","I prigionieri del Caucaso: nazionalismi per procura...","post",1601754724,[53,54,55,56,57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/aliyev/","http://radioblackout.org/tag/armenia/","http://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","http://radioblackout.org/tag/pashinyan/","http://radioblackout.org/tag/pipeline/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[17,19,27,25,23,15,21],{"post_content":62,"tags":66},{"matched_tokens":63,"snippet":64,"value":65},[25],"di velluto che ha portato \u003Cmark>Pashinyan\u003C/mark> al potere sull'onda del pacifismo","... e guerre procurate dagli autocrati per interessi energetici (i molti gasdotti che incrociano il Caucaso) e per innescare conflitti remunerativi per l'industria delle armi e per il prestigio derivante dal controllo di territori privi di risorse ma che accendono da sempre rivendicazioni nazionaliste per la secolare identità condivisa dalle comunità coese sudcaucasiche, che per questo si differenziano dalla convivenza di molteplici stirpi diverse nel Nord del Caucaso; per quanto Ossetia e Abkhazia siano le uniche due realtà che riconoscono l'autonomia del Nagorno Karabach (perché si trovano in una situazione analoga a quella degli irredentisti dell'Artsakh al centro del conflitto esploso nuovamente a fine settembre).\r\n\r\n\r\n\r\nDispute di territori che affondano in eccidi, pogrom, massacri che da secoli percorrono il Caucaso, contrapponendo cultura occidentale cristiana stanziale a quella asiatica azera sostenuta dai turchi che hanno intrecciato la loro storia con quella armena, alla stregua di quella curda, perché la Turchia quando intende perseguire i sogni ottomani di controllo dei territori dal golfo Persico alle steppe centrali deve necessariamente eseguire pulizie etniche di popolazioni aliene al sultanato.\r\n\r\nDi contro l'attuale Armenia si fonda su una Rivoluzione di velluto che ha portato \u003Cmark>Pashinyan\u003C/mark> al potere sull'onda del pacifismo e di una presa di coscienza collettiva che due anni fa ha cacciato l'oligarchia corrotta. Tanto che è sorprendente il linguaggio bellicista adottato in questo frangente dai protagonisti stessi di quel Movimento pacifico che era regolato su parole d'ordine volte a concludere il contenzioso con l'Azerbaijan della dinastia affaristica degli Aliyev, portato diretto della dissoluzione dell'Urss. L'Azerbaijan è sostanzialmente un territorio attraversato da pipeline, ma anche una lavanderia per denaro sporco; da sempre palestra per le esibizioni di forza turche e anche in questo caso Erdoğan non poteva farsi sfuggire l'occasione di scaricare migliaia di jihadisti attinti dal serbatoio di mercenari ereditati dalla guerra siriana: contratti da 6 a 10 mesi con un salario mensile di 10mila lire turche (circa mille euro), un migliaio di mercenari in divisa azera aviotrasportati da aerei turchi.\r\n\r\nE allora si può cominciare a capire meglio il travaglio attuale di Kars, città che aveva eletto un sindaco Hdp, incarcerato e sostituito con il prefetto (che venerdì 2 ottobre ha pubblicamente pregato davanti al Comune): collocata strategicamente al confine con l'Armenia è un essenziale snodo per la logistica militare del conflitto.\r\n\r\nMa ancora più interessante è tentare di capire il ruolo delle comunità coinvolte, come viene stravolta l'esistenza ancora una volta, qual è il sentire comune delle genti che vivono nell'enclave armena in territorio azero, cosa scatena il nazionalismo da entrambi i lati, quali interessi locali coinvolge realmente il conflitto, al di là di quelli che sono indubbiamente le mire delle potenze globali.\r\n\r\nLo abbiamo chiesto a Teresa Di Mauro, collaboratrice dell'“Atlante delle Guerre” ed esperta di vicende caucasiche.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Caucaso.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[67,69,71,73,76,78,80],{"matched_tokens":68,"snippet":17},[],{"matched_tokens":70,"snippet":19},[],{"matched_tokens":72,"snippet":27},[],{"matched_tokens":74,"snippet":75},[25],"\u003Cmark>Pashinyan\u003C/mark>",{"matched_tokens":77,"snippet":23},[],{"matched_tokens":79,"snippet":15},[],{"matched_tokens":81,"snippet":21},[],[83,89],{"field":28,"indices":84,"matched_tokens":86,"snippets":88},[85],3,[87],[25],[75],{"field":90,"matched_tokens":91,"snippet":64,"value":65},"post_content",[25],578730123365712000,{"best_field_score":94,"best_field_weight":95,"fields_matched":96,"num_tokens_dropped":39,"score":97,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":39},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",6646,{"collection_name":50,"first_q":25,"per_page":100,"q":25},6,{"facet_counts":102,"found":96,"hits":132,"out_of":215,"page":14,"request_params":216,"search_cutoff":29,"search_time_ms":14},[103,109],{"counts":104,"field_name":107,"sampled":29,"stats":108},[105],{"count":96,"highlighted":106,"value":106},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":110,"field_name":28,"sampled":29,"stats":130},[111,113,115,117,119,121,123,125,127,129],{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"chp",{"count":14,"highlighted":114,"value":114},"Sco",{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"quito",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"qatar",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"noboa",{"count":14,"highlighted":122,"value":122},"curdi",{"count":14,"highlighted":124,"value":124},"cuenca",{"count":14,"highlighted":126,"value":126},"Conaie",{"count":14,"highlighted":128,"value":128},"netanyahu",{"count":14,"highlighted":27,"value":27},{"total_values":131},21,[133,190],{"document":134,"highlight":177,"highlights":182,"text_match":185,"text_match_info":186},{"comment_count":39,"id":135,"is_sticky":39,"permalink":136,"podcastfilter":137,"post_author":138,"post_content":139,"post_date":140,"post_excerpt":141,"post_id":135,"post_modified":142,"post_thumbnail":143,"post_title":144,"post_type":145,"sort_by_date":146,"tag_links":147,"tags":168},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[106],"info2","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA","podcast",1759108934,[148,149,150,151,152,153,154,155,156,157,158,159,160,161,162,163,164,165,166,167],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[19,27,112,126,124,122,169,170,171,128,120,172,173,174,118,116,114,175,176,21],"Erdogan","Israele","nato","Ocalan","pkk","proteste","Siria","Trump",{"post_content":178},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[25],"Putin, ma ancora valida. 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,enclave armena nell'Azeirbaijan, con Simone Zoppellaro giornalista free lance e conoscitore della regione : l'offensiva azera che ha piegato la debole resistenza armena e i contraccolpi a Erevan che mettono in discussione la tenuta non solo del presidente Pashinyan ma l'intera architettura dello stato armeno.\r\n\r\nFin dalla chiusura mesi fa del corridoio di Lashin l'enclave armena era rimasta isolata e ora con la resa si fanno sempre piu' inquietanti i rischi di una pulizia etnica con la fuga di migliaia di armeni dalla regione, riflettiamo sul nazionalismo tossico e l'eredità del crollo del sistema sovietico con le conseguenze che ne sono derivate ,il disimpegno dei russi nel sostegno all'Armenia,la presenza turca ,la guerra per il controllo del Nagorno Karabakh che è stata occasione per Turchia e Israele di sperimentare sul campo l'efficacia di nuovi armamenti , la questione dell'enclave agitata dalla dinastia degli Aliyev che governa l'Azerbaijan con pugno di ferro da piu' di 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silenzio assordante .\r\n\r\nParliamo anche del ruolo dei paesi asiatici nel progetto di allargamento dei BRICS e della costruzione di una nuova città del divertimento che dovrebbe sorgere sull'isola indonesiana di Rempang ,Eco city ,per la cui progettazione è stata prevista la deportazione della popolazione residente che si è opposta al progetto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/bastioni-orione-210923-asia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","24 Settembre 2023","2023-09-24 12:46:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 21/09/2023-NAGORNO KARABAKH PROLOGO DELLA PROSSIMA DISSOLUZIONE DELL'ARMENIA ?-ASIA IL REGIME FRENA IL CAMBIAMENTO IN THAILANDIA, SEMPRE PIU' MARCATA LA SVOLTA AUTORITARIA NEL CONTINENTE.",1695559586,[203],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[205],"Bastioni di 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