","A FIANCO DI ANAN ALI' E MANSOUR","post",1758578633,[59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/41-bis/","http://radioblackout.org/tag/presidi/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-palestinese/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[64,65,66,67],"41 bis","presidi","resistenza palestinese","torino",{"post_content":69},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"organism","d’intervento verso l’antiterrorismo rivelandosi un \u003Cmark>organism\u003C/mark>o di coordinamento tra tutte le","Dopo aver ottenuto dallo Stato italiano la protezione umanitaria nel 2019, da gennaio 2024 Anan è imprigionato nella sezione di alta sicurezza del carcere di Terni e processato per 270bis c.p. per il suo sostegno alla resistenza di Tulkarem (Cisgiordania). E’ per arrivare al numero minimo di tre persone con cui si giustifica l’accusa di “associazione con finalità di terrorismo” che la magistratura tira in mezzo Alì e Mansour, pur estranei alla lotta armata. Il PM offre come probatorie le testimonianze ottenute tramite interrogatori dello Shin Bet (servizi segreti) nelle carceri israeliane, dove le persone palestinesi sono soggette alla legge marziale e a sistematiche torture. Anan ne è testimonianza vivente: nel suo corpo ci sono undici proiettili e quaranta schegge, non gli è stata risparmiata la frantumazione di alcun osso. A molte persone è servito il genocidio per rendersi conto degli orrori messi in atto da Israele, ma nei tribunali italiani i partigiani palestinesi restano in ogni caso \"terroristi”, rafforzando così l'ideologia sionista volta a farne un nemico da sterminare con qualunque mezzo, senza alcuna inibizione morale.\r\n\r\nAnan è oggi torturato non in Israele, ma dentro al carcere di Terni, in regime di 41-bis, su richiesta dalla DNAA. E’ nel 2015 che la Direzione Nazionale Antimafia amplia il proprio campo d’intervento verso l’antiterrorismo rivelandosi un \u003Cmark>organism\u003C/mark>o di coordinamento tra tutte le Procure. Attraverso la creazione di un ambiente culturale prima ancora che giuridico, la DNAA - che influenza pesantemente il discorso pubblico e giornalistico, il governo e il parlamento, la magistratura - opera una strategia contro-insurrezionale preventiva. L’effetto è la costante costruzione di \"emergenze\" e di nemici interni/esterni da perseguire, siano essi individui migranti, musulmani, rivoluzionari, comunisti, anarchici o palestinesi.\r\n\r\nIniziativa giovedì 25 settembre 2025 in via Foggia 14 davanti alla D.I.A. di Torino.\r\n\r\nNe parliamo con alcuni compagni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/INFO-22092025-PRESIDIO-DIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n 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attivisti, contadine e contadini, di diverse zone d’Italia, provenienti da diverse realtà, gruppi, collettivi e associazioni, rurali e cittadine che lavorano per unire le forze e per difendere e sviluppare i sistemi agroecologici di produzione, distribuzione e consumo del cibo.\r\n\r\nCi rivolgiamo a contadine e contadini, consumatrici e consumatori, associazioni, gruppi d’acquisto, comunità di supporto dell’agricoltura, empori solidali, aziende e cooperative, tecnici agricoli, ricercatrici e ricercatori responsabili, per costruire un’opposizione comune contro l’avanzare dei nuovi OGM (TEA, NBT, NGT).\r\n\r\nDiciamo SÌ all’agricoltura contadina agroecologica, diffusa sui territori, di prossimità e svincolata dal capitale finanziario, che produce un cibo sano, non inquina e non distrugge l’ambiente.\r\n\r\nDiciamo SÌ al favorire la rigenerazione naturale della biodiversità, alla conservazione del suolo e dell’acqua, vere ricchezze delle comunità ed efficaci difese dalle avversità.\r\n\r\nSÌ al fondamentale diritto dei contadini e delle contadine di conservare, riprodurre, selezionare partecipativamente e scambiare liberamente le proprie sementi.\r\n\r\nDiciamo SÌ all’autodeterminazione alimentare, alla costruzione di reti di piccola scala basate su relazioni di solidarietà e mutualismo, a sostegno dell’agricoltura contadina, col lavoro della terra in autogestione collettiva, non schiava delle leggi di mercato.\r\n\r\nSosteniamo le realtà contadine, preservandole dalla scomparsa ed incentivando il ritorno alla terra per l’agroecologia in contrapposizione alle multinazionali dell’agricoltura e dell’alimentazione industriale.\r\n\r\nDiciamo NO all’agricoltura 4.0 e alle altre soluzioni tecnoindustriali per la sperimentazione, la coltivazione e la deregolamentazione degli organismi geneticamente modificati: TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), NBT (New Breeding Techniques) o NGT (New Genetic Techniques), tutti nuovi nomi per nascondere quel che già ci fu propinato e contro i quali lottammo con successo 30 anni fa, i vecchi OGM.\r\n\r\nDiciamo NO al cibo prodotto in laboratorio, non vogliamo essere le cavie di questa deriva scientista!\r\n\r\nDiciamo NO al saccheggio e alla distruzione dei beni ambientali, alla “digitalizzazione” dell’attività agricola, sempre più dispendiosa, inquinante ed energivora.\r\n\r\nNon possiamo rimanere indifferenti al perpetrarsi dell’ennesima soluzione tecnologica per risolvere problemi provocati proprio da tecnologie e metodi chimico-industriali.\r\n\r\nForti interessi lobbistici condizionano la politica, l’informazione e i grandi sindacati agricoli, le molteplici agenzie per la sicurezza alimentare, ambientale e per lo sviluppo agricolo, nonché gran parte della ricerca pubblica e privata.\r\n\r\nLa violenza operata dai sistemi di potere e la loro indifferenza per la salute pubblica è sempre più evidente e opprimente sulle nostre vite.\r\n\r\nCi ritroveremo a Parma, dove ha sede l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che sta giocando un ruolo importante nei processi di deregolamentazione dei nuovi OGM e di manipolazione genetica di piante e animali.\r\n\r\nA Parma dove ha sede l’azienda biologica Podere Stuard, attualmente al centro dell’allarmante situazione che la vede protagonista della sperimentazione in campo di pomodori geneticamente modificati.\r\n\r\nVi invitiamo ad una partecipazione popolare: fermare l’avanzata dei nuovi OGM che minacciano ambiente, sistemi alimentari e salute pubblica è cosa urgente !\r\n\r\nSABATO 14 GIUGNO 2025, VIENI A PARMA!\r\n\r\nFaremo un corteo e ci sarà cibo, musica, teatro e performaces.\r\n\r\nRitrovo alle ore 15:30 davanti alla Stazione FS, piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, per muoversi attraverso la città fino al Parco Ex Eridania.\r\n\r\nCAMBIARE IL CAMPO!\r\n\r\nPer la Convergenza Agroecologica e Sociale\r\n\r\n \r\n\r\n[audio 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centralizzato con l’incarico di dare le licenze per l’insegnamento solo ai professori che dimostrano di avere ideali patriottici.\r\nSono alcune delle linee programmatiche generali che Trump intende perseguire se verrà rieletto presidente il prossimo novembre.\r\nMa, al di là, delle sparate violente “se non verrò eletto sarà un bagno di sangue”, questa volta, forte della precedente esperienza, il tycoon si sta preparando con cura a conquistare la Casa Bianca ed a consolidare come mai prima il potere del presidente.\r\nLe 942 pagine del Project 2025 sono lì a dimostrarlo. Sono liberamente scaricabili dal sito omonimo e rappresentano una lettura indispensabile a comprendere a fondo il processo di rapida e radicale fascistizzazione del paese, che Trump intende intraprendere qualora venisse eletto. Al punto di allarmare persino alcuni esponenti del suo partito come Liz Cheney che parla di “sonnambulismo verso la dittatura negli Stati Uniti”, riferendosi al probabile candidato del suo partito.\r\nTra gli obiettivi del Project 2025: definanziare il Dipartimento di Giustizia, smantellare l'FBI, rompere il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ed eliminare i Dipartimenti di Istruzione e Commercio.. Non solo. Trump vuole il pieno potere su agenzie quasi indipendenti come la Federal Communications Commission, che fa e applica le regole per le società televisive e di Internet che sono state la rovina dell’esistenza politica di Trump negli ultimi anni.\r\nNon solo. Trump intende promuovere leggi federali che limitino ulteriormente la possibilità di abortire legalmente.\r\nNel Project 2025 Trump dichiara l’intenzione di invocare il giorno stesso del giuramento l’Insurrection Act, per potere schierare i militari nelle strade degli Stati Uniti a svolgere i compiti di sicurezza che la legge ordinaria assegnerebbe alle forze di polizia. Una sorta di replay dell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, stavolta però condotto dai soldati a nome del presidente appena restaurato alla Casa Bianca. Tanto per dare un segnale forte e chiaro a chi intendesse manifestare quel giorno.\r\nIl dato più importante che emerge dal Project 2025 è tuttavia l’intenzione di piazzare i propri uomini e donne, già scelti per tempo, in tutti i gangli vitali dello Stato: dall’FBI all’esercito, a tutti i settori della pubblica amministrazione.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-19-robertino-states-project2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Marzo 2024","2024-03-21 21:53:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico-300x200.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico-300x200.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico-1024x683.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico-768x512.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/www.politico.png 1290w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Project 2025: l’assalto di Trump al deep state",1710865249,[130,131,132,133],"http://radioblackout.org/tag/deep-state/","http://radioblackout.org/tag/project-2025/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[135,136,12,19],"deep state","project 2025",{"post_content":138},{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":141},[71],"punire i dissidenti politici, un \u003Cmark>organism\u003C/mark>o centralizzato con l’incarico di dare","Militari nelle strade per garantire l’ordine, dipartimento alla Giustizia mobilitato per punire i dissidenti politici, un \u003Cmark>organism\u003C/mark>o centralizzato con l’incarico di dare le licenze per l’insegnamento solo ai professori che dimostrano di avere ideali patriottici.\r\nSono alcune delle linee programmatiche generali che Trump intende perseguire se verrà rieletto presidente il prossimo novembre.\r\nMa, al di là, delle sparate violente “se non verrò eletto sarà un bagno di sangue”, questa volta, forte della precedente esperienza, il tycoon si sta preparando con cura a conquistare la Casa Bianca ed a consolidare come mai prima il potere del presidente.\r\nLe 942 pagine del Project 2025 sono lì a dimostrarlo. 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Uno di loro, Giuseppe Pinelli, non ne uscirà vivo, perché scaraventato dalla finestra dall’ufficio del commissario Luigi Calabresi.\r\nLe versioni ufficiali parlarono di suicidio: anni dopo un magistrato di sinistra, D’Ambrosio, emesse una sentenza salomonica: “malore attivo”. Né omicidio, né suicidio.\r\nPietro Valpreda venne accusato di essere l’autore della strage. Trascorrerà, con altri compagn* tre anni in carcere in attesa di giudizio, finché non venne modificata la legge che fissava i limiti della carcerazione preventiva. Quella legge, emanata su pressione dei movimenti sociali, venne a lungo chiamata “legge Valpreda”.\r\nDopo 54anni dalla strage, sebbene ormai si sappia tutto, sia sui fascisti che la eseguirono, gli ordinovisti veneti, sia sui mandanti politici, tutti interni al sistema di potere democristiano di stretta osservanza statunitense, non ci sono state verità giudiziarie.\r\nNel 1969 a capo della Questura milanese era Guida, già direttore del confino di Ventotene, un funzionario fascista, passato indenne all’Italia repubblicana. Dietro le quinte, ma presenti negli uffici di via Fatebenefratelli c’erano i capi dei servizi segreti Russomando e D’Amato.\r\nIl Sessantanove fu l’anno dell’autunno caldo e della contestazione studentesca, movimenti radicali e radicati si battevano contro il sistema economico e sociale.\r\nLa strage, che immediatamente, gli anarchici definirono “strage di Stato” rappresentò il tentativo di criminalizzare le lotte, e scatenare la repressione.\r\nIn breve i movimenti sociali reagirono alle fandonie della polizia, smontando dal basso la montatura poliziesca che era stata costruita sugli anarchici.\r\nCosa resta nella memoria dei movimenti di quella strage, che per molti compagni e compagne dell’epoca rappresentò una rottura definitiva di ogni illusione democratica?\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, testimone e protagonista di quella stagione cruciale\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-12-varengo-piazza-fontana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un articolo di Varengo uscito su Umanità Nova:\r\n\r\n“Non si capiscono le bombe del 12 dicembre del 1969, se non si analizza il contesto. Al di là delle parole contano i fatti; e vediamoli questi fatti, sia pure succintamente.\r\nGli anni dell'immediato dopoguerra sono caratterizzati da grandi processi di ricostruzione, in primis nei paesi devastati dalla durezza e dalla crudeltà del conflitto, sostenuti dagli effetti dello sviluppo della scienza e della tecnologia, accelerate a loro volta dai risultati della ricerca nel periodo bellico per armi sempre più letali. Tali processi hanno comportato, insieme ad un impetuoso sviluppo delle risorse umane, un aumento della ricchezza complessiva, ovviamente ripartita in modo assolutamente diseguale, con la conseguenza che il divario tra i vari paesi e, in essi, tra le classi sociali è cresciuto a dismisura.\r\nA fronte delle grandi possibilità di trasformazione sociale che il nuovo clima pare prefigurare, sempre più è evidente che la gran parte della popolazione lavoratrice, il proletariato, rimane oggetto e non soggetto della propria storia, alimentando la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e sociali da una parte e l'insieme dei rapporti di proprietà, di controllo e di dominio dall'altra.\r\nIn questo quadro si può capire come sia stato possibile che praticamente in ogni parte del mondo – dagli Stati Uniti al Sud America, dalla Francia all'Italia, dalla Cina al Giappone, dall'Europa del patto di Varsavia alla Germania, dal Messico all'Inghilterra – in un mondo tra l'altro le cui comunicazioni passavano per stampa e televisione, controllate dai governi, sia esplosa quasi contemporaneamente quella che fu definita “contestazione globale”.\r\nUna contestazione alimentata dalla convergenza di differenti culture, dal pacifismo dei figli dei fiori al terzomondismo solidale con le lotte di liberazione nazionale, dal marxismo all'anarchismo, dal cattolicesimo all'ateismo, capace di esprimere caratteristiche comuni, nonostante le profonde differenze esistenti: geografiche, economiche, culturali, sociali, politiche.\r\nUna contestazione che ha abbracciato le varie forme di espressione umana: artistica, musicale, scientifica, tecnica, letteraria, e che ha visto come protagonista principale la generazione del cosiddetto baby boom, dei nati dopo la guerra e che di quella guerra avevano comunque vissuto i cascami.\r\nIl rifiuto della guerra fu un elemento scatenante di tale contestazione; a partire dai campus universitari statunitensi che con manifestazioni, occupazioni e scontri denunciavano il sempre più crescente impegno USA nello sporco conflitto del Vietnam, le proteste si espansero in tutto il mondo. Ma il rifiuto della guerra era anche rifiuto di un mondo diviso in blocchi, ove una cortina di ferro condizionava la vita e i movimenti di una generazione affamata di conoscenza. Era rifiuto della sofferenza inflitta dai dominatori ai popoli colonizzati, rifiuto del razzismo, rifiuto del vecchio mondo fatto di discriminazioni e autoritarismi. Era soprattutto rifiuto di uno sfruttamento e di un'oppressione di classe che, sull'altare del profitto, condannava milioni di esseri umani alla catena, a condizioni di vita infami, ad una nocività crescente. E per la metà del genere umano era rifiuto di un mondo costruito sul patriarcato, che relegava la donna nel solo ruolo di riproduttrice, custode di un focolare domestico sempre più precario e conflittuale.\r\nPer questo non si può dire che sia esistito un solo '68. Sono esistiti una pluralità di '68 intrecciati tra loro, con durata ed intensità diversa, radicalità e prospettive diverse, ma uniti da una critica puntuale dell'autorità.\r\nLe risposte dei governi non si fecero attendere, con caratteristiche diverse secondo i contesti, ma rispettando sempre le rispettive aree di influenza dei blocchi contrapposti. Così in Bolivia nel '67 viene assassinato Che Guevara, il cui tentativo insurrezionale viene vanificato dall'ostilità di Mosca e dei suoi epigoni in zona.\r\nNegli USA la dura repressione dei movimenti studenteschi si accompagna a quella del movimento afro-americano in lotta contro una società razzista e segregazionista. Malcom X e Martin Luther King vengono assassinati, come viene assassinato Robert Kennedy fautore di moderate riforme sociali invise agli oligopoli. A Città del Messico nell'ottobre del '68 l'esercito con blindati circonda la Piazza delle Tre culture sparando ad alzo zero per distruggere il movimento studentesco che da tempo sta manifestando contro il governo e le spese faraoniche per organizzare i Giochi olimpici: sono più di 300 i morti portati via con i camion della spazzatura.\r\nIn Cina la “rivoluzione culturale” raggiunge il suo apice, per trasformarsi in poco tempo in uno strumento al servizio della ristrutturazione del potere funzionale al disegno politico di Mao Zedong.\r\nIn Francia alle occupazioni studentesche e ai giganteschi scioperi generali succedutisi per tutto il maggio '68, risponde il generale De Gaulle che recatosi a Baden-baden, base francese in territorio tedesco, minaccia l'intervento militare.\r\nA Praga, nell'agosto, ci vogliono i carri armati sovietici e delle truppe del patto di Varsavia per arrestare il processo riformatore in corso: la burocrazia al Cremlino teme il contagio negli altri paesi di sua competenza, come la Polonia, attraversata da forti mobilitazioni studentesche. In Germania dell'ovest, l'esponente più significativo Rudi Dutschke, viene gravemente ferito da colpi di pistola l'11 aprile.\r\nMa questi sono solo alcuni esempi; come disse la filosofa Hannah Arendt “Nei piccoli paesi, la repressione è dosata e selettiva”. È il caso della Yugoslavia con le proteste studentesche fatte sbollire, per poi colpirne gli esponenti. L'importante è che non vengano messi in discussione i trattati che alla fine della guerra avevano definito le aree di influenza e di potere.\r\nE in Italia? Collocata a ridosso della cortina di ferro, l'Italia è considerata un paese di frontiera per gli USA, un avamposto nella lotta al “comunismo”, aeroporto naturale nel Mediterraneo, proiettato verso le risorse petrolifere del Medio oriente. Un paese che ha però l'enorme difetto di avere il Partito Comunista più grande dell'Occidente, al quale è precluso dal dopoguerra l'ingresso nell'area di governo. Per cautelarsi il governo USA mette in opera i suoi servizi segreti, costruisce reti clandestine armate pronte ad intervenire in caso di bisogno, condiziona le politiche, controlla i sistemi di difesa, stringe alleanze con gruppi nazifascisti. Già in Grecia – altro paese di frontiera - l'anno prima hanno foraggiato il colpo di Stato dei colonnelli a fronte di una possibile vittoria elettorale della sinistra, mentre continuano a sostenere la dittatura di Franco in Spagna e quella di Salazar in Portogallo.\r\nL'Italia ha vissuto nei decenni precedenti una profonda trasformazione sociale ed economica e una grande emigrazione interna dalle campagne venete e del meridione, richiamata al nord-ovest da una industrializzazione crescente. L'accresciuto livello di reddito ha consentito una scolarizzazione significativa e l'ingresso nelle università di ceti finora esclusi (nel '68 sono 500mila gli iscritti, il doppio rispetto a 15 anni prima). Ma le strutture dello Stato sono sempre le stesse: su 369 prefetti e viceprefetti, agli inizi degli anni '60, solo 2 non hanno fatto parte della burocrazia fascista; su 274 questori e vicequestori solo 5 vicequestori hanno avuto rapporti con la resistenza; su 1642 commissari e vicecommissari solo 34 provengono dalle file dell'antifascismo. Inoltre la polizia politica rimane nelle mani di ex-agenti dell'OVRA, la famigerata istituzione al servizio di Mussolini. Per non parlare della magistratura e della burocrazia ministeriale.\r\nLe strutture rimangono autoritarie, nella scuola e nell'università sono incapaci di accogliere la massa di studenti e studentesse che vi si affacciano provocando frustrazione e malcontento.\r\nNelle grandi città del nord la politica abitativa è assolutamente deficitaria, spingendo la popolazione immigrata a soluzioni provvisorie e degradanti. In fabbrica l'organizzazione del lavoro si basa sui reparti confino per i “sovversivi” e l'arbitrio dei capi reparto. Nelle campagne, permane la logica del padronato latifondista. I partiti di sinistra, tutti concentrati sul confronto elettorale, e i sindacati, abituati a logiche rivendicative di basso profilo, sono incapaci di comprendere quanto sta succedendo: lo sviluppo di un movimento che porta a maturazione la conflittualità latente. Sul fronte delle università e delle scuole superiori partono occupazioni e proteste, nelle campagne si intensificano le lotte del bracciantato agricolo, nelle fabbriche, in un contesto di rinnovo di moltissimi contratti di lavoro giunti a scadenza, iniziano i primi scioperi autonomi che impongono al padronato la trattativa diretta accantonando le burocrazie sindacali e le vecchie commissioni interne, in un quadro di conflittualità tra i vari segmenti padronali che si riverbera su uno scenario politico sempre più instabile, caratterizzato da frequenti cambi di governo.\r\nSe nell'università viene attaccata e messa in crisi la cultura autoritaria e di classe, nelle fabbriche si sviluppa un protagonismo operaio che nella riscoperta dei Consigli di Fabbrica, nelle assemblee all'interno delle aziende, nella costituzione dei Comitati unitari di base, mette in discussione l'organizzazione del lavoro, sanzionando i capi reparto e le dirigenze, e aprendo la discussione sul salario come variabile “indipendente” dalla produttività. Le conquiste sono notevoli: riduzione d'orario, forti aumenti salariali, abolizione delle zone salariali nord-sud, parificazione normativa tra operai e impiegati, scala mobile per i pensionati e altre ancora. E la lotta non si ferma, si profila il vecchio obiettivo anarcosindacalista imperniato sul controllo della produzione in vista dell'esproprio proletario.\r\nIntanto la gioventù esce dalle università, dopo aver ottenuto importanti modifiche sui piani di studio, la libertà di assemblea anche per le scuole medie superiori, l'abolizione dello sbarramento che impedisce ai diplomati degli istituti di accedere alla formazione universitaria. Esce per unirsi al mondo del lavoro salariato in un movimento di contestazione dell'autorità e del capitalismo, mettendo a nudo quella che è la sostanza del potere e delle sue istituzioni e rendendo evidente come lo sfruttamento e l'oppressione siano le sole espressioni dei governi di qualunque colore. Il conflitto si indurisce tra scontri di piazza, scioperi, picchetti, manifestazioni. Cresce il pericolo che il paese vada a sinistra, che il PCI – anche se lontano da propositi rivoluzionari - tramite una vittoria elettorale possa andare al governo.\r\nLe risposte non si fanno attendere. L'apparato politico di sinistra con lo Statuto dei lavoratori cerca di ridare forza al ruolo di intermediazione sindacale, salvando le burocrazie, recuperando e affossando l'azione diretta operaia. Il fronte padronale si ricompatta, ridando fiato alla destra più estrema. Il governo sceglie la strada della repressione aperta: ben 13.903 sono le denunce per fatti connessi con l'autunno caldo del '69. In testa alla graduatoria, lavoratori agricoli, metalmeccanici, ospedalieri. Ma non basta. Ci vuole qualcosa di più forte che consenta la ripresa dello sfruttamento intensivo e quindi del profitto. I servizi segreti, italiani e americani, in combutta con i nazifascisti si mettono all'opera.\r\nScoppiano le prime bombe, prima dimostrative, praticamente inoffensive, poi, via via, più “cattive” che provocano feriti alla Fiera di Milano il 25 aprile e in agosto sui treni. Alla fine dell'anno si conteranno in tutto 145 esplosioni, prevalentemente di marca fascista, ma non mancano quelle di sinistra, comprese alcune anarchiche nei confronti di sedi di rappresentanza della dittatura franchista per solidarietà con le vittime del regime o della Dow Chemical, produttrice del napalm con il quale venivano letteralmente arrostiti i vietnamiti.\r\nEd è proprio sugli anarchici che si appunta l'attenzione degli organismi repressivi, primo su tutti l'Ufficio affari riservati, diretta emanazione del Ministro degli Interni.\r\nConvinti che il ricordo della strage del Teatro Diana nel 1921 e la continua martellante propaganda durante il ventennio fascista sul pericolo del “terrorismo” anarchico abbia definitivamente marchiato a fuoco l'immagine del movimento anarchico pensano di potersi permettere qualsiasi operazione, qualsiasi violenza. Per le bombe del 25 aprile e dell'agosto sui treni incolpano un gruppo variegato di compagni, mettendo insieme anarchici e due iscritti del PCI, L'obiettivo è ambizioso: arrivare tramite loro all'editore Giangiacomo Feltrinelli, aperto sostenitore della pratica castrista del “fuoco guerrigliero”. Non riuscendoci concentreranno le loro attenzioni sugli anarchici, costruendo teoremi falsi, inventandosi testimoni inattendibili, usando le procedure a loro piacimento. Intanto l'idea che siano esclusivamente gli anarchici a mettere le bombe si fa strada nei media e quindi nella pubblica opinione. Una spinta agli avvenimenti la da la morte di un agente di polizia di 22 anni, Annarumma originario dell'Irpinia, una delle zone più povere del paese, avvenuta nel corso di scontri a Milano il 19 novembre, vittima di un trauma cranico provocato da un tubo di ferro.\r\nIn quel frangente, la polizia caricò come faceva allora con camionette e gipponi un corteo studentesco che si stava dirigendo verso la Statale e che aveva intercettato i lavoratori in sciopero generale che stavano uscendo dal teatro Lirico, luogo di una manifestazione. Studenti e lavoratori si difesero dalle cariche delle camionette che salivano sui marciapiedi, con ogni mezzo a disposizione, ma a distanza di anni non si sa ancora se, a provocarne la morte, sia stato un manifestante o lo scontro di due mezzi della polizia (come parrebbe confermare un video). Fatto sta che questo fatto ebbe una risonanza enorme; nella serata ci fu la rivolta dei poliziotti in due caserme di Milano, per protestare contro le condizioni nelle quali erano tenuti, i turni massacranti, i bassi salari e il fatto di essere carne a macello per “lor signori”. La rivolta fu sedata dai carabinieri; successivamente intervenne la repressione con punizioni, spostamenti, congedi forzati. Il presidente della Repubblica, il socialdemocratico filoamericano Saragat, pronuncia parole di fuoco contro i manifestanti gettando benzina sul clima già arroventato. A Saragat risponderà un operaio che alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici del 29 novembre innalzerà un cartello con su scritto “Saragat: Operai 171, Poliziotti 1” per ricordare tutte le vittime proletarie della violenza poliziesca.\r\nDue giorni dopo ai funerali dell'agente si presentano in massa i fascisti, che danno vita alla caccia ai rossi, a chiunque avesse un aspetto di sinistra. Tra gli altri chi ne fece le spese fu anche Mario Capanna, leader del Movimento Studentesco della Statale che venne aggredito, rischiando il linciaggio al quale fu sottratto da agenti della squadra politica. In questo clima il ministro del lavoro Donat-Cattin. della sinistra democristiana, convoca immediatamente i segretari dei sindacati metalmeccanici FIM,FIOM, UILM dicendo loro, per sollecitarli alla chiusura del contratto: “Siamo alla vigilia dell'ora X. Il golpe è alle porte. Bisogna mettere un coperchio sulla pentola che bolle”.\r\nSiamo alla vigilia di Piazza Fontana. Il copione è già scritto. La lista dei colpevoli è già pronta.\r\nCon tutta l'arroganza del potere pensano di manovrare a piacimento gli avvenimenti. Aspettano la risposta della piazza per scatenare disordini, tali da sollecitare misure straordinarie del governo e l'intervento dell'esercito.\r\nMussolini, nell'affiancare Hitler nell'aggressione alla Francia pensava che bastasse un pugno di morti per sedere da vincitore al tavolo delle trattative post-belliche; gli uomini del governo, i loro servizi segreti, gli alleati nazifascisti, pensano che un pugno di morti in una banca basti a far rientrare il movimento di lotta e instaurare un regime autoritario. Non ci riusciranno, anche se il prezzo da pagare sarà alto: l'assassinio di Pinelli, Valpreda, Gargamelli, Borghese, Bagnoli e Mander in carcere per anni, Di Cola in esilio, e i tanti caduti nelle piazze per affermare la libertà di manifestazione e di espressione da Saverio Saltarelli a Carlo Giuliani. E bombe, tante bombe, ancora sui treni, a Brescia, a Bologna, e altri tentativi di colpo di Stato.\r\nCi vorranno anni di lotte, controinformazione, impegno militante per smascherare l'infame provocazione, inchiodare nazifascisti, servizi segreti e politici alle loro responsabilità stragiste, liberare i compagni, ma non sufficienti per ribaltare ciò che ha consentito tutto questo: un sistema democratico rappresentativo solo degli interessi padronali, dei ceti dominanti, delle multinazionali, un sistema di potere basato sull'abuso di potere. Un sistema che non esita a ricorrere al fascismo per ristabilire l'ordine gerarchico.\r\nAnni di piombo? 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Uno di loro, Giuseppe Pinelli, non ne uscirà vivo, perché scaraventato dalla finestra dall’ufficio del commissario Luigi Calabresi.\r\nLe versioni ufficiali parlarono di suicidio: anni dopo un magistrato di sinistra, D’Ambrosio, emesse una sentenza salomonica: “malore attivo”. Né omicidio, né suicidio.\r\nPietro Valpreda venne accusato di essere l’autore della strage. Trascorrerà, con altri compagn* tre anni in carcere in attesa di giudizio, finché non venne modificata la legge che fissava i limiti della carcerazione preventiva. Quella legge, emanata su pressione dei movimenti sociali, venne a lungo chiamata “legge Valpreda”.\r\nDopo 54anni dalla strage, sebbene ormai si sappia tutto, sia sui fascisti che la eseguirono, gli ordinovisti veneti, sia sui mandanti politici, tutti interni al sistema di potere democristiano di stretta osservanza statunitense, non ci sono state verità giudiziarie.\r\nNel 1969 a capo della Questura milanese era Guida, già direttore del confino di Ventotene, un funzionario fascista, passato indenne all’Italia repubblicana. Dietro le quinte, ma presenti negli uffici di via Fatebenefratelli c’erano i capi dei servizi segreti Russomando e D’Amato.\r\nIl Sessantanove fu l’anno dell’autunno caldo e della contestazione studentesca, movimenti radicali e radicati si battevano contro il sistema economico e sociale.\r\nLa strage, che immediatamente, gli anarchici definirono “strage di Stato” rappresentò il tentativo di criminalizzare le lotte, e scatenare la repressione.\r\nIn breve i movimenti sociali reagirono alle fandonie della polizia, smontando dal basso la montatura poliziesca che era stata costruita sugli anarchici.\r\nCosa resta nella memoria dei movimenti di quella strage, che per molti compagni e compagne dell’epoca rappresentò una rottura definitiva di ogni illusione democratica?\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, testimone e protagonista di quella stagione cruciale\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-12-varengo-piazza-fontana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un articolo di Varengo uscito su Umanità Nova:\r\n\r\n“Non si capiscono le bombe del 12 dicembre del 1969, se non si analizza il contesto. Al di là delle parole contano i fatti; e vediamoli questi fatti, sia pure succintamente.\r\nGli anni dell'immediato dopoguerra sono caratterizzati da grandi processi di ricostruzione, in primis nei paesi devastati dalla durezza e dalla crudeltà del conflitto, sostenuti dagli effetti dello sviluppo della scienza e della tecnologia, accelerate a loro volta dai risultati della ricerca nel periodo bellico per armi sempre più letali. Tali processi hanno comportato, insieme ad un impetuoso sviluppo delle risorse umane, un aumento della ricchezza complessiva, ovviamente ripartita in modo assolutamente diseguale, con la conseguenza che il divario tra i vari paesi e, in essi, tra le classi sociali è cresciuto a dismisura.\r\nA fronte delle grandi possibilità di trasformazione sociale che il nuovo clima pare prefigurare, sempre più è evidente che la gran parte della popolazione lavoratrice, il proletariato, rimane oggetto e non soggetto della propria storia, alimentando la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e sociali da una parte e l'insieme dei rapporti di proprietà, di controllo e di dominio dall'altra.\r\nIn questo quadro si può capire come sia stato possibile che praticamente in ogni parte del mondo – dagli Stati Uniti al Sud America, dalla Francia all'Italia, dalla Cina al Giappone, dall'Europa del patto di Varsavia alla Germania, dal Messico all'Inghilterra – in un mondo tra l'altro le cui comunicazioni passavano per stampa e televisione, controllate dai governi, sia esplosa quasi contemporaneamente quella che fu definita “contestazione globale”.\r\nUna contestazione alimentata dalla convergenza di differenti culture, dal pacifismo dei figli dei fiori al terzomondismo solidale con le lotte di liberazione nazionale, dal marxismo all'anarchismo, dal cattolicesimo all'ateismo, capace di esprimere caratteristiche comuni, nonostante le profonde differenze esistenti: geografiche, economiche, culturali, sociali, politiche.\r\nUna contestazione che ha abbracciato le varie forme di espressione umana: artistica, musicale, scientifica, tecnica, letteraria, e che ha visto come protagonista principale la generazione del cosiddetto baby boom, dei nati dopo la guerra e che di quella guerra avevano comunque vissuto i cascami.\r\nIl rifiuto della guerra fu un elemento scatenante di tale contestazione; a partire dai campus universitari statunitensi che con manifestazioni, occupazioni e scontri denunciavano il sempre più crescente impegno USA nello sporco conflitto del Vietnam, le proteste si espansero in tutto il mondo. Ma il rifiuto della guerra era anche rifiuto di un mondo diviso in blocchi, ove una cortina di ferro condizionava la vita e i movimenti di una generazione affamata di conoscenza. Era rifiuto della sofferenza inflitta dai dominatori ai popoli colonizzati, rifiuto del razzismo, rifiuto del vecchio mondo fatto di discriminazioni e autoritarismi. Era soprattutto rifiuto di uno sfruttamento e di un'oppressione di classe che, sull'altare del profitto, condannava milioni di esseri umani alla catena, a condizioni di vita infami, ad una nocività crescente. E per la metà del genere umano era rifiuto di un mondo costruito sul patriarcato, che relegava la donna nel solo ruolo di riproduttrice, custode di un focolare domestico sempre più precario e conflittuale.\r\nPer questo non si può dire che sia esistito un solo '68. Sono esistiti una pluralità di '68 intrecciati tra loro, con durata ed intensità diversa, radicalità e prospettive diverse, ma uniti da una critica puntuale dell'autorità.\r\nLe risposte dei governi non si fecero attendere, con caratteristiche diverse secondo i contesti, ma rispettando sempre le rispettive aree di influenza dei blocchi contrapposti. Così in Bolivia nel '67 viene assassinato Che Guevara, il cui tentativo insurrezionale viene vanificato dall'ostilità di Mosca e dei suoi epigoni in zona.\r\nNegli USA la dura repressione dei movimenti studenteschi si accompagna a quella del movimento afro-americano in lotta contro una società razzista e segregazionista. Malcom X e Martin Luther King vengono assassinati, come viene assassinato Robert Kennedy fautore di moderate riforme sociali invise agli oligopoli. A Città del Messico nell'ottobre del '68 l'esercito con blindati circonda la Piazza delle Tre culture sparando ad alzo zero per distruggere il movimento studentesco che da tempo sta manifestando contro il governo e le spese faraoniche per organizzare i Giochi olimpici: sono più di 300 i morti portati via con i camion della spazzatura.\r\nIn Cina la “rivoluzione culturale” raggiunge il suo apice, per trasformarsi in poco tempo in uno strumento al servizio della ristrutturazione del potere funzionale al disegno politico di Mao Zedong.\r\nIn Francia alle occupazioni studentesche e ai giganteschi scioperi generali succedutisi per tutto il maggio '68, risponde il generale De Gaulle che recatosi a Baden-baden, base francese in territorio tedesco, minaccia l'intervento militare.\r\nA Praga, nell'agosto, ci vogliono i carri armati sovietici e delle truppe del patto di Varsavia per arrestare il processo riformatore in corso: la burocrazia al Cremlino teme il contagio negli altri paesi di sua competenza, come la Polonia, attraversata da forti mobilitazioni studentesche. In Germania dell'ovest, l'esponente più significativo Rudi Dutschke, viene gravemente ferito da colpi di pistola l'11 aprile.\r\nMa questi sono solo alcuni esempi; come disse la filosofa Hannah Arendt “Nei piccoli paesi, la repressione è dosata e selettiva”. È il caso della Yugoslavia con le proteste studentesche fatte sbollire, per poi colpirne gli esponenti. L'importante è che non vengano messi in discussione i trattati che alla fine della guerra avevano definito le aree di influenza e di potere.\r\nE in Italia? Collocata a ridosso della cortina di ferro, l'Italia è considerata un paese di frontiera per gli USA, un avamposto nella lotta al “comunismo”, aeroporto naturale nel Mediterraneo, proiettato verso le risorse petrolifere del Medio oriente. Un paese che ha però l'enorme difetto di avere il Partito Comunista più grande dell'Occidente, al quale è precluso dal dopoguerra l'ingresso nell'area di governo. Per cautelarsi il governo USA mette in opera i suoi servizi segreti, costruisce reti clandestine armate pronte ad intervenire in caso di bisogno, condiziona le politiche, controlla i sistemi di difesa, stringe alleanze con gruppi nazifascisti. Già in Grecia – altro paese di frontiera - l'anno prima hanno foraggiato il colpo di Stato dei colonnelli a fronte di una possibile vittoria elettorale della sinistra, mentre continuano a sostenere la dittatura di Franco in Spagna e quella di Salazar in Portogallo.\r\nL'Italia ha vissuto nei decenni precedenti una profonda trasformazione sociale ed economica e una grande emigrazione interna dalle campagne venete e del meridione, richiamata al nord-ovest da una industrializzazione crescente. L'accresciuto livello di reddito ha consentito una scolarizzazione significativa e l'ingresso nelle università di ceti finora esclusi (nel '68 sono 500mila gli iscritti, il doppio rispetto a 15 anni prima). Ma le strutture dello Stato sono sempre le stesse: su 369 prefetti e viceprefetti, agli inizi degli anni '60, solo 2 non hanno fatto parte della burocrazia fascista; su 274 questori e vicequestori solo 5 vicequestori hanno avuto rapporti con la resistenza; su 1642 commissari e vicecommissari solo 34 provengono dalle file dell'antifascismo. Inoltre la polizia politica rimane nelle mani di ex-agenti dell'OVRA, la famigerata istituzione al servizio di Mussolini. Per non parlare della magistratura e della burocrazia ministeriale.\r\nLe strutture rimangono autoritarie, nella scuola e nell'università sono incapaci di accogliere la massa di studenti e studentesse che vi si affacciano provocando frustrazione e malcontento.\r\nNelle grandi città del nord la politica abitativa è assolutamente deficitaria, spingendo la popolazione immigrata a soluzioni provvisorie e degradanti. In fabbrica l'organizzazione del lavoro si basa sui reparti confino per i “sovversivi” e l'arbitrio dei capi reparto. Nelle campagne, permane la logica del padronato latifondista. I partiti di sinistra, tutti concentrati sul confronto elettorale, e i sindacati, abituati a logiche rivendicative di basso profilo, sono incapaci di comprendere quanto sta succedendo: lo sviluppo di un movimento che porta a maturazione la conflittualità latente. Sul fronte delle università e delle scuole superiori partono occupazioni e proteste, nelle campagne si intensificano le lotte del bracciantato agricolo, nelle fabbriche, in un contesto di rinnovo di moltissimi contratti di lavoro giunti a scadenza, iniziano i primi scioperi autonomi che impongono al padronato la trattativa diretta accantonando le burocrazie sindacali e le vecchie commissioni interne, in un quadro di conflittualità tra i vari segmenti padronali che si riverbera su uno scenario politico sempre più instabile, caratterizzato da frequenti cambi di governo.\r\nSe nell'università viene attaccata e messa in crisi la cultura autoritaria e di classe, nelle fabbriche si sviluppa un protagonismo operaio che nella riscoperta dei Consigli di Fabbrica, nelle assemblee all'interno delle aziende, nella costituzione dei Comitati unitari di base, mette in discussione l'organizzazione del lavoro, sanzionando i capi reparto e le dirigenze, e aprendo la discussione sul salario come variabile “indipendente” dalla produttività. Le conquiste sono notevoli: riduzione d'orario, forti aumenti salariali, abolizione delle zone salariali nord-sud, parificazione normativa tra operai e impiegati, scala mobile per i pensionati e altre ancora. E la lotta non si ferma, si profila il vecchio obiettivo anarcosindacalista imperniato sul controllo della produzione in vista dell'esproprio proletario.\r\nIntanto la gioventù esce dalle università, dopo aver ottenuto importanti modifiche sui piani di studio, la libertà di assemblea anche per le scuole medie superiori, l'abolizione dello sbarramento che impedisce ai diplomati degli istituti di accedere alla formazione universitaria. Esce per unirsi al mondo del lavoro salariato in un movimento di contestazione dell'autorità e del capitalismo, mettendo a nudo quella che è la sostanza del potere e delle sue istituzioni e rendendo evidente come lo sfruttamento e l'oppressione siano le sole espressioni dei governi di qualunque colore. Il conflitto si indurisce tra scontri di piazza, scioperi, picchetti, manifestazioni. Cresce il pericolo che il paese vada a sinistra, che il PCI – anche se lontano da propositi rivoluzionari - tramite una vittoria elettorale possa andare al governo.\r\nLe risposte non si fanno attendere. L'apparato politico di sinistra con lo Statuto dei lavoratori cerca di ridare forza al ruolo di intermediazione sindacale, salvando le burocrazie, recuperando e affossando l'azione diretta operaia. Il fronte padronale si ricompatta, ridando fiato alla destra più estrema. Il governo sceglie la strada della repressione aperta: ben 13.903 sono le denunce per fatti connessi con l'autunno caldo del '69. In testa alla graduatoria, lavoratori agricoli, metalmeccanici, ospedalieri. Ma non basta. Ci vuole qualcosa di più forte che consenta la ripresa dello sfruttamento intensivo e quindi del profitto. I servizi segreti, italiani e americani, in combutta con i nazifascisti si mettono all'opera.\r\nScoppiano le prime bombe, prima dimostrative, praticamente inoffensive, poi, via via, più “cattive” che provocano feriti alla Fiera di Milano il 25 aprile e in agosto sui treni. Alla fine dell'anno si conteranno in tutto 145 esplosioni, prevalentemente di marca fascista, ma non mancano quelle di sinistra, comprese alcune anarchiche nei confronti di sedi di rappresentanza della dittatura franchista per solidarietà con le vittime del regime o della Dow Chemical, produttrice del napalm con il quale venivano letteralmente arrostiti i vietnamiti.\r\nEd è proprio sugli anarchici che si appunta l'attenzione degli \u003Cmark>organism\u003C/mark>i repressivi, primo su tutti l'Ufficio affari riservati, diretta emanazione del Ministro degli Interni.\r\nConvinti che il ricordo della strage del Teatro Diana nel 1921 e la continua martellante propaganda durante il ventennio fascista sul pericolo del “terrorismo” anarchico abbia definitivamente marchiato a fuoco l'immagine del movimento anarchico pensano di potersi permettere qualsiasi operazione, qualsiasi violenza. Per le bombe del 25 aprile e dell'agosto sui treni incolpano un gruppo variegato di compagni, mettendo insieme anarchici e due iscritti del PCI, L'obiettivo è ambizioso: arrivare tramite loro all'editore Giangiacomo Feltrinelli, aperto sostenitore della pratica castrista del “fuoco guerrigliero”. Non riuscendoci concentreranno le loro attenzioni sugli anarchici, costruendo teoremi falsi, inventandosi testimoni inattendibili, usando le procedure a loro piacimento. Intanto l'idea che siano esclusivamente gli anarchici a mettere le bombe si fa strada nei media e quindi nella pubblica opinione. Una spinta agli avvenimenti la da la morte di un agente di polizia di 22 anni, Annarumma originario dell'Irpinia, una delle zone più povere del paese, avvenuta nel corso di scontri a Milano il 19 novembre, vittima di un trauma cranico provocato da un tubo di ferro.\r\nIn quel frangente, la polizia caricò come faceva allora con camionette e gipponi un corteo studentesco che si stava dirigendo verso la Statale e che aveva intercettato i lavoratori in sciopero generale che stavano uscendo dal teatro Lirico, luogo di una manifestazione. Studenti e lavoratori si difesero dalle cariche delle camionette che salivano sui marciapiedi, con ogni mezzo a disposizione, ma a distanza di anni non si sa ancora se, a provocarne la morte, sia stato un manifestante o lo scontro di due mezzi della polizia (come parrebbe confermare un video). Fatto sta che questo fatto ebbe una risonanza enorme; nella serata ci fu la rivolta dei poliziotti in due caserme di Milano, per protestare contro le condizioni nelle quali erano tenuti, i turni massacranti, i bassi salari e il fatto di essere carne a macello per “lor signori”. La rivolta fu sedata dai carabinieri; successivamente intervenne la repressione con punizioni, spostamenti, congedi forzati. Il presidente della Repubblica, il socialdemocratico filoamericano Saragat, pronuncia parole di fuoco contro i manifestanti gettando benzina sul clima già arroventato. A Saragat risponderà un operaio che alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici del 29 novembre innalzerà un cartello con su scritto “Saragat: Operai 171, Poliziotti 1” per ricordare tutte le vittime proletarie della violenza poliziesca.\r\nDue giorni dopo ai funerali dell'agente si presentano in massa i fascisti, che danno vita alla caccia ai rossi, a chiunque avesse un aspetto di sinistra. Tra gli altri chi ne fece le spese fu anche Mario Capanna, leader del Movimento Studentesco della Statale che venne aggredito, rischiando il linciaggio al quale fu sottratto da agenti della squadra politica. In questo clima il ministro del lavoro Donat-Cattin. della sinistra democristiana, convoca immediatamente i segretari dei sindacati metalmeccanici FIM,FIOM, UILM dicendo loro, per sollecitarli alla chiusura del contratto: “Siamo alla vigilia dell'ora X. Il golpe è alle porte. Bisogna mettere un coperchio sulla pentola che bolle”.\r\nSiamo alla vigilia di Piazza Fontana. Il copione è già scritto. La lista dei colpevoli è già pronta.\r\nCon tutta l'arroganza del potere pensano di manovrare a piacimento gli avvenimenti. Aspettano la risposta della piazza per scatenare disordini, tali da sollecitare misure straordinarie del governo e l'intervento dell'esercito.\r\nMussolini, nell'affiancare Hitler nell'aggressione alla Francia pensava che bastasse un pugno di morti per sedere da vincitore al tavolo delle trattative post-belliche; gli uomini del governo, i loro servizi segreti, gli alleati nazifascisti, pensano che un pugno di morti in una banca basti a far rientrare il movimento di lotta e instaurare un regime autoritario. Non ci riusciranno, anche se il prezzo da pagare sarà alto: l'assassinio di Pinelli, Valpreda, Gargamelli, Borghese, Bagnoli e Mander in carcere per anni, Di Cola in esilio, e i tanti caduti nelle piazze per affermare la libertà di manifestazione e di espressione da Saverio Saltarelli a Carlo Giuliani. E bombe, tante bombe, ancora sui treni, a Brescia, a Bologna, e altri tentativi di colpo di Stato.\r\nCi vorranno anni di lotte, controinformazione, impegno militante per smascherare l'infame provocazione, inchiodare nazifascisti, servizi segreti e politici alle loro responsabilità stragiste, liberare i compagni, ma non sufficienti per ribaltare ciò che ha consentito tutto questo: un sistema democratico rappresentativo solo degli interessi padronali, dei ceti dominanti, delle multinazionali, un sistema di potere basato sull'abuso di potere. Un sistema che non esita a ricorrere al fascismo per ristabilire l'ordine gerarchico.\r\nAnni di piombo? 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La COP28, a differenza delle sue precedenti, vede un cambio di paradigma importante, a seguito della constatazione che la strategia elaborata a Kyoto - ridurre la CO2 equivalente, mantenendo al contempo alti i tassi di profitto - non ha fatto altro che accelerare il processo di emissione e conseguente distruzione dell'atmosfera.\r\n\r\nSi tratta dunque di una Conferenza che mette in primo piano, anziché il tema della \"mitigazione\",ovvero la maniera in cui le politiche pubbliche dei vari Paesi dovrebbero contribuire a ridurre o frenare le emissioni di gas serra, quello dell'\"adattamento\", ovvero delle strategie necessarie, a livello globale, per affrontare gli impatti di una crisi climatica di cui avvertiamo già gli effetti.\r\n\r\nUna caratteristica propria delle \"crisi\" è mettere in evidenza le disomogeneità di condizioni di chi vi è soggetto. Non a caso, uno dei punti caldi della COP di Dubai è proprio il tema dello sviluppo industriale e dei risarcimenti previsti per i Paesi che hanno contribuito in misura nettamente minore alle emissioni e patiscono più ferocemente gli effetti di un cambiamento climatico di riconosciuta origine antropica.\r\n\r\nUn'altra questione rilevante di questa COP è la partecipazione di centinaia di migliaia di soggetti - rappresentanti di organismi sia pubblici che privati - che si avvertono parti in causa della governance ambientale. A partire da questa composizione, come cambia la concezione di \"politica\" e delle relative dinamiche di potere?\r\n\r\nDa ultimo, ma non per importanza, vi è il ruolo dei movimenti per la giustizia climatica, che negli anni hanno cambiato strategia nei confronti delle COP e rappresentano, ad oggi, la punta più importante di elaborazione teorica e pratica su quale sarebbe la strada da percorrere per intraprendere un reale cambiamento sociale e ambientale.\r\n\r\nDi questo e altro ancora ne parliamo con Emanuele Leonardi, sociologo, militante, teorico di Ecologia Politica e autore del recente testo, scritto con Paola Imperatore: L'era della giustizia climatica. Prospettive politiche per una transizione ecologica dal basso, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno, 2023.\r\n\r\nBuon ascolto!\r\n\r\n \r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Lele.wav\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nIl podcast sui giorni della COP28 a cui si fa riferimento, a cura di Lorenzo Tecleme, lo trovate qui: https://www.spreaker.com/show/un-clima-pesante.","12 Dicembre 2023","2023-12-12 12:20:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-1024x1024.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-768x768.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-1536x1536.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-690x690.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/usgs-83PSfuiPoEs-unsplash-170x170.jpg 170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Speciale COP28: quale giustizia climatica?",1702383416,[202,203,204,205,206,207,208,209,210],"http://radioblackout.org/tag/ambiente/","http://radioblackout.org/tag/cop28/","http://radioblackout.org/tag/dubai/","http://radioblackout.org/tag/ecocidio/","http://radioblackout.org/tag/giustizia-climatica/","http://radioblackout.org/tag/movimenti-climatici/","http://radioblackout.org/tag/onu/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/","http://radioblackout.org/tag/transizione-ecologica/",[212,213,214,215,216,217,218,219,220],"Ambiente","cop28","dubai","ecocidio","giustizia climatica","movimenti climatici","ONU","petrolio","transizione ecologica",{"post_content":222},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[71],"migliaia di soggetti - rappresentanti di \u003Cmark>organism\u003C/mark>i sia pubblici che privati - che","Dal 30 novembre al 12 dicembre, più di 70mila delegati da tutto il mondo si sono riuniti a Dubai per il più grande accordo delle parti sul tema del cambiamento climatico. 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Molte le persone, spesso giovani, che valicano i confini, in particolar modo da paesi vicini quali Italia e Spagna, ma non solo, per lavorare stagionalmente in Francia nelle vigne. Lavoro stagionale, che spesso nasconde condizioni di vita e lavoro fatti di maltrattamenti, minacce e persino violenze, a cui si aggiungono, e non è la prima volta, la possibilità di morire di fatica, nel senso letterale del termine, in mezzo ai vigneti. E' quello che è successo nelle ultime settimane, in cui 6 lavorator* stagionali sono morti nelle regioni dello Champagne e del Beaujolais). Persone di età compresa tra i 19 e i 60 anni, tutte colpite da arresto cardiaco nel contesto di un'ondata di calore senza precedenti a settembre.\r\n\r\nA partire da questi tragici e inaccettabili eventi, ci facciamo raccontare la situazione e le condizioni strutturali di lavoro e sfruttamento che spesso persistono nel lavoro della vendemmia e dei lavori agricoli stagionali, avvallate anche dalla presenza di agenzie interinali specializzate solo in questo tipo di mansioni.\r\n\r\nCondizioni a cui però si può e si deve reagire, organizzandosi con i collegh*, informandosi sui propri diritti e sull'esistenza di alcuni organismi di tutela, tessendo reti di solidarietà e di mutuo appoggio anche nel lavoro stagionale, leggendo alcuni mezzi di informazione autogestiti (per esempio El Eco Saisonnier).\r\n\r\nNon si può infatti morire di sete, mentre si taglia l'uva.\r\n\r\nNe parliamo con alcun* compagn* e amic* di Radio Blackout, in pausa proprio dal lavoro di vendemmia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/vendemmia.mp3\"][/audio]\r\nQui di seguito, alcuni link di riferimento e materiali informativi\r\n\r\nEl Eco Saisonnier (blog in lingua spagnola di informazione, lotta e tutela sul lavoro degli stagionali agricoli)\r\nhttps://elecosaisonnier.wordpress.com/\r\n\r\nUn podcast in francese sulle condizioni di lavoro stagionali nella Bouches-du-Rhône in Francia\r\nhttps://www.blast-info.fr/articles/2023/podcast-travailleurs-detaches-les-dessous-dune-exploitation-o6BNJYpdR2OaFkBVZGFeKA\r\n\r\nUn approfondimento italiano sulle lotte bracciantili a Campobello di Mazara, in Sicilia\r\nhttps://tamuedizioni.com/tpost/17nnikgh61-la-rivolta-di-campobello-come-banco-di-p\r\n\r\nIl link di Nunatak, rivista di lotte e cultura di montagna, dove trovare l'ultimo articolo citato nella diretta, chiamato Agricoltura 4.0 e nuovi OGM:la tecnoscienza all’assalto del vivente.\r\nhttps://nunatak.noblogs.org/post/2023/08/13/nunatak-n-69-estate-2023/","21 Settembre 2023","2023-09-21 12:32:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"232\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268-300x232.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268-300x232.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268-1024x793.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268-768x595.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/img_20230501_122725-e1695292328268.jpg 1078w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sfruttamento e morti nella vendemmia in Francia",1695299550,[244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/bracciantato/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/lavoro-stagionale/",[248,249,250],"bracciantato","francia","lavoro stagionale",{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[71],"diritti e sull'esistenza di alcuni \u003Cmark>organism\u003C/mark>i di tutela, tessendo reti di","E' settembre, e come ogni anno è tempo di vendemmia e di lavoro stagionale. 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Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 09 ore 08,30 – Racconti ovali 5 33 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nIntraprendiamo un viaggio intorno al globo e nel profondo della simbologia che contraddistingue il mondo ovale: tra fauna selvatica e flora rigogliosa, tra trasferte internazionali leggendarie e genealogie narrative. Partendo dall’America latina fino a discendere la penisola italica.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 09 ore 21,00 – L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]: Tratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 10 ore 09,00 – Free and easy 08/09/2024 78 minuti [Ouest Track Radio, Patryck Albert]:\r\n\r\n\"Free& Easy\" épisode 172 Dimanche 08/09/24 Patryck Albert present : intro....Who , Sir Bald & los Hairies , Mings , Beatles , Keefmen , Isaaac Rother & the Phantoms , Primitives , Pat Todd & the Rankoutsiders , Doors , J .Prozac , Grip Weeds , Flamin' Groovies , Hipbone Slim & the Kneejerks , Dirtbombs, Barrence Whitfield & his Savages , Modern Lovers , Troggs , Cynics , Miracle Workers , Alice Cooper , Dee Rangers , Flamin' Sideburns , Boeing Duvven Beautiful Soup , Paul Messis , Roson Hang up ..... Dig it or pass your way ....Dudes & Chickies !\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 10 ore 20,00 – Macchina del tempo Ep.1 58 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nTrasmissione speciale ideata per il ventennale di Radio Blackout, contentitore di interviste, frammenti e testimonianze dagli archivi della radio.\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 10 ore 21,30 – Ghigliottina - Le teorie del complotto pt.1 - Nella tana del bianconiglio 63 minuti [Radio Neanderthal, Ghigliottina]: Rubrica interna alla trasmissione Ghigliottina dedicata alle teorie del complotto\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 10 ore 23,00 – Pasta Fissan - White Bantu benefit RBO 58 minuti [Pasta Fissan, Radio Blackout]: Pasta Fissan è una combinazione di menti avariate che portano la verità al livello della brutale percussione.\r\n\r\nReleased October 9, 3048\r\n\r\nF. Care – effect chain, vox & samples\r\nDa. Trop – delays, flute, smorphing & leaf\r\nL.A. Faenza – drums, clarinet & metal\r\nT. Dtst – fake bass, synth & beats\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 10,00 – La Piramide Di Sangue - Tebe 58 minuti [La Piramide Di Sangue, Radio Blackout]: La Piramide di Sangue is a mosaic of meditative and restless sounds with no sonic boundaries which embrace spores of psychedelic rock of all ages, mediterranean cultures and wah-wah explosions.\r\nThe record has been recorded live at Blue Record Studio in Turin in one take.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 13,00 – Audiodocumentario su Maria Occhipinti 41 minuti [Enrica Firrincieli]:\r\n\r\nQuesta è la storia di Maria Occhipinti raccontata attraverso le voci di chi l’ha conosciuta, studiata e amata. Autrice del libro autobiografico Una donna di Ragusa, pubblicato nel 1957 con la casa editrice Landi e successivamente con altre edizioni.\r\nLa sua autobiografia scritta durante il soggiorno in Svizzera ha tutt’oggi un grande valore storico, oltre che ad essere un diario di una donna nata nel 1921 con uno sguardo poetico e sincero, pronta a tutto per fare giustizia e dare voce a chi era ai margini della società.\r\nMaria è stata una scrittrice, una poetessa, protagonista del movimento antimilitarista i moti del “Non si parte” di Ragusa e della sommossa avvenuta tra il dicembre 1944 e il 6 gennaio 1945. Maria con i suoi compagni e compagne si unisce alla lotta contro la guerra e con lo scopo di bloccare un camion militare carico di giovani soldati, con grande coraggio si stende incinta davanti al camion e lo costringe a fermarsi. A seguito delle proteste, Maria viene arrestata con i suoi compagni e confinata prima a Ustica e successivamente nel carcere delle Benedettine di Palermo.\r\nDopo il carcere Maria torna a Ragusa ma, delusa da conoscenti e parenti, inizia a viaggiare alla ricerca di un lavoro e di un porto sicuro, dall’Italia all’estero, portando con sé la figlia, Maria Lenina Licitra.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 18,00 – Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 38 minuti [Radio Blackout]: Mixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata: Blackout Garage Fest, con Timmy's Organism, Movie Star Junkies, Sloks, Violino Banfi\r\n\r\n ","7 Maggio 2025","2025-05-12 17:08:41","Black Holes dal 5 all' 11 Maggio 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08,30 – Markadè un punk a New York 26 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\n1972-1982. Intervista a Marco Philopat su un libro di Markadè\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 09 ore 08,30 – Racconti ovali 5 33 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nIntraprendiamo un viaggio intorno al globo e nel profondo della simbologia che contraddistingue il mondo ovale: tra fauna selvatica e flora rigogliosa, tra trasferte internazionali leggendarie e genealogie narrative. Partendo dall’America latina fino a discendere la penisola italica.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 09 ore 21,00 – L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]: Tratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 10 ore 09,00 – Free and easy 08/09/2024 78 minuti [Ouest Track Radio, Patryck Albert]:\r\n\r\n\"Free& Easy\" épisode 172 Dimanche 08/09/24 Patryck Albert present : intro....Who , Sir Bald & los Hairies , Mings , Beatles , Keefmen , Isaaac Rother & the Phantoms , Primitives , Pat Todd & the Rankoutsiders , Doors , J .Prozac , Grip Weeds , Flamin' Groovies , Hipbone Slim & the Kneejerks , Dirtbombs, Barrence Whitfield & his Savages , Modern Lovers , Troggs , Cynics , Miracle Workers , Alice Cooper , Dee Rangers , Flamin' Sideburns , Boeing Duvven Beautiful Soup , Paul Messis , Roson Hang up ..... 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Dtst – fake bass, synth & beats\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 10,00 – La Piramide Di Sangue - Tebe 58 minuti [La Piramide Di Sangue, Radio Blackout]: La Piramide di Sangue is a mosaic of meditative and restless sounds with no sonic boundaries which embrace spores of psychedelic rock of all ages, mediterranean cultures and wah-wah explosions.\r\nThe record has been recorded live at Blue Record Studio in Turin in one take.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 13,00 – Audiodocumentario su Maria Occhipinti 41 minuti [Enrica Firrincieli]:\r\n\r\nQuesta è la storia di Maria Occhipinti raccontata attraverso le voci di chi l’ha conosciuta, studiata e amata. Autrice del libro autobiografico Una donna di Ragusa, pubblicato nel 1957 con la casa editrice Landi e successivamente con altre edizioni.\r\nLa sua autobiografia scritta durante il soggiorno in Svizzera ha tutt’oggi un grande valore storico, oltre che ad essere un diario di una donna nata nel 1921 con uno sguardo poetico e sincero, pronta a tutto per fare giustizia e dare voce a chi era ai margini della società.\r\nMaria è stata una scrittrice, una poetessa, protagonista del movimento antimilitarista i moti del “Non si parte” di Ragusa e della sommossa avvenuta tra il dicembre 1944 e il 6 gennaio 1945. Maria con i suoi compagni e compagne si unisce alla lotta contro la guerra e con lo scopo di bloccare un camion militare carico di giovani soldati, con grande coraggio si stende incinta davanti al camion e lo costringe a fermarsi. A seguito delle proteste, Maria viene arrestata con i suoi compagni e confinata prima a Ustica e successivamente nel carcere delle Benedettine di Palermo.\r\nDopo il carcere Maria torna a Ragusa ma, delusa da conoscenti e parenti, inizia a viaggiare alla ricerca di un lavoro e di un porto sicuro, dall’Italia all’estero, portando con sé la figlia, Maria Lenina Licitra.\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 11 ore 18,00 – Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 38 minuti [Radio Blackout]: Mixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. 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\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì 14 ore 13,30 - Racconti ovali 4 31 minuti [Luca Wallace Costello]:\r\n\r\nAttraversiamo la città di Limerick ed il suo stadio ovale, ci addentriamo in un episodio della lotta anticoloniale irlandese e scopriamo l’incredibile partita del 31 ottobre 1978 tra Munster e gli All Blacks, ovvero una delle squadre più forti del rugby irish in maglia tutta rossa contro la formidabile nazionale neozelandese in maglia tutta nera.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Racconti-ovali4_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 15 ore 12,30 - Proiezioni di Sizigia pt.1 2 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nParole estratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 8,30 - Perno Originario #2 20 minuti [Porfido]:\r\n\r\n\"Nello scorso episodio, abbiamo visto come lo spazio economico tedesco si sia costituito attorno a tre epicentri. Nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri. Ma sono questi tre a trainare lo sviluppo della proto-industria dell'area tedesca nell'alto Medioevo [...] È questo lo sfondo e la base materiale per la proliferazione di sette religiose dalle vedute eterodosse e, più fondamentalmente, della rivendicazione di libero accesso alla parola divina di contro al suo monopolio ecclesiastico, che sarà il nodo ideologico della riforma protestante, come lo era già stato per le eresie catare e bogomile qualche secolo prima\" \r\n\r\n\"Come è noto, la cristallizzazione dell'idea protestante inizia prima della Guerra dei contadini del 1524-1526. È nel 1517 che il monaco agostiniano Martin Lutero pubblica la sue tesi ostili al traffico delle indulgenze, che contestano direttamente l'autorità papale. Quattro anni dopo, Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma e messo al bando dal Sacro Romano Impero. Ma è solo dopo la sconfitta della Guerra dei Contadini che questa cristallizzazione prosegue come un ché di essenzialmente religioso, costituendosi in un insieme distinto di dottrine. La vittoria della riforma nel cielo dell'ideologia è la sanzione della sconfitta della rivoluzione tedesca nel mondo materiale\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.2_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[donwload]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 15,30 - Ottobre Peso Mixtape - Light Item showcase 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata Light Item showcase, con: non materia, Rico + Mrs Bhutan, Radio merda malata random act sets, Bokeh Version vs RWDFWD,\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Light-Item-Showcase_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 17 ore 8,30 - L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]:\r\n\r\nTratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Levasione-è-un-dovere_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 18 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan pt. 2 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20 - Psychotronic Radio vol.9 43 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PSYCHOTRONIC-RADIO-VOL-9.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20,30 - Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 37 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. 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SCINTILLA – Rivolte, lotta e solidarietà 2021 57 minuti [Radio Blackout, Macerie su macerie]:\r\n\r\nGiovedì 7 ottobre 2021 è iniziato il processo per associazione sovversiva contro lo Stato e alcuni capi specifici per diciotto compagni e compagne. A trentadue mesi esatti dallo sgombero, alla sbarra vengono portati, oltre agli imputati, proprio l’esperienza intorno al fu Asilo occupato, il progetto Macerie e Storie di Torino e il sacrosanto odio verso le prigioni per immigrati irregolari (nati Cpt, poi Cie, ora Cpr).\r\n\r\nL’oggetto del teorema inquisitorio Scintilla è infatti una lotta ventennale, quella contro la detenzione amministrativa dei senza-documenti, portata avanti da un movimento reale dentro e fuori i Centri di reclusione. Una lotta composta anche da una serie lunghissima di iniziative all’esterno dei Centri: alcune indette, altre a sorpresa, alcune anonime, altre rivendicate, alcune “a volto scoperto” e altre “a volto coperto”. Per la maggior parte di queste ultime gli inquirenti non sono finora riusciti a raccogliere né prove né indizi sufficienti per attribuire precise responsabilità individuali, nonostante anni di esegesi di scritti, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, pedinamenti, rilievi e prelievi di impronte digitali e DNA.\r\n\r\nVi proponiamo un approfondimento che parte sì dall’inchiesta, ma per poi addentrarsi negli anni di lotta, nelle motivazioni, nel cuore della solidarietà e della vita che si sprigiona quando si combatte contro una delle tante ingiustizie di questo mondo, una delle più atroci: l’esistenza di lager per umani.\r\n\r\nIn conclusione, ancora voci, sono ancora quelle dei reclusi, sono ancora quelle di compagni e compagne, che raccontano oggi cosa accade nei Cpr, perché la lotta non si ferma con un’inchiesta tribunalizia, ma continua finché di queste gabbie non rimarranno che macerie.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Speciale-Operazione-Scintilla-da-info-2021_57.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 13,30 - Te lo spiega arsider: la memetica 43 minuti [Radio Blackout, Arsider]:\r\n\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","13 Ottobre 2024","2024-10-20 11:02:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 14 al 20 ottobre 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All Blacks, ovvero una delle squadre più forti del rugby irish in maglia tutta rossa contro la formidabile nazionale neozelandese in maglia tutta nera.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Racconti-ovali4_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 15 ore 12,30 - Proiezioni di Sizigia pt.1 2 minuti [Proiezioni di Sizigia]:\r\n\r\nParole estratte da \"Fuoco fatuo\" di Pierre Drieu La Rochelle.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Proiezioni-di-Sizigia-Alain_2.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 8,30 - Perno Originario #2 20 minuti [Porfido]:\r\n\r\n\"Nello scorso episodio, abbiamo visto come lo spazio economico tedesco si sia costituito attorno a tre epicentri. Nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri. Ma sono questi tre a trainare lo sviluppo della proto-industria dell'area tedesca nell'alto Medioevo [...] È questo lo sfondo e la base materiale per la proliferazione di sette religiose dalle vedute eterodosse e, più fondamentalmente, della rivendicazione di libero accesso alla parola divina di contro al suo monopolio ecclesiastico, che sarà il nodo ideologico della riforma protestante, come lo era già stato per le eresie catare e bogomile qualche secolo prima\" \r\n\r\n\"Come è noto, la cristallizzazione dell'idea protestante inizia prima della Guerra dei contadini del 1524-1526. È nel 1517 che il monaco agostiniano Martin Lutero pubblica la sue tesi ostili al traffico delle indulgenze, che contestano direttamente l'autorità papale. Quattro anni dopo, Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma e messo al bando dal Sacro Romano Impero. Ma è solo dopo la sconfitta della Guerra dei Contadini che questa cristallizzazione prosegue come un ché di essenzialmente religioso, costituendosi in un insieme distinto di dottrine. La vittoria della riforma nel cielo dell'ideologia è la sanzione della sconfitta della rivoluzione tedesca nel mondo materiale\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.2_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[donwload]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 16 ore 15,30 - Ottobre Peso Mixtape - Light Item showcase 31 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata Light Item showcase, con: non materia, Rico + Mrs Bhutan, Radio merda malata random act sets, Bokeh Version vs RWDFWD,\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Light-Item-Showcase_31.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 17 ore 8,30 - L'evasione è un dovere 29 minuti [Radio Blackout, C'hai le storie, Liberation Front]:\r\n\r\nTratto dal libro “istinto di morte”(Nautilus,El Paso) pubblicato nel 1977 alla vigilia di un processo, il bandito Jacques Mesrine racconta la sua incredibile vita. Autore di furti e rapine, è poi diventato una leggenda criminale per la sua capacità di evadere e di sfidare la legge. Il suo odio verso la società si forma sin da bambino con le immagini della guerra, per poi conoscere la violenza dello Stato come soldato in Algeria, infine assaggiandola sulla sua pelle, in quando emarginato, galeotto, reietto. Il carcere non è correttivo, è un marchio indelebile sulla pelle del detenuto, impossibilitato a reinserirsi, a cercare di vivere una vita normale.\r\nMesrine ha trasformato l’odio in una sfida, riuscendo ad evadere dai carceri più sicuri del mondo, fino ad arrivare ad assaltare, armi in pugno, il carcere di alta sicurezza del Quebec.\r\nPer fermarlo la polizia francese ha architettato una vera e propria esecuzione a cielo aperto, assassinandolo con 21 colpi in mezzo alla strada.\r\nIl podcast vuole ripercorrere il ruolo di Mesrine nella lotta al carcere.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Levasione-è-un-dovere_29.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 18 ore 8,30 - Dai monti del Kurdistan pt. 2 28 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nChiacchierata a più voci in un villaggio in montagna del Kurdistan Turco, realizzata a fine Marzo 2012.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Dai-monti-del-Kurdistan_2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20 - Psychotronic Radio vol.9 43 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nUn gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/PSYCHOTRONIC-RADIO-VOL-9.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 20,30 - Ottobre Peso Mixtape - Blackout Garage Fest 37 minuti [Radio Blackout]:\r\n\r\nMixtape confenzionato ad hoc per presentare la tre giorni carica di concerti e live set che si svolgeranno tra il 17 e il 19 Ottobre 2024 nelle mura di Radio Blackout e lo storico palco di El Paso: Ottobre peso. In questa puntata: Blackout Garage Fest, con \u003Cmark>Timmy's\u003C/mark> \u003Cmark>Organism\u003C/mark>, Movie Star Junkies, Sloks, Violino Banfi\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Ottobre-peso-Mixtape-Blackout-Garage-Fest_37.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 19 ore 23,30 - Brodo meridionali della galassia 70 minuti [Radio Neanderthal]:\r\n\r\nRicomincia Brodo di Cagne Strategico, si inizia alla grande, maciulliamo Antonio Rezza beccato a Napoli per la presentazione del suo nuovo film “Il Cristo In Gola”, a seguire un po’ di nuovi ascolti e in fine in toto l’opera prima “Les Filles du Feu” dell’agitatore violoncellista/performer francese Sebastian Lemporte aka Aki Hano, per gli amanti della forma canzone, la poesia e la grana del nastro…\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Brodo-meridionali-della-galassia_70.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 9,30 - Speciale OP. SCINTILLA – Rivolte, lotta e solidarietà 2021 57 minuti [Radio Blackout, Macerie su macerie]:\r\n\r\nGiovedì 7 ottobre 2021 è iniziato il processo per associazione sovversiva contro lo Stato e alcuni capi specifici per diciotto compagni e compagne. A trentadue mesi esatti dallo sgombero, alla sbarra vengono portati, oltre agli imputati, proprio l’esperienza intorno al fu Asilo occupato, il progetto Macerie e Storie di Torino e il sacrosanto odio verso le prigioni per immigrati irregolari (nati Cpt, poi Cie, ora Cpr).\r\n\r\nL’oggetto del teorema inquisitorio Scintilla è infatti una lotta ventennale, quella contro la detenzione amministrativa dei senza-documenti, portata avanti da un movimento reale dentro e fuori i Centri di reclusione. Una lotta composta anche da una serie lunghissima di iniziative all’esterno dei Centri: alcune indette, altre a sorpresa, alcune anonime, altre rivendicate, alcune “a volto scoperto” e altre “a volto coperto”. Per la maggior parte di queste ultime gli inquirenti non sono finora riusciti a raccogliere né prove né indizi sufficienti per attribuire precise responsabilità individuali, nonostante anni di esegesi di scritti, intercettazioni telefoniche e ambientali, videoriprese, pedinamenti, rilievi e prelievi di impronte digitali e DNA.\r\n\r\nVi proponiamo un approfondimento che parte sì dall’inchiesta, ma per poi addentrarsi negli anni di lotta, nelle motivazioni, nel cuore della solidarietà e della vita che si sprigiona quando si combatte contro una delle tante ingiustizie di questo mondo, una delle più atroci: l’esistenza di lager per umani.\r\n\r\nIn conclusione, ancora voci, sono ancora quelle dei reclusi, sono ancora quelle di compagni e compagne, che raccontano oggi cosa accade nei Cpr, perché la lotta non si ferma con un’inchiesta tribunalizia, ma continua finché di queste gabbie non rimarranno che macerie.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Speciale-Operazione-Scintilla-da-info-2021_57.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 20 ore 13,30 - Te lo spiega arsider: la memetica 43 minuti [Radio Blackout, Arsider]:\r\n\r\n\r\nI media obbediscono a una logica fondamentalmente diversa rispetto alla rappresentazione, cioè a quella della simulazione.La crescente prevalenza della schiavitù macchinica rispetto ai meccanismi di sudditanza sociale deve essere in gran parte attribuita alle tecnologie dell’informazione e del calcolo. Detto in modo drammatico, dal punto di vista dell’ingegneria cibernetica, il significato di un messaggio sembra apparentemente irrilevante, o almeno escluso dall’equazione. D’ora in poi ogni evento storico sarà perseguitato dalla propria doppia memetica. Ridere è una tattica di difesa contro il non riconoscere nulla. Dobbiamo sublimare l’orrore con l’umorismo.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Te-lo-spiega-arsider_La-memeticaArsider_42.mp3\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[1010],{"field":76,"matched_tokens":1011,"snippet":534,"value":1008},[532,533],1157451471441100800,{"best_field_score":1014,"best_field_weight":81,"fields_matched":25,"num_tokens_dropped":45,"score":1015,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":45},"2211897868288","1157451471441100913",6686,{"collection_name":310,"first_q":262,"per_page":263,"q":262},11,{"title":1020,"slug":1021,"exerpt":1022,"link":1023,"featured_media":1024,"slot":1025},"Cosmic Mamba","blackmamba","Il vostro tè musicale del giovedì pomeriggio. 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