","LE ARMI ITALIANE FINISCONO AI COLONI IN CISGIORDANIA","post",1737400179,[65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/beretta-fiocchi/","http://radioblackout.org/tag/coloni/","http://radioblackout.org/tag/territori-occupati/",[70,71,72,21],"armi","Beretta Fiocchi","coloni",{"post_content":74,"tags":80},{"matched_tokens":75,"snippet":78,"value":79},[76,77],"territori","occupati","ha consentito ai coloni nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> da Israele di armarsi liberamente.","Le armi italiane destinate al cosiddetto mercato civile privato costituiscono la maggior parte dell’export verso Israele di aziende come la Fiocchi o Beretta e riguarda soprattutto munizioni e armi non direttamente predisposte per lo specifico uso militare. Queste armi sono poi rivendute negli insediamenti illegali e acquistate da privati cittadini, tra cui i coloni. Non ci sono meccanismi di controllo della filiera e la liberalizzazione del possesso delle armi private da parte del ministro Ben Gvir ha consentito ai coloni nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> da Israele di armarsi liberamente. Questo imponente flusso di armi dall'Italia è stato monitorato da un'inchiesta pubblicata dalla rivista Altreconomia, che ha denunciato come l'Italia continui ad esportare armi e munizioni a uso “civile” in Israele, che vengono poi rivendute negli insediamenti illegali in un contesto di scarso controllo e crescente violenza contro i palestinesi. Queste armi non sono progettate per uso militare, ma possono essere acquistate da chiunque abbia una licenza. E in Israele, ottenere una licenza è diventato più facile che prenotare un tavolo al ristorante, basta dimostrare di aver frequentato tre corsi di tiro negli ultimi vent’anni e fare un colloquio telefonico. Con queste regole, in meno di tre mesi sono state presentate 300mila richieste. Aziende come Beretta e Fiocchi hanno una lunga tradizione nel rifornire il mercato israeliano. Armi Beretta e munizioni Fiocchi sono regolarmente presenti nei negozi e nei poligoni degli insediamenti illegali in Cisgiordania, Gerusalemme Est e nel Golan siriano occupato.\r\n\r\nNe parliamo con l'autrice dell'inchiesta Elisa Brunelli.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/INFO-ALTRAECONOMIA.mp3\"][/audio]",[81,83,85,87],{"matched_tokens":82,"snippet":70},[],{"matched_tokens":84,"snippet":71},[],{"matched_tokens":86,"snippet":72},[],{"matched_tokens":88,"snippet":90},[89,77],"Territori","\u003Cmark>Territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>",[92,98],{"field":39,"indices":93,"matched_tokens":95,"snippets":97},[94],3,[96],[89,77],[90],{"field":99,"matched_tokens":100,"snippet":78,"value":79},"post_content",[76,77],1157451471441625000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":107,"highlight":126,"highlights":139,"text_match":101,"text_match_info":148},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":51,"id":110,"is_sticky":51,"permalink":111,"post_author":54,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":114,"post_id":110,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_thumbnail_html":117,"post_title":118,"post_type":62,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":123},[48],[50],"93047","http://radioblackout.org/2024/10/la-detenzione-amministrativa-nei-territori-occupati/","La Legge sui combattenti illegali (Unlawful Combatants Law) concede alle forze armate israeliane ampi poteri per detenere chiunque da Gaza sia sospettato di partecipare alle ostilità contro Israele o di rappresentare una minaccia per la sicurezza dello Stato per periodi indefiniti e prorogabili, senza dover produrre prove a sostegno delle accuse. Questa procedura della detenzione amministrativa consente la tortura dilagante e, in alcune circostanze, istituzionalizza la sparizione forzata . Le autorità israeliane stanno usando la legge sui combattenti illegali per radunare arbitrariamente i civili palestinesi di Gaza e della West Bank per gettarli in un buco nero per periodi prolungati, senza produrre alcuna prova che rappresentino una minaccia per la sicurezza e senza la minima parvenza di giusto processo. Il Servizio carcerario israeliano (IPS) ha confermato all'ONG israeliana Hamoked che al 1° luglio 2024, 1.402 palestinesi erano detenuti in virtù della legge sui combattenti illegali. Le cifre escludono le persone detenute per un periodo iniziale di 45 giorni senza un ordine formale.\r\nAbbiamo contattato Sami Huraini dal villaggio di Al Tuwani ,zona Masafer Yatta a sud di Hebron area c West bank sotto controllo israeliano dagli accordi di Oslo,che ha parlato delle modalità e dell'estensione della detenzione amministrativa in un area dove sono presenti i volontari dell'operazione Colomba che in questi 20 anni si sono interposti alla violenza dell'occupazione israeliana e alla prepotenza di coloni e soldati .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/ZionismApartheidWestBank-1.mp3\"][/audio]","28 Ottobre 2024","Detenzione amministrativa in Cisgiordania.","2024-10-28 15:33:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/DETENZIONE-AMMINISTRATIVA.jpg 650w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA DETENZIONE AMMINISTRATIVA NEI TERRITORI OCCUPATI.",1730129620,[121,122,68],"http://radioblackout.org/tag/cidgiordania/","http://radioblackout.org/tag/detenzione-amministrativa/",[124,125,21],"Cidgiordania","detenzione amministrativa",{"post_title":127,"tags":132},{"matched_tokens":128,"snippet":131,"value":131},[129,130],"TERRITORI","OCCUPATI","LA DETENZIONE AMMINISTRATIVA NEI \u003Cmark>TERRITORI\u003C/mark> \u003Cmark>OCCUPATI\u003C/mark>.",[133,135,137],{"matched_tokens":134,"snippet":124},[],{"matched_tokens":136,"snippet":125},[],{"matched_tokens":138,"snippet":90},[89,77],[140,145],{"field":39,"indices":141,"matched_tokens":142,"snippets":144},[29],[143],[89,77],[90],{"field":146,"matched_tokens":147,"snippet":131,"value":131},"post_title",[129,130],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":150,"highlight":168,"highlights":179,"text_match":101,"text_match_info":187},{"cat_link":151,"category":152,"comment_count":51,"id":153,"is_sticky":51,"permalink":154,"post_author":54,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":157,"post_id":153,"post_modified":158,"post_thumbnail":159,"post_thumbnail_html":160,"post_title":161,"post_type":62,"sort_by_date":162,"tag_links":163,"tags":166},[48],[50],"91608","http://radioblackout.org/2024/09/cisgiordania-sotto-attacco-israele-vuole-una-nuova-gaza-nei-territori-occupati/","Mercoledì scorso l’esercito israeliano ha lanciato quella che è stata descritta come la più grande operazione militare dall’invasione israeliana delle principali città palestinesi in Cisgiordania nel 2002. L’assalto israeliano ha preso di mira le città della Cisgiordania settentrionale, ma soprattutto i campi profughi. L’operazione si è concentrata in gran parte sui campi profughi che circondano Jenin e Tulkarm per estendersi poi verso Hebron . E' probabile che l’operazione militare israeliana nella Cisgiordania settentrionale faccia parte degli sforzi del governo israeliano per consolidare la sua occupazione e per ripulire etnicamente la maggior parte della popolazione palestinese in quella zona, come preludio necessario per espandere gli insediamenti esistenti o costruirne di nuovi. Dal 7 ottobre, Israele opera in tutte le aree anche quelle delimitate dagli accordi di Oslo a sovranità presunta palestinese , rendendo completamente inutile il ruolo dell’autorità palestinese che tuttavia, ha continuato a cooperare con Israele in termini di coordinamento della sicurezza, il che rende effettivamente le forze di sicurezza palestinesi direttamente coinvolte nella violenta campagna israeliana in corso contro la resistenza palestinese.\r\n\r\nLa resistenza in Cisgiordania, sebbene determinata, è in gran parte isolata a causa delle pressioni combinate imposte dall’esercito israeliano, dai coloni ebrei e dall’ANP ,tuttavia, conducendo campagne militari mortali contro la Resistenza, Israele rischia l’accensione di un’Intifada palestinese che, se lanciata, potrebbe destabilizzare l’intera Cisgiordania. Se ciò dovesse avvenire, l’esercito israeliano non sarà in grado di continuare con la sua guerra a Gaza con lo stesso grado di intensità, in quanto sarebbe costretto a inviare decine di migliaia di soldati per sedare l’Intifada della Cisgiordania. I palestinesi per opporsi con successo alla morsa dei coloni e dell'esercito dovranno risolvere la loro eterna contraddizione irrisolta di operare sotto una “leadership” che coopera apertamente con l’occupazione israeliana e che continua a opprimere i palestinesi in completa impunità .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Michele Giorgio direttore del sito on line \"Pagine esteri\"\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/MICHELE-GIORGIO-04092024.mp3\"][/audio]","4 Settembre 2024","CISGIORDANIA SOTTO ATTACCO DELL'ESERCITO ISRAELIANO .","2024-09-04 22:48:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/TULKAREM-04092024-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/TULKAREM-04092024-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/TULKAREM-04092024-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/TULKAREM-04092024.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","CISGIORDANIA SOTTO ATTACCO ,ISRAELE VUOLE UNA NUOVA GAZA NEI TERRITORI OCCUPATI.",1725490105,[164,165,68],"http://radioblackout.org/tag/cisgiordania/","http://radioblackout.org/tag/jenin/",[27,167,21],"jenin",{"post_title":169,"tags":172},{"matched_tokens":170,"snippet":171,"value":171},[129,130],"CISGIORDANIA SOTTO ATTACCO ,ISRAELE VUOLE UNA NUOVA GAZA NEI \u003Cmark>TERRITORI\u003C/mark> \u003Cmark>OCCUPATI\u003C/mark>.",[173,175,177],{"matched_tokens":174,"snippet":27},[],{"matched_tokens":176,"snippet":167},[],{"matched_tokens":178,"snippet":90},[89,77],[180,185],{"field":39,"indices":181,"matched_tokens":182,"snippets":184},[29],[183],[89,77],[90],{"field":146,"matched_tokens":186,"snippet":171,"value":171},[129,130],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":189,"highlight":208,"highlights":220,"text_match":101,"text_match_info":228},{"cat_link":190,"category":191,"comment_count":51,"id":192,"is_sticky":51,"permalink":193,"post_author":54,"post_content":194,"post_date":195,"post_excerpt":196,"post_id":192,"post_modified":197,"post_thumbnail":198,"post_thumbnail_html":199,"post_title":200,"post_type":62,"sort_by_date":201,"tag_links":202,"tags":205},[48],[50],"86510","http://radioblackout.org/2024/01/la-finanza-che-sostiene-leconomia-coloniale-israeliana/","Le istituzioni finanziarie europee, siano esse banche, compagnie assicurative e fondi pensione, svolgono un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento, la sostenibilità e l’espansione delle colonie israeliane nei Territori palestinesi occupati. E lo fanno erogando prestiti e finanziamenti alle aziende coinvolte più o meno direttamente nell’occupazione (da Airbnb a Caterpillar, dall’impresa di costruzioni israeliana Ashtrom a quella di telecomunicazioni Altice) oppure acquisendo azioni e obbligazioni di queste società.\r\n\r\nSecondo le stime contenute nell’edizione 2023 del rapporto “Don’t buy into occupation” pubblicato lo scorso dicembre, tra gennaio 2020 e agosto 2023 sono state 776 le istituzioni finanziarie europee che hanno intrattenuto rapporti finanziari con 51 imprese attivamente coinvolte negli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Durante il periodo analizzato, sono stati erogati 164,2 miliardi di dollari sotto forma di prestiti e di sottoscrizioni. Inoltre, ad agosto 2023, gli investitori europei detenevano anche 144,7 miliardi di dollari in azioni e obbligazioni di queste società .\r\n\r\nNe parliamo con Ilaria Sesana di Altraeconomia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/ILARIA-SASINI-INFO-22012024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n*************************************************************************************************************************\r\n\r\n \r\n\r\nPubblichiamo inoltre un articolo tradotto dal magazine israeliano +972 che illustra come Israele, a Gaza, abbia trasformato l’acqua in un’arma di distruzione di massa. Negando ai palestinesi l’acqua potabile dall’inizio della guerra, Israele ha creato una crisi sanitaria senza precedenti e rischia di causare danni ecologici irreversibili.\r\n+972 Magazine è una rivista online indipendente e senza scopo di lucro gestita da un gruppo di giornalisti palestinesi e israeliani. Il nome del sito deriva dal prefisso telefonico del paese che può essere utilizzato per chiamare in tutto Israele-Palestina.\r\nQui l'articolo originale.\r\n\r\nDi Nancy Murray e Amahl Bishara, 16 gennaio 2024\r\n\r\nA novembre, a solo un mese dall’inizio dell’assalto israeliano a Gaza che ha ormai superato i 100 giorni, Pedro Arrojo-Agudo, un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, ha avvertito che Israele “deve smettere di usare l’acqua come arma di guerra”. “Ogni ora che passa mentre Israele impedisce la fornitura di acqua potabile sicura nella Striscia di Gaza, in aperta violazione del diritto internazionale, mette gli abitanti di Gaza a rischio di morire di sete e di malattie legate alla mancanza di acqua potabile”, ha dichiarato. Il bilancio delle vittime derivante dalla mancanza d’acqua e il suo impatto sulla salute pubblica, potrebbe superare quello dello stesso bombardamento israeliano.\r\n\r\nNegare l’acqua a Gaza è stata una tattica chiave della guerra fin dall’inizio, con Israele che ha chiuso i tubi che rifornivano l’enclave il 7 ottobre. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che Israele stava “imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. L’uso dell’acqua come arma è riconosciuto nell’accusa del Sud Africa – ascoltata la settimana scorsa dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) – secondo cui l’assalto di Israele a Gaza equivale al crimine di genocidio. Questa accusa è stata avanzata anche da altri studiosi ed esponenti dei diritti umani, tra cui Craig Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di New York dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nella sua lettera di dimissioni in ottobre. La privazione dell’acqua e la distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie fanno da tempo parte dello sforzo israeliano, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, “per rendere il processo quotidiano di vita, e di vita dignitosa, più difficile per la popolazione civile”, come ha affermato una missione conoscitiva delle Nazioni Unite nel 2009. Le passate operazioni militari israeliane in entrambi questi territori occupati hanno portato anche alla distruzione delle risorse idriche. E per decenni, Israele ha utilizzato l’accaparramento dell’acqua per espropriare i palestinesi della loro terra , impedendo l’agricoltura palestinese in Cisgiordania e per i palestinesi all’interno di Israele. Ma l’utilizzo dell’acqua da parte di Israele nel quadro della sua attuale offensiva sulla Striscia di Gaza è su una scala completamente diversa, con la capacità di causare una crisi sanitaria pubblica senza precedenti e un danno ecologico irreversibile. La dipendenza quasi totale di Gaza da Israele per l’acqua e l’energia la rende particolarmente vulnerabile all’uso militare delle risorse di base.\r\n\r\nCirca il 30% dell’approvvigionamento idrico di Gaza viene generalmente acquistato da Israele, mentre il resto dipende dall’elettricità e dal carburante – di cui anche Israele controlla l’ingresso – per la depurazione. Dall’inizio della guerra, il rafforzamento dell’assedio e dei bombardamenti da parte di Israele hanno causato una massiccia carenza di approvvigionamento idrico. Il 14 ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che l’interruzione dell’elettricità significava che non c’era energia sufficiente per far funzionare i pozzi d’acqua, gli impianti di desalinizzazione e depurazione e i servizi igienico-sanitari. Ha inoltre riferito che gli attacchi israeliani avevano danneggiato sei pozzi d’acqua, tre stazioni di pompaggio dell’acqua, un serbatoio d’acqua e un impianto di desalinizzazione che serve oltre 1,1 milioni di persone. L’UNICEF, che aveva aperto l’impianto di desalinizzazione nel 2017, ha dichiarato che le persone erano costrette a bere acqua salata proveniente dal mare, che era ulteriormente contaminata da grandi quantità di acque reflue non trattate scaricate in mare ogni giorno. Entro due settimane dall’inizio della guerra, l’OCHA(coordinamento per gli affari umanitari Onu) stimava il consumo di acqua pro capite a Gaza – per bere, cucinare e per l’igiene – a soli 3 litri al giorno, mentre coloro che si stipavano nei rifugi delle Nazioni Unite avevano accesso a solo 1 litro al giorno; Gli standard internazionali raccomandano almeno 15 litri a persona ogni giorno. E con l’acqua in bottiglia non disponibile e i grandi impianti di desalinizzazione non funzionanti, l’OCHA ha scritto: “Le persone sono ricorse al consumo di acqua estratta dai pozzi agricoli, aumentando l’esposizione a pesticidi e altri prodotti chimici, esponendo la popolazione al rischio di morte o di epidemia di malattie infettive”. Anche durante la “pausa umanitaria” di sette giorni nelle ostilità alla fine di novembre, quando 200 camion di aiuti al giorno – meno della metà del numero che entravano ogni giorno prima della guerra – venivano ammessi a Gaza, le bottiglie di acqua pulita erano ancora scarseggiavano. “Nonostante la pausa, non vi è stato quasi alcun miglioramento nell’accesso dei residenti nel nord all’acqua per uso potabile e domestico, poiché la maggior parte dei principali impianti di produzione dell’acqua sono rimasti chiusi, a causa della mancanza di carburante e alcuni anche per danni. \", ha osservato l'OCHA. Alla fine di ottobre, un rapporto interno del Dipartimento di Stato americano esprimeva preoccupazione per il fatto che 52.000 donne incinte e oltre 30.000 bambini di età inferiore ai sei mesi fossero costretti a bere una miscela potenzialmente letale di acqua inquinata da liquami e sale marino.\r\n\r\nAlla fine di dicembre, come riportato dall’OMS, oltre 1 milione di sfollati palestinesi rifugiati nella città meridionale di Rafah avevano accesso, in media, a un bagno ogni 486 persone, mentre in tutta Gaza una doccia serviva in media 4.500 persone. Le acque reflue scorrono per le strade e contaminano le tende frettolosamente montate in cui vivono centinaia di migliaia di persone in tutta la parte meridionale e centrale di Gaza. Le donne che hanno le mestruazioni affrontano gravi difficoltà, con prodotti mestruali, servizi igienici e acqua che scarseggiano.\r\n\r\nUn’altra tattica inquietante adottata da Israele nelle ultime settimane è quella di pompare acqua di mare nei tunnel di Gaza. L’obiettivo apparente è quello di distruggere i tunnel e stanare i combattenti di Hamas, ma il Wall Street Journal ha riferito che l’azione potrebbe “anche minacciare l’approvvigionamento idrico di Gaza”. Anche se la portata dell’operazione di pompaggio rimane poco chiara, la dichiarazione del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia esprime “estrema preoccupazione” per questo particolare uso dell’acqua come arma offensiva, affermando: “Gli esperti ambientali hanno avvertito che la strategia “rischia di causare una catastrofe ecologica” che lascerebbe Gaza senza acqua potabile, devasterebbe quella poca agricoltura possibile e “rovinerebbe le condizioni di vita di tutti a Gaza”. La dichiarazione sudafricana rileva inoltre che il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua avrebbe paragonato questo piano israeliano alla mitica “salatura” romana dei campi di Cartagine, che mirava a impedire la crescita dei raccolti e a rendere il territorio inabitabile. L’accesso all’acqua pulita è fondamentale per scongiurare carestie e malattie, e con la massiccia distruzione delle infrastrutture idriche a Gaza – comprese le linee di approvvigionamento potabile, le stazioni di pompaggio e i pozzi – una catastrofe umanitaria in piena regola è in corso . Questa situazione è descritta nelle parole della petizione sudafricana all’ICJ (INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE ): “Queste condizioni – deliberatamente imposte da Israele – sono calcolate per provocare la distruzione del gruppo palestinese a Gaza”. In effetti, gli esperti di sanità pubblica avvertono che mezzo milione di persone – un quarto della popolazione di Gaza – potrebbe morire di malattie entro un anno. \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Gennaio 2024","Tra gennaio 2020 e agosto 2023 banche, fondi pensione e assicurazioni hanno intrattenuto rapporti con oltre 50 imprese coinvolte negli insediamenti illegali in Cisgiordania.","2024-01-22 17:07:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-300x172.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE-300x172.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/INFO-220224-ISRAELE.jpg 750w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","LA FINANZA CHE SOSTIENE L'ECONOMIA COLONIALE ISRAELIANA",1705934317,[203,204,68],"http://radioblackout.org/tag/banche/","http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/",[206,207,21],"banche","boicottaggio",{"post_content":209,"tags":213},{"matched_tokens":210,"snippet":211,"value":212},[76,77],"militari israeliane in entrambi questi \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> hanno portato anche alla distruzione","Le istituzioni finanziarie europee, siano esse banche, compagnie assicurative e fondi pensione, svolgono un ruolo fondamentale per garantire il funzionamento, la sostenibilità e l’espansione delle colonie israeliane nei \u003Cmark>Territori\u003C/mark> palestinesi \u003Cmark>occupati\u003C/mark>. E lo fanno erogando prestiti e finanziamenti alle aziende coinvolte più o meno direttamente nell’occupazione (da Airbnb a Caterpillar, dall’impresa di costruzioni israeliana Ashtrom a quella di telecomunicazioni Altice) oppure acquisendo azioni e obbligazioni di queste società.\r\n\r\nSecondo le stime contenute nell’edizione 2023 del rapporto “Don’t buy into \u003Cmark>occupati\u003C/mark>on” pubblicato lo scorso dicembre, tra gennaio 2020 e agosto 2023 sono state 776 le istituzioni finanziarie europee che hanno intrattenuto rapporti finanziari con 51 imprese attivamente coinvolte negli insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania. Durante il periodo analizzato, sono stati erogati 164,2 miliardi di dollari sotto forma di prestiti e di sottoscrizioni. Inoltre, ad agosto 2023, gli investitori europei detenevano anche 144,7 miliardi di dollari in azioni e obbligazioni di queste società .\r\n\r\nNe parliamo con Ilaria Sesana di Altraeconomia.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/ILARIA-SASINI-INFO-22012024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n*************************************************************************************************************************\r\n\r\n \r\n\r\nPubblichiamo inoltre un articolo tradotto dal magazine israeliano +972 che illustra come Israele, a Gaza, abbia trasformato l’acqua in un’arma di distruzione di massa. Negando ai palestinesi l’acqua potabile dall’inizio della guerra, Israele ha creato una crisi sanitaria senza precedenti e rischia di causare danni ecologici irreversibili.\r\n+972 Magazine è una rivista online indipendente e senza scopo di lucro gestita da un gruppo di giornalisti palestinesi e israeliani. Il nome del sito deriva dal prefisso telefonico del paese che può essere utilizzato per chiamare in tutto Israele-Palestina.\r\nQui l'articolo originale.\r\n\r\nDi Nancy Murray e Amahl Bishara, 16 gennaio 2024\r\n\r\nA novembre, a solo un mese dall’inizio dell’assalto israeliano a Gaza che ha ormai superato i 100 giorni, Pedro Arrojo-Agudo, un relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, ha avvertito che Israele “deve smettere di usare l’acqua come arma di guerra”. “Ogni ora che passa mentre Israele impedisce la fornitura di acqua potabile sicura nella Striscia di Gaza, in aperta violazione del diritto internazionale, mette gli abitanti di Gaza a rischio di morire di sete e di malattie legate alla mancanza di acqua potabile”, ha dichiarato. Il bilancio delle vittime derivante dalla mancanza d’acqua e il suo impatto sulla salute pubblica, potrebbe superare quello dello stesso bombardamento israeliano.\r\n\r\nNegare l’acqua a Gaza è stata una tattica chiave della guerra fin dall’inizio, con Israele che ha chiuso i tubi che rifornivano l’enclave il 7 ottobre. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che Israele stava “imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”. L’uso dell’acqua come arma è riconosciuto nell’accusa del Sud Africa – ascoltata la settimana scorsa dalla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) – secondo cui l’assalto di Israele a Gaza equivale al crimine di genocidio. Questa accusa è stata avanzata anche da altri studiosi ed esponenti dei diritti umani, tra cui Craig Mokhiber, l'ex direttore dell'ufficio di New York dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, nella sua lettera di dimissioni in ottobre. La privazione dell’acqua e la distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie fanno da tempo parte dello sforzo israeliano, sia nella Striscia di Gaza che in Cisgiordania, “per rendere il processo quotidiano di vita, e di vita dignitosa, più difficile per la popolazione civile”, come ha affermato una missione conoscitiva delle Nazioni Unite nel 2009. Le passate operazioni militari israeliane in entrambi questi \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> hanno portato anche alla distruzione delle risorse idriche. E per decenni, Israele ha utilizzato l’accaparramento dell’acqua per espropriare i palestinesi della loro terra , impedendo l’agricoltura palestinese in Cisgiordania e per i palestinesi all’interno di Israele. Ma l’utilizzo dell’acqua da parte di Israele nel quadro della sua attuale offensiva sulla Striscia di Gaza è su una scala completamente diversa, con la capacità di causare una crisi sanitaria pubblica senza precedenti e un danno ecologico irreversibile. La dipendenza quasi totale di Gaza da Israele per l’acqua e l’energia la rende particolarmente vulnerabile all’uso militare delle risorse di base.\r\n\r\nCirca il 30% dell’approvvigionamento idrico di Gaza viene generalmente acquistato da Israele, mentre il resto dipende dall’elettricità e dal carburante – di cui anche Israele controlla l’ingresso – per la depurazione. Dall’inizio della guerra, il rafforzamento dell’assedio e dei bombardamenti da parte di Israele hanno causato una massiccia carenza di approvvigionamento idrico. Il 14 ottobre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che l’interruzione dell’elettricità significava che non c’era energia sufficiente per far funzionare i pozzi d’acqua, gli impianti di desalinizzazione e depurazione e i servizi igienico-sanitari. Ha inoltre riferito che gli attacchi israeliani avevano danneggiato sei pozzi d’acqua, tre stazioni di pompaggio dell’acqua, un serbatoio d’acqua e un impianto di desalinizzazione che serve oltre 1,1 milioni di persone. L’UNICEF, che aveva aperto l’impianto di desalinizzazione nel 2017, ha dichiarato che le persone erano costrette a bere acqua salata proveniente dal mare, che era ulteriormente contaminata da grandi quantità di acque reflue non trattate scaricate in mare ogni giorno. Entro due settimane dall’inizio della guerra, l’OCHA(coordinamento per gli affari umanitari Onu) stimava il consumo di acqua pro capite a Gaza – per bere, cucinare e per l’igiene – a soli 3 litri al giorno, mentre coloro che si stipavano nei rifugi delle Nazioni Unite avevano accesso a solo 1 litro al giorno; Gli standard internazionali raccomandano almeno 15 litri a persona ogni giorno. E con l’acqua in bottiglia non disponibile e i grandi impianti di desalinizzazione non funzionanti, l’OCHA ha scritto: “Le persone sono ricorse al consumo di acqua estratta dai pozzi agricoli, aumentando l’esposizione a pesticidi e altri prodotti chimici, esponendo la popolazione al rischio di morte o di epidemia di malattie infettive”. Anche durante la “pausa umanitaria” di sette giorni nelle ostilità alla fine di novembre, quando 200 camion di aiuti al giorno – meno della metà del numero che entravano ogni giorno prima della guerra – venivano ammessi a Gaza, le bottiglie di acqua pulita erano ancora scarseggiavano. “Nonostante la pausa, non vi è stato quasi alcun miglioramento nell’accesso dei residenti nel nord all’acqua per uso potabile e domestico, poiché la maggior parte dei principali impianti di produzione dell’acqua sono rimasti chiusi, a causa della mancanza di carburante e alcuni anche per danni. \", ha osservato l'OCHA. Alla fine di ottobre, un rapporto interno del Dipartimento di Stato americano esprimeva preoccupazione per il fatto che 52.000 donne incinte e oltre 30.000 bambini di età inferiore ai sei mesi fossero costretti a bere una miscela potenzialmente letale di acqua inquinata da liquami e sale marino.\r\n\r\nAlla fine di dicembre, come riportato dall’OMS, oltre 1 milione di sfollati palestinesi rifugiati nella città meridionale di Rafah avevano accesso, in media, a un bagno ogni 486 persone, mentre in tutta Gaza una doccia serviva in media 4.500 persone. Le acque reflue scorrono per le strade e contaminano le tende frettolosamente montate in cui vivono centinaia di migliaia di persone in tutta la parte meridionale e centrale di Gaza. Le donne che hanno le mestruazioni affrontano gravi difficoltà, con prodotti mestruali, servizi igienici e acqua che scarseggiano.\r\n\r\nUn’altra tattica inquietante adottata da Israele nelle ultime settimane è quella di pompare acqua di mare nei tunnel di Gaza. L’obiettivo apparente è quello di distruggere i tunnel e stanare i combattenti di Hamas, ma il Wall Street Journal ha riferito che l’azione potrebbe “anche minacciare l’approvvigionamento idrico di Gaza”. Anche se la portata dell’operazione di pompaggio rimane poco chiara, la dichiarazione del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia esprime “estrema preoccupazione” per questo particolare uso dell’acqua come arma offensiva, affermando: “Gli esperti ambientali hanno avvertito che la strategia “rischia di causare una catastrofe ecologica” che lascerebbe Gaza senza acqua potabile, devasterebbe quella poca agricoltura possibile e “rovinerebbe le condizioni di vita di tutti a Gaza”. La dichiarazione sudafricana rileva inoltre che il Relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto all’acqua avrebbe paragonato questo piano israeliano alla mitica “salatura” romana dei campi di Cartagine, che mirava a impedire la crescita dei raccolti e a rendere il territorio inabitabile. L’accesso all’acqua pulita è fondamentale per scongiurare carestie e malattie, e con la massiccia distruzione delle infrastrutture idriche a Gaza – comprese le linee di approvvigionamento potabile, le stazioni di pompaggio e i pozzi – una catastrofe umanitaria in piena regola è in corso . Questa situazione è descritta nelle parole della petizione sudafricana all’ICJ (INTERNATIONAL COURT OF JUSTICE ): “Queste condizioni – deliberatamente imposte da Israele – sono calcolate per provocare la distruzione del gruppo palestinese a Gaza”. In effetti, gli esperti di sanità pubblica avvertono che mezzo milione di persone – un quarto della popolazione di Gaza – potrebbe morire di malattie entro un anno. \r\n\r\n \r\n\r\n ",[214,216,218],{"matched_tokens":215,"snippet":206},[],{"matched_tokens":217,"snippet":207},[],{"matched_tokens":219,"snippet":90},[89,77],[221,223],{"field":99,"matched_tokens":222,"snippet":211,"value":212},[76,77],{"field":39,"indices":224,"matched_tokens":225,"snippets":227},[29],[226],[89,77],[90],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":230,"highlight":255,"highlights":275,"text_match":101,"text_match_info":283},{"cat_link":231,"category":232,"comment_count":51,"id":233,"is_sticky":51,"permalink":234,"post_author":54,"post_content":235,"post_date":236,"post_excerpt":237,"post_id":233,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_thumbnail_html":240,"post_title":241,"post_type":62,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":250},[48],[50],"80052","http://radioblackout.org/2023/02/in-palestina-anche-la-raccolta-delle-olive-e-una-questione-politica/","A ottobre in Palestina inizia un momento cruciale della vita sotto l'occupazione coloniale e militare israeliana: quello della raccolta delle olive, in un contesto di privazione forzata del diritto al lavoro e del movimento sulla propria terra. Parliamo di questo e altre questioni riguardanti i territori palestinesi con un compagno che ha seguito i mesi della raccolta e ci riporta la sua esperienza con il collettivo locale Youth Against Settlements. Blitz, arresti ed esecuzioni tra Nablus e Jenin, dove la tensione cresce anche vista la recente creazione di un nuovo gruppo armato, \"Fossa dei leoni\", che sta tenendo testa all'IDF, l'Israel Defense Forces, nella Palestina del nord. Nel mentre nelle terre occupate dal 1948 cittadini israeliani tengono adunate di piazza per chiedere la dimissioni del nuovo governo dell'entità sionista, che ha come come ministro della sicurezza nazionale il colono suprematista Ben Gvir.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Palestina10022023.mp3\"][/audio]","12 Febbraio 2023","","2023-02-12 14:19:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"195\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2-300x195.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2-300x195.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2-1024x667.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2-768x500.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/pal2.jpg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","In Palestina anche la raccolta delle olive è una questione politica",1676211550,[244,245,246,247,68,248,249],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-palestina-israele/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/raccolta-olive/","http://radioblackout.org/tag/uliveti/","http://radioblackout.org/tag/youth-against-settlements/",[251,18,15,252,21,253,254],"conflitto palestina-israele","raccolta olive","uliveti","Youth Against Settlements",{"post_content":256,"tags":260},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[76],"e altre questioni riguardanti i \u003Cmark>territori\u003C/mark> palestinesi con un compagno che","A ottobre in Palestina inizia un momento cruciale della vita sotto l'occupazione coloniale e militare israeliana: quello della raccolta delle olive, in un contesto di privazione forzata del diritto al lavoro e del movimento sulla propria terra. Parliamo di questo e altre questioni riguardanti i \u003Cmark>territori\u003C/mark> palestinesi con un compagno che ha seguito i mesi della raccolta e ci riporta la sua esperienza con il collettivo locale Youth Against Settlements. Blitz, arresti ed esecuzioni tra Nablus e Jenin, dove la tensione cresce anche vista la recente creazione di un nuovo gruppo armato, \"Fossa dei leoni\", che sta tenendo testa all'IDF, l'Israel Defense Forces, nella Palestina del nord. Nel mentre nelle terre occupate dal 1948 cittadini israeliani tengono adunate di piazza per chiedere la dimissioni del nuovo governo dell'entità sionista, che ha come come ministro della sicurezza nazionale il colono suprematista Ben Gvir.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/Palestina10022023.mp3\"][/audio]",[261,263,265,267,269,271,273],{"matched_tokens":262,"snippet":251},[],{"matched_tokens":264,"snippet":18},[],{"matched_tokens":266,"snippet":15},[],{"matched_tokens":268,"snippet":252},[],{"matched_tokens":270,"snippet":90},[89,77],{"matched_tokens":272,"snippet":253},[],{"matched_tokens":274,"snippet":254},[],[276,281],{"field":39,"indices":277,"matched_tokens":278,"snippets":280},[26],[279],[89,77],[90],{"field":99,"matched_tokens":282,"snippet":258,"value":259},[76],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":285,"highlight":303,"highlights":315,"text_match":101,"text_match_info":324},{"cat_link":286,"category":287,"comment_count":51,"id":288,"is_sticky":51,"permalink":289,"post_author":54,"post_content":290,"post_date":291,"post_excerpt":237,"post_id":288,"post_modified":292,"post_thumbnail":293,"post_thumbnail_html":294,"post_title":295,"post_type":62,"sort_by_date":296,"tag_links":297,"tags":300},[48],[50],"36034","http://radioblackout.org/2016/05/architettura-nelloccupazione/","Molteplici le modalità adottate dall'occupazione dello Stato ebraico ai danni di residenti e popolazione beduina dell'area C delimitata dagli Accordi di Oslo: una legislazione del territorio dove non si possono realizzare manufatti di carattere non temporaneo (cemento o fondazioni), strapotere dei coloni che intervengono direttamente a segnalare e distruggere, collocando i loro caravan e poi via via costruendo attorno interi quartieri poi collegati con strade costruite appositamente per unire i vari insediamenti che si mangiano il territorio palestinese.\r\n\r\nMa altrettanti sono i mezzi dell'ingegno delle popolazioni vessate messi in atto per resistere e aggirare le imposizioni volte a espellere la popolazione autoctona (esistono persino associazioni che pattugliano il territorio per individuare cavilli che permettano di demolire i villaggi palestinesi), ma questo non fa che stimolare l'ingegno dei progettisti che si sono inventati materiali da costruzione come i pneumatici, che hanno sostituito le pareti in lamiera zincata per esempio di una scuola del villaggio beduino di Wadi Abu Hindi, dove si è adottata la tecnica del pisè per l'isolamento termico delle pareti fatte da assi in legno parallele. Accorgimenti per poter ovviare al bisogno di costruire stabili utilizzabili ma ricostruibili facilmente, quindi precari e resistenti, di materiali poveri, come mattoni in terra cruda del Giordano o con pneumatici riempiti di argilla umida, intonacati con olio per falafel riciclato. Metodi che però nulla possono contro l'ultima moda di Tzahal, che ha preso a riempire le abitazioni di cemento per impedire la loro ricostruzione... Elisa Ferrato è un'architetto italiana che si reca spesso nei Territori, potendo rilevare a ogni visita i cambiamenti a vista d'occhio di quello che è costantemente un enorme cantiere di insediamenti, a cui alacremente i palestinesi contrappongono costruzioni del loro ingegno; Elisa parteciperà a un incontro sulla Nakba organizzato presso l'Associazione Comala di Torino, in corso Ferrucci angolo piazza Adriano, domenica 22 maggio alle ore 17, ecco cosa ci ha raccontato nella diretta di stamani:\r\n\r\nArchitetturanell'occupazione","20 Maggio 2016","2016-05-23 12:16:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/archoccupaz-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"263\" height=\"192\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/archoccupaz.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Strategie di resistenza abitativa nell'architettura dell'occupazione",1463752582,[298,68,299],"http://radioblackout.org/tag/architettura-nelloccupazione/","http://radioblackout.org/tag/zona-c/",[301,21,302],"architettura nell'occupazione","zona C",{"post_content":304,"tags":308},{"matched_tokens":305,"snippet":306,"value":307},[89],"che si reca spesso nei \u003Cmark>Territori\u003C/mark>, potendo rilevare a ogni visita ","Molteplici le modalità adottate dall'occupazione dello Stato ebraico ai danni di residenti e popolazione beduina dell'area C delimitata dagli Accordi di Oslo: una legislazione del territorio dove non si possono realizzare manufatti di carattere non temporaneo (cemento o fondazioni), strapotere dei coloni che intervengono direttamente a segnalare e distruggere, collocando i loro caravan e poi via via costruendo attorno interi quartieri poi collegati con strade costruite appositamente per unire i vari insediamenti che si mangiano il territorio palestinese.\r\n\r\nMa altrettanti sono i mezzi dell'ingegno delle popolazioni vessate messi in atto per resistere e aggirare le imposizioni volte a espellere la popolazione autoctona (esistono persino associazioni che pattugliano il territorio per individuare cavilli che permettano di demolire i villaggi palestinesi), ma questo non fa che stimolare l'ingegno dei progettisti che si sono inventati materiali da costruzione come i pneumatici, che hanno sostituito le pareti in lamiera zincata per esempio di una scuola del villaggio beduino di Wadi Abu Hindi, dove si è adottata la tecnica del pisè per l'isolamento termico delle pareti fatte da assi in legno parallele. Accorgimenti per poter ovviare al bisogno di costruire stabili utilizzabili ma ricostruibili facilmente, quindi precari e resistenti, di materiali poveri, come mattoni in terra cruda del Giordano o con pneumatici riempiti di argilla umida, intonacati con olio per falafel riciclato. Metodi che però nulla possono contro l'ultima moda di Tzahal, che ha preso a riempire le abitazioni di cemento per impedire la loro ricostruzione... Elisa Ferrato è un'architetto italiana che si reca spesso nei \u003Cmark>Territori\u003C/mark>, potendo rilevare a ogni visita i cambiamenti a vista d'occhio di quello che è costantemente un enorme cantiere di insediamenti, a cui alacremente i palestinesi contrappongono costruzioni del loro ingegno; Elisa parteciperà a un incontro sulla Nakba organizzato presso l'Associazione Comala di Torino, in corso Ferrucci angolo piazza Adriano, domenica 22 maggio alle ore 17, ecco cosa ci ha raccontato nella diretta di stamani:\r\n\r\nArchitetturanell'occupazione",[309,311,313],{"matched_tokens":310,"snippet":301},[],{"matched_tokens":312,"snippet":90},[89,77],{"matched_tokens":314,"snippet":302},[],[316,322],{"field":39,"indices":317,"matched_tokens":319,"snippets":321},[318],1,[320],[89,77],[90],{"field":99,"matched_tokens":323,"snippet":306,"value":307},[89],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},6646,{"collection_name":62,"first_q":21,"per_page":327,"q":21},6,{"facet_counts":329,"found":377,"hits":378,"out_of":585,"page":318,"request_params":586,"search_cutoff":40,"search_time_ms":327},[330,354],{"counts":331,"field_name":352,"sampled":40,"stats":353},[332,334,336,338,340,342,344,346,348,350],{"count":26,"highlighted":333,"value":333},"anarres",{"count":94,"highlighted":335,"value":335},"frittura mista",{"count":94,"highlighted":337,"value":337},"Bello come una prigione che brucia",{"count":29,"highlighted":339,"value":339},"liberation front",{"count":29,"highlighted":341,"value":341},"I Bastioni di Orione",{"count":29,"highlighted":343,"value":343},"La fine della Fine della storia",{"count":318,"highlighted":345,"value":345},"Aria",{"count":318,"highlighted":347,"value":347},"carcere",{"count":318,"highlighted":349,"value":349},"la perla di labuan",{"count":318,"highlighted":351,"value":351},"il colpo del strega","podcastfilter",{"total_values":104},{"counts":355,"field_name":39,"sampled":40,"stats":375},[356,358,360,362,364,366,367,369,371,373],{"count":29,"highlighted":357,"value":357},"Bastioni di Orione",{"count":318,"highlighted":359,"value":359},"Textpring",{"count":318,"highlighted":361,"value":361},"#NonUnaDiMeno",{"count":318,"highlighted":363,"value":363},"violenza di genere",{"count":318,"highlighted":365,"value":365},"poligono di quirra",{"count":318,"highlighted":21,"value":21},{"count":318,"highlighted":368,"value":368},"sciopero delle donne",{"count":318,"highlighted":370,"value":370},"occupazione militare",{"count":318,"highlighted":372,"value":372},"violenza maschile sulle donne",{"count":318,"highlighted":374,"value":374},"violenza maschile contro le donne",{"total_values":376},41,22,[379,456,492,516,538,562],{"document":380,"highlight":415,"highlights":445,"text_match":101,"text_match_info":455},{"comment_count":51,"id":381,"is_sticky":51,"permalink":382,"podcastfilter":383,"post_author":385,"post_content":386,"post_date":387,"post_excerpt":237,"post_id":381,"post_modified":388,"post_thumbnail":389,"post_title":390,"post_type":391,"sort_by_date":392,"tag_links":393,"tags":405},"69103","http://radioblackout.org/podcast/black-in-11-maggio/",[384],"black in","gabrieleproglio@gmail.com","Ecco il sommario dell'ultima puntata:\r\n\r\n con Progetto Palestina abbiamo parlato a fondo di tutto quello che sta succedendo a Gerusalemme Est ad #AlAqsa e #SaveSheikhJarrah, della resistenza dei palestinesi nei territori occupati e del bombardamento di civili a #Gaza\r\n abbiamo realizzato un collegamento dalla Colombia con aggiornamenti\r\n abbiamo fatto un collegamento con un operaio della textpring di Prato\r\n e proposto il minipodcast di Ujamaa sul linguaggio discriminatorio in televisione e la campagna #CambieRAI!\r\n\r\nEcco il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Black-In_11maggio.mp3\"][/audio]","12 Maggio 2021","2021-05-12 12:25:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Schermata-2021-05-12-alle-12.15.46-200x110.png","Black In - 11 maggio","podcast",1620822348,[394,395,396,397,398,399,400,401,402,403,68,404],"http://radioblackout.org/tag/cambierai/","http://radioblackout.org/tag/savesheikhjarrah/","http://radioblackout.org/tag/al-aqsa/","http://radioblackout.org/tag/collettivo-ujamaa/","http://radioblackout.org/tag/colombia/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/gerusalemme-est/","http://radioblackout.org/tag/linguaggio-discriminatorio/","http://radioblackout.org/tag/prato/","http://radioblackout.org/tag/progetto-palestina/","http://radioblackout.org/tag/textpring/",[406,407,408,409,410,24,411,412,413,414,21,359],"#CambieRAI!","#savesheikhjarrah","Al Aqsa","Collettivo Ujamaa","Colombia","Gerusalemme Est","linguaggio discriminatorio","Prato","Progetto Palestina",{"post_content":416,"tags":420},{"matched_tokens":417,"snippet":418,"value":419},[76,77],"della resistenza dei palestinesi nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> e del bombardamento di civili","Ecco il sommario dell'ultima puntata:\r\n\r\n con Progetto Palestina abbiamo parlato a fondo di tutto quello che sta succedendo a Gerusalemme Est ad #AlAqsa e #SaveSheikhJarrah, della resistenza dei palestinesi nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> e del bombardamento di civili a #Gaza\r\n abbiamo realizzato un collegamento dalla Colombia con aggiornamenti\r\n abbiamo fatto un collegamento con un operaio della textpring di Prato\r\n e proposto il minipodcast di Ujamaa sul linguaggio discriminatorio in televisione e la campagna #CambieRAI!\r\n\r\nEcco il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/Black-In_11maggio.mp3\"][/audio]",[421,423,425,427,429,431,433,435,437,439,441,443],{"matched_tokens":422,"snippet":406,"value":406},[],{"matched_tokens":424,"snippet":407,"value":407},[],{"matched_tokens":426,"snippet":408,"value":408},[],{"matched_tokens":428,"snippet":409,"value":409},[],{"matched_tokens":430,"snippet":410,"value":410},[],{"matched_tokens":432,"snippet":24,"value":24},[],{"matched_tokens":434,"snippet":411,"value":411},[],{"matched_tokens":436,"snippet":412,"value":412},[],{"matched_tokens":438,"snippet":413,"value":413},[],{"matched_tokens":440,"snippet":414,"value":414},[],{"matched_tokens":442,"snippet":90,"value":90},[89,77],{"matched_tokens":444,"snippet":359,"value":359},[],[446,453],{"field":39,"indices":447,"matched_tokens":449,"snippets":451,"values":452},[448],10,[450],[89,77],[90],[90],{"field":99,"matched_tokens":454,"snippet":418,"value":419},[76,77],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":51,"score":105,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":457,"highlight":479,"highlights":484,"text_match":487,"text_match_info":488},{"comment_count":51,"id":458,"is_sticky":51,"permalink":459,"podcastfilter":460,"post_author":461,"post_content":462,"post_date":463,"post_excerpt":237,"post_id":458,"post_modified":464,"post_thumbnail":465,"post_title":466,"post_type":391,"sort_by_date":467,"tag_links":468,"tags":474},"98682","http://radioblackout.org/podcast/anan-ali-mansour-e-la-lunga-mano-repressiva-di-israele-avv-rossi-albertini-umanita-proibita-in-41bis/",[337],"bellocome","Estratti dalla puntata del 23 giugno 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia \r\n\r\n \r\n\r\nSOLIDARIETA’ CON ANAN, ALI E MANSOUR\r\n\r\nMentre accelerano le udienze del processo contro Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, si organizza anche la solidarietà nei confronti di questi militanti palestinesi imprigionati nelle carceri italiane.\r\n\r\nDall’uso coloniale della categoria di “terrorismo” per definire qualunque forma di resistenza armata venga portata avanti nei territori occupati, all’utilizzo di materiale probatorio estorto con la tortura nei centri detentivi sionisti, grazie al contributo di un compagno affrontiamo la dimensione politica di questa inchiesta - partita su impulso dell’apparato repressivo israeliano - e rilanciamo le giornate di mobilitazione organizzate a L’Aquila:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_solidarieta-anan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUMANITA’ PROIBITA IN 41BIS\r\n\r\nIl 41bis deve essere un dispositivo deumanizzante e i gesti di affetto di un avvocato non possono interferire con l’amputazione totale dell’affettività a cui sono costrette le persone sepolte in quel regime; questo ciò che implicitamente vuole riaffermare la “segnalazione” da parte del direttore del carcere di Bancali nei confronti dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, il quale si era congedato dal prigioniero anarchico Alfredo Cospito salutandolo con una stretta di mano e due baci sulle guance.\r\n\r\nRaccogliamo un suo commento sulla vicenda, insieme ad alcuni aggiornamenti sulla situazione di Alfredo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_rossi-albertini-bacini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / / /\r\n\r\nProgramma iniziative solidali a L'Aquila:","23 Giugno 2025","2025-06-23 18:37:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/bcupcb_anan-41bis-200x110.jpg","ANAN, ALI, MANSOUR E LA LUNGA MANO REPRESSIVA DI ISRAELE - AVV. ROSSI ALBERTINI: UMANITA' PROIBITA IN 41BIS",1750703851,[469,470,471,245,472,246,473],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/","http://radioblackout.org/tag/anan-yaeesh/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/lotta-armata-palestinese/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[475,476,347,18,477,15,478],"41 bis","Anan Yaeesh","lotta armata palestinese","repressione",{"post_content":480},{"matched_tokens":481,"snippet":482,"value":483},[76,77],"armata venga portata avanti nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>, all’utilizzo di materiale probatorio estorto","Estratti dalla puntata del 23 giugno 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia \r\n\r\n \r\n\r\nSOLIDARIETA’ CON ANAN, ALI E MANSOUR\r\n\r\nMentre accelerano le udienze del processo contro Anan Yaeesh, Ali Irar e Mansour Doghmosh, si organizza anche la solidarietà nei confronti di questi militanti palestinesi imprigionati nelle carceri italiane.\r\n\r\nDall’uso coloniale della categoria di “terrorismo” per definire qualunque forma di resistenza armata venga portata avanti nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>, all’utilizzo di materiale probatorio estorto con la tortura nei centri detentivi sionisti, grazie al contributo di un compagno affrontiamo la dimensione politica di questa inchiesta - partita su impulso dell’apparato repressivo israeliano - e rilanciamo le giornate di mobilitazione organizzate a L’Aquila:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_solidarieta-anan.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUMANITA’ PROIBITA IN 41BIS\r\n\r\nIl 41bis deve essere un dispositivo deumanizzante e i gesti di affetto di un avvocato non possono interferire con l’amputazione totale dell’affettività a cui sono costrette le persone sepolte in quel regime; questo ciò che implicitamente vuole riaffermare la “segnalazione” da parte del direttore del carcere di Bancali nei confronti dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, il quale si era congedato dal prigioniero anarchico Alfredo Cospito salutandolo con una stretta di mano e due baci sulle guance.\r\n\r\nRaccogliamo un suo commento sulla vicenda, insieme ad alcuni aggiornamenti sulla situazione di Alfredo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/BCUPCB_rossi-albertini-bacini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / / /\r\n\r\nProgramma iniziative solidali a L'Aquila:",[485],{"field":99,"matched_tokens":486,"snippet":482,"value":483},[76,77],1157451471441100800,{"best_field_score":489,"best_field_weight":490,"fields_matched":318,"num_tokens_dropped":51,"score":491,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":493,"highlight":507,"highlights":512,"text_match":487,"text_match_info":515},{"comment_count":51,"id":494,"is_sticky":51,"permalink":495,"podcastfilter":496,"post_author":54,"post_content":499,"post_date":500,"post_excerpt":237,"post_id":494,"post_modified":501,"post_thumbnail":502,"post_title":503,"post_type":391,"sort_by_date":504,"tag_links":505,"tags":506},"97869","http://radioblackout.org/podcast/voci-di-donne-dalla-cisgiordania-su-carcere-accesso-a-cure-mediche-resistenza/",[347,497,498],"guerra","PALESTINA","Una compagna attualmente in Cisgiordania ha raccolto a Nablus le testimonianze di alcune donne palestinesi. Quattro di loro sono di Gaza, e ci parlano del perché si trovassero in Cisgiordania il 7 ottobre, e di come, da allora, si trovino impossibilitate a tornare a casa, a Gaza. Raccontano delle difficoltà dell'accesso alle cure mediche per le persone palestinesi, del carcere e delle torture che i loro parenti vi hanno subito, della fame dei loro figli, che sono rimasti a Gaza, della distruzione delle loro case. Altre due donne, della West Bank, ci parlano delle loro esperienze con le carceri israeliane, di femminismo, resistenza e vita quotidiana nei territori occupati.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/testimonianze_dalla_cisgiordania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Maggio 2025","2025-05-15 00:58:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/2025-05-15-00.21.54-200x110.jpg","Voci di donne dalla Cisgiordania su carcere, accesso a cure mediche, resistenza",1747270701,[],[],{"post_content":508},{"matched_tokens":509,"snippet":510,"value":511},[76,77],"resistenza e vita quotidiana nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/testimonianze_dalla_cisgiordania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","Una compagna attualmente in Cisgiordania ha raccolto a Nablus le testimonianze di alcune donne palestinesi. Quattro di loro sono di Gaza, e ci parlano del perché si trovassero in Cisgiordania il 7 ottobre, e di come, da allora, si trovino impossibilitate a tornare a casa, a Gaza. Raccontano delle difficoltà dell'accesso alle cure mediche per le persone palestinesi, del carcere e delle torture che i loro parenti vi hanno subito, della fame dei loro figli, che sono rimasti a Gaza, della distruzione delle loro case. Altre due donne, della West Bank, ci parlano delle loro esperienze con le carceri israeliane, di femminismo, resistenza e vita quotidiana nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/testimonianze_dalla_cisgiordania.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[513],{"field":99,"matched_tokens":514,"snippet":510,"value":511},[76,77],{"best_field_score":489,"best_field_weight":490,"fields_matched":318,"num_tokens_dropped":51,"score":491,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":517,"highlight":529,"highlights":534,"text_match":487,"text_match_info":537},{"comment_count":51,"id":518,"is_sticky":51,"permalink":519,"podcastfilter":520,"post_author":333,"post_content":521,"post_date":522,"post_excerpt":237,"post_id":518,"post_modified":523,"post_thumbnail":524,"post_title":525,"post_type":391,"sort_by_date":526,"tag_links":527,"tags":528},"96109","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-gennaio-trump-e-lucraina-stati-uniti-project-25-contro-la-guerra/",[333],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-02-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nUcraina. Trump spariglia le carte\r\nIl prossimo 24 febbraio sono trascorsi tre anni dall’attacco russo all’Ucraina, dopo sette anni di stallo in seguito all’annessione russa della Crimea ed un primo avanzamento nel Donbass. Da allora sono morte centinaia di migliaia di persone, enorme è il numero dei profughi, dei feriti, delle persone che hanno perso casa e lavoro.\r\nA pagare un duro prezzo sono state anche le popolazioni europee strette nella spirale dell’inflazione, con una costante riduzione dei servizi ed un imponente aumento della spesa energetica e militare.\r\nQuesta guerra rappresenta uno scontro interimperialistico di enorme portata, che ha coinvolto direttamente la NATO. I paesi europei hanno schierato truppe ed inviato armi all’Ucraina.\r\nGli Stati Uniti targati Trump entrano nella partita a gamba tesa, sparigliando le carte. Tagliano fuori l’Ucraina e gli europei ed aprono un tavolo di trattativa diretta con la Russia, mirando ad una tregua armata che, di fatto, sancirà l’annessione dei territori occupati di Mosca. D’altra parte gli Stati Uniti hanno portato a casa l’obiettivo principale: l’indebolimento dell’Europa. Ora Trump spera di rendere meno saldo il legame tra la Russia e la Cina.\r\nIntanto la diserzione dal fronte di guerra è sempre più di massa. Sia in Russia che in Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nStati Uniti. Project 25\r\nProseguono gli approfondimenti sugli States all’epoca di Trump.\r\nGli obiettivi del Trump 2.0 erano già scritti da due anni: i punti salienti di un mandato presidenziale reazionario, infatti, erano già ampiamente illustrati in Mandate For Leadership: The Conservative Promise, un manuale di 900 pagine realizzato grazie alla stretta collaborazione tra Heritage Foundation e altre 100 organizzazioni conservatrici statunitensi.\r\nMeglio conosciuto come Project 2025, il manuale è ispirato ad una visione degli Stati Uniti fortemente reazionaria e conservatrice, cui i conservatori lavorano da anni per sviluppare centinaia di obiettivi politici afferenti a ogni sfera della vita pubblica.\r\nLa loro ragione di azione si inserisce comodamente nel quadro di un eterno conflitto tra il governo centrale e quelli statali: l’infinita lotta in favore di un primato dei diritti degli Stati rispetto al governo federale ha permesso a diverse organizzazioni di incardinare lotte dalla presidenza Reagan in poi per cambiare il volto degli Stati Uniti.\r\nProject 2025 ha affrontato una lunga marcia prima di individuare in Trump il proprio campione. Si tratta di un progetto di lungo corso che è esistito prima di Trump e continuerà a farlo dopo, avendo come principale interlocutore “il prossimo conservatore” che occuperà la Casa Bianca.\r\nCosa c’è nelle 900 pagine del Project 25?\r\nCe ne ha parlato Robertino Barbieri\r\n\r\nFermiamo la guerra dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al Congo…\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 8 marzo\r\npunto info anarcofemminista\r\nI nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli Stati, le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone, degli dei e dei loro preti. \r\nore 10,30 al Balon\r\n\r\nVenerdì 14 marzo\r\nTrump e la marea nera globale\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nGuerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.\r\nL’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie a livello globale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale.\r\nSarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione.\r\nNe parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione\r\n\r\nA Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Marzo 2025","2025-03-04 07:20:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/smash-patriarchy-scritta-200x110.jpg","Anarres del 21 gennaio. Trump e l’Ucraina. Stati Uniti: Project 25. Contro la guerra…",1741072443,[],[],{"post_content":530},{"matched_tokens":531,"snippet":532,"value":533},[76,77],"di fatto, sancirà l’annessione dei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> di Mosca. D’altra parte gli","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-02-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nUcraina. Trump spariglia le carte\r\nIl prossimo 24 febbraio sono trascorsi tre anni dall’attacco russo all’Ucraina, dopo sette anni di stallo in seguito all’annessione russa della Crimea ed un primo avanzamento nel Donbass. Da allora sono morte centinaia di migliaia di persone, enorme è il numero dei profughi, dei feriti, delle persone che hanno perso casa e lavoro.\r\nA pagare un duro prezzo sono state anche le popolazioni europee strette nella spirale dell’inflazione, con una costante riduzione dei servizi ed un imponente aumento della spesa energetica e militare.\r\nQuesta guerra rappresenta uno scontro interimperialistico di enorme portata, che ha coinvolto direttamente la NATO. I paesi europei hanno schierato truppe ed inviato armi all’Ucraina.\r\nGli Stati Uniti targati Trump entrano nella partita a gamba tesa, sparigliando le carte. Tagliano fuori l’Ucraina e gli europei ed aprono un tavolo di trattativa diretta con la Russia, mirando ad una tregua armata che, di fatto, sancirà l’annessione dei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark> di Mosca. D’altra parte gli Stati Uniti hanno portato a casa l’obiettivo principale: l’indebolimento dell’Europa. Ora Trump spera di rendere meno saldo il legame tra la Russia e la Cina.\r\nIntanto la diserzione dal fronte di guerra è sempre più di massa. Sia in Russia che in Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nStati Uniti. Project 25\r\nProseguono gli approfondimenti sugli States all’epoca di Trump.\r\nGli obiettivi del Trump 2.0 erano già scritti da due anni: i punti salienti di un mandato presidenziale reazionario, infatti, erano già ampiamente illustrati in Mandate For Leadership: The Conservative Promise, un manuale di 900 pagine realizzato grazie alla stretta collaborazione tra Heritage Foundation e altre 100 organizzazioni conservatrici statunitensi.\r\nMeglio conosciuto come Project 2025, il manuale è ispirato ad una visione degli Stati Uniti fortemente reazionaria e conservatrice, cui i conservatori lavorano da anni per sviluppare centinaia di obiettivi politici afferenti a ogni sfera della vita pubblica.\r\nLa loro ragione di azione si inserisce comodamente nel quadro di un eterno conflitto tra il governo centrale e quelli statali: l’infinita lotta in favore di un primato dei diritti degli Stati rispetto al governo federale ha permesso a diverse organizzazioni di incardinare lotte dalla presidenza Reagan in poi per cambiare il volto degli Stati Uniti.\r\nProject 2025 ha affrontato una lunga marcia prima di individuare in Trump il proprio campione. Si tratta di un progetto di lungo corso che è esistito prima di Trump e continuerà a farlo dopo, avendo come principale interlocutore “il prossimo conservatore” che occuperà la Casa Bianca.\r\nCosa c’è nelle 900 pagine del Project 25?\r\nCe ne ha parlato Robertino Barbieri\r\n\r\nFermiamo la guerra dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan al Kurdistan, dallo Yemen al Congo…\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 8 marzo\r\npunto info anarcofemminista\r\nI nostri corpi spezzano e annullano i confini tra i generi, le frontiere tra gli Stati, le divisioni imposte dalla nazione e dalle tante leggi del padre, del padrone, degli dei e dei loro preti. \r\nore 10,30 al Balon\r\n\r\nVenerdì 14 marzo\r\nTrump e la marea nera globale\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nGuerra, repressione, identitarismi, nazionalismi sono la cifra di un ordine del mondo che per salvare se stesso, affonda noi tutt.\r\nL’affermarsi di dinamiche pesantemente autoritarie a livello globale segna un’epoca dove chi governa e chi sfrutta non intende più piegarsi ad alcuna mediazione sociale.\r\nSarebbe però banale ridurre tutto al fascismo, anche se da quel mondo e dalla sua storia la marea nera trae ampia ispirazione e gli attrezzi necessari alla propria narrazione.\r\nNe parliamo con Stefano Capello e Lorenzo Coniglione\r\n\r\nA Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[535],{"field":99,"matched_tokens":536,"snippet":532,"value":533},[76,77],{"best_field_score":489,"best_field_weight":490,"fields_matched":318,"num_tokens_dropped":51,"score":491,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":539,"highlight":553,"highlights":558,"text_match":487,"text_match_info":561},{"comment_count":51,"id":540,"is_sticky":51,"permalink":541,"podcastfilter":542,"post_author":543,"post_content":544,"post_date":545,"post_excerpt":237,"post_id":540,"post_modified":546,"post_thumbnail":547,"post_title":548,"post_type":391,"sort_by_date":549,"tag_links":550,"tags":552},"96058","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-27-02-2025-arabia-saudita-mbs-e-le-aspirazioni-di-potenza-globale-tigray-le-ferite-della-guerra-germania-dopo-le-elezioni-yazidi-un-popolo-perseguitato/",[341],"radiokalakuta","In questa puntata Bastioni di Orioni approfondisce il ruolo che l'Arabia Saudita sta giocando sullo scacchiere internazionale ,aspirando ad essere riconosciuta come potenza globale imprescindibile nella definizione dei nuovi equilibri non solo regionali. Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . Il principe trova l'opposizione delle correnti conservatrici legate ai valori tradizionale ma è sostenuto dalla maggioranza della popolazione giovane che aspira ad uno stile di vita in linea con le modernizazioni promesse da Bin Salman.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI27022025-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMatteo Palamidesse ,giornalista di Focus on Africa ,ci racconta della situazione che ha trovato in Tigray devastato dall guerra civile . Nella regione manca il carburante ,le file ai distributori sono infinite e il prezzo della benzina è arrivato al cambio attuale a quasi 2 euro al litro ,con conseguenze devastanti per il trasporto pubblico che è praticamente fermo. Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei territori occupati. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]","1 Marzo 2025","2025-03-01 12:14:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 27/02/2025- ARABIA SAUDITA: MBS E LE ASPIRAZIONI DI POTENZA GLOBALE -TIGRAY: LE FERITE DELLA GUERRA - GERMANIA DOPO LE ELEZIONI -YAZIDI UN POPOLO PERSEGUITATO.",1740831265,[551],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[357],{"post_content":554},{"matched_tokens":555,"snippet":556,"value":557},[76,77],"sionisti a Gaza e nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>. A 36 anni dalla caduta","In questa puntata Bastioni di Orioni approfondisce il ruolo che l'Arabia Saudita sta giocando sullo scacchiere internazionale ,aspirando ad essere riconosciuta come potenza globale imprescindibile nella definizione dei nuovi equilibri non solo regionali. Ci facciamo aiutare da Laura Silvia Battaglia, giornalista e documentarista esperta della penisola araba che ha seguito a lungo anche le vicende yemenite.\r\n\r\nL'Arabia Saudita di Bin Salman si presenta forte della potenza finanziaria del suo fondo sovrano e della società che gestisce le ricchezze petrolifere del paese Aramco,che ormai estende i suoi interessi anche verso l'Asia meridionale .Il faraonico progetto della Vision 2030 che ha come obiettivo anche quello di diversificare le fonti dell'economia saudita e di modernizzare il paese ,per quanto ridimensionato, costituisce il volano con il quale Bin Salman vuole proiettare un' immagine diversa del paese come elemento di stabilità che tenga insieme gli USA ,Russia e Cina dialogando al contempo con lo storico rivale persiano. L'Arabia Saudita guarda anche con interesse al Libano dopo l'elezione di Aoun come presidente e l'indebolimento di Hezbollah e alla Siria mirando a diventare un nodo decisionale che non si puo' ignorare . Forte dei rapporti che lo legano a Trump Bin Salman sta giocando una partita globale, non a caso gli incontri tra le delegazioni russe e americane si sono tenuti a Riyad ,ma non solo sul piano diplomatico anche su quello economico come dimostra la quasi adesione ai BRICS, l'emissioni di obbligazioni in euro per sostenere il progetto \"Vision 2030\" , il mancato rinnovo dell'accordo relativo al pagamento del petrolio in dollari Usa, promosso cinquanta anni fa tra gli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita . Il principe trova l'opposizione delle correnti conservatrici legate ai valori tradizionale ma è sostenuto dalla maggioranza della popolazione giovane che aspira ad uno stile di vita in linea con le modernizazioni promesse da Bin Salman.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI27022025-BATTAGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMatteo Palamidesse ,giornalista di Focus on Africa ,ci racconta della situazione che ha trovato in Tigray devastato dall guerra civile . Nella regione manca il carburante ,le file ai distributori sono infinite e il prezzo della benzina è arrivato al cambio attuale a quasi 2 euro al litro ,con conseguenze devastanti per il trasporto pubblico che è praticamente fermo. Al di fuori delle città si vedono le conseguenze delle devastazioni provocate dalla guerra ,impianti produttivi danneggiati e chiusi ,con migliaia di persone che hanno perso il lavoro ,molti vagano traumatizzati dalle violenze del conflitto per le strade ,i giovani tentano di andarsene verso la penisola arabica o verso l'Europa intraprendendo viaggi pericolsi che spesso si concludono tragicamente. Si prova a riaprire le scuole ma la gestione dei giovani alunni traumatizzati perchè orfani o perchè ex combattenti è estremamente complessa mentre emergono i dati raccapriccianti delle vittime degli stupri ,usati dalle milizie combattenti come arma contro la popolazione civile .Nonostante questo quadro drammatico la popolazione cerca di ricostruire senza aspettare aiuti che tardano ad arrivare , si ricostituisce un tessuto di solidarietà e sostegno reciproco per sanare le ferite della guerra .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/bastioni-27022025-palamidesse.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Vita Lo Russo attivista e giornalista che vive a Berlino , parliamo delle elezioni tedesche in particolare dell'influenza sull'esito del voto delle mobilitazioni di massa contro AFD ,la composizione del voto per la Linke che inaspettatamente ha raddoppiato i consensi ,l'ambiguità di fondo delle posizioni di certa sinistra tedesca rispetto alla condanna dei crimini sionisti a Gaza e nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati\u003C/mark>. A 36 anni dalla caduta del muro l'esito di queste elezioni con il successo della destra di AFD nei laender orientali ,rimanda al fallimento sostanziale del processo di unificazione vissuto ad est come un' annessione forzata a suon di trasferimento di risorse economiche ed umane che però non hanno contribuito alla crescita delle regioni orientali. Con Vita parliamo anche dell'impatto della riunificazione sulla vita delle persone che vivevano nella DDR.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-DI-ORIONE-27022025-GERMANIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Laura Schrader ,giornalista e studiosa della questione kurda ,parliamo degli Yazidi in occasione di una mostra che si terrà da sabato 1 marzo al polo del '900 sulla comunità yezidae lo spazio sacro. Il popolo degli yazidi è stato vittima di varie persecuzioni a causa della sua religione eterodossa e l'ultimo tentativo di genocidio è stato perpretato dall'Isis nell'agosto del 2014 nella regione irachena nord occidentale di Sinjar, nel giro di poche settimane più di 5000 persone furono uccise mentre donne e bambini furono ridotti in schiavitù. Un decennio dopo il massacro risultano ancora disperse 2600 persone e molte fosse comuni non sono ancora stae scavate , il massacro ha provocato circa 350000 profughi costretti a fuggire. Con Laura parliamo anche della situazione nel Rojava e dell'attacco delle milizie filo turche contro la diga di Tishrin difesa dalla popolazione del luogo e dai combattenti curdi. Il nuovo governo siriano ,nonostante il maquillage democratico ,è espressione degli integralisti islamici e controllato dalla Turchia che ha come obiettivo quello di cancellare la presenza curda nel nord est e cancellare l'esperienza dell'Amministrazione autonoma democratica della Siria settentrionale e orientale che vuole costruire una Siria laica e multietnica.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/Bastioni-27022025-schrader.mp3\"][/audio]",[559],{"field":99,"matched_tokens":560,"snippet":556,"value":557},[76,77],{"best_field_score":489,"best_field_weight":490,"fields_matched":318,"num_tokens_dropped":51,"score":491,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},{"document":563,"highlight":575,"highlights":581,"text_match":487,"text_match_info":584},{"comment_count":51,"id":564,"is_sticky":51,"permalink":565,"podcastfilter":566,"post_author":543,"post_content":567,"post_date":568,"post_excerpt":237,"post_id":564,"post_modified":569,"post_thumbnail":570,"post_title":571,"post_type":391,"sort_by_date":572,"tag_links":573,"tags":574},"94268","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-12-2024-limplosione-della-siria-e-le-mire-neottomane-di-erdogan-il-polisario-continua-la-sua-lotta-per-i-diritti-del-popolo-saharawi/",[341],"Bastioni di Orione ritorna sulla Siria con Murat Cinar giornalista turco che vive in Italia il quale ci restituisce la prospettiva turca sugli eventi siriani a partire dalla fine degli accordi di Astana tra Russia ,Iran e Turchia che avevano sancito la divisione delle sfere d'influenza in Siria. Ormai non si potrà piu' parlare della Siria come l'abbiamo conosciuta finora ,l'instabilità è divenuta l'unica certezza , tutta la zona che va dall'Iraq al Libano passando per la Siria si sta ridisegnando verso una configurazione che prevede Israele come unica potenza militarmente dominante. L'opzione laica panaraba incarnata dal partito bath nelle sue differenti declinazioni nazionali è evaporata ,l'insurrezione jihadista di stampo salafita che aveva prevalso fra le correnti sunnite si sta trasformando per opportunismo in una fratellaza musulmana subordinata alle proiezioni strategiche neottomane della Turchia . Erdogan ha mandato un chiaro messaggio a quelle potenze che vogliono ridefinire gli equilibri in Medio Oriente sulla sua influenza con cui bisognerà inevitabilmente fare i conti anche per non rischiare di rimanere tagliato fuori dal corridoio economico e infrastruturale Imec , corridoio tra India, Medio Oriente ed Europa, annunciato a settembre 2023, che come illustrato con tanto di cartelli da Netanyahu alle Nazione Unite prevede la cancellazione di Gaza dalla mappa geografica. I curdi rischiano di subire l'attacco delle milizie filo turche in particolare dell'Esercito Nazionale Siriano che sono lo strumento con cui Erdogan vuole realizzare il suo piano di creare una zona cuscinetto ai confini della Turchia e annientare l'entità curda ,il suo timore è che nel contesto della disintegrazione dello stato siriano si possa concretizzare un entità statale curda nel nord est della Siria.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12122024-MURAT-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo a parlare della lotta per l'indipendenza del popolo saharawi con Mirca , compagna che ci racconta la sua esperienza di viaggio a Tindouf dove i rifugiati saharawi sono distribuiti in cinque accampamenti denominati wilaya , viaggio organizzato tramite la rappresentante in Italia del Polisario, Fatima Mahfud e la comunità di Sesto fiorentino. Ci viene restituita un vivace quadro delle condizioni di vita dei rifugiati ,sopratutto donne e bambini ,che nonostante le difficoltà non perdono la determinazione nella lotta e la certezza di ritornare nei propri territori occupati dal Marocco da cinquant' anni . Parliamo anche con Abdallah Salim responsabile del Polisario a Sesto fiorentino che ci parla del muro di divisione costruito dal Marocco nei territori occupati del Sahara occidentale ,lungo 2700 km e infestato da 9 milioni di mine ,molte italiane . Le condizioni dell'occupazione coloniale marocchina sono estremamente pesanti per la popolazione rimasta ,con sparizioni,torture in carcere ed arresti .La guerra è ripresa ad intermittenza mentre ormai la prospettiva del referendum ,non difesa dagli organismi internazionali ,è sfumata . Di fronte alla resistenza del Fronte Polisario il Marocco propone irricevibili progetti di autonomia all'interno dello stato marocchino , Spagna e Francia e Marocco hanno messo gli occhi sui ricchi giacimenti di fosfato e sulle concessioni per la pesca ,mentre la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha bocciato lo scorso 4 ottobre ancora una volta l'accordo commerciale tra Ue e Marocco del 2019 relativamente al territorio del Sahara Occidentale, fondamentalmente perché l’accordo e le sue integrazioni non rispettano il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, il cui parere non è stato acquisito.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12120024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]","14 Dicembre 2024","2024-12-14 20:03:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/12/2024-L'IMPLOSIONE DELLA SIRIA E LE MIRE NEOTTOMANE DI ERDOGAN -IL POLISARIO CONTINUA LA SUA LOTTA PER I DIRITTI DEL POPOLO SAHARAWI",1734206603,[551],[357],{"post_content":576},{"matched_tokens":577,"snippet":579,"value":580},[76,578],"occupati ","certezza di ritornare nei propri \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati \u003C/mark> dal Marocco da cinquant' anni","Bastioni di Orione ritorna sulla Siria con Murat Cinar giornalista turco che vive in Italia il quale ci restituisce la prospettiva turca sugli eventi siriani a partire dalla fine degli accordi di Astana tra Russia ,Iran e Turchia che avevano sancito la divisione delle sfere d'influenza in Siria. Ormai non si potrà piu' parlare della Siria come l'abbiamo conosciuta finora ,l'instabilità è divenuta l'unica certezza , tutta la zona che va dall'Iraq al Libano passando per la Siria si sta ridisegnando verso una configurazione che prevede Israele come unica potenza militarmente dominante. L'opzione laica panaraba incarnata dal partito bath nelle sue differenti declinazioni nazionali è evaporata ,l'insurrezione jihadista di stampo salafita che aveva prevalso fra le correnti sunnite si sta trasformando per opportunismo in una fratellaza musulmana subordinata alle proiezioni strategiche neottomane della Turchia . Erdogan ha mandato un chiaro messaggio a quelle potenze che vogliono ridefinire gli equilibri in Medio Oriente sulla sua influenza con cui bisognerà inevitabilmente fare i conti anche per non rischiare di rimanere tagliato fuori dal corridoio economico e infrastruturale Imec , corridoio tra India, Medio Oriente ed Europa, annunciato a settembre 2023, che come illustrato con tanto di cartelli da Netanyahu alle Nazione Unite prevede la cancellazione di Gaza dalla mappa geografica. I curdi rischiano di subire l'attacco delle milizie filo turche in particolare dell'Esercito Nazionale Siriano che sono lo strumento con cui Erdogan vuole realizzare il suo piano di creare una zona cuscinetto ai confini della Turchia e annientare l'entità curda ,il suo timore è che nel contesto della disintegrazione dello stato siriano si possa concretizzare un entità statale curda nel nord est della Siria.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12122024-MURAT-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo a parlare della lotta per l'indipendenza del popolo saharawi con Mirca , compagna che ci racconta la sua esperienza di viaggio a Tindouf dove i rifugiati saharawi sono distribuiti in cinque accampamenti denominati wilaya , viaggio organizzato tramite la rappresentante in Italia del Polisario, Fatima Mahfud e la comunità di Sesto fiorentino. Ci viene restituita un vivace quadro delle condizioni di vita dei rifugiati ,sopratutto donne e bambini ,che nonostante le difficoltà non perdono la determinazione nella lotta e la certezza di ritornare nei propri \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati \u003C/mark> dal Marocco da cinquant' anni . Parliamo anche con Abdallah Salim responsabile del Polisario a Sesto fiorentino che ci parla del muro di divisione costruito dal Marocco nei \u003Cmark>territori\u003C/mark> \u003Cmark>occupati \u003C/mark> del Sahara occidentale ,lungo 2700 km e infestato da 9 milioni di mine ,molte italiane . Le condizioni dell'occupazione coloniale marocchina sono estremamente pesanti per la popolazione rimasta ,con sparizioni,torture in carcere ed arresti .La guerra è ripresa ad intermittenza mentre ormai la prospettiva del referendum ,non difesa dagli organismi internazionali ,è sfumata . Di fronte alla resistenza del Fronte Polisario il Marocco propone irricevibili progetti di autonomia all'interno dello stato marocchino , Spagna e Francia e Marocco hanno messo gli occhi sui ricchi giacimenti di fosfato e sulle concessioni per la pesca ,mentre la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha bocciato lo scorso 4 ottobre ancora una volta l'accordo commerciale tra Ue e Marocco del 2019 relativamente al territorio del Sahara Occidentale, fondamentalmente perché l’accordo e le sue integrazioni non rispettano il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, il cui parere non è stato acquisito.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12120024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]",[582],{"field":99,"matched_tokens":583,"snippet":579,"value":580},[76,578],{"best_field_score":489,"best_field_weight":490,"fields_matched":318,"num_tokens_dropped":51,"score":491,"tokens_matched":29,"typo_prefix_score":51},6637,{"collection_name":391,"first_q":21,"per_page":327,"q":21},["Reactive",588],{},["Set"],["ShallowReactive",591],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f_X312vu6spUOC-LEJtTFpD9Xy_-Sv316Q8_GSImzgrc":-1},true,"/search?query=Territori+occupati"]