","Strage di Oaxaca: riconversione neoliberista, capitolo scuola.","post",1466854417,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/barricate/","http://radioblackout.org/tag/insegnanti/","http://radioblackout.org/tag/massacro/","http://radioblackout.org/tag/narcostato-militarizzato/","http://radioblackout.org/tag/oaxaca/",[17,68,69,70,71],"insegnanti","massacro","narcostato militarizzato","Oaxaca",{"post_content":73,"post_title":77,"tags":80},{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":76},[71],"meglio organizzato; in particolare a \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark> fin dall'inizio è stato occupato","La riforma del settore educativo risale all'inizio della presidenza Peña Nieto, esponente del Pri (il partito della rivoluzione istituzionale al potere quasi ininterrottamente da... sempre), una riforma che non ha nulla di pedagogico e serve solo a estromettere insegnanti politicamente o etnicamente sgraditi. L'attacco alla categoria degli insegnanti è significativo, perché il sindacato dei maestri è tradizionalmente quello meglio organizzato; in particolare a \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark> fin dall'inizio è stato occupato lo Zocalo (la piazza principale)... 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Sfruttando i numeri di quest'anno, l'inquilino della Casa Bianca ha lanciato una campagna di paura che mira a imporre la costruzione del muro, che il Mexico si rifiuta di pagare e il Congresso non vuole finanziare.\r\n\r\nIn questo modo il viaggio del lungo serpentone si è già bloccato a Oaxaca e molti stanno proseguendo a piccoli gruppi. Per comprendere meglio i risvolti di questo fenomeno, se è già stato almeno sufficiente a riportare alal ribalta il dramma della disperata migrazione verso gli Usa, o se invece a ottenere quanto si era prefisso è stato il feroce gringo abbiamo interpelalto Marco Dell'Aguzzo, esperto di questioni inrenti all’America Settentrionale\r\n\r\nConfine messicano, la carovana interrotta","8 Aprile 2018","2018-04-18 12:04:00","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos-768x510.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/2018-04-06_el-lado-est-suenos.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Confini, muri, esercito; treni infernali e carovane di autodifesa",1523181260,[161,162,163,164,165],"http://radioblackout.org/tag/esercito/","http://radioblackout.org/tag/la-bestia-treno/","http://radioblackout.org/tag/marcia-migranti/","http://radioblackout.org/tag/muro/","http://radioblackout.org/tag/usa-mexico/",[167,33,31,168,27],"esercito","muro",{"post_content":170},{"matched_tokens":171,"snippet":172,"value":173},[71],"si è già bloccato a \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark> e molti stanno proseguendo a","Da un lato un presidente che deve mantenere promesse elettorali populiste e razziste,che si inventa invasioni, accusando lo stato messicano di non fare il suo ruolo di cane da guardia e filtro per le merci, al cui blocco è stato preposto con la Guerra alla droga e con la Guerra ai migranti; dall'altro una massa di migranti, sfruttati dai narcos che impongono prezzi da prima classe per viaggi pericolosi durante i quali le donne hanno quasi la certezza di venir stuprate, caricati su \"La Bestia\", il treno che dal Chiapas arriva alle 5 stazioni lungo i 3000 chilometri di muro, eretto da tutti gli ultimi presidenti americani e lungo il quale l'ultimo – il peggiore – ha deciso di schierare l'esercito per respingere i pochi migranti non rimpatriati o bloccati da Peña Nieto.\r\n\r\nOgni anno si compone una carovana in periodo pasquale che quest'anno si è coposta di alcune migliaia di persone dirette negli Usa, che con questa marcia di centinaia di chilometri dal Chiapas percorrono il territorio messicano anche con l'intento simbolico di proteggere i più deboli che subirebbero da soli ogni tipo di violenza. 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Le vie di El Centro, il quartiere storico di Città del Messico, erano vuote: la maggior parte dei capitalinos o stava dormendo o era già in fabbrica. Il terremoto dell’ottavo grado della scala Richter sorprese gli uni nel sonno, gli altri al lavoro. Una scossa lunga – più di tre minuti – e devastante: 10 mila morti, 100 mila case crollate e 5 milioni di persone senza acqua né luce. Nel 1985 la capitale era la città più popolosa del mondo: 16 milioni di abitanti concentrati soprattutto nella Colonia Obrera, il quartiere operaio. Era l’epoca del miracolo economico messicano e dagli Anni 70 migliaia di persone avevano scelto di trasferirsi dalla campagna in città in cerca di lavoro. Lo sviluppo urbano fu incontrollato: per tre decenni leggi e piani regolatori permissivi avevano consentito la costruzione di edifici precari non in linea con le norme antisismiche. (...) Ma il simbolo del terremoto del 1985, e delle disastrose politiche abitative del governo autoritario del Partito rivoluzionario istituzionale, rimasero le immagini del complesso residenziale Tlatelolco, un’area di due chilometri quadrati costruita nel 1960 per ospitare 80 mila persone. La scossa travolse buona parte dei 102 edifici che costituivano il complesso, intrappolando migliaia di persone: dalle macerie furono estratti più di 500 cadaveri.\" (da Messico, breve storia del terremoto del 1985)\r\n\r\n \r\n\r\n32 anni dopo la storia si ripete. Dopo la violentissima scossa sismica di magnitudo 8.2 del 7 settembre scorso, che ha colpito in particolare gli stati meridionali di Chiapas, Oaxaca, Veracruz e Guerrero, il 19 settembre un terremoto di magnitudo 7.1 ha investito la regione centrale del Messico, causando la morte di 337 persone, 200 delle quali nella capitale. Anche questa volta la calamità non ha colpito indiscriminatamente, perchè anche i terremoti sono sempre di classe: colpiscono gli edifici più vecchi, quelli per cui non ci sono soldi per la manutenzione, quelli costruiti speculando, colpiscono le zone in cui il rischio sismico è più alto ma dove chi non ha soldi o documenti è costretto ad abitare, colpiscono i quartieri delle classi popolari, le baraccopoli, colpiscono i poveri. La violenza politica e strutturale messa a nudo dai crolli è la stessa di trent’anni fa: speculazione edilizia, assenza di misure di prevenzione, enorme divisione di classe, anche in termini spaziali.\r\n\r\n \r\n\r\nLa \"gestione\" istituzionale dell'emergenza riproduce questa violenza. Interesse del governo messicano guidato da Peña Nieto è quello di favorire le imprese e la speculazione edilizia facendo del post-terremoto un'occasione per derubare ulteriormente la popolazione che però, come nell'85, sta dando prova di una grande capacità di auto-organizzazione. La solidarietà della strada, spontanea, è emersa con forza per riprendersi la città e tutti i luoghi colpiti dal terremoto. Persone che si arrangiano in modo autonomo per sottrarre le macerie da una classe politica collusa con le multinazionali, che vorrebbe demolire edifici che avrebbero bisogno solo di riparazioni per favorire i profitti degli speculatori immobiliari. Persone che si mobilitano da sé contro lo Stato e il Capitale per salvare le vite e la memoria di corpi \"di scarto\". Come quelli delle sarte cinesi e centroamericane senza documenti, morte nel crollo di una maquiladora nella zona obrera a Città del Messico. Se non fosse stato per alcune colleghe sopravvissute, di loro non si saprebbe nulla: l'unica preoccupazione dei padroni è stata quella di recuperare macchinari e materiali e rimuovere i detriti il più velocemente possibile per ottenere i fondi assicurativi.\r\n\r\n \r\n\r\nPer un commento sulla natura di classe dei terremoti, questa mattina abbiamo raggiunto ai microfoni Piero Gorza, antropologo e ricercatore presso l'Instituto de Estudios Indígenas di San Cristóbal de Las Casas:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","29 Settembre 2017","2017-10-02 16:09:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-300x183.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-300x183.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3-768x467.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/memorial-por-las-vc3adctimas-de-la-fc3a1brica-textil-y-de-las-demc3a1s-fc3a1bricas-en-chimalpopoca-y-bolc3advar-3.jpg 789w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Messico: un altro terremoto di classe",1506689056,[194,125,195,196],"http://radioblackout.org/tag/classe/","http://radioblackout.org/tag/terremoti/","http://radioblackout.org/tag/violenza-politica/",[198,15,199,200],"classe","terremoti","violenza politica",{"post_content":202},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[71],"gli stati meridionali di Chiapas, \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, Veracruz e Guerrero, il 19","\"Ore 7.19 del 19 settembre 1985. 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Il Coordinamento dissidente si è dato tempo una settimana, per poi nel caso, sedersi nuovamente al tavolo di discussione. Certamente a questo punto non viene meno la mobilitazione nazionale.\r\n\r\nMa in questi due giorni ci sono stati scontri con la polizia statale del Chiapas, riprendendo il controllo della barricata dell'autostrada, occupando il municipio, ricacciando il controllo militare e paramilitare (con i repressori che spudoratamente scortati dalla polizia entrano sparando)... e ora la situazione è di attesa con barricate molto determinate e presidate e la richiesta sono le dimissioni del sindaco di San Cristobal e non si rimuovono le barricate finché non vengono condannati i responsabili del desalojo (lo sgombero) violento del blocco del Cnte verso Tuxla e dell'omicidio di un maestro avvenuto a marzo.\r\n\r\nLa solidarietà dell'Ezln è stata ribadita poche ore fa e nel comunicato si ripete il completo appoggio al Magisterio, con l'impegno di portare viveri e appoggio alla barricata in lotta. Alle 17, ora locale, è convocata una \"megamarcha\" che parte dal centro di San Cristobàl e andrà a raggiungere le barricate sull'autostrada.\r\n\r\n \r\n\r\nEcco la puntuale corrispondenza di Giovanni, che stoicamente è rimasto in piedi fino a tarda notte dopo la giornata pesante di lotta per raccontarci dinamiche e situazioni:\r\n\r\n \r\n\r\nSancristobal","22 Luglio 2016","2016-07-26 10:52:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-22_chiapas-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"186\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-22_chiapas-300x186.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-22_chiapas-300x186.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-22_chiapas-768x475.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-22_chiapas.jpg 840w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","San Cristobal, la fenice messicana che risorge dalle ceneri delle barricate",1469204660,[62,224,225,226,227,228,229],"http://radioblackout.org/tag/chiapas/","http://radioblackout.org/tag/desalojo/","http://radioblackout.org/tag/destitucion-de-alcalde/","http://radioblackout.org/tag/destituzione-del-sindaco/","http://radioblackout.org/tag/maestri/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[17,20,231,232,233,234,235],"desalojo","destitucion de alcalde","destituzione del sindaco","maestri","sgombero",{"post_content":237},{"matched_tokens":238,"snippet":239,"value":240},[71],"il paese – in Guerrero, in \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, nel DF – la solidarietà e","In Chiapas il mantenimento della barricata costruita con la mobilitazione dei maestri della Cnte contro la riforma educativa è servita ancora di più nel momento in cui è stata spazzata via dalla reazione, che ha voluto dare la spallata e cancellare l'ultima fiammata di contestazione e insurrezione contro il governo, nuovamente sbagliando a valutare che sarebbe stata la vittoria definitiva; invece la devastazione delle derrate offerte dall'Ezln, lo smantellamento della barricata con la forza da parte di gruppi paramilitari avvenuta il 20 luglio in combutta con i poliziotti – rievocando passate stragi – questa volta non ha fatto che riaccendere in tutto il paese – in Guerrero, in \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, nel DF – la solidarietà e le barricate. Il Coordinamento dissidente si è dato tempo una settimana, per poi nel caso, sedersi nuovamente al tavolo di discussione. Certamente a questo punto non viene meno la mobilitazione nazionale.\r\n\r\nMa in questi due giorni ci sono stati scontri con la polizia statale del Chiapas, riprendendo il controllo della barricata dell'autostrada, occupando il municipio, ricacciando il controllo militare e paramilitare (con i repressori che spudoratamente scortati dalla polizia entrano sparando)... e ora la situazione è di attesa con barricate molto determinate e presidate e la richiesta sono le dimissioni del sindaco di San Cristobal e non si rimuovono le barricate finché non vengono condannati i responsabili del desalojo (lo sgombero) violento del blocco del Cnte verso Tuxla e dell'omicidio di un maestro avvenuto a marzo.\r\n\r\nLa solidarietà dell'Ezln è stata ribadita poche ore fa e nel comunicato si ripete il completo appoggio al Magisterio, con l'impegno di portare viveri e appoggio alla barricata in lotta. Alle 17, ora locale, è convocata una \"megamarcha\" che parte dal centro di San Cristobàl e andrà a raggiungere le barricate sull'autostrada.\r\n\r\n \r\n\r\nEcco la puntuale corrispondenza di Giovanni, che stoicamente è rimasto in piedi fino a tarda notte dopo la giornata pesante di lotta per raccontarci dinamiche e situazioni:\r\n\r\n \r\n\r\nSancristobal",[242],{"field":103,"matched_tokens":243,"snippet":239,"value":240},[71],{"best_field_score":144,"best_field_weight":178,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":179,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":246,"highlight":268,"highlights":273,"text_match":142,"text_match_info":276},{"cat_link":247,"category":248,"comment_count":48,"id":249,"is_sticky":48,"permalink":250,"post_author":51,"post_content":251,"post_date":252,"post_excerpt":54,"post_id":249,"post_modified":253,"post_thumbnail":254,"post_thumbnail_html":255,"post_title":256,"post_type":59,"sort_by_date":257,"tag_links":258,"tags":263},[45],[47],"36841","http://radioblackout.org/2016/07/messico-diretta-dalla-barricata-degli-insegnanti-in-sciopero/","In Messico sono le due del mattino mentre andiamo in diretta dal blocco autostradale degli insegnanti a San Cristobal, nello stato del Chiapas. Gli insegnanti messicani sono in sciopero da settimane contro la riforma voluta dal governo centrale. La protesta ha assunto forme particolarmente radicali nello stato di Oaxaca, dove recentemente la polizia ha sparato e ucciso alcuni dimostranti, e appunto nel Chiapas, dove ha ricevuto aiuti materiali direttamente dall'EZLN.\r\n\r\nDomani sono in programma una grossa manifestazione a Tuxla, capitale del Chiapas, e un incontro sindacato-governo a Città del Messico.\r\n\r\nDi tutto questo ci parla compiutamente Giovanni in diretta dalla barricata di San Cristobal:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\nEsiste un sito attraverso il quale si possono ricavare informazioni costantemente aggiornate della lotta messicana:\r\n\r\nhttps://twitter.com/hashtag/Desdeelbloqueo","11 Luglio 2016","2016-07-15 14:45:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/BLOQUEO-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"217\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/BLOQUEO-300x217.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/BLOQUEO-300x217.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/BLOQUEO.png 599w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Messico, diretta dalla barricata degli insegnanti in sciopero",1468236105,[62,259,260,224,261,262],"http://radioblackout.org/tag/blocco-autostradale/","http://radioblackout.org/tag/bloqueo/","http://radioblackout.org/tag/huelga/","http://radioblackout.org/tag/mexico/",[17,264,265,20,266,267],"blocco autostradale","Bloqueo","Huelga","mexico",{"post_content":269},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[71],"particolarmente radicali nello stato di \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, dove recentemente la polizia ha","In Messico sono le due del mattino mentre andiamo in diretta dal blocco autostradale degli insegnanti a San Cristobal, nello stato del Chiapas. 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In entrambi i casi, la violenza e l’espropriazione nei confronti delle realtà indigene in questo territorio non si manifestano solo a livello materiale (come nel caso dell’accaparramento di risorse naturali), ma si concretizzano anche come folklorizzazione e sottrazione di pratiche culturali ancestrali, come quella della guarigione attraverso l’uso di funghetti allucinogeni: da sempre tradizione medica dei popoli mazatechi, oggi questa pratica viene sfruttata dal capitalismo attraverso il tentativo di brevettare i principi attivi dei funghetti e di spettacolarizzare i riti in questione per rivenderli al mercato turistico e new age.\r\nIn questa intervista registrata in loco, si parla esplicitamente di narco-stato, per sottolineare quanto le due forme di oppressione non si escludano a vicenda, ma anzi formino un’unica entità.\r\nGrazie alle parole degli abitanti di Agua de Lluvia abbiamo l’opportunità di scoprire la storia della scuoletta comunitaria e di capire meglio che cosa significhi lottare in un contesto così particolare.\r\nAscolta l’audio qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/messico.mp3\"][/audio]","27 Gennaio 2024","2024-01-27 11:17:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/1639411725565-200x110.jpg","Messico: la scuola comunitaria di Agua de LLuvia che resiste nello stato di Oaxaca","podcast",1706354275,[],[],{"post_content":341,"post_title":345},{"matched_tokens":342,"snippet":343,"value":344},[71],"le montagne della regione di \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, la comunità indigena mazateca porta","Ad Agua de Lluvia, nel sud del Messico, tra le montagne della regione di \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark>, la comunità indigena mazateca porta avanti un progetto di scuola autonoma comunitaria in un contesto di forte pressione e difficoltà dovuta alla presenza dei cartelli del narcotraffico e alle mire estrattiviste dello Stato. 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Si comincia con las empanadas servite da Darín a Milei su un piatto d'argento ci vengono descritte direttamente da Buenos Aires dove si trova Alfredo Somoza, che ne trae un quadro socio-economico della trasformazione argentina in corso; gli abbiamo chiesto anche un punto di vista più ravvicinato sulle elezioni venezuelane e sulle presenze paramilitari nel Mexico in cui i collaboratori della sindaca del DF vengono assassinati.\r\nUn’altra regione di tensioni lontane dai riflettori distratti del circo mediatico è la Serbia attraversata da uno schietto movimento nato nelle università, dove i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro di risveglio anche della società civile, mobilitata contro il sistema di potere di Vučić... ma la marcia verso l’UE per ottenere appoggio è sfumata di fronte al disinteresse interessato dei palazzi europei e all'interno si avanza il rischio di infiltrazioni naziste in stile Maidan: finora la vigilanza ha mantenuto il movimento sui binari di rifiuto di ogni egemonia. Speriamo duri, abbiamo espresso questo augurio con Tatjana Djordjević.\r\nSuccoso il finale di puntata con un intervento particolarmente illuminante di Andrea Fumagalli, che ha descritto con acume lo schema strategico di Trump; una trama che sulla carta potrebbe funzionare, se tutti i tasselli della scommessa economica attivata per salvare l’egemonia dell'imperialismo americano che sta frantumandosi sui due debiti.\r\n\r\n\r\n\r\nA partire da un dibattito tutto tipicamente argentino sul costo delle empanadas all’epoca dell’anarcocapitalismo Alfredo Somoza ci dà una descrizione della situazione socio-economica dell’Argentina di Milei direttamente da una Buenos Aires sgravata dal mercato nero della divisa americana dalla svalutazione del dollaro, che come potere d’acquisto ha dato respiro ai salari, che nella stretta connessione con gli Usa ne traggono vantaggio. Il carovita comunque esiste, nonostante la distrazione delle empanadas che fa gioco alla potenza di fuoco dei social a favore di Milei, dimostrata dall’influenza che ha avuto sulle elezioni l’uso smodato della AI, appalesando la difficoltà a comprendere il singolo video, il singolo messaggio se siano reali o costruiti… news o fake.\r\nLa scorciatoia del riflesso pavolviano delle destre che individuano il contrasto al fenomeno migratorio come soluzione per le crisi economiche è difficilmente applicabile in un paese fatto di migranti, figli di flussi secolari di immigrati, prima da Oltreoceano e ora dai paesi limitrofi, genti soprattutto alla ricerca di sanità assicurata, ius soli e istruzione gratuita. Oltre alla situazione politica all’interno dei paesi di provenienza (ora la maggioranza dei recenti arrivi proviene dal Venezuela). Su questo si innesta l’ideologia della remigracion che degenera nel razzismo dei rimpatri mai successi nella accogliente terra argentina, ma Milei doveva mostrare al suo elettorato che prendeva di petto il problema.\r\nE infatti il presidente si è rafforzato ed è riuscito a prosciugare il bacino elettorale dei conservatori classici, o meglio il lavoro politico di sua sorella Carina, sottosegretaria alla presidenza, ha sortito il suo effetto. Anche grazie al sospiro di sollievo di una nazione in cui il tasso di inflazione è passato dal 240 al 24% annuo; pagato dalle pensioni e dal welfare azzerato. Un’inflazione che colpisce soprattutto l’economia del peso e non quella dei ricchi che vivono in un’economia di dollari e non si è intervenuti sul «gigantesco problema di infrastrutture vecchie e l’efficienza della scuola pubblica» su cui questo governo populista non ha alcun piano, pensando che combattendo la corruzione si risolverà tutto per magia.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/0Onoxm8U2Uk23lPipo0YSn?si=LrcipfzKQZ6BIX3H1nS3tQ\r\n\r\nL‘opposizione si è intestata la vittoria perché ufficialmente il 43% dei venezuelani è andato al voto (secondo Machado solo il 14), ma Maduro è comunque uscito rafforzato – come Milei – dal voto amministrativo, che ha compreso pure il distretto della Guyana Essequiba, un territorio contestato per un effetto di eredità coloniale, una regione ricca di materie prime e di petrolio, una disputa che Alfredo Somoza assimila a quello su Las Malvinas al tempo di Videla, perché nessuno in Sudamerica riconosce che si possano mettere in dubbio confini e non comunque in questo modo. Paradossale è il racconto che ci viene fatto sulla Guinea Equatoriale – il paese africano sotto un regime quarantennale – che era parte del Vicereame di cui Buenos Aires a cui un arcipelago si appella per affrancarsi dalla Guinea equatoriale. Una situazione surreale come quella di Essequiba. Per bilanciare la stigmatizzazione del nostro interlocutore, segnaliamo anche il racconto all’opposto di Geraldina Colotti che su “Pagine Esteri” racconta da un punto di vista opposto sia le pretese di Caracas sul nuovo stato, sia il voto del 25 maggio: https://pagineesteri.it/2025/05/29/america-latina/maduro-trionfa-nelle-elezioni-del-25-maggio-la-destra-ha-vinto-lastensione/\r\nAlfredo considera questa tornata elettorale il secondo tempo delle elezioni che avrebbero confermato Maduro presidente, ma di cui nessuno ha ancora potuto vedere i verbali; il 25 maggio non c’erano osservatori e le operazioni di voto sono ormai un risibile teatrino. Ma il vero dramma è la emigrazione massiva: un esodo che fino a poco tempo fa era attribuibile alla opposizione retriva e pasticciona, ora – con l’involuzione del chavismo – le colpe sono di tutta la classe politica.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/2MaoXE6e6viGZfj77OwEr6?si=_xuznyf4RuKOWQeL7G7ZhQ\r\n\r\nAnche in Mexico sono stati il 14 per cento gli elettori che per la prima volta al mondo sono stati chiamati a eleggere i magistrati che dovranno gestire il potere giudiziario, ma di questo non abbiamo parlato con Alfredo Somoza, piuttosto si è discusso dei due collaboratori della sindaca del DF uccisi dalla necropolitica e dei paramilitari, diffusi sul territorio, ma in particolare in Chiapas.\r\nL’omicidio di Ximena Guzmán e José Muñoz è un attacco diretto al partito della presidenta Claudia Scheinbaum e della sindaca, non rivendicato dai Narcos. Peraltro ulteriore mistero nasce dal fatto che il DF non è un territorio conteso come potrebbe essere Oaxaca o Sinaloa, eppure i killer hanno dimostrato una professionalità assimilabile ai cartelli… o ai paramilitari al servizio dei possidenti del Sud: sul Chiapas si concentra un’assenza di controllo sia dal punto di vista della migrazione, sia del fentanil, sia dei paramilitari assoldati dai terratenientes. 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E mentre Vučić intrattiene rapporti con gli europei, non disdegna alleanze con Putin – recente è il viaggio a Mosca e la posizione sulla guerra in Ucraina del leader populista gli permette di barcamenarsi – e con Xi; ma il movimento nato dalle università non demorde.\r\nPerò rischia infiltrazioni: infatti se da un lato continua a mantenere la sua distanza da chiunque cerchi di egemonizzare e a fare blocchi e scendere in piazza, dall’altro si comincia a vociferare di presenze anche di destra quando all’inizio l’influenza era progressista e antinazionalista, che potrebbero preparare uno scenario assimilabile alla nefasta Maidan di Kyiv. Perciò abbiamo interpellato Tatjana Djordjević per comprendere quali sviluppi possiamo attenderci da questa ribellione dal basso che ha intercettato mugugni e indignazioni della società civile, dandogli voce: sono andati a stanare il malcontento nella Serbia profonda, isolata, hanno attraversato a piedi il paese per incontrare la mentalità dei paesi. La richiesta sostanzialmente è un cambio di regime, ma cominciano a essere stremati dopo mesi di blocco delle attività universitarie.\r\nPurtroppo i nazionalismi sono persino più rafforzati dopo la Guerra nei Balcani, e la Storia si ripete..\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/a-che-punto-e-la-notte-in-serbia--66372615\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/QuantaStradaHanFattaSerbi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi ai nazionalismi esteuropei qui potete trovare i conflitti che attraversano anche i balcani\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nCaos e instabilità portano scompiglio, ma sembrano funzionali a uno schema preciso dell’amministrazione trumpiana che sulla carta va producendo una trama che potrebbe funzionare, nonostante lo scetticismo derisorio e le reazioni dei mercati, rivoluzionando il sistema economico-finanziario globale, ribaltando la tensione verso la globalizzazione su cui le strategie americane avevano puntato dagli ani Novanta per mantenere l’egemonia economica e tecnologica.\r\nAndrea Fumagalli segue questo schema, ricostruendolo ai nostri microfoni l’ideologia libertarian dell’anarcocapitalismo mescolata alla clava dello statalismo daziario. Ci sono resistenze da parte di apparati (come lo stop della Corte che ha tentato di invalidare l’operazione sui dazi del Liberation day) e istituzioni che tentano di impedire lo sviluppo del velleitario piano trumpiano, che è sicuramente temerario e la scommessa è sul filo del rasoio: potrebbe finire come quello di Zsa-Zsa Korda nell’ultimo film di Wes Anderson, ma per ora mantiene le sue ipotesi di avere i mezzi per ribaltare attraverso il protezionismo la tendenza al declino dell’imperialismo americano.\r\nNegli ultimi anni tutto era regolato dal Washington Consensus e gli apparati che gestivano fino alla crisi del 2008, poi l’ordine mondiale è venuto meno, inceppando il meccanismo della globalizzazione, lasciando sviluppare altri imperialismi; Trump è il frutto di questa perdita di egemonia ed è reazione alla rete intessuta da Pechino. Su tutto questo si innesca il problema dei due elementi di debito americano (interno ed esterno) che rischiano di far implodere tutto il sistema americano: solo se il dollaro rimane valuta appetibile gli Usa possono evitare il tracollo.\r\nDi qui il tentativo di ridurre il debito estero attraverso i dazi che fanno pagare il debito al resto del mondo con quei tassi (importando però inflazione e stagflazione che riducono il potere d’acquisto, con effetto recessivo interno), ma anche eliminando fortemente la tassazione interna sui ricchi, incrementando le tasse dei poveri con l’eliminazione dei crediti di imposta.\r\nLa logica commerciale è fatta di accordi personali che stravolgono ulteriormente il quadro e possono comportare una vera Rivoluzione del sistema economico-finanziario come lo conosciamo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/the-trumpian-scheme--66348340\r\n\r\nSi possono ascoltare i podcast relativi alla rivoluzione anarcocapitalista trumpiana qui\r\n\r\n ","3 Giugno 2025","2025-06-08 08:54:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 29/05/2025 - GLI ANARCOCAPITALISTI MANGIANO EMPANADAS; NOVI SAD PEDALA A STRASBURGO, MA L’UE ERA FUORI; TRUMPONOMICS VALE UN TACO?",1748911188,[366],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[368],"Bastioni di Orione",{"post_content":370},{"matched_tokens":371,"snippet":372,"value":373},[71],"territorio conteso come potrebbe essere \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark> o Sinaloa, eppure i killer","L’ultima settimana di maggio vede ai Bastioni di Orione un concentrato di gusti latinos. Si comincia con las empanadas servite da Darín a Milei su un piatto d'argento ci vengono descritte direttamente da Buenos Aires dove si trova Alfredo Somoza, che ne trae un quadro socio-economico della trasformazione argentina in corso; gli abbiamo chiesto anche un punto di vista più ravvicinato sulle elezioni venezuelane e sulle presenze paramilitari nel Mexico in cui i collaboratori della sindaca del DF vengono assassinati.\r\nUn’altra regione di tensioni lontane dai riflettori distratti del circo mediatico è la Serbia attraversata da uno schietto movimento nato nelle università, dove i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro di risveglio anche della società civile, mobilitata contro il sistema di potere di Vučić... ma la marcia verso l’UE per ottenere appoggio è sfumata di fronte al disinteresse interessato dei palazzi europei e all'interno si avanza il rischio di infiltrazioni naziste in stile Maidan: finora la vigilanza ha mantenuto il movimento sui binari di rifiuto di ogni egemonia. Speriamo duri, abbiamo espresso questo augurio con Tatjana Djordjević.\r\nSuccoso il finale di puntata con un intervento particolarmente illuminante di Andrea Fumagalli, che ha descritto con acume lo schema strategico di Trump; una trama che sulla carta potrebbe funzionare, se tutti i tasselli della scommessa economica attivata per salvare l’egemonia dell'imperialismo americano che sta frantumandosi sui due debiti.\r\n\r\n\r\n\r\nA partire da un dibattito tutto tipicamente argentino sul costo delle empanadas all’epoca dell’anarcocapitalismo Alfredo Somoza ci dà una descrizione della situazione socio-economica dell’Argentina di Milei direttamente da una Buenos Aires sgravata dal mercato nero della divisa americana dalla svalutazione del dollaro, che come potere d’acquisto ha dato respiro ai salari, che nella stretta connessione con gli Usa ne traggono vantaggio. Il carovita comunque esiste, nonostante la distrazione delle empanadas che fa gioco alla potenza di fuoco dei social a favore di Milei, dimostrata dall’influenza che ha avuto sulle elezioni l’uso smodato della AI, appalesando la difficoltà a comprendere il singolo video, il singolo messaggio se siano reali o costruiti… news o fake.\r\nLa scorciatoia del riflesso pavolviano delle destre che individuano il contrasto al fenomeno migratorio come soluzione per le crisi economiche è difficilmente applicabile in un paese fatto di migranti, figli di flussi secolari di immigrati, prima da Oltreoceano e ora dai paesi limitrofi, genti soprattutto alla ricerca di sanità assicurata, ius soli e istruzione gratuita. Oltre alla situazione politica all’interno dei paesi di provenienza (ora la maggioranza dei recenti arrivi proviene dal Venezuela). Su questo si innesta l’ideologia della remigracion che degenera nel razzismo dei rimpatri mai successi nella accogliente terra argentina, ma Milei doveva mostrare al suo elettorato che prendeva di petto il problema.\r\nE infatti il presidente si è rafforzato ed è riuscito a prosciugare il bacino elettorale dei conservatori classici, o meglio il lavoro politico di sua sorella Carina, sottosegretaria alla presidenza, ha sortito il suo effetto. Anche grazie al sospiro di sollievo di una nazione in cui il tasso di inflazione è passato dal 240 al 24% annuo; pagato dalle pensioni e dal welfare azzerato. Un’inflazione che colpisce soprattutto l’economia del peso e non quella dei ricchi che vivono in un’economia di dollari e non si è intervenuti sul «gigantesco problema di infrastrutture vecchie e l’efficienza della scuola pubblica» su cui questo governo populista non ha alcun piano, pensando che combattendo la corruzione si risolverà tutto per magia.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/0Onoxm8U2Uk23lPipo0YSn?si=LrcipfzKQZ6BIX3H1nS3tQ\r\n\r\nL‘opposizione si è intestata la vittoria perché ufficialmente il 43% dei venezuelani è andato al voto (secondo Machado solo il 14), ma Maduro è comunque uscito rafforzato – come Milei – dal voto amministrativo, che ha compreso pure il distretto della Guyana Essequiba, un territorio contestato per un effetto di eredità coloniale, una regione ricca di materie prime e di petrolio, una disputa che Alfredo Somoza assimila a quello su Las Malvinas al tempo di Videla, perché nessuno in Sudamerica riconosce che si possano mettere in dubbio confini e non comunque in questo modo. Paradossale è il racconto che ci viene fatto sulla Guinea Equatoriale – il paese africano sotto un regime quarantennale – che era parte del Vicereame di cui Buenos Aires a cui un arcipelago si appella per affrancarsi dalla Guinea equatoriale. Una situazione surreale come quella di Essequiba. Per bilanciare la stigmatizzazione del nostro interlocutore, segnaliamo anche il racconto all’opposto di Geraldina Colotti che su “Pagine Esteri” racconta da un punto di vista opposto sia le pretese di Caracas sul nuovo stato, sia il voto del 25 maggio: https://pagineesteri.it/2025/05/29/america-latina/maduro-trionfa-nelle-elezioni-del-25-maggio-la-destra-ha-vinto-lastensione/\r\nAlfredo considera questa tornata elettorale il secondo tempo delle elezioni che avrebbero confermato Maduro presidente, ma di cui nessuno ha ancora potuto vedere i verbali; il 25 maggio non c’erano osservatori e le operazioni di voto sono ormai un risibile teatrino. Ma il vero dramma è la emigrazione massiva: un esodo che fino a poco tempo fa era attribuibile alla opposizione retriva e pasticciona, ora – con l’involuzione del chavismo – le colpe sono di tutta la classe politica.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/2MaoXE6e6viGZfj77OwEr6?si=_xuznyf4RuKOWQeL7G7ZhQ\r\n\r\nAnche in Mexico sono stati il 14 per cento gli elettori che per la prima volta al mondo sono stati chiamati a eleggere i magistrati che dovranno gestire il potere giudiziario, ma di questo non abbiamo parlato con Alfredo Somoza, piuttosto si è discusso dei due collaboratori della sindaca del DF uccisi dalla necropolitica e dei paramilitari, diffusi sul territorio, ma in particolare in Chiapas.\r\nL’omicidio di Ximena Guzmán e José Muñoz è un attacco diretto al partito della presidenta Claudia Scheinbaum e della sindaca, non rivendicato dai Narcos. Peraltro ulteriore mistero nasce dal fatto che il DF non è un territorio conteso come potrebbe essere \u003Cmark>Oaxaca\u003C/mark> o Sinaloa, eppure i killer hanno dimostrato una professionalità assimilabile ai cartelli… o ai paramilitari al servizio dei possidenti del Sud: sul Chiapas si concentra un’assenza di controllo sia dal punto di vista della migrazione, sia del fentanil, sia dei paramilitari assoldati dai terratenientes. A trent’anni dalla comparsa dell’Ezln.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6VfLix6SWeTRYG2XRVYNBU?si=t1M9cQf3SyOLIlq1E83APw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/DaBuenosAires.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast latinoamericani precedenti pigia qui.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContinuano le manifestazioni in Serbia, anzi sono state esportate in “Europa” con biciclettate di centinaia di chilometri e presidi, senza ottenere l’attenzione dovuta, perché le relazioni comunitarie con Vučić nascondono interessi tali da impedire qualsiasi timida protesta verso la democratura nazionalista di Belgrado. E mentre Vučić intrattiene rapporti con gli europei, non disdegna alleanze con Putin – recente è il viaggio a Mosca e la posizione sulla guerra in Ucraina del leader populista gli permette di barcamenarsi – e con Xi; ma il movimento nato dalle università non demorde.\r\nPerò rischia infiltrazioni: infatti se da un lato continua a mantenere la sua distanza da chiunque cerchi di egemonizzare e a fare blocchi e scendere in piazza, dall’altro si comincia a vociferare di presenze anche di destra quando all’inizio l’influenza era progressista e antinazionalista, che potrebbero preparare uno scenario assimilabile alla nefasta Maidan di Kyiv. Perciò abbiamo interpellato Tatjana Djordjević per comprendere quali sviluppi possiamo attenderci da questa ribellione dal basso che ha intercettato mugugni e indignazioni della società civile, dandogli voce: sono andati a stanare il malcontento nella Serbia profonda, isolata, hanno attraversato a piedi il paese per incontrare la mentalità dei paesi. La richiesta sostanzialmente è un cambio di regime, ma cominciano a essere stremati dopo mesi di blocco delle attività universitarie.\r\nPurtroppo i nazionalismi sono persino più rafforzati dopo la Guerra nei Balcani, e la Storia si ripete..\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/a-che-punto-e-la-notte-in-serbia--66372615\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/QuantaStradaHanFattaSerbi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi ai nazionalismi esteuropei qui potete trovare i conflitti che attraversano anche i balcani\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nCaos e instabilità portano scompiglio, ma sembrano funzionali a uno schema preciso dell’amministrazione trumpiana che sulla carta va producendo una trama che potrebbe funzionare, nonostante lo scetticismo derisorio e le reazioni dei mercati, rivoluzionando il sistema economico-finanziario globale, ribaltando la tensione verso la globalizzazione su cui le strategie americane avevano puntato dagli ani Novanta per mantenere l’egemonia economica e tecnologica.\r\nAndrea Fumagalli segue questo schema, ricostruendolo ai nostri microfoni l’ideologia libertarian dell’anarcocapitalismo mescolata alla clava dello statalismo daziario. 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