","40 anni dal disastro di Seveso","post",1463686146,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/diossina/","http://radioblackout.org/tag/disastro-ambientale/","http://radioblackout.org/tag/nocivita/","http://radioblackout.org/tag/seveso/",[19,27,21,17],{"post_content":60,"post_title":64,"tags":67},{"matched_tokens":61,"snippet":62,"value":63},[17],"tanto incomprensibile. Era l’Icmesa di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>. Un’azienda chimica del gruppo svizzero","Era il 10 luglio del 1976 quando la \"fabbrica dei profumi\", ma sarebbe meglio dire di prodotti per cosmetici, sparse nell'aria quella nube arancione allora tanto incomprensibile. Era l’Icmesa di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>. Un’azienda chimica del gruppo svizzero Hoffmann La Roche. Un'azienda che già i dirigenti svizzeri erano soliti apostrofare come la \"fabbrica sporca\" per una certa obsolescenza dei macchinari e per i veleni che produceva. Quella nube arancione era triclorofenolo, una specie particolare di diossina che i vietnamiti conoscevano molto bene, essendo contenuta nei defoglianti che gli americani gli sparavano addosso dal cielo. Era il temibile \"agente arancio\". La nube di diossina avvolse per sempre la vita di centinaia di persone, portando un male fisico e spesso anche psichico e che oggi l’autostrada Pedemontana, con il suo nuovo tratto dove fu sepolta la terra inquinata, vuole rinnovare. Da quel 10 luglio di 39 anni fa sono moltissimi gli abitanti di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark> che portano i segni della diossina: problemi alla pelle, perdita di capelli, insonnia, aborti spontanei, difficoltà a concepire. Ad essere più colpiti sono i bambini di allora. Bambini che videro il proprio volto distrutto, divorato da quel nemico insidioso. Alcuni dovettero ricorrere alla chirurgia plastica. Con il tempo, ricevettero dei risarcimenti. E per questo motivo hanno finito persino per essere invidiati e accusati di aver ingiustamente intascato dei soldi. All’inizio nessuno aveva immaginato i danni che avrebbe provocato la “fabbrica dei profumi” ma come in tutti i peggiori disastri industriali da varie testimonianze risulta che alcuni dirigenti fossero a conoscenza della pericolosità di questo inquinante ma ciononostante ci vollero giorni perché si ammettesse la gravità dell'accaduto. Giorni di sconcerto, giorni di rabbia.\r\n\r\nProprio per raccontare quello sconcerto e quella rabbia e farne memoria viva per le lotte contro le nocività di oggi un gruppo di compagni darà vita a un lungo percorso di ricordo che si articolerà in una serie di appuntamenti che partiranno dal Conchetta di Milano domani per approdare sabato a \u003Cmark>Seveso\u003C/mark> inaugurando le iniziative che porteranno verso il 10 luglio, giorno ufficiale del quarantennale.\r\n\r\nPer raccontarci la storia di allora e le iniziative di oggi abbiamo sentito Davide del coordinamento No Pedemontana e animatore del neonato archivio \"\u003Cmark>Seveso\u003C/mark> memoria di parte\".\r\n\r\n\u003Cmark>Seveso\u003C/mark>",{"matched_tokens":65,"snippet":66,"value":66},[17],"40 anni dal disastro di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>",[68,70,72,74],{"matched_tokens":69,"snippet":19},[],{"matched_tokens":71,"snippet":27},[],{"matched_tokens":73,"snippet":21},[],{"matched_tokens":75,"snippet":76},[17],"\u003Cmark>Seveso\u003C/mark>",[78,81,87],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":62,"value":63},"post_content",[17],{"field":28,"indices":82,"matched_tokens":84,"snippets":86},[83],3,[85],[17],[76],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":66,"value":66},"post_title",[17],578730123365712000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":83,"num_tokens_dropped":40,"score":94,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":40},"1108091339008",13,"578730123365711979",{"document":96,"highlight":113,"highlights":118,"text_match":121,"text_match_info":122},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":40,"id":99,"is_sticky":40,"permalink":100,"post_author":43,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":46,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":51,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":112},[37],[39],"34275","http://radioblackout.org/2016/03/expo-dopo-il-flop-le-macerie/","Expo è stato un flop o no? Secondo l'AD Sala la kermesse è in attivo, ma fatti i calcoli, tenendo conto degli anni prima del 2015, quando la gran parte delle spese è stata fatta, il quadro è ben altro.\r\nNon solo. Cosa succederà delle aree che teatro dell'esposizione “universale”?\r\nNe abbiamo parlato con Alberto, “Abo”, attivista No Expo ed autore di un articolo uscito la scorsa settimana sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2016-03-01-abo-expo\r\n\r\nLeggi l'articolo:\r\n\"Dalla sera alla mattina, spente le luci sull’albero della vita, l’interesse della stampa, della politica, della finanza, s’è diretto altrove. Dietro le operazioni di smontaggio del sito e il bilancio pubblicato da Expo 2015 SpA c’è però dell’altro.\r\n\r\nLa scorsa settimana l’ex amministratore delegato (nonché commissario unico) di Expo 2015, Giuseppe Sala, ha presentato alla stampa, contro ogni previsione, un bilancio roseo dell’evento: 14 milioni di attivo. Proviamo a entrare nel merito?\r\n\r\nPer scardinare la narrazione mediatica del successo basterebbe ricordare che la grande kermesse meneghina è costata oltre due miliardi a fronte di 736 milioni di ricavi: un passivo preannunciato e pesante anzitutto per le casse pubbliche. Il bilancio del solo anno 2015 risulterebbe positivo (risulterebbe, perché non tutti pagamenti e gli introiti messi a bilancio sono realmente effettuati) perché i costi di rimozione delle interferenze, bonifica, allestimento della piastra, edificazione e parte della comunicazione… sono stati materia dei lunghi anni di “warm-up”. Parafrasando: nel 2015 Expo era già stata pagata e, in buona sostanza, costruita. L’attivo (comunque più che dimezzato rispetto al patrimonio calcolato l’anno precedente) deriva dalla differenza tra i soli costi di gestione del perimetro del sito, al netto degli introiti dello stesso anno.\r\nVogliamo scavare ulteriormente nella voce dei ricavi? I 736 milioni sono scomponibili in 373 milioni derivanti dai biglietti (a fronte dei 500 previsti), 224 da sponsorizzazioni, mentre la restante parte cade nella voce “varie”. Il tema dei biglietti è interessante perché utile a chiarire la portata di un’esposizione che è stata tutto tranne che universale: fino ad aprile 2015 le previsioni parlavano di un pareggio a 24 milioni di biglietti staccati, a fronte di una media per biglietto di 22 euro circa. Oggi sappiamo che sono stati stacci 3 milioni di biglietti in meno, con una media per ticket che non arriva 18 euro. In altre parole, man mano che i mesi passavano, consapevoli del rischio flop, i promotori di Expo si sono affannati in sperticati sconti, ingressi serali a 5 euro, gratuità serali per chi arrivava in automobile all’happening della sostenibilità alimentare, 10mila ingressi gratis concessi ogni giorno a delegazioni, operatori, giornalisti… anche la composizione demografica dei visitatori ci parla di un evento molto “italiano”, parzialmente europeo e al limite cinese, più che globale.\r\n\r\nSi potrebbe approfondire segnalando alcune incongruità sesquipetali (decine di milioni non ancora incassati in biglietti e pubblicità, confusione tra cifre in conto capitale e cifre in spesa corrente, bonifiche promesse e mai completate…) ma entreremmo in una materia difficilmente riassumibile nello spazio a nostra disposizione. Su tutte le ambiguità una brucia più di altre: quasi 30 milioni di euro risparmiati dalla nociva “via d’acqua”, un canale di oltre 20km che avrebbe dovuto collegare il sito espositivo al centro città attraverso quattro parchi, archiviato da due anni di lotte, non sono stati utilizzati (come votato dal consiglio comunale) per risistemare il Seveso ed evitare le periodiche esondazioni ma per coprire gli extra-costi del già commissariato padiglione Italia. C’è stata una battaglia popolare vincente contro Expo 2015, vincente nell’opposizione al progetto di devastazione della cintura ovest dei parchi e vincente nel saper indicare un’utilità nello storno dei fondi per intervenire sulle fragilità del territorio: quella promessa è stata smentita e solo oggi sappiamo che i soldi risparmiati sono stati deviati per mettere una pezza ad un claudicante padiglione costato ben 30 milioni più del previsto\r\n\r\nIl tema credo sia, a questo punto, un altro. Negli anni dell’opposizione ad Expo, abbiamo sempre parlato del grande-evento come volano ed acceleratore di iniziative speculative e di finanziarizzazione di un’area ben più vasta del semplice sito espositivo. E’ questo che differenzia il mega-evento da altre iniziative minori, la sua capacità di farsi magnete di investimenti e di operare torsioni culturali e giuridiche. Con l’occasione di Expo, alla voce opere accessorie non necessarie, sono state sdoganate tre autostrade ed una marea di piccole grandi opere che sono costate complessivamente oltre 10 miliardi di euro, non 2, certamente non 0,7 come messo a bilancio 2015 per smerciare alla stampa un traballante esito positivo.\r\n\r\nNei bilanci della TEEM (Tangenziale Est Esterna) della Pedemontana e di BreBeMi (grandi infrastrutture spacciate per indispensabili e oggi sensibilmente sottoutilizzate), nelle defiscalizzazioni concesse a queste colate di cemento, negli episodi di ecomafia, tangentismo e corruzione che a decine sono calati su questa ragnatela di asfalto e cemento, ritroviamo un bilancio ad oggi inedito e disarmante non solo dell’evento ma del suo significato sociale.\r\n\r\nNon ultimo sarebbe importante mettere a bilancio 2015 anche la metamorfosi che Expo ha facilitato in materia di archiviazione del contratto nazionale, il diritto di sciopero ipotecato dalla scure prefettizia, di sdoganamento del lavoro volontario e non retribuito, la gestione emergenziale, ancorché pianificata, del territorio metrolombardo, le ricadute in materia di commissariamento che dal laboratorio Milano veleggia oggi in direzione della capitale.\r\n\r\nAd oggi, siamo orfani non soltanto di un bilancio autentico e complessivo dell’Esposizione Universale, iniziativa comunque anacronistica e discutibile, quello che ci manca è un bilancio politico di Expo come forza centripeta della mercificazione di un territorio e delle sue relazioni e centrifuga in materia di diritti sul lavoro, la salute, il verde, l’accessibilità alla città pubblica ed allo spazio urbano. La candidatura alle primarie di Milano dell’ex AD Giuseppe Sala, uomo di Renzi che piace al centro-destra, non è che la coronazione di questa “vision” del Partito della Nazione, secondo cui il presente del paese deve procedere per strappi sì, ma diretti dall’alto. Così il commissario si candida a diventare il primo super-sindaco della neonata area metropolitana di Milano, nella distrazione di una città ormai distratta dalla semestrale sbornia di una parola “expo” che, una volta appiccicata un po’ dappertutto, ha perso davvero ogni sapore.\"","1 Marzo 2016","2016-03-04 11:30:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/03/expo2-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Expo. 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Per maggiori informazioni sulla loro iniziativa visitate il sito http://tuttaunaltrastoria.info/\r\n\r\nL'intervista è ascoltabile qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/uni-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nAbbiamo poi intervistato Nicoletta Poidimani per parlare di produzione di morte, nocività e difesa ipocrita della vita, grazie al contributo Topo Seveso, un documento che ricorda il disastro ambientale del 76 e permette di fare delle importanti riflessioni sulla gestione militare delle emergenze, sull'importanza della memoria collettiva e sulla necessità di opporsi all'avvelenamento quotidiano delle nostre vite in nome del profitto.\r\n\r\nAscolta il contributo qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/nicoletta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nL'intera puntata è disponibile qui sotto:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/intero.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Febbraio 2022","2022-02-10 16:06:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/Ars-Medica-3-200x110.jpg","Sfasciapassare #12 - puntata del 9 febbraio","podcast",1644509201,[159],"http://radioblackout.org/tag/sfasciapassare/",[142],{"post_content":162},{"matched_tokens":163,"snippet":164,"value":165},[17],"vita, grazie al contributo Topo \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>, un documento che ricorda il","Nella puntata del 9 febbraio abbiamo intervistato un gruppo di docenti e di ricercatori universitari per parlare della loro presa di posizione pubblica contro l'obbligo vaccinale recentemente imposto al personale dell'università in tutta Italia, e in generale contro l'esibizione del green pass sul posto di lavoro e nelle altre aree della vita quotidiana. 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All'estero è l'anno della Cambogia di Pol Pot, dell'assassinio in carcere di U. Meinhof, delle lotte dell'IRA, e di quanto mano a mano cercheremo di raccontarvi con approfondimento vari.\r\n\r\nTrasmissione del 29 marzo 2013\r\n\r\nCome di consueto iniziamo il racconto del 1976 partendo dalla musica, rigorosamente (o quasi) dell'anno trattato, che fa da sottofondo alla cronologia dell'anno 1976.\r\n\r\n29 marzo parte uno\r\n\r\n29 marzo parte 2\r\n\r\n29 marzo parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 05 aprile 2013\r\n\r\n\r\n\r\nIniziamo a trattare il 1976 attraverso il racconto dell'esperienza di Senza Tregua e dei Comitati Comunisti, soprattutto a Milano: le autoriduzioni, gli espropri, le occupazioni, le lotte operaie, l'autonomia e l'insubordinazione. Letture dal testo Senza tregua-Storia dei Comitati comunisti per il potere operaio 1975-1976 a cura di Emilio Mentasti\r\n\r\n5 aprile parte 1\r\n\r\n5 APRILE PARTE 2\r\n\r\n5 aprile parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 12 aprile 2013\r\n\r\nContinuano le letture dal libro Senza Tregua di Emilio Mentasti: i comitati comunisti a Torino, le elezioni del 20 giugno 1976 ed il disastro di Seveso\r\n\r\n12 aprile parte 1\r\n\r\n12 aprile parte 2\r\n\r\n12 aprile parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 19 aprile 2013\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOggi si parla della nascita di Radio Alice, storica radio libera bolognese protagonista dal 1976 al 1977; lo facciamo con l'ausilio di due testi , Alice è il diavolo a cura di Bifo e Gomma e L'avanguardia inaudita di Klemens Gruber, e di alcuni contributi audio originali\r\n\r\n19 aprile parte 1\r\n\r\n19 aprile parte 2\r\n\r\nTrasmissione del 3 maggio 2013\r\n\r\nSeconda parte dedicata a Radio Alice: il linguaggio sporco dei Radio Alice, la comunicazione e le strategie, i falsi e le parodie. Ancora con l' ausilio del libro L'avanguardia inaudita di Klemens Gruber. E poi si inizia a parlare dei film del 1976: gli Oscar, i premi vari e la presentazione di Taxi driver, il cult movie dell'anno\r\n\r\n3 maggio parte 1\r\n\r\n3 maggio parte 2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Maggio 2013","2018-10-17 22:10:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/operai-200x110.jpeg","I podcast di 1959: le trasmissioni di aprile 2013",1368621291,[],[],{"post_content":185},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[17],"1976 ed il disastro di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>\r\n\r\n12 aprile parte 1\r\n\r\n12","Inizia la narrazione dell'anno 1976, un anno caratterizzato in Italia dalle elezioni politiche (ancora vinte dalla DC), dall'inasprimento ulteriore delle misure repressive, dall'esecuzione di Coco ad opera delle BR, dalla fine dei gruppi e dal fermento sociale che prepara il 1977. All'estero è l'anno della Cambogia di Pol Pot, dell'assassinio in carcere di U. Meinhof, delle lotte dell'IRA, e di quanto mano a mano cercheremo di raccontarvi con approfondimento vari.\r\n\r\nTrasmissione del 29 marzo 2013\r\n\r\nCome di consueto iniziamo il racconto del 1976 partendo dalla musica, rigorosamente (o quasi) dell'anno trattato, che fa da sottofondo alla cronologia dell'anno 1976.\r\n\r\n29 marzo parte uno\r\n\r\n29 marzo parte 2\r\n\r\n29 marzo parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 05 aprile 2013\r\n\r\n\r\n\r\nIniziamo a trattare il 1976 attraverso il racconto dell'esperienza di Senza Tregua e dei Comitati Comunisti, soprattutto a Milano: le autoriduzioni, gli espropri, le occupazioni, le lotte operaie, l'autonomia e l'insubordinazione. Letture dal testo Senza tregua-Storia dei Comitati comunisti per il potere operaio 1975-1976 a cura di Emilio Mentasti\r\n\r\n5 aprile parte 1\r\n\r\n5 APRILE PARTE 2\r\n\r\n5 aprile parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 12 aprile 2013\r\n\r\nContinuano le letture dal libro Senza Tregua di Emilio Mentasti: i comitati comunisti a Torino, le elezioni del 20 giugno 1976 ed il disastro di \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>\r\n\r\n12 aprile parte 1\r\n\r\n12 aprile parte 2\r\n\r\n12 aprile parte 3\r\n\r\nTrasmissione del 19 aprile 2013\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nOggi si parla della nascita di Radio Alice, storica radio libera bolognese protagonista dal 1976 al 1977; lo facciamo con l'ausilio di due testi , Alice è il diavolo a cura di Bifo e Gomma e L'avanguardia inaudita di Klemens Gruber, e di alcuni contributi audio originali\r\n\r\n19 aprile parte 1\r\n\r\n19 aprile parte 2\r\n\r\nTrasmissione del 3 maggio 2013\r\n\r\nSeconda parte dedicata a Radio Alice: il linguaggio sporco dei Radio Alice, la comunicazione e le strategie, i falsi e le parodie. Ancora con l' ausilio del libro L'avanguardia inaudita di Klemens Gruber. E poi si inizia a parlare dei film del 1976: gli Oscar, i premi vari e la presentazione di Taxi driver, il cult movie dell'anno\r\n\r\n3 maggio parte 1\r\n\r\n3 maggio parte 2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[190],{"field":79,"matched_tokens":191,"snippet":187,"value":188},[17],{"best_field_score":123,"best_field_weight":124,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":40,"score":125,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":40},{"document":194,"highlight":206,"highlights":211,"text_match":214,"text_match_info":215},{"comment_count":40,"id":195,"is_sticky":40,"permalink":196,"podcastfilter":197,"post_author":150,"post_content":198,"post_date":199,"post_excerpt":46,"post_id":195,"post_modified":200,"post_thumbnail":201,"post_title":202,"post_type":156,"sort_by_date":203,"tag_links":204,"tags":205},"72783","http://radioblackout.org/podcast/la-zad-sotterranea-e-la-lotta-contro-la-miniera-di-mazaugues/",[134],"Nel giugno 2021 alcuni attivisti decidono di occupare una vecchia miniera sotterranea di bauxite situata a Mazaugues, nel sud della Francia, dando vita alla prima Zone à Defendre situata sotto il livello del suolo. Il loro è un gesto estremo, in quanto rimarranno in questo luogo per settimane, senza luce del sole e in difficili condizioni in cui resistere, vedendosi inoltre chiudere la via d’uscita in superficie da un enorme masso. Come si è arrivati a questa impegnativa situazione? Ce lo spiegano i compagni e le compagne che da tempo si battono contro la Provence Granulat, azienda di estrazione di roccia che vorrebbe espropriare e sfruttare la zona della vecchia miniera. Il progetto estrattivo produrrebbe enormi danni ecologici ad una zona di alto valore ambientale, crolli e rischi geologici dovuti all’instabilità della zona e l’inquinamento della falda acquifera lì situata. I lavori di estrazione prevedono l’uso di grosse quantità di esplosivo, ancora più rischiose essendo utilizzate nei pressi di una zona dichiarata ad Alto Rischio Seveso2, quindi molto pericolosa in caso di incidenti. Ci siamo fatti raccontare la storia e le strategie di questa lotta ai microfoni di Liberation Front:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/zad-sotterranea.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","11 Gennaio 2022","2022-01-11 22:13:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/01/1200x680_capture_31-200x110.jpg","La ZAD sotterranea e la lotta contro la miniera di Mazaugues",1641938574,[],[],{"post_content":207},{"matched_tokens":208,"snippet":209,"value":210},[17],"zona dichiarata ad Alto Rischio \u003Cmark>Seveso\u003C/mark>2, quindi molto pericolosa in caso","Nel giugno 2021 alcuni attivisti decidono di occupare una vecchia miniera sotterranea di bauxite situata a Mazaugues, nel sud della Francia, dando vita alla prima Zone à Defendre situata sotto il livello del suolo. 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