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Gli abiti nuovi della giunta Raggi","post",1482267793,[63,64,65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/campidoglio/","http://radioblackout.org/tag/gesenu/","http://radioblackout.org/tag/interni/","http://radioblackout.org/tag/luca-bergamo/","http://radioblackout.org/tag/mafia-capitale/","http://radioblackout.org/tag/movimento-5-stelle/","http://radioblackout.org/tag/raffaele-marra/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/virginia-raggi/",[73,74,75,76,77,78,79,80,81],"Campidoglio","Gesenu","Interni","luca bergamo","mafia capitale","Movimento 5 stelle","raffaele marra","Roma","Virginia Raggi",{"tags":83},[84,86,88,91,93,95,97,99,101],{"matched_tokens":85,"snippet":73},[],{"matched_tokens":87,"snippet":74},[],{"matched_tokens":89,"snippet":90},[75],"\u003Cmark>Interni\u003C/mark>",{"matched_tokens":92,"snippet":76},[],{"matched_tokens":94,"snippet":77},[],{"matched_tokens":96,"snippet":78},[],{"matched_tokens":98,"snippet":79},[],{"matched_tokens":100,"snippet":80},[],{"matched_tokens":102,"snippet":81},[],[104],{"field":37,"indices":105,"matched_tokens":107,"snippets":109},[106],2,[108],[75],[90],578730123365712000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":49,"score":115,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,1,"578730123365711977",{"document":117,"highlight":131,"highlights":143,"text_match":110,"text_match_info":149},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":49,"id":120,"is_sticky":49,"permalink":121,"post_author":52,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":55,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":125,"post_type":60,"sort_by_date":126,"tag_links":127,"tags":129},[46],[48],"34059","http://radioblackout.org/2016/02/nessuno-vuole-il-campidoglio/","Con il consueto linguaggio da shock communication il movimento 5 stelle nella persona di Paola Taverna, pasionaria de noantri, ha dichiarato che esiste un complotto per far vincere a Roma il M5S. La boutade merita qualche riflessione. Perché se è vero che il linguaggio è improprio e sgraziato è altrettanto vero che contiene degli elementi di verità. A meno che non si voglia assumere che in altri tempi e circostanze il PD avrebbe schierato l'incolore Giachetti, o il centrodestra si sarebbe diviso tra Alfio Marchetti e l'impresentabile manager Bertolaso. E' un segno dei tempi. Amministrare una città come Roma significa venire a patti con gli inferi più profondi, altro che \"mondo di mezzo\". Soprattutto perché saltato il ruolo sociale di una mafia addentellata con la politica e con le cooperative sociali cui veniva appaltato il \"lavoro sporco\" il gioco si complica. Che significa una normalizzazione abbastanza difficile o trovare nuovi intermediari. Difficile chiudere i conti con le vecchie clientele e difficile non aprirne con le nuove. Altro che spending review! Insomma, nell'epoca dei rottamatori (che rischiano di finire rottamati), della razionalizzazione delle risorse, dei commissari plenipotenziari, dei vincoli di bilancio, del debito incombente (si vive e si amministra sull'orlo della bancarotta), nessuno vuole assumersi l'incarico di governare. Ora i 5 stelle hanno mangiato la foglia. Senza che questo vada a vantaggio o a detrimento del M5S ma a sicura onta del giornalismo nostrano, ci tocca rilevare che la stragrande maggioranza della nostra informazione ha versato fiumi di inchiostro e quintalate di retorica per raccontarci che quella era l'antipolitica. Quando invece vediamo oggi i partiti tradizionali delegare il potere ai manager, ai commissari, ai prefetti, ai magistrati, mentre un movimento nato in contrapposizione alla politica tradizionale pensa per il Campidoglio a un pool di parlamentari che si misurino passo passo col potenziale sindaco.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giuliano Santoro, autore di \"Un grillo qualunque\"\r\n\r\nsantoro","17 Febbraio 2016","2016-02-19 13:38:12","Nessuno vuole il Campidoglio",1455734403,[63,65,67,128,70],"http://radioblackout.org/tag/politica/",[73,75,77,130,80],"Politica",{"tags":132},[133,135,137,139,141],{"matched_tokens":134,"snippet":73},[],{"matched_tokens":136,"snippet":90},[75],{"matched_tokens":138,"snippet":77},[],{"matched_tokens":140,"snippet":130},[],{"matched_tokens":142,"snippet":80},[],[144],{"field":37,"indices":145,"matched_tokens":146,"snippets":148},[114],[147],[75],[90],{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":49,"score":115,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":49},{"document":151,"highlight":171,"highlights":176,"text_match":180,"text_match_info":181},{"cat_link":152,"category":153,"comment_count":49,"id":154,"is_sticky":49,"permalink":155,"post_author":52,"post_content":156,"post_date":157,"post_excerpt":55,"post_id":154,"post_modified":158,"post_thumbnail":159,"post_thumbnail_html":160,"post_title":161,"post_type":60,"sort_by_date":162,"tag_links":163,"tags":167},[46],[48],"85051","http://radioblackout.org/2023/11/guerra-ucraina-russia-stallo-stanchezza-e-malumori-nei-due-fronti-interni/","Il conflitto in Ucraina è stato messo in secondo piano nell'opinione pubblica mondiale a seguito degli eventi del Medio Oriente. L'inverno è alle porte e al situazione è difficile e complessa, sotto molti punti di vista: insuccesso della controffensiva militare, stanchezza della popolazione, aumento della pressione militare russa. Addirittura, in un’intervista del Capo di stato maggiore ucraino all'Economist, si inizia a porre concretamente la questione di passare alla fase diplomatica.\r\nSu entrambi i fronti aumentano le voci di dissenso stanche della nuova normalità dettata dai tempi della guerra: la scorsa settimana diverse famiglie in piazza a Kiev e in decine di altre città, da Dnipro a Leopoli, per chiedere il ritorno a casa dei militari al fronte; in Russia, raduni della famiglie dei mobilitati di Novosibirsk e Chelyabinsk a sostegno dei loro cari al fronte.\r\n\r\nIn tutto ciò, il dato per assodato sostegno delle forze occidentali al governo Zelensky, non sembra così scontato per il futuro: le autorità francesi, per esempio, smetteranno di fornire all'Ucraina armi dai loro arsenali, in modo che Kiev inizi ad acquistare armi dai produttori francesi a spese di fondi appositamente stanziati; l'Europa frena sugli aiuti militari; il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ammette, «la situazione sul piano di battaglia in Ucraina è difficile».\r\n\r\nSullo sfondo, le presidenziali russe del 2024, dall'esito formale scontato, ma che potrebbero rappresentare un possibile momento di piccolo o grande cambiamento, contanto il diffuso sentimento di stanchezza da parte della popolazione in Russia.\r\n\r\nNe parliamo con Yurii Colombo, giornalista e scrittore, da Mosca. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/colombo_russia_ucraina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Novembre 2023","2023-11-15 12:59:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/GettyImages-1238726379-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/GettyImages-1238726379-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/GettyImages-1238726379-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/GettyImages-1238726379-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/GettyImages-1238726379.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Guerra Ucraina-Russia, stallo, stanchezza e malumori nei due fronti interni",1700053197,[164,165,166],"http://radioblackout.org/tag/controffensiva/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[168,169,170],"controffensiva","russia","Ucraina",{"post_title":172},{"matched_tokens":173,"snippet":175,"value":175},[174],"interni","Guerra Ucraina-Russia, stallo, stanchezza e malumori nei due fronti \u003Cmark>interni\u003C/mark>",[177],{"field":178,"matched_tokens":179,"snippet":175,"value":175},"post_title",[174],578730123365187700,{"best_field_score":182,"best_field_weight":183,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":49,"score":184,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":49},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":186,"highlight":210,"highlights":227,"text_match":180,"text_match_info":236},{"cat_link":187,"category":188,"comment_count":49,"id":189,"is_sticky":49,"permalink":190,"post_author":52,"post_content":191,"post_date":192,"post_excerpt":55,"post_id":189,"post_modified":193,"post_thumbnail":194,"post_thumbnail_html":195,"post_title":196,"post_type":60,"sort_by_date":197,"tag_links":198,"tags":204},[46],[48],"65380","http://radioblackout.org/2020/12/milano-sanitari-in-sciopero/","Il 14 dicembre i lavoratori della sanità degli ospedali Santi Paolo e Carlo hanno scioperato, attraversato l’ospedale San Paolo con cortei interni e momenti informativi. Nel pomeriggio si sono spostati in Regione, dove è entrata una delegazione.\r\nLa situazione nei due ospedali è esplosa sui media dopo la pubblicazione della lettera di 50 lavoratori e lavoratrici dei due ospedali che denunciavano le condizioni terribili del pronto soccorso, dove i medici sono obbligati a scegliere chi curare e chi no.\r\nNe abbiamo parlato tre settimane fa qui:\r\nhttps://radioblackout.org/2020/11/milano-linfermiere-sul-tetto/\r\n\r\nI lavoratori che avevano sottoscritto la lettera sono stati minacciati di gravi sanzioni disciplinari. La commissione di inchiesta nominata dalla direzione sanitaria è composta da membri interni che hanno preso pubblica posizione a favore del direttore Stocco.\r\nIn realtà la denuncia dei sanitari del pronto soccorso è solo la punta di un’enorme iceberg.\r\nLo sciopero del 14 dicembre è stato il temporaneo approdo di due mesi di agitazione permanente.\r\nLa consegna del silenzio ha generato un clima di terrore, alimentato dalle minacce contro chi denuncia la situazione e lotta per cambiarla.\r\nL’USI-CIT ha rigettato l’accordo aziendale integrativo sottoscritto da poche RSU, legate a sindacati asserviti alle logiche padronali.\r\nQuesto contratto peggiora ulteriormente le condizioni di lavoro e salariali al San Paolo e al San Carlo.\r\nÉ stata abolita la mensa per i turnisti, ridotto a 5 minuti il tempo per cambiarsi, si sono estesi sino a 12 ore i turni in pronto soccorso.\r\nLe indennità di turno, di rischio infettivo sono ferme a 30 anni fa: pochi spiccioli per chi si gioca ogni giorno la salute.\r\nLe RLS, che si occupano della sicurezza nei posti di lavoro, sono state ridotte a sei, mentre le altre 14 sono state cancellate. Difficile seguire la situazione di oltre quattromila dipendenti, specie in tempo di pandemia.\r\nIn ospedale non c’è reale separazione tra reparti covid e reparti non covid, sparsi a macchia di leopardo, senza divisione chiara tra percorsi puliti, sporchi e grigi.\r\nNegli ospedali lombardi il covid galoppa, azzoppando ulteriormente strutture in carenza cronica di personale.\r\nNon solo. La Regione obbliga le varie aziende sanitarie a mettere a disposizione lavoratori per i centri cittadini del tampone e per la struttura straordinaria allestita alla fiera, con l’ovvia conseguenza di rendere ancora più difficile il lavoro di chi resta e sempre più rischiosa la degenza dei pazienti.\r\nLa prossima tappa è l’estensione della mobilitazione permanente ad altre strutture ospedaliere. Al San Paolo e al San Carlo i lavoratori stanno pensando a giocare la carta delle dimissioni di massa.\r\n\r\nNe parliamo con un lavoratore del San Paolo, Pino Petita dell’Usi Sanità\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-15-sciopero-sanpaolo-petita.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","15 Dicembre 2020","2020-12-15 15:35:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sciopero-san-paolo-cut-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sciopero-san-paolo-cut-1-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sciopero-san-paolo-cut-1-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sciopero-san-paolo-cut-1.jpg 563w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Milano. 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Giovanissimo ha scontato quattro anni nelle carceri israeliane e nel 2006 è stato gravemente ferito in un agguato delle forze speciali. Ha lasciato la Palestina nel 2013 recandosi inizialmente in Norvegia, dove è stato operato per la rimozione dei proiettili rimasti nel suo corpo per anni. Nel 2017 ha raggiunto l’Italia, ottenendo il permesso di soggiorno nel 2019. Nel 2023, recatosi in Giordania, è stato rapito dai servizi di sicurezza ed è rimasto prigioniero per sei mesi.\r\n\r\nRientrato in Italia, è stato arrestato a gennaio 2024. Da allora è detenuto nel carcere di Terni con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo in un procedimento avviato dalla Procura dell’Aquila. L’inchiesta ruota attorno al presunto sostegno fornito al gruppo armato Brigata Tulkarem. La vicenda ha avuto origine con una richiesta di estradizione da parte di Israele, accolta dal Ministero della Giustizia italiano ma respinta dalla Corte d’Appello dell’Aquila, che ha ritenuto fondato il rischio di trattamenti inumani o degradanti in caso di rimpatrio. Pochi giorni dopo, tuttavia, è scattato un nuovo arresto, stavolta su iniziativa della magistratura italiana. Il processo in corso presso la Corte d’Assise dell’Aquila, che vede imputati anche altri due cittadini palestinesi, è segnato da forti contestazioni: le prove principali sono state infatti raccolte da Israele in Cisgiordania, attraverso interrogatori condotti dallo Shin Bet (i servizi segreti interni israeliani) senza garanzie difensive e in un contesto denunciato da molte organizzazioni internazionali per pratiche di tortura. La difesa contesta inoltre l’esclusione della quasi totalità dei testimoni proposti e denuncia il procedimento come un processo politico contro la resistenza palestinese. Sullo sfondo si intrecciano le tensioni tra diritto internazionale, diplomazia e il crescente utilizzo in Italia dell’articolo 270 bis del codice penale per perseguire condotte legate a contesti di conflitto esteri.\r\n\r\nLa corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Questo processo è la conseguenza del servilismo dello Stato italiano al sionismo e una prova della sua collaborazione al genocidio in corso in Palestina. Questo processo farsa ha lo scopo di criminalizzare la legittima resistenza palestinese, mentre l’unico vero terrorista è Israele che sta uccidendo migliaia di vittime innocenti distruggendo ed invadendo Gaza. Lo Stato italiano è complice di questo genocidio e lo dimostra anche attraverso l’ ignobile montatura di cui sono vittime i tre palestinesi.\r\n\r\nMercoledi 25 giugno, ore 9.30 ci sara’ un presidio al tribunale dell’Aquila e dalle 18 un corteo con partenza da prato di Collemaggio. Giovedì 26 giugno, h 10.30 presidio al tribunale dell’ Aquila e al termine un assemblea allo spazio sociale “CaseMatte”. Venerdi 27 giugno alle 9,30 presidio al tribunale dell’Aquila.\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con un compagno che ha seguito le udienze del processo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BASTIONI-ANNAN.mp3\"][/audio]","27 Giugno 2025","L'Aquila mobilitazione per la liberta di Yaesh Anan ","2025-06-27 00:15:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-300x167.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-300x167.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-1024x570.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-768x427.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/ANAN-YAEESH.jpg 1082w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CON IL PROCESSO FARSA CONTRO ANAN, ALI, MANSOUR SI VUOLE PROCESSARE LA RESISTENZA PALESTINESE.",1750983347,[254,255,256,257,258],"http://radioblackout.org/tag/tulkarem/","http://radioblackout.org/tag/anan-yaesh/","http://radioblackout.org/tag/laquila/","http://radioblackout.org/tag/manifestazioni/","http://radioblackout.org/tag/processo/",[260,261,262,263,264],"#tulkarem","Anan yaesh","l'aquila","manifestazioni","processo",{"post_content":266},{"matched_tokens":267,"snippet":268,"value":269},[174],"Shin Bet (i servizi segreti \u003Cmark>interni\u003C/mark> israeliani) senza garanzie difensive e","Anan Yaeesh, cittadino palestinese di 37 anni originario di Tulkarem, in Cisgiordania, è stato politicamente attivo durante la Seconda Intifada dei primi anni Duemila. 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Lo Stato italiano è complice di questo genocidio e lo dimostra anche attraverso l’ ignobile montatura di cui sono vittime i tre palestinesi.\r\n\r\nMercoledi 25 giugno, ore 9.30 ci sara’ un presidio al tribunale dell’Aquila e dalle 18 un corteo con partenza da prato di Collemaggio. Giovedì 26 giugno, h 10.30 presidio al tribunale dell’ Aquila e al termine un assemblea allo spazio sociale “CaseMatte”. Venerdi 27 giugno alle 9,30 presidio al tribunale dell’Aquila.\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con un compagno che ha seguito le udienze del processo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BASTIONI-ANNAN.mp3\"][/audio]",[271],{"field":229,"matched_tokens":272,"snippet":268,"value":269},[174],{"best_field_score":182,"best_field_weight":237,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":49,"score":274,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":49},"578730123365187697",{"document":276,"highlight":298,"highlights":303,"text_match":180,"text_match_info":306},{"cat_link":277,"category":278,"comment_count":49,"id":279,"is_sticky":49,"permalink":280,"post_author":52,"post_content":281,"post_date":282,"post_excerpt":55,"post_id":279,"post_modified":283,"post_thumbnail":284,"post_thumbnail_html":285,"post_title":286,"post_type":60,"sort_by_date":287,"tag_links":288,"tags":293},[46],[48],"98646","http://radioblackout.org/2025/06/conflitto-rdc-rwanda-prove-di-pacificazione/","È notizia di giovedì 19 giugno che siano in corso delle trattative per un possibile accordo di pace fra la Repubblica Democratica del Congo e il Rwanda, accordo che potrebbe mettere fine a decenni di guerra e sfollamenti interni della popolazione congolese. 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Se è indubbio che la crisi dell’agricoltura sia iniziata decenni fa - e ne è l’aspetto più evidente il fatto che sia un comparto fondamentale che esiste solo in virtù dei sussidi - è altrettanto vero che gli agricoltori non controllano più il prezzo dei loro prodotti e rappresentano la prima linea produttiva a fronteggiare i disastri del cambiamento climatico, pagando in prima persona la tossicità dei pesticidi. Eppure, il risultato più eclatante della protesta sembrerebbe al momento proprio il blocco della legge sui pesticidi, che salva in parte le rese agricole ma si traduce anche in uno smacco per la salute di consumatori e agricoltori. Viene quasi da pensar male sulle intenzioni della Von Der Leyen. Da tempo i prezzi delle materie prime agricole sono completamente slegate dai costi di produzione, perché il comparto è largamente finanziarizzato e lo strapotere delle multinazionali della grande distribuzione ha l’ultima parola anche quando si trova davanti dei consorzi di produttori, dunque i nodi aperti sono tanti e le proteste continuano.\r\n\r\nDal mondo delle piccole aziende agricole e dell’agricoltura contadina abbiamo sentito Fabrizio Garbarino, presidente dell'ARI, e Luca Abbà, movimento No Tav\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\nLa trattativa tra Hamas e Israele sembra esseri nuovamente arenata per l’indisponibilità di Israele a trattare sul rilascio dei detenuti palestinesi, mentre Netanyahu sembra delegittimare la mediazione del Qatar, allo stato attuale l’unico attore in grado di esercitare tale ruolo, accusandolo di aver finanziato gli attacchi del 7 ottobre. Gli Usa continuano il loro pressing senza successi visibili, e T’sahal ora punta su Rafah dove si sono rifugiati oltre un milione e mezzo di profughi palestinesi. Netanyahu va avanti senza remore, perché è in gioco la sua sopravvivenza, certo, ma anche perché dentro la società israeliana faticano a trovare forza opzioni che siano decisamente contro il genocidio in corso.\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\n\r\nIntanto in Texas si sta profilando una crisi costituzionale che vede il più emblematico degli stati a stelle e strisce entrare in conflitto con governo centrale per la gestione dei flussi dei migranti al confine col Messico. Il governatore dello stato Greg Abbot ha esautorato la polizia federale schierando uomini ed erigendo una cortina di filo spinato per impedire l'afflusso in aumento di uomini e donne dal paese confinante. Per ora sono morte tre persone che tentavano di attraversare il fiume che funge da confine. 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L’allargamento del conflitto rimane una realtà, che ha visto il moltiplicarsi di fronti nell’ultimo mese, Iran, Iraq, Pakistan, Mar Rosso, che si aggiungono a quelli già aperti all’indomani del 7 ottobre, come il Libano e, a ruota, la Siria. All’ordinanza emessa dalla Corte Penale Internazionale Israele ha risposto mettendo sotto accusa la Unrwa, certo non una novità, se non fosse che questa volta si é arrivato al defunding dell’agenzia, voluto da USA, Canada e Australia con dietro mezza Europa, Italia, Germania e Francia in testa. Registriamo negli ultimi due giorni le dichiarazioni di USA e Gb che fanno sapere di essere disposti a un riconoscimento unilaterale dello Stato palestinese. Messaggio per Netanyahu? 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In un clima surreale, tra roghi, mezzi agricoli nel centro cittadino, una presenza di forze dell’ordine apparentemente scarna, molti – Orban e Meloni in testa - provano a saltare sul carro della protesta improvvisandosi portavoce delle sue ragioni.\r\n\r\nAnche qui da noi in Piemonte le manifestazioni continuano. Mercoledì 31 Gennaio cortei di trattori hanno bloccato le strade di Alessandria, Cuneo, Vercelli, Novara e del Canavese. Le piazze animate quasi solo esclusivamente da contadini e contadine, allevatori e allevatrici non hanno registrato particolari tensioni con le forze dell’ordine. Saltava all’occhio la presenza di giovani in un comparto caratterizzato, almeno in Europa, da un età media altissima e una diffidenza verso le unioni sindacali del mondo agricolo (Cia, Confagricoltura e Coldiretti) e verso qualsiasi personaggio che provi a “cavalcare le proteste”. 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CRESCONO STUPRI E LETALITÀ “FISIOLOGICA”\r\n\r\nPartiamo dal caso della detenuta trans stuprata e successivamente posta in isolamento nel carcere di Ferrara per estendere la riflessione sulla sessualità in carcere.\r\n\r\nDi nocività in nocività, osserviamo l’aumento impressionante dei decessi “normali” (non per suicidio) nelle galere italiane: una tendenza che ne descrive la letalità fisiologica.\r\n\r\nAggiornamento: negli ultimi giorni emergono casi di stupro anche dal carcere di Prato, mentre un uomo di 57 muore per il caldo nel carcere di Sollicciano.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_carcere-stupri-morti-normali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPALESTINE ACTION DIVENTA UN GRUPPO TERRORISTICO\r\n\r\nDalla mezzanotte di venerdì 4 luglio 2025 Palestine Action è ufficialmente un gruppo terroristico.\r\n\r\nLe proposta della Home Secretary Yvette Cooper è passata con una maggioranza quasi assoluta.\r\n\r\nIl governo Laburista di Starmer applica per la prima volta la legge antiterrorismo del 2000 per mettere al bando un movimento... mentre un neonato “Yvette Cooper Group” rivendica azioni dirette giocando con la possibile messa al bando della responsabile degli \u003Cmark>Interni\u003C/mark> britannica.\r\n\r\nLa stretta repressiva contro Palestine Action ha cambiato registro dopo il sabotaggio messo in atto alla base RAF di Brize Norton, centro operativo collegato a quello di Akrotiri (Cipro) da cui partono i velivoli britannici direttamente coinvolti in missioni di ricognizione e rifornimento a supporto del genocidio messo in atto da Israele.\r\n\r\nMa i legami tra l’apparato politico britannico e quello tecnomilitare israeliano sono molto più articolati, come descritto da un’inchiesta di DeclassifiedUK.\r\n\r\nIn conclusione, i ripetuti attacchi sferrati dal Mossad contro la Corte Penale Internazionale potrebbero includere anche i recenti tentativi di invasione dei suoi sistemi informatici.\r\n\r\n[audio 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seguire la traiettoria tecno-autoritaria dettata dai top manager di Palantir.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/BCUPCB_Big-Beatuiful-Surveillance-Bill.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui l’articolo con le voci del bilancio\r\n\r\n \r\n\r\nESERCITAZIONE A MONTELIBRETTI (ROMA): L’EUROPA GUARDA ALLA ROBOTICA MILITARE\r\n\r\nUn rapido sguardo sulla recente esercitazione svoltasi al campo sperimentale militare di Montelibretti e il coinvolgimento di aziende \"europee\" di robotica e intelligenza artificiale applicate al settore bellico:\r\n\r\n[audio 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.7 (12.05.25)\r\n\r\nIn termini militari contraltare delle zone verdi, le zone rosse si riferiscono ad aree in cui le forze nemiche sono attive o a zone che sono percepite come insicure e devono quindi essere isolate o evitate. Nei termini della \"governance dei disastri\", le zone rosse sono impiegate per designare spazi colpiti da rifiuti tossici, da disastri o da epidemie. Basti pensare alla creazione della \"zone rouge\" a Verdun, in Francia, dopo la prima guerra mondiale, per indicare un'area con mine inesplose, materiali pericolosi e reti di tunnel sotterranei, dichiarata inagibile fino ad oggi. Prima del COVID-19, poi, erano state istituite zone rosse per controllare altri virus, come l'influenza aviaria e l'Ebola. Nel campo della governance urbana, le zone rosse indicano restrizioni mirate che intervengono tanto su spazi da proteggere (mega-eventi, summit strategici) quanto su spazi di insicurezza su cui far intervenire le forze di polizia contro i \"nemici interni\". Riguardano più ampiamente le pratiche governamentali di esclusione di alcuni abitanti da aree specifiche della città e di contenimento in altre aree designate. Si pensi alla pratica del \"redlining\" negli Stati Uniti negli anni tra le due guerre, tramite cui il governo federale assegnava un livello di rischio sugli investimenti immobiliari ai diversi quartieri. Le zone in rosso erano quelle a maggioranza afroamericana, ispanica o di altre minoranze.\r\n\r\nNonostante le zone rosse vengano impiegate da chi governa sia per istituire spazi da proteggere, che spazi di contenimento, esse sono più generalmente il riflesso delle logiche coloniali e militari dell'ordine securitario contemporaneo, in cui circolano e si riadattano su scale diverse molte strategie di fortificazione e polizia.\r\n\r\nUna delle 7 zone rosse istituite internamente al perimetro urbano di Torino, recentemente prorogate dal Prefetto per controllare e allontanare una parte degli abitanti della città, si trova in San Salvario, a pochi passi da un importante sito di produzione militare, la Collins Aerospace (ex-Microtecnica), la cui componentistica - tra sistemi radar, missilistici e droni - trova applicazione dal bombardamento aereo alla sorveglianza urbana. Da un lato, in Piazza Graf, un sito strategico per i ricchi affari dell'economia di guerra esterna e interna, fortificato da decine di dispositivi di videosorveglianza, dall'altro, oltre corso Marconi, stretta in mezzo ad un altro sito strategico, la Stazione ferroviaria di Porta Nuova, una parte di umanità ridotta ad \"eccesso\", fuori dai circuiti della produzione, del consumo, della legalità e quindi intrinsecamente minacciosa per l'ordine costituito, da controllare militarmente o eventualmente eliminare con le retate.\r\n\r\nConsapevoli del ruolo della città in cui viviamo come campo di battaglia, sappiamo che in un contesto di filiere produttive di guerra frammentate, incepparne una piccola parte può significare incepparle nella loro interezza, e che rompere la normalità dei meccanismi di pacificazione urbana è il primo passo per rifiutarci di servire da masse di manovra. Appuntamento giovedì 15 maggio alle ore 12.30, in piazza Graf (San Salvario, fermata del 18), per un presidio contro Collins Aerospace e Zone Rosse.\r\n\r\nDopo un breve mash-up sul nesso tra guerra spaziale interna ed esterna - dalla spazio urbano a quello aereo - Marco, insegnante di storia e antimilitarista, ripercorre la storia di Microtecnica, storica fabbrica torinese votata alla produzione militare sin dalle sue origini nel 1929 e oggi importante tassello del comparto aerospaziale. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/happyhour12maggio2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Maggio 2025","2025-06-13 14:03:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/15maggio-200x110.png","Sorveglianza Spaziale: la città come campo di battaglia.",1747135713,[462],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[15],{"post_content":465},{"matched_tokens":466,"snippet":467,"value":468},[174],"di polizia contro i \"nemici \u003Cmark>interni\u003C/mark>\". 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quindi nemici interni, siano questi incarnati da* manifestant* contro le politiche di riarmo europeo e solidali con la resistenza di Gaza, oppure da* partecipant* alla nuova stagione dei free party, una socialità non in linea con logiche del mercato e dell'ordine pubblico. In entrambi i casi la mano armata dello Stato si è espressa con cariche a freddo, non soltanto con l’intento contingente di intimidire e dissuadere espressioni disallineate nello spazio pubblico, che è sempre spazio della polizia, ma anche di alimentare un preciso immaginario dei rapporti di forza che questo nuovo decreto legge consolida.\r\n\r\nMentre a Torino le fabbriche riconvertono la produzione per il riarmo dell'Europa, la taz Mutazioni per qualche ora ha riconvertito in festa autogestita l'uso degli spazi abbandonati della fabbrica Kemia Tau. Le persone che, uscendo in corteo-carovana, hanno rifiutato il ricatto della Digos - consegnare organizzator* e sound in cambio del lasciapassare senza ripercussioni fisiche o legali; ricatto in cui trova posto non soltanto la consueta scriminatura tra buon gregge e cattivi pastori, ma anche la richiesta di un’offerta sacrificale in cambio della propria incolumità - sono state attaccate dalla celere. Una prima carica ha cercato di cacciare il corteo verso un fosso, poi, data la compattezza de* presenti, i reparti di Polizia e Carabinieri si sono accaniti sfondando a colpi di manganello i finestrini delle macchine che si muovevano a passo d’uomo, bucandone le ruote e inseguendo alcune persone a piedi in mezzo ai boschi.\r\n\r\nL’apparato repressivo non determina violenze disorganiche e non è certo questo il caso; la violenza poliziesca è sempre violenza di muta, di spirito di corpo, per sua natura tendente ad eccedere se stessa fino all’annientamento del nemico, cioè all’eliminazione del suo limite costitutivo. Se un qualche contegno sopraggiunge esso è conseguenza dei rapporti di forza guadagnati o delle contingenze del momento. Se il cardine del DL sicurezza è l’estensione quantitativa e qualitativa della categoria del nemico, il suo precipitato materiale è la violenza - e innanzitutto la sua rappresentazione - che su questo nemico si deve scagliare, sotto il mantello sempre più protettivo del Leviatano. In questo senso il DL va letto, anche, come un mandato di scatenamento della violenza di Stato.\r\n\r\nQuanto accaduto a La Cassa, così come al corteo contro la guerra a Milano, non è la momentanea eccitazione poliziesca per l’endorsement dell’apparato politico, di per sé trasversalmente pronto a proteggere e recuperare la violenza degli esecutori materiali del suo governo. Si tratta piuttosto di rappresentare la forza dell'ordine in un contesto di crescente disorganizzazione sociale, contro chiunque minacci - anche con la propria mera esistenza o per le proprie idee e, evidentemente, a basse soglie di conflittualità reale - di inceppare la mobilitazione bellica generale.\r\n\r\nNe parliamo in questa pillola di Happy Hour del 14.04.24:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/happy_hour_taz-la-kassa_12-04_.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2025","2025-06-01 18:38:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/a712beae-7384-4f99-9818-43e5b606190f-200x110.jpeg","Taz a La Cassa(To): rappresentare la forza dell'ordine_pillolediHH",1744718681,[],[],{"post_content":518},{"matched_tokens":519,"snippet":520,"value":521},[174],"all'intruppamento generale e quindi nemici \u003Cmark>interni\u003C/mark>, siano questi incarnati da* manifestant*","Pillola di Happy Hour_14.04.24\r\n\r\nA poche ore dalla promulgazione del decreto legge firmato da Mattarella, che recupera, attraverso un giro di vite legislativo, il contenuto del ddl 1660, l’apparato securitario dello Stato in guerra dispiega sfacciatamente la sua violenza contro i refrattari all'intruppamento generale e quindi nemici \u003Cmark>interni\u003C/mark>, siano questi incarnati da* manifestant* contro le politiche di riarmo europeo e solidali con la resistenza di Gaza, oppure da* partecipant* alla nuova stagione dei free party, una socialità non in linea con logiche del mercato e dell'ordine pubblico. In entrambi i casi la mano armata dello Stato si è espressa con cariche a freddo, non soltanto con l’intento contingente di intimidire e dissuadere espressioni disallineate nello spazio pubblico, che è sempre spazio della polizia, ma anche di alimentare un preciso immaginario dei rapporti di forza che questo nuovo decreto legge consolida.\r\n\r\nMentre a Torino le fabbriche riconvertono la produzione per il riarmo dell'Europa, la taz Mutazioni per qualche ora ha riconvertito in festa autogestita l'uso degli spazi abbandonati della fabbrica Kemia Tau. Le persone che, uscendo in corteo-carovana, hanno rifiutato il ricatto della Digos - consegnare organizzator* e sound in cambio del lasciapassare senza ripercussioni fisiche o legali; ricatto in cui trova posto non soltanto la consueta scriminatura tra buon gregge e cattivi pastori, ma anche la richiesta di un’offerta sacrificale in cambio della propria incolumità - sono state attaccate dalla celere. Una prima carica ha cercato di cacciare il corteo verso un fosso, poi, data la compattezza de* presenti, i reparti di Polizia e Carabinieri si sono accaniti sfondando a colpi di manganello i finestrini delle macchine che si muovevano a passo d’uomo, bucandone le ruote e inseguendo alcune persone a piedi in mezzo ai boschi.\r\n\r\nL’apparato repressivo non determina violenze disorganiche e non è certo questo il caso; la violenza poliziesca è sempre violenza di muta, di spirito di corpo, per sua natura tendente ad eccedere se stessa fino all’annientamento del nemico, cioè all’eliminazione del suo limite costitutivo. Se un qualche contegno sopraggiunge esso è conseguenza dei rapporti di forza guadagnati o delle contingenze del momento. Se il cardine del DL sicurezza è l’estensione quantitativa e qualitativa della categoria del nemico, il suo precipitato materiale è la violenza - e innanzitutto la sua rappresentazione - che su questo nemico si deve scagliare, sotto il mantello sempre più protettivo del Leviatano. In questo senso il DL va letto, anche, come un mandato di scatenamento della violenza di Stato.\r\n\r\nQuanto accaduto a La Cassa, così come al corteo contro la guerra a Milano, non è la momentanea eccitazione poliziesca per l’endorsement dell’apparato politico, di per sé trasversalmente pronto a proteggere e recuperare la violenza degli esecutori materiali del suo governo. Si tratta piuttosto di rappresentare la forza dell'ordine in un contesto di crescente disorganizzazione sociale, contro chiunque minacci - anche con la propria mera esistenza o per le proprie idee e, evidentemente, a basse soglie di conflittualità reale - di inceppare la mobilitazione bellica generale.\r\n\r\nNe parliamo in questa pillola di Happy Hour del 14.04.24:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/happy_hour_taz-la-kassa_12-04_.mp3\"][/audio]",[523],{"field":229,"matched_tokens":524,"snippet":520,"value":521},[174],{"best_field_score":182,"best_field_weight":237,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":49,"score":274,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":374,"first_q":75,"per_page":19,"q":75},["Reactive",529],{},["Set"],["ShallowReactive",532],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fdafX2S83TfG-zJidHq7GLTsfi0iQDRZC9uwFfbIBPQ0":-1},true,"/search?query=Interni"]