","Continua il processo contro Nadia Lioce","post",1538304041,[52,53,54],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/","http://radioblackout.org/tag/laquila/","http://radioblackout.org/tag/nadia-lioce/",[18,22,15],{"post_content":57,"post_title":63,"tags":66},{"matched_tokens":58,"snippet":61,"value":62},[59,60],"Nadia","Lioce","del processo che vede imputata \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> \u003Cmark>Lioce\u003C/mark> per alcuni atti di protesta","Il 28 settembre a L'Aquila si è tenuta un'altra udienza del processo che vede imputata \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> \u003Cmark>Lioce\u003C/mark> per alcuni atti di protesta contro il regime di 41 bis cui è sottoposta insieme ad altri compagni.\r\n\r\nDurante l'udienza \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> ha letto le motivazioni della sua protesta e ha ribadito come il regime di 41 bis non abbia che l'obiettivo di annullare completamente il detenuto come individuo, arrivando persino a formulare il divieto di comunicazione tra i prigionieri e le prigioniere in 41 bis. 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Lo è anche solo per ribadire la supremazia di classe del potere su chi appartiene a classi subalterne. Diventa feroce con coloro che si sono contrapposti e riescono a resistere alle pressioni fisiche e psicologiche di una contenzione disumana che dura da 12 anni come nel caso di Nadia Lioce, combattente della lotta armata in isolamento dal 2005; e ora la sua detenzione è stata pure inasprita dalle nuove regole del famigerato 41bis, con la riduzione anche dei libri e dell'accesso alla già scarsa informazione.\r\n\r\nAlla pena da scontare per pure ragioni punitive si aggiunge oggi la farsa di questo processo, la cui prima udienza era prevista oggi 15 settembre 2017 (dopo il rinvio di luglio per un vizio ridicolo: non avevano trovato l'accusata – che marciva in carcere da dieci anni – per consegnarle l'ingiunzione), intentato ai suoi danni in modo pretestuoso pescando alla rinfusa dal mazzo di leggi del codice penale (si può sempre adattare qualcosa per perseguire il cittadino): oltraggio a pubblico ufficiale per aver insultato un agente penitenziario e disturbo delle occupazione o del riposo delle persone, perché aveva fatto una battitura tre anni fa dentro la sua cella per protestare contro le ulteriori restrizioni della sua detenzione, che già di per sé è sempre indegna di un paese civile, ma così diventa tortura e tentativo di annientamento di una persona.\r\n\r\nAbbiamo parlato di questo e di altri aspetti correlati con un compagno del Collettivo contro la repressione per un Soccorso rosso\r\n\r\nprocesso Lioce\r\n\r\n \r\n\r\nAlcune notizie ci sono poi giunte a seguito di questa mattinata di normale persecuzione. Intanto l'avvocato di Nadia Lioce è stata bloccata in autostrada per un casuale \"controllo\", durante il quale sono stati sollevati problemi relativi a dettagli relativi alle infinite norme inventate per vessare gli automobilisti e trovare sempre qualche motivo per impedire ai cittadini di vivere, utili inparticolare in questi casi. L'imputata è stata \"preseente\" in videoconferenza e si è scoperto che il dibattito processuale si è reso \"necessario\" a seguito dell'accumulo di 70 richiami e censure in carcere per le proteste derivanti anche dall'abitudine di perquisire la sua cella almeno una volta al giorno, sottraendole ogni volta qualvche oggettino essenziale per la sua vita di reclusa in isolamento, come per esempio un elastico per trattenere i capelli. Per ognuno di questi richiami ha acumulato 10 giorni di punizione (quindi 700 giorni di ulteriore tortura inflittale dallo stato in modalità ferocemente repressiva). In concomitanza dell'udienza sono stati inscenati presidi in molte città di fronte ai Palazzi di \"Giustizia\": a Torino la presenza della digos era tuuto tranne che discreta e ridotta, ma si è potuto srotolare uno striscione che riportava la scritta: \" 41bis tortura di stato. Sosteniamo i rivoluzionari prigionieri\".\r\n\r\nQuesto accanimento non sembra piegare la volontà di Nadia, per quanto allontanata dal mondo e priva di notizie, informazioni, contatti, corrispondenza negata, censurata, non inoltrata, non sembra nonostante le vessazioni degli aguzzini secondini che intenda arrendersi e nemmeno quanto possa apprezzare le raccolte firme in suo favore: sembra maggiormente interessata a denunciare l'orrore del regime di 41bis, evidentemente la deprivazione psichica, l'isolamenteo totale e permanente, insomma la tortura bianca non è riuscita nell'intento di annientare personalità e identità di Nadia Lioce.","15 Settembre 2017","2017-09-19 14:09:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/2017_09_15_lioce-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"280\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/2017_09_15_lioce.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Persecuzioni cumulative per detenuti da annientare: il caso Lioce",1505476447,[106,54,107,108],"http://radioblackout.org/tag/anticarceraria/","http://radioblackout.org/tag/no41bis/","http://radioblackout.org/tag/terrorismo-di-stato/",[24,15,20,26],{"post_content":111,"post_title":115,"tags":118},{"matched_tokens":112,"snippet":113,"value":114},[59,60],"anni come nel caso di \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> \u003Cmark>Lioce\u003C/mark>, combattente della lotta armata in","Lo stato è sempre punitivo con i suoi nemici. 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Anche in questa puntata parliamo di alcune di queste storie, in cui le responsabilità e le colpe si spalmano strategicamente nel labirinto delle gerarchie burocratiche che assolvono i singoli gregari; la morte di una donna, Elisabetta Tesan, prigioniera nel carcere femminile della Giudecca (Venezia), ci consente anche di ricordare gli stupri avvenuti in quella struttura, proprio ad opera del medico carcerario, che ha risolto la vicenda patteggiando una condanna a 18 mesi.\r\n\r\nAll'alba del 15 settembre ha inizio un'operazione repressiva tesa a colpire un compagno sardo, Pierluigi Caria, recentemente tornato dal conflitto e dalla resistenza in Rojava. Si tratta della prima occasione in cui il 270bis, reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, viene applicato contro chi, come decine di compagne e compagni anche in Italia, ha scelto di partire e combattere per rivoluzione del Confederalismo Democratico e in contrasto al fascio-jihadismo.\r\nUna modalità di intervento repressivo già messa in atto da altri stati occidentali, con evidenti connotazioni politiche e di monitoraggio delle realtà che solidalizzano con la resistenza e l'autodeterminazione del popolo Kurdo. Cercheremo di confrontare questo episodio con altre inchieste che hanno coinvolto cosiddetti \"foreign fighters\" italiani, dai mercenari-contractors ai fascio-leghisti partiti per il fronte del Donbass.\r\nNe parliamo con Luigi, redattore di radio Blackout ed autore del documentario Binhet-Sotto il confine.\r\n\r\nRiagganciandoci alla violenza strutturale dell'apparato carcerario ne discutiamo insieme a Sandra dell'Associazione Yairaiha Onlus, focalizzandoci sulla doppia narrazione delle aggressioni messe in atto dalle persone detenute e sull'utilizzo strumentale e politico operato dai sindacati dei secondini, funzionale a contrastare ogni minima sottrazione del controllo totale che operano all'interno delle strutture detentive.\r\n\r\nbello come 17 settembre","23 Settembre 2018","2018-11-02 19:31:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/41-bia-200x110.jpg","Bello come una prigione che brucia: il podcast del 17 settembre",1537714614,[284,52,285,236,286,287],"http://radioblackout.org/tag/270-bis/","http://radioblackout.org/tag/aquila/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/caria/",[164,18,162,155,289,157],"carcere",{"post_content":291},{"matched_tokens":292,"snippet":293,"value":294},[59,60],"prigioniera delle Nuove Brigate Rosse, \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> \u003Cmark>Lioce\u003C/mark>, in merito alle proteste attivate"," \r\n\r\nIl 28 settembre si terrà una nuova udienza per le proteste messe in atto dalla prigioniera delle Nuove Brigate Rosse, \u003Cmark>Nadia\u003C/mark> \u003Cmark>Lioce\u003C/mark>, in merito alle proteste attivate contro le condizioni afflittive del 41bis.\r\nInsieme a un compagno di OLGA torniamo a riflettere su questo processo e, più in generale, sulla tortura e il dispositivo disciplinante del 41bis: uno strumento \"eccezionale\" di cui possiamo osservare la progressiva contaminazione di altre componenti dell'apparato punitivo.\r\n\r\nL'abbandono sanitario della popolazione detenuta si traduce frequentemente in una fisiologica condanna a morte per decine di persone ogni anno: sofferenze e decessi che, in molti casi, sarebbero stati evitabili con un maggiore accesso a visite diagnostiche e terapie adeguate, senza contare la distanza forzata dai propri affetti che si protrae anche per chi è in fin di vita. Anche in questa puntata parliamo di alcune di queste storie, in cui le responsabilità e le colpe si spalmano strategicamente nel labirinto delle gerarchie burocratiche che assolvono i singoli gregari; la morte di una donna, Elisabetta Tesan, prigioniera nel carcere femminile della Giudecca (Venezia), ci consente anche di ricordare gli stupri avvenuti in quella struttura, proprio ad opera del medico carcerario, che ha risolto la vicenda patteggiando una condanna a 18 mesi.\r\n\r\nAll'alba del 15 settembre ha inizio un'operazione repressiva tesa a colpire un compagno sardo, Pierluigi Caria, recentemente tornato dal conflitto e dalla resistenza in Rojava. Si tratta della prima occasione in cui il 270bis, reato di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, viene applicato contro chi, come decine di compagne e compagni anche in Italia, ha scelto di partire e combattere per rivoluzione del Confederalismo Democratico e in contrasto al fascio-jihadismo.\r\nUna modalità di intervento repressivo già messa in atto da altri stati occidentali, con evidenti connotazioni politiche e di monitoraggio delle realtà che solidalizzano con la resistenza e l'autodeterminazione del popolo Kurdo. Cercheremo di confrontare questo episodio con altre inchieste che hanno coinvolto cosiddetti \"foreign fighters\" italiani, dai mercenari-contractors ai fascio-leghisti partiti per il fronte del Donbass.\r\nNe parliamo con Luigi, redattore di radio Blackout ed autore del documentario Binhet-Sotto il confine.\r\n\r\nRiagganciandoci alla violenza strutturale dell'apparato carcerario ne discutiamo insieme a Sandra dell'Associazione Yairaiha Onlus, focalizzandoci sulla doppia narrazione delle aggressioni messe in atto dalle persone detenute e sull'utilizzo strumentale e politico operato dai sindacati dei secondini, funzionale a contrastare ogni minima sottrazione del controllo totale che operano all'interno delle strutture detentive.\r\n\r\nbello come 17 settembre",[296],{"field":84,"matched_tokens":297,"snippet":293,"value":294},[59,60],1157451471441100800,{"best_field_score":300,"best_field_weight":170,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":38,"score":301,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":38},"2211897868288","1157451471441100913",6637,{"collection_name":183,"first_q":15,"per_page":30,"q":15},["Reactive",305],{},["Set"],["ShallowReactive",308],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f0k7IlRWO0OYWp3954RRNHvRT477Jv4eZPcPn82UM6TQ":-1},true,"/search?query=Nadia+Lioce"]