","Mercosur-EU: 20 anni per truffare 600 milioni di europei","post",1562440623,[62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/accordi-internazionali/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/meat-for-car/","http://radioblackout.org/tag/mercosur/","http://radioblackout.org/tag/trattati-di-commercio/",[68,69,31,25,22],"accordi internazionali","dazi",{"post_content":71,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":72,"snippet":74,"value":75},[73,73],"di","l'impresentabile Bolsonaro ha persino accettato \u003Cmark>di\u003C/mark> sottoscrivere gli Accordi \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi","Ma il danno è innanzitutto ambientale: infatti l'impresentabile Bolsonaro ha persino accettato \u003Cmark>di\u003C/mark> sottoscrivere gli Accordi \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi pur \u003Cmark>di\u003C/mark> spianare l'Amazzonia e scaricare in Europa prodotti agricoli ogm e coltivati con pesticidi vietati in Europa che sostituiranno quelli europei (e francesi innanzitutto) in cambio \u003Cmark>di\u003C/mark> merci automotive essenzialmente tedesche. Meat for car... e concorrenza sleale sulla pelle dei cittadini: in pratica si agevola e sostiene la produzione \u003Cmark>di\u003C/mark> automobili inquinanti e agricoltura intensiva senza alcun controllo sulle merci importate che sostituiranno quelle prodotte all'interno dell'Unione, meno concorrenziali perché \u003Cmark>di\u003C/mark> maggiore qualità.\r\n\r\nI governi \u003Cmark>di\u003C/mark> Lula, Kirchner, Mojica... frenarono parecchio in questi anni proprio in previsione del disastro ambientale nei loro paesi, ma con i nuovi dirigismi ultraliberisti piovuti sul Sudamerica le remore sono state bandite; anche se in realtà chi ci rimette maggiormente è la salute degli europei, che hanno dovuto infilare la testa nel cappio senza poter esprimere il proprio disappunto, e in più con le perdite prevedibili in settori \u003Cmark>di\u003C/mark> mercato proprio per quei piccoli imprenditori che la vulgata vorrebbe agevolati dalla diminuzione dei dazi previsti biunivocamente dagli accordi fortemente voluti da Macrì (ovvero da Fmi).\r\n\r\nGli obiettivi \u003Cmark>di\u003C/mark> questo sistema che privilegia le filiere lunghe – l'opposto del chilometro zero – sono principalmente due: il Mercosur punta a incrementare le esportazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> carne bovina \u003Cmark>di\u003C/mark> circa il 30% – previsto un contingente agevolato \u003Cmark>di\u003C/mark> 99 mila tonnellate annue – e altri prodotti agricoli verso l'Unione europea, alimentando un settore che si colloca al primo posto fra le cause della distruzione dell'Amazzonia. L'Europa, dall'altra parte, sotto la spinta decisiva della Germania (con il supporto \u003Cmark>di\u003C/mark> Spagna e Portogallo), avrà in cambio un'apertura dei mercati alle auto \u003Cmark>di\u003C/mark> grossa cilindrata, specialmente grandi fuoristrada (Suv), che ora subiscono una tariffazione del 35%. Altri beni che viaggeranno più speditamente verso l'America latina sono i macchinari (oggi tassati del 20%) e i prodotti chimici (che attualmente affrontano un sovrapprezzo del 18%) . In tutto l'Ue promette \u003Cmark>di\u003C/mark> risparmiare 4 miliardi annui \u003Cmark>di\u003C/mark> dazi sulle esportazioni e \u003Cmark>di\u003C/mark> aprire ai suoi investitori un mercato \u003Cmark>di\u003C/mark> 260 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> persone. Le esportazioni dal Mercosur riguardano per 3/4 prodotti primari, \u003Cmark>di\u003C/mark> cui oltre la metà sono prodotti agricoli – soprattutto semi di soia (12,8%) e farina \u003Cmark>di\u003C/mark> soia (11,5%), usata come cibo ultraproteico per animali \"pompati\". Tra le esportazioni anche paste chimiche \u003Cmark>di\u003C/mark> legno di conifere (alla soda o al solfato) usate per produrre carta bianca (14%) e dissolvere buona parte delle foreste amazzoniche, caffè (12,5%), carne bovina, pollame e succhi \u003Cmark>di\u003C/mark> frutta.\r\n\r\nAbbiamo sentito un'indignata Monica \u003Cmark>Di\u003C/mark> Sisto, responsabile \u003Cmark>di\u003C/mark> Fairwatch, con la quale abbiamo esteso l'analisi delle conseguenze \u003Cmark>di\u003C/mark> questo disastro ecologico anche gli squilibri geopolitici a livello europeo e globale:\r\n\r\nAccordi capestro",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[73],"Mercosur-EU: 20 anni per truffare 600 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> europei",[80,82,84,86,88],{"matched_tokens":81,"snippet":68},[],{"matched_tokens":83,"snippet":69},[],{"matched_tokens":85,"snippet":31},[],{"matched_tokens":87,"snippet":25},[],{"matched_tokens":89,"snippet":92},[90,73,91],"Trattati","commercio","\u003Cmark>Trattati\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>commercio\u003C/mark>",[94,100,103],{"field":36,"indices":95,"matched_tokens":97,"snippets":99},[96],4,[98],[90,73,91],[92],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":78,"value":78},"post_title",[73],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":74,"value":75},"post_content",[73,73],1736172819517538300,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":110,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":112,"highlight":134,"highlights":153,"text_match":106,"text_match_info":161},{"cat_link":113,"category":114,"comment_count":48,"id":115,"is_sticky":48,"permalink":116,"post_author":51,"post_content":117,"post_date":118,"post_excerpt":54,"post_id":115,"post_modified":119,"post_thumbnail":120,"post_thumbnail_html":121,"post_title":122,"post_type":59,"sort_by_date":123,"tag_links":124,"tags":130},[45],[47],"53102","http://radioblackout.org/2019/03/ttip-a-volte-tornano-ancora-piu-orrifici/","Sotto varie forme, in innumerevoli acrostici a seconda dei diversi partecipanti, molte sono ora le riemersioni di volontà dall'alto di intrecciare quei trattati che pochi anni fa hanno cercato di spalancare i mercati allo strapotere delle multinazionali e ai profitti delle lobbies che vorrebbero rimuovere ogni limite al controllo sugli scambi internazionali e per tutelarsi da eventuali proteste che potrebbero insorgere da qualche controllo sulla qualità e sull'effettiva genuinità delle merci vorrebbero avocare a se stessi gli arbitrati che potrebbero sorgere di fronte alla sofisticazione e alla pirateria scatenati da questa imposizione di consumi decisi dai vertici.\r\n\r\nAlcuni anni fa si era bloccato questo processo che sembrava irreversibile, perché richiesto dal sistema stesso, dal Wto che aveva individuato questa soluzione di trattati al ribasso dei prezzi attraverso la riduzione della qualità e della imposizione di quei prodotti, spesso transgenici, trattati con glifosato, che nascondono sotto etichette allusive prodotti non autoctoni... e ora ci riprovano in modo ancora più subdolo, se possibile, laddove un parlamento europeo in scadenza dà indicazioni che apparentemente sembrano neutrali, ma che in realtà lasciano i singoli stati a confrontarsi con potenze che possono imporre il loro volere facilmente, improntando i trattati a quegli scambi capestro nocivi per i consumatori da un lato, e intanto ratifica accordi per materie esclusive, come nel caso del Ceta con il Canada: un atteggiamento schizofrenico e pilatesco, che lascia spazio alle manovre delle multinazionali.\r\n\r\nAbbiamo voluto approfondire questi nuovi attacchi che hanno nomi più conosciuti come Ttip o meno, come Ceta, alcuni già proditoriamente sottoscritti, come due trattati tossici siglati dall'UE con Singapore, uno dei quali è un arbitrato Isds a favore di investitori stranieri e multinazionali, altri in via di ratifica con sotterfugi, con categorie in fibrillazione anche perché si sono già accettate varie scelte atlantiste franco-tedesche a detrimento di filiere lasciate senza programmazione (per esempio il comparto dell'orto-frutta) senza le dovute e attese compensazioni, tra silenzi e reticenze degli organi di informazione; chi meglio di Monica Di Sisto, vicepresidente di Fairwatch poteva accompagnarci per trovare lumi in questo ginepraio di sigle e accordi capestro?\r\n\r\nMai interrotta la truffa dei Trattati internazionali\r\n\r\n ","16 Marzo 2019","2019-03-16 13:09:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/ttip-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"171\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/ttip-1-300x171.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/ttip-1-300x171.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/ttip-1-768x439.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/03/ttip-1.jpg 805w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","TTIP: a volte tornano... ancora più orrifici",1552741743,[125,126,127,128,66,129],"http://radioblackout.org/tag/arbitrati/","http://radioblackout.org/tag/ceta/","http://radioblackout.org/tag/lobbies/","http://radioblackout.org/tag/multinazionali/","http://radioblackout.org/tag/ttip/",[131,132,133,20,22,15],"arbitrati","CETA","lobbies",{"post_content":135,"tags":140},{"matched_tokens":136,"snippet":138,"value":139},[73,137],"trattati","che aveva individuato questa soluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>trattati\u003C/mark> al ribasso dei prezzi attraverso","Sotto varie forme, in innumerevoli acrostici a seconda dei diversi partecipanti, molte sono ora le riemersioni \u003Cmark>di\u003C/mark> volontà dall'alto \u003Cmark>di\u003C/mark> intrecciare quei \u003Cmark>trattati\u003C/mark> che pochi anni fa hanno cercato \u003Cmark>di\u003C/mark> spalancare i mercati allo strapotere delle multinazionali e ai profitti delle lobbies che vorrebbero rimuovere ogni limite al controllo sugli scambi internazionali e per tutelarsi da eventuali proteste che potrebbero insorgere da qualche controllo sulla qualità e sull'effettiva genuinità delle merci vorrebbero avocare a se stessi gli arbitrati che potrebbero sorgere \u003Cmark>di\u003C/mark> fronte alla sofisticazione e alla pirateria scatenati da questa imposizione \u003Cmark>di\u003C/mark> consumi decisi dai vertici.\r\n\r\nAlcuni anni fa si era bloccato questo processo che sembrava irreversibile, perché richiesto dal sistema stesso, dal Wto che aveva individuato questa soluzione \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>trattati\u003C/mark> al ribasso dei prezzi attraverso la riduzione della qualità e della imposizione \u003Cmark>di\u003C/mark> quei prodotti, spesso transgenici, \u003Cmark>trattati\u003C/mark> con glifosato, che nascondono sotto etichette allusive prodotti non autoctoni... e ora ci riprovano in modo ancora più subdolo, se possibile, laddove un parlamento europeo in scadenza dà indicazioni che apparentemente sembrano neutrali, ma che in realtà lasciano i singoli stati a confrontarsi con potenze che possono imporre il loro volere facilmente, improntando i \u003Cmark>trattati\u003C/mark> a quegli scambi capestro nocivi per i consumatori da un lato, e intanto ratifica accordi per materie esclusive, come nel caso del Ceta con il Canada: un atteggiamento schizofrenico e pilatesco, che lascia spazio alle manovre delle multinazionali.\r\n\r\nAbbiamo voluto approfondire questi nuovi attacchi che hanno nomi più conosciuti come Ttip o meno, come Ceta, alcuni già proditoriamente sottoscritti, come due \u003Cmark>trattati\u003C/mark> tossici siglati dall'UE con Singapore, uno dei quali è un arbitrato Isds a favore \u003Cmark>di\u003C/mark> investitori stranieri e multinazionali, altri in via \u003Cmark>di\u003C/mark> ratifica con sotterfugi, con categorie in fibrillazione anche perché si sono già accettate varie scelte atlantiste franco-tedesche a detrimento \u003Cmark>di\u003C/mark> filiere lasciate senza programmazione (per esempio il comparto dell'orto-frutta) senza le dovute e attese compensazioni, tra silenzi e reticenze degli organi \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione; chi meglio \u003Cmark>di\u003C/mark> Monica \u003Cmark>Di\u003C/mark> Sisto, vicepresidente \u003Cmark>di\u003C/mark> Fairwatch poteva accompagnarci per trovare lumi in questo ginepraio \u003Cmark>di\u003C/mark> sigle e accordi capestro?\r\n\r\nMai interrotta la truffa dei \u003Cmark>Trattati\u003C/mark> internazionali\r\n\r\n ",[141,143,145,147,149,151],{"matched_tokens":142,"snippet":131},[],{"matched_tokens":144,"snippet":132},[],{"matched_tokens":146,"snippet":133},[],{"matched_tokens":148,"snippet":20},[],{"matched_tokens":150,"snippet":92},[90,73,91],{"matched_tokens":152,"snippet":15},[],[154,159],{"field":36,"indices":155,"matched_tokens":156,"snippets":158},[96],[157],[90,73,91],[92],{"field":104,"matched_tokens":160,"snippet":138,"value":139},[73,137],{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":162,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517538410",{"document":164,"highlight":188,"highlights":193,"text_match":196,"text_match_info":197},{"cat_link":165,"category":166,"comment_count":48,"id":167,"is_sticky":48,"permalink":168,"post_author":51,"post_content":169,"post_date":170,"post_excerpt":54,"post_id":167,"post_modified":171,"post_thumbnail":172,"post_thumbnail_html":173,"post_title":174,"post_type":59,"sort_by_date":175,"tag_links":176,"tags":182},[45],[47],"36498","http://radioblackout.org/2016/06/lagricoltura-italiana-tra-filiera-corta-e-neoschiavismo/","L'agricoltura europea attraversa una grande crisi e quella italiana in particolare. L'indice dei prezzi dal produttore all'ingrosso hanno fatto registrare una serie di crolli che ha innescato negli ultimi anni una spirale deflattiva che ha riportato il livello al 2008. L'agricoltura italiana resta nella stragrande parte un'agricoltura di piccole dimensioni, spesso poco più che familiari. La grande agricoltura meccanizzata, per ragioni storiche e morfologiche, si aggiudica dalle nostre parti appena il 16% del fatturato complessivo. Anche se la tendenza alla sparizione delle piccole aziende, perseguita a colpi di trattati di libero commercio (gli ultimi col Nord Africa) e di una burocratizzazione forsennata che equipara per esempio piccoli artigiani formaggiai a colossi del lattiero caseario, sta concentrando la proprietà della terra a livelli che precedono la grande riforma agraria del 1950. E questa è una tendenza mondiale.\r\n \r\nCi siamo chiesti, a partire dall'ultima tragedia di Rosarno, se fosse possibile con il prezzo delle arance a 0,18 centesimi al chilo un'opzione diversa dall'impiego dei braccianti africani organizzati dal caporalato e ospitati in baraccopoli fatiscenti nelle campagne italiane da nord a sud. La risposta non è semplice. Comporta un ragionamento che si muova necessariamente su più livelli.\r\nAlcuni passaggi migliorativi, in senso amministrativo, sono forse ancora possibili ma qui si tratta di contrastere una tendenza (neoliberismo) che tende a soffocare inesorabilmente le economie locali, a burocratizzare in maniera forsennata i settori di cui si interessa (atro che semplificazione!), a espellere enormi masse di popolazione dalle campagne per spingerle ai margini delle metropoli come massa eccedente senza destinazione d'uso, spinti ad abbandonare i luoghi di nascita per avere una chance di sopravvivenza. L'accaparramento delle terre nel sud del mondo, il cosiddetto land grabbing, è un fenomeno che nella sua sistematicità e dimensione comporta un salto qualitativo che lo differenzia da forme storiche di accaparramento precedente anche in virtù di processi sempre meno controllabili di finanziarizzazione della terra. Su questo quadro già molto scuro, incombe la minaccia della desertificazione e dell'estremizzazione dei fenomeni atmosferici che comportano problemi enormi per l'agricoltura e per la sopravvivenza di alcune popolazioni in particolare.\r\nAbbiamo tentato qualche approfondimento su questi temi con Fabrizio Garbarino, allevatore e contadino cooperativo nonché presidente dell'Associazione rurale italiana\r\nUnknown","16 Giugno 2016","2016-06-28 14:26:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/Crisi-agricola-immagine-simbolica-300x279-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"279\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/06/Crisi-agricola-immagine-simbolica-300x279-300x279.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","L'agricoltura italiana tra filiera corta e neoschiavismo",1466103782,[177,178,179,180,181],"http://radioblackout.org/tag/agricoltura/","http://radioblackout.org/tag/desertificazione/","http://radioblackout.org/tag/land-grabbing/","http://radioblackout.org/tag/neoliberismo/","http://radioblackout.org/tag/neoschiavismo/",[183,184,185,186,187],"agricoltura","desertificazione","land grabbing","neoliberismo","neoschiavismo",{"post_content":189},{"matched_tokens":190,"snippet":191,"value":192},[73,137,73,91],"aziende, perseguita a colpi \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>trattati\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> libero \u003Cmark>commercio\u003C/mark> (gli ultimi col Nord Africa)","L'agricoltura europea attraversa una grande crisi e quella italiana in particolare. L'indice dei prezzi dal produttore all'ingrosso hanno fatto registrare una serie \u003Cmark>di\u003C/mark> crolli che ha innescato negli ultimi anni una spirale deflattiva che ha riportato il livello al 2008. L'agricoltura italiana resta nella stragrande parte un'agricoltura \u003Cmark>di\u003C/mark> piccole dimensioni, spesso poco più che familiari. La grande agricoltura meccanizzata, per ragioni storiche e morfologiche, si aggiudica dalle nostre parti appena il 16% del fatturato complessivo. Anche se la tendenza alla sparizione delle piccole aziende, perseguita a colpi \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>trattati\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> libero \u003Cmark>commercio\u003C/mark> (gli ultimi col Nord Africa) e \u003Cmark>di\u003C/mark> una burocratizzazione forsennata che equipara per esempio piccoli artigiani formaggiai a colossi del lattiero caseario, sta concentrando la proprietà della terra a livelli che precedono la grande riforma agraria del 1950. E questa è una tendenza mondiale.\r\n \r\nCi siamo chiesti, a partire dall'ultima tragedia \u003Cmark>di\u003C/mark> Rosarno, se fosse possibile con il prezzo delle arance a 0,18 centesimi al chilo un'opzione diversa dall'impiego dei braccianti africani organizzati dal caporalato e ospitati in baraccopoli fatiscenti nelle campagne italiane da nord a sud. La risposta non è semplice. Comporta un ragionamento che si muova necessariamente su più livelli.\r\nAlcuni passaggi migliorativi, in senso amministrativo, sono forse ancora possibili ma qui si tratta \u003Cmark>di\u003C/mark> contrastere una tendenza (neoliberismo) che tende a soffocare inesorabilmente le economie locali, a burocratizzare in maniera forsennata i settori \u003Cmark>di\u003C/mark> cui si interessa (atro che semplificazione!), a espellere enormi masse \u003Cmark>di\u003C/mark> popolazione dalle campagne per spingerle ai margini delle metropoli come massa eccedente senza destinazione d'uso, spinti ad abbandonare i luoghi \u003Cmark>di\u003C/mark> nascita per avere una chance \u003Cmark>di\u003C/mark> sopravvivenza. L'accaparramento delle terre nel sud del mondo, il cosiddetto land grabbing, è un fenomeno che nella sua sistematicità e dimensione comporta un salto qualitativo che lo differenzia da forme storiche \u003Cmark>di\u003C/mark> accaparramento precedente anche in virtù \u003Cmark>di\u003C/mark> processi sempre meno controllabili \u003Cmark>di\u003C/mark> finanziarizzazione della terra. Su questo quadro già molto scuro, incombe la minaccia della desertificazione e dell'estremizzazione dei fenomeni atmosferici che comportano problemi enormi per l'agricoltura e per la sopravvivenza \u003Cmark>di\u003C/mark> alcune popolazioni in particolare.\r\nAbbiamo tentato qualche approfondimento su questi temi con Fabrizio Garbarino, allevatore e contadino cooperativo nonché presidente dell'Associazione rurale italiana\r\nUnknown",[194],{"field":104,"matched_tokens":195,"snippet":191,"value":192},[73,137,73,91],1736172819382796300,{"best_field_score":198,"best_field_weight":199,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":200,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704332288",14,"1736172819382796401",{"document":202,"highlight":223,"highlights":228,"text_match":231,"text_match_info":232},{"cat_link":203,"category":204,"comment_count":48,"id":205,"is_sticky":48,"permalink":206,"post_author":51,"post_content":207,"post_date":208,"post_excerpt":54,"post_id":205,"post_modified":209,"post_thumbnail":210,"post_thumbnail_html":211,"post_title":212,"post_type":59,"sort_by_date":213,"tag_links":214,"tags":219},[45],[47],"30270","http://radioblackout.org/2015/06/ttip-il-potere-delle-multinazionali-sulle-nostre-vite/","Nel pressoché totale silenzio dei media, dal 2013 è in corso un negoziato tra Stati Uniti ed Unione Europea finalizzato alla creazione di un'ampia area di libero mercato transatlantico tra le due entità (super-)statuali continentali: TTIP (TransAtlatic Trade & Investment Partnership), ovvero \"Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti\". Come spesso accade in questi casi, la definizione esprime una sensazione al contempo di grandezza e neutralità, fattori che concorrono a definire come irreversibile il processo in corso. Sulla taglia della nuova definizione giuridico normativa degli scambi c'è poco da contestare - dal momento che Europa e Stati Uniti producono tuttora metà del Pil mondiale e un terzo del commercio mondiale. Sulla supposta neutralità di questi trattati c'è invece molto da eccepire e ne va riconosciuta la natura ideologica e performativa. Abbiamo qui a che fare con la strategia discorsiva propria del Neoliberismo che tende a rappresentare come \"naturali\" processi di aggiustamento strutturale delle economie e delle regole che le fanno funzionare, tali da produrre cambiamenti significativi nelle vite delle popolazioni coinvolte da queste decisioni.\r\nL'obiettivo dichiarato è l'abbattimento delle protezioni doganali tra le due aree territoriali e la standardizzazione/omologazione delle procedure tecniche che regolamentano la messa sul mercato delle merci. L'agognata \"semplificazione\" (parola tanto cara a Renzi e ai capitalisti ultra-liberisti di mezzo mondo) si tradurrà inesorabilmente in una perdita secca di controlli sulla qualità (e non nocività) delle merci. La cosa è particolarmente pericolosa per l'agro-alimentare e la farmaceutica, due dei più grossi rami produttivi interessati dalla nuova regolamentazione. Come spesso accade nel capitalismo, la standardizzazione si fa verso il basso, perché essenziale è ridurre i costi dei prodotti, quindi della forza-lavoro e dei controlli sulla qualità. Un attacco ai diritti dei consumatori che si configura piuttosto e più radicalmente come attacco alle condizioni di vita delle classi subalterne. Assisteremo insomma al prodursi di una sorta di apartheid del consumo alimentare, con una produzione standardizzata e massificata a marchio statunitense - una walmartizzazione dell'Europa - cui farebbe da contraltare una produzione europea di alta qualità destinata ai ricchi. WalMart e Eataly diventano un po' i modelli fintamente antagonistici di una scelta imposta, immagine appena forzata se si considera peso e ruolo delle multinazionali nella definizione degli accordi in questione (vedi i link a fondo pagina).\r\nGli accordi prevederebbero inoltre un'accelerazione nella circolazione del flusso degli investimenti e l'accesso ai rispettivi mercati dei servizi e degli appalti pubblici. Troppo spesso si rimuove l'amara realtà, che questi accordi ci sbattono violentemente in faccia, che nel capitalismo ogni aspetto della vità è merce. Nelle società capitalistiche avanzate, da almeno due decenni i servizi alla persona sono uno dei maggiori ambiti di valorizzazione capitalistica. Gli effetti di un'ulteriore mercificazione di questi servizi, a detrimento delle residuali garanzie in termini di diritti e qualità, lasciano immaginare il futuro che ci aspetta dopo l'applicazione del Partenariato. Altro aspetto non proprio irrilevante, gli accordi prevedono l'introduzione di un arbitrato internazionale (ISDS - Investor-state dispute settlement) che garantirà alle imprese la possibilità di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei paesi europei che intendessero promulgare legislazioni potenzialmente ostili alle loro aspettative di profitto. Una bella doccia fredda per chi si ostina a parlare di «sovranità nazionale» e «democrazia».\r\nIn costante declino sul piano economico, contestati nella loro pretesa egemonica di unica super-potenza mondiale, gli Stati Uniti non si arrendono ai rivolgimenti storici che ne mettono in discussione la supremazia. All'irrefrenabile interventismo politico-militare ai quattro angoli del globo, fa seguito da diversi decenni l'articolazione di una produzione normativa di leggi e dispositivi economico-politici che impongono al resto del mondo i modi di adeguamento ad un capitalismo di cui vogliono continuare a essere i principali beneficiari: NAFTA, ALCA, TPP (accordo complementare del TTip sul versante Pacifico)... Lungi dall'essere però solo il prodotto delle brame statunitensi, queste proposte trovano il sostegno attivo delle classi dirigenti capitalistiche occidentali, che ne condividono modi, finalità e vantaggi, mentre le élite dei paesi dell'ex Terzo Mondo e dell'ex Patto di Varsavia ne contestano piuttosto l'articolazione gerarchica, meno i contenuto capitalistici di fondo (vedi l'orientamento iper-estrattivista dei paesi del Brics).\r\nPer illustrare più nel dettaglio e con qualche esempio la portata dei mutamenti, abbiamo realizzato un'intervista con Saro Romeo, agricoltore catanese e attivista dell' Assemblea Costituente del Comitato NO TTIP\r\nsaro_romeo_No_TTIP\r\nLink utili\r\nI ricchi e i poveri. Sugli effetti del TTIP sulle nostre vite – di Saro Romeo \r\nTutto quello che avreste voluto sapere sul Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) – di Grateful Dead\r\nTTIP su Wikipedia\r\nhttp://stop-ttip-italia.net\r\n\r\nhttps://stop-ttip.org","4 Giugno 2015","2015-06-08 18:48:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/TTIP-bulldozer-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"143\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/TTIP-bulldozer-300x143.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/TTIP-bulldozer-300x143.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/06/TTIP-bulldozer.jpg 432w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","TTIP: il potere delle multinazionali sulle nostre vite",1433419198,[215,216,217,128,218,129],"http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/globalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[220,221,222,20,18,15],"capitalismo","europa","globalizzazione",{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":226,"value":227},[91,73,137],"mondiale e un terzo del \u003Cmark>commercio\u003C/mark> mondiale. Sulla supposta neutralità \u003Cmark>di\u003C/mark> questi \u003Cmark>trattati\u003C/mark> c'è invece molto da eccepire e","Nel pressoché totale silenzio dei media, dal 2013 è in corso un negoziato tra Stati Uniti ed Unione Europea finalizzato alla creazione \u003Cmark>di\u003C/mark> un'ampia area \u003Cmark>di\u003C/mark> libero mercato transatlantico tra le due entità (super-)statuali continentali: TTIP (TransAtlatic Trade & Investment Partnership), ovvero \"Partenariato transatlantico per il \u003Cmark>commercio\u003C/mark> e gli investimenti\". Come spesso accade in questi casi, la definizione esprime una sensazione al contempo \u003Cmark>di\u003C/mark> grandezza e neutralità, fattori che concorrono a definire come irreversibile il processo in corso. Sulla taglia della nuova definizione giuridico normativa degli scambi c'è poco da contestare - dal momento che Europa e Stati Uniti producono tuttora metà del Pil mondiale e un terzo del \u003Cmark>commercio\u003C/mark> mondiale. Sulla supposta neutralità \u003Cmark>di\u003C/mark> questi \u003Cmark>trattati\u003C/mark> c'è invece molto da eccepire e ne va riconosciuta la natura ideologica e performativa. Abbiamo qui a che fare con la strategia discorsiva propria del Neoliberismo che tende a rappresentare come \"naturali\" processi \u003Cmark>di\u003C/mark> aggiustamento strutturale delle economie e delle regole che le fanno funzionare, tali da produrre cambiamenti significativi nelle vite delle popolazioni coinvolte da queste decisioni.\r\nL'obiettivo dichiarato è l'abbattimento delle protezioni doganali tra le due aree territoriali e la standardizzazione/omologazione delle procedure tecniche che regolamentano la messa sul mercato delle merci. L'agognata \"semplificazione\" (parola tanto cara a Renzi e ai capitalisti ultra-liberisti \u003Cmark>di\u003C/mark> mezzo mondo) si tradurrà inesorabilmente in una perdita secca \u003Cmark>di\u003C/mark> controlli sulla qualità (e non nocività) delle merci. La cosa è particolarmente pericolosa per l'agro-alimentare e la farmaceutica, due dei più grossi rami produttivi interessati dalla nuova regolamentazione. Come spesso accade nel capitalismo, la standardizzazione si fa verso il basso, perché essenziale è ridurre i costi dei prodotti, quindi della forza-lavoro e dei controlli sulla qualità. Un attacco ai diritti dei consumatori che si configura piuttosto e più radicalmente come attacco alle condizioni \u003Cmark>di\u003C/mark> vita delle classi subalterne. Assisteremo insomma al prodursi \u003Cmark>di\u003C/mark> una sorta \u003Cmark>di\u003C/mark> apartheid del consumo alimentare, con una produzione standardizzata e massificata a marchio statunitense - una walmartizzazione dell'Europa - cui farebbe da contraltare una produzione europea \u003Cmark>di\u003C/mark> alta qualità destinata ai ricchi. WalMart e Eataly diventano un po' i modelli fintamente antagonistici di una scelta imposta, immagine appena forzata se si considera peso e ruolo delle multinazionali nella definizione degli accordi in questione (vedi i link a fondo pagina).\r\nGli accordi prevederebbero inoltre un'accelerazione nella circolazione del flusso degli investimenti e l'accesso ai rispettivi mercati dei servizi e degli appalti pubblici. Troppo spesso si rimuove l'amara realtà, che questi accordi ci sbattono violentemente in faccia, che nel capitalismo ogni aspetto della vità è merce. Nelle società capitalistiche avanzate, da almeno due decenni i servizi alla persona sono uno dei maggiori ambiti \u003Cmark>di\u003C/mark> valorizzazione capitalistica. Gli effetti \u003Cmark>di\u003C/mark> un'ulteriore mercificazione \u003Cmark>di\u003C/mark> questi servizi, a detrimento delle residuali garanzie in termini \u003Cmark>di\u003C/mark> diritti e qualità, lasciano immaginare il futuro che ci aspetta dopo l'applicazione del Partenariato. Altro aspetto non proprio irrilevante, gli accordi prevedono l'introduzione \u003Cmark>di\u003C/mark> un arbitrato internazionale (ISDS - Investor-state dispute settlement) che garantirà alle imprese la possibilità \u003Cmark>di\u003C/mark> intentare cause per «perdita \u003Cmark>di\u003C/mark> profitto» contro i governi dei paesi europei che intendessero promulgare legislazioni potenzialmente ostili alle loro aspettative \u003Cmark>di\u003C/mark> profitto. Una bella doccia fredda per chi si ostina a parlare \u003Cmark>di\u003C/mark> «sovranità nazionale» e «democrazia».\r\nIn costante declino sul piano economico, contestati nella loro pretesa egemonica \u003Cmark>di\u003C/mark> unica super-potenza mondiale, gli Stati Uniti non si arrendono ai rivolgimenti storici che ne mettono in discussione la supremazia. All'irrefrenabile interventismo politico-militare ai quattro angoli del globo, fa seguito da diversi decenni l'articolazione \u003Cmark>di\u003C/mark> una produzione normativa \u003Cmark>di\u003C/mark> leggi e dispositivi economico-politici che impongono al resto del mondo i modi \u003Cmark>di\u003C/mark> adeguamento ad un capitalismo \u003Cmark>di\u003C/mark> cui vogliono continuare a essere i principali beneficiari: NAFTA, ALCA, TPP (accordo complementare del TTip sul versante Pacifico)... Lungi dall'essere però solo il prodotto delle brame statunitensi, queste proposte trovano il sostegno attivo delle classi dirigenti capitalistiche occidentali, che ne condividono modi, finalità e vantaggi, mentre le élite dei paesi dell'ex Terzo Mondo e dell'ex Patto \u003Cmark>di\u003C/mark> Varsavia ne contestano piuttosto l'articolazione gerarchica, meno i contenuto capitalistici \u003Cmark>di\u003C/mark> fondo (vedi l'orientamento iper-estrattivista dei paesi del Brics).\r\nPer illustrare più nel dettaglio e con qualche esempio la portata dei mutamenti, abbiamo realizzato un'intervista con Saro Romeo, agricoltore catanese e attivista dell' Assemblea Costituente del Comitato NO TTIP\r\nsaro_romeo_No_TTIP\r\nLink utili\r\nI ricchi e i poveri. Sugli effetti del TTIP sulle nostre vite – \u003Cmark>di\u003C/mark> Saro Romeo \r\nTutto quello che avreste voluto sapere sul Trattato transatlantico sul \u003Cmark>commercio\u003C/mark> e gli investimenti (TTIP) – \u003Cmark>di\u003C/mark> Grateful Dead\r\nTTIP su Wikipedia\r\nhttp://stop-ttip-italia.net\r\n\r\nhttps://stop-ttip.org",[229],{"field":104,"matched_tokens":230,"snippet":226,"value":227},[91,73,137],1736172818845925400,{"best_field_score":233,"best_field_weight":199,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":234,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704070144","1736172818845925489",{"document":236,"highlight":253,"highlights":266,"text_match":274,"text_match_info":275},{"cat_link":237,"category":238,"comment_count":48,"id":239,"is_sticky":48,"permalink":240,"post_author":51,"post_content":241,"post_date":242,"post_excerpt":54,"post_id":239,"post_modified":243,"post_thumbnail":244,"post_thumbnail_html":245,"post_title":246,"post_type":59,"sort_by_date":247,"tag_links":248,"tags":251},[45],[47],"35468","http://radioblackout.org/2016/04/ttip-obama-piazzista-e-i-suoi-servi-europei/","Obama ha voluto venire al di qua dell'Atlantico, a Hannover ha incontrato in particolare Merkel, perché gli è utile avere un interlocutore come la Germania che può imporre a tutta la Comunità europea scelte di Trattati che creano concentrazioni di grosse multinazionali, regolate da nessuna norma, intoccabili e onnipotenti, extraterritoriali poteri più forti dei già oppressivi Stati, impediti nella loro già flebile funzione di tutelare i cittadini, perché non valgono regole se non quelle iperneoliberiste del paese in cui sono più permissive per le aziende.\r\n\r\nQuesti trattati non possono che aggiungere privatizzazioni di massa, cancellazione di norme, imposizione di ogm e altre prassi di produzione, le più convenienti per le multinazionali, facendo strame di salute publica e gestione dela stessa, come di ogni servizio che potrà e dovrà esssere privatizzato qualora ce ne sia richiesta da parte del gestore che si propone al posto del soggetto pubblico.\r\n\r\nUn disastro che Monica Di Sisto ci illustra e prefigura, invitando a partecipare alla manifestazione del 7 maggio a Roma contro il trattato di libero commercio e dissoluzoine di welfare e tutela.\r\n\r\nno-ttip","29 Aprile 2016","2016-05-02 12:10:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/stop-ttip-foto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/stop-ttip-foto-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/stop-ttip-foto-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/stop-ttip-foto.jpg 456w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ttip: Obama piazzista e i suoi servi europei",1461933237,[249,250,129],"http://radioblackout.org/tag/privatizzazione/","http://radioblackout.org/tag/tratato-di-libero-commercio/",[252,35,15],"privatizzazione",{"post_content":254,"tags":258},{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":257},[73,90,73],"tutta la Comunità europea scelte \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Trattati\u003C/mark> che creano concentrazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> grosse","Obama ha voluto venire al \u003Cmark>di\u003C/mark> qua dell'Atlantico, a Hannover ha incontrato in particolare Merkel, perché gli è utile avere un interlocutore come la Germania che può imporre a tutta la Comunità europea scelte \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>Trattati\u003C/mark> che creano concentrazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> grosse multinazionali, regolate da nessuna norma, intoccabili e onnipotenti, extraterritoriali poteri più forti dei già oppressivi Stati, impediti nella loro già flebile funzione \u003Cmark>di\u003C/mark> tutelare i cittadini, perché non valgono regole se non quelle iperneoliberiste del paese in cui sono più permissive per le aziende.\r\n\r\nQuesti \u003Cmark>trattati\u003C/mark> non possono che aggiungere privatizzazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> massa, cancellazione \u003Cmark>di\u003C/mark> norme, imposizione \u003Cmark>di\u003C/mark> ogm e altre prassi \u003Cmark>di\u003C/mark> produzione, le più convenienti per le multinazionali, facendo strame \u003Cmark>di\u003C/mark> salute publica e gestione dela stessa, come \u003Cmark>di\u003C/mark> ogni servizio che potrà e dovrà esssere privatizzato qualora ce ne sia richiesta da parte del gestore che si propone al posto del soggetto pubblico.\r\n\r\nUn disastro che Monica \u003Cmark>Di\u003C/mark> Sisto ci illustra e prefigura, invitando a partecipare alla manifestazione del 7 maggio a Roma contro il trattato \u003Cmark>di\u003C/mark> libero \u003Cmark>commercio\u003C/mark> e dissoluzoine \u003Cmark>di\u003C/mark> welfare e tutela.\r\n\r\nno-ttip",[259,261,264],{"matched_tokens":260,"snippet":252},[],{"matched_tokens":262,"snippet":263},[73,91],"tratato \u003Cmark>di\u003C/mark> libero \u003Cmark>commercio\u003C/mark>",{"matched_tokens":265,"snippet":15},[],[267,269],{"field":104,"matched_tokens":268,"snippet":256,"value":257},[73,90,73],{"field":36,"indices":270,"matched_tokens":271,"snippets":273},[24],[272],[73,91],[263],1733921019837546500,{"best_field_score":276,"best_field_weight":199,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":277,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"2216192835584","1733921019837546610",{"document":279,"highlight":306,"highlights":311,"text_match":274,"text_match_info":314},{"cat_link":280,"category":281,"comment_count":48,"id":282,"is_sticky":48,"permalink":283,"post_author":51,"post_content":284,"post_date":285,"post_excerpt":54,"post_id":282,"post_modified":286,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":287,"post_type":59,"sort_by_date":288,"tag_links":289,"tags":298},[45],[47],"55411","http://radioblackout.org/2019/09/nel-continente-africano/","Durante l'estate con gli organi di informazione fissi sulla crisi di governo da operetta e le intemperanze di Trump, il continente africano è rimasto in ombra, gli unici riflettori attenti a quelle latitudini erano quelli del business, che cerca di appropriarsi e spartirsi le risorse, che tenta di piazzare armi, far transitare droga e esseri umani. Inventare infrastrutture per il commercio e il trasporto di milizie.\r\n\r\nCon questa chiacchierata iniziale con Cornelia Toelgyes si è tentato di riprendere qualche spunto in molte aree del continente, con un filo rosso particolarmente sensibile ai problemi dei rifugiati interni e degli scontri interafricani, per arrivare poi ad analizzare più approfonditamente con Raffaele Masto la sorprendente situazione del Sudafrica incredibilmente xenofobo nei confronti dei fratelli africani.\r\n\r\nDunque dapprima si percorre il continente a partire dal Sudan con quel governo frutto delle lotte sanguinose del popolo che era riuscito a cacciare Al Bashir; il Sud Sudan con i timidi tentativi di comporre la guerra civile tra dinka capitanati da Salva Kiir e nuer di Riek Marchar; transitando dall'Uganda in grado di accogliere 2 milioni di profughi su poco più di 30 milioni di abitanti; gettando uno sguardo veloce al Congo Kinshasa, che si dibatte tra Nord Kivu e signori della guerra stranieri, che talvolta vengono individuati e uccisi, come in questi giorni il leader hutu Mudacumura, tra i responsabili dell'eccidio di 25 anni fa; si sfondano i muri della Guinea equatoriale con il suo quarantennale dittatore, laddove Obiang vagheggia sovversivi in arrivo dal Camerun, per arrivare a inorridire per le sparizioni in Nigeria, dove i bambini di 6 anni sono arrestati perché vendono cibo ai miliziani di Boko Haram. E infine ci spostiamo in Eritrea e i suoi trattati di pace immersi nella repressione religiosa, arrivando a chiudere il cerchio con la Tanzania, dove vengono espulsi in massai i burundesi...\r\n\r\nla calda estate africana\r\n\r\n... e poi il più grande paese dell'Africa australe: il Sudafrica e le sue pulsioni mastodontiche\r\n\r\nCrisi economica e xenofobia in Sudafrica","20 Settembre 2019","2023-04-19 15:05:48","L'estate del continente africano",1569000191,[290,291,292,293,294,295,296,297],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/eritrea/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/tanzania/","http://radioblackout.org/tag/uganda/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[29,299,300,301,302,303,304,305],"Africa","Eritrea","rifugiati","Sudan","Tanzania","uganda","xenofobia",{"post_content":307},{"matched_tokens":308,"snippet":309,"value":310},[137,73],"in Eritrea e i suoi \u003Cmark>trattati\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> pace immersi nella repressione religiosa,","Durante l'estate con gli organi \u003Cmark>di\u003C/mark> informazione fissi sulla crisi \u003Cmark>di\u003C/mark> governo da operetta e le intemperanze \u003Cmark>di\u003C/mark> Trump, il continente africano è rimasto in ombra, gli unici riflettori attenti a quelle latitudini erano quelli del business, che cerca \u003Cmark>di\u003C/mark> appropriarsi e spartirsi le risorse, che tenta \u003Cmark>di\u003C/mark> piazzare armi, far transitare droga e esseri umani. Inventare infrastrutture per il \u003Cmark>commercio\u003C/mark> e il trasporto \u003Cmark>di\u003C/mark> milizie.\r\n\r\nCon questa chiacchierata iniziale con Cornelia Toelgyes si è tentato \u003Cmark>di\u003C/mark> riprendere qualche spunto in molte aree del continente, con un filo rosso particolarmente sensibile ai problemi dei rifugiati interni e degli scontri interafricani, per arrivare poi ad analizzare più approfonditamente con Raffaele Masto la sorprendente situazione del Sudafrica incredibilmente xenofobo nei confronti dei fratelli africani.\r\n\r\nDunque dapprima si percorre il continente a partire dal Sudan con quel governo frutto delle lotte sanguinose del popolo che era riuscito a cacciare Al Bashir; il Sud Sudan con i timidi tentativi \u003Cmark>di\u003C/mark> comporre la guerra civile tra dinka capitanati da Salva Kiir e nuer \u003Cmark>di\u003C/mark> Riek Marchar; transitando dall'Uganda in grado \u003Cmark>di\u003C/mark> accogliere 2 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> profughi su poco più \u003Cmark>di\u003C/mark> 30 milioni \u003Cmark>di\u003C/mark> abitanti; gettando uno sguardo veloce al Congo Kinshasa, che si dibatte tra Nord Kivu e signori della guerra stranieri, che talvolta vengono individuati e uccisi, come in questi giorni il leader hutu Mudacumura, tra i responsabili dell'eccidio \u003Cmark>di\u003C/mark> 25 anni fa; si sfondano i muri della Guinea equatoriale con il suo quarantennale dittatore, laddove Obiang vagheggia sovversivi in arrivo dal Camerun, per arrivare a inorridire per le sparizioni in Nigeria, dove i bambini \u003Cmark>di\u003C/mark> 6 anni sono arrestati perché vendono cibo ai miliziani \u003Cmark>di\u003C/mark> Boko Haram. E infine ci spostiamo in Eritrea e i suoi \u003Cmark>trattati\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> pace immersi nella repressione religiosa, arrivando a chiudere il cerchio con la Tanzania, dove vengono espulsi in massai i burundesi...\r\n\r\nla calda estate africana\r\n\r\n... e poi il più grande paese dell'Africa australe: il Sudafrica e le sue pulsioni mastodontiche\r\n\r\nCrisi economica e xenofobia in Sudafrica",[312],{"field":104,"matched_tokens":313,"snippet":309,"value":310},[137,73],{"best_field_score":276,"best_field_weight":199,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":315,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1733921019837546609",6646,{"collection_name":59,"first_q":22,"per_page":318,"q":22},6,{"facet_counts":320,"found":17,"hits":336,"out_of":413,"page":24,"request_params":414,"search_cutoff":37,"search_time_ms":17},[321,329],{"counts":322,"field_name":327,"sampled":37,"stats":328},[323,325],{"count":24,"highlighted":324,"value":324},"cattivi pensieri",{"count":24,"highlighted":326,"value":326},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":17},{"counts":330,"field_name":36,"sampled":37,"stats":335},[331,333],{"count":24,"highlighted":332,"value":332},"Bastioni di Orione",{"count":24,"highlighted":334,"value":334},"Cronache dell'Interregno",{"total_values":17},[337,381],{"document":338,"highlight":353,"highlights":366,"text_match":377,"text_match_info":378},{"comment_count":48,"id":339,"is_sticky":48,"permalink":340,"podcastfilter":341,"post_author":342,"post_content":343,"post_date":344,"post_excerpt":54,"post_id":339,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":348,"sort_by_date":349,"tag_links":350,"tags":352},"97530","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-01-05-2025-il-capitale-che-si-prepara-alla-guerra-cerca-strumenti-finanziari-e-carne-da-cannone/",[326],"radiokalakuta","Continua la ricerca di Bastioni di Orione dei meccanismi che si mettono in atto per la preparazione della guerra prossima ventura, guerra che inizia dal nostro territorio, nel processo costante di militarizzazione della società che trova il suo campo d'elezione nella formazione scolastica, intossicata dalla presenza dei militari come ci racconta Antonio Mazzeo nel suo intervento. La ricerca di strumenti finanziari per mobilitare le risorse per il riarmo è un altro tassello di questo percorso verso la guerra e il coinvolgimento inconsapevole dei risparmiatori diventa un espediente per reperire ulteriori risorse come ci racconta Alessandro Volpi , mentre il complesso militare industriale s'ingrassa con l'esportazione di armi verso paesi in guerra come Israele che sta perseguendo l'eliminazione del popolo palestinese con la complicità del sistema finanziario; ci racconta questo aspetto Duccio Facchini, mentre Carlo Tombola espone le triangolazioni usate dai mercanti d'armi per nascondere le vere destinazioni finali del commercio di armamenti.\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo insegnante impegnato nel movimento antimilitarista ci parla del processo di militarizzazione all'interno degli istituti scolastici con la presenza sempre più pervasiva dei militari che scelgono la scuola come luogo di promozione della carriera militare e di reclutamento. Si esercita la retorica patriottarda per irretire le coscienze e cercare potenziale carne da cannone da gettare nel tritacarne della prossima guerra, fortunatamente tra i giovani studenti ci sono degli anticorpi che si oppongono a questa narrativa edulcorata che descrive l'esercito come una soluzione per il futuro lavorativo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/militarizzazione-della-scuola--65859014\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Volpi ,docente di storia contemporanea all'Università di Pisa e autore di varie pubblicazioni ci concentriamo sugli aspetti finanziari della corsa al riarmo e del tentativo dell'Unione Europea di dirottare i risparmi privati per finanziare l'apparato militare industriale. Di questo trasferimento di risorse dalla spesa sociale all'industria degli armamenti beneficeranno i grandi fondi d'investimento nordamericani Blackrock, Vanguard e State street che controllano i grandi gruppi industriali che producono armamenti. Questo piano di riarmo comporterà anche un aumento dell'indebitamento pubblico con conseguente taglio delle risorse per il welfare già colpito dalle rigide regole dell'austerità e dell'equilibrio di bilancio che però non valgono per le armi. Con il nostro interlocutore affrontiamo anche la questione dei dazi legata all'enorme indebitamento statunitense con la conseguente perdita progressiva della centralità del dollaro e la frattura fra l'amministrazione Trump e il sistema finanziario dei grandi fondi che non gradiscono l'instabilità finanziaria innescata dalle politiche economiche della Casa Bianca.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/44BEIjQ7l2iM5NHxtM4fmd?si=gG5NZYTeSHStQnCPboTYmw\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-VOLPI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDuccio Facchini, direttore di “Altraeconomia”, parla delle importazioni di armi israeliane da parte italiana, la prima provincia per importazioni è Parma mentre leader per esportazioni – sia pur di armi destinate ai civili – è la provincia di Lecco. Queste armi arrivano in mano anche ai coloni che colpiscono i residenti palestinesi in Cisgiordania, anche le munizioni prodotte dalla Fiocchi. A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori di fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo di sostenere lo sforzo bellico sionista. Uno di questi istituti di credito è la BPER che in un primo momento ha negato per poi ammettere, dopo la pubblicazione di alcuni dati, di avere in pancia titoli pubblici israeliani.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/armi-italiane-ai-coloni-israeliani--65861778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Bastioni-01052025-_Duccio-Facchini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Tombola di \"the weapons watch\", l'osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, parliamo della necessità della costruzione di una informazione oggettiva sul complesso militare industriale che non comunica i dati reali del volume di affari, la legge 185 ha dei limiti per i quali non consente il reale controllo sul movimenti delle armi che vengono vendute anche a paesi sotto embargo o in guerra. Con il trucco delle triangolazioni vengono aggirate le limitazioni legali ed anche i codici che caratterizzano le merci sono falsati per occultare la vera natura del commercio di armi. Le servitù militari che in base a trattati segreti hanno concesso pezzi di territorio italiano agli Stati Uniti contribuiscono all'opacità del sistema, sono stoccate nelle basi americani che godono di extraterritorialità armi di enorme potenza distruttiva che non sono controllate dalle autorità italiane.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5fs0jgcJAyKEM6vUeH4ml0?si=f3tfovaAS4uxm_CGzI9MYQ\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-TOMBOLA-COMALA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti dell'Escalation bellica in corso si trovano qui:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Maggio 2025","2025-05-05 09:20:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-3-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 01/05/2025-IL CAPITALE CHE SI PREPARA ALLA GUERRA CERCA STRUMENTI FINANZIARI E CARNE DA CANNONE .","podcast",1746226163,[351],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[332],{"post_content":354,"post_title":358,"tags":362},{"matched_tokens":355,"snippet":356,"value":357},[91,73,137,73],"occultare la vera natura del \u003Cmark>commercio\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> armi. Le servitù militari che in base a \u003Cmark>trattati\u003C/mark> segreti hanno concesso pezzi \u003Cmark>di\u003C/mark>","Continua la ricerca \u003Cmark>di \u003C/mark> Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione dei meccanismi che si mettono in atto per la preparazione della guerra prossima ventura, guerra che inizia dal nostro territorio, nel processo costante \u003Cmark>di\u003C/mark> militarizzazione della società che trova il suo campo d'elezione nella formazione scolastica, intossicata dalla presenza dei militari come ci racconta Antonio Mazzeo nel suo intervento. La ricerca \u003Cmark>di\u003C/mark> strumenti finanziari per mobilitare le risorse per il riarmo è un altro tassello \u003Cmark>di\u003C/mark> questo percorso verso la guerra e il coinvolgimento inconsapevole dei risparmiatori diventa un espediente per reperire ulteriori risorse come ci racconta Alessandro Volpi , mentre il complesso militare industriale s'ingrassa con l'esportazione \u003Cmark>di\u003C/mark> armi verso paesi in guerra come Israele che sta perseguendo l'eliminazione del popolo palestinese con la complicità del sistema finanziario; ci racconta questo aspetto Duccio Facchini, mentre Carlo Tombola espone le triangolazioni usate dai mercanti d'armi per nascondere le vere destinazioni finali del \u003Cmark>commercio\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> armamenti.\r\n\r\n\r\n\r\nAntonio Mazzeo insegnante impegnato nel movimento antimilitarista ci parla del processo \u003Cmark>di\u003C/mark> militarizzazione all'interno degli istituti scolastici con la presenza sempre più pervasiva dei militari che scelgono la scuola come luogo \u003Cmark>di\u003C/mark> promozione della carriera militare e \u003Cmark>di\u003C/mark> reclutamento. Si esercita la retorica patriottarda per irretire le coscienze e cercare potenziale carne da cannone da gettare nel tritacarne della prossima guerra, fortunatamente tra i giovani studenti ci sono degli anticorpi che si oppongono a questa narrativa edulcorata che descrive l'esercito come una soluzione per il futuro lavorativo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/militarizzazione-della-scuola--65859014\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-MAZZEO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Alessandro Volpi ,docente \u003Cmark>di\u003C/mark> storia contemporanea all'Università \u003Cmark>di\u003C/mark> Pisa e autore \u003Cmark>di\u003C/mark> varie pubblicazioni ci concentriamo sugli aspetti finanziari della corsa al riarmo e del tentativo dell'Unione Europea \u003Cmark>di\u003C/mark> dirottare i risparmi privati per finanziare l'apparato militare industriale. \u003Cmark>Di\u003C/mark> questo trasferimento \u003Cmark>di\u003C/mark> risorse dalla spesa sociale all'industria degli armamenti beneficeranno i grandi fondi d'investimento nordamericani Blackrock, Vanguard e State street che controllano i grandi gruppi industriali che producono armamenti. Questo piano \u003Cmark>di\u003C/mark> riarmo comporterà anche un aumento dell'indebitamento pubblico con conseguente taglio delle risorse per il welfare già colpito dalle rigide regole dell'austerità e dell'equilibrio \u003Cmark>di\u003C/mark> bilancio che però non valgono per le armi. Con il nostro interlocutore affrontiamo anche la questione dei dazi legata all'enorme indebitamento statunitense con la conseguente perdita progressiva della centralità del dollaro e la frattura fra l'amministrazione Trump e il sistema finanziario dei grandi fondi che non gradiscono l'instabilità finanziaria innescata dalle politiche economiche della Casa Bianca.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/44BEIjQ7l2iM5NHxtM4fmd?si=gG5NZYTeSHStQnCPboTYmw\r\n\r\n \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-VOLPI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDuccio Facchini, direttore \u003Cmark>di\u003C/mark> “Altraeconomia”, parla delle importazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> armi israeliane da parte italiana, la prima provincia per importazioni è Parma mentre leader per esportazioni – sia pur \u003Cmark>di\u003C/mark> armi destinate ai civili – è la provincia \u003Cmark>di\u003C/mark> Lecco. Queste armi arrivano in mano anche ai coloni che colpiscono i residenti palestinesi in Cisgiordania, anche le munizioni prodotte dalla Fiocchi. A proposito della guerra israeliana ci si domanda chi siano i gestori \u003Cmark>di\u003C/mark> fondi d'investimento e banche che hanno nei loro portafogli i titoli debito israeliani emessi proprio allo scopo \u003Cmark>di\u003C/mark> sostenere lo sforzo bellico sionista. Uno \u003Cmark>di\u003C/mark> questi istituti \u003Cmark>di\u003C/mark> credito è la BPER che in un primo momento ha negato per poi ammettere, dopo la pubblicazione \u003Cmark>di\u003C/mark> alcuni dati, \u003Cmark>di\u003C/mark> avere in pancia titoli pubblici israeliani.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/armi-italiane-ai-coloni-israeliani--65861778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Bastioni-01052025-_Duccio-Facchini.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Tombola \u003Cmark>di\u003C/mark> \"the weapons watch\", l'osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, parliamo della necessità della costruzione \u003Cmark>di\u003C/mark> una informazione oggettiva sul complesso militare industriale che non comunica i dati reali del volume \u003Cmark>di\u003C/mark> affari, la legge 185 ha dei limiti per i quali non consente il reale controllo sul movimenti delle armi che vengono vendute anche a paesi sotto embargo o in guerra. Con il trucco delle triangolazioni vengono aggirate le limitazioni legali ed anche i codici che caratterizzano le merci sono falsati per occultare la vera natura del \u003Cmark>commercio\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> armi. Le servitù militari che in base a \u003Cmark>trattati\u003C/mark> segreti hanno concesso pezzi \u003Cmark>di\u003C/mark> territorio italiano agli Stati Uniti contribuiscono all'opacità del sistema, sono stoccate nelle basi americani che godono \u003Cmark>di\u003C/mark> extraterritorialità armi \u003Cmark>di\u003C/mark> enorme potenza distruttiva che non sono controllate dalle autorità italiane.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/5fs0jgcJAyKEM6vUeH4ml0?si=f3tfovaAS4uxm_CGzI9MYQ\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BASTIONI-01052025-TOMBOLA-COMALA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti dell'Escalation bellica in corso si trovano qui:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":359,"snippet":361,"value":361},[360],"DI","BASTIONI \u003Cmark>DI\u003C/mark> ORIONE 01/05/2025-IL CAPITALE CHE SI PREPARA ALLA GUERRA CERCA STRUMENTI FINANZIARI E CARNE DA CANNONE .",[363],{"matched_tokens":364,"snippet":365,"value":365},[73],"Bastioni \u003Cmark>di\u003C/mark> Orione",[367,369,371],{"field":104,"matched_tokens":368,"snippet":356,"value":357},[91,73,137,73],{"field":101,"matched_tokens":370,"snippet":361,"value":361},[360],{"field":36,"indices":372,"matched_tokens":373,"snippets":375,"values":376},[48],[374],[73],[365],[365],1736172818443272200,{"best_field_score":379,"best_field_weight":199,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":380,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315703873536","1736172818443272307",{"document":382,"highlight":396,"highlights":404,"text_match":409,"text_match_info":410},{"comment_count":48,"id":383,"is_sticky":48,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":386,"post_content":387,"post_date":388,"post_excerpt":54,"post_id":383,"post_modified":389,"post_thumbnail":390,"post_title":391,"post_type":348,"sort_by_date":392,"tag_links":393,"tags":395},"57119","http://radioblackout.org/podcast/cronache-dellinterregno-episodio-4-the-walking-dead-imprese-zombie-e-petrolio-di-scisto/",[324],"cattivipensieri","\"Se proviamo a mettere in relazione l'indebitamento delle imprese americane non finanziarie e quello dello shale oil in particolare, con l'insieme di fenomeni e tendenze trattati nelle puntate precedenti, le connessioni si fanno più chiare. Il fenomeno del sovra-indebitamento delle imprese non si limita certo ai confini dei soli Stati Uniti, e si può constatare tanto in Cina che nell'Unione Europea – in Francia soprattutto. Ma, come abbiamo visto nelle scorse puntante, negli Stati Uniti esso si sovrappone ad un debito pubblico catastrofico. In qualche modo al crocevia tra i due, sta il settore dello shale oil, anello debole del settore petrolifero americano. Diciamo “al crocevia”, perché da un lato le capacità in termini di budget dello Stato federale americano restano legate a doppio filo al mantenimento del dollaro come valuta di riferimento per il commercio internazionale, e petrolifero in particolare. Ed è su questo fronte che la politica estera americana, anche nei suoi sviluppi più recenti, mostra tutta la sua pertinenza. Dall'altra lato, il prolungamento a oltranza dei tassi di interesse minimi, per la quale l'amministrazione Trump ha dovuto battere i pugni sul tavolo, tiene in vita tutta una schiera di imprese-zombie, prive di qualunque redditività, che secondo alcune stime rappresenterebbe il 30% delle imprese private americane, tra cui anche tante piccole e medie imprese dello shale oil, come abbiamo visto.\r\nE se l'anello debole saltasse?\" \r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/episodio4-def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","28 Gennaio 2020","2020-07-13 23:42:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/Johannes_Wimmel_-_Vanitas_Still_Life_1842_-_MeisterDrucke-590569-200x110.jpg","Cronache dell’interregno – Episodio 4 - The Walking Dead: imprese-zombie e petrolio di scisto",1580213522,[394],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[334],{"post_content":397,"post_title":401},{"matched_tokens":398,"snippet":399,"value":400},[73,137],"oil in particolare, con l'insieme \u003Cmark>di\u003C/mark> fenomeni e tendenze \u003Cmark>trattati\u003C/mark> nelle puntate precedenti, le connessioni","\"Se proviamo a mettere in relazione l'indebitamento delle imprese americane non finanziarie e quello dello shale oil in particolare, con l'insieme \u003Cmark>di\u003C/mark> fenomeni e tendenze \u003Cmark>trattati\u003C/mark> nelle puntate precedenti, le connessioni si fanno più chiare. Il fenomeno del sovra-indebitamento delle imprese non si limita certo ai confini dei soli Stati Uniti, e si può constatare tanto in Cina che nell'Unione Europea – in Francia soprattutto. Ma, come abbiamo visto nelle scorse puntante, negli Stati Uniti esso si sovrappone ad un debito pubblico catastrofico. In qualche modo al crocevia tra i due, sta il settore dello shale oil, anello debole del settore petrolifero americano. Diciamo “al crocevia”, perché da un lato le capacità in termini \u003Cmark>di\u003C/mark> budget dello Stato federale americano restano legate a doppio filo al mantenimento del dollaro come valuta \u003Cmark>di\u003C/mark> riferimento per il \u003Cmark>commercio\u003C/mark> internazionale, e petrolifero in particolare. Ed è su questo fronte che la politica estera americana, anche nei suoi sviluppi più recenti, mostra tutta la sua pertinenza. Dall'altra lato, il prolungamento a oltranza dei tassi \u003Cmark>di\u003C/mark> interesse minimi, per la quale l'amministrazione Trump ha dovuto battere i pugni sul tavolo, tiene in vita tutta una schiera \u003Cmark>di\u003C/mark> imprese-zombie, prive \u003Cmark>di\u003C/mark> qualunque redditività, che secondo alcune stime rappresenterebbe il 30% delle imprese private americane, tra cui anche tante piccole e medie imprese dello shale oil, come abbiamo visto.\r\nE se l'anello debole saltasse?\" \r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/01/episodio4-def.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi precedenti qui\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo \u003Cmark>di\u003C/mark> approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------",{"matched_tokens":402,"snippet":403,"value":403},[73],"Cronache dell’interregno – Episodio 4 - The Walking Dead: imprese-zombie e petrolio \u003Cmark>di\u003C/mark> scisto",[405,407],{"field":104,"matched_tokens":406,"snippet":399,"value":400},[73,137],{"field":101,"matched_tokens":408,"snippet":403,"value":403},[73],1733921019434893300,{"best_field_score":411,"best_field_weight":199,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":412,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"2216192638976","1733921019434893426",6637,{"collection_name":348,"first_q":22,"per_page":318,"q":22},["Reactive",416],{},["Set"],["ShallowReactive",419],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fCrykas3WK8ZYnsyxiy1oTolmsJbNTGo1Y7PLHSI1FDQ":-1},true,"/search?query=Trattati+di+commercio"]