","Pinerolo (TO): lavoratori della PMT da due mesi in lotta","post",1492776425,[49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/papcel/","http://radioblackout.org/tag/pinerolo/","http://radioblackout.org/tag/pmt/","http://radioblackout.org/tag/presidio/",[23,17,21,15,19],{"post_content":56,"tags":60},{"matched_tokens":57,"snippet":58,"value":59},[17],"l'asta per l'azienda, aggiudicata dalla \u003Cmark>Papcel\u003C/mark>, società della Repubblica Ceca. Ieri","Da oltre due mesi i 178 lavoratori della PMT di Pinerolo, in provincia di Torino, sono in lotta, travolti dal fallimento della fabbrica che produce macchine per le cartiere. Sono infatti senza stipendio nè possibilità di accesso ad alcun ammortizzatore sociale. Dopo settimane di mobilitazioni con presidi di fronte alla fabbrica, manifestazioni cittadine e blocchi stradali, martedì 4 aprile si è svolta l'asta per l'azienda, aggiudicata dalla \u003Cmark>Papcel\u003C/mark>, società della Repubblica Ceca. Ieri si è tenuta un'assemblea dei lavoratori per discutere e votare sulla nuova proposta occupazionale.\r\n\r\n \r\n\r\nI lavoratori hanno poi convocato un'assemblea aperta a tutti e tutte per discutere della situazione e delle prossime iniziative. Appuntamento questa sera alle 21 presso il Salone dei Cavalieri di Pinerolo.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno dei lavoratori della PMT in lotta:\r\n\r\nPmtPinerolo\r\n\r\n ",[61,63,66,68,70],{"matched_tokens":62,"snippet":23},[],{"matched_tokens":64,"snippet":65},[17],"\u003Cmark>Papcel\u003C/mark>",{"matched_tokens":67,"snippet":21},[],{"matched_tokens":69,"snippet":15},[],{"matched_tokens":71,"snippet":19},[],[73,78],{"field":24,"indices":74,"matched_tokens":75,"snippets":77},[14],[76],[17],[65],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":58,"value":59},"post_content",[17],578730123365712000,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":35,"score":86,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":35},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",6646,{"collection_name":46,"first_q":17,"per_page":89,"q":17},6,{"facet_counts":91,"found":116,"hits":117,"out_of":263,"page":14,"request_params":264,"search_cutoff":25,"search_time_ms":89},[92,106],{"counts":93,"field_name":104,"sampled":25,"stats":105},[94,96,98,100,102],{"count":85,"highlighted":95,"value":95},"liberation front",{"count":14,"highlighted":97,"value":97},"stakka stakka",{"count":14,"highlighted":99,"value":99},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":101,"value":101},"cattivi pensieri",{"count":14,"highlighted":103,"value":103},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":27},{"counts":107,"field_name":24,"sampled":25,"stats":114},[108,110,112],{"count":14,"highlighted":109,"value":109},"prospero gallinari",{"count":14,"highlighted":111,"value":111},"Cronache dell'Interregno",{"count":14,"highlighted":113,"value":113},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":115},3,7,[118,147,171,195,218,240],{"document":119,"highlight":133,"highlights":139,"text_match":142,"text_match_info":143},{"comment_count":35,"id":120,"is_sticky":35,"permalink":121,"podcastfilter":122,"post_author":123,"post_content":124,"post_date":125,"post_excerpt":41,"post_id":120,"post_modified":126,"post_thumbnail":127,"post_title":128,"post_type":129,"sort_by_date":130,"tag_links":131,"tags":132},"97928","http://radioblackout.org/podcast/stakka-stakka-255-outlier-ai/",[97],"rodia","[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/stakkastakka255.ogg\"][/audio]\r\n\r\nPartiamo con un'intervista a Donatella, linguista ed esperta di media studies che ci riporta la sua esperienza da addestratrice di Large Language Models e non solo. Ci siamo concentrati su Outlier, un'azienda che cerca di fare da tramite tra le grandi corporazioni e le persone a cui vengono affidati i cosidetti microtask, piccole mansioni parcellizzate che servono ad addestrare o valutare le AI.\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/intervista_donatella_outlier.ogg\"][/audio] [SCARICA QUI L'INTERVISTA]\r\n\r\nSuccessivamente riprendiamo un pò di notizie dai meandri dell'internet.\r\n\r\nUn pò di informazioni succose dal processo di Meta ad NSO.\r\n\r\nIl chattone bombardamenti degli americani è stato hackerato.\r\n\r\nA lezione di AI con il Politburo del Partito Comunista Cinese.\r\n\r\nQuali sono le reali capacità di analisi forense della polizia cinese? Degli insider spiegano la stupefacente non collaborazione di WeChat.","16 Maggio 2025","2025-05-16 17:29:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/screen-200x110.png","Stakka Stakka 255 - Outlier.ai","podcast",1747416536,[],[],{"post_content":134},{"matched_tokens":135,"snippet":137,"value":138},[136],"parcel","i cosidetti microtask, piccole mansioni \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzate che servono ad addestrare o","[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/stakkastakka255.ogg\"][/audio]\r\n\r\nPartiamo con un'intervista a Donatella, linguista ed esperta di media studies che ci riporta la sua esperienza da addestratrice di Large Language Models e non solo. Ci siamo concentrati su Outlier, un'azienda che cerca di fare da tramite tra le grandi corporazioni e le persone a cui vengono affidati i cosidetti microtask, piccole mansioni \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzate che servono ad addestrare o valutare le AI.\r\n[audio ogg=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/intervista_donatella_outlier.ogg\"][/audio] [SCARICA QUI L'INTERVISTA]\r\n\r\nSuccessivamente riprendiamo un pò di notizie dai meandri dell'internet.\r\n\r\nUn pò di informazioni succose dal processo di Meta ad NSO.\r\n\r\nIl chattone bombardamenti degli americani è stato hackerato.\r\n\r\nA lezione di AI con il Politburo del Partito Comunista Cinese.\r\n\r\nQuali sono le reali capacità di analisi forense della polizia cinese? Degli insider spiegano la stupefacente non collaborazione di WeChat.",[140],{"field":79,"matched_tokens":141,"snippet":137,"value":138},[136],578730020285972600,{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},"1108041007104",14,"578730020285972593",{"document":148,"highlight":162,"highlights":167,"text_match":142,"text_match_info":170},{"comment_count":35,"id":149,"is_sticky":35,"permalink":150,"podcastfilter":151,"post_author":152,"post_content":153,"post_date":154,"post_excerpt":41,"post_id":149,"post_modified":155,"post_thumbnail":156,"post_title":157,"post_type":129,"sort_by_date":158,"tag_links":159,"tags":161},"95058","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-21-01-2024/",[99],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Carlo Parianni della CUB Milano, per esplorare un mondo di cui si parla molto poco, ovvero quello dei call center. Il 28 aprile 2024, l'associazione padronale Assocontact, aveva dichiarato l'intenzione di non volere più applicare ai dipendenti delle aziende che riunisce, il CCNL telecomunicazioni perché troppo poco competitivo sul mercato del settore (come sempre più spesso accade, si richiede a chi lavora sempre più flessibilità, meno tutele e riduzione della paga).La notizia è che in un settore dove il lavoro è sempre più parcellizzato, precario e conseguentemente i lavoratori sempre più ricattabili, a Milano c'è stato uno sciopero di categoria molto partecipato, che poi ha dato la spinta lavoratori del Veneto e della Puglia. Ma la notizia ancora più inedita e soddisfacente è che queste mobilitazioni hanno portato a dei risultati concreti.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Carlo-Parianni-CUB-Milano-sull-vittoria-di-lavorat-call-center.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato nuovamente quello dei lavoratori nei musei, questa volta di quelli torinesi che hanno lanciato uno sciopero domenica 26 gennaio. Stiamo parlando nello specifico di operatori museali di biglietteria, che alle 13:30 di quella data incroceranno le braccia, abbiamo avuto ospite al telefono uno di loro per farci raccontare come si è giunti all'indizione di sciopero. Infatti ai responsabili dei musei reali pare non interessi il destino di chi per anni sono stati i primi ad interfacciarsi con migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo che hanno visitato i musei di questo circuito, perché a fronte di un cambio appalto per i servizi di biglietteria, non viene richiesta la clausola sociale (ovvero il mantenimento di occupazione seppur con un'azienda diversa). Questi lavoratori hanno deciso dunque di indire per sabato 25 in Piazzetta Reale 1 dalle 14 alle 18 un'assemblea sindacale in presidio e il giorno dopo lo sciopero ai Musei Reali a partire dalle 13:30, ora dalla quale non verrà più venduto nessun biglietto. Vi invitiamo a partecipare numerosi per portare solidarietà a chi sceglie di resistere contro incompetenza e clientelismo strutturali di questo, come tanti altri ambiti lavorativi.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Lavoratore-Musei-Reali-su-assemblea-e-sciopero-25-e-26-gennaio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell' ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero dello straordinario (dal 28/01/2025 al 26/02/2025) e sul comunicato che l'assemblea sta facendo circolare su \"Problemi nel trasporto ferroviario:\r\nproviamo a fare chiarezza\".\r\n\r\nL'ANLM è nata come assemblea di lavoratori autorganizzati della manutenzione in Ferrovia dello Stato ha avuto la capacità di organizzare scioperi contro le condizioni di lavoro dei manutentori e la loro sicurezza. Durante le ultime assemblee è nata l'esigenza di fare uno sciopero di lunga durata, incisivo e che spezzasse la gogna mediatica contro chi lo fa.\r\n\r\nDa qui nasce l'idea dello sciopero dello straordinario. Alberto ci ha spiegato che \"I problemi di trasporto, venuti alla luce maggiormente negli ultimi tempi, che portano a ritardi normalizzati con\r\nparalisi di interi snodi ferroviari sono legati a doppio filo dalla richiesta illecita dell'azienda di fare straordinari non concordati con i lavoratori e fuori dal CCNL. Per difenderci abbiamo deciso di organizzare lo sciopero dello straordinario e insieme a COBAS e CUB l'ANLM sta facendo girare il comunicato\".\r\nIl comunicaro lo trovate a questo link.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Alberto-Russo-ANLM-ferrovie-su-sciopero-dello-straordinario-e-assemlbea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","25 Gennaio 2025","2025-02-04 22:50:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/assemblea-sciopero-straordinario-1-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 21/01/2025",1737763338,[160],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[113],{"post_content":163},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[136],"il lavoro è sempre più \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzato, precario e conseguentemente i lavoratori"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia telefonica di Carlo Parianni della CUB Milano, per esplorare un mondo di cui si parla molto poco, ovvero quello dei call center. Il 28 aprile 2024, l'associazione padronale Assocontact, aveva dichiarato l'intenzione di non volere più applicare ai dipendenti delle aziende che riunisce, il CCNL telecomunicazioni perché troppo poco competitivo sul mercato del settore (come sempre più spesso accade, si richiede a chi lavora sempre più flessibilità, meno tutele e riduzione della paga).La notizia è che in un settore dove il lavoro è sempre più \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzato, precario e conseguentemente i lavoratori sempre più ricattabili, a Milano c'è stato uno sciopero di categoria molto partecipato, che poi ha dato la spinta lavoratori del Veneto e della Puglia. Ma la notizia ancora più inedita e soddisfacente è che queste mobilitazioni hanno portato a dei risultati concreti.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Carlo-Parianni-CUB-Milano-sull-vittoria-di-lavorat-call-center.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato nuovamente quello dei lavoratori nei musei, questa volta di quelli torinesi che hanno lanciato uno sciopero domenica 26 gennaio. Stiamo parlando nello specifico di operatori museali di biglietteria, che alle 13:30 di quella data incroceranno le braccia, abbiamo avuto ospite al telefono uno di loro per farci raccontare come si è giunti all'indizione di sciopero. Infatti ai responsabili dei musei reali pare non interessi il destino di chi per anni sono stati i primi ad interfacciarsi con migliaia e migliaia di turisti da tutto il mondo che hanno visitato i musei di questo circuito, perché a fronte di un cambio appalto per i servizi di biglietteria, non viene richiesta la clausola sociale (ovvero il mantenimento di occupazione seppur con un'azienda diversa). Questi lavoratori hanno deciso dunque di indire per sabato 25 in Piazzetta Reale 1 dalle 14 alle 18 un'assemblea sindacale in presidio e il giorno dopo lo sciopero ai Musei Reali a partire dalle 13:30, ora dalla quale non verrà più venduto nessun biglietto. Vi invitiamo a partecipare numerosi per portare solidarietà a chi sceglie di resistere contro incompetenza e clientelismo strutturali di questo, come tanti altri ambiti lavorativi.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Lavoratore-Musei-Reali-su-assemblea-e-sciopero-25-e-26-gennaio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alberto Russo dell' ANLM (Assemblea Nazionale Lavoratori Manutenzione) manutentore che lavora in RFI (Rete Ferroviaria Italiana) sullo sciopero dello straordinario (dal 28/01/2025 al 26/02/2025) e sul comunicato che l'assemblea sta facendo circolare su \"Problemi nel trasporto ferroviario:\r\nproviamo a fare chiarezza\".\r\n\r\nL'ANLM è nata come assemblea di lavoratori autorganizzati della manutenzione in Ferrovia dello Stato ha avuto la capacità di organizzare scioperi contro le condizioni di lavoro dei manutentori e la loro sicurezza. Durante le ultime assemblee è nata l'esigenza di fare uno sciopero di lunga durata, incisivo e che spezzasse la gogna mediatica contro chi lo fa.\r\n\r\nDa qui nasce l'idea dello sciopero dello straordinario. Alberto ci ha spiegato che \"I problemi di trasporto, venuti alla luce maggiormente negli ultimi tempi, che portano a ritardi normalizzati con\r\nparalisi di interi snodi ferroviari sono legati a doppio filo dalla richiesta illecita dell'azienda di fare straordinari non concordati con i lavoratori e fuori dal CCNL. Per difenderci abbiamo deciso di organizzare lo sciopero dello straordinario e insieme a COBAS e CUB l'ANLM sta facendo girare il comunicato\".\r\nIl comunicaro lo trovate a questo link.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/F_m_21_01_Alberto-Russo-ANLM-ferrovie-su-sciopero-dello-straordinario-e-assemlbea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[168],{"field":79,"matched_tokens":169,"snippet":165,"value":166},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},{"document":172,"highlight":186,"highlights":191,"text_match":142,"text_match_info":194},{"comment_count":35,"id":173,"is_sticky":35,"permalink":174,"podcastfilter":175,"post_author":176,"post_content":177,"post_date":178,"post_excerpt":41,"post_id":173,"post_modified":179,"post_thumbnail":180,"post_title":181,"post_type":129,"sort_by_date":182,"tag_links":183,"tags":185},"62297","http://radioblackout.org/podcast/cronache-dellinterregno-episodio-9-verso-il-crollo-delle-certezze-la-crisi-dellideologia-dominante/",[101],"cattivipensieri","\"Nella cronaca di oggi, che è l'ultima di questo ciclo, parleremo della crisi dell'ideologia dominante, che attraversa in vario modo “coloro che stanno in basso”.\r\n\r\n\"[...]La crisi dell'ideologia dominante non è un semplice diradarsi di illusioni, non è la sostituzione dell'ideologia con una “coscienza vera” – impossibile fin tanto che il mondo non è radicalmente trasformato nella sua base materiale. La crisi dell'ideologia dominante è il crollo della sua efficacia, della sua capacità a restituire agli individui una rappresentazione immediatamente pregnante della loro quotidianità e delle loro aspirazioni; è l'erosione di una certa visione, di un certo modo di raccontare il mondo, in favore di una miriade di contro-discorsi inegualmente fondati, ma tutti accomunati da un rigetto delle ingiunzioni provenienti dai canali ufficiali.\r\n\r\nQuesto rigetto non esce dall'ideologia semplicemente perché tale uscita non è alla portata, è impossibile senza un movimento materiale che la sostenga. Ma è il massimo di critica e di sovversione che si può esprimere nella coscienza comune allorché il quadro del vecchio mondo è ancora vigente, la pace sociale si mantiene anche malgrado tensioni crescenti, e un cambio di paradigma – sia esso di segno riformista o rivoluzionario – si fa attendere.\r\n\r\nÈ un rigetto che si insinua in tutti i settori della vita sociale, dalla politica alla storia, dal diritto alla religione, dall'alimentazione alla medicina e alla scienza in generale. In ognuno di questi ambiti ce n'è davvero per tutti i gusti, da quelli più rozzi a quelli più raffinati: dal terrapiattismo all'opposizione ai vaccini, dai complottismi più grossolani alla critica argomentata dei diktat europeisti o mondialisti, dalla nostalgia dello Stato interventista – finanche nelle sue varianti di fascismo e di socialismo reale – fino al rifiuto in blocco di una storia sempre e comunque scritta dai vincitori. Nulla, salvo il fondamento stesso di questo mondo, il banale scambio fra lavoro e capitale, sfugge alle armi di questa critica, tanto virulenta quanto parcellare e incapace di unificarsi in una dottrina coerente e in un progetto di società nuova – e ciononostante pervasa da un'innegabile spinta all'auto-determinazione dei soggetti, quale che sia la ristrettezza del suo campo d'azione o la povertà dei suoi esiti – non da ultimo lo scetticismo radicale e in fondo paralizzante di fronte ad una realtà la cui conoscenza appare in fin dei conti impossibile.\"\r\n\r\n\"[...] La crisi dell'ideologia dominante e il vuoto della politica ad essa legata suggeriscono l'approssimarsi del momento in cui gli sfruttatori non potranno davvero più vivere né governare come prima. È in simili momenti, dove le certezze crollano per tutti, in basso e come in alto, che diventa infine possibile inventare il nuovo che nell'Interregno non può nascere. Ciò vale per quelli che stanno in basso come per quelli che stanno in alto.\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/cronaca-9def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","14 Luglio 2020","2020-07-14 12:19:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/Vanitas-by-Von-Fäckl-200x110.jpg","Cronache dell'Interregno - Episodio 9 - Verso il crollo delle certezze: la crisi dell'ideologia dominante",1594729149,[184],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[111],{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[136],"questa critica, tanto virulenta quanto \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lare e incapace di unificarsi in","\"Nella cronaca di oggi, che è l'ultima di questo ciclo, parleremo della crisi dell'ideologia dominante, che attraversa in vario modo “coloro che stanno in basso”.\r\n\r\n\"[...]La crisi dell'ideologia dominante non è un semplice diradarsi di illusioni, non è la sostituzione dell'ideologia con una “coscienza vera” – impossibile fin tanto che il mondo non è radicalmente trasformato nella sua base materiale. La crisi dell'ideologia dominante è il crollo della sua efficacia, della sua capacità a restituire agli individui una rappresentazione immediatamente pregnante della loro quotidianità e delle loro aspirazioni; è l'erosione di una certa visione, di un certo modo di raccontare il mondo, in favore di una miriade di contro-discorsi inegualmente fondati, ma tutti accomunati da un rigetto delle ingiunzioni provenienti dai canali ufficiali.\r\n\r\nQuesto rigetto non esce dall'ideologia semplicemente perché tale uscita non è alla portata, è impossibile senza un movimento materiale che la sostenga. Ma è il massimo di critica e di sovversione che si può esprimere nella coscienza comune allorché il quadro del vecchio mondo è ancora vigente, la pace sociale si mantiene anche malgrado tensioni crescenti, e un cambio di paradigma – sia esso di segno riformista o rivoluzionario – si fa attendere.\r\n\r\nÈ un rigetto che si insinua in tutti i settori della vita sociale, dalla politica alla storia, dal diritto alla religione, dall'alimentazione alla medicina e alla scienza in generale. In ognuno di questi ambiti ce n'è davvero per tutti i gusti, da quelli più rozzi a quelli più raffinati: dal terrapiattismo all'opposizione ai vaccini, dai complottismi più grossolani alla critica argomentata dei diktat europeisti o mondialisti, dalla nostalgia dello Stato interventista – finanche nelle sue varianti di fascismo e di socialismo reale – fino al rifiuto in blocco di una storia sempre e comunque scritta dai vincitori. Nulla, salvo il fondamento stesso di questo mondo, il banale scambio fra lavoro e capitale, sfugge alle armi di questa critica, tanto virulenta quanto \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lare e incapace di unificarsi in una dottrina coerente e in un progetto di società nuova – e ciononostante pervasa da un'innegabile spinta all'auto-determinazione dei soggetti, quale che sia la ristrettezza del suo campo d'azione o la povertà dei suoi esiti – non da ultimo lo scetticismo radicale e in fondo paralizzante di fronte ad una realtà la cui conoscenza appare in fin dei conti impossibile.\"\r\n\r\n\"[...] La crisi dell'ideologia dominante e il vuoto della politica ad essa legata suggeriscono l'approssimarsi del momento in cui gli sfruttatori non potranno davvero più vivere né governare come prima. È in simili momenti, dove le certezze crollano per tutti, in basso e come in alto, che diventa infine possibile inventare il nuovo che nell'Interregno non può nascere. Ciò vale per quelli che stanno in basso come per quelli che stanno in alto.\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/cronaca-9def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------",[192],{"field":79,"matched_tokens":193,"snippet":189,"value":190},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},{"document":196,"highlight":209,"highlights":214,"text_match":142,"text_match_info":217},{"comment_count":35,"id":197,"is_sticky":35,"permalink":198,"podcastfilter":199,"post_author":200,"post_content":201,"post_date":202,"post_excerpt":41,"post_id":197,"post_modified":203,"post_thumbnail":204,"post_title":205,"post_type":129,"sort_by_date":206,"tag_links":207,"tags":208},"59979","http://radioblackout.org/podcast/darwinismo-sociale-e-mutuo-appoggio-uno-sguardo-politico-etologico-ed-evolutivo/",[95],"liberationfront","PRIMA PUNTATA\r\n\r\nGli approcci iniziali al CoronaVirus da parte dei governi ultra-liberali di U.K., Brasile e U.S.A. convergevano nel sottovalutare la minaccia, e sventagliavano l'idea dell'immunità di gregge, con le catastrofiche conseguenze che avrebbe generato, per poi arrendersi all'idea del lockdown e del distanziamento sociale.\r\n\r\n\r\n\r\nLa possibilità di far ammalare gran parte della popolazione si sposa con le logiche liberali del darwinismo sociale, ma ancor di più col sistema di sanità privata di quei paesi. Il concetto di 'lotta per la sopravvivenza' descritto da Darwin viene completamente rivisto dai luminari del capitalismo per far accettare la concorrenza spietata e l'idea che un uomo possa comandare sull'altro. Con una buona dose di eugenetica questi concetti sono stati anche utilizzati dai regimi fascisti e nazisti. Il darwinismo sociale non è scomparso e anzi, con la parcellizzazione della società in cui l'individuo è solo contro tutti, questa idea distorta si fa ancor più feroce. Ma Darwin sosteneva che la sopravvivenza dell'individuo più forte avvenisse solo in un contesto di scarsità, qualora le risorse non fossero bastate per tutti. Ma in quale scarsità viviamo oggi? Di quella che i monopolisti della ricchezza elemosinano al 99% della popolazione mondiale. La concentrazione di capitali nelle mani di pochi, fa sì che il resto della gente debba sgomitare e lottarsi reciprocamente per poter ambire a un pezzettino di benessere.\r\nQuesti ragionamenti sono stati ispirati dall'articolo di Franco Palazzi \"Immunità di gregge e darwinismo sociale\" (https://www.iltascabile.com/societa/immunita-di-gregge-e-darwinismo-sociale/)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/darwinismo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nMa davvero lo sviluppo dell'essere umano si è fondato su un continuo conflitto per la sopravvivenza? O forse l'uomo, così come tanti animali, si è servito della solidarietà e del mutualismo per sopravvivere alle insidie della vita? Quale ruolo ha avuto la convivialità nell'evoluzione della specie?\r\nInsieme a Giacomo Borella (curatore dell'ultima traduzione di Eleuthera) andiamo a ripercorrere il pensiero di Kropotkin sul Mutuo Appoggio espresso dal filosofo russo in una serie di saggi indipendenti raccolti poi nel libro omonimo. Kropotkin non nega la tesi darwiniana della lotta per la sopravvivenza, ma sottolinea come essa sia condotta dalle specie contro i rigori e le avversità dell'ambiente che le circonda e come spesso a queste avversioni la risposta sia di cooperazione di gruppo e non di attacco l'uno contro l'altro. L'esempio delle formiche è uno degli esempi proposti da Kropotkin di come l'unione permetta la sopravvivenza di specie seppur deboli e indifese. Ma non solo, nonostante scrivesse in un epoca fortemente eurocentrica e imperialista, nei suoi saggi Kropotkin prende ad esempio anche le usanze dei Selvaggi (popoli indigeni), dei Barbari e delle gilde medioevali per rafforzare la sua tesi, affidandosi anche ad alcune pratiche mutualistiche dei tempi moderni.\r\nOggi assistiamo alla criminalizzazione della solidarietà da parte dello Stato: tutto deve essere accentrato nel potere istituzionale. Il welfare è una forma di de-responsabilizzazione dell'individuo, considerato inadatto ad auto-organizzarsi per far fronte alle proprie esigenze. Anche in altre e varie esperienze di crisi (ambientali, sanitarie, ecc) la forza della solidarietà ha espresso tutto il suo valore nell'aiuto reciproco e nella ricostruzione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/kropotkin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSECONDA PUNTATA\r\n\r\nPer quanto valide e politicamente interessanti, le osservazioni di Kropotkin sul comportamento animale risalgono a più di cento anni fa, quando ancora l'etologia moderna non esisteva, e dunque contengono, inevitabilmente, alcune inesattezze. Abbiamo tentato quindi di spiegare, alla luce delle attuali teorie della biologia, perché anche all'interno delle altre specie animali sia presente il comportamento di cooperazione e di aiuto reciproco. In base all'idea del \"gene egoista\" (Dawkins), l'oggetto della selezione naturale non è l'individuo, come ipotizzava Darwin, ma suoi geni, che posso rivelarsi più o meno adatti (secondo il concetto di \"fitness\") alla situazione di vita contestuale. Questi geni, che esprimono un carattere nel fisico, nella personalità o nel comportamento del soggetto \"gareggiano\" (per così dire) nel diventare i geni più comuni nelle generazioni successive, attraverso il processo di trasmissione ereditaria. Ora, è noto che tra individui imparentati la condivisione del corredo genetico ha delle percentuali anche molto alte, e questo sarebbe il motivo per cui nei gruppi di altri animali l'aiuto reciproco è spesso limitato al gruppo famigliare. In sostanza, il comportamento di cura di un genitore nei confronti di un figlio è giustificato dalla volontà (inconscia) del primo a fare in modo che i geni del secondo (ovvero la metà dei propri) abbiano la maggiore probabilità di successo e di trasmissione alle generazioni successive. E' chiaro che per l'essere umano, animale estremamente culturale, questo tipo di processi siano molto influenzati dal contesto sociale in cui il soggetto vive, e tali meccanismi possono anche non essere validi, ma rimane ugualmente interessante capire cosa accade negli altri animali.\r\n\r\n\r\n\r\nSempre parlando di evoluzione e di umanità, abbiamo voluto ripercorrere la storia evolutiva della nostra specie grazie al libro \"Homo Sapiens ed altre catastrofi\" di Telmo Pievani. Filosofo, biologo ed esperto della teoria dell'evoluzione, l'autore ci spiega (in un audio di una conferenza che potete ritrovare in versione integrale qui: https://www.youtube.com/watch?v=Oeq9FhFus1s) come il percorso che ci ha portati, come specie, ad essere ciò che siamo oggi sia un sentiero di condivisione, per milioni di anni, con altre specie pre-umane contemporanee, di diversi livelli evolutivi fisici, tecnologici e cerebrali che non hanno mai seguito un progresso lineare, quanto più un percorso a cespuglio dalle innumerevoli ramificazioni. Il fatto che attualmente rappresentiamo l'unica specie Homo sul pianeta, non significa che lo siamo sempre stati, né che questa situazione fosse deterministicamente inevitabile.\r\n\r\n\r\n\r\nLa nostra storia antica è stata costruita attraverso il nascere ed il morire di sentieri evolutivi diversi e contemporanei: nello stesso momento, alcune specie simili a noi assumevano la posizione eretta, altre, da ancora a 4 zampe utilizzavano la pietra, alcune si estinguevano e altre nascevano, con cervelli più grandi o più piccoli, in continuazione, senza una vera evoluzione progressiva, ma in base alle modificazioni geologiche, climatiche, catastrofiche, e così via. Insomma, come nel caso di qualsiasi altra specie, è stata una storia determinata dal caso delle mutazioni circostanti e dalla capacità di adattamento ad esse, non dal loro controllo come la narrazione antropocentrica vorrebbe farci credere.\r\n\r\nLa stessa cooperazione tra esseri umani ha delle spiegazioni biologiche ed evolutive, in quanto all'interno di gruppi sociali coesi, il gene dell'egoismo, per quanto possa essere presente, non ha, sul lungo periodo un effetto dominante, per il fatto che un insieme di individui che cooperano e solidarizzino risulta evolutivamente più forte e stabile di un insieme di individui in conflitto o egoisti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/evoluzione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Maggio 2020","2020-05-01 17:05:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/0uvLOGaz5CwTXpQpZ-200x110.jpg","Darwinismo sociale e mutuo appoggio: uno sguardo politico, etologico ed evolutivo",1588352717,[],[],{"post_content":210},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[136],"scomparso e anzi, con la \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione della società in cui l'individuo","PRIMA PUNTATA\r\n\r\nGli approcci iniziali al CoronaVirus da parte dei governi ultra-liberali di U.K., Brasile e U.S.A. convergevano nel sottovalutare la minaccia, e sventagliavano l'idea dell'immunità di gregge, con le catastrofiche conseguenze che avrebbe generato, per poi arrendersi all'idea del lockdown e del distanziamento sociale.\r\n\r\n\r\n\r\nLa possibilità di far ammalare gran parte della popolazione si sposa con le logiche liberali del darwinismo sociale, ma ancor di più col sistema di sanità privata di quei paesi. Il concetto di 'lotta per la sopravvivenza' descritto da Darwin viene completamente rivisto dai luminari del capitalismo per far accettare la concorrenza spietata e l'idea che un uomo possa comandare sull'altro. Con una buona dose di eugenetica questi concetti sono stati anche utilizzati dai regimi fascisti e nazisti. Il darwinismo sociale non è scomparso e anzi, con la \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione della società in cui l'individuo è solo contro tutti, questa idea distorta si fa ancor più feroce. Ma Darwin sosteneva che la sopravvivenza dell'individuo più forte avvenisse solo in un contesto di scarsità, qualora le risorse non fossero bastate per tutti. Ma in quale scarsità viviamo oggi? Di quella che i monopolisti della ricchezza elemosinano al 99% della popolazione mondiale. La concentrazione di capitali nelle mani di pochi, fa sì che il resto della gente debba sgomitare e lottarsi reciprocamente per poter ambire a un pezzettino di benessere.\r\nQuesti ragionamenti sono stati ispirati dall'articolo di Franco Palazzi \"Immunità di gregge e darwinismo sociale\" (https://www.iltascabile.com/societa/immunita-di-gregge-e-darwinismo-sociale/)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/darwinismo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nMa davvero lo sviluppo dell'essere umano si è fondato su un continuo conflitto per la sopravvivenza? O forse l'uomo, così come tanti animali, si è servito della solidarietà e del mutualismo per sopravvivere alle insidie della vita? Quale ruolo ha avuto la convivialità nell'evoluzione della specie?\r\nInsieme a Giacomo Borella (curatore dell'ultima traduzione di Eleuthera) andiamo a ripercorrere il pensiero di Kropotkin sul Mutuo Appoggio espresso dal filosofo russo in una serie di saggi indipendenti raccolti poi nel libro omonimo. Kropotkin non nega la tesi darwiniana della lotta per la sopravvivenza, ma sottolinea come essa sia condotta dalle specie contro i rigori e le avversità dell'ambiente che le circonda e come spesso a queste avversioni la risposta sia di cooperazione di gruppo e non di attacco l'uno contro l'altro. L'esempio delle formiche è uno degli esempi proposti da Kropotkin di come l'unione permetta la sopravvivenza di specie seppur deboli e indifese. Ma non solo, nonostante scrivesse in un epoca fortemente eurocentrica e imperialista, nei suoi saggi Kropotkin prende ad esempio anche le usanze dei Selvaggi (popoli indigeni), dei Barbari e delle gilde medioevali per rafforzare la sua tesi, affidandosi anche ad alcune pratiche mutualistiche dei tempi moderni.\r\nOggi assistiamo alla criminalizzazione della solidarietà da parte dello Stato: tutto deve essere accentrato nel potere istituzionale. Il welfare è una forma di de-responsabilizzazione dell'individuo, considerato inadatto ad auto-organizzarsi per far fronte alle proprie esigenze. Anche in altre e varie esperienze di crisi (ambientali, sanitarie, ecc) la forza della solidarietà ha espresso tutto il suo valore nell'aiuto reciproco e nella ricostruzione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/kropotkin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSECONDA PUNTATA\r\n\r\nPer quanto valide e politicamente interessanti, le osservazioni di Kropotkin sul comportamento animale risalgono a più di cento anni fa, quando ancora l'etologia moderna non esisteva, e dunque contengono, inevitabilmente, alcune inesattezze. Abbiamo tentato quindi di spiegare, alla luce delle attuali teorie della biologia, perché anche all'interno delle altre specie animali sia presente il comportamento di cooperazione e di aiuto reciproco. In base all'idea del \"gene egoista\" (Dawkins), l'oggetto della selezione naturale non è l'individuo, come ipotizzava Darwin, ma suoi geni, che posso rivelarsi più o meno adatti (secondo il concetto di \"fitness\") alla situazione di vita contestuale. Questi geni, che esprimono un carattere nel fisico, nella personalità o nel comportamento del soggetto \"gareggiano\" (per così dire) nel diventare i geni più comuni nelle generazioni successive, attraverso il processo di trasmissione ereditaria. Ora, è noto che tra individui imparentati la condivisione del corredo genetico ha delle percentuali anche molto alte, e questo sarebbe il motivo per cui nei gruppi di altri animali l'aiuto reciproco è spesso limitato al gruppo famigliare. In sostanza, il comportamento di cura di un genitore nei confronti di un figlio è giustificato dalla volontà (inconscia) del primo a fare in modo che i geni del secondo (ovvero la metà dei propri) abbiano la maggiore probabilità di successo e di trasmissione alle generazioni successive. E' chiaro che per l'essere umano, animale estremamente culturale, questo tipo di processi siano molto influenzati dal contesto sociale in cui il soggetto vive, e tali meccanismi possono anche non essere validi, ma rimane ugualmente interessante capire cosa accade negli altri animali.\r\n\r\n\r\n\r\nSempre parlando di evoluzione e di umanità, abbiamo voluto ripercorrere la storia evolutiva della nostra specie grazie al libro \"Homo Sapiens ed altre catastrofi\" di Telmo Pievani. Filosofo, biologo ed esperto della teoria dell'evoluzione, l'autore ci spiega (in un audio di una conferenza che potete ritrovare in versione integrale qui: https://www.youtube.com/watch?v=Oeq9FhFus1s) come il percorso che ci ha portati, come specie, ad essere ciò che siamo oggi sia un sentiero di condivisione, per milioni di anni, con altre specie pre-umane contemporanee, di diversi livelli evolutivi fisici, tecnologici e cerebrali che non hanno mai seguito un progresso lineare, quanto più un percorso a cespuglio dalle innumerevoli ramificazioni. Il fatto che attualmente rappresentiamo l'unica specie Homo sul pianeta, non significa che lo siamo sempre stati, né che questa situazione fosse deterministicamente inevitabile.\r\n\r\n\r\n\r\nLa nostra storia antica è stata costruita attraverso il nascere ed il morire di sentieri evolutivi diversi e contemporanei: nello stesso momento, alcune specie simili a noi assumevano la posizione eretta, altre, da ancora a 4 zampe utilizzavano la pietra, alcune si estinguevano e altre nascevano, con cervelli più grandi o più piccoli, in continuazione, senza una vera evoluzione progressiva, ma in base alle modificazioni geologiche, climatiche, catastrofiche, e così via. Insomma, come nel caso di qualsiasi altra specie, è stata una storia determinata dal caso delle mutazioni circostanti e dalla capacità di adattamento ad esse, non dal loro controllo come la narrazione antropocentrica vorrebbe farci credere.\r\n\r\nLa stessa cooperazione tra esseri umani ha delle spiegazioni biologiche ed evolutive, in quanto all'interno di gruppi sociali coesi, il gene dell'egoismo, per quanto possa essere presente, non ha, sul lungo periodo un effetto dominante, per il fatto che un insieme di individui che cooperano e solidarizzino risulta evolutivamente più forte e stabile di un insieme di individui in conflitto o egoisti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/05/evoluzione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[215],{"field":79,"matched_tokens":216,"snippet":212,"value":213},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},{"document":219,"highlight":231,"highlights":236,"text_match":142,"text_match_info":239},{"comment_count":35,"id":220,"is_sticky":35,"permalink":221,"podcastfilter":222,"post_author":200,"post_content":223,"post_date":224,"post_excerpt":41,"post_id":220,"post_modified":225,"post_thumbnail":226,"post_title":227,"post_type":129,"sort_by_date":228,"tag_links":229,"tags":230},"55234","http://radioblackout.org/podcast/burnout-la-pillola-non-va-giu/",[95],"La sindrome di Bornout è una forma di depressione dovuta al troppo stress accumulato sul lavoro. Individuata inizialmente nelle professioni socio-sanitarie, oggi questa sindrome attanaglia quasi tutte le categorie lavorative, infatti l’odierna configurazione del mondo del lavoro richiede prestazioni sempre più elevate al fronte di uno scarsissimo appagamento. Le nuove tecnologie hanno permesso di estendere l’attività lavorativa in ogni momento della nostra vita mentre la parcellizzazione del lavoro ha determinato l’isolamento totale del lavoratore. A queste si vadano ad aggiungere la precarietà, la competitività, turni più lunghi e compensi più bassi.\r\n\r\n\r\n\r\nDiversi centri di ricerca e case farmaceutiche stanno cercando una soluzione medica a una sindrome che affonda le sue radici nell’alienazione prodotta dalla società capitalista. Le ricerche, naturalmente sperimentate sugli animali, hanno dimostrato come la scarsa gratificazione aumenti la produzione di nocicettina, un neuromodulatore che ci porta a uno stato di frustrazione e stanchezza che sfocia in un vero e proprio esaurimento. Questa sostanza ostacola la produzione di dopamina che, al contrario, ci spinge a cercare soddisfacimento e gratificazione.\r\nMa un farmaco che andrebbe a bilanciare la produzione di questi neuromodulatori creerebbe uno scompenso ancor più grave: i sintomi lanciati dal nostro corpo e dal nostro cervello rimarrebbero inascoltati per poter continuare uno stile di vita e un lavoro deterioranti.\r\n\r\nLa medicalizzazione dell’esistente è una toppa ad un sistema che ammala, isola e uccide. La fabbricazione di farmaci non determina la volontà di curare, ma bensì di creare persone dipendenti dall’industria farmaceutica e permettere in questo modo il perpetuarsi di una vita invivibile.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Signorelli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/burnout.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","2 Settembre 2019","2019-09-02 17:19:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/bornt-200x110.jpg","Burnout? la pillola non va giù",1567444758,[],[],{"post_content":232},{"matched_tokens":233,"snippet":234,"value":235},[136],"della nostra vita mentre la \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione del lavoro ha determinato l’isolamento","La sindrome di Bornout è una forma di depressione dovuta al troppo stress accumulato sul lavoro. Individuata inizialmente nelle professioni socio-sanitarie, oggi questa sindrome attanaglia quasi tutte le categorie lavorative, infatti l’odierna configurazione del mondo del lavoro richiede prestazioni sempre più elevate al fronte di uno scarsissimo appagamento. Le nuove tecnologie hanno permesso di estendere l’attività lavorativa in ogni momento della nostra vita mentre la \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione del lavoro ha determinato l’isolamento totale del lavoratore. A queste si vadano ad aggiungere la precarietà, la competitività, turni più lunghi e compensi più bassi.\r\n\r\n\r\n\r\nDiversi centri di ricerca e case farmaceutiche stanno cercando una soluzione medica a una sindrome che affonda le sue radici nell’alienazione prodotta dalla società capitalista. Le ricerche, naturalmente sperimentate sugli animali, hanno dimostrato come la scarsa gratificazione aumenti la produzione di nocicettina, un neuromodulatore che ci porta a uno stato di frustrazione e stanchezza che sfocia in un vero e proprio esaurimento. Questa sostanza ostacola la produzione di dopamina che, al contrario, ci spinge a cercare soddisfacimento e gratificazione.\r\nMa un farmaco che andrebbe a bilanciare la produzione di questi neuromodulatori creerebbe uno scompenso ancor più grave: i sintomi lanciati dal nostro corpo e dal nostro cervello rimarrebbero inascoltati per poter continuare uno stile di vita e un lavoro deterioranti.\r\n\r\nLa medicalizzazione dell’esistente è una toppa ad un sistema che ammala, isola e uccide. La fabbricazione di farmaci non determina la volontà di curare, ma bensì di creare persone dipendenti dall’industria farmaceutica e permettere in questo modo il perpetuarsi di una vita invivibile.\r\n\r\nNe parliamo con Andrea Signorelli:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/burnout.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[237],{"field":79,"matched_tokens":238,"snippet":234,"value":235},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},{"document":241,"highlight":254,"highlights":259,"text_match":142,"text_match_info":262},{"comment_count":35,"id":242,"is_sticky":35,"permalink":243,"podcastfilter":244,"post_author":245,"post_content":246,"post_date":247,"post_excerpt":41,"post_id":242,"post_modified":248,"post_thumbnail":249,"post_title":250,"post_type":129,"sort_by_date":251,"tag_links":252,"tags":253},"54985","http://radioblackout.org/podcast/bello-come-una-prigione-che-brucia-15-luglio-2019/",[103],"bellocome","Mentre Donald Trump ordina la cattura di almeno 2000 “immigrati illegali” come sacrificio umano sull’altare del consenso in vista delle presidenziali 2020, forme eterogenee di resistenza si sviluppano per fornire solidarietà e protezione alle vittime di queste misure, ma anche per colpire le strutture dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) e chi fornisce il supporto di tecnico indispensabile per i rastrellamenti. Partendo dalla cronaca di due azioni messe in atto alla vigilia di questa operazione, l’attacco a un centro di detenzione per migranti che ha portato alla morte dell’anarchico Will Van Spronsen e la contestazione di una convention di Amazon a Manhattan, approfondiamo i legami tra il colosso del retail digitale e le forze repressive statunitensi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-ice-amazon-will.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Roma, nel quartiere di Primavalle, è in corso lo sgombero di un’occupazione abitativa che da anni è diventata la casa per centinaia di individui e famiglie. La palazzina di via Cardinal Capranica diventa il centro di una “zona rossa” impermeabile a solidali e cronisti, per lasciare mano libera alle forze dell’ordine. Ne parliamo con Margherita del Movimento per il Diritto all’Abitare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/15-7-19_sgombero-primavalle-roma-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n12 luglio 1968, il carcere di Poggioreale si rivolta per la mancanza di acqua e per le condizioni disumane di detenzione. Una rivolta fondamentale nella trasformazione delle relazioni tra detenuti e carcere che caratterizerà gli anni a venire e che i “ragionieri delle pene” cercheranno di arginare con i processi di riforma del ‘75. Cinquantuno anni dopo, a Poggioreale continuano le morti, i pestaggi, l’abbandono sanitario e l’istigazione al suicidio; un anniversario di lotta che famigliari e solidali celebrano con un presidio sotto le mura del carcere. Ne parliamo insieme a Gaia dell’Assemblea Anticarceraria Napoletana.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-poggioreale-viterbo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante la conclusione dello sciopero della fame portato avanti per 28 giorni da Anna e Silvia nell’AS2 de L’Aquila, accompagnate da diversi altri prigionieri e prigioniere, la lotta contro i circuiti di differenziazione carceraria prosegue. A margine del resoconto sul presidio tenutosi ad Alessandria, una delle manifestazioni che la scorsa settimana hanno portato il contrasto alle sezioni speciali sotto le mura diverse galere, riflettiamo sulla parcellizzazione dei prigionieri anarchici e sulla progressiva omogenizzazione di 41bis e Alta Sicurezza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-alessandria41b.mp3\"][/audio]","17 Luglio 2019","2019-07-17 13:54:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/rivolta_poggioreale_1968-200x110.jpg","Bello Come Una Prigione Che Brucia [15 luglio 2019]",1563371658,[],[],{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[136],"mura diverse galere, riflettiamo sulla \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione dei prigionieri anarchici e sulla","Mentre Donald Trump ordina la cattura di almeno 2000 “immigrati illegali” come sacrificio umano sull’altare del consenso in vista delle presidenziali 2020, forme eterogenee di resistenza si sviluppano per fornire solidarietà e protezione alle vittime di queste misure, ma anche per colpire le strutture dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) e chi fornisce il supporto di tecnico indispensabile per i rastrellamenti. Partendo dalla cronaca di due azioni messe in atto alla vigilia di questa operazione, l’attacco a un centro di detenzione per migranti che ha portato alla morte dell’anarchico Will Van Spronsen e la contestazione di una convention di Amazon a Manhattan, approfondiamo i legami tra il colosso del retail digitale e le forze repressive statunitensi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-ice-amazon-will.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nA Roma, nel quartiere di Primavalle, è in corso lo sgombero di un’occupazione abitativa che da anni è diventata la casa per centinaia di individui e famiglie. La palazzina di via Cardinal Capranica diventa il centro di una “zona rossa” impermeabile a solidali e cronisti, per lasciare mano libera alle forze dell’ordine. Ne parliamo con Margherita del Movimento per il Diritto all’Abitare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/15-7-19_sgombero-primavalle-roma-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n12 luglio 1968, il carcere di Poggioreale si rivolta per la mancanza di acqua e per le condizioni disumane di detenzione. Una rivolta fondamentale nella trasformazione delle relazioni tra detenuti e carcere che caratterizerà gli anni a venire e che i “ragionieri delle pene” cercheranno di arginare con i processi di riforma del ‘75. Cinquantuno anni dopo, a Poggioreale continuano le morti, i pestaggi, l’abbandono sanitario e l’istigazione al suicidio; un anniversario di lotta che famigliari e solidali celebrano con un presidio sotto le mura del carcere. Ne parliamo insieme a Gaia dell’Assemblea Anticarceraria Napoletana.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-poggioreale-viterbo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNonostante la conclusione dello sciopero della fame portato avanti per 28 giorni da Anna e Silvia nell’AS2 de L’Aquila, accompagnate da diversi altri prigionieri e prigioniere, la lotta contro i circuiti di differenziazione carceraria prosegue. A margine del resoconto sul presidio tenutosi ad Alessandria, una delle manifestazioni che la scorsa settimana hanno portato il contrasto alle sezioni speciali sotto le mura diverse galere, riflettiamo sulla \u003Cmark>parcel\u003C/mark>lizzazione dei prigionieri anarchici e sulla progressiva omogenizzazione di 41bis e Alta Sicurezza.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/BCUPCB-alessandria41b.mp3\"][/audio]",[260],{"field":79,"matched_tokens":261,"snippet":257,"value":258},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":145,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":146,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":115},6639,{"collection_name":129,"first_q":17,"per_page":89,"q":17},["Reactive",266],{},["Set"],["ShallowReactive",269],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fmSzdTGFmuzce-E_8CY71HcJwMQ4nuFoa2qdHUzB_r_o":-1},true,"/search?query=Papcel"]