","Kirk, santo e martire Maga","post",1759190489,[68,69,70,71,72],"https://radioblackout.org/tag/kirk/","https://radioblackout.org/tag/liberta-di-parola/","https://radioblackout.org/tag/maga/","https://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","https://radioblackout.org/tag/trump/",[74,75,76,77,78],"kirk","libertà di parola","MAGA","Stati Uniti","Trump",{"post_content":80,"post_title":84,"tags":88},{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":83},[76],"L’assassinio dell’influencer \u003Cmark>MAGA\u003C/mark> Chiarlie Kirk, ormai eretto santo","L’assassinio dell’influencer \u003Cmark>MAGA\u003C/mark> Chiarlie Kirk, ormai eretto santo della galassia dei sostenitori di Donald Trump, ha fatto scattare un ulteriore attacco alla libertà di parola negli States. Nel mirino scuole, università, media e persino i comici. L’associazione di Kirk, prontamente ereditata dalla vedova, si candida ad una riforma del mondo dell’educazione.Ne abbiamo parlato con Martino Mazzonis, giornalista esperto degli States\nAscolta la diretta:",{"matched_tokens":85,"snippet":87,"value":87},[86],"Maga","Kirk, santo e martire \u003Cmark>Maga\u003C/mark>",[89,91,93,96,98],{"matched_tokens":90,"snippet":74},[],{"matched_tokens":92,"snippet":75},[],{"matched_tokens":94,"snippet":95},[76],"\u003Cmark>MAGA\u003C/mark>",{"matched_tokens":97,"snippet":77},[],{"matched_tokens":99,"snippet":78},[],[101,107,110],{"field":40,"indices":102,"matched_tokens":104,"snippets":106},[103],2,[105],[76],[95],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":87,"value":87},"post_title",[86],{"field":111,"matched_tokens":112,"snippet":82,"value":83},"post_content",[76],578730123365712000,{"best_field_score":115,"best_field_weight":116,"fields_matched":117,"num_tokens_dropped":54,"score":118,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":54},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",1,{"document":121,"highlight":150,"highlights":172,"text_match":113,"text_match_info":180},{"cat_link":122,"category":124,"comment_count":54,"id":125,"is_sticky":54,"permalink":126,"post_author":127,"post_content":128,"post_date":129,"post_excerpt":60,"post_id":125,"post_modified":130,"post_thumbnail":131,"post_thumbnail_html":132,"post_title":133,"post_type":65,"sort_by_date":134,"tag_links":135,"tags":144},[123],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[53],"65857","http://radioblackout.org/2021/01/stati-uniti-scenari-di-guerra-civile/","info","Si susseguono i rumores su una possibile insurrezione armata in vista della cerimonia di insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Questa volta l’assedio potrebbe estendersi a tutte le sedi governative degli States.\r\nIl clima negli States diventa sempre più incandescente.\r\nProviamo a capire quali siano i tasselli di un mosaico complesso, in un paese in cui reggono sempre meno le regole di alternanza bipolare tra democratici e repubblicani.\r\nLa galassia trumpista, legata al tycoon, ma soprattutto a fedelissimi come Bannon e Miller, è un insieme composito, spesso improbabile, che, negli States è inscritta nell’acronimo MAGA, che condensa lo slogan della campagna elettorale di Donald Trump negli Stati Uniti, “Make America Great Again”.\r\nIl MAGA si era dato due appuntamenti, uno il 6 gennaio, in occasione della proclamazione in parlamento della vittoria di Biden, terminato con la spettacolare invasione di Capitol Hill, e l’altro dal 19 gennaio, il giorno precedente l’insediamento del ticket democratico Biden/Harris.\r\nVale la pena sottolineare che gli eventi hanno avuto un’enorme eco mediatica e i trumpisti hanno avuto il sostegno di diverse emittenti trumpiste, tra cui Fox News.\r\nLa presenza reale nell’area del campidoglio non è stata tuttavia troppo significativa sul piano numerico: le stime oscillano tra i 5000 e i 30.000 partecipanti.\r\nNella stessa Washington i movimenti sociali più radicali, presidiavano, in numeri ben più consistenti, librerie, luoghi di incontro, sedi, spazi autogestiti.\r\nSegno che la partita, descritta dai media main stream come confronto tra il “folle” Trump e l’istituzione democratica, in realtà è altrove, tra una compagine di estrema destra, al momento senza grandi numeri ma in rapida espansione, ed i movimenti più radicali, che in questi mesi hanno mostrato la loro forza nelle strade degli States.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-12-states-robertino.mp3\"][/audio]","12 Gennaio 2021","2021-01-12 15:13:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x-300x188.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x-300x188.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x-1024x640.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x-768x480.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/Crisi-e-USA-01-660x400@2x.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Stati Uniti. 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Contemporaneamente, era stato indetto un contro corteo promosso da un'organizzazione antirazzista al quale hanno partecipato circa 5mila persone. I due gruppi si sono avvicinati in più di una occasione.\r\n\r\nLa polizia metropolitana di Londra ha dichiarato che la marcia, organizzata dall'attivista anti-immigrazione Tommy Robinson, ha attirato tra le 110.000 e le 150.000 persone, superando di gran lunga le aspettative.\r\n\r\nLx manifestanti hanno sventolato la bandiera dell'Union Jack e la Croce di San Giorgio rossa e bianca d'Inghilterra, mentre altri portavano quelle degli Stati Uniti e di Israele. Alcuni indossavano il cappello \"Make America Great Again\", o MAGA, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Hanno scandito slogan critici nei confronti del primo ministro Keir Starmer e portato cartelli, alcuni dei quali dicevano: \"Rimandateli a casa\". Robinson, il cui vero nome è Stephen Yaxley-Lennon, noto per le sue posizioni anti-immigrati e anti-Islam, ha definito la marcia \"una dimostrazione di unità patriottica come mai vista prima\". \"Oggi è la scintilla di una rivoluzione culturale in Gran Bretagna. Questo è il nostro momento\", ha detto l'attivista 42enne ai suoi sostenitori. Tra gli altri relatori all'evento di Robinson c'erano il miliardario statunitense Elon Musk, che si è collegato tramite collegamento video, il politico francese di estrema destra Eric Zemmour e Petr Bystron del partito anti-immigrazione Alternative für Deutschland (AfD).\r\n\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Jack, di Manchester, con cui avevamo già parlato dei riots di matrice razzista che avevano scosso l'Inghilterra la scorsa estate, di darci un po' di contesto rispetto alla partecipatissima manifestazione di estrema destra che si è tenuta a Londra sabato. 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Altre volte entri alle 6. Non sai ancora se alle 11 ti diranno di andare a casa o se andrai avanti fino al pomeriggio. Il giorno dopo magari fai il turno di notte: entri a mezzanotte per uscire alle sei del mattino, ma forse anche a mezzogiorno.\"\r\n\r\nInizia così il reportage di Marina Forti sulle condizioni delle lavoratrici dello stabilimento XpoLogistics, un’azienda del polo logistico di Stradella, in provincia di Pavia, un insieme di capannoni in posizione strategica proprio accanto all’uscita dell’autostrada Piacenza-Torino. Qui si gestisce il commercio online per H&M che commissiona a XpoLogistics la distribuzione just in time dei suoi prodotti. XpoLogistics è una delle maggiori aziende della logistica internazionale e offre supporto logistico per ogni attività che implichi “movimentare” merci. Le lavoratrici non sono però assunte neanche da XpoLogistics ma dalla cooperativa Easy Coop che si impegna a fornire manodopera, anch'essa just in time, per i magazzini di Stradella. Ed è proprio nel meccanismo di commissioni che è possibile trovare il punto di somiglianza tra lo sfruttamento produttivo in zone come il Bangladesh ( come non ricordare la tragedia del Rana Plaza, l’edificio di otto piani crollato il 24 aprile del 2013, sede di numerose aziende di abbigliamento tra cui H&M che ha sepolto sotto le macerie quasi 1200 lavoratori, per lo più donne ) e i capannoni dello smistamento merci del pavese: deresponsabilizzazione totale del marchio committente, scaricamento dei costi e dei rischi sui lavoratori, compressione dei salari e iperflessibilità sono solo alcuni aspetti che accomunano i due poli dell'industria globale dell'abbigliamento.\r\n\r\nIl motore di tutto sta nel concetto di competitività; nel suo nome si delocalizza, si esternalizza, si appalta e si sfrutta. E se le lavoratrici quest'estate hanno incrociato le braccia stanche, letteralmente, dei turni massacranti, degli orari flessibili e del preavviso minimo, la loro lotta ha evidenziato come alcuni aspetti delle condizioni di lavoro non possano in alcun modo essere cambiati. Infatti le lavoratrici sono riuscite a ottenere modifiche contrattuali, un migliore inquadramento e i ticket mensa. Quello che invece non riusciranno ad ottenere sono i miglioramenti legati al modo di lavorare, i turni, gli orari, perché strutturalmente sono questi aspetti a rendere più o meno competitiva un'azienda all'interno del comparto logistico. Se XpoLogistics si è quindi resa disponibile, nonostante le lavoratrici non siano sue dipendenti, a intervenire sui contratti, nulla può di fronte all'esigenza di fornire al committente un servizio il più veloce ed economico possibile, pena la perdita della commessa stessa.\r\n\r\nUna logica spietata che costringe sempre più lavoratori anche in Italia a sottostare a livelli di sfruttamento altissimi e a una flessibilità totale senza riuscire a migliorare significativamente la qualità della propria vita ma anzi sopravvivere appena.\r\n\r\nE se ad essa si aggiunge la tendenza all'investire nell'automazione di certe parti degli snodi logistici, quali ad esempio i magazzini, lo scenario che si prospetta risulta decisamente cupo con la possibilità, che si sta già facendo reale in alcune parti di mondo, della perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato direttamente con Marina, autrice del reportage pubblicato sul sito \"Internazionale\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\noperaiestradella","4 Novembre 2016","2016-11-08 23:27:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/stradella-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/stradella-300x168.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Dalle fabbriche del Bangladesh ai magazzini di Stradella: la filiera dello sfruttamento nell'industria globale dell'abbigliamento",1478283178,[],[],{"post_content":239,"post_title":244},{"matched_tokens":240,"snippet":242,"value":243},[241],"maga","al pomeriggio. 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Ed è proprio nel meccanismo di commissioni che è possibile trovare il punto di somiglianza tra lo sfruttamento produttivo in zone come il Bangladesh ( come non ricordare la tragedia del Rana Plaza, l’edificio di otto piani crollato il 24 aprile del 2013, sede di numerose aziende di abbigliamento tra cui H&M che ha sepolto sotto le macerie quasi 1200 lavoratori, per lo più donne ) e i capannoni dello smistamento merci del pavese: deresponsabilizzazione totale del marchio committente, scaricamento dei costi e dei rischi sui lavoratori, compressione dei salari e iperflessibilità sono solo alcuni aspetti che accomunano i due poli dell'industria globale dell'abbigliamento.\r\n\r\nIl motore di tutto sta nel concetto di competitività; nel suo nome si delocalizza, si esternalizza, si appalta e si sfrutta. 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Se XpoLogistics si è quindi resa disponibile, nonostante le lavoratrici non siano sue dipendenti, a intervenire sui contratti, nulla può di fronte all'esigenza di fornire al committente un servizio il più veloce ed economico possibile, pena la perdita della commessa stessa.\r\n\r\nUna logica spietata che costringe sempre più lavoratori anche in Italia a sottostare a livelli di sfruttamento altissimi e a una flessibilità totale senza riuscire a migliorare significativamente la qualità della propria vita ma anzi sopravvivere appena.\r\n\r\nE se ad essa si aggiunge la tendenza all'investire nell'automazione di certe parti degli snodi logistici, quali ad esempio i \u003Cmark>maga\u003C/mark>zzini, lo scenario che si prospetta risulta decisamente cupo con la possibilità, che si sta già facendo reale in alcune parti di mondo, della perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato direttamente con Marina, autrice del reportage pubblicato sul sito \"Internazionale\".\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\noperaiestradella",{"matched_tokens":245,"snippet":246,"value":246},[241],"Dalle fabbriche del Bangladesh ai \u003Cmark>maga\u003C/mark>zzini di Stradella: la filiera dello sfruttamento nell'industria globale dell'abbigliamento",[248,250],{"field":111,"matched_tokens":249,"snippet":242,"value":243},[241],{"field":108,"matched_tokens":251,"snippet":246,"value":246},[241],578730089005449300,{"best_field_score":254,"best_field_weight":255,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":54,"score":256,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":119},"1108074561536",15,"578730089005449338",{"document":258,"highlight":274,"highlights":282,"text_match":252,"text_match_info":287},{"cat_link":259,"category":260,"comment_count":54,"id":261,"is_sticky":54,"permalink":262,"post_author":127,"post_content":263,"post_date":264,"post_excerpt":60,"post_id":261,"post_modified":265,"post_thumbnail":60,"post_thumbnail_html":60,"post_title":266,"post_type":65,"sort_by_date":267,"tag_links":268,"tags":271},[123],[53],"23410","http://radioblackout.org/2014/05/la-filiera-dello-sfruttamentodai-campi-ai-grandi-magazzini/","E' passata già una settimana dalla lunga notte dei facchini dei Mercati Agricoli CAAT di Torino, che con tenacia (forse) inaspettata hanno bloccato il grande centro di distribuzione di frutta e verdura di tutto il torinese, non solo costringendo i padroncini delle Cooperative a reintegrare i 5 lavoratori licenziati, ma evidenziando con forza che là dove sembra impossibile disinnescare logiche di abusi padronali e subordinazione dei lavoratori, c'è invece la capacità di lottare e organizzarsi e invertire la rotta. Abbiamo cercato di allargare lo sguardo su quella che sembra essere una lunga filiera, troppe volte invisibile e senza voce, di sfruttamento e ricatto, che dalle terre agricole arriva sino agli scaffali dei grandi supermercati, passando per i magazzini e mercati generali. E' possibile trasformarla in una filiera dove la solidarietà, le lotte autorganizzate e il protagonismo dei lavoratori -migranti in larga parte- spezzi la lunga catena dello sfruttamento?\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maria, della Rete Campagne in Lotta\r\n\r\nmaria_campagneinlotta\r\n\r\nDi seguito il comunicato di solidarietà coi lavoratori del CAAT di Torino\r\n\r\nSolidarietà con i lavoratori del CAAT in lotta!\r\nLa dura e violenta repressione esercitata dalla polizia per cercare di annientare le proteste ed i blocchi dei facchini del CAAT (Mercati Generali di Torino), lo scorso venerdì 23 Maggio, non ha impedito ai lavoratori ed al sindacato SI Cobas che li rappresenta di continuare nella lotta.\r\nDopo aver ottenuto il pieno reintegro di 5 lavoratori Cobas sospesi senza motivo da parte di una cooperativa ed il pagamento dei salari arretrati, l’incontro di lunedi 26 ha strappato alla controparte la promessa di una risoluzione delle gravi condizioni lavorative e contrattuali per gli oltre 1000 facchini impiegati al CAAT , riconoscendo il SI Cobas come interlocutore sindacale,a riprova che la lotta paga! La violenza della repressione che caratterizza ogni giorno di piu’ le lotte dei lavoratori della logistica, assunti tramite la forma di “caporalato” delle cooperative, e’ sintomo della debolezza e della paura dei padroni di fronte alla resistenza dei lavoratori. Più queste lotte si sono unite, più i lavoratori si sono dimostrati compatti e decisi, più violenti si sono dimostrati i tentativi di reprimere, isolando e cercando di frammentare.\r\nSempre più, da nord a sud, e’ necessario mettere in connessione le lotte e le rivendicazioni, allargandole anche ad altri settori della lunga filiera dello sfruttamento nell’agro-industria: dai campi di raccolta, ai magazzini, ai mercati generali, fino ad arrivare ai supermercati. Come reti di supporto all’auto organizzazione dei lavoratori delle campagne esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori del CAAT di Torino, auspicando che la loro lotta sia da esempio per tutti gli sfruttati, e ci auguriamo che la trattativa vada a buon fine. Rimarremo vigili e solidali al loro fianco!\r\n\r\nRete Campagne in Lotta\r\nCoordinamento lavoro bracciantile piemontese\r\nSOS Rosarno\r\nRete Antirazzista Catanese","30 Maggio 2014","2014-06-09 12:26:09","La filiera dello sfruttamento, dai campi ai grandi magazzini",1401450721,[269,270],"http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/",[272,273],"braccianti","campagne in lotta",{"post_content":275,"post_title":279},{"matched_tokens":276,"snippet":277,"value":278},[241],"grandi supermercati, passando per i \u003Cmark>maga\u003C/mark>zzini e mercati generali. 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di Orbassano, hanno organizzato un picchetto con blocco totale delle merci per rivendicare migliori condizioni di lavoro e di trattamento, poichè anche in questa sede il CCNL della logistica non viene applicato.\r\n\r\nPresenti anche alcuni lavoratori di altri magazzini, compagni del Si Cobas di Torino e altri solidali.\r\n\r\nLa protesta sembrava dover proseguire a oltranza, poi a metà mattinata è stato deciso di sospendere il picchetto e riprenderlo lunedi 26 agosto quando ci sarà un incontro, probabilmente decisivo, con la direzione del magazzino.\r\n\r\nNel frattempo lo stato di agitazione rimane aperto anche in questi giorni.\r\n\r\nAscolta la testimonianza-denuncia sulla situazione da parte una lavoratrice della coop durante il picchetto di stamattina:\r\n\r\nbattaglio13ago","13 Agosto 2013","2013-09-02 13:25:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/Copy_of_CIMG3050-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"235\" 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Se le foto di persone incatenate e caricate sui C-17 della 60th Air Mobility Wing (ala logistica dell’aeronautica militare) rimandano alla dimensione militare della War on Migrants, meno frequentemente se ne osserva quella finanziaria ed economica: cerchiamo di seguire l’andamento azionario dei colossi della carcerazione privata coinvolti nel fenomeno e alcune frizioni tra MAGA e Musk che riguardano il bisogno di forza lavoro per il settore hi-tech.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_geo-group-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMESSICO\r\n\r\nTra ConsulApp Contigo, app per smartphone per avvisare familiari e consolati in caso si venga rastrellati dall’ICE, e tendopoli erette in fretta e furia al confine con gli USA, anche il Messico si prepara alle possibili deportazioni di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCORDI TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA EGIZIANE\r\n\r\nPartendo dall’osservazione del sostegno italiano nei confronti dell’apparato repressivo egiziano (sia in termini di formazione che di trasferimento di armi e tecnologie), approdiamo al tema centrale di questo approfondimento: gli accordi tra l’agenzia Europol e le forze di sicurezza di Al Sisi.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org cerchiamo di analizzare la genesi e il portato politico di questi accordi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_egitto-europol.mp3\"][/audio]","29 Gennaio 2025","2025-01-29 13:22:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bcupcb_europol-egitto-200x110.jpg","Al-MASRI | WAR ON MIGRANTS: USA-MEXICO | ACCORDI EUROPOL-EGITTO",1738156955,[390,446,447,392,448,449,450],"http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/geo-group/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[356,452,453,361,454,363,455],"Egitto","geo group","scafisti","war on migrants",{"post_content":457},{"matched_tokens":458,"snippet":459,"value":460},[76],"fenomeno e alcune frizioni tra \u003Cmark>MAGA\u003C/mark> e Musk che riguardano il","Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone detenute, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. 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Trump ha accettato ,a differenza della visione del globalismo ideologico dei neocon democratici, la natura multipolare degli equilibri mondiali così come si sono configurati in questa fase di post globalizzazione . Naturalmente la sua interpretazione si discosta dal concetto di multilateralismo ,che suppone un sistema di non ingerenza e riconoscimento reciproco dei soggetti ,ma si concretizza in un multipolarismo muscolare in cui ciascun polo dominante ha mano libera nella sua sfera d'influenza riformulando ed adattando teorie ritenute ormai desuete come la dottrina Monroe o quella del \"big stick\" ,cara agli imperialisti americani nel primo novecento. La nuova età dell'oro richiamata da Trump evoca una nuova fase di accumulazione originaria selvaggia in risposta alla crisi di profitto del capitale ,che presuppone la ricerca di nuovi territori di espansione per la valorizzazione dei capitali e lo sfruttamento di risorse. Questa logica sottende una competizione interimperialista che porta a confliggere gli interessi statunitensi con quelli dell'Europa ,dove una classe dirigente inetta sta portando il continente verso uno scenario bellico senza uscita. L'annunciata politica dei dazi ,foriera di processi inflazionistici , porterà alla crescita di sentimenti anti americani in Europa che purtroppo in mancanza di una visione di classe articolata da soggetti politici rappresentativi degli interessi dei subalterni,verranno manipolati dall'ultradestra populista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bastioni-di-Orione-Monestarolo-23012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Aresu consigliere scientifico di \"Limes\" e autore del libro \"Geopolitica dell'intelligenza artificiale \", parliamo degli scenari legati alla diffusione dell'intelligenza artificiale commentando la notizia dell'annunciato investimento di 500 miliardi di dollari in Stargate ,join venture composta da \"Open AI\",\"Oracle\" e \"Softbank\" ,sostenuta dal fondo emiratino Mgx per la realizzazione in Texas di 20 data center da circa 5 gigawatt ciascuno. La filiera industriale dell'intelligenza artificiale ha al suo centro la costruzione dei \"data center\", grossi magazzini con all'interno supercomputer .La manifattura elettronica viene sostenuta da ingenti investimenti provenienti dalle società high tech che sono espressione della grande concentrazione di capitali e potere economico che decide d'investire anche nella politica americana .Attraverso il meccanismo dei \"superpac\" hanno sostenuto la campagna elettorale di Trump anche grazie alle enormi plusvalenze ricavate dal loro valore azionario ,spesso enormemente gonfiato . Si assiste ad una interconnessione fra le strutture governative,l'industria militare e le aziende tecnologiche che ha portato ad una supremazia americana nella tecnologia spaziale attraverso aziende private. Questa struttura produttiva ha come conseguenza una dipendenza dalla tecnologia di aziende come \"Space x\" che consente agli Stati Uniti di ottenere la riusabilità dei vettori con enorme vantaggio sui concorrenti. Lo strapotere di queste corporation high tech pone la questione delle ricadute sociali di un capitale che non considera nulla al di fuori di sè e la sua regolazione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-23012025-ARESU.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Karim Metref ,giornalista algerino, parliamo dello stato delle relazioni fra Francia ed Algeria che si stanno rapidamente deteriorando. I nodi sono legati alla memoria coloniale ,ai casi dello scrittore Boualem Sansal ,arrestato ad Algeri e difeso a spada tratta da Macron , all'arresto di influencer filo governativi algerini residenti in Francia fino alla proposta di rivedere gli accordi del 1968 che regolano la presenza degli algerini in Francia. Ma dietro questa ennesima crisi diplomatica c'è il voltafaccia francese sulla questione del Sahara occidentale ,in quanto Parigi ha riconosciuto la sovranità marocchina sul territorio saharawi allineandosi di fatto alle posizioni statunitensi ed israeliane. Algeri da sempre sostenitrice della causa del popolo saharawi non ha digerito lo sgarbo e da qui sono partite una serie di ritorsioni reciproche che hanno invelenito i rapporti fra Parigi ed Algeri. L'aumento della retorica anticoloniale del presidente algerino è anche proporzionale alla crisi di legittimità del \"pouvoir\" ,il sistema di potere corrotto consolidato nel paese frutto del deviazionismo della classe dirigente uscita dalla lotta liberazione che portò all'indipedemza del paese nel 1962.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-23012025-ALGERIA.mp3\"][/audio]","25 Gennaio 2025","2025-01-25 17:27:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 23/01/2025-LA NUOVA ERA DEL MULTIPOLARISMO MUSCOLARE DI TRUMP-IL TECNO FEUDALESIMO DEI PADRONI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE CONDIZIONA GLI EQUILIBRI MONDIALI-ALGERIA E FRANCIA RAPPORTI DIFFICILI E STRASCICHI COLONIALI.",1737826062,[478],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[480],"Bastioni di Orione",{"post_content":482},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[86],"Trump e il suo movimento \u003Cmark>Maga\u003C/mark> hanno raccolto senza dubbio gli","Bastioni di Orione continua a provare a leggere la fase che si apre con la presidenza Trump confrontandosi con Giorgio Monestarolo ,insegnante e ricercatore che si occupa di storia economica e sociale .Trump e il suo movimento \u003Cmark>Maga\u003C/mark> hanno raccolto senza dubbio gli scontenti della globalizzazione interpretando un disagio sociale che ha trovato espressione in un epifenomeno che apparentemente non è effimero ma probabilmente destinato a caratterizare la società americana per un periodo abbastanza lungo. Trump ha accettato ,a differenza della visione del globalismo ideologico dei neocon democratici, la natura multipolare degli equilibri mondiali così come si sono configurati in questa fase di post globalizzazione . Naturalmente la sua interpretazione si discosta dal concetto di multilateralismo ,che suppone un sistema di non ingerenza e riconoscimento reciproco dei soggetti ,ma si concretizza in un multipolarismo muscolare in cui ciascun polo dominante ha mano libera nella sua sfera d'influenza riformulando ed adattando teorie ritenute ormai desuete come la dottrina Monroe o quella del \"big stick\" ,cara agli imperialisti americani nel primo novecento. La nuova età dell'oro richiamata da Trump evoca una nuova fase di accumulazione originaria selvaggia in risposta alla crisi di profitto del capitale ,che presuppone la ricerca di nuovi territori di espansione per la valorizzazione dei capitali e lo sfruttamento di risorse. Questa logica sottende una competizione interimperialista che porta a confliggere gli interessi statunitensi con quelli dell'Europa ,dove una classe dirigente inetta sta portando il continente verso uno scenario bellico senza uscita. L'annunciata politica dei dazi ,foriera di processi inflazionistici , porterà alla crescita di sentimenti anti americani in Europa che purtroppo in mancanza di una visione di classe articolata da soggetti politici rappresentativi degli interessi dei subalterni,verranno manipolati dall'ultradestra populista.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bastioni-di-Orione-Monestarolo-23012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Aresu consigliere scientifico di \"Limes\" e autore del libro \"Geopolitica dell'intelligenza artificiale \", parliamo degli scenari legati alla diffusione dell'intelligenza artificiale commentando la notizia dell'annunciato investimento di 500 miliardi di dollari in Stargate ,join venture composta da \"Open AI\",\"Oracle\" e \"Softbank\" ,sostenuta dal fondo emiratino Mgx per la realizzazione in Texas di 20 data center da circa 5 gigawatt ciascuno. La filiera industriale dell'intelligenza artificiale ha al suo centro la costruzione dei \"data center\", grossi \u003Cmark>maga\u003C/mark>zzini con all'interno supercomputer .La manifattura elettronica viene sostenuta da ingenti investimenti provenienti dalle società high tech che sono espressione della grande concentrazione di capitali e potere economico che decide d'investire anche nella politica americana .Attraverso il meccanismo dei \"superpac\" hanno sostenuto la campagna elettorale di Trump anche grazie alle enormi plusvalenze ricavate dal loro valore azionario ,spesso enormemente gonfiato . Si assiste ad una interconnessione fra le strutture governative,l'industria militare e le aziende tecnologiche che ha portato ad una supremazia americana nella tecnologia spaziale attraverso aziende private. Questa struttura produttiva ha come conseguenza una dipendenza dalla tecnologia di aziende come \"Space x\" che consente agli Stati Uniti di ottenere la riusabilità dei vettori con enorme vantaggio sui concorrenti. Lo strapotere di queste corporation high tech pone la questione delle ricadute sociali di un capitale che non considera nulla al di fuori di sè e la sua regolazione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-23012025-ARESU.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Karim Metref ,giornalista algerino, parliamo dello stato delle relazioni fra Francia ed Algeria che si stanno rapidamente deteriorando. I nodi sono legati alla memoria coloniale ,ai casi dello scrittore Boualem Sansal ,arrestato ad Algeri e difeso a spada tratta da Macron , all'arresto di influencer filo governativi algerini residenti in Francia fino alla proposta di rivedere gli accordi del 1968 che regolano la presenza degli algerini in Francia. Ma dietro questa ennesima crisi diplomatica c'è il voltafaccia francese sulla questione del Sahara occidentale ,in quanto Parigi ha riconosciuto la sovranità marocchina sul territorio saharawi allineandosi di fatto alle posizioni statunitensi ed israeliane. Algeri da sempre sostenitrice della causa del popolo saharawi non ha digerito lo sgarbo e da qui sono partite una serie di ritorsioni reciproche che hanno invelenito i rapporti fra Parigi ed Algeri. L'aumento della retorica anticoloniale del presidente algerino è anche proporzionale alla crisi di legittimità del \"pouvoir\" ,il sistema di potere corrotto consolidato nel paese frutto del deviazionismo della classe dirigente uscita dalla lotta liberazione che portò all'indipedemza del paese nel 1962.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-23012025-ALGERIA.mp3\"][/audio]",[487],{"field":111,"matched_tokens":488,"snippet":484,"value":485},[86],{"best_field_score":221,"best_field_weight":17,"fields_matched":119,"num_tokens_dropped":54,"score":222,"tokens_matched":119,"typo_prefix_score":54},{"document":491,"highlight":504,"highlights":509,"text_match":219,"text_match_info":512},{"comment_count":54,"id":492,"is_sticky":54,"permalink":493,"podcastfilter":494,"post_author":495,"post_content":496,"post_date":497,"post_excerpt":60,"post_id":492,"post_modified":498,"post_thumbnail":499,"post_title":500,"post_type":385,"sort_by_date":501,"tag_links":502,"tags":503},"53821","http://radioblackout.org/podcast/resa-dei-conti-alla-maddalena-la-perla-di-labuan-19-4-2019/",[335],"eraunanotte...","\"Il Tav glielo faccio passare proprio nel mezzo della Val Susa, perché tanto é proprio una valle di merda che fa schifo.\" é il commento (non verbalizzato) di Chiamparino, all'epoca sindaco uscente di Torino. Lo troviamo in \"Resa dei conti alla Maddalena - Diario di due anni cruciali per la lotta contro l'Alta Velocità in Valle di Susa\" di Fabrizio Salmoni, già militante di Lotta continua, oggi giornalista indipendente, che sarà presente ai microfoni. Gli anni sono il 2010 e il 2011, con gli occhi di Fabrizio rivisitiamo le miriadi di presidi di lotta, cene sociali, presentazione di libri, blocchi stradali e il taglio delle reti a cui parteciparono molte migliaia di persone di tutte le età, condizione sociale e retroterra culturale. \"Se l'avesse previsto la maga Circe, non ci avrei creduto. Una folla enorme come non s'era mai vista in una manifestazione convocata in due giorni.\" La violenza dello stato non solo con manganelli ma anche candelotti sparati ad altezza d'uomo, gas Cs, spray urticanti e brutalità sui fermati quando non ci sono telecamere. Ma anche dubbi, divisioni e contraddizioni com'é normale in un movimento davvero popolare e di massa. Un ritratto vivido del post-fascista Agostino Ghiglia, del post-comunista Stefano Esposito e del post-giornalista Massimo Numa, che però sono solo la prima linea della lobby pro-Tav dove la differenza tra destra e sinistra scompare. Tra le ditte appaltatrici c'é la CMC di Ravenna, una delle più grandi cooperative rosse. \"A presiedere l'Osservatorio Tecnico viene chiamato l'architetto Mario Virano, uno di quei manager provenienti dal vecchio PCI fattosi classe di governo.\" Completa il libro un'appendice fotografica e alcuni estratti di cronaca del processo per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011. \"Per gli assediati la mattina avanza lenta, dai telefonini giungono le notizie della manifestazione in marcia.\" Buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019.04.19-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","11 Maggio 2019","2021-08-06 13:26:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/SALMONI1-157x110.jpg","RESA DEI CONTI ALLA MADDALENA - LA PERLA DI LABUAN 19/4/2019",1557558277,[],[],{"post_content":505},{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":508},[241],"culturale. \"Se l'avesse previsto la \u003Cmark>maga\u003C/mark> Circe, non ci avrei creduto.","\"Il Tav glielo faccio passare proprio nel mezzo della Val Susa, perché tanto é proprio una valle di merda che fa schifo.\" é il commento (non verbalizzato) di Chiamparino, all'epoca sindaco uscente di Torino. 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È un termine che ricorre con estrema frequenza tanto nella sua storia quanto nei discorsi di Bezos e nelle lettere annuali agli investitori. In un primo momento doveva addirittura essere il nome dell’azienda: ecco perché, se digitate «relentless.com» nel vostro browser, verrete reindirizzati sul sito di Amazon. Ancora oggi Bezos è titolare del dominio.\"\r\n\r\nLa brutale realtà lavorativa dei magazzini di Amazon, fatta di ritmi insostenibili, tattiche antisindacali aggressive e sorveglianza digitale, non è più un mistero, come testimoniato da numerose inchieste giornalistiche. Queste, per quanto necessarie, non restituiscono però la portata storica di quello che sta succedendo nei centri logistici del colosso di Seattle sparsi in mezzo mondo. Oggi sono loro, infatti, gli avamposti del capitalismo, come negli anni Sessanta e Settanta del Novecento lo furono le fabbriche del Nord Italia che alimentarono il boom economico. Ed è proprio tra le mura dei magazzini di Amazon che si sta ridefinendo il nuovo rapporto, conflittuale, tra capitale e lavoro.\r\n\r\nAlessandro Delfanti li ha visitati, questi magazzini, e ha intervistato decine di dipendenti ed ex dipendenti. 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