","Restare umani solcando il Mare Nostrum","post",1521847910,[63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/open-arms/","http://radioblackout.org/tag/pozzallo/","http://radioblackout.org/tag/pro-activa/","http://radioblackout.org/tag/taxi-del-mare/",[69,20,17,70,71],"libia","Pro Activa","taxi del mare",{"post_content":73,"tags":77},{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":76},[17],"sua nave, ora bloccata a \u003Cmark>Pozzallo\u003C/mark>, alla mercé di una magistratura","A fine ottobre Riccardo Gatti ci era venuto a trovare negli studi di Radio Blackout e già allora ci aveva fatto un quadro non edificante di scontri in mare con sorte di pirati razzisti e già la guardia costiera libica si era distinta per efferatezza, poi nell'ultima settimana è successo di tutto sulla sua nave, ora bloccata a \u003Cmark>Pozzallo\u003C/mark>, alla mercé di una magistratura che forza le leggi per dare un esempio, affinché nessuno possa testimoniare o documentare quello che avviene in seguito agli accordi tra l'Occidente (segnatamente Minniti) e gli aguzzini in territorio libico, che svolgono il ruolo volta per volta di scafisti, secondini, guardacoste; Il risultato sono le accuse pretestuose di associazione a delinquere per favoreggiamento all'immigrazione clandestina (reato di solidarietà), che prevede la detenzione da 5 a 15 anni e milioni di multa per aver salvato gente che stava per annegare, persone provate da stenti (uno dei salvati nei giorni scorsi pesava 35 chili al momento del salvataggio e sarebbe morto allo sbarco, in seguito alle torture subite nei lager libici di Minniti), schiavi, che nelle intenzioni dei leader europei che hanno venduto le motovedette ai libici torturatori, che per accordi segreti vanno riconsegnati ai loro aguzzini.\r\n\r\nMolte le manifestazioni organizzate in questi giorni in Italia e Spagna, la prima oggi animata dal movimento No Muos, collegando le lotte contro la repressione della solidarietà e contro la militarizzazione del mare e della terra siciliana.\r\n\r\nEcco cosa ci ha raccontato nel dettaglio Riccardo\r\n\r\nGenocidio senza testimoni",[78,80,82,85,87],{"matched_tokens":79,"snippet":69},[],{"matched_tokens":81,"snippet":20},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[17],"\u003Cmark>Pozzallo\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":70},[],{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],[90,95],{"field":37,"indices":91,"matched_tokens":92,"snippets":94},[27],[93],[17],[84],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":75,"value":76},"post_content",[17],578730123365712000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":27,"num_tokens_dropped":49,"score":102,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":105,"highlight":128,"highlights":150,"text_match":98,"text_match_info":159},{"cat_link":106,"category":107,"comment_count":49,"id":108,"is_sticky":49,"permalink":109,"post_author":52,"post_content":110,"post_date":111,"post_excerpt":55,"post_id":108,"post_modified":112,"post_thumbnail":113,"post_thumbnail_html":114,"post_title":115,"post_type":60,"sort_by_date":116,"tag_links":117,"tags":123},[46],[48],"46568","http://radioblackout.org/2018/03/open-arms-la-solidarieta-e-un-reato/","Il sequestro della Open Arms nel porto di Pozzallo è l’ultimo tassello della lunga guerra ai migranti che insanguina il Mediterraneo.\r\nI responsabili della ONG spagnola Proactiva Open Arms sono accusati di associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per aver soccorso in mare 208 migranti in difficoltà ed essersi rifiutati di consegnarli ad una motovedetta della guardia costiera libica, che in acque internazionali, ne pretendeva la consegna, spianando le armi.\r\nTutto è cominciato come tante altre volte. La mattina del 15 marzo il centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IMRCC) è stato avvertito della presenza di alcuni gommoni in difficoltà a una settantina di chilometri dalla costa libica. La Open Arms è arrivata sul posto e ha cominciato le operazioni di soccorso.\r\nPiù tardi è arrivato un pattugliatore libico che si è interposto tra la Open Arms e le scialuppe che avevano raccolto i naufraghi. Un braccio di ferro durato due ore. Molti migranti, spaventati dalla prospettiva di essere riportati nelle galere libiche, si sono gettati in mare. Ma i volontari non hanno mollato.\r\nUna donna e un neonato in gravi condizioni di salute sono stati sbarcati a Malta.\r\nLe successive 24 ore sono state terribili: il mare era sempre più grosso ma l’Italia non ha concesso l’approdo in porto finché non si sono mossi il governo spagnolo e la sindaca di Barcellona, Ada Colau.\r\n\r\nI libici sostengono di avere una propria zona di Serch and Rescue: in realtà non è vero. Falsa anche la notizia che l’indagine sia scattata, perché Proactiva Open Arms non avrebbe rispettato il protocollo di intesa, imposto la scorsa estate dal ministro Minniti alle ONG, che operano nel Mediterraneo. Il protocollo non è una legge ma un semplice accordo, la cui inosservanza non comporta sanzioni penali o amministrative.\r\nIl PM, che ha incriminato i responsabili della ONG e messo sotto sequestro la nave, è Zuccaro, già noto alle cronache perché, oltre un anno fa, aveva parlato di taxi del mare, annunciando un’inchiesta della magistratura finita in nulla, come quella contro la Iuventa.\r\nOra ci riprova. In mare resta solo la Aquarius.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesca Mannocchi, giornalista free lance, collaboratrice di varie testate tra cui l’Espresso la 7.\r\nFrancesca è appena tornata dalla Libia, un paese dove fare informazione sta diventando sempre più complicato, perché i giornalisti sono accompagnati ovunque da esponenti dei servizi informativi libici. Ne consegue che è molto difficile raccogliere testimonianze che non siano condizionate dalla presenza del poliziotto. Forti pressioni sono fatte anche sui traduttori, che accompagnano i giornalisti.\r\nNonostante la censura il malcontento nel paese è sempre più forte. Da qualche tempo prendono la via del mare anche i libici, che, prima e dopo il 2011, non emigravano. Dopo sette anni di guerra civile, un’economia distrutta, servizi e sanità allo stremo, anche i cittadini di un paese poco popolato e ricco si mettono in viaggio verso l’Europa.\r\nLa politica italiana verso la Libia pare priva di qualsiasi base materiale. I “sindaci amici” del Fezzan raccontati da Minniti, non esistono o sono privi di potere. Il paese è diviso e spezzato tra aree sotto il controllo di milizie spesso salafite. Persino il “laico” Haftar, amico dell’Egitto di Al Sisi e degli Stati Uniti, è stato costretto a stringere accordi con i ribelli islamisti della Cirenaica.\r\nLa missione libica di Minniti, se mai partirà, sarà irta di ostacoli.\r\nIntanto la gente in viaggio continuerà a morire nel mare o nel deserto.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 03 20 mannocchi open arms","20 Marzo 2018","2018-03-21 14:22:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-1024x684.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Open Arms. 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Ora anche da \"sinistra\" si sta pensando a come superare l'impianto che dovrebbe cercare di evitare altre stragi su barconi, additando altri capri espiatori (come le figure degli scafisti), e la ricetta pare essere sempre quella di intercettare i flussi migratori dall'altro lato del mare, utilizzando enti strutture consolati ambasciate scartoffie che dividono e rimandano a chissà quale arbitrato e a chissà quali figure autorevoli la decisione se una persona possieda i requisiti o meno per essere \"accettato\", \"tollerato\"... sfruttato..\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elio che in Sicilia segue con Borderline Sicilia gli eventi che capitano nel Canale e monitora i centri di accoglienza e le evoluzioni che l'amministrazione carceraria – o meglio prefettizia – immagina per loro, come si evince dal suo resoconto di centri osceni con statuto giuridco o meno, hub, cpsa, cara, csa...\r\n\r\n2014.07.31-elio_border","31 Luglio 2014","2014-08-11 14:52:13","Attraversando Mare Nostrum: odissea, accoglienza e nuove proposte",1406845254,[172,173,174,175,176,177,65,178,179],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/barconi/","http://radioblackout.org/tag/manconi/","http://radioblackout.org/tag/mare-nostrum/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/porto-emopedocle/","http://radioblackout.org/tag/sbarchi/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/",[34,181,182,25,15,183,17,30,28],"barconi","Manconi","Porto Emopedocle",{"tags":185},[186,188,190,192,194,196,198,200,202],{"matched_tokens":187,"snippet":34},[],{"matched_tokens":189,"snippet":181},[],{"matched_tokens":191,"snippet":182},[],{"matched_tokens":193,"snippet":25},[],{"matched_tokens":195,"snippet":15},[],{"matched_tokens":197,"snippet":183},[],{"matched_tokens":199,"snippet":84},[17],{"matched_tokens":201,"snippet":30},[],{"matched_tokens":203,"snippet":28},[],[205],{"field":37,"indices":206,"matched_tokens":207,"snippets":209},[14],[208],[17],[84],{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":103,"num_tokens_dropped":49,"score":211,"tokens_matched":103,"typo_prefix_score":49},"578730123365711977",{"document":213,"highlight":233,"highlights":245,"text_match":98,"text_match_info":251},{"cat_link":214,"category":215,"comment_count":49,"id":216,"is_sticky":49,"permalink":217,"post_author":52,"post_content":218,"post_date":219,"post_excerpt":55,"post_id":216,"post_modified":220,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":221,"post_type":60,"sort_by_date":222,"tag_links":223,"tags":228},[46],[48],"24070","http://radioblackout.org/2014/07/corpi-in-eccesso/","45 morti. Erano in fondo ad una stiva: chi li ha visti li pensava addormentati, ma il loro sonno non avrà fine. Così si è concluso il viaggio di uomini, donne, bambini in fuga dall'Eritrea della fame, delle torture, del servizio militare senza fine.\r\nNelle stesse ore viene diffusa la notizia di un'operazione di polizia contro gli scafisti, che organizzarono un altro viaggio della morte.\r\nEra il 3 ottobre dello scorso anno. Quasi ogni giorno si muore nel Mediterraneo, lo ricordava uno degli scafisti finiti nel mirino degli investigatori, lamentando la \"sfortuna\" del clamore suscitato dalla strage di Lampedusa. L'uomo ignora le leggi della comunicazione: un morto al giorno in un mare divenuto sudario non sono una notizia. 366 morti in un giorno solo non poterono essere ignorati.\r\nLe bare vennero allineate in un hangar per dare una parvenza di dignità alle ultime vittime della frontiera sud della Fortezza Europa. I sacchi neri, che a Lampedusa sono sempre pronti, non potevano reggere la prova della telecamera, il ginocchio piegato di Letta, il cordoglio di Barroso e Alfano, il lutto nazionale, l’indignazione degli assassini che hanno deciso di accendere i riflettori su uno dei tanti episodi della guerra ai poveri.\r\nLa guerra ai poveri è scritta nelle leggi che rendono impossibile entrare legalmente nel nostro paese per cercare un lavoro o un rifugio, perché la clandestinità non è una scelta ma un’imposizione dello Stato italiano.\r\nDopo Lampedusa il governo decise l'operazione \"Mare Nostrum\": unità navali della marina militare italiana da allora sorvegliano le rotte dei clandestini, li intercettano, li scortano a terra. Lì qualche coperta, una spruzzata di disinfettante, il foglio di via e un nuovo viaggio verso altre frontiere.\r\nPrima Letta, poi Renzi hanno provato a batter cassa in Europa per ottenere fondi a sostegno di Mare Nostrum senza ottenere nulla.\r\nGli accordi con il governo libico per una \"pulita\" esternalizzazione della repressione, sono rimasti lettera morta. La Libia è oggi uno Stato fallito ed il traffico di esseri umani è un buon affare. Nessuno oggi riesce più a fare il lavoro sporco per conto del governo di Roma.\r\nPer i migranti è cambiato poco, perché violenze, torture, stupri, ricatti ed estorsioni fanno parte del dazio salatissimo che paga chi non può o non vuole tornare indietro.\r\nSono decine di migliaia quelli che qualcuno ha visto partire e non tornare mai più. La terribile normalità in quest'Europa di militari e poliziotti.\r\nNelle stesse ore l'Inno alla Gioia veniva eseguito nella seduta inaugurale del parlamento europeo. 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gestione delle coste secondo i criteri di Mare Nostrum genera situazioni di ancora maggiore sofferenza, sia nella fase di arrivo sulle coste europee (come dimostrano i 13 barconi giunti ieri con gran spolvero di divise soddisfatte del \"salvataggio\", ma con quasi metà degli occupanti non hanno ancora potuto sulla terraferma, perché trattenuti al largo), sia in quella successiva della prima accoglienza in strutture insufficienti che nella maggior parte dei casi vengono meno del tutto in poco tempo, lasciando i migranti all'addiaccio, senza supporti e spesso in condizioni di clandestinità e precarietà, mantenute volutamente tali attraverso pastoie burocratiche, in vista di deportazioni, fogli di via, negazione di accoglienza e di asilo\r\n\r\nSentiamo al proposito Elio della rete Border Line sicilia\r\n\r\n2014.03.20-elio_marenostrum","20 Marzo 2014","2014-03-24 11:51:59","Mare Nostrum: accoglienza né in mare, né in 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Dalla recrudescenza della loro codificazione giuridica in Cutro fino ad arrivare all’Albania.\r\n\r\nPer chi volesse riprendere uno degli approfondimenti dedicati ai decreti Cutro, Sud e Caivano, nonché al pacchetto sicurezza (DDL 1660):\r\n\r\n“Mattone su mattone. La costruzione del muro repressivo”\r\n\r\nInvece per approfondire l’accordo Rama-Meloni, vi lasciamo alcuni link di puntante passate dove si entra nel vivo del rapporto fra i due governi:\r\n\r\n“Aggiornamenti dall’Albania e l’esternalizzazione della detenzione amministrativa”\r\n\r\n“Accordo Italia/Albania: fra stratificazione coloniale e devozione”\r\n\r\nCon l’aiuto di Giorgia, avvocata bolognese che non di rado ci aiuta a cogliere ed analizzare i contesti normativi che caratterizzano le procedure di frontiera e la detenzione amministrativa, abbiamo ricordato cosa prevedono le procedure accelerate e che tipo di strutture lo Stato necessita per metterle in atto. Tracciando una linea cronologica dall’apertura dei CPRI in suolo siciliano, da Modica Pozzallo a Porto Empedocle, fino ad arrivare alla costruzione del hotspot di Gjader e del CPRI di Shengjin ciò che emerge è che le scorciatoie politiche dell’esecutivo che – tra un decreto ed un altro – cerca sempre di più di criminalizzare la migrazione e sigillare le frontiere della fortezza Europa, si trovano davanti agli ostacoli del diritto internazionale. 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