","A Mopti sono complesse le cause delle stragi","post",1553943605,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/dan-na-ambassagou/","http://radioblackout.org/tag/dogon/","http://radioblackout.org/tag/mali/","http://radioblackout.org/tag/mopti/","http://radioblackout.org/tag/peul/","http://radioblackout.org/tag/sahel/",[25,23,17,21,15,19],{"post_content":59,"post_title":63,"tags":66},{"matched_tokens":60,"snippet":61,"value":62},[21],"corso maliano nella regione di \u003Cmark>Mopti\u003C/mark>, un tempo ricca d'acqua, le","L'economia del Mali è legata al fiume Niger che lo attraversa dal sud della capitale Bamako al nord di Gao e Timbuktu interessate da fenomeni jihadisti innestati su scontri etnici al confine tra Sahara, popolato da tuaregh che in lingua amazigh chiamano Azawad il territorio che da deserto diventa Sahel; a metà del suo corso maliano nella regione di \u003Cmark>Mopti\u003C/mark>, un tempo ricca d'acqua, le differenze etniche tra Peul-Fulani e Dogon marcano in 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terroristici del 2013 (esplose con il rientro in Mali delle milizie filo-gheddafiane con la fine del regime libico), quando intervenne la potenza coloniale francese con l'Operazione Serval\r\n\r\nPer avere qualche strumento in più di conoscenza in modo da poter inquadrare meglio la strage di \u003Cmark>Mopti\u003C/mark> nella trasformazione degli equilibri della zona attualmente ci siamo rivolti a Raffaele Masto, giornalista, curatore del blog \"Buongiorno Africa\" e redattore di Radio Popolare:\r\n\r\nStrage di \u003Cmark>Mopti\u003C/mark>: ingerenze negli equilibri minacciati del fiume Niger",{"matched_tokens":64,"snippet":65,"value":65},[21],"A \u003Cmark>Mopti\u003C/mark> sono complesse le cause delle 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Rischiano multe dai 10.000 ai 50.000 euro e il fermo dell’imbarcazione per due mesi.\r\nNel frattempo Meloni ha regalato altri cinque pattugliatori alla guardia costiera libica, quella che spara su chi fugge dal destino di torture, stupri e ricatti nelle prigioni amministrative libiche.\r\nNei CPR, altra frontiera interna, discarica in cui gettare per mesi corpi in eccedenza in attesa di riuscire a deportarli, la temperatura si sta alzando in questo gelido inverno.\r\nA Torino, dove da qualche mese c’è un nuovo gestore, sabato 4 e domenica 5 febbraio è scoppiata una rivolta che ha devastato il CPR. Tre persone sono state ferite durante i pestaggi di polizia, alcuni rivoltosi sono stati arrestati, altri spostati in fretta e furia nel CPR di Macomer in Sardegna, una destinazione punitiva, perché le condizioni di detenzione sono peggiori che a Torino. 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Fermare la guerra è possibile. A partire dalle nostre città dove ci sono le fabbriche delle armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.\r\nFermare la guerra è possibile. 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Frontiere, CPR, morti in mare. Meloni, il 41bis, gli anarchici. Un anno di guerra. Polizia violenta negli States",1676720192,[],[],{"post_content":258,"post_title":263},{"matched_tokens":259,"snippet":261,"value":262},[260],"morti","idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFrontiere, CPR, \u003Cmark>morti\u003C/mark> in mare, leggi contro le","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/2023-02-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFrontiere, CPR, \u003Cmark>morti\u003C/mark> in mare, leggi contro le ONG\r\nLa guerra ai migranti si sta inasprendo, grazie alla normativa che impone alle ONG di soccorrere una sola imbarcazione in difficoltà per poi dirigersi a “porti sicuri” assegnati a svariati giorni di navigazione dal canale di Sicilia. Ma c’è chi si oppone: sia la Geo Barents che la Sea Eye hanno violato le disposizioni procedendo a salvataggi multipli, perché il dovere morale di sottrarre alla morte chi si trova in pericolo viene prima di qualsiasi divieto imposto da un governo che ha la diretta responsabilità dell’infinita strage nel Mediterraneo. Rischiano multe dai 10.000 ai 50.000 euro e il fermo dell’imbarcazione per due mesi.\r\nNel frattempo Meloni ha regalato altri cinque pattugliatori alla guardia costiera libica, quella che spara su chi fugge dal destino di torture, stupri e ricatti nelle prigioni amministrative libiche.\r\nNei CPR, altra frontiera interna, discarica in cui gettare per mesi corpi in eccedenza in attesa di riuscire a deportarli, la temperatura si sta alzando in questo gelido inverno.\r\nA Torino, dove da qualche mese c’è un nuovo gestore, sabato 4 e domenica 5 febbraio è scoppiata una rivolta che ha devastato il CPR. Tre persone sono state ferite durante i pestaggi di polizia, alcuni rivoltosi sono stati arrestati, altri spostati in fretta e furia nel CPR di Macomer in Sardegna, una destinazione punitiva, perché le condizioni di detenzione sono peggiori che a Torino. Altri sono stati liberati con foglio di via.\r\nPer la prima volta dopo \u003Cmark>molti\u003C/mark> anni il CPR è stato quasi completamente distrutto.\r\nAnche a Milano c’è stata una rivolta in via Corelli.\r\nAbbiamo provato a fare il punto sulla situazione con Raffaele, compagno impegnato da tanti anni nella lotta contro CPR e frontiere.\r\n\r\nVerso il primo anno di guerra in Ucraina\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità concreta.\r\nIn numerose località sono in preparazione iniziative di informazione e lotta.\r\nNe abbiamo parlato con Dario dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nMeloni, il 41bis, gli anarchici\r\nMeloni ha giocato la sua carta. Nella sua lettera al Corriere della Sera ha fatto appello all’unità nazionale perché “il clima si sta pericolosamente e velocemente surriscaldando”. Il tono è quello sin troppo logoro dell’emergenza, oggi rappresentata degli anarchici, il nemico comune che dovrebbe unire destra e sinistra. (…)\r\nIn questi giorni i quotidiani si sono sbizzarriti nel costruire il proprio identikit del movimento anarchico, sprezzanti nei confronti del ridicolo hanno disegnato mappe, collegamenti, improbabili interviste.\r\nL’importante era scrivere un copione adatto alla commedia che intendevano rappresentare. Una piece in cui far recitare la doppia maschera da sempre disegnata per gli anarchici: ingenui utopisti o mostri sanguinari a seconda delle esigenze di scena. \r\nUna campagna antianarchica come non si vedeva da tempo. L’intento è chiaro. Non intendono fare passi indietro nel progressivo innalzamento dell’asticella della repressione, nell’applicazione di reati associativi, e nell’utilizzo a piene mani della finalità di terrorismo.\r\nNon solo. Trattare da nemici gli avversari politici è il primo passo verso la criminalizzazione di ogni forma di opposizione sociale.\r\nIeri Nordio ha respinto il ricorso dell’avvocato di Cospito contro il 41 bis\r\n\r\nPolizia violenta. Uno sguardo tra gli Stati Uniti e l’Italia\r\nLa vicenda dell’afroamericano disabile ammazzato da quattro poliziotti afrodiscendenti ad un posto di blocco è la dimostrazione che la violenza della polizia statunitense verso persone razializzate, non è prerogativa esclusiva dei poliziotti bianchi, ma rimanda ad una violenza sistematica che colpisce le persone più povere. La linea del colore si interseca con quella di classe.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 17 febbraio\r\nore 10,30 Balon\r\ncontro la guerra e chi la arma\r\nPunto info antimilitarista\r\n\r\nSabato 25 febbraio\r\nIn piazza contro la guerra e chi la arma\r\nore 15 piazza Castello\r\nInterventi, musica, azioni performanti\r\nConcerto di Alessio Lega\r\nAd un anno dall’invasione russa dell’Ucraina ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale nelle vite di noi tutti.\r\nNella nostra regione, la cessione da parte di Leonardo di parte degli spazi dell'ex Alenia al Politecnico, rimette in moto il progetto di Città dell'aerospazio fermo alla partenza dal novembre 2021.\r\nIn primavera alle OGR è previsto lo sbarco della NATO a Torino con l’acceleratore di innovazione del progetto Diana. Fermare la guerra è possibile. A partire dalle nostre città dove ci sono le fabbriche delle armi usate nelle guerre che insanguinano il pianeta.\r\nFermare la guerra è possibile. Con la solidarietà ai disertori e obiettori russi e ucraini. \r\n\r\nVenerdì 3 marzo\r\nAlle radici delle guerre\r\nL'Italia tra missioni militari all’estero, programmi di riarmo e militarizzazione dei territori e della società\r\nIl movimento No Muos: un esempio di lotta popolare\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverranno Antonio Mazzeo, antimilitarista e blogger e Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nSabato 18 marzo\r\nCena comunarda\r\nBenefit lotte antimilitariste e sociali\r\nore 20 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 24 marzo\r\nGli algoritmi della politica\r\nRiflessioni sulla società della sorveglianza\r\nOre 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\nInterverrà Salvo Vaccaro, docente di filosofia politica all’Università di Palermo e autore, per i tipi di Eleuthera, di “Gli algoritmi della politica”\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":264,"snippet":265,"value":265},[260],"Anarres del 10 febbraio. 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Tra i suoi clienti rientra anche l’ICE (Immigration and Customs Enforcement – agenzia statunitense per il rastrellamento e la detenzione di migranti), che utilizza gli strumenti di identificazione e profilazione forniti da Reuters per catturare individui e famiglie da deportare o rinchiudere nelle sue carceri fabbrica; ma sia in Canada che negli USA, con campagne come #NoTechForICE, qualcosa si sta muovendo per cercare di impedire questa collaborazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_ice-reuters.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nICE E MORTI NEI CENTRI DI DETENZIONE\r\n\r\nCome mai, nonostante le condizioni aberranti di abbandono sanitario, si registrano così “pochi” decessi nei centri di detenzione per migranti sul territorio statunitense? I retroscena inerenti la morte di Johana Medina Leon, donna trans originaria di El Salvador, ci consentono di svelarne \"il trucco\".\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_ice-morti-sgamo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPICCOLA SCONFITTA PER CLEARVIEW AI\r\n\r\nL’azienda di riconoscimento facciale Clearview AI, che vanta un database di oltre 20 miliardi di volti rubati da profili social e altri anfratti della Rete, ha subito una piccola ma interessante sconfitta in un tribunale dell’Illinois.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/BCUPCB_clearview-illinois.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nALGORITMI PER L’ALLONTANAMENTO DI MINORI DALLE PROPRIE FAMIGLIE\r\n\r\nAlla faccia dell’imparzialità della Tecnica… Che si tratti di sistemi di Polizia Predittiva, di valutazione del potenziale recidivante di un individuo condannato o dell’affidabilità di un inquilino, gli algoritmi di consulenza sono spesso emersi come moltiplicatori del razzismo e dei pregiudizi che attraversano la società. 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Riflessioni sulla guerra che torna nel cuore dell’Europa: gli scossoni di assestamento della lunga ondata tellurica iniziata con la caduta del muro di Berlino.\r\nDi fronte al conflitto in corso in Ucraina, che vede attualmente la Federazione Russa in fase d'attacco, riaffermiamo il nostro totale rifiuto degli imperialismi degli Stati e delle coalizioni contendenti, NATO e OTSC.\r\nLe politiche di potenza degli Stati, i nazionalismi, le piccole patrie, sono solo paraventi per nascondere lo sfruttamento delle classi lavoratrici, delle risorse, dei territori. Le ricadute di questa guerra sono estremamente gravi, in primis per le popolazioni civili delle zone interessate che si trovano da anni in una situazione di conflitto e privazione materiale.\r\nMa questo conflitto riguarda anche lavoratori e lavoratrici di tutta Europa, che stanno già vedendo i loro redditi falcidiati dagli aumenti dei costi dell'energia e dei beni di prima necessità, nonché dal taglio della spesa pubblica sociale a beneficio dell'aumento delle spese militari.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo\r\nLeggi qui il suo articolo\r\n\r\n\r\nMorti e feriti della guerra del lavoro\r\nIn Italia ci sono stati, nel 2021, 555.236 infortuni sul lavoro. Più di mezzo milione di persone hanno subito danni, lesioni permanenti, in qualche caso sono morte: un tributo in sangue pagato annualmente al profitto e considerato \"normale\" da governo, padroni e sindacati.\r\nI dati degli infortuni e delle morti sul lavoro sono un preciso indice del livello dello sfruttamento. 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Presto a Torino potrebbe sbarcare anche la NATO.\r\n\r\nSabato 12 marzo\r\nNé con la Russia né con la NATO!\r\nPresidio antimilitarista itinerante al Balon\r\nAppuntamento alle 10,30 in via Andreis angolo via Borgodora\r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte. \r\nBloccare la nascita di un nuovo polo di ricerca, progettazione e costruzione di ordigni bellici, impedire che la NATO abbia una sua base a Torino è un impegno concreto contro il militarismo e contro la guerra.\r\nMentre il governo proclama lo stato di emergenza per la guerra imperialista per il controllo dell’Ucraina, fermare la produzione e lo smercio d’armi è l’unico modo per inceppare la macchina che alimenta le guerre.\r\nPer fermare le guerre non basta un no. Bisogna mettersi di mezzo. A partire dalla nostra città.\r\nL’assemblea Antimilitarista promuove un’assemblea cittadina che lanci una campagna di informazione e lotta per bloccare l’industria di guerra e la NATO a Torino.\r\nInterventi sulla Città dell’Aerospazio, sul ruolo della NATO in Italia, testimonianze delle lotte contro l’ampliamento della base di Camp Derby a Livorno\r\nAlla tettoia dei contadini dalle ore 18.\r\n\r\nSabato 19 marzo\r\nGuerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa\r\nIncontro/convegno antimilitarista a Milano\r\nal Kasciavit, via san Faustino 64\r\nInizio ore 10,30\r\nIntroduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista\r\nInterventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. 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