","Aggiornamenti da Parigi in lotta contro la Loi Travail","post",1465992936,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74],"http://radioblackout.org/tag/conflitto/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/el-khomri/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/loi-travail/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/parigi/",[76,77,30,53,78,79,15,80,81,82,21],"conflitto","corteo","lavoro","linformazione-di-blackout","manifestazione","news","notizie",{"post_content":84,"post_title":90,"tags":94},{"matched_tokens":85,"snippet":88,"value":89},[86,87],"Loi","travail","generale in Francia contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>travail\u003C/mark>, il jobs act voluto dal","Ieri nuovo sciopero generale in Francia contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>travail\u003C/mark>, il jobs act voluto dal presidente Hollande. Oltre seicento pullman sono arrivati da tutta la Francia per il corteo unitario a Parigi mentre manifestazioni locali si sono svolte in tutto il paese. Le mobilitazioni nella capitale si sono svolte in gravissimo clima d’intimidazione da parte del governo con oltre 140 “daspo di piazza” resi possibili dallo stato di emergenza post-bataclan. Nella mattinata i lavoratori del settore dell’energia hanno tagliato l’elettricità su alcune linee ad altissima tensione e hanno spostato le tariffe di 350’000 famiglie nella fascia di pagamento più bassa. La Tour eiffel è chiusa al pubblico a causa dello sciopero e la sede della locale confindustria (il Medef) è stata attaccata con palloncini di pittura.\r\nDiversi feriti a Parigi, di cui uno molto grave, dove la polizia, nervosissima, ha provocato e violentemente caricato la manifestazione. Sul percorso attaccate diverse banche e grandi catene commerciali, i manifestanti tengono testa alla polizia con lanci di petardi e bottiglie per evitare che gli agenti riescano a spezzare la manifestazione. La prefettura dichiara che durante la giornata sono stati effettuati 58 arresti e ci sono stati 40 feriti (29 tra le forze dell'ordine, 11 tra i manifestanti). 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Nel corso di ormai quasi tre mesi di protesta, le pratiche dei manifestanti si sono fatte sempre più determinate ed efficaci, fino ad arrivare a paralizzare i centri economici del paese, nel tentativo di contrastare l'odioso progetto di riforma voluto dal presidente Hollande. Mentre continuano i blocchi in tutte le raffinerie del paese, tanto che un terzo delle pompe di benzina è ormai senza carburante, sono iniziati gli scioperi nei trasporti ed il blocco delle 19 centrali nucleari, che producono i tre quarti dell'elettricità totale.\r\n\r\nNel pomeriggio di ieri a Paris si è svolta una manifestazione di circa 100 mila persone da Place de la Bastille a Place de la Nation. Duri scontri con la polizia, che ha più volte cercato di reprimere il corteo ed in particolare il suo spezzone più radicale e determinato: 31 persone sono state arrestate. Intanto a Le Havre i lavoratori hanno presidiato per tutta la notte il ponte di Normandia, epicentro degli scambi commerciali tra Francia e Gran Bretagna, mentre agenti in antisommossa presidiavano il ponte di Brotonne, terzo per importanza sulla Senna tra Rouen e Le Havre, per evitare il blocco da parte dei manifestanti. Mobilitazioni fin dalle prime ore dell’alba a Nantes, con il blocco dell’areoporto, Amiens e Rennes, con scontri tra polizia e manifestanti, Avignon, Bordeaux, Perpignan, Valence, Grenoble, Lyon, Toulouse, Clermont-Ferrand, Saint-Nazaire, Rouen, Limoges, Poitiers, Strasbourg, Marseille, Caen. Ieri inoltre i quotidiani, tranne l'Humanité, non sono usciti nelle edicole, perchè i lavoratori della CGT Livre ne hanno bloccato la pubblicazione. I giornali si erano infatti rifiutati di pubblicare un intervento di Philippe Martinez, il segretario della CGT, sindacato che il governo sta tentando di criminalizzare in ogni modo. Nonostante questo l’opinione pubblica continua a schierarsi nettamente in favore della protesta. Per Gilbert Garrel, Cgt Ferrovieri, “il 75% della popolazione rigetta la Loi Travail, quindi dire che c’è un braccio di ferro tra sindacati e governo è falso, la popolazione è contro. Bisogna che Valls prenda atto della situazione e accetti di rinegoziare”.\r\n\r\nOggi Hollande, a margine delle conclusioni del G7, a Kyoto ci ha tenuto ad affermare che si andrà fino in fondo sulla riforma del lavoro. Intanto, però, il governo, di fronte alla determinazione dei lavoratori, pare orientato a concessioni, sebbene in ordine sparso ed in modo contraddittorio. Il premier francese Manuel Valls nelle ultime ore ha tentato di accreditare presso i mezzi di informazione la possibilità di “apportare alcune modifiche, dei miglioramenti” alla legge (in particolare relativamente al famigerato articolo 2), di cui il movimento di contestazione continua comunque a chiedere il completo ritiro. Il governo teme che le proteste riescano a paralizzare il paese, scatenando le rimostranze degli imprenditori e di alcuni settori penalizzati dai blocchi, mentre si avvicinano gli Europei di calcio, la cui apertura è prevista il 10 giugno, proprio nel mezzo dell’esame della Loi Travail da parte del Senato. La Francia non puo’ permettersi immagini di protesta e, se manca la benzina ed i trasporti non funzionano, i problemi per Hollande e Valls si faranno ancora più seri.\r\nAscolta la diretta di questa mattina con Luna da Parigi:\r\nLoi-travail\r\n\r\n\r\n\r\n ","27 Maggio 2016","2016-05-30 12:05:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/a-FOS-SUR-MER-640x468-340x200-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/a-FOS-SUR-MER-640x468-340x200-300x176.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/a-FOS-SUR-MER-640x468-340x200-300x176.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/a-FOS-SUR-MER-640x468-340x200.jpg 340w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Loi Travail: cortei e blocchi di raffinerie, centrali nucleari e trasporti",1464352946,[151,152,153,70,154],"http://radioblackout.org/tag/blocchi/","http://radioblackout.org/tag/centrali-nucleari/","http://radioblackout.org/tag/cgt/","http://radioblackout.org/tag/raffinerie/",[156,157,158,15,159],"blocchi","centrali nucleari","CGT","raffinerie",{"post_content":161,"post_title":165,"tags":168},{"matched_tokens":162,"snippet":163,"value":164},[86,92],"in Francia contro la famigerata \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark>. 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Ancora una giornata di lotta in tutta la Francia questo giovedì 28 aprile in cui è stato indetto lo sciopero generale contro la Loi Travail a firma El Khomri. La riforma del codice del lavoro, fortemente voluta dal presidente della Repubblica Hollande, dal premier Valls e dalla Medef, la locale Confindustria, richiama in molti suoi aspetti tanto il Jobs Act di Matteo Renzi, quanto l’accordo di governo siglato in Spagna tra socialisti e Ciudadanos. Come i cugini \"di sinistra\", anche i \"socialisti\" francesi intendono approfondire la svolta neo-liberale nel mondo del lavoro: \"flessibilità\" e \"competitività\" come sinonimi di precarietà, lacrime e sangue per lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nDopo le grandi manifestazioni del 31 marzo, del 5 aprile e del 9 aprile, il movimento contro la riforma del lavoro ha rilanciato sulla grève générale del 28 aprile che dà il via ad una quattro giorni di mobilitazione nazionale: cortei, blocchi e manifestazioni sono stati lanciati in tutte le maggiori città francesi. La giornata è stata infatti caratterizzata da scontri, oltre che a Parigi, anche a Rennes, Tolosa, Marsiglia, Lione, Nantes e Le Havre. Mezzo milione i manifestanti in strada, 124 i fermi a fine giornata, a cui vanno aggiunti altri 27 nella notte, in seguito agli scontri fra polizia e manifestanti della Nuit Debout in place de La République a Parigi.\r\n\r\nPer il 1 maggio sono stati lanciati nuovi cortei e blocchi nelle principali città francesi.\r\n\r\nUna cronaca della giornata con Cécile, compagna che si trova a Parigi:\r\n\r\ncecile\r\n\r\n ","30 Aprile 2016","2016-05-03 17:55:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-28_paris_placedelanation_lacrymos-1d18b-7b814-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-28_paris_placedelanation_lacrymos-1d18b-7b814-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-28_paris_placedelanation_lacrymos-1d18b-7b814-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/2016-04-28_paris_placedelanation_lacrymos-1d18b-7b814.jpg 614w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","E' sciopero generale in tutta la Francia contro la Loi Travail",1462017869,[204,205,70,206],"http://radioblackout.org/tag/28-avril/","http://radioblackout.org/tag/greve-generale/","http://radioblackout.org/tag/nuit-debout/",[208,209,15,34],"28 avril","gréve générale",{"post_content":211,"post_title":215,"tags":218},{"matched_tokens":212,"snippet":213,"value":214},[86,92],"lo sciopero generale contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark> a firma El Khomri. 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Bloccati decine di licei così come alcune università; chiuse aziende e fabbriche, trasporti pubblici in tilt ed edicole senza quotidiani. E per il 5 di aprile si prevedono nuove mobilitazioni con un'altra chiamata allo sciopero.\r\n\r\nCi sono state manifestazioni in tutte le principali città che hanno visto una partecipazione massiccia sopratutto di liceali che in queste settimane di lotta hanno dimostrato di essere la componente più calda e determinata, mentre in tutta la Francia emerge l'intento della CGT, sindacato riformista, nel voler gestire le proteste per evitare disordini.\r\n\r\nAnche al corteo di Parigi di ieri ci sono state tensioni tra CGT e liceali per la testa del corteo. La scorsa settimana le tensioni erano sfociate in scontri aperti in piazza per guadagnarsi la testa. A Parigi questa volta sono gli studenti ad aprire il corteo, a cui hanno partecipato oltre trentamila persone, che per ore e sotto una pioggia battente hanno sfilato per le strade scontrandosi a tratti con la polizia.\r\n\r\nSopratutto il corteo della mattina chiamato dai liceali per le 11 in place de la Natione si è dovuto aprire spesso la strada bloccata dalla polizia: pietre, vernice e uova e ogni altro genere di arredo urbano sugli sbirri che rispondono con cariche e lacrimogeni. In serata in place de la Republique migliaia di manifestanti si sono riuniti occupando la piazza con concerti e assemblee fino alla mattina.\r\n\r\nAbbiamo sentito una compagna a Parigi sulla giornata di ieri:\r\n\r\nParigi 31marzo\r\n\r\nA Marsiglia un determinato corteo studentesco si è aperto la via fino al concentramento ufficiale andandosi a prendere la testa del corteo. Anche qui la polizia ha caricato alla fine del corteo per evitare che questo ripartisse e poi di nuovo al ritorno in piazza. Anche a Marsiglia la componente più attiva risulta essere quella degli studenti medi che rilanciano già per il pomeriggio di oggi un nuovo appuntamento di lotta.\r\n\r\nAbbiamo sentito un compagno a Marsiglia per farci raccontare il corteo di ieri:\r\n\r\nFrancia,Marsiglia\r\n\r\nA completamento dell'informazione sulle lotte francesi e in particolare sul corteo marsigliese del venerdì abbiamo ricevuto informazioni, inserite nel notiziario, relative al concentramento spontaneo di cui si parlava nella diretta che ha preso le mosse dal Vieux Port per avviarsi verso la Borsa, difesa da un imponente schieramento di polizia, dove si sono alzate barricate nella via prospicente, ripiegando sulla sede del Partito socialista, imbrattata con il contenuto dei cassonetti usati per le barricate e successivamente la stessa sorte è capitata a quella del Fronte nazionale lepenista. I compagni sono riusciti a muoversi e aggirarsi per le strade di Marsiglia senza che la polizia fosse in grado di intervenire, né potesse arrestare nessuno.\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Aprile 2016","2016-04-08 11:26:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/parigi2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/parigi2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/parigi2-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/parigi2.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sciopero e mobilitazione contro la Loi Travail: due dirette dalla Francia",1459552840,[252,70,253],"http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[18,15,26],{"post_content":256,"post_title":260,"tags":263},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[86,87],"Le proteste contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>travail\u003C/mark> ieri in Francia hanno portato","Le proteste contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>travail\u003C/mark> ieri in Francia hanno portato per le strade oltre il milione di persone. 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A Parigi questa volta sono gli studenti ad aprire il corteo, a cui hanno partecipato oltre trentamila persone, che per ore e sotto una pioggia battente hanno sfilato per le strade scontrandosi a tratti con la polizia.\r\n\r\nSopratutto il corteo della mattina chiamato dai liceali per le 11 in place de la Natione si è dovuto aprire spesso la strada bloccata dalla polizia: pietre, vernice e uova e ogni altro genere di arredo urbano sugli sbirri che rispondono con cariche e lacrimogeni. In serata in place de la Republique migliaia di manifestanti si sono riuniti occupando la piazza con concerti e assemblee fino alla mattina.\r\n\r\nAbbiamo sentito una compagna a Parigi sulla giornata di ieri:\r\n\r\nParigi 31marzo\r\n\r\nA Marsiglia un determinato corteo studentesco si è aperto la via fino al concentramento ufficiale andandosi a prendere la testa del corteo. Anche qui la polizia ha caricato alla fine del corteo per evitare che questo ripartisse e poi di nuovo al ritorno in piazza. Anche a Marsiglia la componente più attiva risulta essere quella degli studenti medi che rilanciano già per il pomeriggio di oggi un nuovo appuntamento di lotta.\r\n\r\nAbbiamo sentito un compagno a Marsiglia per farci raccontare il corteo di ieri:\r\n\r\nFrancia,Marsiglia\r\n\r\nA completamento dell'informazione sulle lotte francesi e in particolare sul corteo marsigliese del venerdì abbiamo ricevuto informazioni, inserite nel notiziario, relative al concentramento spontaneo di cui si parlava nella diretta che ha preso le mosse dal Vieux Port per avviarsi verso la Borsa, difesa da un imponente schieramento di polizia, dove si sono alzate barricate nella via prospicente, ripiegando sulla sede del Partito socialista, imbrattata con il contenuto dei cassonetti usati per le barricate e successivamente la stessa sorte è capitata a quella del Fronte nazionale lepenista. I compagni sono riusciti a muoversi e aggirarsi per le strade di Marsiglia senza che la polizia fosse in grado di intervenire, né potesse arrestare nessuno.\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":261,"snippet":262,"value":262},[86,92],"Sciopero e mobilitazione contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark>: due dirette dalla Francia",[264,266,268],{"matched_tokens":265,"snippet":18},[],{"matched_tokens":267,"snippet":109},[86,92],{"matched_tokens":269,"snippet":26},[],[271,276,278],{"field":38,"indices":272,"matched_tokens":273,"snippets":275},[36],[274],[86,92],[109],{"field":129,"matched_tokens":277,"snippet":258,"value":259},[86,87],{"field":126,"matched_tokens":279,"snippet":262,"value":262},[86,92],{"best_field_score":133,"best_field_weight":134,"fields_matched":135,"num_tokens_dropped":50,"score":136,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},{"document":282,"highlight":302,"highlights":321,"text_match":131,"text_match_info":331},{"cat_link":283,"category":284,"comment_count":50,"id":285,"is_sticky":50,"permalink":286,"post_author":287,"post_content":288,"post_date":289,"post_excerpt":56,"post_id":285,"post_modified":290,"post_thumbnail":291,"post_thumbnail_html":292,"post_title":293,"post_type":61,"sort_by_date":294,"tag_links":295,"tags":299},[47],[49],"34819","http://radioblackout.org/2016/03/francia-sciopero-generale-contro-la-loi-travail/","outsidermusic","E’ sciopero generale oggi in tutta la Francia contro la Loi Travail, la riforma del codice del lavoro proposta dalla deputata socialista Myriam El Khomri che introduce maggiore facilità nei licenziamenti e più potere all'impresa nei contratti, una maggiore frammentazione della giornata lavorativa, incoraggiamento del lavoro straordinario, pagato meno e facilitazioni per l'impresa nel variare orari di lavoro e abbassare i salari.\r\nUn Jobs Act d’oltralpe contro cui da tre settimane si susseguono blocchi, cortei, picchetti e assemblee in scuole e università.\r\nFin dalla prime ore di questa mattina gli studenti delle scuole superiori hanno bloccato e barricato gli ingressi di decine di licei parigini, per poi partire in corteo selvaggio per le strade della capitale, con la polizia che ha già ripetutamente attaccato la manifestazione con cariche e lacrimogeni. Alle 13.30 in Place d’Italie è previsto il concentramento congiunto di studenti e lavoratori ma l’invito che circola in rete è a proseguire la mobilitazione fino a sera. 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Dopo mesi in cui nelle piazze si gridava \"Tout le monde deteste la police\", la Reazione si fa quindi corpo materiale nell'entusiasmo mediatico e nella compiacenza dei rappresentanti politici. Qual è il ruolo della polizia e delle forze dell'ordine al tempo della crisi e delle nuove forme di sfruttamento? Ad una parte nuovi percorsi di autonomizzazione e livelli di sindacalizzazione mai raggiunti prima, dall'altra un progressivo affievolirsi del ruolo di cani da guardia del potere e di corpo separato in favore di un ruolo di repressione ma anche mediazione e ricomposizione dei conflitti (\"poliziotto di quartiere\") in cui la cittadinanza si rende più attiva (e più complice) e il poliziotto finisce a essere piuttosto baluardo dei \"cittadini\" contro gli esclusi piuttosto che il presidio visibile degli interessi delle classi dirigenti. 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Alessandro De Giorgi, che insegna criminologia all'università statale San Josè e che ha diversi futuri poliziotti tra i suoi allievi, ha risposto ad alcune nostre domande.\r\n\r\nAbbiamo iniziato proprio dal famoso ammutinamento di buona parte della polizia newyorchese nei confronti del sindaco De Blasio, reo secondo loro di aver delegittimato la polizia ( e la sua violenza) dopo l'uccisione di due agenti da parte di un pregiudicato nero che desiderava vendicare i troppi morti afroamericani per mano della polizia cittadina.\r\n\r\n2016-11-01 18-49-16_SkypeCall_\r\n\r\nLe cifre dunque, come il professor De Giorgi stesso ci ha raccontato, dicono che la polizia rischia molto meno di un tempo. La pressione della criminalità è minore e gli omicidi dei poliziotti si sono dimezzati. Perché allora la polizia è meno disposta a rischiare la vita di un tempo? Si percepiscono davvero come lavoratori tra gli altri? Peraltro muoiono moto meno di altri lavoratori.\r\n\r\n2016-11-01 18-49-16_SkypeCall_\r\n\r\n \r\n\r\nL'ultima questione riguarda il rapporto tra crisi del debito, crisi fiscale e fondi spesi per la sicurezza e le forze dell'ordine. Il malcontento ha in qualche modo a che fare con tagli e misure che hanno colpito le forze dell'ordine in particolare? Come funziona negli Usa il finanziamento alle forze di sicurezza nelle loro varie sfumature (federale, nazionale, conteale).\r\n\r\n2016-11-01 18-49-16_SkypeCall_\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo montato in un unico contributo audio le due interviste a Pierre, compagno di Nantes attivo durante le manifestazioni contro la Loi Travail e a Mathieu Rigouste, ricercatore indipendente già autore de \"La dominazione della polizia. 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meglio comprendere questa nuova ondata di proteste, occorre ritornare necessariamente sul movimento contro la Loi El Khomri della primavera del 2016, per coglierne la portata, la composizione, le contraddizioni di classe e i limiti, nel quadro dello specifico contesto economico, lavorativo e normativo francese.\r\n\r\n \r\n\r\nLo facciamo con un redattore della rivista \"Il lato cattivo\", fra gli autori di un'interessante analisi critica sul movimento contro la Loi Travail del 2016, inserito nel quadro di un più ampio studio sulla questione della classe media salariata nel ciclo di lotte innescato dalla recessione economica mondiale del 2008.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l'intervista dalla puntata di Cattivi Pensieri del 26/9/17\r\n\r\n \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Loixxl1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Loixxl2.mp3\"][/audio]","26 Settembre 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portata avanti dalla presidenza Macron.\r\n\r\nSciopero degli autotrasportatori e giornata di blocchi in vari punti del paese nella giornata di ieri, 25 settembre, e nuove agitazioni previste nelle prossime settimane, sul fronte sindacale ma non solo.\r\n\r\nPer meglio comprendere questa nuova ondata di proteste, occorre ritornare necessariamente sul movimento contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> El Khomri della primavera del 2016, per coglierne la portata, la composizione, le contraddizioni di classe e i limiti, nel quadro dello specifico contesto economico, lavorativo e normativo francese.\r\n\r\n \r\n\r\nLo facciamo con un redattore della rivista \"Il lato cattivo\", fra gli autori di un'interessante analisi critica sul movimento contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark> del 2016, inserito nel quadro di un più ampio studio sulla questione della classe media salariata nel ciclo di lotte innescato dalla recessione economica mondiale del 2008.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta l'intervista dalla puntata di Cattivi Pensieri del 26/9/17\r\n\r\n \r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Loixxl1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Loixxl2.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":450,"snippet":451,"value":451},[86,92,86],"\u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark> XXL: aggiornamenti dalla Francia e riflessioni critiche sul movimento contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> El Khomri del 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Ennesimo passo verso lo smantellamento delle garanzie tipiche del compromesso fordista, questa legge prova a colmare un ritardo del paese nei confronti dei partner/concorrenti europei, di fronte ad una realtà lavorativa già ampiamente segnata da impieghi flessibili, precari e mal retribuiti, e in cui l'istituzione sindacale versa da tempo in crisi di rappresentanza.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/Francia-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNella seconda parte, grazie all'aiuto di alcuni contributi, analizziamo il famigerato \"modello tedesco\", quell'Agenda 2010, concretizzatasi poi nel piano Hartz a metà anni 2000, che funge da nefasto ispiratore delle riforme del lavoro negli altri paesi europei, Italia e Francia in testa, fra deregolamentazioni del lavoro a tempo determinato, creazione di mini-job, ed un coercitivo sistema di sussidio alla disoccupazione.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/francia2.mp3\"][/audio]","12 Settembre 2017","2018-10-17 22:07:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/francia-2-200x110.jpg","Francia - Di nuovo in piazza contro la riforma del lavoro",1505227977,[435,436,437,497,252,498,68,70,499],"http://radioblackout.org/tag/economia/","http://radioblackout.org/tag/germania/","http://radioblackout.org/tag/mini-jobs/",[403,401,408,501,18,502,78,15,503],"economia","germania","mini jobs",{"post_content":505,"tags":509},{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":508},[86],"in piena continuità con la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> El Khomri del precedente governo","Tornano in strada lavoratori e studenti francesi contro la riforma del codice del lavoro, oggi 12 settembre, con uno sciopero generale indetto dal sindacato CGT che tocca diverse città francesi e la cui manifestazione principale è attesa nel pomeriggio a Parigi.\r\n\r\n \r\n\r\nAnalizziamo i contenuti di questa nuova riforma del lavoro voluta fortemente dal presidente Macron, in piena continuità con la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> El Khomri del precedente governo socialista che nella primavera del 2016 portò alla formazione di un agguerrito quanto contraddittorio movimento di protesta. 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I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. Cronaca della giornata di lotta – corteo e contestazione della fiaccolata di poliziotti e comitati razzisti in sostegno ad un piano “sicurezza” il cui solo obiettivo è la guerra ai poveri.\r\n\r\n* Torino. Giovedì 2 giugno, ore 15,30 in piazza XVIII dicembre, vecchia Porta Susa\r\nQui l'appello per il corteo antimilitarista del 2 giugno a Torino\r\nAscolta e diffondi lo spot del corteo\r\n\r\n* Grecia. Abbiamo parlato dello sgombero di Idomeni con Jannis, anarchico greco, che ci racconta delle centri di detenzione che attendono i profughi deportati dall'accampamento spontaneo al confine tra Grecia e Macedonia.\r\nGrandi capannoni industriali all'estrema periferia di Salonicco, quello che resta delle fabbriche brasate dalla crisi, sono la destinazione “momentanea” per i profughi deportati in questi giorni da Idomeni. Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. Gli altri 7.900, in parte sono saliti spontaneamente sui pullman dell'esercito, molti altri – forse 3000 - se ne sono andati prima dello sgombero, improvvisando accampamenti in altre località lungo il confine. A Polycastro, in una stazione di servizio, sono accampate oltre duemila persone, in parte provenienti da Idomeni.\r\nSecondo fonti No Border in 700 ce l'avrebbero fatta a bucare il confine macedone.\r\nLo sgombero sinora “pacifico” dell'accampamento di Idomeni è frutto del lungo lavorio fatto da ONG, volontari e funzionari statali. I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede e racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto e mangia la minestra. É il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza e controllo dei migranti in viaggio a Chios e Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista e complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate e aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri e le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, e dovremmo cominciare a resistere e opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon è solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica e dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze e dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.","2018-10-17 22:58:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/2016-05-20-manif-antimili-2-giu-200x110.jpg","Anarres del 27 maggio. 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Nella loro eterogeneità e contraddittorietà, questi sommovimenti mostrano tratti comuni di fondo, identificati dai redattori della rivista \"il Lato Cattivo\", ai nostri microfoni, nell'interclassismo e nel ruolo egemone delle classi medie salariate.\r\n\r\nStrettamente legato a questo fenomeno si assiste negli ultimi anni ad un riemergere di movimenti riformisti e populisti, che, nelle loro specificità e peculiarità, rappresentano spesso l'unica forma di rappresentanza politico-elettorale per quelle classi lavoratrici e proletarie colpite dalla crisi, presenti nei sommovimenti di questi anni ma destinate ormai da decenni all'invisibilità politica e sociale.\r\nLa faticosa ripresa e la stagnazione economica a livello globale fanno ipotizzare lo scoppio di una crisi ancora più profonda nel futuro prossimo, che porterà a scenari inediti di conflitto fra le classi fondamentali del sistema di produzione capitalistico: \"...un immenso work in progress è in atto, [...] nessun nodo è stato sciolto e le battaglie decisive sono ancora di là da venire. Collisioni epocali di classi e di Stati si affacciano all'orizzonte\" (qui)\r\n\r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 22/11/2016:\r\nPrima parte\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/ilc1-.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/ilc2.mp3\"][/audio]","22 Novembre 2016","2018-10-24 18:01:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/occupy-wall-street-200x110.jpg","Crisi economica, movimenti di piazza e ruolo delle classi medie salariate - Intervista con \"il Lato Cattivo\"",1479822832,[435,656,436,657,658,659],"http://radioblackout.org/tag/classe-media/","http://radioblackout.org/tag/occupy/","http://radioblackout.org/tag/populismo/","http://radioblackout.org/tag/primavere-arabe/",[403,412,401,410,661,414],"populismo",{"post_content":663},{"matched_tokens":664,"snippet":665,"value":666},[86,92],"al recente movimento contro la \u003Cmark>Loi\u003C/mark> \u003Cmark>Travail\u003C/mark> in Francia. 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Sebbene la legge sia stata approvata in via definitiva, le piazze francese si sono nuovamente riempite giovedì 15 settembre. Nonostante il giorno lavorativo e l'assenza di indizioni di sciopero, nella sola Parigi sono scese in piazza 80.000 persone. Durante il corteo ci sono stati scontri, con molti feriti e diversi arresti. \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e conduttore della trasmissione “Vive la sociale!”. \r\n\r\nLa morte di un operaio a Piacenza, travolto da un tir della GLS, mentre faceva un picchetto, per la Procura sarebbe un mero incidente stradale. Diversa è la storia che raccontano i suoi compagni di lavoro e di lotta. 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