","Sciopero del biglietto a Crema","post",1335184243,[60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/crema/","http://radioblackout.org/tag/sciopero-del-biglietto/","http://radioblackout.org/tag/studenti/",[19,33,21],{"post_content":65,"post_title":72,"tags":76},{"matched_tokens":66,"snippet":70,"value":71},[67,68,69],"sciopero","del","biglietto","E' partito a Crema lo \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>biglietto\u003C/mark> contro i rincari e le","E' partito a Crema lo \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>biglietto\u003C/mark> contro i rincari e le speculazioni \u003Cmark>del\u003C/mark> trasporto pubblico; ne parliamo con Alessio, studente medio che porta avanti la lotta.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/04/Alessio-protesta-biglietto-23-04.mp3\"]Scarica l'audio della diretta.",{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":75},[74,68,69],"Sciopero","\u003Cmark>Sciopero\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>biglietto\u003C/mark> a Crema",[77,79,82],{"matched_tokens":78,"snippet":19},[],{"matched_tokens":80,"snippet":81},[74,68,69],"\u003Cmark>Sciopero\u003C/mark> \u003Cmark>del\u003C/mark> \u003Cmark>biglietto\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":21},[],[85,90,93],{"field":34,"indices":86,"matched_tokens":87,"snippets":89},[14],[88],[74,68,69],[81],{"field":91,"matched_tokens":92,"snippet":75,"value":75},"post_title",[74,68,69],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":70,"value":71},"post_content",[67,68,69],1736172819517538300,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":38,"num_tokens_dropped":46,"score":100,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":102,"highlight":119,"highlights":139,"text_match":150,"text_match_info":151},{"cat_link":103,"category":104,"comment_count":46,"id":105,"is_sticky":46,"permalink":106,"post_author":49,"post_content":107,"post_date":108,"post_excerpt":52,"post_id":105,"post_modified":109,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":110,"post_type":57,"sort_by_date":111,"tag_links":112,"tags":118},[43],[45],"20134","http://radioblackout.org/2013/12/gtt-sciopero-contro-la-privatizzazione/","Lunedì si è svolto lo sciopero dei dipendenti della GTT contro la decisione dell'amministrazione torinese di vendere l'azienda dei trasporti pubblici della città. Vi hanno aderito oltre il 90% dei lavoratori, che hanno dato vita ad otto cortei, uno per ciascuno dei depositi cittadini. Di fronte al Comune si è svolto un presidio.\r\nQuello stesso giorno era prevista l'asta dei parcheggi cittadini, che è andata deserta.\r\n\r\nLa partita è molto importante. L’amministrazione cittadina ha bisogno di fare cassa, per far fronte alle spese pazze degli scorsi anni: olimpiadi, passante ferroviario, inceneritore.\r\nGTT, l’azienda dei trasporti, la società dei parcheggi e quella delle fibre ottiche sono solo una parte dei gioielli messi in vendita dall'amministrazione Fassino.\r\nLa GTT ha subito continui tagli sia dei servizi che del personale, nonostante l'aumento del prezzo del biglietto e la militarizzazione di alcune linee delle zone popolari, dove i poveri faticano a pagare il biglietto.\r\nLa GTT, se privatizzata rischia altri tagli sia nell’erogazione del servizio, sia tra il personale. 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Secondo l'AD Sala la kermesse è in attivo, ma fatti i calcoli, tenendo conto degli anni prima del 2015, quando la gran parte delle spese è stata fatta, il quadro è ben altro.\r\nNon solo. Cosa succederà delle aree che teatro dell'esposizione “universale”?\r\nNe abbiamo parlato con Alberto, “Abo”, attivista No Expo ed autore di un articolo uscito la scorsa settimana sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2016-03-01-abo-expo\r\n\r\nLeggi l'articolo:\r\n\"Dalla sera alla mattina, spente le luci sull’albero della vita, l’interesse della stampa, della politica, della finanza, s’è diretto altrove. Dietro le operazioni di smontaggio del sito e il bilancio pubblicato da Expo 2015 SpA c’è però dell’altro.\r\n\r\nLa scorsa settimana l’ex amministratore delegato (nonché commissario unico) di Expo 2015, Giuseppe Sala, ha presentato alla stampa, contro ogni previsione, un bilancio roseo dell’evento: 14 milioni di attivo. Proviamo a entrare nel merito?\r\n\r\nPer scardinare la narrazione mediatica del successo basterebbe ricordare che la grande kermesse meneghina è costata oltre due miliardi a fronte di 736 milioni di ricavi: un passivo preannunciato e pesante anzitutto per le casse pubbliche. Il bilancio del solo anno 2015 risulterebbe positivo (risulterebbe, perché non tutti pagamenti e gli introiti messi a bilancio sono realmente effettuati) perché i costi di rimozione delle interferenze, bonifica, allestimento della piastra, edificazione e parte della comunicazione… sono stati materia dei lunghi anni di “warm-up”. Parafrasando: nel 2015 Expo era già stata pagata e, in buona sostanza, costruita. L’attivo (comunque più che dimezzato rispetto al patrimonio calcolato l’anno precedente) deriva dalla differenza tra i soli costi di gestione del perimetro del sito, al netto degli introiti dello stesso anno.\r\nVogliamo scavare ulteriormente nella voce dei ricavi? I 736 milioni sono scomponibili in 373 milioni derivanti dai biglietti (a fronte dei 500 previsti), 224 da sponsorizzazioni, mentre la restante parte cade nella voce “varie”. Il tema dei biglietti è interessante perché utile a chiarire la portata di un’esposizione che è stata tutto tranne che universale: fino ad aprile 2015 le previsioni parlavano di un pareggio a 24 milioni di biglietti staccati, a fronte di una media per biglietto di 22 euro circa. Oggi sappiamo che sono stati stacci 3 milioni di biglietti in meno, con una media per ticket che non arriva 18 euro. In altre parole, man mano che i mesi passavano, consapevoli del rischio flop, i promotori di Expo si sono affannati in sperticati sconti, ingressi serali a 5 euro, gratuità serali per chi arrivava in automobile all’happening della sostenibilità alimentare, 10mila ingressi gratis concessi ogni giorno a delegazioni, operatori, giornalisti… anche la composizione demografica dei visitatori ci parla di un evento molto “italiano”, parzialmente europeo e al limite cinese, più che globale.\r\n\r\nSi potrebbe approfondire segnalando alcune incongruità sesquipetali (decine di milioni non ancora incassati in biglietti e pubblicità, confusione tra cifre in conto capitale e cifre in spesa corrente, bonifiche promesse e mai completate…) ma entreremmo in una materia difficilmente riassumibile nello spazio a nostra disposizione. Su tutte le ambiguità una brucia più di altre: quasi 30 milioni di euro risparmiati dalla nociva “via d’acqua”, un canale di oltre 20km che avrebbe dovuto collegare il sito espositivo al centro città attraverso quattro parchi, archiviato da due anni di lotte, non sono stati utilizzati (come votato dal consiglio comunale) per risistemare il Seveso ed evitare le periodiche esondazioni ma per coprire gli extra-costi del già commissariato padiglione Italia. C’è stata una battaglia popolare vincente contro Expo 2015, vincente nell’opposizione al progetto di devastazione della cintura ovest dei parchi e vincente nel saper indicare un’utilità nello storno dei fondi per intervenire sulle fragilità del territorio: quella promessa è stata smentita e solo oggi sappiamo che i soldi risparmiati sono stati deviati per mettere una pezza ad un claudicante padiglione costato ben 30 milioni più del previsto\r\n\r\nIl tema credo sia, a questo punto, un altro. 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Con l’occasione di Expo, alla voce opere accessorie non necessarie, sono state sdoganate tre autostrade ed una marea di piccole grandi opere che sono costate complessivamente oltre 10 miliardi di euro, non 2, certamente non 0,7 come messo a bilancio 2015 per smerciare alla stampa un traballante esito positivo.\r\n\r\nNei bilanci della TEEM (Tangenziale Est Esterna) della Pedemontana e di BreBeMi (grandi infrastrutture spacciate per indispensabili e oggi sensibilmente sottoutilizzate), nelle defiscalizzazioni concesse a queste colate di cemento, negli episodi di ecomafia, tangentismo e corruzione che a decine sono calati su questa ragnatela di asfalto e cemento, ritroviamo un bilancio ad oggi inedito e disarmante non solo dell’evento ma del suo significato sociale.\r\n\r\nNon ultimo sarebbe importante mettere a bilancio 2015 anche la metamorfosi che Expo ha facilitato in materia di archiviazione del contratto nazionale, il diritto di sciopero ipotecato dalla scure prefettizia, di sdoganamento del lavoro volontario e non retribuito, la gestione emergenziale, ancorché pianificata, del territorio metrolombardo, le ricadute in materia di commissariamento che dal laboratorio Milano veleggia oggi in direzione della capitale.\r\n\r\nAd oggi, siamo orfani non soltanto di un bilancio autentico e complessivo dell’Esposizione Universale, iniziativa comunque anacronistica e discutibile, quello che ci manca è un bilancio politico di Expo come forza centripeta della mercificazione di un territorio e delle sue relazioni e centrifuga in materia di diritti sul lavoro, la salute, il verde, l’accessibilità alla città pubblica ed allo spazio urbano. La candidatura alle primarie di Milano dell’ex AD Giuseppe Sala, uomo di Renzi che piace al centro-destra, non è che la coronazione di questa “vision” del Partito della Nazione, secondo cui il presente del paese deve procedere per strappi sì, ma diretti dall’alto. Così il commissario si candida a diventare il primo super-sindaco della neonata area metropolitana di Milano, nella distrazione di una città ormai distratta dalla semestrale sbornia di una parola “expo” che, una volta appiccicata un po’ dappertutto, ha perso davvero ogni sapore.\"","1 Marzo 2016","2016-03-04 11:30:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Expo. 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Lo \u003Cmark>sciopero\u003C/mark> generale contro la riforma delle pensioni di Macron.\r\nNe abbiamo parlato con Gianni Carrozza di Radio Paris Plurielle\r\n\r\nGustav Landauer. Un anarchico tedesco tra rivoluzione e autogestione. \r\nCe ne ha parlato Gianfranco Ragona, docente di storia delle dottrine politiche all’università di Torino\r\n\r\n8 dicembre 2019 marcia da Susa a Venaus. I No Tav tra urne e barricate\r\n\r\nLa guerra \u003Cmark>del\u003C/mark> lavoro. Una strage, decisa e attuata da governi e padroni, ad ogni latitudine\r\nI bimbi \u003Cmark>del\u003C/mark> Madagascar e l’estrazione della mica\r\n\r\nAlexis Grigoropoulos. Un poliziotto lo ha freddato il 6 dicembre \u003Cmark>del\u003C/mark> 2008 ad Atene. La sua morte fece esplodere le tensioni politiche e sociali nel paese. Oggi il suo assassino è libero, i movimenti sono sotto attacco. La solidarietà, oggi come allora, è urgente. \r\n\r\nLa strage di piazza Fontana e l'assassinio di Giuseppe Pinelli. La ferita resta aperta. Un articolo di Massimo Varengo, sul revisionismo di “sinistra” a 50 dalla strage e dalla montatura contro gli anarchici. \r\nMassimo è testimone e protagonista di quei giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 13 dicembre\r\nore 16 in piazza Castello (Regione)\r\nContro la (sacra) famiglia!\r\nPresidio anarcofemminista\r\norganizza Wild C.A.T.\r\n\r\nLunedì 16 dicembre\r\nStrage di Stato. 50 anni dopo\r\nNe parliamo con Massimo Varengo, testimone e partecipe di un'epoca\r\nore 21 alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 20 dicembre\r\ncena antinatalizia\r\nmenù eretico ed esposizione spettacolare \u003Cmark>del\u003C/mark> pres-empio autogestito. \r\nBenefit lotte sociali\r\nQuanto costa? Tanto per chi ha tanto, poco per chi ha poco.\r\nDa ciascuno quanto può, come può, più che può.\r\nPrenotazioni: fai_torino@autistici.org\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. 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L’operazione “primavera di pace”, il massacro dei curdi siriani e la distruzione della rivoluzione democratica in Rojava si combatte anche con armi prodotte in Italia. La Turchia è uno dei principali acquirenti dei giocattoli di morte made in Italy.\r\n\r\nIntanto Torino si prepara ad accogliere “l’Aerospace and defence meeting”, mostra mercato dell’industria aerospaziale di guerra. Ma all’appuntamento ci saranno anche gli antimilitaristi.\r\n\r\nCorteo contro i CPR. Ne abbiamo parlato con Massimo, un compagno di Milano\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\n\u003Cmark>sciopero\u003C/mark> generale\r\nspezzone anarchico al corteo\r\nore 9,30 piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 25 ottobre\r\nGentrification. 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Il \u003Cmark>biglietto\u003C/mark> di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[401,403],{"matched_tokens":402,"snippet":210,"value":210},[],{"matched_tokens":404,"snippet":405,"value":405},[74],"\u003Cmark>Sciopero\u003C/mark> Generale",[407,409],{"field":94,"matched_tokens":408,"snippet":398,"value":399},[68],{"field":34,"indices":410,"matched_tokens":411,"snippets":413,"values":414},[14],[412],[74],[405],[405],{"best_field_score":379,"best_field_weight":153,"fields_matched":200,"num_tokens_dropped":46,"score":380,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":46},{"document":417,"highlight":433,"highlights":441,"text_match":377,"text_match_info":446},{"comment_count":46,"id":418,"is_sticky":46,"permalink":419,"podcastfilter":420,"post_author":195,"post_content":421,"post_date":422,"post_excerpt":52,"post_id":418,"post_modified":423,"post_thumbnail":424,"post_title":425,"post_type":236,"sort_by_date":426,"tag_links":427,"tags":431},"55587","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-settembre-gustav-landauer-ti-amo-da-farti-morire-gentrification-a-catania-f4f-e-green-economy/",[195],"Come ogni venerdì abbiamo fatto fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/2019-09-27-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti:\r\n\r\nL'itinerario biografico e politico di Gustav Landauer (1870-1919) attraversa tutti i grandi eventi della sua epoca, dai congressi della Seconda Internazionale, dove matura la separazione tra socialdemocrazia e anarchismo, alla Repubblica dei Consigli di Baviera, dove troverà la morte il 2 maggio 1919 barbaramente massacrato da un plotone di Guardie Bianche. Nonostante l'epoca drammatica in cui vive, Landauer è fermamente convinto che un altro mondo è non solo necessario ma anche possibile qui e ora. Così innesta nel suo pensiero politico elementi «eretici» che gli consentono di elaborare una visione originale del mutamento sociale. La rivoluzione non è più vista come un atto, ma come un processo al cui centro pone l'individuo comunitario, ovvero l'individuo impensabile come singolarità in quanto frutto delle sue relazioni con gli altri.\r\nCe ne ha parlato Gianfranco Ragona, che ha curato \"La comunità anarchica\", che raccoglie gli scritti politici di Landauer\r\n\r\nElisa e le altre: uccise due volte. La narrazione che nega e cancella le vite delle donne. Ti amo da (farti) morire\r\n\r\nTurismocrazia. Il caso di Catania\r\n\r\nFridays for Future. Il movimento contro il mutamento climatico si colloca in modo esplicito lungo la faglia generazionale, poiché il movimento è costituito principalmente da giovanissimi, che leggono la crisi climatica come rottura del rapporto di solidarietà tra le generazioni, come tradimento dei vecchi verso i giovani, privati dell’eredità che gli spettava.\r\nUna narrazione efficace, perché coinvolge emotivamente chi la propone, chi, per età, pur riconoscendo il proprio relativo privilegio (Greta all’ONU), non si sente complice del disastro che sta abbattendosi ora su noi tutti. L’indifferenza verso il futuro che ha segnato gli ultimi vent’anni, che di fatto segna l’aurora del nuovo secolo, si incrina, senza la radicalità necessaria ad un cambiamento reale di paradigma. Anzi! Le scelte attuate da alcuni governi paiono alludere ad una gigantesca operazione di restyling funzionale alla nascita di una nuova, elitaria, “green economy”.\r\nNe abbiamo chiacchierato con Francesco\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 4 ottobre\r\nore 16,30 in via Po 16 punto info\r\nTrasporti pubblici gratuiti per tutti!\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. 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