","Lecce: l'operazione \"Alto Impatto\" caccia gli stranieri dalla stazione","post",1540560598,[61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/lecce/","http://radioblackout.org/tag/operazione-alto-impatto/","http://radioblackout.org/tag/stazione/","http://radioblackout.org/tag/tso/",[18,66,67,27],"Operazione Alto Impatto","Stazione",{"post_content":69,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[18],"Intorno alla stazione di \u003Cmark>Lecce\u003C/mark> da un po' di tempo","Intorno alla stazione di \u003Cmark>Lecce\u003C/mark> da un po' di tempo a questa parte si stanno intensificando i controlli di polizia contro immigrati e poveri. Il pretesto è stato un fatto di cronaca, una rissa violenta finita con un ragazzo sgozzato; colta la palla al balzo il Questore ha dato il via all'operazione \"Alto Impatto\" così come l'ha fantasiosamente definita, un repulisti generalizzato della stazione attraversata e vissuta da tanti soggetti esclusi e marginalizzati, così come spesso accade in molte città italiane.\r\n\r\nDa quando l'operazione è partita, a qualsiasi ora del giorno e della notte, si incontrano pattuglie o checkpoint di Polizia e Carabinieri che impediscono agli immigrati di stazionare e provvedono all'identificazione a tappeto di tutti i passanti in odore di miseria.\r\n\r\nInseguimenti e fermi non si contano e capita così di trovarsi nel bel mezzo di un Tso improvvisato, giustificato dal fatto che la persona fermata camminasse a piedi scalzi e avesse la pelle scura. 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L'idea è venuta ad alcuni aderenti al circolo anarchico locale e rilanciata anche dal foglio Tairsia a partire da alcuni episodi minori di repressione poliziesca che però sono cartina di tornasole della progressiva presenza di vigili che controllano anche il contenuto del bicchiere di chi non è connotato come avventore, turista o comunque soggetto aderente alla catena speculativa, volta a gentrificare il quartiere in cui sono ospitati i negozietti di immigrati e i chioschi dove le bevande vengono commercializzate al loro prezzo non distante dai luoghi carissimi della movida, che è un mostro alieno giustapposto al quartiere del centro cittadino a ridosso delle Mura, storicamente popolare e da una ventina di anni oggetto di gentrificazione.\r\n\r\nMa l'analisi degli anarchici salentini si allarga da questi aspetti di contrapposizione di bicchieri di classe, che servono a clasificare e incasellare le appartenenze dei singoli, preparando deportazioni e incarcerazioni nel vicino Cie di Restinco, località poco distante del brindisino, di cui le ordinanze antidegrado sono il punto di inizio di un percorso per nulla virtuoso la cui ovvia conclusione è fatta di esclusione e controllo. Dove le barriere sono tangibili, ma sono anche simbolo e metafora delle frontiere sociali, economiche, dei limiti morali e giuridici imposti a ciascuno di noi, non solo ai migranti\r\n\r\nSentiamo Salvatore che parteciperà a questa passeggiata:\r\n\r\nUnknown","20 Novembre 2015","2015-11-27 11:10:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/2015_11_20-tarallucci-e-vino-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/2015_11_20-tarallucci-e-vino-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/2015_11_20-tarallucci-e-vino-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/2015_11_20-tarallucci-e-vino.jpg 410w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ordinanze di classe: controllo e gentrificazione a Lecce",1448021778,[118,119,61,120,121],"http://radioblackout.org/tag/cie-di-brindisi/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/passeggiata-antidivieti/","http://radioblackout.org/tag/tairsia/",[123,124,18,125,126],"cie di Brindisi","gentrificazione","passeggiata antidivieti","tairsia",{"post_content":128,"post_title":132,"tags":135},{"matched_tokens":129,"snippet":130,"value":131},[18],"alle 20 si terrà a \u003Cmark>Lecce\u003C/mark> una passeggiata antidivieti da porta","Domenica 22 novembre alle 20 si terrà a \u003Cmark>Lecce\u003C/mark> una passeggiata antidivieti da porta Rudiae, organizzata da Alcuni Nemici di ogni frontiera. 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La conseguenza è stato il radunarsi immediato di circa una cinquantina di persone radunatosi di fronte al blocco poliziesco che impediva di raggiungere il Binario\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nSuccessivamente la situazione è evoluta: il presidio si è mosso per incontrare il sindaco che ha declinato ogni responsabilità, indicando lo sgombero come un'iniziativa della questura.\r\n\r\nNelle prossime ore sono state annunciate iniziative di lotta per testimoniare alla città la rabbia per l'ennesimo attacco all'autorganizzazione e alle lotte sociali.\r\n\r\n \r\n\r\nAscoltate anche l'aggiornamento serale raccolto dala trasmissione Tutti Pazzi:\r\n\r\n2015.09.02_binario2\r\n\r\n ","2 Settembre 2015","2015-09-08 17:30:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/binario68-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/binario68-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/binario68-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/binario68.jpg 315w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Fine corsa sul Binario 68 a Lecce: sgomberato stamani il centro di via Birago",1441201761,[172,61,173],"http://radioblackout.org/tag/binario-68/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[175,18,176],"binario 68","sgombero",{"post_content":178,"post_title":182,"tags":185},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[18],"quartiere di San Pio a \u003Cmark>Lecce\u003C/mark>, questa mattina il Binario68 di","Dopo un anno e mezzo di attività politica, sociale e culturale nel quartiere di San Pio a \u003Cmark>Lecce\u003C/mark>, questa mattina il Binario68 di via Birago è stato sgomberato dalle forze dell'ordine della città pugliese, che hanno eseguito il sequestro preventivo dello stabile.La peculiarità dell'occupazione era di assicurare una presenza antifascista in un quartiere difficile e molte attività culturali che evidentemente davano fastidio all'ammoinistrazione, come ci ha raccontato il corrispondente pugliese mentre stamani ancora alcuni compagni erano bloccati all'interno dell'edificio dopo essere scesi dal tetto.\r\n\r\nIl blitz è arrivato verso le 6, quando all'interno dell'immobile occupato era presente una decina di compagni che subito hanno avvertito di quanto stava succedendo la città tramite tam-tam e telefonate. 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E' chiaro che il batterio esiste ed un certo numero di piante si sono ammalate, ma sulla sua comparsa nel Salento, in particolare nella zona tra Taviano e Gallipoli, le informazioni restano poco chiare e quelle emerse finora non aiutano di certo il confronto su quale sia il modo migliore per affrontare la situazione.\r\n\r\nC'è chi parla di diffusione del batterio in seguito ad un workshop, proprio sulla Xylella, che nel 2010 si è tenuto a Bari presso l'Istituto Agronomico Mediterraneo, in un momento in cui il batterio era del tutto assente in Italia; è ormai certo che durante il seminario il batterio fu portato in Puglia per scopi scientifici. C'è poi chi parla di contagio \"importato\" attraverso un tipo di pianta ornamentale del Costa Rica, che sarebbe comparsa in alcuni vivai nostrani e da lì avrebbe attaccato piante di ulivo. C'è anche chi parla di un possibile complotto ordito dalla Monsanto e da aziende, di proprietà della stessa multinazionale, che fanno ricerca su Ogm resistenti al batterio in questione; in particolare l'attenzione viene concentrata su un'impresa brasiliana specializzata nel settore, la quale porta misteriosamente il nome di Alellyx, palindromo del batterio... Le ipotesi sono dunque molteplici e nei mesi scorsi è partita anche un'inchiesta da parte di due pm di Lecce, che per ora sono entrate in possesso di alcuni documenti del già citato Istituto Agronomico di Bari. Ciò che è sicuro è che per il batterio Xylella al momento non esiste una cura e che osservando la zona infetta appare evidente che non tutti gli alberi risultano colpiti. Per questo è saggio sottoporre le foglie ad un controllo preventivo anziché iniziare a potare pesantemente la pianta o ipotizzare addirittura l'eradicazione, dato che spesso l'essiccamento di rami e chiome può dipendere solo da funghi o parassiti comuni, che i contadini della zona hanno da sempre contrastato con metodi naturali, senza utilizzare dosi massicce di pesticidi e diserbanti.\r\n\r\nIn questo contesto, la risposta delle istituzioni, locali e nazionali, è stata tardiva e confusa: all'inizio vi è stata una sorta di \"richiesta\" di potare radicalmente gli alberi di ulivo che avessero presentato i primi sintomi del contagio, invece di invitare gli agricoltori, ad esempio, a far analizzare un campione delle foglie della pianta. Ecco perché nel corso del 2013 alcuni produttori hanno potato troppo le piante, le quali non sono poi riuscite a riprendersi. In seguito è arrivata la nomina \"centrale\" di un commissario straordinario, per questa ennesima \"emergenza meridionale\", il quale ha ridimensionato le potature e suggerito altre pratiche meno estreme. Tutto questo con un ritardo cronico rispetto al bisogno di informazioni da parte degli agricoltori locali. Infine sono fioccate ordinanze varie, con richieste ed obiettivi assolutamente surreali, di fatto impossibili da realizzare sull'intero territorio: in Salento, come in altre zone del sud, è altissimo il numero di grandi distese di ulivi abbandonati, immagine evidente di un latifondo che ancora esiste ed i cui proprietari vivono da generazioni altrove. E' proprio in questi campi, a cui non è stata data nessuna cura per anni, che ha iniziato a svilupparsi in modo aggressivo il batterio della Xylella, insieme ad altri parassiti e funghi. In questo senso è importante sottolineare come l'essicamento sia causato da un complesso di fattori e non solo dal batterio in questione.\r\n\r\nProprio per arginare le letture superficiali dei cronisti d'assalto e l'impreparazione costante e strutturale del governo e della regione, abbiamo scelto di parlare con Rocco dei suoi ulivi e di quelli dei suoi vicini. Rocco vive e produce olio biologico proprio nella zona di Racale, vicino a Gallipoli, confinante con Taviano, zona da cui sarebbe partito \"il contagio\". Insieme a lui abbiamo capito che esistono un'altra visione delle cose e pratiche differenti che si possono seguire per prendersi cura degli alberi e proteggerli dai parassiti. Abbiamo parlato di come, nel corso dei secoli, gli ulivi siano sempre stati curati dai contadini, attraverso le pratiche di chi vive tutti i giorni in quei territori, senza aspettare risposte inutili di politicanti sempre più distanti dalla realtà, né interventi calati dall'alto attraverso fantasiose direttive da parte di super-commissari.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nrocco_olivo\r\n\r\n ","11 Maggio 2015","2015-05-12 19:02:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/Ulivo-affetto-da-Xylella-fastidiosa-LECCE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/Ulivo-affetto-da-Xylella-fastidiosa-LECCE-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/Ulivo-affetto-da-Xylella-fastidiosa-LECCE-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/05/Ulivo-affetto-da-Xylella-fastidiosa-LECCE.jpg 320w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Salento, ulivi e quello che non si dice",1431356245,[217,218,219,220,61,221,222,223,224],"http://radioblackout.org/tag/batterio-xylella/","http://radioblackout.org/tag/eradicazione-ulivi/","http://radioblackout.org/tag/gallipoli/","http://radioblackout.org/tag/latifondo/","http://radioblackout.org/tag/parassiti/","http://radioblackout.org/tag/salento/","http://radioblackout.org/tag/taviano/","http://radioblackout.org/tag/ulivi/",[226,227,228,229,18,230,24,231,232],"batterio Xylella","eradicazione ulivi","Gallipoli","latifondo","parassiti","Taviano","ulivi",{"post_content":234,"tags":238},{"matched_tokens":235,"snippet":236,"value":237},[18],"da parte di due pm di \u003Cmark>Lecce\u003C/mark>, che per ora sono entrate","Dal Salento, a volte, e non senza difficoltà, qualche voce seria e pacata riesce a bucare la versione dei media mainstream nazionali - ed anche europei - sulla questione \"Xylella\", trattata da mesi in modo ultra-allarmistico sul piano di un potenziale contagio \"europeo\" di altre zone in cui si produce l'olio di oliva. 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In seguito è arrivata la nomina \"centrale\" di un commissario straordinario, per questa ennesima \"emergenza meridionale\", il quale ha ridimensionato le potature e suggerito altre pratiche meno estreme. Tutto questo con un ritardo cronico rispetto al bisogno di informazioni da parte degli agricoltori locali. Infine sono fioccate ordinanze varie, con richieste ed obiettivi assolutamente surreali, di fatto impossibili da realizzare sull'intero territorio: in Salento, come in altre zone del sud, è altissimo il numero di grandi distese di ulivi abbandonati, immagine evidente di un latifondo che ancora esiste ed i cui proprietari vivono da generazioni altrove. E' proprio in questi campi, a cui non è stata data nessuna cura per anni, che ha iniziato a svilupparsi in modo aggressivo il batterio della Xylella, insieme ad altri parassiti e funghi. 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Abbiamo parlato di come, nel corso dei secoli, gli ulivi siano sempre stati curati dai contadini, attraverso le pratiche di chi vive tutti i giorni in quei territori, senza aspettare risposte inutili di politicanti sempre più distanti dalla realtà, né interventi calati dall'alto attraverso fantasiose direttive da parte di super-commissari.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nrocco_olivo\r\n\r\n ",[239,241,243,245,247,249,251,253,255],{"matched_tokens":240,"snippet":226},[],{"matched_tokens":242,"snippet":227},[],{"matched_tokens":244,"snippet":228},[],{"matched_tokens":246,"snippet":229},[],{"matched_tokens":248,"snippet":79},[18],{"matched_tokens":250,"snippet":230},[],{"matched_tokens":252,"snippet":24},[],{"matched_tokens":254,"snippet":231},[],{"matched_tokens":256,"snippet":232},[],[258,263],{"field":36,"indices":259,"matched_tokens":260,"snippets":262},[17],[261],[18],[79],{"field":88,"matched_tokens":264,"snippet":236,"value":237},[18],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":149,"num_tokens_dropped":48,"score":266,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":48},"578730123365711978",{"document":268,"highlight":288,"highlights":293,"text_match":296,"text_match_info":297},{"cat_link":269,"category":270,"comment_count":48,"id":271,"is_sticky":48,"permalink":272,"post_author":31,"post_content":273,"post_date":274,"post_excerpt":53,"post_id":271,"post_modified":275,"post_thumbnail":276,"post_thumbnail_html":277,"post_title":278,"post_type":58,"sort_by_date":279,"tag_links":280,"tags":284},[45],[47],"88659","http://radioblackout.org/2024/04/puglia-sulla-deforestazione-voluta-dalla-porche/","Scendendo verso sud, da Berlino a Bologna, fino a Nardò, si moltiplicano le azioni in difesa di alberi e boschi. Nella cittadina pugliese in provincia di Lecce è presente la (NTC), costruito negli anni '70 dalla FIAT e dal 2012 in mano alla Porche Engineering. È composto da un anello di 12 km di strade asfaltate (denominato Nardò ring) e da una parte di strade sterrate. Questo cerchio dal diametro di 4 km è stato costruito su 700 ettari di campi e boschi. L'intera area è normalmente chiusa al pubblico per motivi di segretezza aziendale. In quanto all'ambiente circostante, la pista di prova confina, e in parte vi si sovrappone, con la Riserva Regionale Orientata \"Palude del Conte e Dune Costiere, in cui sono presenti molti habitat e specie protetti, come una lecceta di 200 ettari. \r\n\r\nNonostante questo, il 10 agosto 2023 è stata divulgata la notizia dell'approvazione, da parte di Regione e Comuni, di un Accordo di Programma in cui è stato reinserito l'ampliamento dell'impianto automobilistico in nome di una \"pubblica utilità\". L'ampliamento prevede \"l’adeguamento e miglioramento delle piste esistenti, la realizzazione di nuove piste di prova e di nuovi fabbricati all’interno dell’area di proprietà NTC nonché opere di riconosciuto interesse pubblico sia all’interno che all’esterno dell’area di proprietà NTC” nonché presunte opere di “interesse pubblico”, che però avranno più utilità per la Porche stessa che per gli abitanti del luogo. Nei fatti andrà a distruggere più di 200 ettari di bosco, con gravi danni ambientali, e all'esproprio di campi, come denunciano il Comitato Custodi del bosco d'Arneo e i 134 proprietari terrieri che hanno ricevuto dalla Regione l'avviso del procedimento di espropriazione.\r\n\r\nIl progetto di ampliamente è però stato bocciato dalla Commissione Europea per l'impatto negativo sugli habitat naturali, seguita dalla Regione Puglia che ne ha sospeso i lavori. 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Alla vigilia del terremoto politico che ha investito il governo Draghi & C., il Consiglio dei ministri ha varato il decreto missioni internazionali per l’anno in corso. Principale novità, la partecipazione delle forze armate italiane al dispositivo predisposto dalle autorità qatariote per proteggere militarmente la Fifa World Cup. (…)\r\nMa le vere ragioni dell’oneroso impegno italiano per la Fifa World Cup 2022 sono state espresse dallo Stato maggiore della difesa e dal ministro Lorenzo Guerini. “La richiesta di supporto alle attività di difesa del Qatar in occasione dei Mondiali si configura come il naturale corollario e il coronamento di una collaborazione tecnico-operativa e industriale avviata da anni e con grosse potenzialità di sviluppo/opportunità”, scrive la Difesa. “L’Italia è orgogliosa di poter contribuire al regolare svolgimento di una rassegna globale: la cooperazione militare bilaterale tra Italia e Qatar è forte e intensa e abbraccia numerose attività di spiccato valore strategico”, ha dichiarato Guerini. “L’Italia crede nella partnership dei nostri due Paesi, che vede già in atto numerosi programmi di cooperazione industriale, e guarda con fiducia ad altre attività e collaborazioni, in piena coerenza anche con i nostri interessi comuni in materia di sicurezza e difesa”. (4)\r\n\r\nIl petro-emirato del Qatar è oggi il maggiore cliente del complesso militare-industriale-finanziario italiano - Leonardo e Fincantieri in testa - e le lucrose commesse di armi sono state ottenute anche grazie al pressing a tutto campo di presidenti del consiglio, ministri, amministratori delegati, generali e ammiragli. Lo scorso febbraio il gruppo industriale Leonardo S.p.A. ha consegnato all’Aeronautica militare del Qatar sei caccia addestratori avanzati M-346 “Master” realizzati negli stabilimenti di Varese-Venegono. I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (Lecce), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Settembre 2022","2022-09-13 19:43:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/203047785-18a896f5-f1e3-4535-8321-717182a8ae3f.jpg 735w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mondiali, militari e gas: la nuova missione militare italiana in Qatar",1663097743,[315,316,317,318,319,320],"http://radioblackout.org/tag/descalzi/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/guerini/","http://radioblackout.org/tag/missioni-militari-italiane-allestero/","http://radioblackout.org/tag/mondiali-in-qatar/","http://radioblackout.org/tag/qatar/",[322,323,324,325,326,327],"descalzi","ENI","guerini","missioni militari italiane all'estero","mondiali in qatar","qatar",{"post_content":329},{"matched_tokens":330,"snippet":331,"value":332},[18],"Training Flight School di Galatina (\u003Cmark>Lecce\u003C/mark>), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari)","Azzurri fuori dal mondiale di calcio ma 560 militari italiani si schiereranno a bordo campo in Qatar per contribuire alla sicurezza armata della kermesse sportiva in programma dal 21 novembre al 18 dicembre 2022. 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I velivoli possono raggiungere una velocità massima di 1.093 km/h, a una quota operativa di 13.715 metri sul livello del mare e possono essere impiegati anche per azioni di combattimento e attacco con missili aria-aria o per i bombardamenti contro obiettivi terrestri con munizioni di caduta da 500 libbre.\r\n\r\nLa consegna dei caccia rientra nell’ambito dell’accordo di cooperazione sottoscritto dalle forze aeree di Italia e Qatar nel novembre 2020 e che prevede anche la formazione dei piloti qatarioti nelle maggiori basi aeree italiane e presso il nuovo polo integrato di addestramento al volo costituito dall’International Training Flight School di Galatina (\u003Cmark>Lecce\u003C/mark>), dallo scalo di Decimomannu (Cagliari) e dal poligono di Salto di Quirra, ancora in Sardegna. I primi sei “allievi” della Qatar Emiri Air Force hanno concluso il corso avanzato propedeutico al volo sui caccia di prima linea lo scorso 12 luglio. (5)\r\n\r\nAncora a Leonardo la Marina militare del Qatar ha richiesto la fornitura di un Centro Operativo Navale per il monitoraggio e il pieno controllo delle acque territoriali, della Zona Economica Esclusiva e degli spazi di mare adiacenti. In base all’accordo, il nuovo Centro Operativo sovrintenderà al comando, controllo e coordinamento delle operazioni marittime, supportando le forze armate dell’emirato nei processi decisionali e nella gestione degli interventi “rapidi”. (6) Sempre nel marzo 2022 Leonardo ha consegnato alle forze armate di Doha due elicotteri multiruolo versione NFH (Nato Frigate Helicopter), prodotti nello stabilimento di Venezia Tessera e destinati alle operazioni navali. I velivoli sono parte della maxi-commessa del valore di oltre 3 miliardi di euro firmata nel 2018 dal consorzio europeo NHIndustries costituito da Airbus Helicopters (62,5%), GKN Fokker (5,5%) e Leonardo (32%). Il Qatar ha ordinato 16 elicotteri in versione TTH per compiti terrestri e 12 in versione NFH. Leonardo opera in qualità di prime contractor con la responsabilità per la gestione del programma, l’assemblaggio finale e la consegna dei 12 elicotteri per la Marina, più la fornitura di servizi di supporto e addestramento per gli equipaggi e i tecnici addetti alla loro manutenzione. All’holding italiana è stata attribuita anche la realizzazione di radar, sensori elettro-ottici, sistemi video ed identificazione e quelli per la gestione dei sistemi d’arma degli elicotteri (missili aria-superficie e siluri per il contrasto a minacce navali e sottomarine). (7)\r\n\r\nAnche nel caso degli elicotteri del consorzio NHIndustries/Leonardo, sono le forze armate italiane a collaborare alla formazione dei piloti militari dell’emirato. E’ presso l’aeroporto di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares” dell’Aviazione dell’esercito italiano (AVES) che si svolge l’addestramento del personale della Qatari Emiri Air Force, con la supervisione dei tecnici di Leonardo. “La formazione del personale qatariota è una delle attività addestrative di punta di AVES ed evidenzia il ruolo ormai consolidato di scuola internazionale di volo per la componente militare elicotteri”, spiega lo Stato maggiore dell’Esercito. “L’impegno complessivo, nei tre anni dall’avvio del programma Qatar, ha consentito il conseguimento di 2.000 ore di volo su elicottero NH-90 nella versione terrestre, cui si aggiungono ulteriori 2.500 ore sul simulatore di volo”. (8) Il 10 luglio 2022 lo scalo militare di Viterbo ha ospitato il vicepremier e ministro della difesa del Qatar, Khalid Mohamed Al Attyiah, in visita in Italia. Nel dare il benvenuto all’ospite, il comandante dell’Aviazione dell’esercito, generale Andrea Di Stasio, ha evidenziato che ad oggi sono stati addestrati più di una decina di equipaggi delle forze armate dell’emirato. “L’incontro è proseguito con la dimostrazione di un atto tattico condotto da un elicottero NH-90 (con equipaggio misto italiano e qatariota), che ha rilasciato personale utilizzando la tecnica del fast rope, e da un CH47F che ha recuperato i militari utilizzando la tecnica del grappolo, episodi operativi che richiedono un’alta specializzazione”, ha enfatizzato l’ufficio stampa dell’Esercito. (9)\r\n\r\nPrima di recarsi a Viterbo, il vice premier Al Attyiah, in compagnia del ministro della difesa Lorenzo Guerini, aveva partecipato presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano (La Spezia) alla consegna del pattugliatore offshore OPV “Sheraouh”, seconda unità della classe commissionata al cantiere italiano dal ministero della Difesa del Qatar nell’ambito di un programma di acquisizione navale che ha un valore complessivo di quasi 4 miliardi di euro e prevede, oltre ai due pattugliatori offshore, quattro corvette e una unità anfibia LPD (Landing Platform Dock). Alla cerimonia a Muggiano erano presenti pure i Capi di Stato maggiore della Marina militare di Italia e Qatar (l’ammiraglio Enrico Credendino e il generale Abdulla Bin Hassan Al Sulaiti) e il neopresidente di Fincantieri SpA, il generale Claudio Graziano, già Capo di Stato maggiore della Difesa e fino al 15 maggio 2022 presidente del Comitato militare dell’Unione europea.\r\n\r\n“Il pattugliatore Sheraouh, al pari del gemello Musherib, consegnato nel gennaio 2022, è un’unità altamente flessibile con capacità di assolvere a molteplici compiti che vanno dal pattugliamento, al ruolo di nave combattente”, riferisce Fincantieri. (10) Le due unità hanno una lunghezza di circa 63 metri, una larghezza di 9,2 metri, una velocità massima di 30 nodi, e possono ospitare a bordo 38 persone di equipaggio.\r\n\r\nLo scorso maggio ha avuto invece luogo nello stabilimento Fincantieri di Palermo l’impostazione della nave anfibia LPD commissionata dal Qatar. Questa unità avrà una lunghezza di circa 143 metri, una larghezza di 21,5 e potrà ospitare fino a 550 persone. Sarà dotata di due rampe carrabili e di un bacino interno allagabile in grado di accogliere un mezzo da sbarco veloce; il ponte di volo sarà dimensionato per ospitare gli elicotteri multiruolo NFH di Leonardo. (11) Due delle quattro corvette ordinate sono state consegnate nei mesi scorsi alla Marina militare del Qatar. Realizzate a Muggiano, le unità sono lunghe circa 107 metri, larghe 14,70 metri e raggiungono la velocità massima di 28 nodi. Le corvette possono ospitare 112 militari, diversi battelli veloci gonfiabili e un elicottero NFH.\r\n\r\nOvviamente non solo con gli aerei, gli elicotteri e le navi da guerra può spiegarsi la passione dei leader politici, militari e industriali italiani per il ricco e potente emirato del Golfo. Con la frenetica corsa alla diversificazione delle fonti energetiche dopo l’invasione russa dell’Ucraina, il Qatar si è candidato a divenire in pochi anni il leader mondiale della produzione di gas naturale liquefatto (GNL). Il 19 giugno a Doha, il ministro per gli Affari energetici dell’emirato, nonché presidente e amministratore delegato di QatarEnergy, Saad Sherida Al-Kaabi, ha sottoscritto con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, un accordo per la creazione di una joint venture. “QatarEnergy deterrà una quota del 75% e Eni il restante 25%”, spiega il portavoce dell’holding italiana. “La joint venture a sua volta deterrà il 12,5% dell’intero progetto NFE - North Field East, di cui fanno parte 4 mega treni GNL con una capacità combinata di liquefazione pari a 32 milioni di tonnellate/anno (MTPA)”. Grazie al progetto NFE il Qatar aumenterà le capacità di esportazione di GNL dagli attuali 77 MTPA a 110 MTPA. Sono previsti investimenti per quasi 29 miliardi di dollari.\r\n\r\n“NFE dovrebbe entrare in produzione entro la fine del 2025 e impiegherà tecnologie e processi all’avanguardia per minimizzare l’impronta carbonica complessiva, tra cui la cattura e lo stoccaggio della CO2”, enfatizza Claudio Descalzi. “Siamo onorati e lieti di essere stati scelti come partner nel progetto di espansione. Questo accordo è una significativa pietra miliare per Eni e si inserisce nel nostro obiettivo di diversificazione verso fonti energetiche più pulite e affidabili, in linea con la nostra strategia di decarbonizzazione”. (12)\r\n\r\nDecantare la sostenibilità socio-ambientale del progetto NFE è come affermare che più armi di distruzione di massa produci e più assicuri la pace e il disarmo dei popoli. “Eni svilupperà in Qatar il progetto considerato da tanti come la peggiore bomba climatica al mondo”, scrive Andrea Barolini su Valori, la testata giornalistica di proprietà di Fondazione Finanza Etica. “Il North Field East è un giacimento di gas naturale immenso che si stima possa contenere il 10% delle riserve mondiali. Un autentico disastro in termini di contributo al riscaldamento globale, nonostante le rassicurazioni dei vertici dell’azienda, che insiste sull’utilizzo di tecnologie che sarebbero in grado di limitare i danni al clima”. Un’inchiesta pubblicata a maggio dal quotidiano The Guardian inserisce l’NFE tra i progetti di sfruttamento di petrolio e gas più dannosi in assoluto. “Bombe climatiche, appunto, suscettibili di provocare emissioni per più di un miliardo di tonnellate di CO2 sull’insieme del loro ciclo di vita”, conclude Barolini.\r\n\r\nNiente bomber azzurri in campo a Doha 2022, ma tante, anzi tantissime bombe belliche e ambientali per il Qatar made in Italy.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante, blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-13-mazzeo-missioni-qatar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n 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19 marzo è stata pronunciata la prima sentenza del triplo processo a carico del movimento NoTap in cui sono state stilate un centinaio di sentenze per pene che vanno da tre mesi ai quattro anni. Il processo, svoltosi molto velocemente nell'Aula Bunker del carcere di Lecce dal giudice Pietro Baffa, è stato chiaramente orientato verso la criminalizzazione degli attivisti: pene raddoppiate rispetto alle richieste del pm, respingimento delle istanze difensive e la messa agli atti di lacunose accuse della Digos, soprattutto quelle riguardanti la zona rossa.\r\n\r\nUn processo politico che, insieme a tanti altri in giro per l'Italia, vuole silenziare e distruggere tutti i movimenti di dissenso verso opere inutili e dannose. Il contrario di quanto invece accade quando sotto accusa sono le multinazionali petrolifere e del gas, come dimostrato chiaramente dall'assoluzione di ENI per il processo Opl245. Non a caso il pm arriva dal dipartimento antimafia, che recentemente ha accorpato anche l'antiterrorismo (DNAA direzione nazionale antimafia e antiterrorismo), una chiara mossa che vuol far iscrivere movimenti sociali e la lotta politica ai reati associativi per mafia o terrorismo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianluca,\r\nper info varie: https://comunellafastidiosa.noblogs.org/\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/notap.mp3\"][/audio]","27 Marzo 2021","2021-03-27 19:52:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/notap-200x110.jpeg","aggiornamento sul processo NoTap",1616874733,[],[],{"post_content":617},{"matched_tokens":618,"snippet":619,"value":620},[18],"nell'Aula Bunker del carcere di \u003Cmark>Lecce\u003C/mark> dal giudice Pietro Baffa, è","Il 19 marzo è stata pronunciata la prima sentenza del triplo processo a carico del movimento NoTap in cui sono state stilate un centinaio di sentenze per pene che vanno da tre mesi ai quattro anni. 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Se la popolazione fuori dalle carceri viene privata di molte delle sue libertà con la giustificazione della tutela sanitaria e della riduzione dei contagi, chi è dentro vede la propria salute messa a rischio proprio dalla privazione della libertà. Apriamo la puntata con uno sguardo sulla situazione epidemica all’interno delle strutture detentive: i trucchi del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per ridimensionare i contagi e due testimonianze dalla Casa Circondariale di Lecce.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/BCUPCB_dap-covid-nov.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nVIDEOCOLLOQUI: BISOGNI AFFETTIVI, DEUMANIZZAZIONE E CONTROLLO\r\nLa mediazione tecnologica delle relazioni è uno dei processi che hanno subito una fortissima accelerazione nel corso della pandemia. 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