","Violenza maschile sulle donne. Verso il corteo del 26 novembre","post",1474984770,[57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-antisessista/","http://radioblackout.org/tag/corteo-del-26-novembre/","http://radioblackout.org/tag/violenza-maschile-sulle-donne/",[26,24,28],{"post_content":62},{"matched_tokens":63,"snippet":66,"value":67},[64,65],"la","trama","uno delle architravi dell'immaginario patriarcale, \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>trama\u003C/mark> sottesa al moltiplicarsi di stupri,","Si è svolta sabato pomeriggio nei locali di Radio Blackout un'assemblea contro \u003Cmark>la\u003C/mark> violenza maschile sulle donne. L'appuntamento, prima tappa di un percorso di avvicinamento al corteo, indetto dalla rete “Io decido” il 26 novembre a Roma, è stato promosso dall'assemblea antisessista. L'8 ottobre presso l'Università \u003Cmark>La\u003C/mark> Sapienza si \u003Cmark>terrà\u003C/mark> un'assemblea nazionale. Queste iniziative sono parte integrante di un percorso di lotta su diversi filoni tematici, capaci di coinvolgere compagne e compagn* impegnat* contro \u003Cmark>la\u003C/mark> violenza di genere, stimolando nel contempo il confronto tra individualità, realtà, gruppi e collettivi eterogenei.\r\n\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> diversità di punti di vista e prospettive arricchisce il fronte comune d'azione.\r\nNell'assemblea è emersa \u003Cmark>la\u003C/mark> necessità organizzarsi, prendere parola, ritagliarsi spazi concreti, per contrastare \u003Cmark>la\u003C/mark> narrazione sessista dei media mainstream, che descrivono le donne vittime di violenza come minorenni da tutelare e gli uomini violenti come folli che eccedono nelle loro passioni, trasformando una feroce partita di potere in devianza psichiatrica.\r\n\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> violenza maschile è uno delle architravi dell'immaginario patriarcale, \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>trama\u003C/mark> sottesa al moltiplicarsi di stupri, femminicidi, pestaggi, che sono \u003Cmark>la\u003C/mark> normalità e non l'eccezione.\r\n\r\nTra le varie proposte emerse dall'assemblea c'è il bisogno di allargare i propri orizzonti ed uscire fuori dalle mura nelle quali spesso ci si chiude volontariamente o involontariamente, e trasportare all'esterno le tematiche che vengono affrontate nelle assemblee di movimento.\r\n\r\nSi è perciò deciso di spostare gli incontri nei quartieri e nelle piazze, aumentando così \u003Cmark>la\u003C/mark> propria visibilità.\r\n\r\nIl prossimo appuntamento pubblico è stato fissato per mercoledì 5 ottobre alle 18,30 in piazza S.Giulia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara, redattrice di Radio Blackout. 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Il mito degli “italiani brava gente”, assunto in modo trasversale a destra come a sinistra, fonda il nazionalismo italiano, un nazionalismo che si nutre di un’aura di innocenza e bonarietà “naturali”.\r\nIn Italia la memoria è la prima vittima del nazionalismo, che impone una sorta di memoria di stato, che diviene segno culturale condiviso. Una sorta di marchio di fabbrica. Si sacrificano le virtù eroiche ma si eleva l’antieroismo dei buoni a cifra di un’identità collettiva.\r\nPeccato che sia tutto falso. Falso come i fondali di cartone dei film di qualche anno fa. Eppure, nonostante le ricerche storiche abbiamo mostrato la ferocia della trama sottesa al mito, questo sopravvive e si riproduce negli anni.\r\nLa gestione delle giornate della “memoria” e del “ricordo” assunte in modo bipartisan dalle varie forze politiche ha contribuito ad alimentare questa favola rassicurante, impedendo una riflessione collettiva che individuasse nei nazionalismi la radice culturale del male.\r\nSiamo di fronte ad una “memoria di Stato”. Una Memoria che unifica il ricordo del genocidio di milioni di ebrei nei lager nazisti con quello di una violenza molto più circoscritta e di significato profondamente diverso.\r\nI vertici dello Stato cercano di istituire una assonanza tra due eventi incomparabili per un fine ben preciso: sacralizzare l’identità nazionale.\r\nIl 10 febbraio è stato scelto come rievocazione del Trattato di pace del 1947, quello che ha sancito per l’Italia sconfitta la perdita di qualche fetta di territorio al confine orientale. A questa data sono collegate le uccisioni di un paio di migliaia di abitanti, prevalentemente italiani, delle zone istriane e l’emigrazione forzata dei giuliano-dalmati che sono stimati attorno alle 250.000 unità (dal 1944 alla fine degli anni Cinquanta). Ma soprattutto nell’immaginario collettivo sono ormai entrate, come un incubo, le voragini carsiche delle foibe in cui una parte dei morti vennero gettati. Qui vi è un evidente elemento di psicologia sociale inconscia: queste fosse comuni improvvisate, dove erano stati già gettati cadaveri di soldati tedeschi e animali, rappresentano agli occhi di molti italiani di oggi una cavità infernale e un’ulteriore motivo di rivendicazione nazionalista.\r\nAttorno alle foibe ruotava per decenni la propaganda nazionalista e neofascista a Trieste e dintorni, esagerando a dismisura il numero degli uccisi e degli esuli e presentando l’evento come un atto di “barbarie slavo-comunista”. Ora i termini sono meno esplicitamente razzisti, ma in compenso il tema è stato assunto come proprio da quasi tutte le forze politiche. Anzi buona parte dei politici di sinistra, a cominciare dai vertici istituzionali, recita l’autocritica per la “cecità ideologica” che avrebbe fatto dimenticare questi italiani, e quindi fratelli, povere vittime innocenti. Sempre più spesso si ignorano volutamente le pesanti responsabilità dell’esercito italiano che occupò la regione di Lubiana e che non fu meno feroce dei nazisti. Incendi, impiccagioni, fucilazioni, deportazioni e torture furono praticate su larga scala per domare la resistenza partigiana. Tutto ciò si sommò alla valanga di misure repressive, linguistiche e penali, che aveva caratterizzato, per un ventennio, il dominio dei fascisti italiani sulle popolazioni slave.\r\nOgni storico con un minimo di dignità sa che le violenze rivolte agli italiani sconfitti di queste zone vanno inquadrate nel contesto bellico e postbellico e che si spiegano, in buona parte, come risposta all’oppressione nazionale precedente. Per motivi di opportunismo politico e di consenso elettorale, molti politici confermano però l’immagine degli “italiani brava gente” ingiustamente colpiti solo per motivi di odio e malvagità nazionale. Questo odio certamente esisteva, e procurò anche delle ingiustizie individuali, ma aveva forti radici e ragioni nell’esperienza patita collettivamente da chi, con un enorme costo umano, aveva sostenuto la lotta degli antifascisti.\r\nLa comoda etichetta dell’italiano, militare o civile, buono e umanitario (molto migliore del tedesco cattivo e feroce) si basa sull’esaltazione di pochi casi isolati di non collaborazione con i piani della repressione sanguinaria. Lo scopo inconfessabile di tale propaganda è di oscurare il collaborazionismo di massa con la politica della terra bruciata che, anche in Jugoslavia, fu condotta senza incertezze né pietà dall’esercito italiano di occupazione.\r\nIl diffuso vittimismo nazionale nell’Italia di oggi vuole nascondere la verità storica proprio mentre i politici gareggiano nel pentimento per la propria amnesia del passato sul tema delle foibe. Il Ricordo di Stato deve essere unilaterale, aumentare le dimensioni, condire la rievocazione con particolari raccapriccianti e spesso non dimostrati. Gli infoibati sarebbero stati delle persone senza alcun coinvolgimento nell’occupazione fascista, scelti solo come italiani, colpiti in quanto non si piegavano al vincitore slavo e alla dittatura comunista. Anche se è ben vero che il nuovo potere jugoslavo era il risultato di un totalitarismo politico fuso con un esercito particolarmente gerarchico nato in durissimi scontri armati, non va dimenticato quanto gli italiani, quasi tutti, di queste regioni giuliano-dalmate si fossero identificati nel regime fascista che li favoriva in tutti i modi.\r\nPer dovere storico, non va cancellato il fatto che i responsabili italiani, militari e funzionari di polizia, di molti crimini di guerra in Jugoslavia furono protetti dai regimi democratici italiani e che “per carità di patria” i processi a tali imputati non furono mai svolti. L’Italia democratica e formalmente antifascista del 1946, anche con il sostanziale accordo delle sinistre, dapprima promise di consegnare i criminali di guerra italiani agli stati che li richiedevano, poi dichiarò di processarli in patria, infine favorì la loro fuga all’estero. Vi furono anche casi di reintegro nell’apparato statale e di folgorante carriera, fino alla carica di prefetto. È l’ennesima prova della permanenza nelle istituzioni post 1945 di un’intera generazione di funzionari fascisti in grado di difendere il loro passato di “servitori dello stato”.\r\nSe le vicende drammatiche delle foibe e le volontà di non dimenticare non fossero un alibi per rimuovere i lati oscuri dell’Italia fascista e postfascista, tutti gli “armadi della vergogna” delle violenze belliche di parte italiana dovrebbero essere aperti. Essi offrirebbero le informazioni documentate per una vera e non vittimistica storia del ruolo di molti italiani durante e dopo il tragico regime la cui responsabilità non fu certamente solo di un tale nato a Predappio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio Venza, storico triestino\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-09-foibe-venza.mp3\"][/audio]","9 Febbraio 2021","2021-02-09 16:49:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/arbe-lager-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"206\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/arbe-lager-300x206.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/arbe-lager-300x206.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/arbe-lager.jpg 512w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Memoria di Stato. 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Poi diventa impetuosa e in breve copre tutto.\r\n\r\nIn questi mesi prima del corteo del 26 novembre abbiamo visto la marea salire. Sembrava una quieta marea mediterranea, destinata ad allontanare di qualche metro il bagnasciuga. Poi, passo dopo passo, assemblea dopo assemblea chi ha attraversato il percorso di “non una di meno” ha visto crescere una marea forte, di quelle che mutano il profilo della costa, assediando le roccaforti del potere ancorate a terra.\r\n\r\nA Roma è dilagata come solo l'Oceano sa fare. Centomila, duecentomila donne sono scese in piazza riempiendola con i loro corpi indocili, con la forza di chi non accetta il ruolo di vittima predestinata, di chi non vuole “essere difesa” da uomini (e donne) in divisa, di chi sa che la propria libertà cresce, quanto più libera è la donna che marcia accanto.\r\n\r\nIn tante si sono incontrate e ri-conosciute per le strade di Roma, dove tanti percorsi diversi si sono intrecciati, come gomitoli di una lana che tesse una trama di saperi, pratiche, intersezioni, che torneranno a maturare nei tanti luoghi da cui si è partite e poi tornate.\r\n\r\nL'assemblea della domenica, un'assemblea eccessiva, debordante, enorme è iniziata in perfetto orario, perché la tensione del momento non si poteva né doveva esaurire nello spazio del corteo, ma si doveva proiettare nei mesi futuri, germinando nuove lotte, nuovi incontri, nuovi spazi liberi.\r\n\r\nI tanti tavoli tematici in cui si è articolata l'assemblea hanno raccolto proposte che dovranno essere ridiscusse e ri-articolate nei vari territori.\r\n\r\nL'idea di uno sciopero delle donne per il prossimo 8 marzo è stata condivisa da tutte nella plenaria finale.\r\n\r\nA Torino la prossima assembea è fissata per il 7 dicembre in via Millio 34 alle 19,30.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Barbara dell'assemblea “Non una di meno” di Torino.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-11-29-barbara-romafem","29 Novembre 2016","2016-12-03 14:08:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/torino-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/torino-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/torino-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/torino-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/torino.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'onda rosa. Il grande corteo delle donne a Roma",1480438526,[126,127,128,129,130,131],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-femminista/","http://radioblackout.org/tag/corteo-non-una-di-meno-roma/","http://radioblackout.org/tag/femminismo/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-delle-donne/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/violenza-di-genere-sulle-donne/",[22,133,134,20,135,30],"corteo \"non una di meno\" roma","femminismo","torino",{"post_content":137},{"matched_tokens":138,"snippet":139,"value":140},[64],"Quando \u003Cmark>la\u003C/mark> marea sale nei paesi affacciati","Quando \u003Cmark>la\u003C/mark> marea sale nei paesi affacciati sull'Oceano, comincia piano, piano, piano. Poi diventa impetuosa e in breve copre tutto.\r\n\r\nIn questi mesi prima del corteo del 26 novembre abbiamo visto \u003Cmark>la\u003C/mark> marea salire. Sembrava una quieta marea mediterranea, destinata ad allontanare di qualche metro il bagnasciuga. 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Centomila, duecentomila donne sono scese in piazza riempiendola con i loro corpi indocili, con \u003Cmark>la\u003C/mark> forza di chi non accetta il ruolo di vittima predestinata, di chi non vuole “essere difesa” da uomini (e donne) in divisa, di chi sa che \u003Cmark>la\u003C/mark> propria libertà cresce, quanto più libera è \u003Cmark>la\u003C/mark> donna che marcia accanto.\r\n\r\nIn tante si sono incontrate e ri-conosciute per le strade di Roma, dove tanti percorsi diversi si sono intrecciati, come gomitoli di una lana che tesse una \u003Cmark>trama\u003C/mark> di saperi, pratiche, intersezioni, che torneranno a maturare nei tanti luoghi da cui si è partite e poi tornate.\r\n\r\nL'assemblea della domenica, un'assemblea eccessiva, debordante, enorme è iniziata in perfetto orario, perché \u003Cmark>la\u003C/mark> tensione del momento non si poteva né doveva esaurire nello spazio del corteo, ma si doveva proiettare nei mesi futuri, germinando nuove lotte, nuovi incontri, nuovi spazi liberi.\r\n\r\nI tanti tavoli tematici in cui si è articolata l'assemblea hanno raccolto proposte che dovranno essere ridiscusse e ri-articolate nei vari territori.\r\n\r\nL'idea di uno sciopero delle donne per il prossimo 8 marzo è stata condivisa da tutte nella plenaria finale.\r\n\r\nA Torino \u003Cmark>la\u003C/mark> prossima assembea è fissata per il 7 dicembre in via Millio 34 alle 19,30.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Barbara dell'assemblea “Non una di meno” di Torino.\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n2016-11-29-barbara-romafem",[142],{"field":70,"matched_tokens":143,"snippet":139,"value":140},[64],1731669220158079000,{"best_field_score":146,"best_field_weight":75,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":147,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},"1116681273344","1731669220158079089",6692,{"collection_name":54,"first_q":150,"per_page":151,"q":150},"La terra trama..",6,{"facet_counts":153,"found":198,"hits":199,"out_of":607,"page":11,"request_params":608,"search_cutoff":32,"search_time_ms":609},[154,174],{"counts":155,"field_name":171,"sampled":32,"stats":172},[156,159,161,163,165,167,169],{"count":157,"highlighted":158,"value":158},4,"La Terra Trama",{"count":35,"highlighted":160,"value":160},"anarres",{"count":11,"highlighted":162,"value":162},"radionotav",{"count":11,"highlighted":164,"value":164},"liberation front",{"count":11,"highlighted":166,"value":166},"la perla di labuan",{"count":11,"highlighted":168,"value":168},"Macerie su macerie",{"count":11,"highlighted":170,"value":170},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":173},7,{"counts":175,"field_name":31,"sampled":32,"stats":196},[176,177,179,182,184,186,188,190,192,194],{"count":35,"highlighted":150,"value":150},{"count":35,"highlighted":178,"value":178},"liberazione della terra",{"count":180,"highlighted":181,"value":181},2,"tap",{"count":180,"highlighted":183,"value":183},"OGM",{"count":180,"highlighted":185,"value":185},"Lecce",{"count":180,"highlighted":187,"value":187},"dominio",{"count":180,"highlighted":189,"value":189},"Xylella",{"count":180,"highlighted":191,"value":191},"nocività",{"count":180,"highlighted":193,"value":193},"controllo",{"count":180,"highlighted":195,"value":195},"biotecnologie",{"total_values":197},57,13,[200,294,360,428,504,571],{"document":201,"highlight":238,"highlights":276,"text_match":290,"text_match_info":291},{"comment_count":43,"id":202,"is_sticky":43,"permalink":203,"podcastfilter":204,"post_author":205,"post_content":206,"post_date":207,"post_excerpt":49,"post_id":202,"post_modified":208,"post_thumbnail":209,"post_title":210,"post_type":211,"sort_by_date":212,"tag_links":213,"tags":226},"32302","http://radioblackout.org/podcast/la-sociobiologia-come-scienza-che-giustifica-il-dominio-sociale/",[158],"dj","Domenica 1 novembre 2015 due compagni della biblioteca anarchica parigina La Discordia sono intervenuti in diretta all’interno della trasmissione “La terra trama..” su Radio Blackout per parlare dei contenuti dell’iniziativa che si era tenuta il mercoledì precedente a proposito della sociobiologia, nella critica particolare dell’essere una delle scienze che vengono utilizzate dal dominio per giustificare ed attuare l’addomesticamento del vivente.\r\nNella presentazione iniziale, ci raccontano la nascita della biblioteca e del recente ritrovamento di telecamere volte a sorvegliare le attività del posto e dei suoi frequentatori/trici.\r\nQui le due parti dell’intervento, segue l’introduzione dell’iniziativa tradotta in italiano e poi in francese, con suggerimenti di letture.\r\n\r\n \r\n\r\nLaDiscordia_sociobiologia1\r\n\r\n \r\n\r\n \r\nLaDiscordia_sociobiologia2\r\n\r\nIntroduzione ad un dibattito sulla sociobiologia\r\n\r\n\r\nPrecisiamo innanzitutto che non siamo degli esperti in merito e che non tratteremo problemi di ordine tecnico. Semplicemente perché ciò non ci interessa; la nostra intenzione è quella di liberarci dagli impedimenti di questo mondo di merda, compresi quelli che ci sono imposti dalla scienza. A questo proposito, vorremmo discutere di sociobiologia, che si potrebbe descrivere come un modo di spiegare i nostri rapporti sociali, le nostre emozioni ed i nostri comportamenti attraverso dei fattori biologici. Le tesi sostenute dagli ideologi di tali discorsi scientifici – dai ricercatori ai giornalisti – riguardano spesso un gene particolare o il funzionamento di certe zone del cervello (neuroscienze) o certi ormoni, che si presume identifichino una causa materiale precisa quale origine di fenomeni che li superano di gran lunga. Si cercherà quindi, per esempio, il gene del delinquente, l’ormone della fedeltà oppure il feromone dell’istinto materno e una volta “identificata” questa causa, si proporrà di palliarvi, dato che essa è problematica, attraverso mezzi anch’essi biologici, per esempio attraverso prodotti proposti dai laboratori che finanziano queste stesse ricerche. \r\nIl testo “L’obscurantisme triomphant des neurosciences” descrive un buon esempio di questo tipo di discorsi scientifici. Tratta di una conferenza di Larry Y. Joung, a Ginevra nel 2014, nell’ambito della “Settimana del cervello”, che aveva come tema l’amore e la fedeltà. Topi e arvicole sottoposti agli effetti di certi ormoni vengono divisi fra fedeli e “leggeri”, secondo il tipo dei prodotti utilizzati su di loro, e servono come esempio al conferenziere per parlare di quegli stessi comportamenti da parte di esseri umani. La causa, alfine trovata, dell’adulterio si ridurrà così ad una produzione eccessiva o ad una mancanza di un certo ormone e Young proporrà dei prodotti commerciali come lo spray nasale all’ossitocina per “guarirne”, garantendo gli stessi effetti che la morale coniugale, ma senza le costrizioni che le sono associate. Precisiamo che per noi alle norme sociali umane, fra cui quelle che hanno a che fare con il desiderio, la fedeltà, l’amore o la sessualità, cioè le vere cause del problema, non si possono opporre delle critiche valide se non cerchiamo di comprenderle nel loro contesto banale, quello di individui appartenenti alla specie umana, con tutte le loro specificità (storiche, culturali). Non, al contrario, attraverso paragoni possibili fra la produzione di un certo ormone e i comportamenti che vi sono associati presso altri animali, semplicemente perché questi ormoni non hanno la stessa incidenza né gli stessi significati per le diverse specie. Agendo in questo modo, la sociobiologia serve a dare delle risposte a tutta una massa di persone ingenue che contano sul verdetto degli “esperti” del comportamento per prendere le proprie decisioni e regolare i propri problemi emotivi o affettivi per mezzo di terapie e di prescrizioni mediche, esattamente come i credenti che contano sulle prediche dei preti, la cui comprensione del divino permetterebbe di meglio capire le specificità dell’animo umano. Verranno perciò utilizzate le stesse immagini da favola; quando tutti vivranno nel favoloso reame dello stato psichico perfetto, potremo trovare principi e principesse anch’essi emotivamente regolati, con i quali essere fecondi e moltiplicarci. \r\nRicordiamo anche che, in sovrappiù del suo ruolo di autorità morale, la sociobiologia fornisce delle armi al controllo sociale moderno. Possiamo prendere come esempio, certo un po’ facile, poiché tutto ciò è spesso fatto in maniera più sottile, l’idea del gene del delinquente oppure quella dei segnali biologici (come la produzione di testosterone) che permetterebbero di operare il più presto possibile una selezione ed un controllo dei potenziali sobillatori. A proposito di tali predisposizioni, possiamo pensare ad una dottrina ridicola come la frenologia del XIX secolo, che voleva identificare tipi precisi di criminali a seconda della forma del loro cranio, mettendo semplicemente da parte le condizioni di vita delle persone e la loro storia personale. Per riassumere, la principale arma della scienza è, come sempre, la strumentalizzazione dell’ignoranza e se si vuole provare che un tal gene è all’origine di comportamenti aggressivi, al comitato di esperti o di politici basterà trovare l’articolo scientifico giusto, che mostra il risultato che interessa loro su cavie o umani da laboratorio, per poi estendere la portata di questo “studio” ad una spiegazione universale e conseguentemente incriticabile di comportamenti giudicati devianti. \r\nNon dimentichiamo che a voler sempre trovare une radice del male (l’anima malvagia, l’umore bilioso, l’eccesso di un certo ormone, il gene del delinquente) si cade facilmente in un moralismo quasi religioso che serve a giustificare la rassegnazione: “Volevo ribellarmi, ma mi hanno detto che il problema sono io, il mio comportamento, il mio gene sbagliato e non la società, che funziona perfettamente” oppure al contrario, la mia mancanza di autocontrollo : “Ho un problema insormontabile, sono violento, non posso farci nulla a parte curarmi”. L’eugenismo, che opera una separazione degli individui a seconda della “qualità” del loro materiale genetico, non è altro che la continuazione di questa concezione di correzione dei corpi attraverso mezzi esterni. Per evitare i possibili problemi derivanti da “geni sbagliati”, che si tratti della salute, il carattere o le capacità delle persone, tanto vale selezionarle prima, in modo da evitare ogni problema, cosa che giustifica tutte le scuse per rimandare le possibilità di una vita migliore ad un avvenire ipotetico: “Aspettiamo ancora qualche decennio, che la ricerca avanzi, e non ci saranno altro che esseri umani sani, vicini alla perfezione”. \r\nLa sociobiologia, in particolare quando si appoggia sulla genetica, può sempre essere utilizzata per sostenere qualunque discorso che pretende di presentarsi come la verità, come il razzismo o il razzialismo1 (ricordiamo che Watson, che con Crick ha proposto il modello di molecola di DNA a doppia elica, l’ha fatto per dimostrare la superiorità della razza bianca). Essa può servire anche a visioni ben chiuse quanto ai generi, come quelle dei neoevoluzionisti, per i quali le divergenze fra uomini e donne dipenderebbero da una mitologia antropologica di uomini-cacciatori e donne-casalinghe. Per farla breve, quello che si può vedere è che se ci si rifà a “verità scientifiche” è facile ricalcare sull’insieme della vita umana dei modelli completamente costruiti, osservati velocemente e che non contengono nient’altro che un vecchio moralismo da bar, e prendere poi gli effetti che i nostri corpi subiscono nel rapporto con questa società di merda come le cause dei nostri problemi. \r\nPer finire sotto forma di domanda, e poi lasciare la parola a chi vuole prenderla, il problema sarebbe: come attaccare il mondo scientifico in maniera concreta, ma senza presentarsi come portatore di verità? \r\n\r\n\r\n1racialisme : una forma si riappropriazione del razzismo da parte delle persone che lo subiscono, che ne accettano la tesi di fondo, la divisione dell’umanità in razze, ma ne rovesciano la gerarchia di valore, utilizzando la propria appartenenza “razziale” come identità e motivo di orgoglio, a volte riproducendo forme di razzismo verso altri; NdT.\r\n\r\n\r\n———————————————————————————————————————————-\r\n\r\nSociobiologie : quand la science justifie la domination sociale\r\n\r\nMercredi 28 octobre 2015 – 19h\r\nLa sociobiologie est la science qui prétend expliquer nos rapports sociaux, nos émotions et nos comportements par des facteurs biologiques, même si elle fait mine aujourd’hui de tenir compte du social. Ses discours portent souvent sur des gènes particuliers, des hormones particulières ou encore, liés aux premiers, sur le fonctionnement de certaines zones du cerveau, qui sont censés expliquer l’existence de nos prétendus « instincts naturels ». Ainsi, les sociobiologistes affirment avoir déterminé quel gène « déclenche » la production de l’hormone qui, à son tour, « stimule » entre autres choses le développement de « l’instinct maternel ». Par suite, ils proposent de palier à la faiblesse, voire à l’absence de tels « instincts » par des kits de survie biologiques, ou même psychologiques. En naturalisant ainsi ce qui relève du social et de l’histoire, la sociobiologie apparaît comme l’un des moyens privilégiés pour domestiquer les individus, sous prétexte de les aider à surmonter les souffrances qui les tourmentent. Elle les empêche de remettre en cause le carcan des rôles qui les écrasent et donc participe au maintien de la domination sociale et étatique.\r\nQuelques suggestions de lecture (d’autres à venir prochainement) :\r\n\r\n\r\n\tBref recueil de citations sur les apologistes de l’instinctivisme (Konrad Lorenz en tête) et du comportementalisme, et leurs critiques (ici en la personne d’Erich Fromm).\r\n\tNotes sur le darwinisme, l’une des principales bases de la sociobiologie.","3 Novembre 2015","2018-11-01 22:01:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/octobre1-200x110.png","La sociobiologia come scienza che giustifica il dominio sociale","podcast",1446572742,[214,215,216,217,218,219,220,221,222,223,224,225],"http://radioblackout.org/tag/addomesticamento/","http://radioblackout.org/tag/biblioteca-anarchica/","http://radioblackout.org/tag/critica-alla-scienza/","http://radioblackout.org/tag/dominio-sociale/","http://radioblackout.org/tag/la-discordia/","http://radioblackout.org/tag/la-terra-trama/","http://radioblackout.org/tag/liberazione/","http://radioblackout.org/tag/necrotecnologie/","http://radioblackout.org/tag/neuroscienze/","http://radioblackout.org/tag/non-fides/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/sociobiologia/",[227,228,229,230,231,150,232,233,234,235,236,237],"addomesticamento","biblioteca anarchica","critica alla scienza","dominio sociale","La Discordia","liberazione","necrotecnologie","neuroscienze","non-fides","parigi","sociobiologia",{"post_content":239,"post_title":246,"tags":249},{"matched_tokens":240,"snippet":244,"value":245},[241,242,243],"La","terra","trama..”","in diretta all’interno della trasmissione “\u003Cmark>La\u003C/mark> \u003Cmark>terra\u003C/mark> \u003Cmark>trama..”\u003C/mark> su Radio Blackout per parlare","Domenica 1 novembre 2015 due compagni della biblioteca anarchica parigina \u003Cmark>La\u003C/mark> Discordia sono intervenuti in diretta all’interno della trasmissione “\u003Cmark>La\u003C/mark> \u003Cmark>terra\u003C/mark> \u003Cmark>trama..”\u003C/mark> su Radio Blackout per parlare dei contenuti dell’iniziativa che si era tenuta il mercoledì precedente a proposito della sociobiologia, nella critica particolare dell’essere una delle scienze che vengono utilizzate dal dominio per giustificare ed attuare l’addomesticamento del vivente.\r\nNella presentazione iniziale, ci raccontano \u003Cmark>la\u003C/mark> nascita della biblioteca e del recente ritrovamento di telecamere volte a sorvegliare le attività del posto e dei suoi frequentatori/trici.\r\nQui le due parti dell’intervento, segue l’introduzione dell’iniziativa tradotta in italiano e poi in francese, con suggerimenti di letture.\r\n\r\n \r\n\r\nLaDiscordia_sociobiologia1\r\n\r\n \r\n\r\n \r\nLaDiscordia_sociobiologia2\r\n\r\nIntroduzione ad un dibattito sulla sociobiologia\r\n\r\n\r\nPrecisiamo innanzitutto che non siamo degli esperti in merito e che non tratteremo problemi di ordine tecnico. 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Per farla breve, quello che si può vedere è che se ci si rifà a “verità scientifiche” è facile ricalcare sull’insieme della vita umana dei modelli completamente costruiti, osservati velocemente e che non contengono nient’altro che un vecchio moralismo da bar, e prendere poi gli effetti che i nostri corpi subiscono nel rapporto con questa società di merda come le cause dei nostri problemi. \r\nPer finire sotto forma di domanda, e poi lasciare \u003Cmark>la\u003C/mark> parola a chi vuole prenderla, il problema sarebbe: come attaccare il mondo scientifico in maniera concreta, ma senza presentarsi come portatore di verità? \r\n\r\n\r\n1racialisme : una forma si riappropriazione del razzismo da parte delle persone che lo subiscono, che ne accettano \u003Cmark>la\u003C/mark> tesi di fondo, \u003Cmark>la\u003C/mark> divisione dell’umanità in razze, ma ne rovesciano \u003Cmark>la\u003C/mark> gerarchia di valore, utilizzando \u003Cmark>la\u003C/mark> propria appartenenza “razziale” come identità e motivo di orgoglio, a volte riproducendo forme di razzismo verso altri; NdT.\r\n\r\n\r\n———————————————————————————————————————————-\r\n\r\nSociobiologie : quand \u003Cmark>la\u003C/mark> science justifie \u003Cmark>la\u003C/mark> domination sociale\r\n\r\nMercredi 28 octobre 2015 – 19h\r\n\u003Cmark>La\u003C/mark> sociobiologie est \u003Cmark>la\u003C/mark> science qui prétend expliquer nos rapports sociaux, nos émotions et nos comportements par des facteurs biologiques, même si elle fait mine aujourd’hui de tenir compte du social. 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Elle les empêche de remettre en cause le carcan des rôles qui les écrasent et donc participe au maintien de \u003Cmark>la\u003C/mark> domination sociale et étatique.\r\nQuelques suggestions de lecture (d’autres à venir prochainement) :\r\n\r\n\r\n\tBref recueil de citations sur les apologistes de l’instinctivisme (Konrad Lorenz en tête) et du comportementalisme, et leurs critiques (ici en \u003Cmark>la\u003C/mark> personne d’Erich Fromm).\r\n\tNotes sur le darwinisme, l’une des principales bases de \u003Cmark>la\u003C/mark> sociobiologie.",{"matched_tokens":247,"snippet":248,"value":248},[241],"\u003Cmark>La\u003C/mark> sociobiologia come scienza che giustifica il dominio 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26 aprile per la rubrica di libere pratiche di vita silvestre, di autoproduzioni montagnine e di autogestione quotidiana, \"Niente di nuovo\", abbiamo completato con Danilo la chiacchierata già iniziata a proposito di semi antichi, in particolare di grani, a partire dalla semina fino ad arrivare al pane, in un'ottica di autosostentamento e di rifiuto della produzione industriale.\r\n \r\n\r\nDanilo_granoantico2_Laterratrama26aprile2015","27 Aprile 2015","2018-11-01 22:02:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/radicalgraphics-346__272x400-200x110.jpg","Grani antichi di montagna e panificazione, le qualità 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Contro varii obiettivi e attraverso azioni dirette di diverso genere, vengono messe in campo varie iniziative da chi si oppone alla devastazione dell’ambiente e dei suoi viventi, e a causa di ciò già in passato si sono registrati nel campo di lotta sgomberi, arresti e processi; attualmente ci sono tre persone in carcere.\r\nSul sito della Croce Nera Anarchica della Renania, informazioni, indirizzi delle carceri e l’appello alla solidarietà internazionale con i prigionierx\r\n\r\nHambach","17 Novembre 2015","2018-11-01 22:00:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/Hambi_ABC_cropped-IMG_82503-200x110.jpg","Foresta di Hambach, aggiornamenti su occupazioni, azioni e prigionierx",1447761303,[516,517,518,519,520,375,445,521,522,523,378],"http://radioblackout.org/tag/azioni-dirette/","http://radioblackout.org/tag/croce-nera-anarchica-renania/","http://radioblackout.org/tag/devastazione-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/foresta-di-hambach/","http://radioblackout.org/tag/hambach/","http://radioblackout.org/tag/occupazioni/","http://radioblackout.org/tag/prigionieri/","http://radioblackout.org/tag/rwe/",[525,526,527,528,529,178,191,530,531,532,385],"azioni dirette","Croce Nera Anarchica Renania","devastazione ambientale","Foresta di Hambach","Hambach","occupazioni","prigionieri","RWE",{"post_content":534,"tags":538},{"matched_tokens":535,"snippet":536,"value":537},[241,242,243],"diretta telefonica all’interno della trasmissione “\u003Cmark>La\u003C/mark> \u003Cmark>terra\u003C/mark> \u003Cmark>trama..”\u003C/mark> l’intervento di qualcuno che è","Domenica 15 novembre abbiamo ospitato in diretta telefonica all’interno della trasmissione “\u003Cmark>La\u003C/mark> \u003Cmark>terra\u003C/mark> \u003Cmark>trama..”\u003C/mark> l’intervento di qualcuno che è in questo momento in Germania a sostenere \u003Cmark>la\u003C/mark> lotta contro l’estrazione di lignite nella foresta di Hambach.\r\nE’ nuovamente in corso da più di un mese \u003Cmark>la\u003C/mark> resistenza contro il taglio degli alberi per l’espansione della cava di carbone, stagione di taglio che si protrarrà fino quasi a primavera. 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Contro varii obiettivi e attraverso azioni dirette di diverso genere, vengono messe in campo varie iniziative da chi si oppone alla devastazione dell’ambiente e dei suoi viventi, e a causa di ciò già in passato si sono registrati nel campo di lotta sgomberi, arresti e processi; attualmente ci sono tre persone in carcere.\r\nSul sito della Croce Nera Anarchica della Renania, informazioni, indirizzi delle carceri e l’appello alla solidarietà internazionale con i prigionierx\r\n\r\nHambach",[539,541,543,545,547,549,551,553,555,557,559],{"matched_tokens":540,"snippet":525,"value":525},[],{"matched_tokens":542,"snippet":526,"value":526},[],{"matched_tokens":544,"snippet":527,"value":527},[],{"matched_tokens":546,"snippet":528,"value":528},[],{"matched_tokens":548,"snippet":529,"value":529},[],{"matched_tokens":550,"snippet":404,"value":404},[242],{"matched_tokens":552,"snippet":191,"value":191},[],{"matched_tokens":554,"snippet":530,"value":530},[],{"matched_tokens":556,"snippet":531,"value":531},[],{"matched_tokens":558,"snippet":532,"value":532},[],{"matched_tokens":560,"snippet":385,"value":385},[],[562,564],{"field":70,"matched_tokens":563,"snippet":536,"value":537},[241,242,243],{"field":31,"indices":565,"matched_tokens":566,"snippets":568,"values":569},[279],[567],[242],[404],[404],{"best_field_score":502,"best_field_weight":75,"fields_matched":180,"num_tokens_dropped":43,"score":503,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":43},{"document":572,"highlight":597,"highlights":602,"text_match":500,"text_match_info":605},{"comment_count":43,"id":573,"is_sticky":43,"permalink":574,"podcastfilter":575,"post_author":576,"post_content":577,"post_date":578,"post_excerpt":49,"post_id":573,"post_modified":579,"post_thumbnail":580,"post_title":581,"post_type":211,"sort_by_date":582,"tag_links":583,"tags":590},"30892","http://radioblackout.org/podcast/noexpo-e-incontro-di-liberazione-animale-2015-puntata-del-14-07-15/",[164],"liberationfront","Puntata in compagnia di Valentina (la terra trama), rapita per una sera ai monti e al lavoro, su liberazioni e nocività, leggendo di un po' di sabotaggi quà e là, aggiornamenti sulla lotta contro il nucleare in finlandia e introducendo l' XI incontro di liberazione animale.\r\n\r\nUna diretta con un compagno in merito ad uno dei workshop dell'incontro che si svolgerà dal 18 al 20 settembre a Ponticelli di Malalbergo, nella campagna in provincia di Bologna. Anche per questa edizione un programma ricco di approfondimenti, dibattiti, campeggio libero, ottimo cibo e ad inaugurare il tutto, un presidio a Ferrara contro il prossimo, ennesimo, nuovo centro di sperimentazione. Nel caso specifico trattasi di un ampliamento alla struttura del polo chimico biomedico dell'università. Ulteriori nuovi spazi per una scienza affamata di orrori e controllo sul vivente.\r\n\r\nDi puntata in puntata, cercheremo di darvi qualche anticipazione coinvolgendo direttamente i/le compagn* che stanno lavorando alle varie tematiche della tre giorni.\r\n\r\nE siamo partite con:\r\n\r\nExpo 2015: il supermercato del futuro.\r\n\r\nExpo è un pericoloso e insidioso laboratorio a cielo aperto di pratiche nocive cominciate molto prima dell'evento e sperimentate per un futuro a venire. 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