","PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE PER L'INTRODUZIONE DEL REATO DI OMICIDIO E LESIONI GRAVI SUL LAVORO.","post",1687799098,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/legge-iniziativa-popolare-omicidio-sul-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/morti-sul-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza-lavoro/",[64,65,29],"LEGGE INIZIATIVA POPOLARE OMICIDIO SUL LAVORO","morti sul lavoro",{"post_content":67,"post_title":75,"tags":83},{"matched_tokens":68,"snippet":73,"value":74},[69,70,71,72],"Legge","Iniziativa","Popolare","Omicidio","piazza il Comitato per la \u003Cmark>Legge\u003C/mark> di \u003Cmark>Iniziativa\u003C/mark> \u003Cmark>Popolare\u003C/mark> per l’introduzione del reato di \u003Cmark>Omicidio\u003C/mark> e Lesioni gravi o gravissime","Durante la manifestazione nazionale di sabato 24 a Roma, era in piazza il Comitato per la \u003Cmark>Legge\u003C/mark> di \u003Cmark>Iniziativa\u003C/mark> \u003Cmark>Popolare\u003C/mark> per l’introduzione del reato di \u003Cmark>Omicidio\u003C/mark> e Lesioni gravi o gravissime \u003Cmark>sul\u003C/mark> \u003Cmark>Lavoro\u003C/mark>.\r\n\r\n\r\nNel nostro paese, da troppo tempo, la salute e la sicurezza dei lavoratori sono visti come un costo, da ridurre al minimo per poter aumentare i profitti; in Italia, ogni giorno, più di tre lavoratori o lavoratrici non tornano a casa dai propri cari: la causa è da ricercare in una cultura imprenditoriale votata alla speculazione sulla pelle di chi lavora. Per questo l' introduzione una nuova fattispecie di reato può porre un freno alla strage: delle oltre mille morti l’anno di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> la maggior parte sarebbe evitabile, se fossero rispettate le norme a tutela di salute e sicurezza.\r\n\r\n\r\nNegli ultimi 5 anni in Italia oltre 4 mila lavoratrici e lavoratori sono morti sui luoghi di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>, quasi 4 milioni hanno riportato gravi ferite, traumi e danni di varia natura, a causa, in particolar modo, di tagli, schiacciamenti, urti, cadute dall'alto; circa 300 mila hanno subìto un danno permanente; oltre 300 mila si sono ammalati perché esposti ad agenti inquinanti ed a ritmi di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> usuranti. A fronte di questi numeri impressionanti le pene comminate ai responsabili per la mancata osservanza delle disposizioni normative in materia di prevenzione dei rischi per la sicurezza e la salute sui luoghi di \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> sono molto tenui e di scarsa rilevanza.\r\n\r\n\r\nParliamo di questa \u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> con Pierpaolo Leonardi del comitato per la \u003Cmark>legge\u003C/mark> di \u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> popolate per l'introduzione del reato di \u003Cmark>omicidio\u003C/mark> e lesioni gravi \u003Cmark>sul\u003C/mark> \u003Cmark>lavoro\u003C/mark> .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/INFO-LEONARDI-LEGGE-OMICIDIO-LAVORO.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":82,"value":82},[77,78,79,80,81],"LEGGE","POPOLARE","OMICIDIO","SUL","LAVORO","PROPOSTA DI \u003Cmark>LEGGE\u003C/mark> \u003Cmark>POPOLARE\u003C/mark> PER L'INTRODUZIONE DEL REATO DI \u003Cmark>OMICIDIO\u003C/mark> E LESIONI GRAVI \u003Cmark>SUL\u003C/mark> \u003Cmark>LAVORO\u003C/mark>.",[84,88,93],{"matched_tokens":85,"snippet":87},[77,86,78,79,80,81],"INIZIATIVA","\u003Cmark>LEGGE\u003C/mark> \u003Cmark>INIZIATIVA\u003C/mark> \u003Cmark>POPOLARE\u003C/mark> \u003Cmark>OMICIDIO\u003C/mark> \u003Cmark>SUL\u003C/mark> \u003Cmark>LAVORO\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":92},[90,91],"sul","lavoro","morti \u003Cmark>sul\u003C/mark> \u003Cmark>lavoro\u003C/mark>",{"matched_tokens":94,"snippet":95},[81],"SICUREZZA \u003Cmark>LAVORO\u003C/mark>",[97,104,107],{"field":34,"indices":98,"matched_tokens":99,"snippets":103},[46,14,38],[100,101,102],[77,86,78,79,80,81],[90,91],[81],[87,92,95],{"field":105,"matched_tokens":106,"snippet":73,"value":74},"post_content",[69,70,71,72],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":82,"value":82},"post_title",[77,78,79,80,81],3472336863745278000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":46,"score":115,"tokens_matched":116,"typo_prefix_score":46},"6627123986688",13,3,"3472336863745278059",6,{"document":118,"highlight":142,"highlights":149,"text_match":152,"text_match_info":153},{"cat_link":119,"category":120,"comment_count":46,"id":121,"is_sticky":46,"permalink":122,"post_author":49,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":125,"post_id":121,"post_modified":126,"post_thumbnail":127,"post_thumbnail_html":128,"post_title":129,"post_type":57,"sort_by_date":130,"tag_links":131,"tags":141},[43],[45],"67218","http://radioblackout.org/2021/03/gentrification-in-polonia-a-10-anni-dallassassinio-di-jolanta-brzeska/","Il primo marzo del 2011 Jolanta, 64 anni, esce dalla casa dove vive, poco a sud del centro di Varsavia, e non vi fa più ritorno. Non ha con sé il suo telefono cellulare, rintracciarla è impossibile. Il 5 marzo, quattro giorni dopo, la figlia Magdalena denuncia la sua scomparsa alla polizia. Il 7 marzo, mentre passeggia nel boschetto suburbano di Kabaty, un passante si imbatte in un cadavere carbonizzato. L’autopsia rileva come cause del decesso le ustioni su tutto il corpo e l’avvelenamento da monossido di carbonio prodotto dalla combustione. Le analisi del Dna confermano che la donna arsa viva è Jolanta Brzeska.\r\nLe prime ipotesi degli inquirenti parlano di suicidio, ma né i familiari né gli amici e compagni di lotta ci credono, perché Jolanta Brzeska ha qualcosa che normalmente una mite pensionata di periferia non ha: dei nemici potenti.\r\n\r\nQuando viene trovato il suo cadavere, Brzeska è già da anni molto nota in città per la sua lotta per la casa.\r\nLa palazzina in cui viveva era una casa popolare fino al 2006, quando si presenta alla sua porta il rappresentante dei proprietari dello stabile di prima della guerra che lo hanno appena riacquistato dal comune. I nuovi-vecchi proprietari annullano i contratti di affitto vigenti con il comune e ne impongono di nuovi, a quote molto più alte, impossibili da sostenere per la famiglia di Brzeska e di tutti gli altri inquilini.\r\nInquilini che danno vita al primo nucleo del sindacato inquilini di Varsavia (Wsl) di cui Jolanta Brzeska diventa subito una rappresentante di spicco.\r\nDal 2007 in poi sugli abitanti della palazzina piovono notifiche di sfratto e intimidazioni. Porte sprangate, ronde private lungo la via, il plenipotenziario degli eredi che sposta la sua residenza a quell’indirizzo. Ma Jolanta Brzeska resiste, porta le sue istanze in tribunale, discute con il comune fino al primo marzo del 2011 quando, per bloccarla, la uccidono.\r\nChi si sia trattato di omicidio, è una verità anche giuridica dal 2013, dopo le perizie di una commissione di esperti che ha escluso in ogni modo le possibilità del suicidio. I mandanti e gli esecutori materiali dell’assassinio di Jolanta restano sconosciuti.\r\nNon hanno aspettato le sentenze anarchici e movimenti per la casa che ne hanno fatto un loro simbolo di lotta. La donna, da inquilina qualsiasi di un edificio da riqualificare, era diventata il simbolo di una lotta agli interessi di un’affollata terra di nessuno che covava da anni ed è esplosa di recente, quella creata dalla (non) legge sulla reprywatyzacja.\r\n\r\nPochi giorni dopo la sua morte, la palazzina di via Wilcza 30, dove pochi inquilini assediati stavano resistendo, è stata occupata da attivisti per la casa.\r\nLo squat, pur avendo più volte cambiato pelle, è ancora un luogo di autogestione e lotta. Oggi è il centro occupato Syrena.\r\n\r\nNel decimo anniversario della morte i compagni e le compagne della Federazione Anarchica di Cracovia hanno appeso uno striscione in memoria di Jolanta Brzeska in via Dietla 21, una palazzina simbolo della lotta di oggi contro la gentrification.\r\nScrivono i compagni:\r\n“In questo palazzo è in corso la ristrutturazione completa dello stabile, un palazzo che ha “finalmente” trovato il suo proprietario in una ditta edile che lo vuole far bello. Peccato che dentro questo condominio ci vivano ancora quattro famiglie tra le quali una donna sola, molto anziana. Tutti questi inquilini dovranno lasciare lo stabile entro tre anni, ma i lavori non aspettano: così questo spazio abitativo è adesso un cantiere dove muratori e locatari condividono lo stesso ambiente.\r\nLa tensione fa in fretta a salire: i muratori oltre a eseguire lavori parecchio rumorosi svolgono attività molto pericolose: il cortile diventa presto un deposito calcinacci, spesso lanciati direttamente dal tetto. Per non parlare della splendida idea di iniziare i lavori di costruzione di un’ascensore interno, lavori che prevedono l’eliminazione di tutti i balconi, balconi che in realtà sono ballatoi comuni che servono ai condonimi per accedere alla propria casa.\r\nLa tensione fa presto a salire e l’opera di monitoraggio della federazione anarchica di Cracovia e dell’associazione Krakowska Inicjatywa Obrony Praw Lokatorów (Associazione per la difesa dei diritti dei locatari) rileva l’insonstenibilità di questa situazione: a novembre si viene quasi alle mani tra un inquilino e un muratore, allora si decide di intervenire. Una lotta dove tutti hanno ragione e tutti perdono: gli inquilini che vivono una situazione non solo scomoda, ma altamente pericolosa e i muratori che non possono svolgere il proprio lavoro in tempo e che quindi devono rapportarsi agli squali delle imprese edili che li hanno assunti.\r\nDopo l’intervento dei compagni e dell’associazione, la situazione della messa in sicurezza è relativamente migliorata (per quanto possa essere sicuro creare un cantiere con delle persone dentro!) e i lavori per lo smantellamento dei ballatoi sono per il momento fermi. Staremo a vedere.\r\nPer questo si è scelta questa location per lo striscione in ricordo di Jolanta Brzeska, assassinata, affinché gli affitti possano aumentare.”\r\n\r\nLa gentrification in salsa polacca ha caratteristiche peculiari di un paese, in cui la la parola chiave è “reprywatyzacja” ossia riprivatizzazione.\r\nPer capirne di più occorre partire da lontano.\r\nNel 1945 Varsavia è un cumulo di macerie. L’invasione nazista nel ’39, la liquidazione del ghetto nel ’43, l’insurrezione del ’44 e la successiva rivalsa nazista hanno portato la città a perdere più dell’ottanta per cento dei suoi edifici di prima della guerra.\r\nÈ in questo contesto che opera il Consiglio nazionale di Stato (Krajowa Rada Narodowa), l’autoproclamato parlamento che avrebbe aperto le porte alla costituzione della Polonia socialista. A suo capo c’è Bolesław Bierut, futuro presidente della Repubblica, primo ministro e segretario generale del Partito operaio polacco unificato (Pzpr). Nel novembre del ’45 Bierut firma un decreto che porta il suo nome e che cancella la proprietà privata sui terreni della capitale. È un esproprio a tutti gli effetti, parzialmente contestato, ma che porta i suoi frutti: con uno sforzo collettivo impressionante, Varsavia viene ricostruita.\r\nNel 1989 la fine del socialismo e il passaggio a un’economia di mercato portano con sé molte matasse da sbrogliare, una su tutte è la legittima proprietà dei terreni e degli edifici di Varsavia. Il tema resta sul tavolo del consiglio dei ministri e nelle aule parlamentari per anni, senza che però qualcuno se ne occupi davvero, fino al 1996, quando il Comune di Varsavia decide di procedere in autonomia iniziando ad accogliere le istanze di chi, già nel dopoguerra, aveva chiesto un risarcimento blandamente previsto dal decreto Bierut.\r\nScatta un procedimento amministrativo abnorme, che riguarda 24mila immobili in tutta la città e spesso coinvolge eredi dei vecchi proprietari stabiliti ormai da tempo fuori dalla Polonia.\r\nSi apre così lo spazio per un caravanserraglio di professionisti della restituzione, avvocati, notai o semplici cittadini che fiutano un buon affare e che fanno da mediatori per conto dei proprietari lontani o acquistano da loro il diritto alla rivendicazione per specularci sopra.\r\nUno di questi è Marek Mossakowski, di mestiere antiquario di libri e oggi proprietario formale di quattordici palazzi a Varsavia riscattati dal 1999 in poi nella cornice della reprywatyzacja. Uno di questi edifici, riscattato nel 2003, è la palazzina di via Nabielaka 9 dove vive la famiglia di Jolanta Brzeska.\r\nQueste le dimensioni dell’affare di via Nabielaka per Mossakowski: 800 złoty (circa 200 euro) spesi per ottenere il diritto alla restituzione, 3 milioni di złoty (circa 750mila euro) richiesti al comune di Varsavia come indennizzo per i guadagni mancati per lo sfruttamento precedente dell’edificio e le quote di affitto maggiorato pretese dagli inquilini. Mossakowski, negli ambienti della sinistra radicale è considerato l’unico possibile mandante dell’omicidio di Brzeska. Viene raffigurato su alcuni muri di Varsavia armato di un fiammifero e di una tanica di benzina: la scritta recita in polacco “Varsavia è facilmente infiammabile”, ma lui - nonostante le evidenze giuridiche - quando interpellato sulla questione continua a farvi riferimento come a un tragico suicidio.\r\nNel 2016 sulle pagine del quotidiano Gazeta Wyborcza inizia a uscire una serie di articoli firmati da Iwona Szpala e Małgorzata Zubik, poi raccolti in un libro di un certo successo, che svelano con quanta scarsa trasparenza, e a volte vera e propria commistione, il comune di Varsavia abbia condotto la reprywatyzacja. Intere palazzine acquistate per cifre simboliche, edifici rivendicati nonostante i proprietari avessero già ottenuto i fondi di indennizzo ma soprattutto rapporti di collaborazione tra alti funzionari dell’amministrazione cittadina e avvocati rappresentanti di eredi o presunti tali. Lo scandalo che ne esplode mina seriamente la credibilità dell’ex sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz e del suo partito Piattaforma Civica (Po), la cui linea economica neoliberista è per altro del tutto coerente con il senso profondo della reprywatyzacja.\r\n\r\nLa lotta per la casa non si arresta\r\n\r\nIl sindacato degli inquilini che Jolanta Brzeska aveva fondato oggi porta il suo nome, e il volto della donna compare su volantini, striscioni, manifesti e materiale informativo di ogni sorta prodotto dalla galassia per il movimento per la casa.\r\n\r\nA Varsavia, secondo dati riferiti al 2017, il costo medio di un appartamento superava gli 8000 złoty al metro quadro (circa 2000 euro) mentre quello per l’affitto va sui 50 złoty al metro quadro (circa 12 euro). In una città dove lo stipendio medio lordo nel settore privato (numeri dell’Istituto Centrale di Statistica Gus) si aggira sui 4800 złoty (1200 euro circa), dà la dimensione del problema abitativo.\r\nSecondo le stime del sindacato inquilini, manca alloggio per un milione di persone in tutta la Polonia, e nonostante il settore edilizio sia in continua crescita (+7% nel 2017) non si tratta di edilizia popolare, ma esclusivamente di iniziativa privata che ha interessi commerciali distanti da quelli abitativi pubblici. A Varsavia palazzi moderni e deserti, si ergono poco lontano da edifici fatiscenti, abbandonati a se stessi, spesso privi di riscaldamento e di servizi igienici privati, e sempre più spesso sospesi sotto la spada di Damocle della reprywatyzacja incombente.\r\nL’omicidio di Jolanta Brzeska non ha fermato le istanze di chi lotta in un contesto politico e sociale molto difficile, anzi le ha probabilmente infuocate. Sotto l’egida di questa signora con gli occhiali, così lontana dalle icone rivoluzionarie classiche, si riconoscono anarchici, autonomi, sindacalisti di base, sfrattati e sfruttati.\r\n\r\nCe ne ha parlato Marco, della Federazione Anarchica di Cracovia.\r\n\r\nAscolta l’approfondimento che abbiamo registrato ieri:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jolanta.mp3\"][/audio]","2 Marzo 2021","","2021-03-02 22:24:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-300x225.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-300x225.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-1024x768.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-768x576.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta-1536x1152.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/iolanta.jpeg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gentrification in Polonia. 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Uno di questi edifici, riscattato nel 2003, è la palazzina di via Nabielaka 9 dove vive la famiglia di Jolanta Brzeska.\r\nQueste le dimensioni dell’affare di via Nabielaka per Mossakowski: 800 złoty (circa 200 euro) spesi per ottenere il diritto alla restituzione, 3 milioni di złoty (circa 750mila euro) richiesti al comune di Varsavia come indennizzo per i guadagni mancati per lo sfruttamento precedente dell’edificio e le quote di affitto maggiorato pretese dagli inquilini. Mossakowski, negli ambienti della sinistra radicale è considerato l’unico possibile mandante dell’omicidio di Brzeska. Viene raffigurato su alcuni muri di Varsavia armato di un fiammifero e di una tanica di benzina: la scritta recita in polacco “Varsavia è facilmente infiammabile”, ma lui - nonostante le evidenze giuridiche - quando interpellato sulla questione continua a farvi riferimento come a un tragico suicidio.\r\nNel 2016 sulle pagine del quotidiano Gazeta Wyborcza inizia a uscire una serie di articoli firmati da Iwona Szpala e Małgorzata Zubik, poi raccolti in un libro di un certo successo, che svelano con quanta scarsa trasparenza, e a volte vera e propria commistione, il comune di Varsavia abbia condotto la reprywatyzacja. Intere palazzine acquistate per cifre simboliche, edifici rivendicati nonostante i proprietari avessero già ottenuto i fondi di indennizzo ma soprattutto rapporti di collaborazione tra alti funzionari dell’amministrazione cittadina e avvocati rappresentanti di eredi o presunti tali. Lo scandalo che ne esplode mina seriamente la credibilità dell’ex sindaco di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz e del suo partito Piattaforma Civica (Po), la cui linea economica neoliberista è per altro del tutto coerente con il senso profondo della reprywatyzacja.\r\n\r\nLa lotta per la casa non si arresta\r\n\r\nIl sindacato degli inquilini che Jolanta Brzeska aveva fondato oggi porta il suo nome, e il volto della donna compare su volantini, striscioni, manifesti e materiale informativo di ogni sorta prodotto dalla galassia per il movimento per la casa.\r\n\r\nA Varsavia, secondo dati riferiti al 2017, il costo medio di un appartamento superava gli 8000 złoty al metro quadro (circa 2000 euro) mentre quello per l’affitto va sui 50 złoty al metro quadro (circa 12 euro). In una città dove lo stipendio medio lordo nel settore privato (numeri dell’Istituto Centrale di Statistica Gus) si aggira sui 4800 złoty (1200 euro circa), dà la dimensione del problema abitativo.\r\nSecondo le stime del sindacato inquilini, manca alloggio per un milione di persone in tutta la Polonia, e nonostante il settore edilizio sia in continua crescita (+7% nel 2017) non si tratta di edilizia \u003Cmark>popolare\u003C/mark>, ma esclusivamente di \u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> privata che ha interessi commerciali distanti da quelli abitativi pubblici. A Varsavia palazzi moderni e deserti, si ergono poco lontano da edifici fatiscenti, abbandonati a se stessi, spesso privi di riscaldamento e di servizi igienici privati, e sempre più spesso sospesi sotto la spada di Damocle della reprywatyzacja incombente.\r\nL’omicidio di Jolanta Brzeska non ha fermato le istanze di chi lotta in un contesto politico e sociale molto difficile, anzi le ha probabilmente infuocate. Sotto l’egida di questa signora con gli occhiali, così lontana dalle icone rivoluzionarie classiche, si riconoscono anarchici, autonomi, sindacalisti di base, sfrattati e sfruttati.\r\n\r\nCe ne ha parlato Marco, della Federazione Anarchica di Cracovia.\r\n\r\nAscolta l’approfondimento che abbiamo registrato ieri:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/jolanta.mp3\"][/audio]",[150],{"field":105,"matched_tokens":151,"snippet":147,"value":148},[145,146],3463329664624230400,{"best_field_score":154,"best_field_weight":155,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":156,"tokens_matched":116,"typo_prefix_score":46},"2229077540864",14,"3463329664624230513",6646,{"collection_name":57,"first_q":64,"per_page":116,"q":64},8,{"facet_counts":161,"found":38,"hits":175,"out_of":232,"page":14,"request_params":233,"search_cutoff":35,"search_time_ms":234},[162,170],{"counts":163,"field_name":168,"sampled":35,"stats":169},[164,166],{"count":14,"highlighted":165,"value":165},"anarres",{"count":14,"highlighted":167,"value":167},"frittura mista","podcastfilter",{"total_values":38},{"counts":171,"field_name":34,"sampled":35,"stats":174},[172],{"count":14,"highlighted":173,"value":173},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":14},[176,206],{"document":177,"highlight":192,"highlights":198,"text_match":201,"text_match_info":202},{"comment_count":46,"id":178,"is_sticky":46,"permalink":179,"podcastfilter":180,"post_author":181,"post_content":182,"post_date":183,"post_excerpt":125,"post_id":178,"post_modified":184,"post_thumbnail":185,"post_title":186,"post_type":187,"sort_by_date":188,"tag_links":189,"tags":191},"98988","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-01-07-2025/",[167],"fritturamista","Il primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia telefonica di Federico Giusti delegato CUB, ovvero la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. Questa è partita nel suo iter, come proposta di legge di \"iniziativa popolare\", il virgolettato è d'obbligo perchè stiamo parlando di uno storico cavallo di battaglia della CISL e approvata letteralmente in tempi record. Basti pensare che dal 1980 ad oggi solo 3 su 262 di queste proposte sono passate come leggi, il che indica quanto in realtà questa misura sia stata solo una regalo per Stato e padroni. Con il nostro ospite siamo entrati nei dettagli dei diversi articoli che compongono la legge, che di fatto dà la possibilita di partecipazione ai rappresentanti dei lavoratori negli organismi direttivi dell’azienda, in funzione di sorveglianza, quasi scontato dire che ovviamente non avranno voce in capitolo rispetto alla gestione della gestione economica, ma che soprattutto vengono scelti dai datori di lavoro. Quest'ultimo è il fulcro della legge, che di fatto va a creare ulteriori gangli burocratici immaginando una contrattazione tutta interna, più che sindacale, oltre a destare una ovvia preoccupazione per questi individui che hanno interesse anche economico a fare crescere i fatturati delle aziende per cui lavorano. La legge regola anche la distribuzione degli utili di impresa tra i lavoratori, la liberalizzazione dei pagamenti tramite azioni aziendali e in generale l'obiettivo implicito è quello di legare sempre di più il salario alla produttività, un altro strumento che servirà per dividere i lavoratori e fare prosperare le aziende.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Federico-Giusti-delegato-CUB-su-nuova-legge-partecipazione-lavoratori-nellimprese-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di un capotreno dell’assemblea Nazionale PdM/PdB (personale di macchina/personale di bordo) sul prossimo sciopero che inizierà alle ore 21:00 di lunedì 7 luglio e terminerà alle ore 18:00 di martedì 8 luglio. Il decimo sciopero dell'assemblea oltre alle tematiche legate a maggiore sicurezza nei cantieri ferroviari, migliori condizioni contrattuali per macchinisti e capitreno, l’adozione di un contratto unico per tutto il personale ferroviario, si concentra contro il rinnovo contrattuale appena firmato dai confederali. Infatti \"I ferrovieri dicono NO!\" è lo slogan che l'assemblea ha lanciato durante un sondaggio tra i lavorator* che fino al 20/06/25 ha visto di più di 4.000 adesioni. Inoltre si invitano i lavorator* a:\r\n\"COMUNICAZIONE IMPORTANTE\r\nColleghe e colleghi, a partire da oggi, e fino a venerdi 4 Luglio sono aperte le consultazioni referendarie sul CCNL Attività Ferroviaria. Vista la confusione creatasi a livello di informazione invitiamo tutti ad informarsi sulla localizzazione delle sedi di voto nel proprio territorio. Ricordiamo inoltre che tutti possono (e devono) andare a votare, anche i non iscritti al sindacato, e vi ricordiamo l’importanza di votare NO ad un rinnovo che non recepisce nulla di ciò per cui stiamo scioperando e anzi, per l'ennesima volta bastona il personale mobile come già successo negli ultimi venticinque anni.\r\nAndiamo a votare 2/3/4 luglio e scioperiamo dalle ore 21 del 7 luglio 2025.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Capotreno-Pdm_Pdb-su-ultime-mobilitazioni-e-prossimo-sciopero-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo argomento della serata lo abbiamo affrontato ospitando Francesca del SUDD COBAS, lo Strike Days Vol.3 uno stato di mobilitazione che ha preso vita dal 26 giugno e che andrà avanti fino al 6 luglio. Lavoratrici e lavoratori che operano per aziende in subappalto che forniscono grandi marchi della moda e della pelletteria nel distretto tessile e di confezionamento industriale di Prato, sono decisi a battersi per :\r\n\r\n\" la fine dei turni di 12 ore per 7 giorni. Per la fine del lavoro nero. Per la fine dei finti contratti part-time. Per una vita più bella, a testa alta, insieme. Colleghə di un’unica fabbrica, fratelli e sorelle di un’unica lotta.\" come recita un loro volantino. L'aspetto che ci è interessato di questo tipo di mobilitazione è che crea un circolo virtuoso, per il quale tra colleghi ci si riconosce nelle stesse problematiche e vedere nel magazzino a fianco al tuo che si riesce a fare un blocco della merce in uscita, puntando i piedi e pretendendo risposte da chi sfrutta e continua a farlo, inizia a raccogliere i suoi frutti. Infatti Francesca ci racconta ad esempio che alla data dell'intervista, sono stati chiusi 15 accordi su 19 con le aziende per fare avere un contratto regolare e full time a lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nIn queste calde giornate, scandite da tentativi di sgombero dei picchetti da parte padronale e delle forze dell'ordine, si è svolto anche un presidio fuori dal distretto, per una lotta di cui abbiamo parlato dai nostri microfoni e che continua:\r\n\r\n\"Oggi, 1° luglio, parte un processo che potrebbe cambiare tutto. Non sarà una causa facile, ma quando si lotta per cambiare le cose niente lo è mai.\r\n\r\n\r\nDavanti al negozio Montblanc di Firenze, al grido di \"Non per noi ma per tuttə\", i lavoratori in appalto hanno manifestato mentre, nella sezione lavoro del Tribunale di Firenze, si apriva un processo che potrebbe diventare storico. Sei operai pakistani della Z Production chiedono il riconoscimento del loro vero datore di lavoro: Pelletteria Richemont Firenze, società del colosso del lusso Richemont (proprietaria del marchio Montblanc).\r\n\r\n\r\nIl cuore della causa? Dimostrare che quello che sembrava un appalto era in realtà lavoro subordinato mascherato. Se il Tribunale darà loro ragione, potrebbe essere la svolta per migliaia di lavoratori e lavoratrici sfruttati nelle filiere del Made in Italy.\r\n\r\n\r\nDietro il lusso, turni massacranti, falsi contratti, lavoro nero, 3 euro l’ora. Una realtà denunciata da anni, e ora finalmente messa sotto processo. Questo causa non riguarda solo sei persone. Riguarda un intero sistema che dovrà iniziare a rispondere.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/F_m_01_07_Francesca-Sudd-Cobas-su-Strike-days-vol.3-e-vertenza-Montblanc-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","5 Luglio 2025","2025-07-05 02:45:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/512678791_1243359340914472_6822456555099716444_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 01/07/2025","podcast",1751683461,[190],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[173],{"post_content":193},{"matched_tokens":194,"snippet":196,"value":197},[195,146,145],"legge","suo iter, come proposta di \u003Cmark>legge\u003C/mark> di \"\u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> \u003Cmark>popolare\u003C/mark>\", il virgolettato è d'obbligo perchè","Il primo argomento della puntata lo abbiamo trattato in compagnia telefonica di Federico Giusti delegato CUB, ovvero la \u003Cmark>legge\u003C/mark> sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese. 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La piazza dei disertori\r\nSabato 24 febbraio, secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, in tantissimi hanno dato vita a una giornata di lotta antimilitarista, all’insegna della solidarietà con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che in ogni dove muoiono in guerre fatte per affermare gli interessi di ristrette élite dominanti.\r\nQuel pomeriggio, nonostante la pioggia, vento e freddo avessero riportato l’inverno in città, piazza Castello si è rapidamente riempita.\r\nIl sostegno ai disertori di tutte le guerre è stato uno dei momenti centrali della giornata di lotta antimilitarista.\r\nDisertare la guerra era scritto su uno degli striscioni della piazza.\r\nIn ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.\r\n\r\nAntiabortisti all’attacco\r\nÈ approdata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare «Un cuore che batte», promossa da realtà associative ultracattoliche come Pro Vita & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di questa proposta di legge è infatti modificare la legge n.194 del 1978 – che stabilisce i limiti interno ai quali è possibile effettuare legalmente un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG),– per obbligare il personale medico a far ascoltare, alle donne incinte intenzionate ad abortire, il presunto battito cardiaco del feto. Una procedura pericolosa per il feto ed una volgare pressione nei confronti delle donne perché “all’inizio della gravidanza non è subito visibile quello che viene erroneamente definito battito cardiaco fetale. Nell’embrione, in quel periodo, non c’è un cuore: l’ecografo trasforma in un suono quella che è un’onda prodotta da un effetto doppler.”\r\nQuesta proposta serve a fare pressione e ad allungare i tempi della procedura prevista per abortire, ostacolando di fatto l’accesso all’IVG. Ma non è l’unico caso di attacco frontale al diritto all’aborto. Sono in attesa di discussione anche altri disegni di legge presentati di recente da alcuni senatori del centrodestra, che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile al fine di riconoscere al feto la capacità giuridica al momento del concepimento e non dopo la nascita, come previsto attualmente. Un modo per annullare la libertà di scelta a far tornare le lancette al tempo in cui abortire era un reato penale.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nPer una barriera libera e solidale!\r\nVia i militari!\r\nVivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele.\r\nOvunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di tanta gente.\r\nIn questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro \r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","7 Marzo 2024","2024-03-08 10:19:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/01-200x110.jpeg","Anarres del primo marzo. CPR: situazione incandescente. Piazza dei disertori. Antiabortisti all’attacco...",1709833803,[],[],{"post_content":220},{"matched_tokens":221,"snippet":222,"value":223},[195,146,145],"dei Deputati la proposta di \u003Cmark>legge\u003C/mark> di \u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> \u003Cmark>popolare\u003C/mark> «Un cuore che batte», promossa","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\nCPR. Una situazione sempre più incandescente\r\nSi moltiplicano le notizie di rivolte e proteste nei CPR della Penisola.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva, comminata senza processo, ha innescato una ulteriore ondata di proteste in queste prigioni per migranti, dove il fuoco delle rivolte è spesso divampato.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo va aventi l’iter autorizzativo dei due CPR in Albania, e c’è la proposta di un CPR a Ferrara.\r\nAbbiamo provato a fare un quadro e qualche riflessione con Raffaele\r\n\r\nTorino. La piazza dei disertori\r\nSabato 24 febbraio, secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, in tantissimi hanno dato vita a una giornata di lotta antimilitarista, all’insegna della solidarietà con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che in ogni dove muoiono in guerre fatte per affermare gli interessi di ristrette élite dominanti.\r\nQuel pomeriggio, nonostante la pioggia, vento e freddo avessero riportato l’inverno in città, piazza Castello si è rapidamente riempita.\r\nIl sostegno ai disertori di tutte le guerre è stato uno dei momenti centrali della giornata di lotta antimilitarista.\r\nDisertare la guerra era scritto su uno degli striscioni della piazza.\r\nIn ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.\r\n\r\nAntiabortisti all’attacco\r\nÈ approdata alla Camera dei Deputati la proposta di \u003Cmark>legge\u003C/mark> di \u003Cmark>iniziativa\u003C/mark> \u003Cmark>popolare\u003C/mark> «Un cuore che batte», promossa da realtà associative ultracattoliche come Pro Vita & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di questa proposta di \u003Cmark>legge\u003C/mark> è infatti modificare la \u003Cmark>legge\u003C/mark> n.194 del 1978 – che stabilisce i limiti interno ai quali è possibile effettuare legalmente un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG),– per obbligare il personale medico a far ascoltare, alle donne incinte intenzionate ad abortire, il presunto battito cardiaco del feto. Una procedura pericolosa per il feto ed una volgare pressione nei confronti delle donne perché “all’inizio della gravidanza non è subito visibile quello che viene erroneamente definito battito cardiaco fetale. Nell’embrione, in quel periodo, non c’è un cuore: l’ecografo trasforma in un suono quella che è un’onda prodotta da un effetto doppler.”\r\nQuesta proposta serve a fare pressione e ad allungare i tempi della procedura prevista per abortire, ostacolando di fatto l’accesso all’IVG. Ma non è l’unico caso di attacco frontale al diritto all’aborto. Sono in attesa di discussione anche altri disegni di \u003Cmark>legge\u003C/mark> presentati di recente da alcuni senatori del centrodestra, che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile al fine di riconoscere al feto la capacità giuridica al momento del concepimento e non dopo la nascita, come previsto attualmente. Un modo per annullare la libertà di scelta a far tornare le lancette al tempo in cui abortire era un reato penale.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nPer una barriera libera e solidale!\r\nVia i militari!\r\nVivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele.\r\nOvunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di tanta gente.\r\nIn questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi \u003Cmark>sul\u003C/mark> pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato \u003Cmark>sul\u003C/mark> fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro \r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[225],{"field":105,"matched_tokens":226,"snippet":222,"value":223},[195,146,145],2312642367779242000,{"best_field_score":229,"best_field_weight":155,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":38,"score":230,"tokens_matched":231,"typo_prefix_score":46},"3319999299584","2312642367779242097",4,6637,{"collection_name":187,"first_q":64,"per_page":116,"q":64},35,["Reactive",236],{},["Set"],["ShallowReactive",239],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fXbBYQljhfJC7NO_Woe4QEGaQmVHeZhbi6fSfHLSNp9k":-1},true,"/search?query=LEGGE+INIZIATIVA+POPOLARE+OMICIDIO+SUL+LAVORO"]