","Dopo gli attentati di Parigi: quattro volte guerra","post",1448474013,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/attentati-parigi/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/internazionale/","http://radioblackout.org/tag/jihadismo/","http://radioblackout.org/tag/siria/",[68,15,69,17,70],"attentati Parigi","internazionale","Siria",{"tags":72},[73,75,77,79,82],{"matched_tokens":74,"snippet":68},[],{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],{"matched_tokens":78,"snippet":69},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[17],"\u003Cmark>Jihadismo\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":70},[],[85],{"field":36,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[14],[88],[17],[81],578730123365712000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":96,"highlight":122,"highlights":146,"text_match":90,"text_match_info":153},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":48,"id":99,"is_sticky":48,"permalink":100,"post_author":51,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":54,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":59,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":118},[45],[47],"32558","http://radioblackout.org/2015/11/parigi-prime-riflessioni-dopo-gli-attentati-di-venerdi-sera/","Abbiamo parlato questa mattina con Simona, ricercatrice e dottoranda presso l'Université Paris Ouest Nanterre che da qualche anno vive a Parigi. La capitale francesce venerdì notte è stata teatro di sette attentati compiuti a pochi minuti di distanza uno dall'altro nel centro della città. I morti sono al momento 129 e i feriti circa 350, di cui molti ancora in gravi condizioni.\r\n\r\nAl di là delle narrazioni e facili polarizzazioni apparse fin da subito su giornali e media mainstream, le abbiamo chiesto qual è al momento il clima nella metropoli francese e quali sono, dal suo punto di vista, gli elementi più importanti da tenere presenti all'indomani dell'attacco, che presenta similitudini ma anche grandi differenze rispetto agli attacchi del gennaio scorso contro la redazione di Charlie Hebdo e l'hypermarché casher.\r\n\r\nAncora una volta il passato coloniale della Francia fa sentire tutto il suo peso, con le sue riattualizzioni nelle guerre in corso e il suo ruolo fortemente aggressivo sul piano militare che in Africa e Medio Oriente dura da almeno 15 anni. Ma il colonialismo francese e le sue conseguenze si manifestano in differenti modi anche all'interno del paese, in quei luoghi e nelle vite di quei soggetti che improvvisamente, dagli spazi dell'esclusione e della marginalizzazione, riprendono centralità, perché sono utili a incarnare la comparsa di generici \"folli\" convertiti all'islam radicale nel cuore della vecchia Europa. Letture troppo facili ed inutili, a nostro avviso, perchè non chiamano mai in causa, in modo critico, le linee della razza, della classe, la ghettizzazione sistematica, la necessaria distanza da mantenere rispetto ad un \"centro\" che venerdì è stato completamente sconvolto. I giovani delle banliue, i \"radicalizzati\", gli esclusi che appartengono a certi settori di società, non vengono interrogati se non attraverso consuete retoriche e descrizioni colme di pregiudizi.\r\n\r\nSicuramente il tempo che ci separa dagli eventi di venerdì è ancora troppo breve per capire cosa succederà rispetto ai dispositivi di controllo e repressione che saranno sicuramente dispiegati con maggiore intensità in certe zone delle grandi città e nei confronti di soggetti ben precisi. In ogni caso, queste prime riflessioni sono da tenere presenti proprio in vista di quello che verrà e nell'ottica di costruire una capacità critica e comunicativa che è necessario ampliare.\r\n\r\nAscolta il contributo di Simona:\r\n\r\nUnknown","16 Novembre 2015","2015-11-19 12:13:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Construction_tour_eiffel3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"240\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Construction_tour_eiffel3-300x240.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Construction_tour_eiffel3-300x240.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Construction_tour_eiffel3.jpg 652w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Parigi: prime riflessioni dopo gli attentati di venerdì sera",1447709892,[109,110,111,112,63,65,113,114,115,116,117],"http://radioblackout.org/tag/attacchi-13-novembre/","http://radioblackout.org/tag/attentati/","http://radioblackout.org/tag/banlieue/","http://radioblackout.org/tag/colonialismo/","http://radioblackout.org/tag/neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/neoliberismo/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/pasrigi/","http://radioblackout.org/tag/securitario/",[35,28,119,120,15,17,121,32,24,26,30],"banlieue","colonialismo","neocolonialismo",{"tags":123},[124,126,128,130,132,134,136,138,140,142,144],{"matched_tokens":125,"snippet":35},[],{"matched_tokens":127,"snippet":28},[],{"matched_tokens":129,"snippet":119},[],{"matched_tokens":131,"snippet":120},[],{"matched_tokens":133,"snippet":15},[],{"matched_tokens":135,"snippet":81},[17],{"matched_tokens":137,"snippet":121},[],{"matched_tokens":139,"snippet":32},[],{"matched_tokens":141,"snippet":24},[],{"matched_tokens":143,"snippet":26},[],{"matched_tokens":145,"snippet":30},[],[147],{"field":36,"indices":148,"matched_tokens":150,"snippets":152},[149],5,[151],[17],[81],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},{"document":155,"highlight":169,"highlights":181,"text_match":90,"text_match_info":187},{"cat_link":156,"category":157,"comment_count":48,"id":158,"is_sticky":48,"permalink":159,"post_author":51,"post_content":160,"post_date":161,"post_excerpt":54,"post_id":158,"post_modified":162,"post_thumbnail":163,"post_thumbnail_html":164,"post_title":165,"post_type":59,"sort_by_date":166,"tag_links":167,"tags":168},[45],[47],"27234","http://radioblackout.org/2015/01/la-guerra-santa-ai-tempi-del-neoliberismo/","Quando e perché, come e dove si genera il terrorismo che il 7 gennaio ha massacrato Charlie Hebdo, ma prima s’è manifestato in tante occasioni e non solo col marchio “islamista”? La letteratura sull’argomento è ormai enorme, ma anche le descrizioni a volte corrette sono lacunose e mancano della lettura sufficiente per capirne le “radici” e gli eventuali rimedi.\r\n\r\nCerchiamo di andare alle radici: questi “radicalizzati” sono il prodotto di un preciso contesto (frame), cioè il frutto di una precisa costruzione sociale. È esattamente la conseguenza della profonda destrutturazione liberista dell’assetto economico, sociale, culturale e politico della società industriale in cui prima si situava l’immigrazione e i figli di immigrati e in generale delle classi subalterne o anche delle classi medie (che anche allora si rivoltavano diventando criminali – si pensi alla banda Cavallero e altri casi del genere – e in alcuni casi anche lottarmatisti – si pensi a diverse biografie dei “rossi” e dei neri in Italia e altrove). Il liberismo ha smantellato il welfare, l’inserimento pacifico, l’assimilazionismo, l’integrazione sociale e culturale (di destra e di sinistra) (vedi Robert Castel) e ha innescato la criminalizzazione razzista. Le rivolte nelle banlieues cominciano nel 1985 ed emerge allora anche il lepenismo dapprima come razzismo anti-immigrati e antisemitismo e via via contro l’égalité e la solidarité…\r\n\r\nÈ questo che il liberismo è riuscito a realizzare: l’erosione dell’agire politico, l’impotenza dell’azione politica per negoziare col potere. L’asimmetria di potere che s’è sviluppata con il liberismo ha eroso le possibilità di agire collettivo pacifico. Ecco perché il fenomeno del radicalismo islamista, come altri radicalismi o anche l’auto-distruzione e i suicidi “postmoderni”, è un “fatto politico totale”: investe tutti gli aspetti e sfere dell’organizzazione politica della società e degli esseri umani.\r\n\r\nOggi però questa era presuntamente post-ideologica ma profondamente intrisa di ideologie postmoderne ci interroga su questo presente che ci vorrebbe intruppati in uno o nell'altro schieramento, senza via di fuga.\r\n\r\nDiciamo dunque che vediamo nettamente un'organizzazione sociale informata dal razzismo e dalle disuguaglianze che fa della libertà astratta un idolo cui sacrificare libertà concrete e vite umane e contemporaneamente sull'altro fronte assistiamo a una chiamata generica e folle, una islamizzazione del tutto nuova, veloce come uno spot pubblicitario, che chiede un adesione superficiale ma senza ritorno. Qui lo scontro è tutto a livello dell'ideologia. Non tanto uno scontro di civiltà ma piuttosto lo spettacolo di uno scontro di civiltà. Già, viene in mente Debord: \"Il parallelismo stabilito da Gabel (La falsa coscienza) tra l’ideologia e la schizofrenia deve essere situato all’interno di questo processo economico di materializzazione dell’ideologia. Ciò che l’ideologia era già, la società lo è diventata\".\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Salvatore Palidda, docente di sociologia della devianza e del controllo sociale all'università di Genova.\r\n\r\n \r\n\r\nPalidda\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","13 Gennaio 2015","2015-01-15 13:05:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/marx-pistola-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"233\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/marx-pistola-300x233.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/marx-pistola-300x233.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/marx-pistola.jpg 320w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra santa ai tempi del neoliberismo",1421154971,[110,65,114,116,117],[28,17,32,26,30],{"tags":170},[171,173,175,177,179],{"matched_tokens":172,"snippet":28},[],{"matched_tokens":174,"snippet":81},[17],{"matched_tokens":176,"snippet":32},[],{"matched_tokens":178,"snippet":26},[],{"matched_tokens":180,"snippet":30},[],[182],{"field":36,"indices":183,"matched_tokens":184,"snippets":186},[34],[185],[17],[81],{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},{"document":189,"highlight":218,"highlights":224,"text_match":228,"text_match_info":229},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":48,"id":192,"is_sticky":48,"permalink":193,"post_author":51,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":54,"post_id":192,"post_modified":196,"post_thumbnail":197,"post_thumbnail_html":198,"post_title":199,"post_type":59,"sort_by_date":200,"tag_links":201,"tags":210},[45],[47],"61442","http://radioblackout.org/2020/06/strapotere-jihadista-in-sahel-o-speranze-che-il-virus-delle-lotte-sudanesi-si-diffonda/","Negli ultimi giorni il Sahel e i territori limitrofi hanno registrato una recrudescenza di violenze quotidiane (i femminicidi in Nigeria), uccisioni (stragi e razzie attribuite a Boko Haram a Gobio nel distretto di Maidoguri), catture (Kushayb, il leader degli Janjiaweed, i diavoli a cavallo braccio armato di al Bashir in Sudan); fino ad arrivare alla improvvisa morte di Pierre 'Nkourunziza, presidente del Burundi da quasi un ventennio controllato dal suo regime, dove la sua scomparsa può apportare cambiamenti nell'area dei Grandi Laghi: o una maggiore repressione, o una qualche apertura in chiave sudanese, dove ora non vigono più sanzioni e forse lo sviluppo può passare oltre la gomma arabica.\r\n\r\nL'area, che coinvolge anche la Libia e gli interessi internazionali nascosti da quel conflitto, è in ebollizione per il fenomeno del jihadismo, rappresentato dallo scontro fortissimo tra i due macro-brand (Isis e al Qaida), che stanno pubblicizzando il covid come un'arma di Allah; e dalle contromisure di potenze globali, in primis la Francia (attivissima nell'area del Sahel – come dimostra l'uccisione in Mali di Droukdel, il leader algerino di al Qaida nel Maghreb) che ha realizzato un'alleanza per il controllo del territorio al confine tra Niger e Mali con l'Italia (operazioni militari volte a contrastare l'emigrazione); una strategia di coalizione franco-italiana in funzione antiturca nella vicina Libia, dove peraltro si trovano ufficialmente tutti ad appoggiare l'attuale vincitore Serraj.\r\n\r\nIl tutto scorre su un quadro generale che vede le popolazioni dedite ad attività che nel loro sviluppo postcoloniale sottraggono le risorse a disposizione l'una all'altra: acqua e territori sono disputati da allevatori e coltivatori e i contrasti vengono sfruttati dai differenti gruppi affiliati al jihad e in assenza di strutture di welfare le popolazioni si \"devono\" rivolgere alle differenti milizie per la loro tutela.\r\n\r\nPer condensare in un'analisi coerente tutte queste notizie differenti ci siamo rivolti ad Angelo Ferrari, giornalista e scrittore esperto di Africa:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020_06_11_Ferrari-jihad-africana.mp3\"][/audio]","12 Giugno 2020","2020-06-12 13:02:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"146\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-300x146.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-300x146.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel-768x374.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-11_sahel.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Strapotere jihadista in Sahel o speranze della diffusione delle lotte sudanesi?",1591963975,[202,203,204,205,206,207,208,209],"http://radioblackout.org/tag/al-qaida-nel-maghreb/","http://radioblackout.org/tag/boko-haram/","http://radioblackout.org/tag/burundi/","http://radioblackout.org/tag/droukdel/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/nigeria/","http://radioblackout.org/tag/nkurunziza/","http://radioblackout.org/tag/sahel/",[211,212,213,214,215,216,217,20],"al Qaida nel maghreb","Boko Haram","burundi","Droukdel","libia","nigeria","nkurunziza",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":222,"value":223},[221],"jihadismo","ebollizione per il fenomeno del \u003Cmark>jihadismo\u003C/mark>, rappresentato dallo scontro fortissimo tra","Negli ultimi giorni il Sahel e i territori limitrofi hanno registrato una recrudescenza di violenze quotidiane (i femminicidi in Nigeria), uccisioni (stragi e razzie attribuite a Boko Haram a Gobio nel distretto di Maidoguri), catture (Kushayb, il leader degli Janjiaweed, i diavoli a cavallo braccio armato di al Bashir in Sudan); 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Soprattutto in Sahel, ma anche in alcune aree congolesi, in Nigeria, e nel Corno d'Africa si sta estendedno una ulteriore forma di colonialismo, che si va ad aggiungere a quella classica dell'Occidente e all'ingerenza militare (e adesso non solo) russa o alle infrastrutture che fungono da teste di ponte economiche per i cinesi. Il jihdismo punta a rendere pericolosi i territori, a inserirsi nelle diatribe etniche, che poi il più delle volte nascondono semplici rivalità tra allevatori, nomadi e contadini stanziali... Un panorama fosco sullo sfondo di risorse preziose, vecchie come l'oro e i diamanti, nuove come il cobalto e le terre rare, dispute su sfruttamenti di giacimenti di oro nero o bianco come l'acqua. La situazione si incancrenisce ogni giorno e gli episodi di attacchi, massacri, controllo di territorio, guerra esplicita a contingenti militari collocati a protezione delle ruberie di risorse da parte degli occidentali si moltiplicano, mentre la rete di alleanze e accordi tra network del jihad si infittiscono, in particolare nelle aree rurali.\r\n\r\nPerciò abbiamo chiesto a Marco Cochi di aiutarci a dirimere la matassa che diventa sempre più complessa quando si inseriscono i vari elementi che compongono il quadro. Marco ci ha permesso di fondarci su dati e eventi per capire un po' meglio quali motivazioni conducono alla formazione di questa miscela esplosiva (che le presenze militari o paramilitari contribuiscono a incancrenire), essendo il primo tra gli osservatori italiani ad aver colto la pericolosità di questa situazione, monitorandola costantemente nelle sue evoluzioni, alleanze, varietà locali, analizzando anche le cause (sostanzialmente la povertà e sullo sfondo narcotrafficanti e trafficanti di migranti) di questa sorta di coscrizione di giovani tra le fila dei protostati islamici. Da ultimo molto interessante ed emblematico il caso di Amadou Koufa che Cochi ci racconta a coronamento di questo esaustivo intervento sulla diffusione dell'insurgenza in ambito subsahariano:\r\n\r\nIl salto di qualità del jihadismo nel Sahel: il califfato africano\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Novembre 2019","2019-11-26 00:01:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cominciò a Nairobi 20 anni fa, ora il Sahel potrebbe diventare il nuovo Califfato",1574726459,[247,248,249,250,251,252,253,209],"http://radioblackout.org/tag/al-shabab/","http://radioblackout.org/tag/burkina/","http://radioblackout.org/tag/califfato-africano/","http://radioblackout.org/tag/jihad/","http://radioblackout.org/tag/kenya/","http://radioblackout.org/tag/mali/","http://radioblackout.org/tag/niger/",[255,256,257,258,22,259,260,20],"al Shabab","Burkina","califfato africano","jihad","Mali","niger",{"post_content":262},{"matched_tokens":263,"snippet":264,"value":265},[221],"Il salto di qualità del \u003Cmark>jihadismo\u003C/mark> nel Sahel: il califfato africano\r","Il jihad colonizza l'Africa. 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Da ultimo molto interessante ed emblematico il caso di Amadou Koufa che Cochi ci racconta a coronamento di questo esaustivo intervento sulla diffusione dell'insurgenza in ambito subsahariano:\r\n\r\nIl salto di qualità del \u003Cmark>jihadismo\u003C/mark> nel Sahel: il califfato africano\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[267],{"field":226,"matched_tokens":268,"snippet":264,"value":265},[221],{"best_field_score":230,"best_field_weight":231,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":232,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},{"document":271,"highlight":291,"highlights":296,"text_match":228,"text_match_info":299},{"cat_link":272,"category":273,"comment_count":48,"id":274,"is_sticky":48,"permalink":275,"post_author":51,"post_content":276,"post_date":277,"post_excerpt":54,"post_id":274,"post_modified":278,"post_thumbnail":279,"post_thumbnail_html":280,"post_title":281,"post_type":59,"sort_by_date":282,"tag_links":283,"tags":287},[45],[47],"50888","http://radioblackout.org/2018/11/gruppi-jihadisti-in-africa-orientale-il-panorama-del-rapimento-di-silvia/","Moltissime le ipotesi e gli scenari immaginati dopo il rapimento di Silvia Romano – tralasciamo i social italiani e la ferocia becera e molto gretta che applicano nella difesa del loro presunto benessere –, in seguito al quale gli invasati dal populismo si sono scatenati di nuovo contro l'impegno di ong e anche della cooperazione, perché si sentono posti di fronte ala loro pochezza garantita. Si può ammirare la temerarietà di una giovane donna che si è messa in gioco con entusiasmo, e forse l'unico cinismo che ci possiamo permettere è che quanto le è successo consente di stornare energie per conoscere, approfondire i rapporti di potere, mettere sotto la lente la socialità – e la povertà –dell'area, l'esistenza del jihadismo, proveniente soprattutto da ogni tipo di colonialismo ancora intento a saccheggiare l'Africa orientale, le lotte tra le differenti centrali del fondamentalismo, che affondano anche nella creazione di minoranze somale all'interno del Kenya che risalgono ancora al colonialismo occidentale, mentre si affaccia già all'orizzonte la cintura cinese (one belt). Solo sottoponendo a un confronto dialettico queste e molte altre componenti si può ricostruire il panorama della regione in cui si è perpetrato questo rapimento premeditato probabilmente da giovani balordi e che potrebbe vedere il passaggio di mano del trofeo rapito.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marco Cochi che proprio il giorno precedente aveva postato sul suo blog (afrofocus.com) un pezzo relativo agli scontri per la supremazia nell'area tra qaedisti e daesh:\r\n\r\nRapimento di Silvia Romano\r\n\r\n ","23 Novembre 2018","2018-11-23 02:34:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/mappa_villaggio_rapimento-200x110.gif","\u003Cimg width=\"300\" height=\"213\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/mappa_villaggio_rapimento-300x213.gif\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/mappa_villaggio_rapimento-300x213.gif 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/11/mappa_villaggio_rapimento-768x546.gif 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gruppi jihadisti in Africa orientale: il panorama del rapimento di Silvia",1542940449,[284,251,285,286],"http://radioblackout.org/tag/gruppi-jihadisti/","http://radioblackout.org/tag/silvia-romano/","http://radioblackout.org/tag/somali/",[288,22,289,290],"gruppi jihadisti","Silvia Romano","somali",{"post_content":292},{"matched_tokens":293,"snippet":294,"value":295},[221],"la povertà –dell'area, l'esistenza del \u003Cmark>jihadismo\u003C/mark>, proveniente soprattutto da ogni tipo","Moltissime le ipotesi e gli scenari immaginati dopo il rapimento di Silvia Romano – tralasciamo i social italiani e la ferocia becera e molto gretta che applicano nella difesa del loro presunto benessere –, in seguito al quale gli invasati dal populismo si sono scatenati di nuovo contro l'impegno di ong e anche della cooperazione, perché si sentono posti di fronte ala loro pochezza garantita. 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Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. 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E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ","18 Giugno 2025","2025-06-18 17:00:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/06/2025 - LA PIEGA ETEROGENEAMENTE AUTORITARIA DEL BLOCCO AES NEL SAHEL TRA RUSSIAFRIQUE E PROFITTO A DUBAI","podcast",1750266039,[335],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[319],{"post_content":338},{"matched_tokens":339,"snippet":340,"value":341},[221],"post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo \u003Cmark>jihadismo\u003C/mark> che maschera intromissioni e regolamenti","In un momento di distrazione generale da quanto avviene nel Sahel ci siamo tornati con Alessio Iocchi, docente ed esperto Ispi per la regione, nel momento in cui un’inchiesta internazionale svela torture e detenzioni da parte di Africa Korps (l'erede della Wagner) in Mali. 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In un momento come questo è fondamentale costruire una contronarrazione che possa portare alla luce le cause storiche e materiali dei conflitti che attraversano il Sahel. \r\nIn questa puntata di Black In abbiamo ospitato Andrea de Georgio, giornalista freelance e autore del libro “Il grande gioco del Sahel - Dalle carovane di sale ai Boeing di cocaina” (Bollati Boringhieri, 2021). Attraverso la presentazione di questo libro indagheremo le diverse forze destabilizzanti all’interno della regione, prime fra tutte le politiche neocoloniali degli Stati europei, il jihadismo e il traffico di droga e di essere umani. 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Possedere testi e documenti sovversivi, sostenere economicamente persone detenute con accuse di terrorismo, avere in casa una bomboletta di gas da campeggio, tutto ciò potrebbe essere sufficiente per candidare una persona all’arresto e ai programmi di deradicalizzazione.\r\n\r\nDa diversi anni, dall’ingresso in scena di questi programmi (inizialmente in Francia), si era subodorato che un giorno avrebbero potuto riguardare da vicino le realtà conflittuali antiautoritarie e anarchiche. Ora possiamo sentircelo confermare dalle parole di parlamentari di diversi schieramenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BCUPCB_deradicalize.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCLEARVIEW AI: IN UCRAINA E OLTRE\r\n\r\nLa più rapace azienda di riconoscimento facciale, formalmente messa al bando da diversi Stati per aver compilato il suo database di oltre 10 miliardi di volti rubando immagini da quasi ogni social media in giro per il mondo, entra in guerra.\r\n\r\nDopo aver promosso il proprio software a spioni pubblici e privati, dipartimenti di polizia e agenzie repressive, Clearview AI ha deciso di fornire i propri servizi all’esercito ucraino: per riconoscere i propri cadaveri e quelli russi, identificare infiltrati, ma soprattutto usare la guerra come operazione di marketing.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BCUPCB_cleraview_ukraine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUSA - SURPLUS MILITARE: DALLA POLIZIA ALL’UCRAINA\r\n\r\nLa militarizzazione delle forze dell’ordine è un processo che coinvolge anche l’indotto bellico: il materiale acquistato in eccedenza dal Dipartimento della Difesa viene ceduto ai Dipartimenti di Polizia. Ma quando resta a marcire nei magazzini di stazioni e distretti? Anche se è scaduto lo si può donare alle Forze di Difesa Territoriale Ucraine… e fare così spazio per nuovi acquisti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BCUPCB_police_surplus_ukraine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSORVEGLIANZA E DISINFORMAZIONE\r\n\r\nOperation Safety Net - Dopo le sommosse conseguenti all’omicidio di George Floyd, le forze dell’ordine statunitensi si sono dotate di un programma di sorveglianza ad ampio spettro per sorvegliare attivisti e giornalisti.\r\n\r\nTastieristi di Regime - Un piccolo esempio per smascherare profili di disinformazione e infowar sui social media.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BCUPCB_varie-inverse.mp3\"][/audio]",[390],{"field":226,"matched_tokens":391,"snippet":387,"value":388},[221],{"best_field_score":230,"best_field_weight":231,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":232,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":332,"first_q":17,"per_page":302,"q":17},4,["Reactive",397],{},["Set"],["ShallowReactive",400],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fi8DACQIv6KEJa2VRXZ_5O81Dfj4blf8dd4W8rT8mKXQ":-1},true,"/search?query=Jihadismo"]