","Onde indopacifiche 14","post",1616885229,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76,77,78,79,80,81],"http://radioblackout.org/tag/balukhali/","http://radioblackout.org/tag/blinken/","http://radioblackout.org/tag/coxbazar/","http://radioblackout.org/tag/dostum/","http://radioblackout.org/tag/giulianobattiston/","http://radioblackout.org/tag/greatgame/","http://radioblackout.org/tag/kimjong-un/","http://radioblackout.org/tag/sarinamoles/","http://radioblackout.org/tag/uiguri/","http://radioblackout.org/tag/yangyechi/","http://radioblackout.org/tag/afghanistan/","http://radioblackout.org/tag/anchorage/","http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/ghani/","http://radioblackout.org/tag/kabul/","http://radioblackout.org/tag/kim-jong-un/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/rohingya/",[83,84,85,86,87,88,89,90,91,92,15,93,94,21,26,95,96,97],"#balukhali","#blinken","#coxbazar","#dostum","#giulianobattiston","#greatgame","#kimjong-un","#sarinamoles","#uiguri","#yangyechi","Anchorage","biden","Kim Jong-un","myanmar","Rohingya",{"post_content":99,"tags":103},{"matched_tokens":100,"snippet":101,"value":102},[26],"può conseguire alcuna pace a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark>), Cina, Usa e Russia. Non","https://youtu.be/lDxItqxkDUA\r\nUn malinteso senso ludico ha caratterizzato gli ultimi giorni della narrazione degli eventi preparata da Sabrina Moles per la rubrica di Onde indopacifiche su Radio Blackout: Kim Jong-un ha salutato l'accensione della fiaccola olimpica con l'accessione dei motori di missili balistici (vietatissimi!) finiti proprio nel mar del Giappone; ma anche in Afghanistan si sta aprendo un nuovo round del Great Game cominciato nel 1830 dai britannici che in quell'anno aprirono una via commerciale verso Bukhara, occupando l'emirato afgano, dando la stura a un gioco da cui gli americani cercano di uscire ora attraverso un processo di pace che va a rilento perché c'è sempre qualche protagonista che teme di restare con il cerino in mano (stavolta sono Ghani e Abdullah contrari al governo ad interim proposto dagli americani), perché il gioco si fonda sul fatto che i tempi che si dà ogni partecipante non coincidono con quelli delle esigenze altrui. Ora le diplomazie cercano di avviare conferenze di pace in mezzo alle bombe stragiste e alle uccisioni mirate (come delle tre giovanissime giornalista abbattute all'uscita dalla emittente dove lavoravano): gli americani cercano con urgenza di far organizzare da Ankara una conferenza che porti i talebani a esprimere chiaramente quale idea di sharia intendono proporre, intanto a Mosca si sono incontrate le diplomazie di Pakistan (senza il quale non si può conseguire alcuna pace a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark>), Cina, Usa e Russia. Non mancano i vecchi Signori della Guerra. Da questo groviglio abbiamo cercato di uscire con Giuliano Battiston, uno dei massimi esperti di Afganistan. Ma nei suoi interessi molteplici Giuliano ha frequentato anche il Bangladesh , interessandosi delle sventure dei rohingya, e ci ha riportato il raccapriccio di un rogo terrificante scatenatosi nel campo profughi di Balukhali, nella zona di Cox Bazar, dove c'è il più grosso concentramento di campi profughi al mondo: i profughi sono arsi vivi, perché i campi sono recintati e quindi non hanno potuto scampare alle fiamme, Anche in questo caso il destino amaro di questa comunità islamica li pone tra le fiamme di questa tragedia e la deportazione sull'isola di Bhashan Char, soggetta a periodiche alluvioni, di cui Giuliano ci descrive in dettaglio le condizioni di esistenza e dove è stato decretato che vengano deportati centomila rohingya; pochi giorni fa i funzionari dell'Onu hanno visitato il luogo del confinamento lontano dagli occhi. E questa corrispondenza è avvenuta il giorno prima degli scontri a Dacca contro la visita di Modi nel giorno dell'indipendenza bangladese, a sancire la profondità della ferita religiosa nel golfo del Bengala.\r\nLe diplomazie sembrano tutte un po' in affanno: il caso più emblematico è stato l'incontro tra Blinken e il suo omologo cinese ad Anchorage, dove non se le sono mandate a dire e i cinesi hanno avuto modo di spiegare una volta di più che ciascun popolo ha la propria sensibilità e il proprio concetto di diritti umani e civili, cercando di rivendicare in chiave di anticolonialismo culturale la pretesa di... cancellare la cultura uigura. Da qui si è scatenato un fuoco di sanzioni incrociate, che hanno visto i cinesi prendere di mira Nike e altri prodotti simili, ma soprattutto si sono accaniti su centri di ricerca, accademici, scienziati...\r\nAbbiamo concluso ricordando la mattanza di giovani in corso in Myanmar: era appena concluso lo sciopero silenzioso (due giorni dopo ci sarebbe stato un massacro di più di 100 manifestanti)... la furia di militari e poliziotti documentata dai video che riescono a uscire è orribile a vedersi e alcune armi imbracciate dagli assassini sono italiane, come dimostrato dall'indagine di Emanuele Giordana e Alessandro De Pascale su \"il manifesto\" e \"L'Atlante delle Guerre\"\r\nQui c'è l'analisi di tutti questi temi trattati da Sabrina Moles di \"China Files\" e Giuliano Battiston di \"Lettera22\":\r\n\r\n\"Baruffe ad Anchorage, a far da sfondo Great Game afgano e rogo di Balukhali\".",[104,106,108,110,112,114,116,118,120,122,124,126,128,130,132,135,137,139],{"matched_tokens":105,"snippet":83},[],{"matched_tokens":107,"snippet":84},[],{"matched_tokens":109,"snippet":85},[],{"matched_tokens":111,"snippet":86},[],{"matched_tokens":113,"snippet":87},[],{"matched_tokens":115,"snippet":88},[],{"matched_tokens":117,"snippet":89},[],{"matched_tokens":119,"snippet":90},[],{"matched_tokens":121,"snippet":91},[],{"matched_tokens":123,"snippet":92},[],{"matched_tokens":125,"snippet":15},[],{"matched_tokens":127,"snippet":93},[],{"matched_tokens":129,"snippet":94},[],{"matched_tokens":131,"snippet":21},[],{"matched_tokens":133,"snippet":134},[26],"\u003Cmark>Kabul\u003C/mark>",{"matched_tokens":136,"snippet":95},[],{"matched_tokens":138,"snippet":96},[],{"matched_tokens":140,"snippet":97},[],[142,148],{"field":38,"indices":143,"matched_tokens":145,"snippets":147},[144],14,[146],[26],[134],{"field":149,"matched_tokens":150,"snippet":101,"value":102},"post_content",[26],578730123365712000,{"best_field_score":153,"best_field_weight":42,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":50,"score":154,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"1108091339008","578730123365711978",{"document":156,"highlight":173,"highlights":185,"text_match":151,"text_match_info":191},{"cat_link":157,"category":158,"comment_count":50,"id":159,"is_sticky":50,"permalink":160,"post_author":53,"post_content":161,"post_date":162,"post_excerpt":56,"post_id":159,"post_modified":163,"post_thumbnail":164,"post_thumbnail_html":165,"post_title":166,"post_type":61,"sort_by_date":167,"tag_links":168,"tags":171},[47],[49],"55489","http://radioblackout.org/2019/09/in-afghanistan-40-anni-senza-pace-che-non-e-alle-viste/","Gli afgani continuano a essere bersagli di attentati, bombardamenti di droni, attacchi e vessazioni da parte di tutte le fazioni in conflitto. La nazione è composita, suddivisa in aree popolate da gruppi e tribù diverse per tradizione, religione e riferimenti culturali... finora hanno superato ogni divisione quando un elemento estraneo ha invaso un territorio il cui confine si è ridotto sempre e britannici, sovietici lo hanno esperito e ora anche gli statunitensi stanno trattando per fingere di non intromettersi mantenendo una presenza a loro utile solo in funzione di controllo delle potenze rivali nell'area, segnatamente Russia e Iran.\r\n\r\nMa il Movimento taliban, fortemente cambiato rispetto al 2001, più autoctono, costituito da molte realtà locali più o meno radicalizzato, in grado di controllare buona parte del territorio afgano, ha già accettato tutto ciò che poteva, irritato dai giochetti americani, ha avviato una campagna elettorale fatta di attentati sanguinosi, anche in concorrenza con i rivali del Daesh, sempre più presenti, soprattutto nel nord del paese, penetrante dalle ex repubbliche sovietiche.\r\n\r\nMa la pace va fatta con il nemico e non si può sempre rilanciare come ripete sistematicamente Trump come un baro che gioca l'eterna partita di poker con i suoi bluff. Prima o poi dopo le poco utili elezioni del 28 settembre riprenderanno gli incontri?\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Giustozzi, analista freelance esperto di Afghanistan e di gruppi jihadisti.\r\n\r\ncercando di capire meglio il movimento taliban","28 Settembre 2019","2019-09-28 09:58:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/afgani3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/afgani3-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/afgani3-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/afgani3.jpg 585w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In Afghanistan 40 anni senza pace, che non è alle viste",1569633128,[74,77,169,78,170],"http://radioblackout.org/tag/gruppi-jihadisti/","http://radioblackout.org/tag/talebani/",[15,21,172,26,18],"gruppi jihadisti",{"tags":174},[175,177,179,181,183],{"matched_tokens":176,"snippet":15},[],{"matched_tokens":178,"snippet":21},[],{"matched_tokens":180,"snippet":172},[],{"matched_tokens":182,"snippet":134},[26],{"matched_tokens":184,"snippet":18},[],[186],{"field":38,"indices":187,"matched_tokens":188,"snippets":190},[20],[189],[26],[134],{"best_field_score":153,"best_field_weight":42,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":50,"score":192,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"578730123365711977",{"document":194,"highlight":212,"highlights":216,"text_match":220,"text_match_info":221},{"cat_link":195,"category":196,"comment_count":50,"id":197,"is_sticky":50,"permalink":198,"post_author":53,"post_content":199,"post_date":200,"post_excerpt":56,"post_id":197,"post_modified":201,"post_thumbnail":202,"post_thumbnail_html":203,"post_title":204,"post_type":61,"sort_by_date":205,"tag_links":206,"tags":209},[47],[49],"57925","http://radioblackout.org/2020/03/pace-di-kabul-altrove-e-la-guerra-trendy-sinscena-un-accordo-raffazzonato-per-scappare/","La ripresa della guerra era annunciata, ma a Trump bastava l'annuncio di un accordo di minor violenza da spendersi elettoralmente, ritirare le truppe per dimostrare di rispettare le promesse e lasciare che il problema se lo risolvano gli afgani. Solo che al tavolo degli accordi non c'era Ghani (o Abdullah) e non c'era nemmeno l'arbitro. Gli americani rinuncerebbero alla presenza nel paese (non è credibile che Baghram venga abbandonata, con il controllo di merci e armati che permette strategicamente) e i talebani ai legami con al Qaeda (tanto l'emirato islamico è già annunciato).\r\n\r\nE infatti dopo 5 giorni alcuni attentati dei talebani hanno provocato 20 morti a Kunduz e i bombardamenti dell'aviazione americana in Hellmand. La consequenzialità schizofrenica equivale a quella che porta gli uni a perseguire una strategia suicida di attacchi annunciati e gli altri a spostare truppe da uno scacchiere all'altro, abbandonando per finta i luoghi della guerra più lunga combattuta dagli americani perché la guerra trendy in questo momento è quella in estremo oriente.\r\n\r\nEmanuele Giordana conosce da più di 40 anni la cultura e le vicissitudini dell'Afghanistan: le guerre, i drammi e le occupazioni; le famiglie che costituiscono la galassia talebana e il mullah che gli fa da collante, quello che un presidente da sit-com intrattiene al telefono per mezz'ora il giorno dopo di una firma su un accordo che difficilmente metterà la parola fine a una guerra ventennale.\r\n\r\nStrategia talebana, uso spregiudicato della guerra e spartizione del potere\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020_03_05_saltati-accordi-talibani.mp3\"][/audio]","7 Marzo 2020","2020-03-07 01:05:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1-1024x614.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1-768x461.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/pace-talebana1.jpg 1240w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pace di Kabul: s'inscena un accordo fasullo per far credere al disimpegno",1583542585,[207,170,208],"http://radioblackout.org/tag/accordi-stracciati/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[210,18,211],"accordi stracciati","Trump",{"post_title":213},{"matched_tokens":214,"snippet":215,"value":215},[26],"Pace di \u003Cmark>Kabul\u003C/mark>: s'inscena un accordo fasullo per far credere al disimpegno",[217],{"field":218,"matched_tokens":219,"snippet":215,"value":215},"post_title",[26],578730123365187700,{"best_field_score":222,"best_field_weight":223,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":50,"score":224,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":226,"highlight":247,"highlights":252,"text_match":220,"text_match_info":255},{"cat_link":227,"category":228,"comment_count":50,"id":229,"is_sticky":50,"permalink":230,"post_author":53,"post_content":231,"post_date":232,"post_excerpt":56,"post_id":229,"post_modified":233,"post_thumbnail":234,"post_thumbnail_html":235,"post_title":236,"post_type":61,"sort_by_date":237,"tag_links":238,"tags":243},[47],[49],"58607","http://radioblackout.org/2020/03/attentato-al-tempio-sikh-mossa-isis-del-riposizionamento-afgano/","Nel silenzio ovattato da covid19 planetario una guerra lunga 40 anni procede con le mosse dei contendenti che sembrano volersi posizionare costantemente per uno scontro finale o un accordo di pace definitivo, entrambi ancora di là da venire.\r\n\r\nLa notizia dell'attentato al tempio sikh di Kabul ha riportato l'attenzione sull'Afghanistan, uno sguardo che non è mai stato realmente distolto in questi mesi di tentativo di disimpegno trumpiano in vista dele elezioni. Si tratta dell'ennesima azione portata dall'Isis direttamente contro i simboli di una setta religiosa diversa dal sunnismo jihadista, che il 25 marzo aveva già colpito un tempio hindu-sikh a Kabul; questa volta ha procurato almeno 25 morti (venti giorni prima aveva colpito la comunità hazara raccolta a commemorare. il leader Mazari, ucciso dai talebani nel 1995). È un tassello in più nel puzzle che vede il Daesh intento a cercare di raccogliere gli scontenti dell'avvicinamento del mondo talebano all'amministrazione statunitense che a Doha il 29 febbraio ha conseguito un accordo con poche luci e molte ombre, già disatteso in parte ancora prima che vengano realmente definiti i contorni, ma che finisce con il mettere all'angolo gli altri protagonisti afgani: i due presidenti autoproclamatisi tali dopo elezioni disertate e costellate da brogli.\r\n\r\nInfatti l'altra notizia di due giorni precedente l'attacco jihadista era quella che Pompeo, il segretario di stato americano, aveva pretestuosamente addotto l'incapacità di accordarsi tra Abdulla e Ghani per annunciare il taglio di due miliardo di dollari nei finanziamenti allo stato afgano, mossa che tende a comunicare ai contendenti il disimpegno dalla guerra più lunga della storia statunitense – comunque vada il negoziato.\r\n\r\nE questo negoziato appare ancora più aleatorio e laborioso del solito, reso ancora più precario dalla pandemia, che si sta rinfocolando per il rientro di molti migranti che si trovavano in Iran, paese da dove vengono spinti a varcare indietro la frontiera a migliaia. Il coronavirus rende ancora maggiori le difficoltà di organizzare incontri che procedono per via telematica (per quanto ci siano dubbi che possano avere validità in un contesto tribale simile), ma per altri versi lo stesso covid19 consente di sveltire paradossalmente i tempi diplomatici perché riduce la quantità dei partecipanti al negoziato e chi è coinvolto è come se fosse in conclave a discutere sugli autentici punti di separazione tra le parti... Ma poi, una volta che gli americani si saranno sfilati (e con loro i militari stranieri disseminati sul territorio – e portatori a loro volta di coronavirus) quale panorama si affaccerà al paese ridotto alla miseria senza il sostegno finanziario dall'estero? e tutti i protagonisti ora in campo a cercare di consolidare la propria posizione arriveranno a negoziare a loro volta, o si scateneranno nuovamente nuovi, ulteriori, conflitti armati?\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo cercato di dare un senso a tutto ciò con Giuliano Battiston, giornalista e ricercatore esperto dell'area del Khorasan:\r\nBattiston afg\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Battiston-afg.mp3\"][/audio]","26 Marzo 2020","2020-03-26 19:23:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/taliban_guerraepace.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Attentato al tempio sikh, mossa Isis del riposizionamento afgano",1585250616,[239,74,240,77,241,242,170],"http://radioblackout.org/tag/abdullah/","http://radioblackout.org/tag/daesh/","http://radioblackout.org/tag/pompeo/","http://radioblackout.org/tag/sikh/",[244,15,28,21,245,246,18],"Abdullah","Pompeo","sikh",{"post_content":248},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":251},[26],"dell'attentato al tempio sikh di \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> ha riportato l'attenzione sull'Afghanistan, uno","Nel silenzio ovattato da covid19 planetario una guerra lunga 40 anni procede con le mosse dei contendenti che sembrano volersi posizionare costantemente per uno scontro finale o un accordo di pace definitivo, entrambi ancora di là da venire.\r\n\r\nLa notizia dell'attentato al tempio sikh di \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> ha riportato l'attenzione sull'Afghanistan, uno sguardo che non è mai stato realmente distolto in questi mesi di tentativo di disimpegno trumpiano in vista dele elezioni. 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E tutto questo coacervo di interessi diversi si materializzano in embarghi di armi disattesi, arrivando allo Yemen e all'Arabia di MBS e del recente caso Kashoggi. E l'Atlante delle guerre fa anche uso di articoli di testate che possono avere interessi (che vengono esplicitati), ma il loro utilizzo può tornare utile perché evidenzia sottotraccia con l'esposizione delle violazioni altrui anche quelle che per forza la propria fazione perpetra.\r\n\r\nIn particolare nel dossier di quest'anno (curato da Alice Pistolesi) c'è un elemento di attenzione ai conflitti ambientali: acqua, land grabbing, disastri ambientali e riscaldamento climaticoche creano una massa di profughi ambientali paragonabile a guerre... e poi si scoprono soluzioni artificiali (cinesi) che lasciano perplessi.\r\n\r\nE poi il Pakistan con le ultime elezioni, l'India con le considerazioni di Marina Forti... la Corea, la cui unificazione non è voluta da nessuno se non dai coreani, come nell'intervento di Rosella Ideo: una non guerra... situazioni a rischio, ma con tentativi di pace.\r\n\r\nFili spinati, embarghi disattesi, ambiente foriero di guerra\r\n\r\nE poi di questi giorni è la notizia della lunga marcia degli honduregni verso il Nord, scaturita da bisogni che non vengono mai presi in considerazione da chi poi si incarica di perseguire i fenomeni di spostamenti di massa dalla miseria, dalle persecuzioni, dalla violenza e dalle dittature: la vera guerra ai poveri, il conflitto civile, motivo per cui la gente se ne va. E da qui scaturiscono grandi marce contro gli effetti delle guerre, dichiarate o meno, tornando di nuovo in Afghanistan concludendo ad anello il percorso partito con l'attentato di Kandahar.\r\n\r\nMarcia honduregni alla conquista del Far North\r\n\r\n \r\n\r\n ","20 Ottobre 2018","2018-10-24 15:29:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"234\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1-300x234.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1-300x234.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1-768x600.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1-1024x800.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/10/atlante1.jpg 1436w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un'istantanea delle guerre in un abituale giorno di guerra",1539995396,[74,271,272,273],"http://radioblackout.org/tag/atlante-delle-guerre/","http://radioblackout.org/tag/muro-kenya-somalia/","http://radioblackout.org/tag/niger/",[15,275,276,277],"Atlante delle guerre","muro Kenya/Somalia","niger",{"post_content":279},{"matched_tokens":280,"snippet":281,"value":282},[26],"stamani dalla strada che unisce \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> a Jalalabad, che nelle sue","Avevamo predisposto uno sguardo sulla pubblicazione dell'ottava edizione dell'Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo approfittando della presenza di Emanuele Giordana in città, un'occasione che pensavamo utile per affrontare alcune emblematiche situazioni belliche sul pianeta, quando nella serata di ieri è avvenuto l'attentato che ha sconvolto gli equilibri a poche ore dall'apertura dei seggi elettorali afgani: a Kandahar sono rimasti uccisi il governatore e il capo della polizia della provincia, il mitico Abdul Raziq, già eroe in vita, ora icona della guerra ai talebani; l'attentato ha portato al rinvio delle elezioni nella provincia di Kandahar, che è un'ammissione di debolezza da parte di Ghani e degli americani.\r\n\r\nEra inevitabile iniziare da lì.\r\n\r\nSignori della guerra e uomini d'affari si preparano a spartirsi il potere... che poi è quanto smuove i conflitti di tutto il mondo monitorati dalla pubblicazione da cui siamo partiti per illustrare a che punto siamo con le guerre, per approfondire questo aspetto è intervenuto anche Giuliano Battiston in diretta stamani dalla strada che unisce \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> a Jalalabad, che nelle sue parole comprendiamo essere centrale per capire i rapporti di forza dalla provincia, in cui più forti sono i talebani e che consente di considerare non tanto periferica la zona rispetto al reale baricentro politico, vista la vicinanza al confine con il Pakistan.\r\n\r\nAfghanistan: attentato elettorale a Kandahar\r\n\r\nE proprio concludendo le considerazioni sull'Afghanistan, valutando le prese di posizione italiane sulla attuale contingenza afgana e il desiderio di sganciarsi dall'impegno di truppe sul terreno, solo per poterle impegnare altrove andiamo a trovare un'altra guerra coloniale, stavolta in Africa, nel Niger, insieme alla potenza coloniale per eccellenza (la Francia), usando sue strutture militari, nonostante la finta maretta al confine di Claviere e Ventimiglia tra fascisti e fighetti dell'Ena.\r\n\r\nDa qui è facile arrivare in Kenya, imbattendosi per caso in uno dei tanti fili spinati che costellano i confini del mondo: stavolta è un muro di filo spinato tra Kenya e Somalia, quel Corno d'Africa così aggrovigliato in infiniti dissidi sepolti nelle memorie del mondo che contrappongono civiltà, etnie, tribù, famiglie... interessi, multinazionali, risorse, imperialismi. 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Altrove la bomba arriva senza che alcuna immagine riesca a bucare il video. Dunque non esiste e quindi i profughi afgani possono venire rimpatriati a forza, perché è ridiventato un luogo sicuro.\r\n\r\nCon Emanuele si è così potuto sorvolare in maniera non bellicosa i cieli dello Yemen e quelli afgani, dove piovono ordigni fabbricati in grande quantità in Italia senza che la comunità internazionale si indigni; abbiamo parlato di possibili soluzioni che ora possono apparire utopistiche ma che si sono realizzate alcune decenni fa, quando si impose alla Oto Melara di non produrre più armi.\r\n\r\nIl discorso ha preso spunto dagli scontri di piazza in Armenia di questi giorni contro il terzo mandato al putiniano Sargsyan, perché la situazione nel Caucaso rischia di nuovo di vedere un teatro di guerra come quella non ancora sopita esplosa nel Donbass, ma sono talmente tante le terre a rischio di venire travolte dalla tentazione di risolvere le questioni imponendo la forza che con il direttore dell'Atlante delle guerre ci siamo limitati all'ambito asiatico: dove il genocidio dei rohingya incontra la medesima attenzione delle bombe settimanali che sventrano Kabul, alternate alle operazioni cosiddette chirurgiche dei droni, cui abbiamo alluso citando un bell'articolo ispirato a Virilio e scritto da Lisa Parks, che spiega dove vanno a finire i dati che i droni raccolgono e poi vengono rivenduti alle aziende pronte a ricostruire i paesaggi di guerra (un altro tipo di effetti collaterali della guerra); arrivando alla impressionante \"Madre di tutte le Bombe\", scaricata sull'Afghanistan da un Trump esattamente un anno fa, citata nell'intervista a Malalai Joya su \"il manifesto\" di oggi.\r\n\r\nE proprio sulla scorta della intervista di Giuliana Sgrena, dove si lamentavano genericamente corruzione, bombe, signori della guerra, droga e disoccupazione nella nostra chiacchierata si è dato conto anche di una protesta che non tanto timidamente si sta sollevando in Afghanistan dal basso e con determinazione, senza coordinamento ideologico e senza essere pilotato dall'esterno. Quello che è emerso dalle parole di Emanuele infatti non è solo contrapposizione a azioni di guerra più o meno dichiarata, che producono solo disperazione e morte, ma registra dal suo osservatorio dell'Atlante delle guerre alcuni casi di reazione popolare: sia in Afghanistan sta sorgendo un movimento di massa, trasversale che ha già dato vita a un sit in di uomini e anche donne che ha imbarazzato tutti gli attori a Kabul, sia nella citata rivolta di massa in Armenia, da cui eravamo partiti.\r\n\r\nContro tutte le bombe","21 Aprile 2018","2018-05-02 14:20:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"240\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare-300x240.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare-300x240.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare-768x614.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare-1024x819.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/Chemical-Warfare.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Paesaggio con bombe... alcune silenziate, altre in favore di telecamera",1524312645,[74,301,302,303,304,305,306,307],"http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/attacchi-chimici/","http://radioblackout.org/tag/bombe/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/vendita-di-armi/","http://radioblackout.org/tag/yemen/",[15,309,310,311,312,24,33,313],"armenia","armi","attacchi chimici","bombe","yemen",{"post_content":315},{"matched_tokens":316,"snippet":317,"value":318},[26],"delle bombe settimanali che sventrano \u003Cmark>Kabul\u003C/mark>, alternate alle operazioni cosiddette chirurgiche","Sabato 21 in molte piazze italiane manifestazioni contro tutte le bombe, a Torino alle 16 in piazza Castello: in quest'ottica possiamo sentire come viatico l'intervento occhiuto, documentato, non vacuamente pacifista, ma di ferma denuncia che Emanuele Giordana è venuto a fare negli studi della radio a seguito del suo articolo del 18 aprile sulle bombe silenziose (o forse \"silenziate\") rispetto al clamore per l'attacco chimico su Douma – ormai considerato da molti una efficace messinscena per dare un pretesto a Trump di mostrarsi ancora protagonista in uno scacchiere da cui è stato messo ai margini; lì i media di ogni tipo hanno fatto la differenza, mostrando effetti, documentando distruzioni, persino accendendo le telecamere sui bombardieri e trasformando i piloti in operatori che esibiscono il loro intervento. 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Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\nSi tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.\r\nSecondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano: qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. 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Il 20 dicembre del 2024 il Politecnico ha tirato fuori dal cappello un bel mucchio di soldi.\r\nNello specifico è stata annunciata la nascita di una “nuova infrastruttura tecnologica d’innovazione “IS4Aerospace - Knowledge Transfer Innovation Infrastructure for New Aerospace Challenges” dal valore complessivo di 23 milioni e 600mila euro, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR e proposta dal Politecnico di Torino, che la coordina, insieme ad Avio Aero, Leonardo e Thales Alenia Space, che cofinanziano l’iniziativa in partenariato pubblico-privato.”\r\nIS4Aerospace descritto come primo tassello per la Città dell’Aerospazio, che ospiterà laboratori congiunti per ricerca e impiego di tecnologie chiave nel campo dei velivoli di prossima generazione.\r\nIl Politecnico fornisce sempre maggiore copertura ad un’operazione volta a migliorare la capacità bellica di cacciabombardieri, droni, satelliti impiegati sui tanti fronti di guerra.\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan? Seconda puntata\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di murarle vive nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere.\r\nIl vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jihadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni dell’SDF provano a difendere l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nIl mese scorso ne abbiamo parlato con Lollo, questa settimana ne abbiamo discusso con Stefano Capello\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 18 gennaio\r\nLeggi di guerra, zone rosse, militari per le strade\r\nIl paradigma autoritario del governo Meloni\r\nPunto info al Balon\r\ndalle 10,30 alle 13,30\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Gennaio 2025","2025-01-16 02:17:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/red-zone-200x110.jpeg","Anarres del 10 gennaio. 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Zone rosse, profilazione etnica e sociale\r\nIl ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia con nuovi strumenti di controllo e punizione, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nIl Governo implementa le “zone rosse” nelle aree urbane.\r\nA Roma, nei prossimi due mesi nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, il prefetto Giannini ha disposto “zone a vigilanza rafforzata“: qui le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi, viene data alla polizia la possibilità di intervenire per spostare persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\nSi tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse”, inizialmente disposte da Piantedosi a fine 2024 a Milano e Napoli città, dopo le prime sperimentazioni repressive di 3 mesi a Firenze e Bologna.\r\nSecondo il Viminale, dal 31 dicembre a oggi sono state controllate 25mila persone, con 228 allontanamenti coatti, quasi la metà dei quali solo a Milano: qui, su 8.303 controlli, 106 i provvedimenti disposti. Segue Bologna (7.613 controlli e 43 allontanamenti), Firenze (6.217 controlli, 68 allontanamenti) e infine Napoli (2.854 controlli, 11 allontanamenti).\r\nNel frattempo il DDL 1660, passato in settembre alla Camera, dopo qualche mese in Commissione, approderà presto nell’aula del Senato.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio Losco, avvocato milanese, che difende tanti indesiderabili politici e sociali.\r\n\r\nCittà delle armi. Il coniglio dal cappello del Politecnico\r\nIl progetto di Città dell’Aerospazio, nuovo polo bellico a Torino, promosso da Leonardo, la maggiore industria armiera italiana, e dal Politecnico, è fermo dal 2021, quando venne annunciato per la prima volta l’avvio dei lavori. Nel 2023, in occasione della mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra, che si tiene ogni due anni a Torino, ci fu un nuovo annuncio, finito in nulla. Il 20 dicembre del 2024 il Politecnico ha tirato fuori dal cappello un bel mucchio di soldi.\r\nNello specifico è stata annunciata la nascita di una “nuova infrastruttura tecnologica d’innovazione “IS4Aerospace - Knowledge Transfer Innovation Infrastructure for New Aerospace Challenges” dal valore complessivo di 23 milioni e 600mila euro, finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del PNRR e proposta dal Politecnico di Torino, che la coordina, insieme ad Avio Aero, Leonardo e Thales Alenia Space, che cofinanziano l’iniziativa in partenariato pubblico-privato.”\r\nIS4Aerospace descritto come primo tassello per la Città dell’Aerospazio, che ospiterà laboratori congiunti per ricerca e impiego di tecnologie chiave nel campo dei velivoli di prossima generazione.\r\nIl Politecnico fornisce sempre maggiore copertura ad un’operazione volta a migliorare la capacità bellica di cacciabombardieri, droni, satelliti impiegati sui tanti fronti di guerra.\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan? 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Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare.\r\nIl consiglio superiore della magistratura ha dato parere negativo sul trasferimento della competenza sulle domande di asilo alle corti di appello, ma si tratta di un parere non vincolante.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n(A)distro e SeriRiot\r\nriapre mercoledì 8 gennaio\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nora siamo in pausa per la fine dell’anno.\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Dicembre 2024","2024-12-25 09:59:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/pinelli-200x110.jpeg","Anarres del 13 dicembre. 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Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare.\r\nIl consiglio superiore della magistratura ha dato parere negativo sul trasferimento della competenza sulle domande di asilo alle corti di appello, ma si tratta di un parere non vincolante.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n(A)distro e SeriRiot\r\nriapre mercoledì 8 gennaio\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nora siamo in pausa per la fine dell’anno.\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[402],{"field":149,"matched_tokens":403,"snippet":378,"value":400},[26],{"best_field_score":222,"best_field_weight":144,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":50,"score":256,"tokens_matched":30,"typo_prefix_score":50},{"document":406,"highlight":420,"highlights":425,"text_match":220,"text_match_info":428},{"comment_count":50,"id":407,"is_sticky":50,"permalink":408,"podcastfilter":409,"post_author":410,"post_content":411,"post_date":412,"post_excerpt":56,"post_id":407,"post_modified":413,"post_thumbnail":414,"post_title":415,"post_type":371,"sort_by_date":416,"tag_links":417,"tags":419},"77456","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-06-10-2022-corno-dafrica-la-guerra-elisir-di-lunga-vita-per-afewerki-i-sogni-del-novello-menelik-etiope-del-xxi-secolo-la-somalia-campo-di-battaglia-dellafricom-yankee-brasi/",[333],"radiokalakuta","Bastioni di Orione ritorna a parlare del Corno d'Africa con Matteo Palamidesse giornalista e conoscitore dell'area ,affrontiamo le convulsioni della guerra fra Etiopia e Tigray ,le implicazioni che coinvolgono il ruolo dell'Eritrea e la politica del dittatore Isaias Afewerki,la crisi all'interno della compagine etiope ,il ruolo della Cina protagonista sempre piu' ingombrante nel corno d'Africa,i nuovi soggetti come la Turchia che riveste un ruolo militare e commerciale estremamente rilevante,parliamo anche della Somalia e dell'offensiva militare contro gli Shebaab ,sostenuta dai militari americani che rientrano in Somalia con l'Africom.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-etiopia-matteo-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Luigi Spera , ricercatore e giornalista affrontiamo le implicazioni dell'esito delle elezioni in Brasile , un risultato che smentisce i sondaggi e che dimostra come il bolsonarismo sia ancora vivo e vegeto .Lula mantiene il vantaggio ma la campagna mediatica ,il sostegno degli evangelici ,la visione manichea dei sostenitori di Bolsonaro hanno rosicchiato il vantaggio iniziale .Ci soffermiamo anche sui problemi del P.T. relativi alla mancanza di ricambio ,una leadership appanata e una gestione precedente che non è stata in grado di connettere le istanze dei movimenti contadini con la presidenza lulista .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-BRASILE-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiceviamo da una compagna iraniana una dichiarazione collettiva di attivisti politici e civili iraniani a sostegno delle proteste delle donne afgane che esprime vicinanza alle famiglie in lutto in seguito all'attentato del 3 ottobre scorso all'interno di un centro educativo a Kabul ,in un quartiere a maggioranza hazara ,in cui sono morte almeno 46 ragazze. Il comunicato invita a lottare uniti contro i rispettivi governi repressivi e omicidi\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/messaggio-afganistan-iran.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Ottobre 2022","2022-10-09 19:42:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/10/2022-CORNO D'AFRICA: LA GUERRA ELISIR DI LUNGA VITA PER AFEWERKI ,I SOGNI DEL NOVELLO MENELIK ETIOPE DEL XXI SECOLO ,LA SOMALIA CAMPO DI BATTAGLIA DELL'AFRICOM YANKEE- BRASILE COLPO DI CODA DEL BOLSONARISMO ,BALLOTTAGGIO TRA UN PALLIDO LULA E IL MACHO MAN PUPILLO DEI LATIFONDISTI-AFGANISTAN E IRAN STESSA MISOGINIA DI STATO STESSA LOTTA.",1665333341,[418],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[339],{"post_content":421},{"matched_tokens":422,"snippet":423,"value":424},[26],"di un centro educativo a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> ,in un quartiere a maggioranza","Bastioni di Orione ritorna a parlare del Corno d'Africa con Matteo Palamidesse giornalista e conoscitore dell'area ,affrontiamo le convulsioni della guerra fra Etiopia e Tigray ,le implicazioni che coinvolgono il ruolo dell'Eritrea e la politica del dittatore Isaias Afewerki,la crisi all'interno della compagine etiope ,il ruolo della Cina protagonista sempre piu' ingombrante nel corno d'Africa,i nuovi soggetti come la Turchia che riveste un ruolo militare e commerciale estremamente rilevante,parliamo anche della Somalia e dell'offensiva militare contro gli Shebaab ,sostenuta dai militari americani che rientrano in Somalia con l'Africom.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-etiopia-matteo-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Luigi Spera , ricercatore e giornalista affrontiamo le implicazioni dell'esito delle elezioni in Brasile , un risultato che smentisce i sondaggi e che dimostra come il bolsonarismo sia ancora vivo e vegeto .Lula mantiene il vantaggio ma la campagna mediatica ,il sostegno degli evangelici ,la visione manichea dei sostenitori di Bolsonaro hanno rosicchiato il vantaggio iniziale .Ci soffermiamo anche sui problemi del P.T. relativi alla mancanza di ricambio ,una leadership appanata e una gestione precedente che non è stata in grado di connettere le istanze dei movimenti contadini con la presidenza lulista .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/BASTIONI-BRASILE-061022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nRiceviamo da una compagna iraniana una dichiarazione collettiva di attivisti politici e civili iraniani a sostegno delle proteste delle donne afgane che esprime vicinanza alle famiglie in lutto in seguito all'attentato del 3 ottobre scorso all'interno di un centro educativo a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> ,in un quartiere a maggioranza hazara ,in cui sono morte almeno 46 ragazze. 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Ne parliamo con Claudio Gallo collaboratore di varie testate internazionali che ci racconta delle proteste del movimento \" Kill the bill \" contro questa legge e il contesto in cui nasce .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/KILL-THE-BILL-GALLO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine raccontiamo dell'infinita e sanguinosa guerra in Yemen con Michele Giorgio ,collaboratore del Manifesto che ci racconta dei risvolti geopolitici di una guerra dimenticata che coinvolge gli interessi dell'occidente in un confronto con l'Iran di cui sta facendo le spese la popolazione civile ,vittima dei bombardamenti sauditi e di una crisi alimentare senza precedenti.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/YEMEN-MICHELE-GIORGIO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Gennaio 2022","2022-01-22 16:15:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/blade-1-1-200x110.jpg","Bastioni di Orione 20/01/2022",1642868149,[441],"http://radioblackout.org/tag/bastioniorione/",[443],"BastioniOrione",{"post_content":445},{"matched_tokens":446,"snippet":447,"value":448},[26],"19 che sono fuggite da \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> e ci raccontano la loro ","Bastioni di Orione ,trasmissione del giovedi' sera che racconta delle convulsioni di una crisi globale permanente che è divenuta il presente distopico in cui siamo immersi ,oggi parliamo di Afganistan con l'incontro in radio con due ragazze Saliha di 24 anni e Abila di 19 che sono fuggite da \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> e ci raccontano la loro esperienza ,la fuga ,la vita che conducevano prima ,le condizioni difficili di chi è rimasto ,le loro speranze.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/RAGAZZE-AFGANE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Gran Bretagna per parlare di una legge liberticida la\"Police, Crime, Sentencing and Courts Bill\", proposta dalla ministra dell'interno ultra conservatrice e che se sarà approvata rischia di rendere impossibile il libero manifestare del dissenso . 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Occorre dunque solo aspettare che il diritto venga effettivamente attuato in un Paese che diversamente dall'Italia vede la maggior parte della popolazione in affitto e non proprietaria di immobili e in una città come Berlino dove il centro si distingue sempre più dall'underground.\r\n\r\n\r\n\r\nParliamo poi con il regista Matteo Tortone autore del documentario Mother lode che racconta delle miniere informali peruviane che ci regala uno squarcio sulle miniere d'oro a Lima con interessanti vedute sulla volontà dei lavoratori stessi di preferire la rinuncia al salario al godimento del ricavato anche minimo delle singole giornate o della materia prima stessa. Importante anche il passaggio delle materie prime dall'estrazione fino all'Europa o al Canada attraverso vari mediatori ,uno sguardo ravvicinato sulle conseguenze della politica estrattivista che sta depauperando i territori ricchi di materie prime.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nInfine Seyf ,il nostro amico afgano,finalmente in radio ,molto importante la testimonianza che ha dato dell'arrivo dei talebani inaspettato e improvviso per la popolazione, già pianificato con gli americani compresa la preliminare uscita dei personaggi importanti del governo. Una drammatica follia che si aggiunge alla notizia della morte di alcuni bambini per fame e arrivo di temperature gelide a Kabul con milioni di persone che dormono nelle tende. Dinanzi a questo scenario un inaccettabile immobilismo dell'Occidente con l'assenza di qualsiasi canale legale di evacuazione dal Paese neanche per i soggetti vulnerabili.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n ","31 Ottobre 2021","2021-10-31 12:08:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/berlino-referendum-2-200x110.jpg","Bastioni di Orione 28/10/2021",1635682120,[418],[339],{"post_content":467},{"matched_tokens":468,"snippet":469,"value":470},[26],"arrivo di temperature gelide a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> con milioni di persone che","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/bastioni-281021.mp3\"][/audio]\r\n\r\nBastioni di Orione trasmissione del giovedi sera in onda dalle 20 alle 21 che vi restituisce squarci della realtà distopica in cui la globalizzazione capitalista ci ha immerso e le pratiche critiche agite dai popoli in lotta contro lo stato delle cose presenti.\r\n\r\nNella puntata di oggi affrontiamo con Erna compagna italo tedesca la questione della socializzazione in Germania diritto sancito dall' art. 15 della Costituzione tedesca che viene rivendicato con referendum in modo vittorioso il settembre scorso rispetto alla questione degli immobili di Berlino Est, circa il 12% delle abitazioni di Berlino, finiti nelle mani di grandi immobiliaristi privati. 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Approfondiamo anche lo scenario politico e sociale senegalese insieme a Viviana redattrice di \"black in\" e Mambaye che ci racconta di una crescente tensione e rabbia fra i giovani oppositori del presidente Macky Sall ,in un quadro di crisi economica che lascia come unica alternativa l'emigrazione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nInfine andiamo in Ecuador , ne parliamo con Davide Matrone che insegna all'università di Quito e ci racconta della restaurazione liberista in atto da parte del presidente Guillermo Lesso ,banchiere espressione delle oligarchie che vogliono cancellare i progressi della gestione Correa l'ex presidente ora in esilio .Parliamo anche della rivolta del carcere di Guayaquil che è costata almeno 120 morti e della situazione di crisi sociale ed economica di cui la violenza è un riflesso.\r\n\r\n ","2 Ottobre 2021","2021-10-02 17:33:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/blade-1-200x110.jpg","Bastioni di Orione 30/09/2021",1633195980,[418],[339],{"post_content":489},{"matched_tokens":490,"snippet":491,"value":492},[26],"racconto del nostro amico a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> in attesa del ritorno in","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/bastioni-di-orione-30092021.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorna Bastioni di Orione ,trasmissione del giovedi sera dalle 20 alle 21 che vi racconta delle convulsioni globali che attraversano il nostro tempo ,oggi parliamo di Afganistan con il racconto del nostro amico a \u003Cmark>Kabul\u003C/mark> in attesa del ritorno in Italia che ci descrive una situazione sempre più degradata ,condizioni di vita estreme per la popolazione che cerca in tutti i modi di lasciare il paese ,fratture etniche che si approfondiscno facendo presagire scenari infuasti da guerra civile ,repressione nei confronti delle donne che sprofondano in una tenebra oscurantista ,il tutto nella totale indifferenza di Europa e U.S.A. che si preoccupano solo dell'afflusso di nuovi profughi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Senegal con Mambaye che ha vissuto a lungo in Italia e ora è tornato a Dakar ,con lui parliamo delle difficoltà dei cittadini senegalesi ad ottenere il visto per il ricongiungimento famigliare ,con un mercato nero degli appuntamenti tollerato dall'ambasciata italiana di Dakar ,che continua a frapporre ostacoli all'ottenimento di un diritto . 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