383},[174],{"field":70,"matched_tokens":418,"snippet":379,"value":380},[174],{"best_field_score":286,"best_field_weight":287,"fields_matched":201,"num_tokens_dropped":43,"score":288,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":43},{"document":421,"highlight":845,"highlights":1271,"text_match":284,"text_match_info":1281},{"comment_count":43,"id":422,"is_sticky":43,"permalink":423,"podcastfilter":424,"post_author":425,"post_content":426,"post_date":427,"post_excerpt":49,"post_id":422,"post_modified":428,"post_thumbnail":429,"post_title":430,"post_type":234,"sort_by_date":431,"tag_links":432,"tags":642},"98458","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-9-al-15-maggio-2025/",[189],"harraga"," \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,00 – ENI greenwashing 31 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\nCosa ci fanno gli esperti dell’Ente Nazionale Idrocarburi in cattedra a parlare di ambiente? E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,30 – Woodstown: racconto horror di A. Daudet 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 08,30 – Do you remember revolution? pt. 2 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 16,30 – Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 43 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stkka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica Interferenze per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 08,30 – Podcast Franti pt.2 36 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 11,30 – La Casa Del Disastro! Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – Muhammad Alì, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Muhammad Alì.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n ","9 Giugno 2025","2025-06-09 21:16:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black Holes dal 9 al 15 Maggio 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E come è cambiato il modo in cui i grandi trafficanti di gas e petrolio si raccontano? Se un tempo dire “essere al verde” era come dire “non avere un soldo”, oggi invece il colore “green” attira enormi fiumi di denaro. Per metterci sopra le mani, o le zampe, occorre però cambiare abito e ritinteggiarsi il pelo, attraverso un’articolata campagna di “greenwashing”, senza per questo perdere il vizio, cioè ad esempio continuando, com’è il caso del Cane a Sei Zampe, ad estrarre fonti fossili ai quattro angoli del pianeta.\r\nAndrea Turco, coautore del dossier “Follow the green. La narrazione di Eni alla prova dei fatti”, ci accompagna nel fiabesco mondo della comunicazione targata Eni, ci racconta delle mire del Cane a Sei Zampe sui fondi europei per la transizione ecologica, e ci mette in guardia rispetto al progetto di stoccaggio di gas inquinanti al largo di Ravenna. L’impressione generale è quella d trovarsi di fronte ad una spaventosa visione “circolare” dell’economia che, più che ad una rivoluzione verde, somiglia ad una spirale senza uscita.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 09 ore 21,30 – Woodstown: racconto horror di A. Daudet 14 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRacconto horror del diciannovesimo secolo, ambientato in oscure foreste che si ribellano verso gli umani che le vogliono distruggere o controllare\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 08,30 – Do you remember revolution? pt. 2 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nRivisitazione Radiofonica del documentario di Loredana Bianconi del 1997\r\n“Do You Remember Revolution”\r\n\r\nBarbara Balzerani, Adriana Faranda, Nadia Mantovani, Susanna Ronconi, avevano vent’anni quando decisero di unirsi alla lotta armata e di lasciare alle spalle la vita sociale e la famiglia per fare della rivoluzione il centro e lo scopo della loro esistenza.\r\nPrendono qui parola, dopo lunghi anni di carcerazione, per raccontare e raccontarsi, partendo da dove tutto ha avuto inizio, interrogando e indagando responsabilità, torti e ragioni dell’ultimo grande conflitto sociale nella storia di questo Paese.\r\n\r\nDedicato alla Memoria di Barbara Balzerani (1949-2024)\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 11 ore 16,30 – Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 43 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stkka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica \u003Cmark>Interferenze\u003C/mark> per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 08,30 – Podcast Franti pt.2 36 minuti [Franti]:\r\n\r\nIl podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 11,30 – La Casa Del Disastro! Je suis Punk! Breve storia delle origini del punk in Francia 53 minuti [La Casa del disastro!, Radio Onda D'urto]:\r\n\r\nBreve storia sulle origini del punk in Francia con musiche di BULDOZER, LOU REED, NEW YORK DOLLS, TELEVISION, STINKY TOYS\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 12 ore 15,30 – Blackout Fest 2025 Mix 70 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMix con gruppi e progetti che suoneranno all'edizione del Blackout Fest 2025. Con in ordine di apparizione: Andrea Santalucia, Arsenal Mikebe, Warfuck, Concetration, Odia, Ddwy, Jedbalak, Frammenti, Babe Roots, Korobu, Semiratruth, Ondakeiki, Ethico, Resina, Eden For All, Asino. Non sono tutti ovviamente!\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 08,30 – Muhammad Alì, Rumble in the jungle 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nBiografia del leggendario pugile Muhammad Alì.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 19,00 – Babe Roots - Estratto dal live del 2019 al Leoncavallo 18 minuti [Babe Roots, Radio Blackout]:\r\n\r\nSessione spirituale e subacquea condensata in un mini-live-set purificante, deep dub techno. Tracklist:\r\n> Live intro feat Baba Ras (live only)\r\n\r\n> Jah Nuh Dead feat Another Channel\r\n\r\n> Can’t See feat Lee Perry (live only)\r\n\r\n> Sufferation Time feat Kojo Neatness (Babe Roots remix)\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 20,00 – SFratture: Contro la guerra alle droghe 48 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 13 ore 21,00 – Worlds to come - Chapter 2 - Corpi 32 minuti [Sei Iturriaga, Giulia Deval, Alessio Alonne]: Per trascendere l'idea dell'essere umano come centro dell'ordine, è necessario rioccupare i nostri corpi, il primato della mente, l'idea di coscienza costruita sul senso univoco della narrazione dominante che ci ha spinto alla negazione della materialità che ci costituisce. Tornare al corpo è l'unico modo che abbiamo per trovare il nostro posto nello spazio della ricostruzione. Non si tratta del corpo come unità standardizzata, regolata e limitata, bensì del veicolo di potenzialità fisiche con cui sperimentiamo la nostra esistenza. Il corpo come unità semantica a partire dalla quale abitiamo un mondo che può accettarci solo se diventiamo coscienti e responsabili della nostra appartenenza a un ordine geologico, rizomatico, acquifero, atmosferico, dove l'organico è solo un altro strato, un rivestimento permeabile attraverso cui passano gli elementi.\r\nI corpi non nascono, si fanno. I corpi sono marcati (sessualizzati, razzializzati, animalizzati). I corpi sono simpoietici. Questo è ciò che esploriamo in questa puntata grazie alle pratiche artistiche di Johanna Hedva e Justin Randolph Thompson.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 00,30 – Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 50 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 08,30 – Ponte Radio - Resistere a sud 131 minuti [Radio Neanderthal, Ponte Radio]:\r\n\r\nPuntata del 29/11/2024 di Ponte Radio a cura di Radio Neanderthal, realizzata da registrazioni dell'iniziativa \"Resistere a sud\" al Terzo Piano Autogestito a Napoli. Chiacchiere e riflessioni su cosa significa stare, restare e resistere a Sud\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.6 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 21,30 – Intervista Alex Vargiu: Un punk a Roma 64 minuti [Radio Blackout, Radio Kebab]: Votato fin dalla fine degli anni 70 al Punk R'n'R Hc con gruppi come Stigma,Bloody Riot,Bingo,Dissuaders, Alex Vargiu, in questa intervista del 2015, ci sbatte in faccia il cadavere ambulante del punk! Punk's dead your the next!\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 14 ore 23,00 – No Hay Banda Live @ Blackout house 19/5/19 110 minuti [No Hay Banda, Radio Blackout]: Nohaybandatrio was born in 2004, when Fabio Recchia (prepared bass and guitar which he plays simultaneously) met Marcello Allulli (sax and liveelectronics) and Emanuele Tommasi (drums and percussions).\r\n\r\nIts musical proposal has its roots in many genres: jazzcore, prog, math rock, `70s groove, soundtracks, noise… but they are all re-encoded in its unique style.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,00 – Audiodocumentario Saharawi pt.2 25 minuti [Tullio Togni]:\r\n\r\nTullio Togni, giornalista freelance, ha realizzato tre audio-doc sui Saharawi, frutto di diversi viaggi nel Sahara Occidentale, con le testimonianze dirette di lavoratori, sindacalisti, attivisti (nella zona occupata dal Marocco) e di profughi (nei campi in Algeria).\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 09,30 – GRRAWR - Mix 05/2025 65 minuti [GRRAWR]:\r\n\r\nGRRAWR va alla ricerca del suono del suo cervello. La legge delle tre R (ripetere ripetere ripetere) è meravigliosamente incorniciata dai corollari della noia e dell'errore. Cosa fa un animale che ripete ripete ripete ma poi si distrae, si sbaglia e si dimentica che cosa doveva ripetere? Fare musica è solo un modo di fischiettare.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 13,30 – Psychotronic Radio vol.4 30 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 15 ore 18,30 – ARREMBAGGIO! compilation ardecore benefit v.3 32 minuti [Radio Blackout, compilation ardecore benefit]: Siamo partiti quasi per scherzo, poi l’affare si è ingrossato e siamo arrivati al volume 3. Oltre a queste edizioni digitali, stiamo curando anche le uscite in cassetta, non per santificare una moda ma per ribadire che il diy è il nostro unico “metodo”. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, ciò che conta è lo spirito. In tutte le sue accezioni.\r\n\r\n 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2 ore 13,30 - Intervista ad Andrea Borgnino sul futuro della radio 42 minuti [Radio Blackout, Stakka stakka]: Abbiamo avuto come redazione di Stakka stakka il piacere di fare una lunga discussione in studio con Andrea Borgnino, che cura la rubrica Interferenze per Radio3 Mondo, sul futuro della radio e il suo valore in contesti sensibili, come crisi umanitarie e conflitti.\r\nediting e mastering a cura di arsider\r\nplaylist from: dj subumano library archives\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista-ad-Andrea-Borgnino-sul-futuro-della-radio_42.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 4 ore 08,30 - I Caduti dell'aprile rosso 1 26 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio 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e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-2_35.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 5 ore 08,30 - I Caduti dell'aprile rosso 2 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nLetture dal libro “Senza tregua” di Emilio Mentasti riguardanti storie dall’ambito dei comitati comunisti per il potere proletario negli anni ’70.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/1975-I-caduti-dellAprile-rosso_2_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 6 ore 08,30 - Rifiuti tossici sud Italia 32 minuti [Radio Cane]:\r\n\r\n«La gestione dei rifiuti è un business trasversale che coinvolge figure politiche, imprenditori privati, professionisti, laboratori di analisi, ditte di trasporto ecc. complici nell’invezione di stratagemmi per ridurre il più possibile i costi di produzione». Salvatore Paolo De Rosa, ricercatore indipendente e da anni attento osservatore del sistema economico di gestione dei rifiuti, spiega come e perché la gigantesca produzione di rifiuti civili e industriali abbia accompagnato passo passo il dispiegarsi delle relazioni di potere e di classe del capitalismo industriale, e come il suo apogeo sia raggiunto oggi nell’autentico “colonialismo tossico” dominante il mondo che abbiamo di fronte, ove i Paesi “avanzati”, nei quali la green econonomy alligna su una “nuova coscienza ecologica”, destinano i loro “avanzi” – un carico, per loro stessa definizione insostenibile, di rifiuti d’ogni tipo – ad ampie zone “arretrate” del mondo che fungono da loro discariche.\r\n\r\nIn questo quadro, è alquanto singolare che, nel Nord come nel Centro Italia, all’ormai secolare sistema, divenuto troppo costoso, delle “terre dei fuochi” si opponga un alternativo ma ben sperimentato “sistema a roghi diffusi”, accesi in appositi e temporary “capannoni da rogo” usa-e-getta: esso è sì il velenoso lascito di quella stessa economia che ha nel capannone l’orrido luogo d’esercizio della sua tirannide e che da sempre si è votata a far affogare i viventi nella merda del suo imperituro disfacimento, ma ora essa cerca di ottimizzare i costi di cotanta brutale expertise inventando e facendo proliferare piccoli temporary Sud nei capannoni assurti a perfette “scene del crimine ecologico”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Rifiuti-tossici-Sud-Italia_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 7 ore 20,00 - Puzza di città - Torino non è New York 56 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nGuida galattica per visitatori spaziali, suoni, musiche, distorsioni e visioni dai mondi sommersi delle città, per un ucronia del futuro prossimo\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Puzza-di-città-Torino-non-è-New-York.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 7 ore 23,30 - Lrwd - Mixtape tribute to Turin-Open-Medium 49 minuti [Lrwd, Radio Blackout]: Questo è un mixtape realizzato da Lrwd (si legge Lo-rrd) come tributo ai mezzi di comunicazione indipendenti di Torino, infatti questo fu messo a disposizione di download benefit Radio Blackout\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Lrwd-Mixtape-tribute-to-Turin-Open-Medium_49.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 8 ore 09,00 - Tutta colpa dei padroni? 4 9 minuti [Marcello Pini e Federico Bosis]:\r\n\r\n“Tutta colpa dei padroni?” è un podcast di alfabetizzazione sindacale che spiega nella maniera più chiara possibile come sono regolati i rapporti di lavoro: chi scrive i CCNL, cosa succede quando scadono o si rinnovano, come agiscono i sindacati e quali sono le differenze tra loro. E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Cos’è e come funziona il sistema degli appalti? Chi l’ha inventato? 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E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Cos’è e come funziona il sistema degli appalti? Chi l’ha inventato? Cosa c’entrano le cooperative?\r\nEcco qualche dritta per capire chi e come ingrassa grazie agli appalti.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Tutta-colpa-dei-padroni-n.4_9.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 8 ore 10,00 - Psychotronic Radio vol.4 29 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Psychotronic-Radio-vol.4_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 8 ore 13,30 - Fratture: Contro la guerra alle droghe 29 minuti [Fratture]:\r\n\r\nIl collettivo Fratture si occupa di cronaca e analisi del carcere e della società che lo alimenta.\r\nIn questo podcast si affronta il tema della guerra alle droghe, della riduzione del danno, del rapporto tra sostanze e detenzione, grazie a un'intervista alle Chemical Sisters.\r\n\r\n[audio 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