","Sciopero delle Oss della casa di riposo Il Porto","post",1515780216,[63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/oss/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[67,27,15],"Oss",{"post_content":69,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[67],"prima iniziativa di lotta; le \u003Cmark>Oss\u003C/mark> impiegate presso la struttura avevano","Carichi di lavoro massacranti, ore saldate inferiori a quelle effettuate, mancanza di personale. Queste sono solo alcune delle motivazioni che hanno spinto le lavoratrici della cooperativa Punto Service a indire uno sciopero davanti alla casa di riposo Il Porto per questa domenica 14 gennaio. Già giovedì una prima iniziativa di lotta; le \u003Cmark>Oss\u003C/mark> impiegate presso la struttura avevano applicato sulla casacca la scritta “io protesto ma lavoro”, gesto che non è piaciuto affatto all’azienda. D'altronde la chiusura della dirigenza che nega il dialogo con la rappresentanza sindacale di base riconoscendo come interlocutore le sole sigle confederali, ha costretto le lavoratrici a spingersi più in là indicendo per domenica uno sciopero di 24 ore, raro nel settore seppur le condizioni di migliaia di \u003Cmark>Oss\u003C/mark> in tutta Italia spesso si somiglino.\r\nE infatti l’appello di Gianna va proprio in questa direzione; è un invito a tutti gli e le \u003Cmark>Oss\u003C/mark> a partecipare, a portare solidarietà, per incontrarsi e sentirsi un po’ più forti di fronte a chi sempre più sfacciatamente immiserisce le condizioni lavorative per aumentare i propri guadagni.\r\n\r\nL'appuntamento è per domenica 14 gennaio dalle ore 12 alle 16 in via Torre Pellice 25 a Torino davanti ai cancelli della casa di riposo.\r\n\r\nAscolta la diretta con Gianna, lavoratrice \u003Cmark>Oss\u003C/mark>:\r\n\r\nScioperoOss",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[67],"Sciopero delle \u003Cmark>Oss\u003C/mark> della casa di riposo Il Porto",[77,80,82],{"matched_tokens":78,"snippet":79},[67],"\u003Cmark>Oss\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":27},[],{"matched_tokens":83,"snippet":15},[],[85,90,93],{"field":38,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[50],[88],[67],[79],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":75,"value":75},"post_title",[67],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":71,"value":72},"post_content",[67],578730123365712000,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":100,"num_tokens_dropped":50,"score":101,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",1,{"document":104,"highlight":132,"highlights":138,"text_match":141,"text_match_info":142},{"cat_link":105,"category":107,"comment_count":50,"id":109,"is_sticky":50,"permalink":110,"post_author":35,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":55,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":60,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":125},[106,47],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[108,49],"Blackout Inside","61159","http://radioblackout.org/2020/06/2-giugno-piazze-antimilitariste/","2 giugno. Il governo ha celebrato l’unione sacra degli italiani contro il Coronavirus con un’esibizione di frecce tricolori, che hanno sorvolato la penisola, per approdare oggi a Roma, per la “festa” della Repubblica.\r\nIn Piemonte si sono svolte numerose iniziative antimilitariste tra Asti, Alessandria, Caselle e Torino.\r\n\r\nSabato 30 c’è stato un presidio in via dei Martiri ad Alessandria\r\n\r\nNel pomeriggio uno striscione con la scritta “Chiudiamo le fabbriche di morte” è stato appeso davanti alla Microtecnica-Collins Aerospace di piazza Graf a Torino.\r\n\r\nSempre a Torino, un altro striscione “L’Alenia produce morte” è apparso all’ingresso dello stabilimento di corso Marche dell’azienda che produce bombardieri e droni da guerra.\r\n\r\nIn serata a Caselle Torinese, sulla rotonda dove è stata collocata una Freccia Tricolore un gruppo di antimilitaristi ha appeso lo striscione “Quanti ospedali vale una freccia tricolore?” e acceso fumogeni.\r\n\r\nLunedì 1 giugno c’è stato un presidio al mercato di Caselle Torinese\r\n\r\nNel pomeriggio del 1 giugno presidio in piazza della Libertà ad Asti. La notte precedente ad Asti era comparso un cartello nei pressi dell’ospedale con la scritta “Andrà tutto bene se aboliremo gli eserciti”\r\n\r\nOggi – martedì 2 giugno - dalle 16.30 presidio dei senzapatria in piazza Castello\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’Assemblea antimilitarista\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020-06-02-stefano-antimili.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLeggi l’appello per le giornate di informazione e lotta dal 29 maggio al 2 giugno:\r\n\r\n2 giugno dei senzapatria\r\n\r\nBombardieri F35? Valgono centocinquantamila terapie intensive. La portaerei Trieste? Cinquantamila respiratori polmonari. Una manciata di blindati e un elicottero? Trecentotrentamila posti letto oppure dieci miliardi di mascherine.\r\n\r\nLa produzione bellica non si è mai fermata. In pieno lockdown l’AIAD, la Federazione delle Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza, membro di Confindustria, scriveva ai propri associati che c’era “l’opportunità per le società e le aziende federate, di proseguire la propria attività, concentrando l’operatività sulle linee produttive ritenute maggiormente essenziali e strategiche”.\r\nEssenziale e strategico per chi e per cosa? Per i governi e per le agenzie di sicurezza che li acquistano per i vari teatri di guerra. Questo settore dell’industria bellica, che ha in Piemonte uno dei suoi centri di eccellenza, non ha mai smesso di funzionare a pieno regime, perché la guerra per il governo Conte è un motore “essenziale” dell’economia, un tassello indispensabile per i giochi di potenza a livello planetario.\r\nGli anziani delle RSA, i lavoratori obbligati a far circolare le merci, i commessi dei supermercati, i medici, infermieri e OSS erano sacrificabili. Pedine di poco valore sullo scacchiere della storia. \r\nMentre cacciabombardieri, elicotteri da combattimento, missili e droni venivano prodotti dalle varie industrie piemontesi, la gente continuava ad ammalarsi senza ricevere cure adeguate, oggi la prevenzione è ancora un’utopia, mentre visite ed esami specialistici per altre patologie restano pressoché azzerati.\r\n\r\nA maggio hanno riaperto buona parte delle attività produttive e commerciali, la sanità privata offre i suoi servizi a pagamento, mentre l’attività ambulatoriale resta in lockdown.\r\n\r\nLa metafora della guerra al virus, tanto cara al governo, ha un sapore agre di fronte alla strage di questi mesi. Decine di migliaia di morti. Quanti sarebbero ancora vivi se ci fossero state le strutture adatte ad affrontare l’epidemia?\r\n\r\nLe spese militari in Italia crescono da anni, così come i tagli alla sanità. Per chi se le può permettere ci sono le cliniche private, la prevenzione, le cure. Per gli altri la vita, specie in questi mesi, è diventata un terno al lotto.\r\nMa a decidere non è mai il destino. Decidono padroni e governi.\r\nSono loro che hanno deciso dove e come investire, dove e perché spendere il denaro sottratto alle nostre buste paga.\r\nLa spesa militare è passata dall’1,25 per cento del Pil fino a raggiungere un picco del 1,45 per cento mentre quella sanitaria è scesa di un punto percentuale, con una previsione per il 2020 che si aggira sul 6,5 per cento del Pil.\r\nSecondo i dati elaborati dall’Osservatorio Mil€x nel 2020 sono stati stanziati circa 26,3 miliardi in spese militari, un miliardo e mezzo in più rispetto al 2019. 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.\r\nProvate a calcolare quanti posti letto, quanti ospedali, quanti tamponi, quanta ricerca si potrebbe finanziare con questi 26 miliardi e rotti di euro. Avrete la misura della criminalità di chi ci governa oggi e di chi ci ha governato in questi anni.\r\nNeppure l’epidemia ha fermato il business bellico. Anzi. La portaerei Cavour, costata 1,3 miliardi ed entrata in servizio nel 2009, è stata utilizzata per promuovere il made in Italy armiero nel mondo. Una nuova portaerei, la Trieste, varata lo scorso anno ci è costata 1,2 miliardi di euro.\r\nIn piena pandemia il governo ha deciso di acquistare per la Marina Militare due sommergibili dal costo di 1,3 miliardi di euro, che saranno costruiti da Fincantieri.\r\nLe armi italiane, in prima fila il colosso pubblico Leonardo, sono presenti su tutti i teatri di guerra.\r\nSette miliardi di euro sono stati sbloccati dal Ministero della Difesa e dal MISE per la prevista \"Legge Terrestre\" che dovrebbe garantire la costruzione di diversi armamenti.\r\nIn aprile Fincantieri ha vinto la gara per alcune fregate destinate alla Marina Militare staunitense.\r\nLe 36 missioni militari all’estero, al servizio dell’imperialismo tricolore, costano 1,3 miliardi l’anno. C’è anche un bonus per l’industria bellica: un blindato Lince, testato in zona di guerra, ha un valore aggiunto per i nuovi acquirenti.\r\nLe guerre che paiono lontane sono invece vicinissime: le armi che uccidono civili in ogni dove, sono prodotte non lontano dai giardini dove giocano i nostri bambini. I blindati Lince, oltre che in Afganistan, sono stati testati tra le montagne piemontesi, nel cantiere-fortino di Chiomonte, in Val Susa.\r\nIn questi anni i militari italiani facevano sei mesi in Iraq, Libano, Afganistan e sei mesi per le strade delle nostre città. Guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia.\r\nI militari, promossi a poliziotti durante la pandemia, sono nelle nostre strade per affiancare le altre forze dell’ordine nella repressione di ogni insorgenza sociale.\r\nIn molte località sono impiegati nei zone popolari. In Piemonte sono concentrati soprattutto a Torino, dove hanno stretto in una morsa le strade di Aurora e Barriera, quartieri dove la povertà, la precarietà, la difficoltà a mettere qualcosa in tavola, a pagare i fitti e le bollette, già forte, è aumentata durante il lockdown.\r\nIn questi due mesi e mezzo il governo ha alternato il bastone alla carota, regalando elemosine e distribuendo multe e denunce. Il loro nemico sono i poveri, quelli che rischiano la vita lavorando in nero, perché altrimenti non saprebbero come camparla, il loro nemico sono i lavoratori sacrificabili, i braccianti che devono chinare il capo e non pretendere protezioni. Niente deve fermare la macchina del profitto: chi la inceppa è trattato da nemico, da vittima sacrificabile.\r\n\r\nNegli ultimi 10 anni sono stati tagliati 43.000 posti di lavoro nella sanità. In Italia ci sono 3,2 posti letto ogni mille abitanti, contro i 4,7 della media europea. In Germania sono otto: inutile chiedersi perché lì la diffusione dell’epidemia sia stata controllata molto meglio che da noi. In Italia i posti letto (15mila euro l’uno) sono calati del 30 per cento tra il 2000 e il 2017.\r\nI responsabili siedono in tutte le poltrone rosse del parlamento.\r\n\r\nDopo due mesi e mezzo di pandemia, la situazione non è migliorata: non ci sono state nuove assunzioni di medici, infermieri, assistenti sanitari, gli ospedali non sono luoghi sicuri né per chi ci lavora né per chi vi è ricoverato.\r\nChi osa denunciare la situazione viene deferito ai consigli di disciplina o licenziato. I lavoratori della sanità devono scegliere tra la borsa e la vita. Tra rischiare la vita per avere uno stipendio, o rischiare il posto per difendere la propria vita e quella degli altri.\r\n\r\nIn questi mesi il governo ha provato a renderci complici di una strage di stato, soffocandoci di retorica patriottica e coprendoci con un sudario tricolore.\r\nL’unione sacra degli italiani nella “guerra” al coronavirus, il sacrificio della libertà per il bene di tutti. Una favola che si scioglie di fronte a bombardieri prodotti a Cameri, mentre alle persone ammalate venivano prescritti tachipirina e scongiuri.\r\n\r\nAnche questo due giugno, che, come ogni anno verrà celebrato con cerimonie militari e appelli patriottici, saremo in piazza, per dire che non ci stiamo, che non ci arruoliamo. Il nazionalismo è un virus mortale, che di anno in anno sta infettando la nostra società. La paura del domani viene usata per innalzare nuove barriere, per finanziare guerre, stragi, occupazioni militari.\r\nGli anziani sacrificati nelle RSA mentre si costruivano sommergibili da guerra sono l’emblema di regole sociali che è nostro impegno spezzare. Noi siamo con chi sciopera per non morire di lavoro, con chi ha resistito alla militarizzazione ed ha creato reti solidali.\r\nDisertori, anarchici, senzapatria saremo in piazza, con tutte le precauzioni necessarie, contro tutti gli eserciti, tutte le frontiere, tutte le guerre. Per un mondo senza confini, stati, padroni, di liber* uguali, solidali.\r\n\r\nAssemblea Antimilitarista – Torino\r\nFederazione Anarchica Torinese – FAI\r\nLaboratorio Autogestito La Miccia – Asti\r\nLaboratorio Anarchico Perlanera – Alessandria","2 Giugno 2020","2020-06-02 12:39:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/freccia-caselle.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","2 giugno. 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Le misure varate dal governo per la gestione dell'emergenza sanitaria fanno emergere, in maniera ancor più evidente, come il sessismo sia un perno fondante in questa società. Infatti i lavori a predominanza femminile, quelli legati ai servizi alla persona (oss, badanti, donne delle pulizie, ecc..), sono stati dimenticati dal decreto Cura Italia, a sottolineare l'invisibilità in cui lavorano migliaia di donne. In egual misura anche il diritto all'aborto viene rimesso in discussione, non tanto quanto diritto, ma nella sua attuabilità, in tanti casi le visite e le operazioni vengono rinviate a date non compatibili con la celerità che pretende un interruzione di gravidanza. Infine la violenza domestica che, seppur senza ancora dati certi, vede un impennata da quando è iniziata la quarantena. In questo caso le donne si sentono ancor più sole, impossibilitate a uscire e a volte anche a contattare sportelli di supporto. Questi ultimi continuano a lavorare, ma evidenziano i tagli economici a cui sono stati sottoposti nel corso delle varie legislature.\r\nNon Una di Meno cerca, anche dall'isolamento, di costruire reti e supportare tutte coloro che si trovano a pagare il prezzo più alto delle differenze di genere.\r\nNe parliamo con una compagna di NUDM Torino, anche in seguito all'assemblea regionale di Domenica 5/4\r\nqui il comunicato:\r\n\r\nhttps://nonunadimeno.wordpress.com/2020/04/06/non-una-di-meno-lottiamo-tutti-i-giorni-come-e-piu-di-prima/?fbclid=IwAR0FoD4WpV7WWY-r7YAq-hkuQd4ezMUqKy4-9ElRwNkPcxv-WXWXFYboN04\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.mp3\"][/audio]","8 Aprile 2020","2020-04-08 12:29:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-200x110.png","\u003Cimg width=\"225\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.png 225w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-150x150.png 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm-170x170.png 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 225px) 100vw, 225px\" />","La questione femminile ai tempi del Covid-19",1586348992,[160,161],"http://radioblackout.org/tag/nonunadimeno/","http://radioblackout.org/tag/info/",[163,35],"#NonUnaDiMeno",{"post_content":165},{"matched_tokens":166,"snippet":168,"value":169},[167],"oss","legati ai servizi alla persona (\u003Cmark>oss\u003C/mark>, badanti, donne delle pulizie, ecc..),","#stateacasa può essere uno slogan rassicurante, ma spesso non coincide con la realtà, soprattutto per chi vive in condizioni abitative dove regna la violenza. 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Questi ultimi continuano a lavorare, ma evidenziano i tagli economici a cui sono stati sottoposti nel corso delle varie legislature.\r\nNon Una di Meno cerca, anche dall'isolamento, di costruire reti e supportare tutte coloro che si trovano a pagare il prezzo più alto delle differenze di genere.\r\nNe parliamo con una compagna di NUDM Torino, anche in seguito all'assemblea regionale di Domenica 5/4\r\nqui il comunicato:\r\n\r\nhttps://nonunadimeno.wordpress.com/2020/04/06/non-una-di-meno-lottiamo-tutti-i-giorni-come-e-piu-di-prima/?fbclid=IwAR0FoD4WpV7WWY-r7YAq-hkuQd4ezMUqKy4-9ElRwNkPcxv-WXWXFYboN04\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/nudm.mp3\"][/audio]",[171],{"field":94,"matched_tokens":172,"snippet":168,"value":169},[167],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":145,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},{"document":175,"highlight":197,"highlights":202,"text_match":141,"text_match_info":205},{"cat_link":176,"category":177,"comment_count":50,"id":178,"is_sticky":50,"permalink":179,"post_author":35,"post_content":180,"post_date":181,"post_excerpt":55,"post_id":178,"post_modified":182,"post_thumbnail":183,"post_thumbnail_html":184,"post_title":185,"post_type":60,"sort_by_date":186,"tag_links":187,"tags":192},[47],[49],"58525","http://radioblackout.org/2020/03/lombardia-cade-la-maschera-del-business-della-sanita/","Qual è la condizione dei lavoratori della sanità nella regione più colpita, la Lombardia?\r\nLa situazione di lavoratori e malati è tragica.\r\nNon ci sono le protezioni che garantiscano la tutela di medici, infermieri e Oss: chi lavora nelle residenze per anziani o fa assistenza domiciliare riceve un camice monouso al giorno: con questo camice entrano ed escono dalle case. A chi lavora in sanità non viene fatto il tampone, neppure se entra in contatto con persone positive. I turni infiniti, la difficoltà di lavorare senza mezzi in mezzo a gente che muore, perché non riceve le cure adeguate e, soprattutto, non le riceve in tempo, segnano le giornate di lavoratrici e lavoratori. Uomini e donne che a casa come al lavoro vivono la costante angoscia di non sapere se sono portatori asintomatici della malattia.\r\nLa lista dei morti si allunga e non potrebbe essere altrimenti. Oggi i media hanno “scoperto” quello che tutti sappiamo: a Milano ci sono 1.800 malati fantasma chiusi in casa. Solo quando è quasi troppo tardi vengono portati in ospedale.\r\nPrima del Covid 19 una persona che si fosse recata al Pronto Soccorso con una saturazione sotto i 94 sarebbe stata immediatamente visitata, attaccata all’ossigeno e, se necessario, ricoverata in Pronto. Oggi ricoverano solo quando la saturazione arriva a 84. Una scelta criminale. Una scelta frutto delle migliaia di posti di degenza e di terapia intensiva tagliati negli ultimi decenni.\r\nCi siamo chiesti cosa succeda negli ospedali privati.\r\nL’epidemia può diventare un business?\r\n\r\nCe ne ha parlato Margherita, RSU e RSL – rappresentante per la sicurezza – al San Raffaele di Milano.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/2020-03-24-margherita-saniità-lomabrda.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio","24 Marzo 2020","2020-03-24 19:33:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/maschere-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/maschere-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/maschere-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/maschere-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/maschere.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lombardia. 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Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”","20 Dicembre 2017","2017-12-21 11:54:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"168\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg 168w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n.jpg 539w\" sizes=\"auto, (max-width: 168px) 100vw, 168px\" />","Presidio per Barbara e Silvia, licenziate per aver lottato",1513731720,[],[],{"post_content":222},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[135],"delle Comunità dispone che le \u003Cmark>OSS\u003C/mark> della Comunità il Ponte debbano","Barbara e Silvia, lavoratrici della cooperativa “Il Ponte”, che gestisce alcune comunità psichiatriche, di recente privatizzate, sono state licenziate per aver lottato per un servizio migliore e condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\nLo scorso autunno, dopo un iniziale provvedimento di sospensione, c’era stato un corteo di lavoratori e solidali.\r\nBarbara e Silvia sono della Cub sanità e assistenza, facevano, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nGiovedì 21 dicembre ci sarà la prima udienza del processo sul loro licenziamento.\r\n\r\nIn quell’occasione è stato indetto un presidio solidale e di lotta davanti al tribunale.\r\nL’appuntamento è alle 11.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 12 19 zanetti licenziate\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n“IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende e associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl e Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” e “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le \u003Cmark>OSS\u003C/mark> della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla \u003Cmark>OSS\u003C/mark> Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre \u003Cmark>OSS\u003C/mark> della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale \u003Cmark>OSS\u003C/mark>) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, \u003Cmark>OSS\u003C/mark>) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. 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La lista dei morti di psichiatria, che si allunga anno dopo anno, ci mostra una pratica che serve a disciplinare, reprimere, rinchiudere, non certo a “curare”.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 11 novembre gli attivist* del collettivo antipsichiatrico Francesco Mastrogiovanni hanno promosso una passaggiata informativa per il Balon, con quattro quadri di normale repressione psichiatrica.\r\n L’appuntamento è alle 10 in via Andreis angolo via Borgodora\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaella del “Mastrogiovanni”.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 11 06 raffaella antipsi\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un testo del Collettivo Mastrogiovanni sulla vicenda Soldi e non solo:\r\n\r\n \r\n\r\n“Andrea Soldi è morto il 5 agosto 2015 in piazzale Umbria a Torino, ucciso dai vigili urbani che lo stavano sottoponendo ad un TSO (Trattamento sanitario obbligatorio), perché non si era presentato alla mensile somministrazione forzata (tramite iniezione a lento rilascio) di Haldol, un potente e dannoso neurolettico che provoca dipendenza e gravi effetti collaterali. Il 27 settembre si è aperto il processo che vede imputati per omicidio colposo i 3 vigili autori della manovra contenitiva che ha di fatto soffocato l'uomo, e lo psichiatra che ha disposto il TSO senza che ci fossero le necessarie condizioni previste dalla legge. Tutti hanno continuato e continuano a svolgere le proprie mansioni. I vigili sono stati spostati in un altro reparto. Nel passaggio ci è scappata una promozione.\r\n\r\nDurante le udienze preliminari il Comune e l'Asl To2 avevano offerto 400.000 euro ai familiari della vittima, che li hanno rifiutati. Il solo fatto che due enti che versano in ristrettezze economiche abbiano proposto massimali di risarcimento ancor prima che fosse accertata l'effettiva responsabilità degli imputati, ci fa capire il peso che questo processo potrebbe avere nell'attaccare l'istituzione psichiatrica e i suoi (ab)usi, ponendo l'attenzione sul TSO, ovvero quel trattamento che dà agli psichiatri il potere di catturare, imprigionare e drogare le persone contro la loro volontà e in modo del tutto arbitrario.\r\n\r\nQuella di Andrea non è una storia di malasanità, un errore nell'attuazione di un provvedimento terapeutico, ma è la più tragica conseguenza di pratiche quotidianamente perpetrate dalla psichiatria, di continui ricatti, violenze e vessazioni che la maggior parte degli utenti psichiatrici sono costretti a subire. Non è neanche un caso isolato di morte per TSO, perché sono in tanti a perdere la vita durante la cattura e soprattutto a causa dell'indiscriminata e ponderosa somministrazione di psicofarmaci. La differenza è che nel caso di Andrea ci sono tanti testimoni, occhi e orecchie di gente \"normale\" che hanno assistito a ciò che mai avrebbero potuto immaginare, perché la repressione psichiatrica avviene nella solitudine di chi ne è investito, nel silenzio delle loro famiglie, dentro reparti chiusi e in luoghi isolati. La storia di Andrea è l’eccezione che conferma la regola e da due anni è deflagrata nelle pagine di cronaca dei giornali. É una storia simile a quella di Francesco Mastrogiovanni, le cui ultime ore di vita nel repartino dell'ospedale di S. Luca di Vallo della Lucania, sono state immortalate da una telecamera: 87 ore di agonia durante le quali, pesantemente sedato con farmaci antipsicotici, è stato legato mani e piedi al letto, senza cibo né acqua, fino alla morte il 31 luglio del 2009. Anche Franco è morto durante un ricovero coatto, anche in questo caso il comportamento della vittima era tranquillo e conciliante, e anche stavolta il provvedimento non era legittimo. Anche qui un altro processo iniziato a novembre 2014 che vede imputati 12 infermieri e 6 medici (per reati di sequestro, falso in atto pubblico e morte in conseguenza ad altro reato - il sequestro), in cui si cerca sempre di circoscrivere la tortura subita all'interno di un ospedale come un episodio unico di disservizio ed inefficienza. 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É paradossale che un uomo controllato da famiglia e Sert per la sua dipendenza dipendenza da droghe, sia morto in ospedale per un'overdose di psicofarmaci, ovvero sempre sostanze psicotrope ma \"legali\" in quanto prescritte da medici.\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante in Italia i manicomi siano stati chiusi alla fine degli anni Settanta, l'orrore psichiatrico non è mai finito e come si moriva nei manicomi, si muore oggi nei nuovi luoghi della psichiatria, strutture più piccole capillarmente diffuse sul territorio, all'interno delle quali continuano a perpetrarsi sia l'etichetta di \"malato mentale\" sia i metodi coercitivi e violenti della psichiatria.\r\nDi recente a Torino a due lavoratrici OSS della comunità psichiatrica torinese \"Il Ponte\", che sono state sospese e licenziate poiché lottavano contro la contenzione fisica dei pazienti all'interno delle 5 comunità psichiatriche, dove, nonostante le alte rette versate dall'ASL, manca il personale. 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Il 27 settembre si è aperto il processo che vede imputati per omicidio colposo i 3 vigili autori della manovra contenitiva che ha di fatto soffocato l'uomo, e lo psichiatra che ha disposto il TSO senza che ci fossero le necessarie condizioni previste dalla legge. Tutti hanno continuato e continuano a svolgere le proprie mansioni. I vigili sono stati spostati in un altro reparto. Nel passaggio ci è scappata una promozione.\r\n\r\nDurante le udienze preliminari il Comune e l'Asl To2 avevano offerto 400.000 euro ai familiari della vittima, che li hanno rifiutati. Il solo fatto che due enti che versano in ristrettezze economiche abbiano proposto massimali di risarcimento ancor prima che fosse accertata l'effettiva responsabilità degli imputati, ci fa capire il peso che questo processo potrebbe avere nell'attaccare l'istituzione psichiatrica e i suoi (ab)usi, ponendo l'attenzione sul TSO, ovvero quel trattamento che dà agli psichiatri il potere di catturare, imprigionare e drogare le persone contro la loro volontà e in modo del tutto arbitrario.\r\n\r\nQuella di Andrea non è una storia di malasanità, un errore nell'attuazione di un provvedimento terapeutico, ma è la più tragica conseguenza di pratiche quotidianamente perpetrate dalla psichiatria, di continui ricatti, violenze e vessazioni che la maggior parte degli utenti psichiatrici sono costretti a subire. Non è neanche un caso isolato di morte per TSO, perché sono in tanti a perdere la vita durante la cattura e soprattutto a causa dell'indiscriminata e ponderosa somministrazione di psicofarmaci. La differenza è che nel caso di Andrea ci sono tanti testimoni, occhi e orecchie di gente \"normale\" che hanno assistito a ciò che mai avrebbero potuto immaginare, perché la repressione psichiatrica avviene nella solitudine di chi ne è investito, nel silenzio delle loro famiglie, dentro reparti chiusi e in luoghi isolati. La storia di Andrea è l’eccezione che conferma la regola e da due anni è deflagrata nelle pagine di cronaca dei giornali. É una storia simile a quella di Francesco Mastrogiovanni, le cui ultime ore di vita nel repartino dell'ospedale di S. Luca di Vallo della Lucania, sono state immortalate da una telecamera: 87 ore di agonia durante le quali, pesantemente sedato con farmaci antipsicotici, è stato legato mani e piedi al letto, senza cibo né acqua, fino alla morte il 31 luglio del 2009. Anche Franco è morto durante un ricovero coatto, anche in questo caso il comportamento della vittima era tranquillo e conciliante, e anche stavolta il provvedimento non era legittimo. Anche qui un altro processo iniziato a novembre 2014 che vede imputati 12 infermieri e 6 medici (per reati di sequestro, falso in atto pubblico e morte in conseguenza ad altro reato - il sequestro), in cui si cerca sempre di circoscrivere la tortura subita all'interno di un ospedale come un episodio unico di disservizio ed inefficienza. A novembre scorso la Corte d'Appello di Salerno ha condannato gli 11 infermieri (pene dai 14 mesi ai 15 mesi) che in primo grado erano stati assolti e ha confermato le condanne per i sei medici, a cui però le pene sono state ridotte (dai 13 mesi ai due anni). A tutti è stata sospesa la pena e, quindi, continuano a lavorare nel SSN. Uno dei medici è coinvolto nella morte di Massimiliano Malzone avvenuta nel giugno 2015 nel SPDC di Sant'Arsenio di Polla, probabilmente a causa di una somministrazione letale di farmaci.\r\n\r\nL'ultimo fatto di cronaca risale ad agosto, quando Fabio Tozzi, un uomo di 48 anni che, entrato in TSO all’ospedale Villa Scassi a Genova, ne è uscito morto dopo un paio d'ore, durante le quali è passato prima per il pronto soccorso e poi per il repartino, e ha ricevuto una o forse più somministrazioni di psicofarmaci. É paradossale che un uomo controllato da famiglia e Sert per la sua dipendenza dipendenza da droghe, sia morto in ospedale per un'overdose di psicofarmaci, ovvero sempre sostanze psicotrope ma \"legali\" in quanto prescritte da medici.\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante in Italia i manicomi siano stati chiusi alla fine degli anni Settanta, l'orrore psichiatrico non è mai finito e come si moriva nei manicomi, si muore oggi nei nuovi luoghi della psichiatria, strutture più piccole capillarmente diffuse sul territorio, all'interno delle quali continuano a perpetrarsi sia l'etichetta di \"malato mentale\" sia i metodi coercitivi e violenti della psichiatria.\r\nDi recente a Torino a due lavoratrici \u003Cmark>OSS\u003C/mark> della comunità psichiatrica torinese \"Il Ponte\", che sono state sospese e licenziate poiché lottavano contro la contenzione fisica dei pazienti all'interno delle 5 comunità psichiatriche, dove, nonostante le alte rette versate dall'ASL, manca il personale. Per il guadagno di pochi privati, si calpesta la dignità sia dei pazienti, sempre più sedati e contenuti, sia di quei lavoratori che obiettano metodi disumani e manicomiali.\r\n\r\nLa psichiatria può cambiare i nomi dei luoghi e dei trattamenti, gode derll’appoggio di medici, tribunali, giornali e fautori del contenimento e del mantenimento dello status quo, ma non riuscirà mai a persuadere chi ha avuto la sfortuna di incapparvi e vive ogni giorno i suoi soprusi, così come chi odia la reclusione, chi vuole abbattere mura, gabbie e confini e lotta ogni giorno per la libertà di tutti.\r\n\r\n \r\n\r\nCollettivo Antipsichiatrico \"Francesco Mastrogiovanni\"\r\n\r\nTelefono: 345 61 94 300 martedì dalle 19, oppure lascia un messaggio in segreteria\r\n\r\nantipsichiatriatorino@inventati.org”",[268],{"field":94,"matched_tokens":269,"snippet":265,"value":266},[135],{"best_field_score":143,"best_field_weight":144,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":50,"score":145,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":50},6646,{"collection_name":60,"first_q":67,"per_page":29,"q":67},16,{"facet_counts":275,"found":333,"hits":334,"out_of":474,"page":102,"request_params":475,"search_cutoff":39,"search_time_ms":144},[276,304],{"counts":277,"field_name":301,"sampled":39,"stats":302},[278,281,283,285,288,290,292,294,297,299],{"count":279,"highlighted":280,"value":280},92,"Bello come una prigione che brucia",{"count":14,"highlighted":282,"value":282},"frittura mista",{"count":21,"highlighted":284,"value":284},"liberation front",{"count":286,"highlighted":287,"value":287},8,"black holes",{"count":24,"highlighted":289,"value":289},"anarres",{"count":29,"highlighted":291,"value":291},"I Bastioni di Orione",{"count":34,"highlighted":293,"value":293},"congiunzioni",{"count":295,"highlighted":296,"value":296},2,"poesia",{"count":295,"highlighted":298,"value":298},"radio cane",{"count":295,"highlighted":300,"value":300},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":303},138,{"counts":305,"field_name":38,"sampled":39,"stats":331},[306,309,312,315,317,320,322,324,326,329],{"count":307,"highlighted":308,"value":308},35,"carcere",{"count":310,"highlighted":311,"value":311},28,"sorveglianza",{"count":313,"highlighted":314,"value":314},26,"intelligenza artificiale",{"count":316,"highlighted":19,"value":19},24,{"count":318,"highlighted":319,"value":319},22,"war on migrants",{"count":321,"highlighted":22,"value":22},19,{"count":99,"highlighted":323,"value":323},"killer robots",{"count":99,"highlighted":325,"value":325},"suicidi in carcere",{"count":327,"highlighted":328,"value":328},12,"cpr",{"count":327,"highlighted":330,"value":330},"41 bis",{"total_values":332},706,167,[335,361,383,405,427,452],{"document":336,"highlight":352,"highlights":357,"text_match":141,"text_match_info":360},{"comment_count":50,"id":337,"is_sticky":50,"permalink":338,"podcastfilter":339,"post_author":340,"post_content":341,"post_date":342,"post_excerpt":55,"post_id":337,"post_modified":343,"post_thumbnail":344,"post_title":345,"post_type":346,"sort_by_date":347,"tag_links":348,"tags":350},"97252","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-15-04-2025/",[282],"fritturamista","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia Di Federico Giusti della redazione del blog delegati-lavoratori-indipendenti-Pisa sull'ultimo rapporto mondiale sui salari dell'organizzazione internazionale del lavoro (OIL). 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In esso vi è sottolineato che i divari sono legati anche all'etnia: gli autoctoni a parità di mansione guadagnano il 23,3% in più dei cittadini stranieri.\r\nE mentre è lampante come nelle economie avanzate c'è una reale erosione/diminuzione del salario nelle economie emergenti assitiamo ad un crescita costante di esso.\r\nSe non si torna al conflitto di classe non si risale la china...\r\nBuon ascolto\r\n\r\nRapporto mondiale sui salari 2024–25 lo trovate qui:\r\nhttps://www.ilo.org/it/publications/rapporto-mondiale-sui-salari-2024-25-le-tendenze-dei-salari-e-delle\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/F_m_15_04_Federico-Giusti-su-ultimi-studi-su-potere-dacquisto-e-contrattazione-sindacale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo argomento è stato nuovamente quello delle lotte nel mondo del lavoro sociale. 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Al centro degli scioperi e relativi blocchi di hub di tutto il Paese, c'è stato il nuovo ccnl trasporto merci e logistica firmato a gennaio dai sindacati confederali, che, tanto per cambiare non recupera i rincari degli ultimi anni e il costo della vita, oltre a promuovere di fatto il lavoro precario.\r\nSi sono contestati e anche bloccati con scioperi, i maggiori gruppi di trasporti GLS, SDA e BRT per la loro volontà di sottrarrsi ad accordi conquistati in anni di lotte dei lavoratori del SiCobas, come degli altri in generale che lavorano per questi gruppi in continua crescita economica, macinando miliardi sul risparmio del costo del lavoro e sull'evasione fiscale. In conclusione abbiamo fatto un focus sugli scioperi, sempre nella logistica, a livello piemontese e rilanciato le prossime mobilitazioni di piazza in cui il sindacato di base è coinvolto, che vanno al di là delle sole questioni vertenziali, come la piazza che ci sarà il 12 Aprile a Milano contro il comportamento predatorio di Israele, il riarmo europeo, l'economia di guerra e il ddl 1236 ex ddl 1660.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Fabio-Santoro-SiCobas-Torino-su-sciopero-nazionale-logistica@.mp3\"][/audio]\r\nBuon ascolto \r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello del lavoro sociale, ne abbiamo parlato in diretta radio telefonica con Roberto, membro del neonato gruppo di educatori e OSS autorganizzati di Torino e provincia. L'occasione per realizzare questa intervista è nata dal presidio da loro organizzato per lunedì 24 marzo in P.za Palazzo di Città davanti al Municipio, ma oltre a presentare il gruppo di autorganizzati, si è parlato in generale delle critiche condizioni in cui verte il settore a livello locale.\r\nInfatti non essendo state aggiornate le tariffe per l'accreditamento dei servizi di assistenza socio sanitaria scaduti a fine 2024, i fondi rischiano di non essere sufficienti per permettere i servizi stessi, con la prospettiva di lasciare abbandonate persone con grosse fragilità, dalle disabilità fisiche e mentali alle tossicodipendenze. Per questo anche gli utenti e le loro famiglie, sono stati coinvolti nella lotta degli autorganizzati, una lotta che si prospetta lunga e non semplice, ma assolutamente necessaria per migliaia di lavoratori e lavoratrici ed utenti di Torino e Provincia. Infine Roberto invita tutte e tutti a partecipare al presidio previsto per il 12 Aprile, nel pomeriggio, in piazza castello. Per sapere l'orario preciso, tenervi aggiornati e/o potervi unire al loro gruppo, vi lasciamo di seguito i link alle loro social. [1] [2] [3]\r\nBuon ascolto \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Roberto-presenta-educatori-e-oss-autorganizzati-di-Torino-e-provincia-mobilitazioni-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Delio Fantasia\r\ndella FMLUniti-CUB di Cassino (FR) sul convegno nazionale automotive del\r\n12/04/2025 che si terrà nella Sala Consiliare del COMUNE PIEDIMONTE S.G.\r\n(FR). La sua esperienza come operaio e militante sindacale gli ha fatto\r\nsubire il licenziamento ma non ha fermato il suo attivismo. \"È da almeno\r\n15 anni che non ci si fermava a discutere tra operai dell'annosa crisi del\r\nmanifatturiero legato all'automotive e questo convegno è nato con\r\nl'intenzione di non rispondere più alle provocazioni padronale solo di pancia\" ci spiega Delio \"ed è per questo che sono stati invitati Stefano\r\nFassina per affrontare/discutere le proposte e le soluzioni ad una crisi\r\nindustriale nazionale, Giuseppe Marziale per affrontare/discutere i\r\ndiritti sindacali esercitati contro le politiche di contrasto alla\r\ndeindustrializzazione e Davide Bubbico per affrontare/discutere\r\nsull'automotive in Italia tra transizione tecnologica e rischio\r\ndeindustrializzione\". Al convegno è prevista la partecipazione con\r\ninterventi di operai/e del gruppo stellantis ed indotto provenienti dagli stabilimenti italiani. Verrà anche trasmesso in diretta streaming, sui\r\ncanali CUB, e ci saranno le registrazioni disponibili dopo. Abbiamo avuto\r\nmodo di affrontare anche l'annoso nodo del rinnovo contrattuale alla luce\r\ndelle 8 ore di sciopero dei metalmeccanici, proclamate dalla triade\r\nconfederale stranamente unita, per il 28/03/2025 con manifestazioni\r\nregionali e provinciali in tutta Italia per riaprire la trattativa con\r\nFedermeccanica e Assistal.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Delio-Fantasia-presenta-giornata-12-aprile-su-convegno-nazionale-stellantis-e-automotive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","27 Marzo 2025","2025-03-28 08:01:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/photo_2025-03-26_08-04-50-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 25/03/2025",1743091914,[349],[351],{"post_content":375},{"matched_tokens":376,"snippet":377,"value":378},[135],"neonato gruppo di educatori e \u003Cmark>OSS\u003C/mark> autorganizzati di Torino e provincia.","Il primo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Fabio Santoro del SiCobas Torino sulle tre giornate di mobilitazione nazionale nel settore della logistica, che si sono svolte tra il 13 e il 15 marzo. 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Infine Roberto invita tutte e tutti a partecipare al presidio previsto per il 12 Aprile, nel pomeriggio, in piazza castello. Per sapere l'orario preciso, tenervi aggiornati e/o potervi unire al loro gruppo, vi lasciamo di seguito i link alle loro social. [1] [2] [3]\r\nBuon ascolto \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Roberto-presenta-educatori-e-oss-autorganizzati-di-Torino-e-provincia-mobilitazioni-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Delio Fantasia\r\ndella FMLUniti-CUB di Cassino (FR) sul convegno nazionale automotive del\r\n12/04/2025 che si terrà nella Sala Consiliare del COMUNE PIEDIMONTE S.G.\r\n(FR). 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Abbiamo chiesto a Pasquale anche di fare un resoconto della situazione Stellantis dal punto di vista della classe de* lavorator*.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Pasquale-Mirafiori-su-arrivo-operai-slovacchi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Leo, lavoratore del terzo settore aderente alla rete Lavoro Sociale e Dario Fontana, ricercatore in sociologia del Lavoro presso il servizio di Epidemiologia Piemonte ASL TO3 sull’ incontro formativo che si terrà il 15/04/2023 dalle ore 10 in via Trivero 16 a Torino:\r\n\r\nTerzo settore: Organizzazione del lavoro e salute.\r\n\r\nBurn out – stress – disturbi muscolo/scheletrici – violenze …\r\n\r\nAnalisi (e possibili soluzioni) delle ripercussioni psico-fisiche su operatrici e operatori.\r\n\r\n[…] “Senso di fallimento, scarsa autostima, poca soddisfazione del lavoro, carichi elevati di lavoro, mal di testa, dolori articolari, lividi e magari qualche segno di aggressione… questi sono solo alcuni degli effetti del lavoro che ci trasciniamo quotidianamente. Le professioni del terzo settore – come ad esempio educatori e OSS – vivono giornalmente una condizione di lavoro malsana, frutto di lavoro malsano, frutto di un’organizzazione che tende ad intensificare il lavoro” […]\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Leo-Rete-Lavoro-Sociale-e-Dario-Fontana-su-giornata-formazione-rete-lavoro-sociale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento della puntata lo abbiamo trattato con Daniele Mallamaci del SiCobas Torino, ovvero lo sciopero nazionale del 7 Aprile su tutta la filiera di Fedit, colosso che racchiude BRT GLS e SDA. Un'importante mobilitazione, materializzatasi con scioperi in stabilimenti di tutta Italia e blocchi di tir merci, per ribadire che non si possono gettare alle ortiche 10 anni circa di lotte e di conquiste da parte del sindacalismo di base nel settore logistica, solo perchè questa specie di consorzio ha deciso di voler trattare esclusivamente con i sindacati firmatari del CCNL. Per capire al meglio il quadro abbiamo approfittato della presenza di Daniele per fare il punto della situazione e per ripercorrere le tappe che hanno portato a questa presa di posizione, che di fatto delegittima le libere scelete di rappresentanza sindacale dei lavoratori e lavoratrici.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/F_m_11_04_Daniele-Mallamaci-Sicbas-Torino-su-sciopero-Fedit.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","12 Aprile 2023","2023-04-12 12:56:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/338183242_190592823717355_2460320694827550617_n-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 11/04/2023",1681304187,[],[],{"post_content":397},{"matched_tokens":398,"snippet":399,"value":400},[135],"come ad esempio educatori e \u003Cmark>OSS\u003C/mark> – vivono giornalmente una condizione di"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Pasquale Fiom CGIL sulle novità industriali del gruppo Stellantis dato che lavora come operaio alla Stellantis a Mirafiori.\r\n\r\nDa Arile 2023 sono attesi operai Slovacchi chiamati a lavorare per alcuni mesi sulla linea della 500 elettrica: ad essere contrari la coralità dei sindacati confederali, la Regione Piemonte ed il comune di Torino che con la commissione lavoro ha espresso preoccupazione. 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Infatti Claudia ci ha ribadito le assurdità che caratterizzano questi posti, tra i pochissimi dove per entrare in visita da non vaccinati si è costretti ancora a pagarsi di tasca propria i tamponi, oppure dove OSS sono costretti a dedicare un lasso di tempo massimo a paziente, come se il lavoro di cura potesse essere gestito come un lavoro produttivo da catena di montaggio. Queste come tante altre rivendicazioni sono state presentate al segretario Andrea Costa del Ministero della Salute proprio in occasione della scorsa mobilitazione nazionale lanciata da Conpal RSA RSD RSP, che ha promesso la creazione di un tavolo per affrontare questi temi, cosa che ancora ad oggi non è avvenuta. Non possiamo pensare di far vivere a persone già in condizioni di salute precaria anche la violenza legata una sorta di reclusione vera a propria, svalutando completamente elementi fondamentali della cura, incidento negativamente anche sui carichi di lavoro di chi queste persone le assiste! Per questo vi invitiamo a scendere in piazza lunedì 30 Maggio alle 9:30 in Via Alfieri 15 presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Mobilitazione-nazionale-RSA_RSD.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer affrontare il secondo argomento della serata, abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro del laboratorio studentesco Last, commentando assieme a lui l'ultimo incidente avvenuto durante un percorso di Pcto, infatti a Merano, in Trentino Alto Adige, un ragazzo ha subito gravi ustioni a causa di un ritorno di fiamma durante una lavorazione in una carrozzeria. E' già il terzo incidente dall'inizio dell'anno (di cui due letali per Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci) che avviene in uno di questi percorsi formativi e di orientamento professionale, infatti la popolazione studentesca italiana ha reagito prontamente con cortei e occupazioni di scuole in tutta Italia, reazione che non ha mosso di un millimetro l'intenzione da parte del Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di abolire o anche solo ripensare all'obbligatorietà di queste esperienze di alternanza scuola lavoro. Con Alessandro abbiamo sviscerato questi fatti e anche quello che è successo a chi tra gli studenti Torino è stato colpito dall'arresto o dalle misure cautelari riguardanti l'ultimo corteo studentesco a Torino, nato proprio dalla volontà di opporsi a questo sistema vigente delle cose nella scuola pubblica italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Alessandro-Collettivo-Studentesco-Last-su-incidente-durante-pcto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo affrontato in compagni di Juliana, lavoratrice della cooperativa Meridiana in appalto ad Iveco. Lei come altri suoi colleghi e colleghe, sono stati licenziati con una mail dopo più di 12 anni di lavoro nel confezionamento di pezzi di ricambio, l'avevamo già intervistata durante la nostra scorsa puntata dedicata alla festa dei lavoratori a Torino, giornata nella quale questi lavoratori e lavoratrici hanno sfilato nello spezzone organizzato dal SiCobas, sindacato col quale stanno portando avanti le loro battaglie. In questa intervista abbiamo anche rilanciato l'appuntamento per il presidio che si è tenuto il 26/05 davanti alla prefettura di Torino e di cui vi riportiamo il testo di seguito:\r\n\r\n\"IVECO LAVORATORI LOGISTICA IN PRESIDIO DALLA PREFETTURA... BASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI!\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nEcco il testo del volantino distriubuito ai lavoratori dai cancelli per lo sciopero generale del 20 maggio contro guerra, riarmo e carovita:\r\n\r\n\r\nAPPALTI, SUBAPPALTI E CONTRATTI INTERINALI CONTINUANO A COLPIRE I LAVORATORI IN IVECO\r\n\r\n\r\nDa oltre 12 anni all’Iveco i lavoratori e le lavoratrici dell’appalto logistica svolgono attività di confezionamento dei ricambi.\r\n\r\n\r\nLe aziende che hanno gestito l’attività per conto di Iveco succedutesi in questi anni hanno accettato appalti sempre più al ribasso, comportando per i lavoratori una situazione di precarietà ed un peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro e di salute.\r\n\r\n\r\nNel gruppo Iveco, Kuehne+Nagel e Cnh la precarietà è una problematica che colpisce più di 2000 lavoratori nel solo territorio di Torino.\r\n\r\n\r\nIveco sposta l’attività di logistica nel nuovo stabilimento di San Mauro, utilizzando in gran parte manodopera di agenzie interinali: così, per i lavoratori dell’appalto Kn / Meridiana s.c. il lavoro viene meno.\r\n\r\n\r\nIl venerdì santo prima di Pasqua, l’azienda ha comunicato la procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori ed una grande incognita anche per i restanti 30 dipendenti.\r\n\r\n\r\nNon possiamo accettare che dei lavoratori, per oltre 12 anni spremuti come limoni, vengano buttati via senza alcuna remora: nonostante il nostro sindacato abbia più volte chiesto un confronto con Iveco per risolvere la problematica e tuttora\r\n\r\n\r\nATTENDIAMO LA CONVOCAZIONE DELL’INCONTRO CON IVECO IN PREFETTURA\r\n\r\n\r\nIveco che ha utilizzato per tanti anni l’attività di questi lavoratori in subappalto non può ignorare la loro sorte futura: chiediamo si impegni nella loro collocazione all’attività del nuovo stabilimento logistico con l’internalizzazione presso il polo di San Mauro, perché da anni tale attività è stata svolta anche da questi lavoratori.\r\n\r\n\r\nAI LAVORATORI MERIDIANA DEVE ESSERE GARANTITO IL POSTO DI LAVORO CON L’INTERNALIZZAZIONE\r\n\r\n\r\nBASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI NELLE FABBRICHE\r\n\r\n\r\nIL 26/5 ORE 11 PRESIDIO DALLA PREFETTURA IN PIAZZA CASTELLO\r\n\r\n\r\nLavoratori e lavoratrici S.I. Cobas Meridiana appalto logistica Iveco\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Intervista-Lavoratrice-in-appalto-Iveco_Meridiana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","27 Maggio 2022","2022-05-27 12:56:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/stuuu-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 24/05/2022",1653656158,[],[],{"post_content":419},{"matched_tokens":420,"snippet":421,"value":422},[135],"propria i tamponi, oppure dove \u003Cmark>OSS\u003C/mark> sono costretti a dedicare un"," \r\n\r\nSiamo tornati a parlare di RSA ed RSD (residenze per anziani e residenze per disabili) con Claudia di Conpal RSA RSD RSP perchè dopo la scorsa mobilitazione nazionale tenutasi il 30 Marzo scorso, le istituzioni continuano a fare orecchie da mercante riguardo alle enormi criticità per chi è assistito e per chi lavora in queste strutture. Infatti Claudia ci ha ribadito le assurdità che caratterizzano questi posti, tra i pochissimi dove per entrare in visita da non vaccinati si è costretti ancora a pagarsi di tasca propria i tamponi, oppure dove \u003Cmark>OSS\u003C/mark> sono costretti a dedicare un lasso di tempo massimo a paziente, come se il lavoro di cura potesse essere gestito come un lavoro produttivo da catena di montaggio. Queste come tante altre rivendicazioni sono state presentate al segretario Andrea Costa del Ministero della Salute proprio in occasione della scorsa mobilitazione nazionale lanciata da Conpal RSA RSD RSP, che ha promesso la creazione di un tavolo per affrontare questi temi, cosa che ancora ad oggi non è avvenuta. Non possiamo pensare di far vivere a persone già in condizioni di salute precaria anche la violenza legata una sorta di reclusione vera a propria, svalutando completamente elementi fondamentali della cura, incidento negativamente anche sui carichi di lavoro di chi queste persone le assiste! Per questo vi invitiamo a scendere in piazza lunedì 30 Maggio alle 9:30 in Via Alfieri 15 presso la sede del Consiglio Regionale del Piemonte a Torino.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Mobilitazione-nazionale-RSA_RSD.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer affrontare il secondo argomento della serata, abbiamo fatto due chiacchiere con Alessandro del laboratorio studentesco Last, commentando assieme a lui l'ultimo incidente avvenuto durante un percorso di Pcto, infatti a Merano, in Trentino Alto Adige, un ragazzo ha subito gravi ustioni a causa di un ritorno di fiamma durante una lavorazione in una carrozzeria. E' già il terzo incidente dall'inizio dell'anno (di cui due letali per Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci) che avviene in uno di questi percorsi formativi e di orientamento professionale, infatti la popolazione studentesca italiana ha reagito prontamente con cortei e occupazioni di scuole in tutta Italia, reazione che non ha mosso di un millimetro l'intenzione da parte del Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi di abolire o anche solo ripensare all'obbligatorietà di queste esperienze di alternanza scuola lavoro. Con Alessandro abbiamo sviscerato questi fatti e anche quello che è successo a chi tra gli studenti Torino è stato colpito dall'arresto o dalle misure cautelari riguardanti l'ultimo corteo studentesco a Torino, nato proprio dalla volontà di opporsi a questo sistema vigente delle cose nella scuola pubblica italiana.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/F_m_24_05_Alessandro-Collettivo-Studentesco-Last-su-incidente-durante-pcto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo affrontato in compagni di Juliana, lavoratrice della cooperativa Meridiana in appalto ad Iveco. Lei come altri suoi colleghi e colleghe, sono stati licenziati con una mail dopo più di 12 anni di lavoro nel confezionamento di pezzi di ricambio, l'avevamo già intervistata durante la nostra scorsa puntata dedicata alla festa dei lavoratori a Torino, giornata nella quale questi lavoratori e lavoratrici hanno sfilato nello spezzone organizzato dal SiCobas, sindacato col quale stanno portando avanti le loro battaglie. In questa intervista abbiamo anche rilanciato l'appuntamento per il presidio che si è tenuto il 26/05 davanti alla prefettura di Torino e di cui vi riportiamo il testo di seguito:\r\n\r\n\"IVECO LAVORATORI LOGISTICA IN PRESIDIO DALLA PREFETTURA... BASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI!\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nEcco il testo del volantino distriubuito ai lavoratori dai cancelli per lo sciopero generale del 20 maggio contro guerra, riarmo e carovita:\r\n\r\n\r\nAPPALTI, SUBAPPALTI E CONTRATTI INTERINALI CONTINUANO A COLPIRE I LAVORATORI IN IVECO\r\n\r\n\r\nDa oltre 12 anni all’Iveco i lavoratori e le lavoratrici dell’appalto logistica svolgono attività di confezionamento dei ricambi.\r\n\r\n\r\nLe aziende che hanno gestito l’attività per conto di Iveco succedutesi in questi anni hanno accettato appalti sempre più al ribasso, comportando per i lavoratori una situazione di precarietà ed un peggioramento delle condizioni di vita, di lavoro e di salute.\r\n\r\n\r\nNel gruppo Iveco, Kuehne+Nagel e Cnh la precarietà è una problematica che colpisce più di 2000 lavoratori nel solo territorio di Torino.\r\n\r\n\r\nIveco sposta l’attività di logistica nel nuovo stabilimento di San Mauro, utilizzando in gran parte manodopera di agenzie interinali: così, per i lavoratori dell’appalto Kn / Meridiana s.c. il lavoro viene meno.\r\n\r\n\r\nIl venerdì santo prima di Pasqua, l’azienda ha comunicato la procedura di licenziamento collettivo per 40 lavoratori ed una grande incognita anche per i restanti 30 dipendenti.\r\n\r\n\r\nNon possiamo accettare che dei lavoratori, per oltre 12 anni spremuti come limoni, vengano buttati via senza alcuna remora: nonostante il nostro sindacato abbia più volte chiesto un confronto con Iveco per risolvere la problematica e tuttora\r\n\r\n\r\nATTENDIAMO LA CONVOCAZIONE DELL’INCONTRO CON IVECO IN PREFETTURA\r\n\r\n\r\nIveco che ha utilizzato per tanti anni l’attività di questi lavoratori in subappalto non può ignorare la loro sorte futura: chiediamo si impegni nella loro collocazione all’attività del nuovo stabilimento logistico con l’internalizzazione presso il polo di San Mauro, perché da anni tale attività è stata svolta anche da questi lavoratori.\r\n\r\n\r\nAI LAVORATORI MERIDIANA DEVE ESSERE GARANTITO IL POSTO DI LAVORO CON L’INTERNALIZZAZIONE\r\n\r\n\r\nBASTA PRECARIETÀ E LICENZIAMENTI NELLE FABBRICHE\r\n\r\n\r\nIL 26/5 ORE 11 PRESIDIO DALLA PREFETTURA IN PIAZZA CASTELLO\r\n\r\n\r\nLavoratori e lavoratrici S.I. 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Di giorno, quando in fabbrica e nei magazzini della logistica si corre come formiche nel formicaio. Di giorno quando nelle classi pollaio si allunga la lista dei contagiati. Di giorno, quando negli ospedali mancano medici, infermieri, oss, medicine, posti letto.\r\nBen poco è stato fatto, nonostante ci siano stati regalati alcuni mesi di tregua prima che la curva dei contagi si impennasse bruscamente. \r\n\r\nRossobruni. 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