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Oltre a dover gestire la pandemia, volendo inoltre proseguire il corso del rientro dal post-Fukushima, il governo Suga Yoshihide si trova a dover per forza organizzare le olimpiadi, per poter rilanciare il paese a livello internazionale, e riprendere a essere il partner principale degli Usa nell'area. Probabilmente dunque non era il momento ancora per annunciare che sarebbero state riversate le acque reflue della centrale di Fukushima, ma non gli si può attribuire la paternità di una volontà di devastazione: era già tutto pianificato da tempo (dal 2013 si parla di una soluzione simile e da 3 anni dopo ci sono i primi piani in quel senso), e sarebbe un piano dettagliato “in sicurezza”, perché le quantità di trizio sarebbero minime dopo la purificazione. Quindi si tratterebbe di una tempesta in un bicchiere d'acqua radioattiva? Un ‘rischio ragionato’ anche questo? Abbiamo chiesto a Marco Zappa di venire guidati da un esperto nel contesto nipponico per riuscire a dare il giusto valore agli eventi in corso attorno al pericolo rappresentato da Fukushima. \r\n\r\nUn elemento localmente collocabile nelle prefetture giapponesi con sbocco sull'Oceano è quello per cui han dimostrato forte preoccupazione... ma per motivi economici: gli sforzi per rendere appetibili i prodotti dell'industria ittica che in dieci anni hanno tentato di rendere appetibile il pescato nipponico rischiano di essere invalidati con questa mossa; d'altro canto difficile mantenere fiducia nella Tepco, l'operatore che doveva gestire l’impianto e ha dovuto ammettere di non aver adottato tutte le misure di prevenzione e che le falde acquifere erano state contaminate, nonostante le barriere, nonostante ora stia fornendo dati più significativi e precisi. Allora la scelta dei tempi e il modello di comunicazione del governo Suga non sia quello più efficace.\r\n\r\nPoi ci sono le reazioni dai paesi limitrofi da considerare, nazioni che insistono su un'area che da decenni spartiscono le acque tra il comparto ittico e l'uso adibito al raffreddamento dei nuclei radioattivi nelle centrali. Il Giappone sta offrendo ai suoi antagonisti nell'area, in primis alla Cina, il destro per condannare il disastro in acque oltretutto rivendicate per altri motivi che sfruttano la devastazione a fini puramente geopolitici (e le isole Senkaku si trovano al pollo opposto del Giappone), perché si somma a una serie di contenziosi che contrappongono tutte le realtà nazionali, rinfocolando pure questioni che risalgono al secondo conflitto mondiale, in particolare per quel che riguarda la Corea del Sud il dramma mai risolto delle comfort women coreane, abusate dall'esercito imperiale nipponico: insomma l'annuncio sugli sversamenti è colto al balzo dalla politica interna dei paesi confinanti, spesso in difficoltà.\r\n\r\nTale il portato sulla politica internazionale che l'atteggiamento degli Usa, in precedenza critico perché il fall-out radioattivo di Fukushima aveva raggiunto le loro coste, ora è indirizzato a appoggiare il piano nipponico... \"forse\" per motivi geopolitici di contrapposizione alle rimostranze cinesi e di coinvolgimento di Tokyo nel contenimento dell'espansionismo cinese. Questo si scontra con il problema di dover cambiare la costituzione nipponica che prevede l'impossibilità per l'esercito dell'imperatore di agire fuori dai confini di Yamato-ku e la rinuncia a qualsiasi mezzo bellico per risolvere contenziosi internazionali; benché Abe Shinzo sia riuscito a introdurre nel 2015 una serie di leggi che permetterebbero una maggiore libertà di movimento e assistenza delle attività americane in ambito regionale. Ma la riforma costituzionale vera e propria prevede tempi lunghi.\r\n\r\nMa molte altre situazioni allarmanti insistono nell'area e a Sabrina Moles non pare vero di affrontare uno per uno questi argomenti a cominciare da Taiwan, dove è atterrata una delegazione legata alla passata amministrazione trumpiana, ma si tratta di un'isola dove si concentrano molti motivi di contesa: dalla carenza dei nanochip – che si sono rilevati un comparto monopolistico di \u003Cmark>Taipei\u003C/mark>, negando forniture all'industria cinese – alle provocazioni da ambo i lati, un contenzioso che proviene da lontano, come ci illustra Alessandra Colarizi in questo pezzo: https://ogzero.org/taiwan-e-snodo-essenziale-tra-loccidente-e-il-sogno-cinese/ e che Sabrina puntualizza, dai voli provocatori di jet militari sui cieli di Formosa.\r\n\r\nUn altro accenno è quello inevitabile al cambiamento climatico, destinato a venire disatteso, ma troppo di moda per venire disatteso, tanto che si ipotizza un vertice sull'argomento tra Xi e Biden. Ma il motivo di maggiore preoccupazione in Sudest asiatico ora è Myanmar e ciò che vi capita che stiamo cercando di seguire nella rutilante rincorsa degli eventi e in attesa dell'uscita del volume di Massimo Morello (https://ogzero.org/studium/burma-blue-riavvolgere-il-nastro-dalla-fine/) diamo notizia delle decorazioni dei vasi del capodanno birmano, che recano scritte contro il golpe.\r\n\r\nMa quello che sembra off topic è la situazione vaccinale dei Balcani, se non fosse che una grande maggioranza dei molti vaccini serbi sono sinovac...\r\n\r\nUn ultimo argomento riguarda le criptovalute ma questo sarà probabilmente un tema che ci accompagnerà a lungo nelle prossime puntate.\r\n\r\n\"16 Fukushima, una tempesta in un bicchiere di acqua radioattivamente geopolitica?\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/cSpY7J8yaMk",[84,86,88,90,92,94,96,98,100,102,105,107],{"matched_tokens":85,"snippet":74},[],{"matched_tokens":87,"snippet":33},[],{"matched_tokens":89,"snippet":27},[],{"matched_tokens":91,"snippet":75},[],{"matched_tokens":93,"snippet":76},[],{"matched_tokens":95,"snippet":77},[],{"matched_tokens":97,"snippet":31},[],{"matched_tokens":99,"snippet":25},[],{"matched_tokens":101,"snippet":35},[],{"matched_tokens":103,"snippet":104},[23],"\u003Cmark>Taipei\u003C/mark>",{"matched_tokens":106,"snippet":15},[],{"matched_tokens":108,"snippet":21},[],[110,116],{"field":36,"indices":111,"matched_tokens":113,"snippets":115},[112],9,[114],[23],[104],{"field":117,"matched_tokens":118,"snippet":81,"value":82},"post_content",[23],578730123365712000,{"best_field_score":121,"best_field_weight":122,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":123,"tokens_matched":20,"typo_prefix_score":47},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":125,"highlight":143,"highlights":148,"text_match":151,"text_match_info":152},{"cat_link":126,"category":127,"comment_count":47,"id":128,"is_sticky":47,"permalink":129,"post_author":50,"post_content":130,"post_date":131,"post_excerpt":132,"post_id":128,"post_modified":133,"post_thumbnail":134,"post_thumbnail_html":135,"post_title":136,"post_type":58,"sort_by_date":137,"tag_links":138,"tags":141},[44],[46],"86514","http://radioblackout.org/2024/01/elezioni-a-taiwan-una-lettura-differente/","Con la vittoria di William Lai Ching-te di sabato scorso, il Partito progressista democratico (Dpp) ha conquistato per la terza volta consecutiva la presidenza di Taiwan. Non era mai successo nella storia dell’isola, dove il Dpp e i nazionalisti del Kuomintang (Kmt) l’avevano mantenuta al massimo per due mandati di fila. 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Tra questi c'è la Cina, che \"deplora\", anzi, \"si rammarica\" per il conflitto russo-ucraino. Abbiamo contattato Lucrezia Goldin, studiosa di Cina che scrive per ChinaFiles e Il Manifesto, per parlarci della Cina, del suo partenariato strategico con la Russia, del suo mancato - almeno per ora - ruolo di mediatore nel conflitto. Le abbiamo anche chiesto quali possono essere le conseguenze per quella che la Cina definisce un'isola ribelle, Taiwan, e quali sono le somiglianze, e le differenze, tra Kiev e Taipei. In ultimo, abbiamo chiesto a Lucrezia qual è la linea di Xi Jinping sul fronte interno e quali sono le reazioni all'invasione russa nel web cinese. A riguardo, vi consigliamo la lettura di questo articolo, oltre all'ascolto della diretta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/chinafiles.mp3\"][/audio]","8 Marzo 2022","2022-03-08 01:47:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-300x190.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-300x190.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-1024x647.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping-768x485.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/xijinping.png 1165w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un'ambiguità strategica. 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E così in lockdown sono sottoposti 23 milioni di cinesi. Infatti tutto è nascosto dal successo economico cinese nell'anno per gli altri horribilis 2020.\r\n\r\nMa la vera rivalsa di classe in corso contro il 996 è l'atteggiamento soprattutto giovanile rispetto al lavoro. Il \"moyu\" è venuto alla ribalta dopo che si sono verificati alcuni casi di morti da iperlavoro nel settore dell'e-commerce (il Karoshi vecchio di 3 decenni nella società giapponese) al quale i giovani cominciano a contrapporre un sano sciallo... evidentemente la penetrazione occidentale sta scalfendo la considerazione del benessere della comunità come unico traguardo da conseguire anche sacrificando l'individuo. D'altro canto il settore hi tech sta diventando molto potente... intrecci nel mondo del lavoro.\r\n\r\nIntanto Pompeo ha rimosso i limiti autoimposti dagli Usa per intrattenere relazioni con Taiwan per proseguire la costellazione di mine nel mondo, per rendere impossibile il lavoro di Biden; ma anche in questo caso si creano arabeschi di intrecci sullo sfondo in questo caso delle ambizioni di Taipei (uscita brillantemente dalla pandemia, con un sapiente mix di tracciamento asiatico e minima coercizione liberale) di entrare in quell'Oms da cui Trump è uscito.\r\n\r\nMolti congressi sono in corso nell'area asiatica: Kim ammette il disastro economico della Corea del Nord (ma mostra missili fallici – benché di difesa), per quanto ci siano alcuni borghesi privati che aiutano l'economia; anche il Laos è sprofondato economicamente, nonostante l'appoggio della Cina; e infine le elezioni in Kirghizistan e in Kazakistan, segno della disillusione del popolo kazako che si è nuovamente consegnato a Nursultan (nuovo nome di Astana) Nazarbayev.\r\n\r\nTorniamo al mondo del lavoro con la corte suprema indiana che ha bloccato la contestata riforma agricola di Modi e concludiamo la rubrica del 14 gennaio 2021\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/OrientePress04.mp3\"][/audio]","16 Gennaio 2021","2021-01-16 21:28:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo-300x180.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo-300x180.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo-1024x614.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo-768x461.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/pinduoduo.jpeg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche #04",1610832403,[201,202,203,204,205,206,207,71],"http://radioblackout.org/tag/996/","http://radioblackout.org/tag/karoshi/","http://radioblackout.org/tag/kazakistan/","http://radioblackout.org/tag/kim-jong-un/","http://radioblackout.org/tag/modi/","http://radioblackout.org/tag/moyu/","http://radioblackout.org/tag/nursultan/",[209,210,211,212,213,214,215,15],"996","karoshi","Kazakistan","Kim Jong-un","Modi","moyu","Nursultan",{"post_content":217},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[23],"questo caso delle ambizioni di \u003Cmark>Taipei\u003C/mark> (uscita brillantemente dalla pandemia, con","Moyu, come fare il meno possibile\r\nCon Sabrina Moles abbiamo iniziato a ripercorrere le ultime notizie provenienti dall’Oriente asiatico cominciando un po’ scontatamente con la pandemia di SarsCoV2:\r\n\r\nPreoccupante notizia iniziale sul nuovo focolaio vicino a Beijing, che è la zona più sotto controllo (anche non solo quando è pretestuoso per impedire all'Oms di accedere a segreti sepolti chissà in che laboratorio)... certo che ammettere ufficialmente che c'è già un primo morto della nuova diffusione fa paura al mondo. 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D'altro canto il settore hi tech sta diventando molto potente... intrecci nel mondo del lavoro.\r\n\r\nIntanto Pompeo ha rimosso i limiti autoimposti dagli Usa per intrattenere relazioni con Taiwan per proseguire la costellazione di mine nel mondo, per rendere impossibile il lavoro di Biden; ma anche in questo caso si creano arabeschi di intrecci sullo sfondo in questo caso delle ambizioni di \u003Cmark>Taipei\u003C/mark> (uscita brillantemente dalla pandemia, con un sapiente mix di tracciamento asiatico e minima coercizione liberale) di entrare in quell'Oms da cui Trump è uscito.\r\n\r\nMolti congressi sono in corso nell'area asiatica: Kim ammette il disastro economico della Corea del Nord (ma mostra missili fallici – benché di difesa), per quanto ci siano alcuni borghesi privati che aiutano l'economia; anche il Laos è sprofondato economicamente, nonostante l'appoggio della Cina; e infine le elezioni in Kirghizistan e in Kazakistan, segno della disillusione del popolo kazako che si è nuovamente consegnato a Nursultan (nuovo nome di Astana) Nazarbayev.\r\n\r\nTorniamo al mondo del lavoro con la corte suprema indiana che ha bloccato la contestata riforma agricola di Modi e concludiamo la rubrica del 14 gennaio 2021\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/OrientePress04.mp3\"][/audio]",[222],{"field":117,"matched_tokens":223,"snippet":219,"value":220},[23],{"best_field_score":153,"best_field_weight":154,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":47,"score":155,"tokens_matched":20,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":23,"per_page":227,"q":23},6,{"facet_counts":229,"found":17,"hits":243,"out_of":292,"page":20,"request_params":293,"search_cutoff":37,"search_time_ms":17},[230,238],{"counts":231,"field_name":236,"sampled":37,"stats":237},[232,234],{"count":20,"highlighted":233,"value":233},"I Bastioni di Orione",{"count":20,"highlighted":235,"value":235},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":239,"field_name":36,"sampled":37,"stats":242},[240],{"count":20,"highlighted":241,"value":241},"Bastioni di Orione",{"total_values":20},[244,269],{"document":245,"highlight":260,"highlights":265,"text_match":151,"text_match_info":268},{"comment_count":47,"id":246,"is_sticky":47,"permalink":247,"podcastfilter":248,"post_author":249,"post_content":250,"post_date":251,"post_excerpt":53,"post_id":246,"post_modified":252,"post_thumbnail":253,"post_title":254,"post_type":255,"sort_by_date":256,"tag_links":257,"tags":259},"92326","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-03-10-2024-libano-una-nuova-gaza-le-terre-rare-sono-il-petrolio-della-cina-diceva-deng-ora-xi-le-nazionalizza/",[233],"radiokalakuta","In questa puntata Bastioni di Orione racconta con Lorenzo Forlani ,giornalista che vive a Beirut , la situazione in Libano sotto attacco dell'esercito israeliano e lo scenario in seguito all'assasinio di Nasrallah .Il leader scita aveva accettato una tregua ,informazione confermata anche da fonti statunitensi ,e probabilmente questo è stato il motivo del suo assassinio da parte dell'aviazione israeliana in quanto la leadership suprematista considera l'allargamento del conflitto un opportunità non solo per garantirsi un futuro politico ma anche per cambiare gli equilibri della regione e nella loro visione millenarista costruire l\"Erétz Yisraél\" promessa ai discendenti di Abramo .\r\n\r\nIl Libano già colpito da una crisi economica devastante è stato investito dalla ferocia di Israele che sta applicando lo stesso schema genocidario di Gaza senza alcuna remora nel provocare migliaia di vittime civili , e in un paese già diviso , anche a causa dei retaggi coloniali, le fratture confessionali rischiano di acuirsi . Da parte dei media occidentali si continua a descrivere Hetzbollah come solo un milizia terrorista ma in realtà si tratta di una organizzazione politica che è rappresentativa della comunità scita ed è presente nelle istituzioni libanesi ,ha un estesa ramificazione sociale ,ha costruito un sistema di welfare diffuso ; il suo leader Nasrallah era una personalità estremamente influente nella regione anche dal punto di vista religioso e il suo omicidio costituisce un accelerazione dello scontro con l'Iran . Un Iran riluttante a impegnarsi in una guerra totale con Israele ,consapevole delle difficoltà interne e del consenso perso in seguito alla crisi economica e alla repressione delle proteste di piazza ,che comunque si troverà costretto a rispondere alle provocazioni di Israele .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-03102024-FORLANI-LIBANO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Lamperti , giornalista ed esperto conoscitore della Cina che si trova a Taipei, parliamo del \" petrolio\" cinese come definì nel 1987 Deng xiaoping le terre rare che la Cina possiede in gran quantità e che sono strategiche per lo sviluppo di dispositivi tecnologici utili alla transizione energetica. Partendo dal monopolio dell'estrazione e della catena della raffinazione La Cina si è dotata di processi ormai completamente automatizzati che le consentono di produrre veicoli elettrici a prezzi concorrenziali e condizionare l'approvigionamento a questi materiali che sono strategici anche per l'industria militare . Le recenti manovre di stimolo della Banca Centrale cinese che ha immesso liquidità per sostenere il mercato immobiliare in crisi , le finanze delle casse regionali e le aziende quotate in borsa sono state interpretate come un ammissione delle difficoltà dell'economia cinese il cui sviluppo è lontano dall'obiettivo del 5% annuo di crescita (comunque fantascientifico per le asfittiche economie europee) . Lo sviluppo delle nuove forze produttive ,come le ha chiamate Xi, è teso al superamento del modello di esportazione al fine di stimolare il mercato interno ed ha al contempo preoccupato sopratutto gli Stati Uniti per l'eventuale eccesso di sovraproduzione cinese che ne puo' derivare ,da qui la politica dei dazi sui prodotti cinesi che si sta rivelando controproducente in particolare per il mercato dell'auto europeo.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-03102024-LAMPERTI-CINA.mp3\"][/audio]","5 Ottobre 2024","2024-10-05 22:53:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 03/10/2024-LIBANO UNA NUOVA GAZA ?- LE TERRE RARE SONO IL PETROLIO DELLA CINA DICEVA DENG , ORA XI LE NAZIONALIZZA.","podcast",1728168826,[258],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[241],{"post_content":261},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[23],"Cina che si trova a \u003Cmark>Taipei\u003C/mark>, parliamo del \" petrolio\" cinese come","In questa puntata Bastioni di Orione racconta con Lorenzo Forlani ,giornalista che vive a Beirut , la situazione in Libano sotto attacco dell'esercito israeliano e lo scenario in seguito all'assasinio di Nasrallah .Il leader scita aveva accettato una tregua ,informazione confermata anche da fonti statunitensi ,e probabilmente questo è stato il motivo del suo assassinio da parte dell'aviazione israeliana in quanto la leadership suprematista considera l'allargamento del conflitto un opportunità non solo per garantirsi un futuro politico ma anche per cambiare gli equilibri della regione e nella loro visione millenarista costruire l\"Erétz Yisraél\" promessa ai discendenti di Abramo .\r\n\r\nIl Libano già colpito da una crisi economica devastante è stato investito dalla ferocia di Israele che sta applicando lo stesso schema genocidario di Gaza senza alcuna remora nel provocare migliaia di vittime civili , e in un paese già diviso , anche a causa dei retaggi coloniali, le fratture confessionali rischiano di acuirsi . 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Sabato 13 gennaio si svolgeranno le elezioni presidenziali e legislative: a sfidarsi il candidato del Partito Progressista Democratico (DPP) Lai Ching-te, attuale vicepresidente, il candidato del Guomindang Hou Yu-ih e l'ex sindaco di Taipei Ko Wen-je, del Partito popolare, vero outsider della competizione. La posizione cruciale all'interno della catena produttiva globale dei microprocessori e lo status di casus belli designato assegnato all'isola nello scontro fra Stati Uniti e Cina, conferiscono alla tornata elettorale un respiro internazionale, per quanto le attenzioni dei taiwanesi restino concentrate sulle questioni materiali interne (carovita, inflazione, etc.) e sulla strenua difesa dello status quo giuridico dell'isola, da declinarsi in un incremento della deterrenza militare e ulteriore avvicinamento a Washington (come sostenuto dal DPP), o nel dialogo e nell'approfondimento dei rapporti commerciali e politici con Pechino (come vorrebbe il Guomindang). Sullo sfondo il ruolo cauto e ambiguo dei colossi del settore dei semiconduttori come TSMC, spesso ben più rilevanti a livello politico e diplomatico delle stesse autorità ufficiali.\r\n\r\nAi nostri microfoni Lorenzo Lamperti, giornalista e corrispondente da Taipei per il Manifesto e altre testate, per un approfondimento sui candidati, sui blocchi sociali da essi rappresentati, sul ruolo dei colossi del settore microchip, sul clima che si respira sull'isola e la portata internazionale della contesa.\r\n\r\nA dispetto delle caute intenzioni dei suoi abitanti, appare sempre più evidente come, anche in questo caso, le sorti dell'isola si decideranno altrove, nelle pieghe e negli sviluppi che assumerà nel futuro prossimo la contesa fra Stati Uniti e Cina, in questa delicata fase di riconfigurazione degli equilibri mondiali. Se quindi sono le prossime elezioni americane ad assumere un peso ben più rilevante anche per le stesse sorti di Taiwan, appare lecito interrogarsi su quale sia il dibattito attuale all'interno degli stessi apparati USA rispetto alle prossime mosse nell'area e soprattutto nei confronti della Cina, in quella che appare in maniera sempre più evidente come l'assenza di una vera e propria strategia di lungo termine all'altezza dei tempi. Sintomo lampante di una crisi sociale e di una polarizzazione interna lungi dall'essere risolte.\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------\r\n\r\nNella seconda parte di trasmissione, ci spostiamo nuovamente sul fronte della guerra in Medio Oriente. Ai nostri microfoni Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto e direttore di Pagine Esteri, per un aggiornamento sulla situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. La parziale smobilitazione di una parte dei riservisti dal Nord della Striscia, ormai ridotto in macerie, la serie di omicidi eccellenti fra alti ufficiali del cosiddetto \"asse della resistenza\" verificatesi nelle ultime settimane, le tensioni crescenti nello stretto di Bab al-Mandeb, configurano il passaggio ad una nuova fase della guerra? Alcune opinioni a confronto.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/la-fine-11-01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLorenzo Lamperti - Quanto comandano i chip nelle elezioni di Taiwan\r\n\r\nLorenzo Lamperti - Le identità nazionali e politiche di Taiwan alla prova del voto\r\n\r\nZack Cooper (FOREIGN POLICY) - Does America Have an Endgame on China?\r\n\r\nFrancesca Paci - Gilles Kepel: “Il prossimo fronte sarà il Mar Rosso. 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