","RITORNARE ALLO SCIOPERO",1700252683,[156,157,158,159],"http://radioblackout.org/tag/cgil/","http://radioblackout.org/tag/salvini/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/sindacati/",[161,162,163,164],"cgil","salvini","sciopero","sindacati",{"post_content":166},{"matched_tokens":167,"snippet":168,"value":169},[23],"metropolitane e treni di viaggiare. \u003Cmark>Landini\u003C/mark> e Bombardieri hanno accettato il","Lo sciopero generale di venerdì 17 dicembre è stato parzialmente revocato a seguito delle minacce di precettazione che Salvini ha mosso, con il beneplacito della Commissione di garanzia, a CGIL e UIL. Con il pretesto che la mobilitazione fosse intersettoriale, anziché generale e che non fosse concentrata su un solo giorno, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha di fatto limitato a quattro ore l’astensione dal lavoro di macchinisti, autisti e altri Dipendenti che permettono a bus, tram, metropolitane e treni di viaggiare. \u003Cmark>Landini\u003C/mark> e Bombardieri hanno accettato il ricatto del governo, per non incorrere nelle pesantissime sanzioni amministrative che sarebbero arrivate a sindacati e lavoratori.\r\n\r\nMa gli strumenti di cui il governo dispone per invalidare il diritto di sciopero sono gli stessi che, all'epoca dell'emanazione della famigerata legge 146, furono ben accolti dai sindacati confederali per porre un freno agli scioperi selvaggi indetti dai sindacati di base.\r\n\r\nQuesta legge del 1990, voluta da Andreotti, è stata la reazione padronale-governativa alla cascata di scioperi che i macchinisti organizzavano negli anni '80 e '90 e istituisce la Commissione di garanzia, vera a propria \"Commissione antisciopero\", che negli anni ha burocratizzato in maniera esasperata le procedure, attraverso la produzione di migliaia di provvedimenti restrittivi. Questo processo ha creato uno strumento perfetto per la politica reazionaria del governo, ulteriormente consolidata dall'abolizione dell'articolo 18.\r\n\r\nNe parliamo con Dante de Angelis, macchinista ferroviere, esperto di sicurezza e attivista sindacale:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Dante-de-Angelis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDell'utilizzo di questa legge nell'attuale linea di governo e le reazioni dei confederali, ne abbiamo parlato con Roberto Ciccarelli, filosofo e giornalista:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Roberto-Ciccarelli.mp3\"][/audio]",[171],{"field":92,"matched_tokens":172,"snippet":168,"value":169},[23],578730123365187700,{"best_field_score":175,"best_field_weight":176,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":47,"score":177,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":47},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":179,"highlight":201,"highlights":206,"text_match":173,"text_match_info":209},{"cat_link":180,"category":181,"comment_count":47,"id":182,"is_sticky":47,"permalink":183,"post_author":50,"post_content":184,"post_date":185,"post_excerpt":53,"post_id":182,"post_modified":186,"post_thumbnail":187,"post_thumbnail_html":188,"post_title":189,"post_type":56,"sort_by_date":190,"tag_links":191,"tags":196},[44],[46],"39253","http://radioblackout.org/2016/12/contratto-metalmeccanico/","Ci sono stati anni in cui il contratto dei metalmeccanici era centrale: si aprivano i telegiornali, ci sono spezzoni video ancora conservati su supporti leggibili, forse per poco, poi rimarrà storia orale, di chi nella nebbia, al primo turno stava volantinando fuori dai cancelli che inghiottivano 40 mila operai a Mirafiori, 10 mila all’Iveco... Lancia, Spa. Nomi questi che evocano solo spazi da saccheggiare, gentrificare, riadattare. E alla fine di infinite ore di sciopero, di tira e molla, di tavoli notturni e personaggi padronali impresentabili che si facevano carico di essere emblemi del muro retrivo del padrone, si arrivava all’accordo da sottoporre in assemblea e lì erano altre discussioni, strategie e nuove prove di rispetto di se stessi e della propria appartenenza... contro i bonzi sindacali che miravano al ribasso, quando non alla svendita.\r\n\r\n \r\n\r\nSembrano passati secoli, ma chi è sui cinquanta li ha ancora vissuti e non può che allibire di fronte alla solita campagna di esaltazione del risultato (si potrebbe definire elemosina, se non fosse che le elargizioni sono costituite almeno da qualche centesimo) portato a casa con 20 ore di sciopero nell'anno che è durata la trattativa: tutto il parterre del sindacato concertativo, Fiom compresa, che da otto anni fingeva di non farsi piegare allo smantellamento totale del contratto nazionale, ha sottoscritto l'accordo al ribasso salariale e alla sostituzione di parte di esso con servizi aziendali di welfare, che si possono interpretare in molti modi e con tanti assorbimenti che scattano a orologeria in seguito a infinite sistemazioni che si prestano volta per volta a... fottere il più debole. Ovvero la classe operaia, già sempre dal 1980 in avanti, ma a maggior ragione dopo che la contrattazione di secondo livello, demandata alla trattativa aziendale (o addirittura individuale, come vorrebbero i padroni), diventerà sempre più centrale con questo orrido contratto (modello per tutti i comparti, compreso quello del pubblico impiego, siglato per ragioni referendarie a ridosso dell'appuntamento elettorale), dove i fondi Cometa da un lato e metaSalute dall'altro, sfileranno altro denaro dalle buste per fittizie opere previdenziali che si spartiscono azienda e sindacato, oppure addirittura non vengono erogati, perché non si hanno problemi di salute! Tutti i bonzi lo hanno firmato, Landini compreso, e verrà sottoposto nel solito modo truffaldino alle assemblee la settimana che inizierà il 19 dicembre.\r\n\r\nSperando in un clamoroso no dei lavoratori, siamo riusciti a fare il punto su ogni aspetto nascosto tra le pieghe con Alberto di Clash City Workers\r\n\r\ncontratto metalmeccanici 2016","3 Dicembre 2016","2016-12-05 11:47:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/sciopero-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/sciopero-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/sciopero-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/sciopero.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Contratto metalmeccanico: un modello irricevibile declinato per ogni comparto lavorativo",1480730166,[192,193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/contratto-metalmeccanici/","http://radioblackout.org/tag/secondo-livello/","http://radioblackout.org/tag/sindacati-concertativi/","http://radioblackout.org/tag/welfare-aziendale/",[197,198,199,200],"contratto metalmeccanici","secondo livello","sindacati concertativi","welfare aziendale",{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[23],"i bonzi lo hanno firmato, \u003Cmark>Landini\u003C/mark> compreso, e verrà sottoposto nel","Ci sono stati anni in cui il contratto dei metalmeccanici era centrale: si aprivano i telegiornali, ci sono spezzoni video ancora conservati su supporti leggibili, forse per poco, poi rimarrà storia orale, di chi nella nebbia, al primo turno stava volantinando fuori dai cancelli che inghiottivano 40 mila operai a Mirafiori, 10 mila all’Iveco... 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Allora, ricorderete, fu un disastro. Si costruì la cordata degli imprenditori patriottici (in realtà si trattava dei soliti noti e non a caso c'era pure il patron di Ilva) per sventare il pericolo che la compagnia di bandiera finisse in mano agli odiati Francesi. Tutti sanno com'è andata a finire: società sotto il controllo degli emiri e debiti sul groppone di tutti noi.\r\n\r\nLa farsa sembrerebbe ripetersi. Sarebbe pronto il piano di salvataggio made in Renzi. Applaude la Camusso, che proprio questa mattina si è recata a Taranto rifiutandosi di incontrare i dissidenti. Applaude Landini, che già sente il profumo dell'adorata nazionalizzazione. Peccato che Ilva fosse già dello stato e sia stata poi privatizzata in ossequio alla modernità neoliberista.\r\n\r\nL'Ilva però è soprattutto un'altra storia. Ben più dolorosa, più amara. Ilva è già sulle spalle della gente comune. Delle migliaia di famiglie che hanno persone care malate o decedute. Dei bambini che giocano tra le polveri arancioni. Di tutti noi, su cui vengono scaricati i costi sanitari e ambientali di un mostro che non mantiene neanche più le promesse di lavoro, ma che continua a riempirsi le fauci con le vite di chi è costretto a lavorarci dentro o a viverci semplicemente attorno.\r\n\r\nAbbiamo raccolto la testimonianza, lucida e rabbiosa, di Aldo Ranieri, portavoce del comitato dei cittadini e lavoratori liberi e pensanti di Taranto.\r\n\r\nRanieri\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Dicembre 2014","2014-12-04 14:30:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/CdG-inquinamento-atmosferico-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"198\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/CdG-inquinamento-atmosferico-300x198.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/CdG-inquinamento-atmosferico-300x198.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/CdG-inquinamento-atmosferico.jpg 620w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Basta Ilva, basta veleni",1417549322,[224,225,226,227],"http://radioblackout.org/tag/ilva/","http://radioblackout.org/tag/inquinamento/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/taranto/",[15,229,21,230],"inquinamento","Taranto",{"post_content":232},{"matched_tokens":233,"snippet":234,"value":235},[23],"di incontrare i dissidenti. 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Guida la cordata Giorgio Cremaschi, che spesso è intervenuto ai nostri microfoni, e al quale chiediamo qualche considerazioner alla luce della vergognosa telefonata tra Vendola e il dominus dei rapporti tra l'ILVA e tutto ciò che le sta intorno, Archinà.\r\n\r\nCremaschi","19 Novembre 2013","2013-11-22 13:49:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/fiom3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"153\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/fiom3-300x153.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/fiom3-300x153.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/11/fiom3.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sindacati, sindacati, ancora sindacati",1384862246,[59,224,254,62],"http://radioblackout.org/tag/lavoratori/",[17,15,256,25],"lavoratori",{"post_content":258},{"matched_tokens":259,"snippet":260,"value":261},[23],"di sicuro della Camusso con \u003Cmark>Landini\u003C/mark>. 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Il 18 gennaio la CGIL ha confermato l'accordo con il 95 favorevoli e 13 contrari. Un Landini tardivamente pentito ha dichiarato che l'accordo non impegna la Fiom. Quando dalla stalla lasciata scientemente aperta scappano tutti i buoi Landini cerca di salvare la faccia, per non perdere troppi iscritti.\r\nNegli anni Settanta, dopo la firma di un contratto, i lavoratori non sapevano se sarebbero riusciti ad \"esigerlo\", o, meglio, non sapevano se sarebbero riusciti a farlo subito o avrebbero dovuto fare altri scioperi per imporre al padrone quanto pattuito.\r\nOggi sono i padroni a preoccuparsi \"dell'esigibilità\" dei contratti. Evidentemente oggi i sindacati firmano accordi che soddisfano solo i padroni, che tuttavia temono che i lavoratori non si pieghino alle riduzioni di salario e alle gabbie normative sottoscritte da CGIL, CISL e UIL.\r\nL'accordo sulla rappresentanza sindacale perfezionato in questi giorni è una corda al collo dei lavoratori.\r\nLe nuove regole per misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali e per dare “certezza” agli accordi sindacali, che una volta approvati e ratificati a maggioranza semplice varranno coattivamente per tutti, sono un regalo ai padroni, che i sindacati di Stato fanno per mantenere ruolo, privilegi, soldi per il proprio pletorico apparato di funzionari.\r\nIn pratica l’accordo istituisce il maggioritario sindacale con soglia di sbarramento. Anche peggio del Porcellum elettorale, perché il Porcellum, pur premiando in maniera aborme chi prendeva più voti e pur negando agli elettori la possibilità di scegliere i candidati, non imponeva agli altri l'accettazione preventiva del programma degli avversari per poter presentare le liste.\r\nAl di là dello sbarramento al 5% fruiscono del diritto alla rappresentanza solo le organizzazioni che sottoscrivono l’accordo impegnandosi al rispetto di tutte le sue parti.\r\nE' come se la nuova legge elettorale stabilisse che possono candidarsi al parlamento solo le forze politiche che sottoscrivono la politica di austerità, il fiscal compact e quanto altro serva.\r\nTutti sindacati che non si riconoscono in CGIL, CISL UIL sono esclusi preventivamente così come ogni nuova rappresentanza del mondo del lavoro. In base al principio che chi siede al tavolo oggi occupa tutti i posti presenti e futuri, il maggioritario serve a disciplinare ciò che resta di diversità conflittuale.\r\nIl maggioritario sindacale stabilisce che una volta scremata preventivamente tra buoni e cattivi la presenza al tavolo, tra chi rimane la maggioranza decide e la minoranza si adegua.\r\nTra i sindacati firmatari, accedono al tavolo quelli che rappresentano più del 5% tra iscritti e voti per la elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Dove i lavoratori non votano per eleggere chi li rappresenta, ma il sindacato nomina propri fiduciari con le RSA, si continuerà a non votare e conterà per la misura della rappresentanza solo il numero degli iscritti.\r\nFatti tutti questi conteggi, i sindacati che assieme raggiungono il 50% più uno della rappresentanza decidono.\r\nSulla piattaforma decidono le organizzazioni senza consultazione dei lavoratori e le aziende trattano solo con la maggioranza, la minoranza sta al tavolo e guarda.\r\nSugli accordi decide la stessa maggioranza e consulta i lavoratori, in modalità certificate da definire. Cioè non necessariamente con il referendum, ma anche con il voto palese registrato in assemblea. Sotto questo aspetto l’accordo è più arretrato del modello Marchionne, che è stato instaurato con il referendum.\r\nUna volta deciso si esegue, anche se l’accordo non ti piace.\r\n\r\nAlcuni dirigenti sindacali hanno ipocritamente sostenuto che non avrebbero accettato sanzioni contro gli scioperi. L’intesa confederale peraltro non ha questo compito, perché ha definito l'accordo quadro che verrà formalizzato nei contratti e negli accordi aziendali.\r\nIl testo in ogni caso non si presta ad equivoci. I firmatari si impegnano a definire nei contratti “clausole di raffreddamento”, cioè inibizione dello sciopero e delle azioni legali. E non esiste clausola di raffreddamento che non preveda sanzioni per chi non la rispetta.\r\nIn sostanza nessuno potrà scioperare contro un contratto non condiviso. Nuovi lacci imbriglieranno il diritto di sciopero e chi non rispetterà i paletti fissati da sindacati di Stato e Confindustria incorrerà in sanzioni. Solo i sindacati firmatari dell’accordo saranno ammessi ai tavoli di trattativa a qualsiasi livello.\r\nCon questo accordo i sindacati confederali si garantiscono il “monopolio” della rappresentanza sindacale.\r\n\r\nInteressante è la reazione di settori di sindacalismo di base che reclamano una legge dello Stato che regolamenti la rappresentanza sindacale. Una follia.\r\nUna follia che tradisce da un lato la dura incrostazione statalista dei sindacati di tradizione comunista, dall'altra la incredibile fiducia, tipica dell'approccio liberale, nello Stato come garante delle libertà sociali.\r\nUn approccio squisitamente ideologico che non coglie che le leggi sono la rappresentazione ritualizzata dei rapporti di forza tra le parti sociali. Spesso - è il caso dello \"statuto dei lavoratori\" - garantiscono diritti per evitare che l'onda dei movimenti ponga all'ordine del giorno una trasformazione tanto radicale delle relazioni sociali da far saltare ogni possibilità di mediazione.\r\nOggi una legge sulla rappresentanza trasformerebbe un accordo privato in una norma coattiva.\r\nLa partita si gioca altrove. Solo la radicalità del conflitto, la capacità di creare legami tra lavoratori divisi dalla frantumazione imposta mei 30 lunghi anni di desertificazione delle lotte, può rovesciare il tavolo e scrivere una pagina diversa.\r\nIl panorama che si apre ripropone lo scontro sociale nella sua forma più cruda, senza tutele né garanzie.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Capello della CUB.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 01 17 rappresentanza stefanone","19 Gennaio 2014","2018-10-17 22:10:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/commedia-e-tragedia-200x110.jpg","Accordo sulla rappresentanza: tempi di guerra","podcast",1390144046,[301,302,303,304],"http://radioblackout.org/tag/accordo-sulla-rappresentanza/","http://radioblackout.org/tag/conflitto-sociale/","http://radioblackout.org/tag/sindacalismo-di-base/","http://radioblackout.org/tag/sindacati-di-stato/",[34,278,282,280],{"post_content":307},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[23],"favorevoli e 13 contrari. Un \u003Cmark>Landini\u003C/mark> tardivamente pentito ha dichiarato che","Il 10 gennaio di quest'anno CGIL, CISL, UIL e Confindustria hanno firmato il testo attuativo degli accordi sulla rappresentanza siglato lo scorso 31 maggio. Il 18 gennaio la CGIL ha confermato l'accordo con il 95 favorevoli e 13 contrari. Un \u003Cmark>Landini\u003C/mark> tardivamente pentito ha dichiarato che l'accordo non impegna la Fiom. Quando dalla stalla lasciata scientemente aperta scappano tutti i buoi \u003Cmark>Landini\u003C/mark> cerca di salvare la faccia, per non perdere troppi iscritti.\r\nNegli anni Settanta, dopo la firma di un contratto, i lavoratori non sapevano se sarebbero riusciti ad \"esigerlo\", o, meglio, non sapevano se sarebbero riusciti a farlo subito o avrebbero dovuto fare altri scioperi per imporre al padrone quanto pattuito.\r\nOggi sono i padroni a preoccuparsi \"dell'esigibilità\" dei contratti. Evidentemente oggi i sindacati firmano accordi che soddisfano solo i padroni, che tuttavia temono che i lavoratori non si pieghino alle riduzioni di salario e alle gabbie normative sottoscritte da CGIL, CISL e UIL.\r\nL'accordo sulla rappresentanza sindacale perfezionato in questi giorni è una corda al collo dei lavoratori.\r\nLe nuove regole per misurare la rappresentatività delle organizzazioni sindacali e per dare “certezza” agli accordi sindacali, che una volta approvati e ratificati a maggioranza semplice varranno coattivamente per tutti, sono un regalo ai padroni, che i sindacati di Stato fanno per mantenere ruolo, privilegi, soldi per il proprio pletorico apparato di funzionari.\r\nIn pratica l’accordo istituisce il maggioritario sindacale con soglia di sbarramento. Anche peggio del Porcellum elettorale, perché il Porcellum, pur premiando in maniera aborme chi prendeva più voti e pur negando agli elettori la possibilità di scegliere i candidati, non imponeva agli altri l'accettazione preventiva del programma degli avversari per poter presentare le liste.\r\nAl di là dello sbarramento al 5% fruiscono del diritto alla rappresentanza solo le organizzazioni che sottoscrivono l’accordo impegnandosi al rispetto di tutte le sue parti.\r\nE' come se la nuova legge elettorale stabilisse che possono candidarsi al parlamento solo le forze politiche che sottoscrivono la politica di austerità, il fiscal compact e quanto altro serva.\r\nTutti sindacati che non si riconoscono in CGIL, CISL UIL sono esclusi preventivamente così come ogni nuova rappresentanza del mondo del lavoro. In base al principio che chi siede al tavolo oggi occupa tutti i posti presenti e futuri, il maggioritario serve a disciplinare ciò che resta di diversità conflittuale.\r\nIl maggioritario sindacale stabilisce che una volta scremata preventivamente tra buoni e cattivi la presenza al tavolo, tra chi rimane la maggioranza decide e la minoranza si adegua.\r\nTra i sindacati firmatari, accedono al tavolo quelli che rappresentano più del 5% tra iscritti e voti per la elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Dove i lavoratori non votano per eleggere chi li rappresenta, ma il sindacato nomina propri fiduciari con le RSA, si continuerà a non votare e conterà per la misura della rappresentanza solo il numero degli iscritti.\r\nFatti tutti questi conteggi, i sindacati che assieme raggiungono il 50% più uno della rappresentanza decidono.\r\nSulla piattaforma decidono le organizzazioni senza consultazione dei lavoratori e le aziende trattano solo con la maggioranza, la minoranza sta al tavolo e guarda.\r\nSugli accordi decide la stessa maggioranza e consulta i lavoratori, in modalità certificate da definire. Cioè non necessariamente con il referendum, ma anche con il voto palese registrato in assemblea. Sotto questo aspetto l’accordo è più arretrato del modello Marchionne, che è stato instaurato con il referendum.\r\nUna volta deciso si esegue, anche se l’accordo non ti piace.\r\n\r\nAlcuni dirigenti sindacali hanno ipocritamente sostenuto che non avrebbero accettato sanzioni contro gli scioperi. L’intesa confederale peraltro non ha questo compito, perché ha definito l'accordo quadro che verrà formalizzato nei contratti e negli accordi aziendali.\r\nIl testo in ogni caso non si presta ad equivoci. I firmatari si impegnano a definire nei contratti “clausole di raffreddamento”, cioè inibizione dello sciopero e delle azioni legali. E non esiste clausola di raffreddamento che non preveda sanzioni per chi non la rispetta.\r\nIn sostanza nessuno potrà scioperare contro un contratto non condiviso. Nuovi lacci imbriglieranno il diritto di sciopero e chi non rispetterà i paletti fissati da sindacati di Stato e Confindustria incorrerà in sanzioni. Solo i sindacati firmatari dell’accordo saranno ammessi ai tavoli di trattativa a qualsiasi livello.\r\nCon questo accordo i sindacati confederali si garantiscono il “monopolio” della rappresentanza sindacale.\r\n\r\nInteressante è la reazione di settori di sindacalismo di base che reclamano una legge dello Stato che regolamenti la rappresentanza sindacale. Una follia.\r\nUna follia che tradisce da un lato la dura incrostazione statalista dei sindacati di tradizione comunista, dall'altra la incredibile fiducia, tipica dell'approccio liberale, nello Stato come garante delle libertà sociali.\r\nUn approccio squisitamente ideologico che non coglie che le leggi sono la rappresentazione ritualizzata dei rapporti di forza tra le parti sociali. Spesso - è il caso dello \"statuto dei lavoratori\" - garantiscono diritti per evitare che l'onda dei movimenti ponga all'ordine del giorno una trasformazione tanto radicale delle relazioni sociali da far saltare ogni possibilità di mediazione.\r\nOggi una legge sulla rappresentanza trasformerebbe un accordo privato in una norma coattiva.\r\nLa partita si gioca altrove. Solo la radicalità del conflitto, la capacità di creare legami tra lavoratori divisi dalla frantumazione imposta mei 30 lunghi anni di desertificazione delle lotte, può rovesciare il tavolo e scrivere una pagina diversa.\r\nIl panorama che si apre ripropone lo scontro sociale nella sua forma più cruda, senza tutele né garanzie.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Stefano Capello della CUB.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 01 17 rappresentanza stefanone",[312],{"field":92,"matched_tokens":313,"snippet":309,"value":310},[23],{"best_field_score":175,"best_field_weight":176,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":47,"score":177,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":298,"first_q":23,"per_page":268,"q":23},["Reactive",318],{},["Set"],["ShallowReactive",321],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fOCAHsKgoMJSolvBNTkDjx2RzXQRKpxO3gQk6iEQXOCc":-1},true,"/search?query=Landini"]