","Takouba, una missione senza scrupoli né discussioni","post",1620577747,[65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76],"http://radioblackout.org/tag/africomoutofarica/","http://radioblackout.org/tag/nowar2021/","http://radioblackout.org/tag/takouba/","http://radioblackout.org/tag/tchad/","http://radioblackout.org/tag/barkhane/","http://radioblackout.org/tag/eni/","http://radioblackout.org/tag/francafrique/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/","http://radioblackout.org/tag/mali/","http://radioblackout.org/tag/niger/","http://radioblackout.org/tag/sahel/","http://radioblackout.org/tag/total/",[78,79,80,81,82,83,84,85,15,31,18,86],"#africomoutofarica","#nowar2021","#takouba","#tchad","Barkhane","ENI","Francafrique","leonardo","Total",{"post_content":88,"tags":92},{"matched_tokens":89,"snippet":90,"value":91},[15],"la missione Barkhane, intervenendo in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>, ora si avvia Takouba, una","Il Sahel è un'area molto importante per l'Occidente, la Francia in particolare, viste le risorse (Uranio, petrolio) e per la collocazione che mette in collegamento il Mediterraneo maghrebino con l'Africa centrale. Ma è anche in subbuglio, perché il jihad ha buon gioco a inquadrare la miseria derivante dalla desertificazione, dalla trasformazione della proprietà della terra (monocultura e controllo delle acque) e dalle predazioni dei paesi colonialisti.\r\nDi qui la necessità di occupare in forze militarmente il territorio: la Francia già da anni ha dislocato la missione Barkhane, intervenendo in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>, ora si avvia Takouba, una ancora più mirata missione internazionale, a cui partecipano truppe dell'esercito italiano, con regole d'ingaggio sconosciute, sotto il comando francese, e a seguito di un voto parlamentare datato e approvato su un testo fumoso inserito nel finanziamento delle spese militari all'estero, dalle quali emerge l'impegno di 200 militari, 20 carri armati e 8 elicotteri.\r\nAbbiamo preso spunto da due articoli per affrontare questo spinoso argomento: uno è una ridicola marchetta di Formiche.net, che ha intervistato Giulio Sapelli per spingere il governo italiano a una maggiore intraprendenza nel \"fare affari\", tradotto: vendere armi anche e soprattutto ai \"dittatori\" come al-Sisi, nonostante tutto, per risultare competitivi con l'assenza di scrupoli di Macron, soprattutto in Africa.\r\nInvece l'articolo serio è comparso su \"Pagineesteri.net\", lo ha firmato Antonio Mazzeo: \"Italia in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>. Assieme ai golpisti per fermare i flussi migratori e 'stabilizzare' il Sahel\". Abbiamo sentito l'estensore di questo secondo articolo per inquadrare meglio questa \"stabilizzazione\" e già dall'inizio ha avuto modo di rassicurare Sapelli, perché ci ha fornito una informazione poco conosciuta e cioè che su quei Rafale venduti dai francesi all'Egitto verranno montati sistemi d'arma di Leonardo-Finmeccanica: cioè le due potenze coloniali collaborano sia attraverso i grossi rami d'azienda (Eni e Leonardo per l'Italia; Total e Dassault per la Francia). Macron ha potenziato enormemente il dispositivo militare dislocato in Sahel, perché la minaccia e forte quanto gli interessi, soprattutto ora che è morto Déby costituendo un nuovo motivo di preoccupazione. E la Francia è solita imporre regimi golpisti laddove vede lesi i suoi interessi da forze insorgenti, come è capitato proprio in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>, dove si andrà a sostenere con Takouba una giunta militare, instaurata da un anno proprio dai francesi di Barkhane\r\nVengono legittimate le intrusioni europee in Sahel a difesa degli interessi predatori dalla necessità di contrastare gli uguali interessi energivori di Russia e Cina (e Turchia, che è il vero competitor italo-francese): giustificazioni per imprese militari costosissime e che servono per difendere la presenza africana (Angola, Mozambico, Nigeria) dell'Eni – oltreché per giustificare la spesa in attrezzature militari e dell'intero comparto della Difesa.\r\nI francesi hanno un numero spropositato di cacciabombardieri nell'area, una quantità di uomini che potrebbe contrastare una potenza suo pari nell'area e in quasi un decennio non è riuscita a limitare lo sviluppo di milizie e di gruppi insorgenti: la lotta al jihad è solo la foglia di fico, e dunque la crescita della sfida islamica va mantenuta per poter legittimare le missioni e imporre l'accesso al mercato africano; e non va dimenticato Biden, che ha rilanciato Africom, l'agenzia americana di penetrazione dell'Africa da parte dei militari statunitensi: è in preparazione un'esercitazione che si svolgerà in Marocco, come in finale del suo intervento ci rivela Antonio Mazzeo per illustrare la corsa di tutte le potenze grandi, medie e piccole per trasformare il continente come il più grosso mercato di armi mondiale, soprattutto proprio in Sahel.\r\n \r\n\r\nDi tutto questo e molto altro abbiamo parlato con @mazzeoantonio:\r\n\r\nAscolta \"Missioni coloniali in Sahel: tassello della guerra globale e della spartizione del mercato africano\" su Spreaker.",[93,95,97,99,101,103,105,107,109,112,114,116],{"matched_tokens":94,"snippet":78},[],{"matched_tokens":96,"snippet":79},[],{"matched_tokens":98,"snippet":80},[],{"matched_tokens":100,"snippet":81},[],{"matched_tokens":102,"snippet":82},[],{"matched_tokens":104,"snippet":83},[],{"matched_tokens":106,"snippet":84},[],{"matched_tokens":108,"snippet":85},[],{"matched_tokens":110,"snippet":111},[15],"\u003Cmark>Mali\u003C/mark>",{"matched_tokens":113,"snippet":31},[],{"matched_tokens":115,"snippet":18},[],{"matched_tokens":117,"snippet":86},[],[119,124],{"field":39,"indices":120,"matched_tokens":121,"snippets":123},[14],[122],[15],[111],{"field":125,"matched_tokens":126,"snippet":90,"value":91},"post_content",[15],578730123365712000,{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":37,"num_tokens_dropped":51,"score":131,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":134,"highlight":156,"highlights":176,"text_match":127,"text_match_info":184},{"cat_link":135,"category":136,"comment_count":51,"id":137,"is_sticky":51,"permalink":138,"post_author":54,"post_content":139,"post_date":140,"post_excerpt":57,"post_id":137,"post_modified":141,"post_thumbnail":57,"post_thumbnail_html":57,"post_title":142,"post_type":62,"sort_by_date":143,"tag_links":144,"tags":151},[48],[50],"63349","http://radioblackout.org/2020/09/la-calda-estate-dellafrica/"," \r\n\r\nUn'estate calda... e nel caso del continente nero sarebbe normale, anche se nella vulgata occidentale non si colgono accenni, né trapelano notizie su gruppi armati (Wagner russi o jihadisti trasportati da Erdoğan), passaggi di armi, loro vendita, scambi tra potenze e fazioni in conflitto, guerre per procura, incursioni, attribuzioni di infrastrutture, appalti vinti per l'impegno militare a fianco di un contendente o di un altro (Libia), imam antijihad uccisi (Burkina); la voracità di tutti i paesi dell'Occidente (e dei loro enti nazionali di idrocarburi, oppure di vendite di armi di stato, o di umani schiavizzati nelle strade del Sahel) si moltiplica nelle rapine e nelle appropriazioni di Sauditi, Emirati (si sono presi Socotra, un'intera isola che controlla il Mar Rosso); persino i cinesi mettono in campo i militari – per difendere le \"loro\" infrastrutture nell'Africa orientale. L'evento più eclatante è quanto è accaduto in Mali, ma forse tutto quello che sta capitando nel Sahel da 10 anni è essenziale per gli equilibri del continente. E per il lento processo di reale decolonizzazione: 60 anni fa il 22 settembre 1960 il Mali divenne indipendente, ma il 22 settembre 2020 la giunta golpista nata sulla spinta insurrezionale popolare e che nei primi proclami chiedeva l'allontanamento delle truppe francesi anche stavolta non riesce a fare a meno di sottostare ai ricatti della presenza militare estera e propone riforme costituzionali che non solo prevedono, ma invitano truppe straniere, con lo spauracchio del jihad (intorno al lago Ciad), dei pirati lungo le coste tra il Kenia e il Mozambico, o negli stretti davanti al Somaliland e a Gibuti, dove sono presenti compound militari di ogni nazionalità. I porti in quell'area sono in mano a sauditi ed emirati, ma il porto commerciale di Gibuti è in mano ai cinesi, che davanti all'attivismo di russi e turchi, ha accelerato il suo impegno di \"peace-keeping\" a scapito dell'Africa e appropriandosi di cobalto, terre rare e altre materie prime strategiche. Collegando i porti di cui prende possesso e li collega con l'interno a estensione della Belt Road Initiative (Gibuti, ma anche Mombasa).\r\n\r\n\r\n\r\nAbbiamo chiesto di ricostruirci il quadro generale ad Angelo Ferrari, con la promessa che approfondiamo ancora molto presto (confrontando il colonialismo classico con quello attuale):\r\n\r\nNeocolonialismo in terra africana","25 Settembre 2020","2023-04-19 15:05:20","La calda estate dell'Africa",1601077990,[145,146,147,73,148,149,150],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/jihad/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/neocolonialismo/","http://radioblackout.org/tag/pirati/","http://radioblackout.org/tag/somalia/",[152,38,33,15,153,154,155],"Africa","neocolonialismo","pirati","somalia",{"post_content":157,"tags":161},{"matched_tokens":158,"snippet":159,"value":160},[15],"è quanto è accaduto in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>, ma forse tutto quello che"," \r\n\r\nUn'estate calda... e nel caso del continente nero sarebbe normale, anche se nella vulgata occidentale non si colgono accenni, né trapelano notizie su gruppi armati (Wagner russi o jihadisti trasportati da Erdoğan), passaggi di armi, loro vendita, scambi tra potenze e fazioni in conflitto, guerre per procura, incursioni, attribuzioni di infrastrutture, appalti vinti per l'impegno militare a fianco di un contendente o di un altro (Libia), imam antijihad uccisi (Burkina); la voracità di tutti i paesi dell'Occidente (e dei loro enti nazionali di idrocarburi, oppure di vendite di armi di stato, o di umani schiavizzati nelle strade del Sahel) si moltiplica nelle rapine e nelle appropriazioni di Sauditi, Emirati (si sono presi Socotra, un'intera isola che controlla il Mar Rosso); persino i cinesi mettono in campo i militari – per difendere le \"loro\" infrastrutture nell'Africa orientale. 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a metà del suo corso maliano nella regione di Mopti, un tempo ricca d'acqua, le differenze etniche tra Peul-Fulani e Dogon marcano in realtà sistemi economici diversi: i primi sono pastori nomadi e i secondi agricoltori stanziali, che da sempre si spartiscono l'acqua, ora che la portata d'acqua è diminuita per la desertificazione la distribuzione è maldestramente regolata dall'amministrazione centrale, minando così il sistema di assegnazione finora delegata alle autorità tradizionali locali.\r\n\r\nPotrebbe essere questa la causa a monte della strage avvenuta il 23 marzo a Ogossagou e Welingara, ultima di una serie di episodi che ha causato oltre 600 morti e migliaia di sfollati nell'ultimo anno?\r\n\r\nSui media mainstream l'evento non ha quasi avuto copertura, mentre la stampa specializzata in certi casi ha attribuito i motivi della carneficina a scontri etnici su cui si innestano scorrerie jihadiste, che altre testate giornalistiche specificano come legate alle tribù peul (che ha subito l'attacco), mentre la milizia Dan Na Ambassagou sarebbe la longa manus del governo, nata per difendere i dogon dagli attacchi terroristici del 2013 (esplose con il rientro in Mali delle milizie filo-gheddafiane con la fine del regime libico), quando intervenne la potenza coloniale francese con l'Operazione Serval\r\n\r\nPer avere qualche strumento in più di conoscenza in modo da poter inquadrare meglio la strage di Mopti nella trasformazione degli equilibri della zona attualmente ci siamo rivolti a Raffaele Masto, giornalista, curatore del blog \"Buongiorno Africa\" e redattore di Radio Popolare:\r\n\r\nStrage di Mopti: ingerenze negli equilibri minacciati del fiume Niger","30 Marzo 2019","2019-03-31 11:01:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-29_Mopti01-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-29_Mopti01-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-29_Mopti01-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-29_Mopti01-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/2019-03-29_Mopti01.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","A Mopti sono complesse le cause delle stragi",1553943605,[199,200,73,201,202,75],"http://radioblackout.org/tag/dan-na-ambassagou/","http://radioblackout.org/tag/dogon/","http://radioblackout.org/tag/mopti/","http://radioblackout.org/tag/peul/",[204,205,15,206,207,18],"Dan Na Ambassagou","Dogon","Mopti","Peul",{"post_content":209,"tags":213},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[15],"L'economia del \u003Cmark>Mali\u003C/mark> è legata al fiume Niger","L'economia del \u003Cmark>Mali\u003C/mark> è legata al fiume Niger che lo attraversa dal sud della capitale Bamako al nord di Gao e Timbuktu interessate da fenomeni jihadisti innestati su scontri etnici al confine tra Sahara, popolato da tuaregh che in lingua amazigh chiamano Azawad il territorio che da deserto diventa Sahel; 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Il governo di Ahmed Ouyahia da una parte reprime il dissenso interno tanto da riuscire a limitare la presenza in strada di manifestanti, dall'altra distrae l'opinione pubblica con la propaganda dell'insicurezza e dell'invasione di clandestini indicati come causa prima della disoccupazione nel Paese.\r\n\r\nLegittimata da tale propaganda la polizia rastrella nelle maggiori città “les black”, per rinchiuderli e successivamente deportarli ai margini del desero dove vengono lasciati senza cibo nè acqua.\r\n\r\nLe autorità algerine ripetono che queste espulsioni avvengono “in concertazione con i governi dei paesi coinvolti”, ma si tratta di una pura menzogna. A parte il programma “di rimpatrio volontario” firmato con l’OIM, organismo che si rende complice di tutte quelle violenze che le autorità algerine mettono in atto per spingere le persone a firmare la richiesta di rimpatrio, la Lega dei diritti umani algerina sottolinea che ad ora esiste solo un accordo “opaco” con il Niger concernente prima di tutto donne e bambini. Del resto la stampa locale accenna ad accordi sotterranei con i paesi europei ma nessuno ne parla in maniera ufficiale.\r\n\r\nDi fronte agli abusi subiti nei campi di detenzione e nelle fasi dell'espulsione è cresciuta la rabbia tra i deportati tanto che in Mali a marzo diverse centinaia di persone, tra le quali molte che recentemente avevano subito la deportazione dall’Algeria, hanno manifestato davanti all’ambasciata algerina a Bamako, tentandone l'assalto.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nAlgeriaeMali\r\n\r\n ","28 Maggio 2018","2018-05-31 12:43:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"162\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-300x162.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-300x162.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827-768x415.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/05/449827.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Algeria: dissenso interno e deportazioni di massa",1527500197,[249,250,73],"http://radioblackout.org/tag/algeria/","http://radioblackout.org/tag/espulsioni/",[20,252,15],"espulsioni",{"post_content":254,"tags":258},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[15],"i deportati tanto che in \u003Cmark>Mali\u003C/mark> a marzo diverse centinaia di","Da diversi mesi l'Algeria è scossa da scioperi e proteste che investono il settore educativo, quello sanitario e dei trasporti, ma non solo. 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Del resto la stampa locale accenna ad accordi sotterranei con i paesi europei ma nessuno ne parla in maniera ufficiale.\r\n\r\nDi fronte agli abusi subiti nei campi di detenzione e nelle fasi dell'espulsione è cresciuta la rabbia tra i deportati tanto che in \u003Cmark>Mali\u003C/mark> a marzo diverse centinaia di persone, tra le quali molte che recentemente avevano subito la deportazione dall’Algeria, hanno manifestato davanti all’ambasciata algerina a Bamako, tentandone l'assalto.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Karim Metref.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nAlgeriaeMali\r\n\r\n ",[259,261,263],{"matched_tokens":260,"snippet":20},[],{"matched_tokens":262,"snippet":252},[],{"matched_tokens":264,"snippet":111},[15],[266,271],{"field":39,"indices":267,"matched_tokens":268,"snippets":270},[37],[269],[15],[111],{"field":125,"matched_tokens":272,"snippet":256,"value":257},[15],{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":37,"num_tokens_dropped":51,"score":131,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},{"document":275,"highlight":303,"highlights":331,"text_match":127,"text_match_info":337},{"cat_link":276,"category":277,"comment_count":51,"id":278,"is_sticky":51,"permalink":279,"post_author":54,"post_content":280,"post_date":281,"post_excerpt":57,"post_id":278,"post_modified":282,"post_thumbnail":283,"post_thumbnail_html":284,"post_title":285,"post_type":62,"sort_by_date":286,"tag_links":287,"tags":296},[48],[50],"57306","http://radioblackout.org/2020/02/2019-moltiplicati-gli-episodi-jihadisti-nel-sahel/","Eserciti di ogni tipo, civili armati per legge in Burkina (gruppi di autodifesa nati come tutela dell'ambiente e poi diventati sostituti di autorità poliziesca e militare, molto simili a quelli che operano in Mexico contro i cartelli), missione Barkhane francese (incapace di risolvere la questione perché l'approccio non può comprendere nemmeno i segnali provenienti dal territorio, se non con l'odierno invio di nuovi 600 militari), minore coinvolgimento americano (e conseguente accentuazione di traffico di armi leggere), sfollati a milioni, migliaia di episodi di violenza jihadista e condizioni che lo esasperano (comprese quelle truppe paramilitari burkinabé che accentuano dissapori tra nomadi e stanziali); tutto converge in un califfato nero in fieri, per ora diviso in molti gruppi, nessuno dei quali probabilmente può prendere il controllo, diventandone il fulcro, alimentato dalle condizioni in cui si vive; ma anche i comitati di autodifesa sono pericolosi gruppi etnici (peule?) che si propongono come stato nello stato, fucine di combattenti mercenari pronti a tutto per le condizioni in cui si vive in Burkina o sulle coste del lago Ciad. E i primi proclami di adesione al Califfato sono stati registrati.\r\nE tutti questi traffici (con l'esempio di Agadez, centro nevralgico di ogni merce) finiranno con l'adottare la nuova moneta Eco, collegata allo yuan, visti gli interessi cinesi nell'area, o alla valuta europea dei francesi, come sostituto del Franc Cfa? Si conierà mai? e con quali partecipanti e sponsor? e quali mercati saranno interessati?\r\n\r\nAbbiamo cercato di fotografare il momento, le fazioni, le organizzazioni, i loro finanziamenti e gli eserciti impegnati; i commerci, i cambiamenti climatici, gli spostamenti di massa e gli esodi forzati; le molte trasformazioni dell'area del Sahel con Marco Cochi, docente ed esperto africanista, curatore del sito AfroFocus:\r\n\r\nCochi Sahel","6 Febbraio 2020","2020-02-06 17:53:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-300x180.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa-300x180.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/sahel_autodifesa.jpeg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","2019: moltiplicati gli episodi jihadisti nel Sahel",1581011596,[69,288,289,290,73,291,292,293,294,74,75,150,295],"http://radioblackout.org/tag/burkina-faso/","http://radioblackout.org/tag/ciad/","http://radioblackout.org/tag/gruppi-jihadisti/","http://radioblackout.org/tag/merci/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/milizie-burkinabe/","http://radioblackout.org/tag/moneta-africana-eco/","http://radioblackout.org/tag/traffico-di-armi/",[82,297,29,298,15,299,23,300,301,31,18,155,302],"Burkina Faso","gruppi jihadisti","merci","milizie burkinabé","moneta africana Eco","traffico di armi",{"tags":304},[305,307,309,311,313,315,317,319,321,323,325,327,329],{"matched_tokens":306,"snippet":82},[],{"matched_tokens":308,"snippet":297},[],{"matched_tokens":310,"snippet":29},[],{"matched_tokens":312,"snippet":298},[],{"matched_tokens":314,"snippet":111},[15],{"matched_tokens":316,"snippet":299},[],{"matched_tokens":318,"snippet":23},[],{"matched_tokens":320,"snippet":300},[],{"matched_tokens":322,"snippet":301},[],{"matched_tokens":324,"snippet":31},[],{"matched_tokens":326,"snippet":18},[],{"matched_tokens":328,"snippet":155},[],{"matched_tokens":330,"snippet":302},[],[332],{"field":39,"indices":333,"matched_tokens":334,"snippets":336},[25],[335],[15],[111],{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":132,"num_tokens_dropped":51,"score":338,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},"578730123365711977",{"document":340,"highlight":362,"highlights":380,"text_match":127,"text_match_info":386},{"cat_link":341,"category":342,"comment_count":51,"id":343,"is_sticky":51,"permalink":344,"post_author":54,"post_content":345,"post_date":346,"post_excerpt":57,"post_id":343,"post_modified":347,"post_thumbnail":348,"post_thumbnail_html":349,"post_title":350,"post_type":62,"sort_by_date":351,"tag_links":352,"tags":357},[48],[50],"56280","http://radioblackout.org/2019/11/comincio-a-nairobi-20-anni-fa-ora-il-sahel-potrebbe-diventare-il-nuovo-califfato/","Il jihad colonizza l'Africa. Soprattutto in Sahel, ma anche in alcune aree congolesi, in Nigeria, e nel Corno d'Africa si sta estendedno una ulteriore forma di colonialismo, che si va ad aggiungere a quella classica dell'Occidente e all'ingerenza militare (e adesso non solo) russa o alle infrastrutture che fungono da teste di ponte economiche per i cinesi. Il jihdismo punta a rendere pericolosi i territori, a inserirsi nelle diatribe etniche, che poi il più delle volte nascondono semplici rivalità tra allevatori, nomadi e contadini stanziali... Un panorama fosco sullo sfondo di risorse preziose, vecchie come l'oro e i diamanti, nuove come il cobalto e le terre rare, dispute su sfruttamenti di giacimenti di oro nero o bianco come l'acqua. La situazione si incancrenisce ogni giorno e gli episodi di attacchi, massacri, controllo di territorio, guerra esplicita a contingenti militari collocati a protezione delle ruberie di risorse da parte degli occidentali si moltiplicano, mentre la rete di alleanze e accordi tra network del jihad si infittiscono, in particolare nelle aree rurali.\r\n\r\nPerciò abbiamo chiesto a Marco Cochi di aiutarci a dirimere la matassa che diventa sempre più complessa quando si inseriscono i vari elementi che compongono il quadro. 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Da ultimo molto interessante ed emblematico il caso di Amadou Koufa che Cochi ci racconta a coronamento di questo esaustivo intervento sulla diffusione dell'insurgenza in ambito subsahariano:\r\n\r\nIl salto di qualità del jihadismo nel Sahel: il califfato africano\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","26 Novembre 2019","2019-11-26 00:01:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/jihad_in_africa.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cominciò a Nairobi 20 anni fa, ora il Sahel potrebbe diventare il nuovo Califfato",1574726459,[353,354,355,146,356,73,74,75],"http://radioblackout.org/tag/al-shabab/","http://radioblackout.org/tag/burkina/","http://radioblackout.org/tag/califfato-africano/","http://radioblackout.org/tag/kenya/",[358,359,360,38,361,15,31,18],"al Shabab","Burkina","califfato africano","Kenya",{"tags":363},[364,366,368,370,372,374,376,378],{"matched_tokens":365,"snippet":358},[],{"matched_tokens":367,"snippet":359},[],{"matched_tokens":369,"snippet":360},[],{"matched_tokens":371,"snippet":38},[],{"matched_tokens":373,"snippet":361},[],{"matched_tokens":375,"snippet":111},[15],{"matched_tokens":377,"snippet":31},[],{"matched_tokens":379,"snippet":18},[],[381],{"field":39,"indices":382,"matched_tokens":383,"snippets":385},[22],[384],[15],[111],{"best_field_score":129,"best_field_weight":130,"fields_matched":132,"num_tokens_dropped":51,"score":338,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},6646,{"collection_name":62,"first_q":15,"per_page":17,"q":15},9,{"facet_counts":391,"found":443,"hits":444,"out_of":637,"page":132,"request_params":638,"search_cutoff":40,"search_time_ms":398},[392,420],{"counts":393,"field_name":417,"sampled":40,"stats":418},[394,397,400,402,405,407,409,411,413,415],{"count":395,"highlighted":396,"value":396},14,"RADIO KALAKUTA",{"count":398,"highlighted":399,"value":399},10,"anarres",{"count":389,"highlighted":401,"value":401},"I Bastioni di Orione",{"count":403,"highlighted":404,"value":404},7,"OverJoy",{"count":28,"highlighted":406,"value":406},"reset-club",{"count":28,"highlighted":408,"value":408},"matinée xxl",{"count":37,"highlighted":410,"value":410},"congiunzioni",{"count":132,"highlighted":412,"value":412},"19e59",{"count":132,"highlighted":414,"value":414},"il colpo del strega",{"count":132,"highlighted":416,"value":416},"Voci dall'antropocene","podcastfilter",{"total_values":419},21,{"counts":421,"field_name":39,"sampled":40,"stats":441},[422,424,426,428,430,432,434,435,437,439],{"count":395,"highlighted":423,"value":423},"RADIOKALAKUTA",{"count":14,"highlighted":425,"value":425},"Bastioni di Orione",{"count":403,"highlighted":427,"value":427},"dub",{"count":403,"highlighted":429,"value":429},"roots",{"count":403,"highlighted":431,"value":431},"reggae",{"count":28,"highlighted":433,"value":433},"resetclub",{"count":37,"highlighted":31,"value":31},{"count":37,"highlighted":436,"value":436},"podcast",{"count":37,"highlighted":438,"value":438},"afganistan",{"count":37,"highlighted":440,"value":440},"BastioniOrione",{"total_values":442},84,64,[445,495,533,563,590,613],{"document":446,"highlight":462,"highlights":481,"text_match":127,"text_match_info":493},{"comment_count":51,"id":447,"is_sticky":51,"permalink":448,"podcastfilter":449,"post_author":399,"post_content":450,"post_date":451,"post_excerpt":57,"post_id":447,"post_modified":452,"post_thumbnail":453,"post_title":454,"post_type":436,"sort_by_date":455,"tag_links":456,"tags":460},"12694","http://radioblackout.org/podcast/la-guerra-per-il-mali-e-luranio/",[399],"La maggiore fonte energetica per la Francia sono le sue 58 centrali nucleari. 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\"Erbe per la salute mentale contro i mali del capitalismo\" da Punkaggine #5\r\n\r\n \r\n\r\nPer scaricare la puntata Streghe e punkaggine","7 Luglio 2023","2024-05-13 12:51:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/748b85ca6ef4610520431540845890be-200x110.jpeg","Erbe per la salute mentale (contro i mali del capitalismo) - Punkaggine #5 | del 4.07.2023",1688748823,[508,509,510],"http://radioblackout.org/tag/autodifesa-antipsichiatrica/","http://radioblackout.org/tag/piante-medicinali/","http://radioblackout.org/tag/streghe/",[512,513,514],"autodifesa antipsichiatrica","piante medicinali","streghe",{"post_content":516,"post_title":520},{"matched_tokens":517,"snippet":519,"value":519},[518],"mali","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Streghe-e-punkaggine.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAltra puntata di letture estive ai microfoni...\r\n\r\n? \"Erbe per la salute mentale contro i \u003Cmark>mali\u003C/mark> del capitalismo\" da Punkaggine #5\r\n\r\n \r\n\r\nPer scaricare la puntata Streghe e punkaggine",{"matched_tokens":521,"snippet":522,"value":522},[518],"Erbe per la salute mentale (contro i \u003Cmark>mali\u003C/mark> del capitalismo) - Punkaggine #5 | del 4.07.2023",[524,526],{"field":489,"matched_tokens":525,"snippet":522,"value":522},[518],{"field":125,"matched_tokens":527,"snippet":519,"value":519},[518],578730123365187700,{"best_field_score":530,"best_field_weight":531,"fields_matched":37,"num_tokens_dropped":51,"score":532,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":534,"highlight":548,"highlights":557,"text_match":528,"text_match_info":562},{"comment_count":51,"id":535,"is_sticky":51,"permalink":536,"podcastfilter":537,"post_author":538,"post_content":539,"post_date":540,"post_excerpt":57,"post_id":535,"post_modified":541,"post_thumbnail":542,"post_title":543,"post_type":436,"sort_by_date":544,"tag_links":545,"tags":547},"75008","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-14-4-2022-mali-la-strage-di-moura-pakistan-crisi-di-governo-e-collasso-economico-el-salvador-bukele-lo-stato-di-emergenza-e-le-pandillas/",[401],"radiokalakuta","Bastioni di Orione parliamo con Edoardo Baldaro della situazione in Mali dopo la strage di Moura dove le forze armate della giunta maliana e i mercenari di Wagner hanno massacrato quasi 400 persone secondo le testimonianze raccolte sul posto , la transizione a Bamako sembra stagnante ,la strategia del governo militare punta ad una soluzione di forza ,l'isorgenza jihadista s'innesta alle contraddizioni di natuta etnica fra Peuls e Dogon .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-MALI-14042022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Beniamino Natale profondo conoscitore dell'area parliamo degli sviluppi della crisi politica in Pakistan dopo la destituzione di Imre Khan da primo ministro che si inserisce nel pendolo dello scontro permanente tra il potere militare e quello civile ,i tentativi di addurre motivazioni legate ad un complotto internazionale non sono credibili in quanto si tratta di una questione interna agli equilibri di potere ,il nuovo primo ministro appartiene alla famiglia Sharif una delle più potenti del paese ,continua a dispiegarsi la teoria della profondità strategica del Pakistan verso le vicende afgane e i massicci investimenti cinesi che contribuiscono alla crisi del debito e al collasso economico .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-14042022-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Maria Teresa Messidoro parliamo della situazione in El Salvador dove il presidente Bukele ha proclamato lo stato di emergenza giustificando la torsione autoritaria del suo mandato presidenziale con l'aumento delle uccisione causate dalle pandillas ,bande che colluse con ambienti governativi controllano le attività illegali . La crisi economica aggravata dall'introduzione del bitcoin come valuta legale e l'incapacità di affrontare le reali cause della violenza dimostrano il fallimento di Bukele che mantiene ancora un certo seguito favorito dalle divisioni dell'opposizione ,nonostante cresca nella società un movimento di contestazione slegato dal vecchio movimento ex guerrigliero del FMLN.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-14042022-SALVADOR.mp3\"][/audio]","20 Aprile 2022","2022-04-21 10:28:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/4/2022 - MALI LA STRAGE DI MOURA -PAKISTAN CRISI DI GOVERNO E COLLASSO ECONOMICO -EL SALVADOR BUKELE LO STATO DI EMERGENZA E LE PANDILLAS",1650454680,[546],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[425],{"post_content":549,"post_title":553},{"matched_tokens":550,"snippet":551,"value":552},[15],"Edoardo Baldaro della situazione in \u003Cmark>Mali\u003C/mark> dopo la strage di Moura","Bastioni di Orione parliamo con Edoardo Baldaro della situazione in \u003Cmark>Mali\u003C/mark> dopo la strage di Moura dove le forze armate della giunta \u003Cmark>mali\u003C/mark>ana e i mercenari di Wagner hanno massacrato quasi 400 persone secondo le testimonianze raccolte sul posto , la transizione a Bamako sembra stagnante ,la strategia del governo militare punta ad una soluzione di forza ,l'isorgenza jihadista s'innesta alle contraddizioni di natuta etnica fra Peuls e Dogon .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-MALI-14042022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Beniamino Natale profondo conoscitore dell'area parliamo degli sviluppi della crisi politica in Pakistan dopo la destituzione di Imre Khan da primo ministro che si inserisce nel pendolo dello scontro permanente tra il potere militare e quello civile ,i tentativi di addurre motivazioni legate ad un complotto internazionale non sono credibili in quanto si tratta di una questione interna agli equilibri di potere ,il nuovo primo ministro appartiene alla famiglia Sharif una delle più potenti del paese ,continua a dispiegarsi la teoria della profondità strategica del Pakistan verso le vicende afgane e i massicci investimenti cinesi che contribuiscono alla crisi del debito e al collasso economico .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/BASTIONI-14042022-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Maria Teresa Messidoro parliamo della situazione in El Salvador dove il presidente Bukele ha proclamato lo stato di emergenza giustificando la torsione autoritaria del suo mandato presidenziale con l'aumento delle uccisione causate dalle pandillas ,bande che colluse con ambienti governativi controllano le attività illegali . 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-01-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nGiochi di potenza in Europa\r\nÈ di questi giorni la notizia del confronto intraeuropeo sull’inserimento dell’energia nucleare nella tassonomia delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale, pertanto meritevoli dei finanziamenti comunitari. A guidare il fronte contrario Germania, Austria e Spagna, favorevoli altri paesi tra i quali Francia ed Italia.\r\nLo schieramento dell’Italia, paese che ha chiuso con il nucleare da decenni a fianco della Francia, che sul nucleare ha investito in modo forte sia nel civile che nel militare ha le sue ragioni altrove. Una è il patto sulla finanza proposto all’UE congiuntamente alla Francia, che ridurrebbe seccamente il debito delle nazioni più deboli dell’Unione. La seconda il trattato di cooperazione con la Francia, che ha importanti conseguenze sul piano geopolitico e militare.\r\nCi ha aiutato a capirne di più Daniele Ratti\r\n\r\nL’Italia va alla guerra. In Mali\r\nLa situazione in Mali è sempre più tesa, dopo l’annuncio del rinvio delle elezioni e la decisione di assoldare i mercenari della “Wagner” compagnia russa molto vicina a Vladimir Putin. La Francia ha deciso un parziale ritiro delle proprie truppe che passeranno nei prossimi due anni da 5.000 a 3.000, ed il loro posto sarà assunto dai militari degli stati europei che hanno aderito alla missione Takuba (spada in tuareg). Mentre la Danimarca ha già annunciato il proprio ritiro ed altre nazioni potrebbero seguirla, l’Italia ha appena completato il dispiegamento del proprio contingente. Nella grande base di Manaka (regione di Gao, nel nord-est) sono stati schierati 200 militari delle forze speciali, due elicotteri da trasporto Boeing CH-47 “Chinook” e due elicotteri d’attacco AW-129 “Mangusta” di Agusta-Leonardo.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo \r\n\r\nTorino. Il piano periferie della giunta Lo Russo: più polizia, più sgomberi e un pizzico di restyling. \r\nNel mirino ovviamente c’è ancora Barriera di Milano e, in particolare il triangolo di giardino all’angolo tra via Sesia e corso Palermo.\r\n\r\nAusterity e Covid 19\r\nParlare di crisi pandemica è diventato “normale”, in realtà la pandemia ha solo accelerato processi già in atto. La disoccupazione reale va ben oltre il 22%, il peggior dato registrato dal 1945 a oggi, al quale deve associarsi la riduzione della vita media nel 2015, un evento che non si registrava dai tempi della seconda guerra mondiale.\r\nCinque anni prima dell’esplosione della pandemia, le nostre condizioni di vita erano peggiorate al punto di invertire il trend che vedeva crescere di anno in anno le aspettative di campare a lungo. Un dato biopolitico con cui fare i conti.\r\nAncor prima del virus ci stava ammazzando un’ideologia economica meschina e fraudolenta. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","2 Febbraio 2022","2022-02-02 19:56:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/nucleare-scorie-pixabay-2-200x110.jpg","Anarres del 21 gennaio. Nucleare green? L’Italia va in guerra in Mali. Austerity e Covid 19...",1643831779,[],[],{"post_content":577,"post_title":581},{"matched_tokens":578,"snippet":579,"value":580},[15,15],"L’Italia va alla guerra. In \u003Cmark>Mali\u003C/mark>\r\nLa situazione in \u003Cmark>Mali\u003C/mark> è","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel Sahel e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ","18 Giugno 2025","2025-06-18 17:00:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/06/2025 - LA PIEGA ETEROGENEAMENTE AUTORITARIA DEL BLOCCO AES NEL SAHEL TRA RUSSIAFRIQUE E PROFITTO A DUBAI",1750266039,[546],[425],{"post_content":604},{"matched_tokens":605,"snippet":606,"value":607},[15],"Korps (l'erede della Wagner) in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>. Civili imprigionati, basi militari trasformate","In un momento di distrazione generale da quanto avviene nel Sahel ci siamo tornati con Alessio Iocchi, docente ed esperto Ispi per la regione, nel momento in cui un’inchiesta internazionale svela torture e detenzioni da parte di Africa Korps (l'erede della Wagner) in \u003Cmark>Mali\u003C/mark>. Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel Sahel e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ",[609],{"field":125,"matched_tokens":610,"snippet":606,"value":607},[15],{"best_field_score":530,"best_field_weight":395,"fields_matched":132,"num_tokens_dropped":51,"score":612,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},"578730123365187697",{"document":614,"highlight":628,"highlights":633,"text_match":528,"text_match_info":636},{"comment_count":51,"id":615,"is_sticky":51,"permalink":616,"podcastfilter":617,"post_author":54,"post_content":618,"post_date":619,"post_excerpt":57,"post_id":615,"post_modified":620,"post_thumbnail":621,"post_title":622,"post_type":436,"sort_by_date":623,"tag_links":624,"tags":626},"98428","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-05-06-2025-lusb-ucraino-ci-ha-intercettati-mentre-parlavamo-delloperazione-ragnatela-e-bombardato-il-segnale-le-macerie-hanno-soffocato-anche-il-neopresidente-coreano/",[401],"Strano destino quello della puntata radiofonica di oggi, che è stata bombardata da un intrigo internazionale che sospettiamo veda un piano di disturbo della frequenza da parte dell’Usb ucraino. La sua diffusione si è interrotta improvvisamente e quindi il mezzo del podcast aggiunge una sulfurea luce di clandestinità alla diffusione della puntuta e acuta analisi di Francesco Dall’Aglio proprio ispirata dallo studio della messa in atto e delle conseguenze dell’Operazione Ragnatela che ha visto l’abbattimento al suolo di velivoli appartenenti alla Triade nucleare russa, un brillante episodio della guerra asimmetrica ucraina, in corso parallelamente a quella classica di occupazione russa che avanza nel Sudovest del paese.\r\n\r\nL’altro approfondimento preparato e non ancora trasmesso riguarda l’epilogo – per ora – del tentato golpe del 3 dicembre in Corea, che ha visto la vittoria elettorale di Lee Jae-myung, candidato democratico che si contrapponeva a Kim Moon-soo, il candidato del partito conservatore, il cui esponente aveva ordito il golpe sventato da un’insurrezione popolare anodina nella penisola. Le caratteristiche del nuovo presidente sono fatte di luce (speranze di composizione dei conflitti nell’area e di miglioramento del welfare all’interno) e ombre (lo stato coreano è caratterizzato da misoginia e discriminazione, e Lee Jae-myung non ha espresso particolari contrapposizioni. Ma ne abbiamo parlato con Rosella Ideo, decana dei coreanisti italiani, la massima studiosa di questioni coreane con un particolare approccio progressista alla materia.\r\n\r\n\r\n\r\nL’impresa coronata da uno spettacolare successo dei Servizi ucraini nell’attacco preparato per un anno e mezzo – dunque con la complicità dell’amministrazione Biden? – va analizzata sia nelle sue pieghe più tecniche fino alla valutazione degli strumenti bellici in campo (perché indicano la vera entità del danno e dell’umiliazione della retorica russa), sia nelle conseguenze scatenate a livello di diplomazie, con il sicuro lavoro frenetico di telefonate tra Rubio e Lavrov per verificare conoscenze, responsabilità e se si sia elevato il livello della guerra verso coinvolgimenti occidentali e mezzi più sofisticati di assistenza.\r\nFrancesco Dall’Aglio si applica con la consueta efficacia a riconoscere dettagli, concetti di terrorismo (non dimenticando l’attacco al treno civile e al ponte sulla Crimea) e interpretazioni dei dati rilevabili, avendo competenze sui mezzi in campo e acume nel disvelare strategie: il risultato è molto diverso dalle veline della propaganda militare, ma anche dal volo cieco degli articoli della stampa occidentale e dal balbettio italiano.\r\nCi sono due guerre in corso: una sul campo con l’avanzata russa, l’altra di propaganda asimmetrica, entrambe in preparazione dell’ancora lontano momento della trattativa.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5KVmX0DOEAJuSu9XMUdno6?si=8bzpNjvgSGuhjA0ZneNnGw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/IntrigoSatellitare_SciameUAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui si trovano i precedenti episodi che analizzano lo stato di guerra e l'escalation in corso.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nProblemi economici e rintontonimento evangelico; misoginia fatta sistema e discriminazione di classe e razzista nei confronti di immigrazione interna e straniera (per esempio gli afgani); società meritocratica, verticistica e fondata sulla competizione, affossata nel peggior inverno demografico del mondo… questi alcuni dei mali che dipingono la società sudcoreana fatta a pezzi da Yoon Suk-yeol, il presidente meno amato della storia coreana e che aveva tentato il tutto per tutto con il tentato golpe presidenziale del 3 dicembre, rimosso a fatica dall’insurrezione popolare e dalla difesa del parlamento che era già stato accerchiato dalle truppe fedeli al presidente, posto sotto impeachment. E ora a processo per insurrezione, dopo una politica di feroce persecuzione nei confronti del Partito democratico.\r\nDi contro Lee Jae-myung, già nelle sue funzioni il giorno dopo le elezioni del 3 giugno, propone i “4 giorni e mezzo” di lavoro settimanale, un welfare più esteso, buoni spesa per le piccole imprese, sussidi per infanzia, giovani e anziani, ampliare i servizi pubblici di assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità, e a potenziare il sostegno per l’alloggio; spiega che intende tollerare le differenze, per superare il vuoto di potere e il disastro economico, perché è vero che ha vinto con il 49% dei voti, ma se la destra non fosse stata divisa tra il partito di Kim Moon-soo, il candidato del Partito conservatore, e quello di estrema destra (il più votato dai giovanissimi) anche questa volta avrebbe prevalso il pensiero di estrema destra: infatti è la destra che ha fatto harakiri altrimenti i moderati democratici non avrebbero certo conquistato il potere in una società ancora così profondamente conservatrice, elitaria e repressiva.\r\nUno dei primi impegni del nuovo presidente è quella di arrivare a una distensione graduale con la Corea di Kim Jong-un (attualmente molto legata ai russi, dopo l’impegno bellico in Ucraina e gli scambi in armi), forse l’unica comunanza con Trump, col quale dovrà rapidamente negoziare i dazi (la Corea è uno dei massimi esportatori di acciaio, per esempio).\r\nIl Partito Democratico è progressista per gli standard della Corea del Sud, che ha una società piuttosto conservatrice e patriarcale. Lee fa parte dell’ala più progressista del partito, ma ha comunque posizioni da conservatore in materia di diritti delle persone LGBT+ e di diritti delle donne. Rispetto a un altro mandato del Partito del Potere Popolare, che è assai filostatunitense (e filotrumpiano in un pezzo del suo elettorat0), da Lee ci si attende un approccio meno accomodante nei confronti del governo degli Stati Uniti, che comunque riconosce come il principale alleato del suo paese. Altra promessa è quelal di rinsaldare un asse indopacifico comprendente la Cina e persino il Giappone, anche se l’atteggiamento nei confronti di Tokyo è sempre stato molto gelido, per le atrocità e lo schiavismo anche e soprattutto sessuale perpetrato durante a Seconda guerra mondiale dall’impero nipponico e dalle sue truppe nella penisola.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/forti-passioni-coreane-impongono-una-svolta-a-seul--66424392\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TransizioneLampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri episodi di approfondimenti sulla regione indopacifica si trovano qui.","6 Giugno 2025","2025-06-18 16:30:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 05/06/2025 - L’USB UCRAINO CI HA INTERCETTATI MENTRE PARLAVAMO DELL'OPERAZIONE RAGNATELA E BOMBARDATO IL SEGNALE, LE MACERIE HANNO SOFFOCATO ANCHE IL NEOPRESIDENTE COREANO LEE JAE-MYUNG",1749251744,[546,625],"http://radioblackout.org/tag/fest/",[425,627],"fest",{"post_content":629},{"matched_tokens":630,"snippet":631,"value":632},[518],"del mondo… questi alcuni dei \u003Cmark>mali\u003C/mark> che dipingono la società sudcoreana","Strano destino quello della puntata radiofonica di oggi, che è stata bombardata da un intrigo internazionale che sospettiamo veda un piano di disturbo della frequenza da parte dell’Usb ucraino. La sua diffusione si è interrotta improvvisamente e quindi il mezzo del podcast aggiunge una sulfurea luce di clandestinità alla diffusione della puntuta e acuta analisi di Francesco Dall’Aglio proprio ispirata dallo studio della messa in atto e delle conseguenze dell’Operazione Ragnatela che ha visto l’abbattimento al suolo di velivoli appartenenti alla Triade nucleare russa, un brillante episodio della guerra asimmetrica ucraina, in corso parallelamente a quella classica di occupazione russa che avanza nel Sudovest del paese.\r\n\r\nL’altro approfondimento preparato e non ancora trasmesso riguarda l’epilogo – per ora – del tentato golpe del 3 dicembre in Corea, che ha visto la vittoria elettorale di Lee Jae-myung, candidato democratico che si contrapponeva a Kim Moon-soo, il candidato del partito conservatore, il cui esponente aveva ordito il golpe sventato da un’insurrezione popolare anodina nella penisola. Le caratteristiche del nuovo presidente sono fatte di luce (speranze di composizione dei conflitti nell’area e di miglioramento del welfare all’interno) e ombre (lo stato coreano è caratterizzato da misoginia e discriminazione, e Lee Jae-myung non ha espresso particolari contrapposizioni. Ma ne abbiamo parlato con Rosella Ideo, decana dei coreanisti italiani, la massima studiosa di questioni coreane con un particolare approccio progressista alla materia.\r\n\r\n\r\n\r\nL’impresa coronata da uno spettacolare successo dei Servizi ucraini nell’attacco preparato per un anno e mezzo – dunque con la complicità dell’amministrazione Biden? – va analizzata sia nelle sue pieghe più tecniche fino alla valutazione degli strumenti bellici in campo (perché indicano la vera entità del danno e dell’umiliazione della retorica russa), sia nelle conseguenze scatenate a livello di diplomazie, con il sicuro lavoro frenetico di telefonate tra Rubio e Lavrov per verificare conoscenze, responsabilità e se si sia elevato il livello della guerra verso coinvolgimenti occidentali e mezzi più sofisticati di assistenza.\r\nFrancesco Dall’Aglio si applica con la consueta efficacia a riconoscere dettagli, concetti di terrorismo (non dimenticando l’attacco al treno civile e al ponte sulla Crimea) e interpretazioni dei dati rilevabili, avendo competenze sui mezzi in campo e acume nel disvelare strategie: il risultato è molto diverso dalle veline della propaganda militare, ma anche dal volo cieco degli articoli della stampa occidentale e dal balbettio italiano.\r\nCi sono due guerre in corso: una sul campo con l’avanzata russa, l’altra di propaganda asimmetrica, entrambe in preparazione dell’ancora lontano momento della trattativa.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5KVmX0DOEAJuSu9XMUdno6?si=8bzpNjvgSGuhjA0ZneNnGw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/IntrigoSatellitare_SciameUAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui si trovano i precedenti episodi che analizzano lo stato di guerra e l'escalation in corso.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nProblemi economici e rintontonimento evangelico; misoginia fatta sistema e discriminazione di classe e razzista nei confronti di immigrazione interna e straniera (per esempio gli afgani); società meritocratica, verticistica e fondata sulla competizione, affossata nel peggior inverno demografico del mondo… questi alcuni dei \u003Cmark>mali\u003C/mark> che dipingono la società sudcoreana fatta a pezzi da Yoon Suk-yeol, il presidente meno amato della storia coreana e che aveva tentato il tutto per tutto con il tentato golpe presidenziale del 3 dicembre, rimosso a fatica dall’insurrezione popolare e dalla difesa del parlamento che era già stato accerchiato dalle truppe fedeli al presidente, posto sotto impeachment. E ora a processo per insurrezione, dopo una politica di feroce persecuzione nei confronti del Partito democratico.\r\nDi contro Lee Jae-myung, già nelle sue funzioni il giorno dopo le elezioni del 3 giugno, propone i “4 giorni e mezzo” di lavoro settimanale, un welfare più esteso, buoni spesa per le piccole imprese, sussidi per infanzia, giovani e anziani, ampliare i servizi pubblici di assistenza alle famiglie e alle persone con disabilità, e a potenziare il sostegno per l’alloggio; spiega che intende tollerare le differenze, per superare il vuoto di potere e il disastro economico, perché è vero che ha vinto con il 49% dei voti, ma se la destra non fosse stata divisa tra il partito di Kim Moon-soo, il candidato del Partito conservatore, e quello di estrema destra (il più votato dai giovanissimi) anche questa volta avrebbe prevalso il pensiero di estrema destra: infatti è la destra che ha fatto harakiri altrimenti i moderati democratici non avrebbero certo conquistato il potere in una società ancora così profondamente conservatrice, elitaria e repressiva.\r\nUno dei primi impegni del nuovo presidente è quella di arrivare a una distensione graduale con la Corea di Kim Jong-un (attualmente molto legata ai russi, dopo l’impegno bellico in Ucraina e gli scambi in armi), forse l’unica comunanza con Trump, col quale dovrà rapidamente negoziare i dazi (la Corea è uno dei massimi esportatori di acciaio, per esempio).\r\nIl Partito Democratico è progressista per gli standard della Corea del Sud, che ha una società piuttosto conservatrice e patriarcale. Lee fa parte dell’ala più progressista del partito, ma ha comunque posizioni da conservatore in materia di diritti delle persone LGBT+ e di diritti delle donne. Rispetto a un altro mandato del Partito del Potere Popolare, che è assai filostatunitense (e filotrumpiano in un pezzo del suo elettorat0), da Lee ci si attende un approccio meno accomodante nei confronti del governo degli Stati Uniti, che comunque riconosce come il principale alleato del suo paese. Altra promessa è quelal di rinsaldare un asse indopacifico comprendente la Cina e persino il Giappone, anche se l’atteggiamento nei confronti di Tokyo è sempre stato molto gelido, per le atrocità e lo schiavismo anche e soprattutto sessuale perpetrato durante a Seconda guerra mondiale dall’impero nipponico e dalle sue truppe nella penisola.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/forti-passioni-coreane-impongono-una-svolta-a-seul--66424392\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TransizioneLampo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri episodi di approfondimenti sulla regione indopacifica si trovano qui.",[634],{"field":125,"matched_tokens":635,"snippet":631,"value":632},[518],{"best_field_score":530,"best_field_weight":395,"fields_matched":132,"num_tokens_dropped":51,"score":612,"tokens_matched":132,"typo_prefix_score":51},6637,{"collection_name":436,"first_q":15,"per_page":17,"q":15},["Reactive",640],{},["Set"],["ShallowReactive",643],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fOr4TrJ7uA1dZQBrBL6qpGXA6qmmMxrCJiuhIn_kJP7I":-1},true,"/search?query=Mali"]