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Da alcuni mesi, da quando il flusso dei profughi che attraversano i Balcani ha raggiunto la piccola repubblica, si è costituito a Lubiana questo coordinamento che comprende sia gruppi che individualità che porta avanti una duplice azione: da una parte il sostegno diretto sia materiale che informativo ai profughi in transito e dall'altro un'azione di denuncia delle politiche di chiusura della Fortezza Europa e di contrasto al razzismo nascente e ai gruppi razzisti e nazionalisti.\r\nPrima di questo corteo il fronte aveva già organizzato altre manifestazioni sia a Lubiana che sui confini. In novembre una determinata manifestazione antifascista era riuscita a contrastare efficacemente un corteo di nazionalisti sloveni e austriaci sul confine di Sentilj. L'iniziativa di giovedì (che aveva come parola d'ordine anche il rifiuto di qualsiasi nuova guerra imperialista in nome della “lotta al terrorismo”) ha visto la partecipazione di circa 2.000 persone di ogni età, con moltissimi cartelli e striscioni: il percorso ha toccato vari punti importanti fra cui parlamento e ministeri per concludersi sotto la sede della maggiore emittente televisiva slovena. I compagni e le compagne anarchiche non solo hanno promosso e partecipato alla giornata, ma hanno anche - in accordo con le altre componenti del movimento - effettuato due azioni simboliche di forte impatto. La prima, poco prima dell'inizio del corteo, è stato un blitz davanti agli uffici dell'unione europea: oscuramento di telecamere, attacchinaggio di manifesti sulle porte e l'affissione di uno striscione, il tutto fra slogan e fumogeni, per denunciare il ruolo dell'unione europea nelle politiche di contenimento e segregazione dei migranti. \r\n\r\nIl gruppo si è poi mosso verso il corteo, continuando ad affiggere manifesti e adesivi. Una volta raggiunta la manifestazione il gruppo dei compagni è rimasto nel corteo per poi staccarsene velocemente verso la fine per arrivare di corsa sotto gli uffici del ministero dell'Interno dove sono stati affissi dei manifesti e fatta una scritta. La mossa ha colto di sorpresa la polizia (occorre dire decisamente poco numerosa rispetto ai nostri standard) che ha dato segni di nervosismo, ma a quel punto era già arrivato il resto del corteo che ha ri-accolto il gruppo dei compagni con applausi di incitamento per poi arrivare alla conclusione.\r\nTra i partecipanti anche un gruppo di anarchic* di Trieste. .\r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno di loro, Federico:\r\n\r\n2015-12-15-federico-lubiana","15 Dicembre 2015","2015-12-16 20:07:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/lubiana10122015-3.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lubiana contro le guerre e le frontiere",1450197852,[103,104,105,106,62],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/lubiana/","http://radioblackout.org/tag/no-border/",[28,30,20,26,15],{"post_content":109},{"matched_tokens":110,"snippet":111,"value":112},[24],"e austriaci sul confine di \u003Cmark>Sentilj\u003C/mark>. 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Wheel = teschio, ling = posto.\" \"Fort Wheeling\" è la graphic novel scritta e disegnata da Hugo Pratt che ci porta nel Nuovo Mondo quando la colonizzazione degli europei é cominciata da poco e le nazioni indiane sono forti e prospere. \"Quel giorno cominciò l'avventura di Criss Kenton, un virginiano di diciassette anni che i selvaggi avevano privato della famiglia\". Criss ha un amico della stessa età, insieme sono arruolati nella milizia che entra in territorio indiano. \"Patrick Fitgerald era un giovane aristocratico inglese emigrato in America con la famiglia\". Poi c'é Simon che è vissuto con i Wyandot di cui è diventato un capo e ha il volto dello stesso Hugo Pratt. \"La sua testa era un turbine di sensazioni. Si ricordava di quando sua madre curava lui e i suoi fratelli.\" La figura più sinistra é Lew Wetzel che ha dedicato la vita a uccidere gli indiani che hanno massacrato la sua famiglia. \"Lo chiamavano 'Il vento del morto' perché, secondo la leggenda, dove andava un gemito profondo sembrava udirsi nel bosco.\" L'amicizia di Criss e Pat é messa a dura prova quando appare Mohena, una ragazza che é stata rapita da piccola dagli Shawnees, della sua famiglia non ricorda quasi nulla. Ma la vita va avanti, giunge notizia che a Boston i soldati hanno sparato sulla folla, é cominciata la guerra contro il re e i due ragazzi si schierano sui fronti opposti. \"Quasi ti ammazzavo! Maledetta guerra!\" \"Fort Wheeling\" fu pubblicato per la prima volta sulla rivista argentina \"Misterix\" dall'aprile all'ottobre del 1962 per complessive 135 tavole e arrivò in Italia nel 1979. Hugo Pratt realizzò anche \"Fort Wheeling - Nuove avventure\" che apparve in Italia nel 1982 allegato alla rivista \"Totem\". \"Indiani sul sentiero del sole calante, si può morire in rosso o in blu, pifferi e tamburi, non c'é più talco per le parrucche, il bosco é pieno di eroi morti.\" Buon ascolto.","21 Giugno 2020","2020-07-12 08:25:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/WHEE1-194x110.jpg","IL SENTIERO DELLE AMICIZIE PERDUTE - LA PERLA DI LABUAN 19/6/2020","podcast",1592726030,[],[],{"post_content":201,"post_title":206},{"matched_tokens":202,"snippet":204,"value":205},[203],"sentiero","alla rivista \"Totem\". \"Indiani sul \u003Cmark>sentiero\u003C/mark> del sole calante, si può","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/2020.06.19-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\"A un certo punto dell'affluente c'è un palo con un teschio in cima da cui deriva il nome indiano del luogo. 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It is a slowdown imposed by resource overload, manifesting a paradox: it arises from the tension between the push for efficiency and the inability to maintain it in a world of finite resources, saturated devices, and failed interconnections.\r\n\r\nTo appreciate the signals of finiteness and dysfunction underlying the technological world we live in, it is necessary to familiarize ourselves with this \"buffer.\" The term takes on a meaning beyond its technical use: it is when the machine does not respond immediately that the fracture of the perpetual capitalist-technological operation, constantly in motion and always optimized, becomes apparent.\r\n\r\nHowever, the buffer is not merely a stalling area but a surface of resistance, a \"support plane\" between perfect flow and the unforeseen. It is the moment when the system charges with potential, and the delay becomes a sign of dysfunction that cannot be controlled. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. 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Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. 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