","UN’ANALISI DELLE PIAZZE FRANCESI CONTRO IL GREEN PASS CON VALERIE GERARD","post",1633686538,[],[],{"post_content":37},{"matched_tokens":38,"snippet":41,"value":42},[39,40,40],"io","sono","personalità di sinistra, dicono “ma \u003Cmark>io\u003C/mark> \u003Cmark>sono\u003C/mark> vaccinato, e \u003Cmark>sono\u003C/mark> qui a","Riportiamo la traduzione dell’intervista fatta a Valerie Gérard, filosofa e attivista francese che ha scritto un testo dal titolo “Tracciare delle linee: considerazioni sulle mobilitazioni contro il pass sanitario in Francia.”\r\n \r\n\r\n“Dall’inizio delle manifestazioni contro il pass sanitario la questione è di nuovo cruciale e discussa, posta esplicitamente da quelli e quelle che da sinistra, cioè, per farla breve, dal campo dell’emancipazione, trovano – o vorrebbero poterlo fare – benvenuto un movimento sociale contro le politiche sicuritarie e contro il governo di Macron in generale. Come se questo movimento potesse essere il seguito di quelli del 2016 e del 2018 [il primo contro la legge sul lavoro e il secondo quello cosiddetto dei “gilet gialli”, ndt]. È a partire da questo contesto che \u003Cmark>sono\u003C/mark> proposte queste, parziali, considerazioni.” (dalla traduzione del testo apparsa sul sito www.quieora.ink)\r\n\r\n \r\n\r\nInnanzitutto, da dove vengono le istanze contro il green pass? Dire no al pass equivale dire no al vaccino? Cosa ci dicono le piazze francesi a questo proposito? \r\n\r\n \r\n\r\nC’è moltissima gente che ha partecipato alle manifestazioni contro il pass in particolare gente di sinistra e del giro della sinistra radicale, hanno sempre detto che manifestavano contro il pass e non contro il vaccino e che il problema è che si tratta di un dispositivo di controllo, un dispositivo di sorveglianza tecnologico in più che controlla la popolazione. Quindi è questo contro cui si combatte, ed è evidente che questo rende le manifestazioni piene di senso [contenuti] per le persone che hanno l’abitudine a scendere in piazza per questo genere di tematiche. Il problema è che la maggior parte delle persone che manifestano non \u003Cmark>sono\u003C/mark> vicine a questo tipo di argomenti e vediamo molto chiaramente nei cartelli, nei discorsi, negli slogan, che i manifestanti manifestano allo stesso modo contro il vaccino che contro il pass, e poi quello che vedo è che, certo, le personalità di sinistra, dicono “ma \u003Cmark>io\u003C/mark> \u003Cmark>sono\u003C/mark> vaccinato, e \u003Cmark>sono\u003C/mark> qui a manifestare perché è un attacco alla democrazia”, “manifesto contro il pass perchè difendo la democrazia, contro lo stato e la sua deriva autoritaria”, solo che il discorso generale è scivolato a un certo punto in una diffidenza verso il vaccino, è scivolato in propositi di scetticismo verso il covid, sul fatto che il vaccino potesse essere pericoloso ecc. Dunque, a mio avviso, la porosità tra il movimento antipass e il movimento antivax è davvero forte perché possiamo veramente fare una distinzione tra i due.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi possiamo dire che è veramente contro il vaccino? \r\n\r\n \r\n\r\nBisogna dire che c’è gente che fa davvero un discorso così, ma non \u003Cmark>sono\u003C/mark> assolutamente maggioritari e non si sentono molto perchè non \u003Cmark>sono\u003C/mark> loro che danno il ritmo alle manifestazioni, in Francia c’è un’associazione che si occupa di sorveglianza e tecnologie e loro per esempio tengono un discorso che verte esclusivamente sui dati sensibili, e \u003Cmark>sono\u003C/mark> componenti che vanno alle manifestazioni perchè pensano di poter sensibilizzare le persone su queste questioni di sorveglianza.. in ogni caso il contributo di questo testo vuole essere il fatto che per qualsiasi movimento che si voglia analizzare e interpretare non basta solamente vedere i discorsi piu evidenti ma anche a cosa si accompagnano, le pratiche, ecc. e quello che si è visto quest’estate, ed era molto chiaro, è che il movimento ha colpito i luoghi dove si fanno i test, vandalizzato i centri di vaccinazione, che se l’è presa con dei medici, ciò ha condotto a delle aggressioni ecc dunque non è un movimento che se l’è presa con i dispositivi di sorveglianza ma con i luoghi della cura, quindi questo indica come il movimento si inserisce nella tendenza antisanitaria che c’è dall’inizio della pandemia piuttosto che contro il pass .\r\n\r\n \r\n\r\nTu dici di non avere affinità (utilizzo questo termine nella sua accezione ordinaria nonostante ci sia anche un’accezione filosofica che hai elaborato nel tuo libro “Par affinités”) con questo movimento, ma tu puoi immaginare oggi un movimento che non abbia le caratteristiche che tu critichi (quindi il fatto di essere individualista e ultra liberal)? \u003Cmark>Leggendo\u003C/mark> il tuo testo alcuni potrebbero dire che assume una visione un po’ troppo romantica dei gilet gialli e che scada un po’ in un punto di vista classista. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli ultimi anni in Francia perlomeno ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> stati dei movimenti che non hanno avuto del tutto queste caratteristiche che sia il movimento contro la loi travail del 2016 o contro la riforma delle pensioni nel 2020, entrambi erano dei movimenti popolari effettivamente contro il sistema capitalista, contro le dominazioni, mentre questo movimento non ha niente a che vedere con questi, ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> persone che ci vedono una continuità con il movimento dei gj ma \u003Cmark>io\u003C/mark> penso che non sia così perchè i discorsi, le pratiche non \u003Cmark>sono\u003C/mark> per niente le stesse. E’ vero però che il movimento dei gj all’inizio era molto indeterminato (rispetto alle proprie rivendicazioni) ed è anche per questo motivo che all’inizio dell’estate molte persone dei giri di sinistra / antagonisti hanno partecipato alle mobilitazioni no pass proprio perchè erano eterogenee, per dargli una direzione, dopodichè verso la fine dell’estate ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> stati molti gruppi che essendoci andati hanno scritto dei testi in cui dicono effettivamente no questo movimento è molto direzionato verso l’estrema destra perchè è la destra che ne detta gli slogan; è vero che il movimento dei gj all’inizio era molto eterogeneo e che infatti molte persone di sinistra non volevano andarci perchè dicevano che era un movimento pro jihadista, e che non avevano niente da fare lì dentro ma allo stesso tempo che stava succedendo qualcosa che aveva un impatto e una composizione popolare. Non voglio dire che il moviemnto dei gj non avesse contraddizioni perchè ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> sempre stati gruppuscoli appartenenti alla destra o all’estrema destra, ma non erano loro che decidevano la traiettoria del movimento, per esempio se guardiamo alle pratiche, la violenza dei gj era direzionata verso i grandi centri del potere, contro i negozi di lusso degli champs elysee, contro i centri della finanza, contro il potere politico attraverso l’attacco ai monumenti e non si è mai scagliato contro un servizio pubblico, quindi questo dimostra che ci sta dietro una logica che va al di là dell’etoregeneità e l’orientamento delle persone.\r\n\r\n \r\n\r\nCi \u003Cmark>sono\u003C/mark> state altre esperienze di lotta dal basso durante la pandemia, che hanno tratti di solidarietà e comunità, o delle realtà che hanno tenuto insieme la critica al governo con la presa in carico della gestione sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nIn Francia il governo non ha mai ingaggiato delle vere e proprie politiche pubbliche per la tutela della salute delle persone, ha anche negato certi aspetti del virus, in certi periodi è stato molto scettico nei confronti del covid e questo ha causato una grande perdita di tempo e soprattutto ha causato ancora piu morti di quelli che ci sarebbero stati, quindi quello che ci saremmo potuti immaginare era l’esplosione di un movimento di opposizione al potere che di fronte a questo esigesse delle misure efficaci contro il virus ma rispetto a questo non ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> state grandi piazze, ci \u003Cmark>sono\u003C/mark> state localmente iniziative qua e la, alcuni gruppi hanno portato avanti un discorso che partiva dal presupposto di come costruire un’autodifesa sanitaria, sapendo che per combattere il covid in una certa misura ha significato anche sottomettersi alle indicazioni del governo. Ciò che è successo in Francia è che c’è stata anche una grande confusione legata a una certa lettura di Foucault e di Agamben su una maniera di pensare la pandemia e la maniera di pensare a una risposta sanitaria alla pandemia che presupponeva che combattere il virus implicasse di sottomettersi a un potere statale autoritario, un biopotere, che significa controllo generale come se la pandemia fosse un pretesto per stabilire un controllo ovunque. E a partire da quel momento le persone tradizionalmente di sinistra o chi si riferisce a questi autori hanno avuto la tendenza a dire che le misure sanitarie fossero un atto dittatoriale, il fatto di obbedirvi era per forza un atto di sottomissione al potere, e ciò ha fatto sì che il margine per costruire delle lotte sociali fosse sempre limitato, che fossero delle lotte al tempo stesso contro il potere e contro il covid. Infatti, ciò che è successo quest’estate si inscrive in quello che è stato durante la pandemia un’opposizione al potere e soprattutto alle misure di protezione sanitaria, infatti le persone erano contro il lockdown, erano contro le mascherine, contro il vaccino, contro il pass. In questo senso l’aspetto della sorveglianza e della tecnologia ha permesso alle persone di sinistra di trovare un po di piu il proprio posto in questa dimensione seppur rimanesse marginale, perché nella contestazione al pass rimane l’idea che tutte le politiche sanitarie in Francia abbiano a che fare con il biopotere e che il governo dei medici (della scienza potremmo dire) è per forza antidemocratico.\r\n\r\n \r\n\r\n.. quindi è possibile dividere l’aspetto governamentale e l’aspetto della sicurezza sanitaria? \r\n\r\n \r\n\r\nSi certo per me è completamente separato, non hanno nulla a che vedere, in altri territori in Francia per esempio la questione si presenta completamente in maniera diversa, c’è per esempio un comune di estrema destra in cui \u003Cmark>sono\u003C/mark> state impedite tutte le forme di tutela sanitaria e che ha anche impedito alle persone di mettere in pratica delle forme di tutela individuali quindi è evidente come in questo genere di situazioni prendere delle misure sanitarie non significa assolutamente sottomettersi alle indicazioni di governo, è ciò che è successo in Messico in Chiapas quando il governo messicano ha pensato di non prendere alcuna forma di precauzione, lì hanno messo in pratica in maniera autonoma e autogestita le loro proprie misure contro il covid, questo per dire che esistono dei tentativi di prendere delle misure in maniera autonoma di autodifesa sanitaria per proteggersi contro il virus e contro un governo che nega il virus, e questo mostra molto bene che la giunzione che è stata fatta rileggendo Foucault sul rispettare le misure sanitarie e sottomettersi al potere statale non ha alcun senso, ma molte persone ci credono.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/intervista-valerie-gerard-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[44],{"field":45,"matched_tokens":46,"snippet":41,"value":42},"post_content",[39,40,40],1733920951118069800,{"best_field_score":49,"best_field_weight":50,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":13,"score":51,"tokens_matched":52,"typo_prefix_score":53},"2216159281152",14,"1733920951118069873",3,2,6678,{"collection_name":32,"first_q":56,"per_page":57,"q":56},"Io sono leggenda",6,4,{"facet_counts":60,"found":75,"hits":99,"out_of":263,"page":14,"request_params":264,"search_cutoff":11,"search_time_ms":75},[61,76],{"counts":62,"field_name":73,"sampled":11,"stats":74},[63,65,67,69,71],{"count":14,"highlighted":64,"value":64},"arsider",{"count":14,"highlighted":66,"value":66},"OverJoy",{"count":14,"highlighted":68,"value":68},"No Trip For Cats",{"count":14,"highlighted":70,"value":70},"la perla di labuan",{"count":14,"highlighted":72,"value":72},"eraunanottebuiaetempestosa","podcastfilter",{"total_values":75},5,{"counts":77,"field_name":10,"sampled":11,"stats":97},[78,80,82,84,86,88,90,92,93,95],{"count":14,"highlighted":79,"value":79},"Duel",{"count":14,"highlighted":81,"value":81},"roots",{"count":14,"highlighted":83,"value":83},"reggae",{"count":14,"highlighted":85,"value":85},"Vampiri",{"count":14,"highlighted":87,"value":87},"notripforcats",{"count":14,"highlighted":89,"value":89},"Vincent Price",{"count":14,"highlighted":91,"value":91},"Richard Matheson",{"count":14,"highlighted":56,"value":56},{"count":14,"highlighted":94,"value":94},"Charlton Heston.",{"count":14,"highlighted":96,"value":96},"Ai confini della realtà",{"total_values":98},11,[100,159,185,207,233],{"document":101,"highlight":122,"highlights":145,"text_match":154,"text_match_info":155},{"comment_count":13,"id":102,"is_sticky":13,"permalink":103,"podcastfilter":104,"post_author":105,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":27,"post_id":102,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_title":110,"post_type":111,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":121},"30517","http://radioblackout.org/podcast/era-una-notte-buia-e-tempestosa-10-giugno-2014-richard-matheson-come-terrorizzare-con-pochissimi-elementi/",[72],"eraunanotte..."," \r\n\r\nRipubblichiamo gli audio di era una notte del 10 giugno, questa volta corretti....\r\n\r\nRichard Matheson. 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domenica 3 maggio - ci siamo addentrati nell'urban wilderness con la nostra special-guest Dott.ssa etnografa Lucilla.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/urbanWilderness.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo ascoltato Strawberry Switchblade * Trees And Flowers, Priscilla Ermel * Sete Quedas, Adriano Celentano * L’albero di Trenta Piani , Joni Mitchell * Big Yellow Taxi, The Bug Vs Earth * Snakes Vs Rates, Wolf Eyes * Human Animal, Farai * Secret Gardens....\r\n\r\nAbbiamo parlato di film...Eco-horror/Climate fiction/fantascienza post-apocalittica come\r\n\r\nThe Long Weekend di Jamie Blanks (1978)\r\nAnnihilation di Alex Garland\r\nIo sono leggenda di Francis Lawrence\r\nThe army of the 12 monkeys di Terry Gilliam\r\nThe day after tomorrow di Roland Emmerich\r\nWall-e di Andrew Stanton\r\nQui alcuni link per sviaggiare e approfondire...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nhttps://www.boredpanda.com/nature-healing-quarantine-jokes/?utm_source=google&utm_medium=organic&utm_campaign=organic\r\n\r\nhttps://www.nationalgeographic.com/animals/2020/03/coronavirus-pandemic-fake-animal-viral-social-media-posts/\r\n\r\n\r\n\r\nhttps://www.theguardian.com/uk-news/video/2020/mar/31/goats-take-over-empty-welsh-streets-llandudno-coronavirus-lockdown-video?CMP=fb_gu&utm_medium=Social&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR2nPiV17CzRSe2M4Xt_d54xxDq4wq63mSSS5Rvf12CDhnBfOr8NHsRyNGk#Echobox=1585650658\r\n\r\nhttps://video.repubblica.it/dossier/biodiversita/coronavirus-nel-mare-paradisiaco-delle-filippine-migliaia-di-meduse-al-posto-dei-turisti/357129/357691?ref=RHPPTP-BS-I252667351-C12-P3-S2.4-T1&fbclid=IwAR083HeA5CbPRYGLV3Ic_sYlW0UUY6_RaBHKRBpa2RGZKe2U5kZ6iTkgdQw\r\n\r\nhttps://www.nytimes.com/2020/03/28/style/chicken-eggs-coronavirus.html\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nhttps://it.blastingnews.com/politica/2020/04/coronavirus-report-gruppi-catto-conservatori-il-papa-e-il-responsabile-della-pandemia-003121015.html\r\n\r\nhttps://berlinomagazine.com/2020-una-fattoria-tedesca-offre-videochiamate-con-gli-alpaca/?fbclid=IwAR3pE7MV0t9-20YZ3D8cdr6DKU0gbM_9LyLMAo9aHPnrpyNT5Ni-iNwY8gQ","7 Maggio 2020","2020-05-07 01:29:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/muschio-verde-sul-muro-di-cemento-83030051-e1588521676605-200x110.jpg","VIAGGIO NEL SELVATICO URBANO con Lucilla",1588813477,[171],"http://radioblackout.org/tag/notripforcats/",[87],{"post_content":174},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[125,40,126],"1978)\r\nAnnihilation di Alex Garland\r\n\u003Cmark>Io\u003C/mark> \u003Cmark>sono\u003C/mark> \u003Cmark>leggenda\u003C/mark> di Francis Lawrence\r\nThe army","Nuovo podcast di NoTripForCats - 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Mi chiamo Tom Wallace, lavoro per gli stabilimenti North Aircraft, nell'ufficio pubblicità, e vivo con mia moglie in una casa d'affitto\". Richard Matheson inventò il \"fantastico nella normalità\": non più castelli, abazie e cimiteri, tra pipistrelli e civette, ma persone normali in situazioni normali, quasi banali. Tom, il protagonista narrante di \"Io sono Helen Driscoll\" del 1958 in un'allegra serata tra amici si presta a un esperimento di ipnosi, da allora legge i pensieri degli altri e la sua vita cambia. \"Tutti questi fatti avvenivano in quel pacifico vicinato di graziose casette al sole. Il vicinato era composto da due universi, presentava al mondo un aspetto lindo e sorridente, mentre al di sotto ne nascondeva un altro completamente diverso, disgustoso e contorto.\" Helen Driscoll è la donna che solo Tom può vedere, assassinata nella sua graziosa casetta prima del suo arrivo e che ora reclama giustizia. Il \"fantastico nella normalità\" sarebbe diventata la chiave narrativa dominante di Stephen King che riconosce il suo debito nei confronti di Richard Matheson. La storia di Franz Anton Mesmer, scopritore del \"sonnambulismo magnetico\" e precursore dell'ipnosi, genio per alcuni e ciarlatano per altri. Nel 1954 Richard Matheson aveva scritto \"Io sono leggenda\" pubblicato in Italia come \"I vampiri\" che ebbe tre trasposizioni cinematografiche. Nel 1971 sceneggiò \"Duel\", il film d'esordio di Steven Spielberg, e poi alcuni episodi di \"Ai confini della realtà\". Buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2018.09.28-14.10.34-escopost.mp3\"][/audio]","26 Marzo 2019","2019-04-20 08:10:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/HELEN2-200x110.jpg","IL FANTASTICO NELLA NORMALITA' - LA PERLA DI LABUAN 28/9/2018",1553617270,[],[],{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[125,40,126],"1954 Richard Matheson aveva scritto \"\u003Cmark>Io\u003C/mark> \u003Cmark>sono\u003C/mark> \u003Cmark>leggenda\u003C/mark>\" pubblicato in Italia come \"I","\"Il giorno in cui la cosa iniziò avevo lasciato l'ufficio a mezzogiorno. Mi chiamo Tom Wallace, lavoro per gli stabilimenti North Aircraft, nell'ufficio pubblicità, e vivo con mia moglie in una casa d'affitto\". Richard Matheson inventò il \"fantastico nella normalità\": non più castelli, abazie e cimiteri, tra pipistrelli e civette, ma persone normali in situazioni normali, quasi banali. Tom, il protagonista narrante di \"\u003Cmark>Io\u003C/mark> \u003Cmark>sono\u003C/mark> Helen Driscoll\" del 1958 in un'allegra serata tra amici si presta a un esperimento di ipnosi, da allora legge i pensieri degli altri e la sua vita cambia. \"Tutti questi fatti avvenivano in quel pacifico vicinato di graziose casette al sole. Il vicinato era composto da due universi, presentava al mondo un aspetto lindo e sorridente, mentre al di sotto ne nascondeva un altro completamente diverso, disgustoso e contorto.\" Helen Driscoll è la donna che solo Tom può vedere, assassinata nella sua graziosa casetta prima del suo arrivo e che ora reclama giustizia. Il \"fantastico nella normalità\" sarebbe diventata la chiave narrativa dominante di Stephen King che riconosce il suo debito nei confronti di Richard Matheson. La storia di Franz Anton Mesmer, scopritore del \"sonnambulismo magnetico\" e precursore dell'ipnosi, genio per alcuni e ciarlatano per altri. 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Si conclude con un remix di Mala dei Last Poets, un mix insolito di Steppin' Razor di Peter Tosh, Albo, Mawyd e si finisce con Martin Campbell.\r\n\r\nQua di seguito la prima parte dell'intervista a Ras Kush, il suono di Brooklyn\r\n\r\nRas Kush è uno dei principali ambasciatori del dub britannico negli Stati Uniti, come sound-man, produttore e architetto dell'etichetta discografica Black Redemption. Ci siamo incontrati per la prima volta nel 1999; lui lavorava a Jammyland, allora il più importante negozio di reggae del Lower East Side, e io stavo scavando per cercare qualche disco interessante. Abbiamo parlato di dub e sound system, e da quella consversazione iniziammo a collaborare. È sempre stato una miniera di conoscenze, quindi l'altro giorno ho approfittato della sua visita a Berlino per chiedergli un'intervista. Ci siamo seduti di fronte ad uno stufato di fagioli neri e abbiamo iniziato la conversazionew. Ecco la trascrizione: una putiferio di informazioni riguardanti il suo background musicale e la sua evoluzione, di hip hop e reggae nella Brooklyn degli anni '80, gli stili di percussioni e la loro relazione con il rituale, i suoi incontri con Wackie's e il dub britannico, l'evoluzione del sound system e dell'etichetta Black Redemption, e di molte altre questioni. \r\n\r\n\"Fin dalla mia infanzia, trascorsa in Haiti, ho sempre amato la musica. Da bambino, avevo un piccolo pianoforte, una batteria giocattolo, una chitarra giocattolo: questi erano i miei giocattoli preferiti. Mi piaceva cantare e ballare e inventavo anche coreografie sui brani che passavano alla radio. C'erano i compas, la musica originale dei compas, io ho sempre amato i compas; perchè suonano anche musica originale delle Antille, musica di tutti i Caraibi, musica afro-francofona. In realtà non mi piace il termine \"afro-francofono\": è musica africana, fatta da persone che sono state colonizzate dai francesi, e quindi parlano questa lingua, cantano e comunicano in un vernacolo simile. Musica africana, musica tribale e voodoo, questi erano i diversi modelli di percussioni associate ai diversi riti cerimoniali. Alcune musiche hanno un pattern di batteria caratteristico, altre tribù ottengono i loro ritmi dalle miscelazioni di diverse tradizioni e stili, e infine ci si ritrova con un sacco di ritmi originari dello stesso luogo. Sviluppano, evolvono e producono questa musica che viene poi diffusa e condivisa, quindi immagino che questi luoghi colonizzati dalla Francia abbiano tribù simili e ritmi tribali simili: tutto ciò è diventato caratteristico delle composizione musicali di quest'area e lo ha reso inerente a tutti questi popoli: quindi che tu vada in Martinica, Guadalupa, Antille, ad Haiti... tutti suonano ai caraibi come in Africa. Ho ascoltato questo tipo di musica, compas e molta altra, e poi reggae reggae reggae, tanta musica giamaicana. La prima volta che ho sentito Bob Marley fu con mio padre, avevo cinque o sei anni. Ricordo che abbiamo stavamo attraversando il paese da Port au Prince a Saint-Marc, e per tutto il tempo in sottofondo c'era Bob: fu così che la musica di Bob Marley mi conquistò. Poi c'erano moltissime persone ad Haiti che sono state influenzate da Bob, tra tutti mi ricordo un artista chiamato Ti Mano, che alla fine degli anni 70 fece alcuni pezzi reggae, sia in creolo e sia in inglese. \r\n\r\nSono nato a New York, ma sono stato portato ad Haiti quando ero molto giovane perché i miei genitori hanno preferito il sistema di educazione e istruzione caraibico più di quello che sarebbe stato disponibile per me a Brooklyn in quel periodo. Ho vissuto ad Haiti fino all'età di 11 anni, ma venivo a New York ogni estate. Avevo molti cugini là, per la maggior parte nati e cresciuti a Brooklyn alla fine degli anni '70, vivevano nel ghetto ed erano appassionati di hip hop. e così senza rendermene conto entrai nella scena dell'hip hop più hardcore, quello con lo stile del sound system afroamericano, tutto grazie per i miei cugini. Io ero più piccolo di loro e li seguivo in tutto e per tutto, da casa fino alle yard dove montavano i sound rubando l'elettricità pubblica. I giamaicani erano i più infogati in questa scena.\r\n\r\nQuando venivo a New York stavo a casa di mia mamma, a St. Marks, lungo Nostrand Avenue, Dread Central. Ovviamente, dato che era una zona di spaccio selvaggio, mia mamma mi ha sempre vietato di frequentare certi posti, dicendomi che se fossi passato di là sarei diventato un criminale istantaneamente. Arrivai a New York a 11 anni, a quel tempo ascoltavo di tutto... la mia stazione preferita era 1190 WLIB, eccellente per la promozione della musica e della cultura caraibica: era di proprietà di un nero ed era gestita fondamentalmente dal movimento politico nero di estrazione clandestina. A volte, nei fine settimana,a tarda notte, ricevevi programmi caraibici, e quindi i miei genitori ascoltavano il programma haitiano la domenica, e subito dopo iniziavano con musica calypso, soca, e poi c'è il reggae. Quindi capite che era una ampia varietà di musica. Da quando mi sono trasferito a New York questa radio è stata un mio punto fermo. Più tardi, verso l'84/'85, quando Yellowman divenne famoso, molti DJ hip hop iniziarono a suonare Yellowman. Ricordo che DJ Red Alert, dopo che uscì Sleng Teng, mise il riddim ogni sabato sera all'interno dei sui mix che di base erano hip hop. Poi iniziò tutta questa mescolanza tra reggae e hip hop, con Just Ice, Boogie Down Productions... Nell'hip hop c'è un aspetto spirituale, un movimento di strada urbano di base. Proprio come nel reggae che è intriso di cultura rasta, l'hip hop ha una cultura che io sapevo ispirarsi alla Five-Percent Nation of Gods and Earths. Molti dei codici spirituali, i codici disciplinari coinvolti nella musica hip hop, breakdance, in tutta quella roba, sono stati messi indotti da queste persone. Sia chiaro che inizialmente questo movimento non aveva nulla a che fare con i soldi: solo da quando la musica hip hop è stata portata a livello commerciale è diventata qualcosa di diverso. Quando dico Just Ice, mi viene in mente tutto quel movimento. Afrika Bambaataa Zulu Nation è tutto questo, si stava staccando dalla Nation of Islam, sta uscendo dalla lotta progressista dei neri, dallo sviluppo urbano, e tutta quella roba. Quindi la musica hip hop è un movimento che è scaturito da tutto ciò, ma è stato acquisito dalle nuove generazioni e trasformato in qualcos'altro.\r\n\r\nSono felice di aver visto e vissuto una parte di esso. Molte di queste persone hanno preso molto dal reggae o dai rasta, amano le erbe, e quindi han dato luogo a questa cultura incrociata, ed è da qui che il reggae è entrato nell'hip hop. C'era un piccolo segmento di reggae hip hop che stava nacendo. Ma Sleng Teng... Sleng Teng ha frantumato tutto. Quando è uscito Sleng Teng, non c'era stato niente di simile fino a d allora. Ricordo che a New York, tutto era semplicemente esasperato, ogni volta che sentivi Sleng Teng passare da un altoparlante ... ricordo che Sleng Teng era la hit. Quando Sleng Teng partiva, tutti erano consapevoli che in quel momento a Brooklyn, a New York e in tutto il monddo non c'era nulla di simile. E' stato un boom! Anche Super Cat, con Boops, Boops era enorme. Se andavi ad una festa hip hop in qualche seminterrato, al parco o nei cortili, sentivi sta roba. Quando suonavano sti pezzi, tutti dicevano \"This is the shit!\" A quel punto io ero completamente infognato. Per quanto riguarda la musica dancehall, per quanto riguarda la musica della gente, questo era tutto. E in quel momento ho iniziato a prendnere la musica sul serio. Ho iniziato a comprare dischi non appena ho potuto, nei primi anni '80, un singolo costava tipo 75 centesimi... Così ho iniziato la mia collezione, non avevo la consoslle ma i miei cugini più grandi avevano i piatti e organizzavano feste, e mi piaceva mettere i miei dischi alle loro feste perché era una grande opportunità per un giovincello come me.\r\n\r\nA 14 anni nella città di New York puoi lavorare per il New York City Youth Employment, e così mi misi a lavorare ogni estate per mettere da parte qualche soldo e potermi comprare i giradischi. Poi imparai a contare le battute, ad abbinare i beat, a mixare, a catturare il ritmo, tutto con due giradischi con un mixer. -\r\n\r\nQuindi quando ho iniziato a fare il DJ mettevo Boops, Sleng Teng, quelle cose a nastro. Quella era la musica che faceva per me. Mi piaceva anche il rap, mi piaceva Slick Rick, mi piaceva Lovebug Starski, mi piaceva tutto ciò che suonava funky fresh. I miei cugini facevano feste nei basement, e ovviamente non mi lasciavano suonare duurante i pienoni, ma quando non c'era nessuno, potevo mettere qualchhe disco, e poter sentire la mia musica ad un volume esagerato mim gasava anche se la festa non era ancora iniziata. E tutto ciò è stato molto gratificante.\r\n\r\nPoi, quando ho iniziato a fare le cose in grande, avevo una piccola troupe. Giravo con Sammy D, che faceva il beatbox, andavamo alla stessa scuola, anche lui è di genitori haitiani, avevamo molto in comune. Sammy era infognato di Bob un po' più pesantemente di quanto non fossi io a quel tempo. Ci siamo evoluti insieme, sai, conoscendo sempre di più la musica, conoscendo suoni diversi. A 16 anni sono diventato politicamente consapevole e cosciente, prima con una prospettiva di persona di colore arrabbiata sulla storia, sul sistema e su quello che vedevo in TV. Ero del ghetto. E gran parte del mio risveglio cosciente proveniva da cose che ricevevo dalla strada, da persone della Five-Percent Nation che erano coinvolte nell'hip hop. È lì che la scienza, la conoscenza, l'informazione, la saggezza, la storia, il reale veniva trasmessa in quel modo. KRS-One penso sia un ottimo esempio di un risultato del bene che c'era, ma, una volta che i media l'hanno comprato, gli hanno ucciso la vibe. C'erano ancora band come Brand Nubian negli anni '90, e immagino che siano ancora lì, ma essendo diventato tutto così commerciale, non credo sia più efficace. Ma comunque, attraverso questa coscienza, incominciai ad evolvermi in un pensiero più globale ... Il sistema fa schifo a molti livelli, è come una cosa organizzata. Poi capisci che non sono solo i neri la vittima. Mi sono interessato all'intera faccenda del Vietnam, al sistema capitalista e a come sia fottuto. Penso che venendo da una prospettiva del ghetto sia molto allettante pensare che non ci sia una classe. Ero attratto dal comunismo. Non so se può essere realizzabile o no. Ma comunque, tutte questi fatti mi hanno fatto entrare a far parte di una musica che in qualche modo fosse relativa a quel pensiero. E poi, attraverso l'hip hop e i beat, e suonando beat su cui cacciare rime, inizi a cercare beat, e quando inizi a cercare beat entri in diversi tipi di dischi, dischi new wave, dischi che normalmente non compreresti per l'artista ma li compri a causa della musica che in essi è contenuta. Quindi vieni esposto a un diverso tipo di musica. Così il mio interesse si è sviluppato. E poi verso la fine degli anni '80, all'inizio degli anni '90, sono diventato Rasta, sono come rinato, vivendo come una persona Rasta. E anche musicalmente ero diverso. \r\n\r\nPenso di essere andato in uno studio e di aver registrato per un produttore, facendo rime, ho fatto una rima su un riddim hip hop e qualche influenza reggae, una combinazione con un ragazzo di nome Valentine, una roba mai puibblicata. Tutto senza soldi. Poi Ho fatto una cosa per Countryman, questo ragazzo di nome Countryman, era a Bed Stuy, aveva un sound e uno studio. Aveva un DJ tosto nel suo sound, non so se ha mai fatto fiasco, era di Trinidad, faceva speed rap, era cattivo, cattivo! Avrei sempre voluto vedere lui e Papa San cimentarsi faccia a faccia. Cattivo! malvagio! Ho dimenticato il suo nome, amico. Ho anche fatto il mic man per Soul Boys, che era un sound system che è stato forse il primo grande sistema audio con cui sono stato coinvolto. Un sound enorme. Il ragazzo era della Dominica, viveva in Inghilterra, si è dedicato al sound system nei primi anni '70, è tornato a New York e ha suonato tutta la musica, reggae, soul, qualunque cosa, con un sound gigante, in stile caraibico. Ero coinvolto in quel sound, ero presente, aiutavo a trasportare le casse, poi stavo al microfono. Ero una delle persone al microfono, a volte l'unica persona al microfono. Il DJ era il famigerato Ashworth Doe, Ash the Hyper Freak. Un sacco di gente della musica dance gli attribuisce un sacco di nomi e affari, compagnie come Wild Pitch, Soul Kitchen, vengono tutte da Ash. Quando ero un adolscente ribelle, a 16 anni, ho lasciato casa per un periodo, e molte di quelle volte le ho passate dormendo sul divano di Ash. Ogni stanza era solo pieana di dischi, di cumuli di dischi, di tutti i tipi, reggae, soul, jazz, tutto. Ash era un vero sound system, musica, produzione, tutto, educazione. Ho cantato per lui con Valentine. Nemmeno io so cosa ne sia uscito fuori. E ovviamente non era sempre denaro, perché stavo imparando d ero molto felice, molto grato per questo. Poi ho iniziato a distribuire dischi tra i DJ, andando in posti dove potevo trovare dischi in stock, e riuscivo a battere sul tempo alcuni negozi di dischi nella vendita ai DJ. Così ho provato a creare un piccolo pool di DJ per cercare di farmi un business. Mi stavo dedicando all'hip hop ma soprattutto al reggae, nuovi pezzi e poi alcuni pezzi di Studio 1 che tutti volevano, perché a quel tempo i ritmi erano sempre come un remake, quindi la gente voleva sempre ottenere l'originale. Quindi, se stavi organizzando una festa, potevi rimanere su un riddim per un sacco di tempo, potevi passare dal più attuale al più antico, erà così lo stile dei dj che suonavano sta musica. Ho cercato di raggiungere quanti più DJ possibile, per avere sempre più clienti. Ed è in quel periodo che ho scoperto la musica di Wackie. Mi è piaciuto molto il suo suono. Il modo in cui suonava quella musica era proprio come fosse terrore per me, terrore, pesante, oscuro, spirituale, mii piaceva come suonava. Lui era nel Bronx, aveva un negozio di dischi, aveva tutti questi dischi lì, dischi che nessuno voleva... \r\n\r\nA me è davvero piaciuto, e non riuscivo a capire perché alle masse non piacesse. Hanno detto su di lui ogni tipo di merda, una persona in particolare mi ha detto \"Dread, la musica non finisce mai\". E ho avuto lezioni. Ho avuto molte lezioni, proprio perché queste persone avevano negozi di dischi e si rispondevano al fatto che provavo a vendere loro questi dischi. Provavo a venderli a loro perché ero tipo, \"Wow, non ce l'hai qui, questo è super\". E fondamentalmente loro sapevano di non avere quella musica, ma la snobbavano dicendomi che non è completa, non è finita, è dura, non è lucidata, non è vendibile, non è non è non è.... Insomma non gli piaceva. Quando lo mettevano su dicevano, \"Yuh, senti come suona strano? Ora ascolta questo, senti che questa è musica?\" Pensavo ancora che non sapessero di che cazzo parlassero, perché quella merda suonava bad, ma ho preso un abbaglio e ci ho convissuto.\r\n\r\nTra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 per un po' ho interrotto l'intera faccenda della musica, perché la musica era cambiata, ed ero diventato un po' più serio nei confronti di Rastafari; i testi non mi piacevano molto, nel complesso. Quindi ho preso una pausa e in quegli anni mi sono staccato dal reggae, dai sound, da tutto. Pensavo a cosa era il reggae, e non vedevo nè sentivo niente di progressista, persone che uccidono persone, colpi di pistola, tutti vendono coca, tutti indossano una catena d'oro, conosco il terrore ma tutti fumano coca o scoppiano a ridere o qualsiasi altra cosa, e c'è una grande competizione per la maggior parte outfit esagerati, e anche la mentalità delle donne nere e degli uomini neri, per me era degradante da accettare, perché parte del mio coinvolgimento nella musica era anche orientato consapevolmente. Quindi sono uscito da tutto ciò. Ma avevo ancora bisogno di soldi, perciò ho lavorato poi come fattorino, bicicletta, a piedi, ho iniziato a cucinare, a fare stufato arrosti e ad andare ai catering dei grandi eventi: ho avuto modo di vedere un mucchio di eventi, eventi in cui si mangiava cibo italiano. Sognavo di poter dare da mangiare alla gente della musica.\r\n\r\nAll'epoca i sound più grandi erano,da Brooklyn, Terrorist, un grande terrorista cattivo. Sì. Terrorist era il sound, Terrorist ha fatto accadere molte cose. Il tizio che possedeva il sound cantava in un gruppo chiamato I-Plees, alla fine degli anni '70, primi anni '80. Alla fine è stato fucilato. Hanno un po' di canzoni su questa etichetta chiamata Stero, Stero è Stero Fletcher. Tra l'altro, etichetta super bad, e dei rani killer sono usciti su quell'etichetta, come l'originale Still Cool \"To Be Poor Is A Crime\". Shaka ha suonato all'infinito quel brano. Cantanti come Sluggy dormivano davanti alla porta di Terrorist finché non venivano fatti entrare, capito? Posso darti una lista di grandi nomi, che se non fosse stato per Terrorist... e nessuno ha parlato di Terrorist perché quando gli hanno sparato, le persone che erano coinvolte nella sua sparatoria, erano tutti così terrorizzati da questa persona, che nessuno ne ha mai voluto parlare. Ma quando quel sound suonava, e la musica pompava... Penso che sia uno dei primi a portare il sound system dagli scantinati a una sala da ballo, capisci? ma nessuno gli è stato riconoscente.\r\n\r\nTerrorist era solo uno dei sound attivi in città: c'erano molti sound, Inner City, Downbeat, Sons Junior ... Il sound di Wackie era stato praticamente chiuso a quel tempo, quando nei primi anni '80 spararono a Munchie Jackson ... e poi c'era Earthquake, Third World ... Dillinger era stato con i Third World a Brooklyn, il leggendario Dillinger, negli anni '80, e anche Lone Ranger. Ma di tutti questi nomi, nessuno ha mai davvero superato quello che il sound di Jah Love ha fatto per me. C'erano tutti questi artisti coinvolti nel sound system di Jah Love perché era il sound system delle Twelve Tribes. Jah Love veniva a New York e suonava molte volte. Briggy, Charlie Chaplin, Josey Wales, quelle dance a cui andavo sempre, e SuperCat veniva sempre. Amo Super Cat da molto tempo, per me è uno dei DJ più bad mai nati. Come se Dio dicesse che farà nascere un DJ, e questo sarebbe Super Cat. Gli devo molto. Respect. Da molti sono considerati dei DJ sfigati, ma per me, da dove vengo io, da una prospettiva esterna, in cui considero solo il flow, lo stile, la presentazione dei testi, il tempismo, ecc, SuperCat è uno dei DJ più bad sulla terra. SuperCat si presentava sempre alle dance di Jah Love. Ha avuto la cultura, l'abilità oratoria estrema, la fede in Selassie I ... insomma lo adoro.\r\n\r\nQuindi, anche ora che apprezzo molto il sound system del Regno Unito, ciò non toglie la passione per quell'aspetto del sound system giamaicano. Il posto dove fare festa, ormai alla fine degli anni '80, dove a volte potevo sentire radici e cultura, era il Reggae Lounge, poi hanno cambiato il nome in Island Club. Volcano ha suonato lì, Volcano ha suonato lì con un sacco di artisti: Ranking Joe, Toyan, ho visto Shelly Thunder quando era appena uscita, Shinehead. Poi c'era un sound dal Bronx, African Love, in quel periodo African Love suonava la musica più culturale, suonano Yabby U, suonavano musica pesante, anche musica che ora considero tuttora pesante, loro la suonavano. Hanno suonato a tutti i tipi di eventi, hanno tenuto grandi dance, eventi culturali, dove sai che ascolterai musica Rasta tutta la notte. A quel punto mi sentivo in paradiso perché tutto il resto era una merda per me. Ma quella musica era tutta proveniente dal passato. C'era un'organizzazione chiamata IRI, Iniversial Rastafari Inity, si mettevano a ballare, ho visto il leggendario Jah Wise Tippatone negli anni '80 suonare un po' di musica... comunque, là potevi sentire la musica che non sentivi da altre parti. Una sosa seria. E per me era così. Poi mi bastava essere un collezionista, di avere tutta questa musica di Wackie che non avrei mai potuto rilasciare a nessuno, così come la musica per me che stavo comprando e collezionando da conservare, per documentare questo grande messaggio musicale e delle grandi registrazioni. Ma era solo per me stesso, non volevo diffonderla. Penso di essere stato molto influenzato dal sentire quei ragazzi suonare, e poi magari ci incontravamo a casa mia con i Bredren, attaccavamo il microfono, e influenzato com'ero da Jah Love e Briggy, mi piaceva suonare Lato A e lato B, cantarci sopra i canti nyahbingi, perché a quel tempo stavo andando ai raduni binghi regolarmente, quindi cantavo ises sopra i riddim, cantavo contro Babylon ... fumo di erbe, tutto bello.\r\n\r\nEra proprio come stare tra fratelli e sorelle. [continua]","14 Luglio 2021","2021-07-14 12:12:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/BR1211LD_label_A_v-1-200x110.jpg","OverJoy 63",1626264062,[246,247,248],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[250,83,81],"dub",{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[39],"del Lower East Side, e \u003Cmark>io\u003C/mark> stavo scavando per cercare qualche","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021.07.13-16.10.00-OJ63_escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nTorino, Martedì 13 Luglio 2021, OverJoy 63 [S6E4]\r\n\r\nIn questa penultima puntata prima della pausa estiva dalle dirette trasmesse da via Cecchi 21/A, durante le due ore di OverJoy, il contenitore Roots'n'Dub di Radio Blackout, si espone un sacco di buona musica e la prima parte di una intervista estratta dal blog Musik-Line a Ras Kush, executive della Black Redeption, etichetta rasta di Brooklyn NY.\r\n\r\nLa scaletta include i brani di Miraflowers nel preludio, poi dopo la consueta sigla di Danny Red si incomincia con i Gladiators, gli Steel Pulse, Kenny Knotts, Bush Chemists, Lone Ark, Gregory Isaacs, Jonah Dan, Abassi All Stars, Iron Dubz, Vibronics ed una preziosa anteprima del prossimo disco della Black Redemption con Johnny Clarke e Dennis Rootical. Si conclude con un remix di Mala dei Last Poets, un mix insolito di Steppin' Razor di Peter Tosh, Albo, Mawyd e si finisce con Martin Campbell.\r\n\r\nQua di seguito la prima parte dell'intervista a Ras Kush, il suono di Brooklyn\r\n\r\nRas Kush è uno dei principali ambasciatori del dub britannico negli Stati Uniti, come sound-man, produttore e architetto dell'etichetta discografica Black Redemption. Ci siamo incontrati per la prima volta nel 1999; lui lavorava a Jammyland, allora il più importante negozio di reggae del Lower East Side, e \u003Cmark>io\u003C/mark> stavo scavando per cercare qualche disco interessante. Abbiamo parlato di dub e sound system, e da quella consversazione iniziammo a collaborare. È sempre stato una miniera di conoscenze, quindi l'altro giorno ho approfittato della sua visita a Berlino per chiedergli un'intervista. Ci siamo seduti di fronte ad uno stufato di fagioli neri e abbiamo iniziato la conversazionew. Ecco la trascrizione: una putiferio di informazioni riguardanti il suo background musicale e la sua evoluzione, di hip hop e reggae nella Brooklyn degli anni '80, gli stili di percussioni e la loro relazione con il rituale, i suoi incontri con Wackie's e il dub britannico, l'evoluzione del sound system e dell'etichetta Black Redemption, e di molte altre questioni. \r\n\r\n\"Fin dalla mia infanzia, trascorsa in Haiti, ho sempre amato la musica. Da bambino, avevo un piccolo pianoforte, una batteria giocattolo, una chitarra giocattolo: questi erano i miei giocattoli preferiti. Mi piaceva cantare e ballare e inventavo anche coreografie sui brani che passavano alla radio. C'erano i compas, la musica originale dei compas, \u003Cmark>io\u003C/mark> ho sempre amato i compas; perchè suonano anche musica originale delle Antille, musica di tutti i Caraibi, musica afro-francofona. In realtà non mi piace il termine \"afro-francofono\": è musica africana, fatta da persone che \u003Cmark>sono\u003C/mark> state colonizzate dai francesi, e quindi parlano questa lingua, cantano e comunicano in un vernacolo simile. Musica africana, musica tribale e voodoo, questi erano i diversi modelli di percussioni associate ai diversi riti cerimoniali. Alcune musiche hanno un pattern di batteria caratteristico, altre tribù ottengono i loro ritmi dalle miscelazioni di diverse tradizioni e stili, e infine ci si ritrova con un sacco di ritmi originari dello stesso luogo. Sviluppano, evolvono e producono questa musica che viene poi diffusa e condivisa, quindi immagino che questi luoghi colonizzati dalla Francia abbiano tribù simili e ritmi tribali simili: tutto ciò è diventato caratteristico delle composizione musicali di quest'area e lo ha reso inerente a tutti questi popoli: quindi che tu vada in Martinica, Guadalupa, Antille, ad Haiti... tutti suonano ai caraibi come in Africa. Ho ascoltato questo tipo di musica, compas e molta altra, e poi reggae reggae reggae, tanta musica giamaicana. La prima volta che ho sentito Bob Marley fu con mio padre, avevo cinque o sei anni. Ricordo che abbiamo stavamo attraversando il paese da Port au Prince a Saint-Marc, e per tutto il tempo in sottofondo c'era Bob: fu così che la musica di Bob Marley mi conquistò. Poi c'erano moltissime persone ad Haiti che \u003Cmark>sono\u003C/mark> state influenzate da Bob, tra tutti mi ricordo un artista chiamato Ti Mano, che alla fine degli anni 70 fece alcuni pezzi reggae, sia in creolo e sia in inglese. \r\n\r\n\u003Cmark>Sono\u003C/mark> nato a New York, ma \u003Cmark>sono\u003C/mark> stato portato ad Haiti quando ero molto giovane perché i miei genitori hanno preferito il sistema di educazione e istruzione caraibico più di quello che sarebbe stato disponibile per me a Brooklyn in quel periodo. Ho vissuto ad Haiti fino all'età di 11 anni, ma venivo a New York ogni estate. Avevo molti cugini là, per la maggior parte nati e cresciuti a Brooklyn alla fine degli anni '70, vivevano nel ghetto ed erano appassionati di hip hop. e così senza rendermene conto entrai nella scena dell'hip hop più hardcore, quello con lo stile del sound system afroamericano, tutto grazie per i miei cugini. \u003Cmark>Io\u003C/mark> ero più piccolo di loro e li seguivo in tutto e per tutto, da casa fino alle yard dove montavano i sound rubando l'elettricità pubblica. I giamaicani erano i più infogati in questa scena.\r\n\r\nQuando venivo a New York stavo a casa di mia mamma, a St. Marks, lungo Nostrand Avenue, Dread Central. Ovviamente, dato che era una zona di spaccio selvaggio, mia mamma mi ha sempre vietato di frequentare certi posti, dicendomi che se fossi passato di là sarei diventato un criminale istantaneamente. Arrivai a New York a 11 anni, a quel tempo ascoltavo di tutto... la mia stazione preferita era 1190 WLIB, eccellente per la promozione della musica e della cultura caraibica: era di proprietà di un nero ed era gestita fondamentalmente dal movimento politico nero di estrazione clandestina. A volte, nei fine settimana,a tarda notte, ricevevi programmi caraibici, e quindi i miei genitori ascoltavano il programma haitiano la domenica, e subito dopo iniziavano con musica calypso, soca, e poi c'è il reggae. Quindi capite che era una ampia varietà di musica. Da quando mi \u003Cmark>sono\u003C/mark> trasferito a New York questa radio è stata un mio punto fermo. Più tardi, verso l'84/'85, quando Yellowman divenne famoso, molti DJ hip hop iniziarono a suonare Yellowman. Ricordo che DJ Red Alert, dopo che uscì Sleng Teng, mise il riddim ogni sabato sera all'interno dei sui mix che di base erano hip hop. Poi iniziò tutta questa mescolanza tra reggae e hip hop, con Just Ice, Boogie Down Productions... Nell'hip hop c'è un aspetto spirituale, un movimento di strada urbano di base. Proprio come nel reggae che è intriso di cultura rasta, l'hip hop ha una cultura che \u003Cmark>io\u003C/mark> sapevo ispirarsi alla Five-Percent Nation of Gods and Earths. Molti dei codici spirituali, i codici disciplinari coinvolti nella musica hip hop, breakdance, in tutta quella roba, \u003Cmark>sono\u003C/mark> stati messi indotti da queste persone. Sia chiaro che inizialmente questo movimento non aveva nulla a che fare con i soldi: solo da quando la musica hip hop è stata portata a livello commerciale è diventata qualcosa di diverso. Quando dico Just Ice, mi viene in mente tutto quel movimento. Afrika Bambaataa Zulu Nation è tutto questo, si stava staccando dalla Nation of Islam, sta uscendo dalla lotta progressista dei neri, dallo sviluppo urbano, e tutta quella roba. Quindi la musica hip hop è un movimento che è scaturito da tutto ciò, ma è stato acquisito dalle nuove generazioni e trasformato in qualcos'altro.\r\n\r\n\u003Cmark>Sono\u003C/mark> felice di aver visto e vissuto una parte di esso. Molte di queste persone hanno preso molto dal reggae o dai rasta, amano le erbe, e quindi han dato luogo a questa cultura incrociata, ed è da qui che il reggae è entrato nell'hip hop. C'era un piccolo segmento di reggae hip hop che stava nacendo. Ma Sleng Teng... Sleng Teng ha frantumato tutto. Quando è uscito Sleng Teng, non c'era stato niente di simile fino a d allora. Ricordo che a New York, tutto era semplicemente esasperato, ogni volta che sentivi Sleng Teng passare da un altoparlante ... ricordo che Sleng Teng era la hit. Quando Sleng Teng partiva, tutti erano consapevoli che in quel momento a Brooklyn, a New York e in tutto il monddo non c'era nulla di simile. E' stato un boom! Anche Super Cat, con Boops, Boops era enorme. Se andavi ad una festa hip hop in qualche seminterrato, al parco o nei cortili, sentivi sta roba. Quando suonavano sti pezzi, tutti dicevano \"This is the shit!\" A quel punto \u003Cmark>io\u003C/mark> ero completamente infognato. Per quanto riguarda la musica dancehall, per quanto riguarda la musica della gente, questo era tutto. E in quel momento ho iniziato a prendnere la musica sul serio. Ho iniziato a comprare dischi non appena ho potuto, nei primi anni '80, un singolo costava tipo 75 centesimi... Così ho iniziato la mia collezione, non avevo la consoslle ma i miei cugini più grandi avevano i piatti e organizzavano feste, e mi piaceva mettere i miei dischi alle loro feste perché era una grande opportunità per un giovincello come me.\r\n\r\nA 14 anni nella città di New York puoi lavorare per il New York City Youth Employment, e così mi misi a lavorare ogni estate per mettere da parte qualche soldo e potermi comprare i giradischi. Poi imparai a contare le battute, ad abbinare i beat, a mixare, a catturare il ritmo, tutto con due giradischi con un mixer. -\r\n\r\nQuindi quando ho iniziato a fare il DJ mettevo Boops, Sleng Teng, quelle cose a nastro. Quella era la musica che faceva per me. Mi piaceva anche il rap, mi piaceva Slick Rick, mi piaceva Lovebug Starski, mi piaceva tutto ciò che suonava funky fresh. I miei cugini facevano feste nei basement, e ovviamente non mi lasciavano suonare duurante i pienoni, ma quando non c'era nessuno, potevo mettere qualchhe disco, e poter sentire la mia musica ad un volume esagerato mim gasava anche se la festa non era ancora iniziata. E tutto ciò è stato molto gratificante.\r\n\r\nPoi, quando ho iniziato a fare le cose in grande, avevo una piccola troupe. Giravo con Sammy D, che faceva il beatbox, andavamo alla stessa scuola, anche lui è di genitori haitiani, avevamo molto in comune. Sammy era infognato di Bob un po' più pesantemente di quanto non fossi \u003Cmark>io\u003C/mark> a quel tempo. Ci siamo evoluti insieme, sai, conoscendo sempre di più la musica, conoscendo suoni diversi. A 16 anni \u003Cmark>sono\u003C/mark> diventato politicamente consapevole e cosciente, prima con una prospettiva di persona di colore arrabbiata sulla storia, sul sistema e su quello che vedevo in TV. Ero del ghetto. E gran parte del mio risveglio cosciente proveniva da cose che ricevevo dalla strada, da persone della Five-Percent Nation che erano coinvolte nell'hip hop. È lì che la scienza, la conoscenza, l'informazione, la saggezza, la storia, il reale veniva trasmessa in quel modo. KRS-One penso sia un ottimo esempio di un risultato del bene che c'era, ma, una volta che i media l'hanno comprato, gli hanno ucciso la vibe. C'erano ancora band come Brand Nubian negli anni '90, e immagino che siano ancora lì, ma essendo diventato tutto così commerciale, non credo sia più efficace. Ma comunque, attraverso questa coscienza, incominciai ad evolvermi in un pensiero più globale ... Il sistema fa schifo a molti livelli, è come una cosa organizzata. Poi capisci che non \u003Cmark>sono\u003C/mark> solo i neri la vittima. Mi \u003Cmark>sono\u003C/mark> interessato all'intera faccenda del Vietnam, al sistema capitalista e a come sia fottuto. Penso che venendo da una prospettiva del ghetto sia molto allettante pensare che non ci sia una classe. Ero attratto dal comunismo. Non so se può essere realizzabile o no. Ma comunque, tutte questi fatti mi hanno fatto entrare a far parte di una musica che in qualche modo fosse relativa a quel pensiero. E poi, attraverso l'hip hop e i beat, e suonando beat su cui cacciare rime, inizi a cercare beat, e quando inizi a cercare beat entri in diversi tipi di dischi, dischi new wave, dischi che normalmente non compreresti per l'artista ma li compri a causa della musica che in essi è contenuta. Quindi vieni esposto a un diverso tipo di musica. Così il mio interesse si è sviluppato. E poi verso la fine degli anni '80, all'inizio degli anni '90, \u003Cmark>sono\u003C/mark> diventato Rasta, \u003Cmark>sono\u003C/mark> come rinato, vivendo come una persona Rasta. E anche musicalmente ero diverso. \r\n\r\nPenso di essere andato in uno studio e di aver registrato per un produttore, facendo rime, ho fatto una rima su un riddim hip hop e qualche influenza reggae, una combinazione con un ragazzo di nome Valentine, una roba mai puibblicata. Tutto senza soldi. Poi Ho fatto una cosa per Countryman, questo ragazzo di nome Countryman, era a Bed Stuy, aveva un sound e uno studio. Aveva un DJ tosto nel suo sound, non so se ha mai fatto fiasco, era di Trinidad, faceva speed rap, era cattivo, cattivo! Avrei sempre voluto vedere lui e Papa San cimentarsi faccia a faccia. Cattivo! malvagio! Ho dimenticato il suo nome, amico. Ho anche fatto il mic man per Soul Boys, che era un sound system che è stato forse il primo grande sistema audio con cui \u003Cmark>sono\u003C/mark> stato coinvolto. Un sound enorme. Il ragazzo era della Dominica, viveva in Inghilterra, si è dedicato al sound system nei primi anni '70, è tornato a New York e ha suonato tutta la musica, reggae, soul, qualunque cosa, con un sound gigante, in stile caraibico. Ero coinvolto in quel sound, ero presente, aiutavo a trasportare le casse, poi stavo al microfono. Ero una delle persone al microfono, a volte l'unica persona al microfono. Il DJ era il famigerato Ashworth Doe, Ash the Hyper Freak. Un sacco di gente della musica dance gli attribuisce un sacco di nomi e affari, compagnie come Wild Pitch, Soul Kitchen, vengono tutte da Ash. Quando ero un adolscente ribelle, a 16 anni, ho lasciato casa per un periodo, e molte di quelle volte le ho passate dormendo sul divano di Ash. Ogni stanza era solo pieana di dischi, di cumuli di dischi, di tutti i tipi, reggae, soul, jazz, tutto. Ash era un vero sound system, musica, produzione, tutto, educazione. Ho cantato per lui con Valentine. Nemmeno \u003Cmark>io\u003C/mark> so cosa ne sia uscito fuori. E ovviamente non era sempre denaro, perché stavo imparando d ero molto felice, molto grato per questo. Poi ho iniziato a distribuire dischi tra i DJ, andando in posti dove potevo trovare dischi in stock, e riuscivo a battere sul tempo alcuni negozi di dischi nella vendita ai DJ. Così ho provato a creare un piccolo pool di DJ per cercare di farmi un business. Mi stavo dedicando all'hip hop ma soprattutto al reggae, nuovi pezzi e poi alcuni pezzi di Studio 1 che tutti volevano, perché a quel tempo i ritmi erano sempre come un remake, quindi la gente voleva sempre ottenere l'originale. Quindi, se stavi organizzando una festa, potevi rimanere su un riddim per un sacco di tempo, potevi passare dal più attuale al più antico, erà così lo stile dei dj che suonavano sta musica. Ho cercato di raggiungere quanti più DJ possibile, per avere sempre più clienti. Ed è in quel periodo che ho scoperto la musica di Wackie. Mi è piaciuto molto il suo suono. Il modo in cui suonava quella musica era proprio come fosse terrore per me, terrore, pesante, oscuro, spirituale, mii piaceva come suonava. Lui era nel Bronx, aveva un negozio di dischi, aveva tutti questi dischi lì, dischi che nessuno voleva... \r\n\r\nA me è davvero piaciuto, e non riuscivo a capire perché alle masse non piacesse. Hanno detto su di lui ogni tipo di merda, una persona in particolare mi ha detto \"Dread, la musica non finisce mai\". E ho avuto lezioni. Ho avuto molte lezioni, proprio perché queste persone avevano negozi di dischi e si rispondevano al fatto che provavo a vendere loro questi dischi. Provavo a venderli a loro perché ero tipo, \"Wow, non ce l'hai qui, questo è super\". E fondamentalmente loro sapevano di non avere quella musica, ma la snobbavano dicendomi che non è completa, non è finita, è dura, non è lucidata, non è vendibile, non è non è non è.... Insomma non gli piaceva. Quando lo mettevano su dicevano, \"Yuh, senti come suona strano? Ora ascolta questo, senti che questa è musica?\" Pensavo ancora che non sapessero di che cazzo parlassero, perché quella merda suonava bad, ma ho preso un abbaglio e ci ho convissuto.\r\n\r\nTra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90 per un po' ho interrotto l'intera faccenda della musica, perché la musica era cambiata, ed ero diventato un po' più serio nei confronti di Rastafari; i testi non mi piacevano molto, nel complesso. Quindi ho preso una pausa e in quegli anni mi \u003Cmark>sono\u003C/mark> staccato dal reggae, dai sound, da tutto. Pensavo a cosa era il reggae, e non vedevo nè sentivo niente di progressista, persone che uccidono persone, colpi di pistola, tutti vendono coca, tutti indossano una catena d'oro, conosco il terrore ma tutti fumano coca o scoppiano a ridere o qualsiasi altra cosa, e c'è una grande competizione per la maggior parte outfit esagerati, e anche la mentalità delle donne nere e degli uomini neri, per me era degradante da accettare, perché parte del mio coinvolgimento nella musica era anche orientato consapevolmente. Quindi \u003Cmark>sono\u003C/mark> uscito da tutto ciò. Ma avevo ancora bisogno di soldi, perciò ho lavorato poi come fattorino, bicicletta, a piedi, ho iniziato a cucinare, a fare stufato arrosti e ad andare ai catering dei grandi eventi: ho avuto modo di vedere un mucchio di eventi, eventi in cui si mangiava cibo italiano. Sognavo di poter dare da mangiare alla gente della musica.\r\n\r\nAll'epoca i sound più grandi erano,da Brooklyn, Terrorist, un grande terrorista cattivo. Sì. Terrorist era il sound, Terrorist ha fatto accadere molte cose. Il tizio che possedeva il sound cantava in un gruppo chiamato I-Plees, alla fine degli anni '70, primi anni '80. Alla fine è stato fucilato. Hanno un po' di canzoni su questa etichetta chiamata Stero, Stero è Stero Fletcher. Tra l'altro, etichetta super bad, e dei rani killer \u003Cmark>sono\u003C/mark> usciti su quell'etichetta, come l'originale Still Cool \"To Be Poor Is A Crime\". Shaka ha suonato all'infinito quel brano. Cantanti come Sluggy dormivano davanti alla porta di Terrorist finché non venivano fatti entrare, capito? Posso darti una lista di grandi nomi, che se non fosse stato per Terrorist... e nessuno ha parlato di Terrorist perché quando gli hanno sparato, le persone che erano coinvolte nella sua sparatoria, erano tutti così terrorizzati da questa persona, che nessuno ne ha mai voluto parlare. Ma quando quel sound suonava, e la musica pompava... Penso che sia uno dei primi a portare il sound system dagli scantinati a una sala da ballo, capisci? ma nessuno gli è stato riconoscente.\r\n\r\nTerrorist era solo uno dei sound attivi in città: c'erano molti sound, Inner City, Downbeat, Sons Junior ... Il sound di Wackie era stato praticamente chiuso a quel tempo, quando nei primi anni '80 spararono a Munchie Jackson ... e poi c'era Earthquake, Third World ... Dillinger era stato con i Third World a Brooklyn, il \u003Cmark>leggenda\u003C/mark>rio Dillinger, negli anni '80, e anche Lone Ranger. Ma di tutti questi nomi, nessuno ha mai davvero superato quello che il sound di Jah Love ha fatto per me. C'erano tutti questi artisti coinvolti nel sound system di Jah Love perché era il sound system delle Twelve Tribes. Jah Love veniva a New York e suonava molte volte. Briggy, Charlie Chaplin, Josey Wales, quelle dance a cui andavo sempre, e SuperCat veniva sempre. Amo Super Cat da molto tempo, per me è uno dei DJ più bad mai nati. Come se Dio dicesse che farà nascere un DJ, e questo sarebbe Super Cat. Gli devo molto. Respect. Da molti \u003Cmark>sono\u003C/mark> considerati dei DJ sfigati, ma per me, da dove vengo \u003Cmark>io\u003C/mark>, da una prospettiva esterna, in cui considero solo il flow, lo stile, la presentazione dei testi, il tempismo, ecc, SuperCat è uno dei DJ più bad sulla terra. SuperCat si presentava sempre alle dance di Jah Love. Ha avuto la cultura, l'abilità oratoria estrema, la fede in Selassie I ... insomma lo adoro.\r\n\r\nQuindi, anche ora che apprezzo molto il sound system del Regno Unito, ciò non toglie la passione per quell'aspetto del sound system giamaicano. Il posto dove fare festa, ormai alla fine degli anni '80, dove a volte potevo sentire radici e cultura, era il Reggae Lounge, poi hanno cambiato il nome in Island Club. Volcano ha suonato lì, Volcano ha suonato lì con un sacco di artisti: Ranking Joe, Toyan, ho visto Shelly Thunder quando era appena uscita, Shinehead. Poi c'era un sound dal Bronx, African Love, in quel periodo African Love suonava la musica più culturale, suonano Yabby U, suonavano musica pesante, anche musica che ora considero tuttora pesante, loro la suonavano. Hanno suonato a tutti i tipi di eventi, hanno tenuto grandi dance, eventi culturali, dove sai che ascolterai musica Rasta tutta la notte. A quel punto mi sentivo in paradiso perché tutto il resto era una merda per me. Ma quella musica era tutta proveniente dal passato. C'era un'organizzazione chiamata IRI, Iniversial Rastafari Inity, si mettevano a ballare, ho visto il \u003Cmark>leggenda\u003C/mark>rio Jah Wise Tippatone negli anni '80 suonare un po' di musica... comunque, là potevi sentire la musica che non sentivi da altre parti. Una sosa seria. E per me era così. 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