","Xi Jinping promuove una nuova visione globale affiancato dai leader di India e Russia","post",1757363096,[65,66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/gasdotto/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/multipolarismo/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/xi-jinping/",[15,73,74,75,76,23,18],"gasdotto","india","multipolarismo","putin",{"post_content":78,"post_title":84,"tags":87},{"matched_tokens":79,"snippet":82,"value":83},[80,81],"Xi","Jinping","a Pechino il presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark>, il presidente russo Vladimir Putin","Mercoledì 3 settembre a Pechino il presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark>, il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un hanno partecipato a una grande parata militare insieme a una ventina di leader di tutto il mondo per commemorare l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione giapponese della Cina.\r\nDue giorni prima, lunedì, \u003Cmark>Xi\u003C/mark> ha ospitato nella città portuale cinese di Tianjin il vertice della SCO, l'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, un'iniziativa sostenuta dalla Cina che ha ricevuto nuovo impulso dalla presenza del presidente russo Vladimir Putin e del primo ministro indiano Narendra Modi.\r\n\r\nIn un'immagine pensata per trasmettere un senso di solidarietà, Putin e Modi sono stati mostrati mentre si tenevano per mano mentre camminavano allegramente verso \u003Cmark>Xi\u003C/mark> prima dell'apertura del vertice. Sono stati i dazi di Trump ad avvicinare i leader di India e Cina? Abbiamo fatto questa e altre domande a Sabrina Moles, di China Files. Ascolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/paratapechino.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":85,"snippet":86,"value":86},[80,81],"\u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> promuove una nuova visione globale affiancato dai leader di India e Russia",[88,90,92,94,96,98,100],{"matched_tokens":89,"snippet":15},[],{"matched_tokens":91,"snippet":73},[],{"matched_tokens":93,"snippet":74},[],{"matched_tokens":95,"snippet":75},[],{"matched_tokens":97,"snippet":76},[],{"matched_tokens":99,"snippet":23},[],{"matched_tokens":101,"snippet":102},[80,81],"\u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark>",[104,109,112],{"field":39,"indices":105,"matched_tokens":106,"snippets":108},[20],[107],[80,81],[102],{"field":110,"matched_tokens":111,"snippet":86,"value":86},"post_title",[80,81],{"field":113,"matched_tokens":114,"snippet":82,"value":83},"post_content",[80,81],1157451471441625000,{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":28,"num_tokens_dropped":51,"score":119,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":121,"highlight":138,"highlights":155,"text_match":115,"text_match_info":165},{"cat_link":122,"category":123,"comment_count":51,"id":124,"is_sticky":51,"permalink":125,"post_author":126,"post_content":127,"post_date":128,"post_excerpt":57,"post_id":124,"post_modified":129,"post_thumbnail":130,"post_thumbnail_html":131,"post_title":132,"post_type":62,"sort_by_date":133,"tag_links":134,"tags":137},[48],[50],"85180","http://radioblackout.org/2023/11/lincontro-tra-joe-biden-e-xi-jinping/","info","È arrivato l’atteso incontro tra il presidente degli USA Joe Biden e il suo omologo cinese Xi Jinping. I due leader si sono salutati con una stretta di mano per il loro primo incontro di persona dopo un anno.\r\n\r\nQuello tra Xi Jinping e Biden è un summit finalizzato al disgelo dopo che le relazioni sono arrivate al punto più basso degli ultimi decenni. Xi ha ribadito la volontà che la competizione tra Usa e Cina non si trasformi in conflitto, dal momento che “il mondo è abbastanza grande per la convivenza e per il successo” di entrambi i Paesi.\r\n\r\nAl presidente americano, Xi ha espresso l’intenzione di lavorare insieme su intelligenza artificiale e lotta al cambiamento climatico. “Ci sono sfide globali critiche che richiedono la nostra leadership congiunta. E oggi abbiamo fatto progressi reali”, ha commentato su X Biden al termine della prima sessione dell’incontro con Xi Jiping. Una di queste sfide critiche è rappresentata dal contrabbando di fentanyl (che gli Usa collegano a laboratori cinesi), che i due presidenti hanno concordato di combattere insieme con la creazione di un apposito gruppo di lavoro.\r\n\r\nAbbiamo chiesto a Sabrina Moles, di China-Files, di raccontarci com'è andato il summit e di spiegarci la posizione della Cina sulla guerra in corso in Medio Oriente. 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Un anno fa i due presidenti avevano stretto un amicizia \"senza limiti\" tra i rispettivi Stati; quest'occasione pare un tentativo di ribadirla anche in vista della stetta anti-statunitense attuata dai due Paesi.\r\n\r\nAnche le tempistiche sono rilevanti: pochi giorni fa la Corte Penale Internazione ha accusato Putin dei crimini di guerra commessi dal suo esercito in Ucraina, in particolare la deportazione di bambini ucraini in Russia. Sulla sua testa pende ora un mandato di cattura internazionale, ma questo non ha nessun valore legale né per la Russia né per la Cina (ma nemmeno per gli Stati Uniti) perché questi Stati non riconoscono la giurisdizione del Cpi.\r\n\r\nNel primo giorno di visita Xi Jinping ha augurato a Putin la rielezione con queste parole: «sotto la sua forte leadership, la Russia ha fatto grandi passi avanti nel suo prospero sviluppo. Sono sicuro che il popolo russo continuerà a darle il suo fermo sostegno». 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Il primo recitava: “vogliamo cibo, non test covid, vogliamo libertà, non lockdown, vogliamo dignità, non bugie, vogliamo riforme, non una rivoluzione culturale, vogliamo votazioni, non un leader, vogliamo essere cittadini, non schiavi” e, nel caso il messaggio non fosse stato sufficientemente chiaro, il secondo striscione cita direttamente, senza giri di parole, Xi Jinping dandogli del traditore della nazione: \"Studenti e lavoratori in sciopero contro il traditore della nazione Xi Jinping\".\r\n\r\nIn un video, gli slogan venivano ripetuti da un altoparlante.\r\n\r\nE se non è impossibile imbattersi in azioni di protesta in Cina, è sicuramente raro che queste attacchino in maniera così diretta il presidente della Repubblica Popolare Cinese e lo facciano nella capitale, perdipiù in una città blindata per l'inizio dei lavori del Congresso del PCC. Questa e altre preoccupazioni per Xi Jinping, che nel suo discorso ha parlato di sicurezza (interna), in attesa del suo (probabile) terzo mandato.\r\n\r\nAscoltate e scaricate l'approfondimento:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xxcongresso.mp3\"][/audio]","17 Ottobre 2022","2022-10-17 17:05:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xijin-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"108\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xijin-300x108.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xijin-300x108.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xijin-768x277.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/xijin.png 978w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Preoccupazioni per Xi Jinping sul fronte interno",1666025809,[65,71],[15,18],{"post_content":225,"post_title":229,"tags":232},{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":228},[80,81],"direttamente, senza giri di parole, \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> dandogli del traditore della nazione:","Il giorno dopo l'apertura dei lavori del XX Congresso del Partito comunista cinese, abbiamo chiesto a Sabrina Moles, studiosa di Relazioni internazionali e Cina, redattrice di China Files e collaboratrice di numerose testate, di commentare sia il significato e la portata del Congresso in Cina, sia gli striscioni comparsi pochi giorni prima in centro a Pechino.\r\n\r\nSono infatti diventati virali sui social le foto a due striscioni che sono stati appesi a un ponte nei pressi dell'università. 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Scriveva sul Ming Pao e ultimamente si era occupato dei Panama Papers. A seguito di alcuni articoli la proprietà lo ha licenziato, adducendo come scusa necessità economiche di taglio dei costi.\r\nAlcuni redattori del Ming Pao hanno inscenato una protesta lasciando «in bianco» alcune parti del giornale, nei giorni successivi. Si tratta di un attacco alla libertà di stampa che colpisce l'ex colonia britannica, considerata solitamente più «libera» almeno per quanto riguarda la stampa, rispetto alla Cina continentale.\r\nDei fatti si sono occupati i principali quotidiani internazionali. Tutti quelli che osservano la Cina, stanno guardando con preoccupazione a quanto accade a Hong Kong, specie oltre un anno dopo le note proteste che hanno chiesto più autonomia rispetto a Pechino.\r\nE se in Cina i Panama Papers sono stati completamente oscurati, non ci si aspettava certo una repressione giornalistica proprio a Hong Kong. Invece qualcosa di grave è accaduto.\r\nCome riportato dal Guardian, «Mercoledì scorso il Ming Pao, uno dei più prestigiosi giornali della città, ha licenziato il caporedattore Keung Kwok-Yuen, lo stesso giorno in cui il giornalista ha riempito la prima pagina con rivelazioni sulle celebrità, i funzionari e gli uomini d'affari di Hong Kong. La direzione del giornale ha detto che il licenziamento era una misura dovuta alla necessità di riduzione dei costi, ma i giornalisti accusano i proprietari di un ordine del giorno più sinistro».\r\nLa gestione del licenziamento di Keung è piena di anomalie, hanno scritto alcuni giornalisti, «rendendo difficile per chiunque accettarla come una pura mossa di riduzione dei costi. La gestione deve ai suoi lettori e al pubblico una spiegazione».\r\n«Se un giornalista moderato e professionale come il sig Keung non può essere tollerato, questo che cosa ci dice circa la libertà di stampa a Hong Kong? Siamo profondamente turbati e preoccupati», hanno aggiunto.\r\nLa dichiarazione – ricorda il Guardian - non ha menzionato i Papers Panama, «ma Pechino ha intensificato la censura di storie sulla più grande fuga al mondo di documenti di sempre, dopo che i parenti di alcuni alti dirigenti sono stati nominati tra le persone che hanno utilizzato società off-shore per conservare le loro ricchezze».\r\nSi tratta di un fatto che ha avuto delle conseguenze. Come racconta il quotidiano di Hong Kong in lingua inglese, il South China Morning Post, «tre giornalisti del quotidiano in lingua cinese che ha licenziato un capo redattore la scorsa settimana hanno presentato colonne vuote in segno di protesta contro la mossa della direzione».\r\nGli spazi vuoti delle colonne sono stati presentati nell'edizione cartacea del Ming Pao di domenica, «includendo la nota di un redattore che giustifica il controverso licenziamento».\r\nNella sua sezione «Sunday Life», il giornale ha riportato le colonne vuote «di Audrey Eu Yuet-mee, fondatore leader del Civic Party, e Eva Chan Sik-chee, ex giornalista del Ming Pao, con i soli titoli a criticare la decisione di licenziare Keung».\r\nIl veterano dei media dell'isola Ng Chi-sum ha lasciato la sua rubrica vuota a eccezione di una riga di titolo, dove ha citato una poesia scritta dai manifestanti di Tiananmen in una protesta del 1976 a Pechino: «Nel mio dolore ho sentito i demoni gridare; Piango mentre lupi e sciacalli ridono».\r\nÈ stato ricordato che anche nel 2014 il Ming Pao uscì con colonne vuote da parte di diversi scrittori, tra cui Chan e Ng, per protestare contro la decisione improvvisa di sostituire l'ex redattore capo Kevin Lau Chun-to con Chong.\r\nL'associazione sindacale dei giornalisti si è detta «arrabbiata» e «delusa» per il presunto tentativo di ostacolare la libertà di espressione, aggiungendo «che la sua decisione di interrompere la collaborazione con il noto giornalista ha provocato perdite economiche per il Ming Pao».\r\n\r\nQuest'articolo, tradotto da China Files, è stato scritto da Simone Pieranni per East Journal.\r\n\r\nAbbiamo intervistato Simone Pieranni sulla vicenda, per poi farde un lungo excursus sulla politica del secondo “Grande Timoniere”, il “principino” Xi Jingping, che oggi accentra nelle proprie mani un potere che nemmeno Mao si era assicurato.\r\n\r\nAscolta la diretta con Simone Pieranni:\r\n\r\n2016-05-03-pieranni-cina","3 Maggio 2016","2016-05-05 13:10:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina-768x384.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina-1024x512.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/cina.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La mano pesante di Xi Jinping",1462295636,[263,264,71],"http://radioblackout.org/tag/cina-hong-kong/","http://radioblackout.org/tag/licenziamento-giornalista/",[266,267,18],"cina. hong kong","licenziamento giornalista",{"post_content":269,"post_title":273,"tags":276},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[80],"secondo “Grande Timoniere”, il “principino” \u003Cmark>Xi\u003C/mark> Jingping, che oggi accentra nelle","Keung Kwok-Yuen è un popolare giornalista di Hong Kong. Scriveva sul Ming Pao e ultimamente si era occupato dei Panama Papers. A seguito di alcuni articoli la proprietà lo ha licenziato, adducendo come scusa necessità economiche di taglio dei costi.\r\nAlcuni redattori del Ming Pao hanno inscenato una protesta lasciando «in bianco» alcune parti del giornale, nei giorni successivi. Si tratta di un attacco alla libertà di stampa che colpisce l'ex colonia britannica, considerata solitamente più «libera» almeno per quanto riguarda la stampa, rispetto alla Cina continentale.\r\nDei fatti si sono occupati i principali quotidiani internazionali. Tutti quelli che osservano la Cina, stanno guardando con preoccupazione a quanto accade a Hong Kong, specie oltre un anno dopo le note proteste che hanno chiesto più autonomia rispetto a Pechino.\r\nE se in Cina i Panama Papers sono stati completamente oscurati, non ci si aspettava certo una repressione giornalistica proprio a Hong Kong. Invece qualcosa di grave è accaduto.\r\nCome riportato dal Guardian, «Mercoledì scorso il Ming Pao, uno dei più prestigiosi giornali della città, ha licenziato il caporedattore Keung Kwok-Yuen, lo stesso giorno in cui il giornalista ha riempito la prima pagina con rivelazioni sulle celebrità, i funzionari e gli uomini d'affari di Hong Kong. La direzione del giornale ha detto che il licenziamento era una misura dovuta alla necessità di riduzione dei costi, ma i giornalisti accusano i proprietari di un ordine del giorno più sinistro».\r\nLa gestione del licenziamento di Keung è piena di anomalie, hanno scritto alcuni giornalisti, «rendendo difficile per chiunque accettarla come una pura mossa di riduzione dei costi. La gestione deve ai suoi lettori e al pubblico una spiegazione».\r\n«Se un giornalista moderato e professionale come il sig Keung non può essere tollerato, questo che cosa ci dice circa la libertà di stampa a Hong Kong? 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Le contestazioni, alimentate anche dall'indignazione per l'energica repressione subita, esprimono una cocente contraddizione all'interno degli apparati di riproduzione della classe dirigente, soprattutto di quei paesi come Stati Uniti e Germania, dove la questione di Israele da sempre occupa un posto rilevante nella definizione e costruzione dell'identità nazionale stessa.\r\n\r\nPer un'analisi sulle dinamiche in corso nei campus americani, sulle prospettive e le contraddizioni che queste proteste aprono in seno alla base del Partito Democratico, abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Giovanni Semi, professore associato di Sociologia presso l'Università di Torino, di ritorno da New York.\r\n\r\nSul fronte delle proteste studentesche in Europa, invece, un contributo ai nostri microfoni sull'inedita ondata di mobilitazioni che sta attraversando con forza le università svizzere.\r\n\r\n---------------------------------------------------------------\r\n\r\nAl centro della seconda parte di trasmissione il viaggio del presidente cinese Xi Jinping in Europa, rappresentazione plastica degli interessi geopolitici del gigante asiatico sul Vecchio Continente. Xi é dapprima giunto in Francia, per celebrare gli storici rapporti bilaterali con il Paese guidato da Macron e partecipare al trilaterale con il presidente francese e la presidente Ursula Von der Layen. Al centro dei colloqui sicuramente il supporto cinese alla Russia di Putin e una serie di impegni che il gigante asiatico assumerebbe verso l’Unione Europea in materia di spionaggio industriale e concorrenza, date le molte accuse lanciate a Pechino di pratiche commerciali sleali se non di vero e proprio dumping. L’altra tappa é l’Europa dell’Est, Ungheria e Serbia, stati non allineati al cosiddetto ‘Occidente collettivo’ con cui irrobustire partenership commerciali, industriali e politiche, approfondendo magari le linee di faglia interne all’Europa. Ne abbiamo approfittato per ragionare con un nostro collaboratore sullo stato di salute del colosso cinese a partire da una serie di articoli comparsi nelle settimane scorse su siti e quotidiani. In particolare abbiamo ragionato della fase post crisi finanziaria del 2008 e del cosiddetto ‘produttivismo’ teorizzato da economisti come Dani Rodrick.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/la-fine-09-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nAntonio Alia - Perché mi chiedi di leggere Edward Said se non vuoi che lo usi? Intervista a Giovanni Semi sulle mobilitazioni pro Palestina nei campus statunitensi.\r\n\r\nBungacast - Palestine, Protest, Repression: The Wider Context (Podcast)\r\n\r\n---------------------------------\r\n\r\nPier Giorgio Ardeni e Francesco Sylos Labini - L’economia è reale: così vince la Cina\r\n\r\nDani Rodrock - What’s Next for Globalization?\r\n\r\nVincenzo Comito - La locomotiva cinese rallenta?","10 Maggio 2024","2024-05-10 15:12:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/1715287713057-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #22 - UNIVERSITÀ PER GAZA. 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Le contestazioni, alimentate anche dall'indignazione per l'energica repressione subita, esprimono una cocente contraddizione all'interno degli apparati di riproduzione della classe dirigente, soprattutto di quei paesi come Stati Uniti e Germania, dove la questione di Israele da sempre occupa un posto rilevante nella definizione e costruzione dell'identità nazionale stessa.\r\n\r\nPer un'analisi sulle dinamiche in corso nei campus americani, sulle prospettive e le contraddizioni che queste proteste aprono in seno alla base del Partito Democratico, abbiamo raggiunto ai nostri microfoni Giovanni Semi, professore associato di Sociologia presso l'Università di Torino, di ritorno da New York.\r\n\r\nSul fronte delle proteste studentesche in Europa, invece, un contributo ai nostri microfoni sull'inedita ondata di mobilitazioni che sta attraversando con forza le università svizzere.\r\n\r\n---------------------------------------------------------------\r\n\r\nAl centro della seconda parte di trasmissione il viaggio del presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> in Europa, rappresentazione plastica degli interessi geopolitici del gigante asiatico sul Vecchio Continente. \u003Cmark>Xi\u003C/mark> é dapprima giunto in Francia, per celebrare gli storici rapporti bilaterali con il Paese guidato da Macron e partecipare al trilaterale con il presidente francese e la presidente Ursula Von der Layen. 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Il weekend scorso ha visto in piazza decine di migliaia di persone che si sono accampate per quattro giorni fuori dalla Knesset per chiedere a gran voce una soluzione per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas ed elezioni anticipate, caldeggiate anche da Benny Gantz presso lo Knesset che le ha rifiutate. Il clima interno tutt’altro che sereno per l’esecutivo si aggrava per le proteste degli ultra-ortodossi che una legge appena approvata rende coscrivibili. Le operazioni di guerra sulla striscia di Gaza continuano e il bilancio dei morti sale a più di 33 mila. L’Idf cinge d'assedio la città di Rafah, ultimo rifugio per gli sfollati palestinesi, preparando un’operazione di terra che fino per ora, anche a causa delle pressioni delle cancellerie occidentali, resta una minaccia. Proprio mentre le forze di sicurezza israeliane si ritiravano dall’ospedale Al-Shifa lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue, un raid dell’aviazione uccideva sette cooperanti internazionali dell’organizzazione World Central Kitchen (WCK) causando sdegno a occidente (questa volta i morti sono bianchi) e il momentaneo stop delle operazione umanitarie delle ONG nella Striscia. Se da subito Netanyahu ha parlato con un certo sprezzo di “errori che possono capitare in guerra” c’è chi vede nell’attacco al convoglio di WCK, e negli altri “errori” che lo hanno preceduto, una strategia ben precisa dell’esercito israeliano per piegare ulteriormente il popolo palestinese e fiaccarne la resistenza, impedendo al contempo che gli aiuti sostengano anche la resistenza di Hamas.\r\nIn un clima regionale già infuocato ulteriore benzina è stata gettata dalle Idf con l’attacco alla ambasciata iraniana a Damasco che ha lasciato ucciso decine di civili oltre ad alcuni Pasdaran considerati di “alto profilo”. Attacco israeliano su suolo siriano che non è di certo il primo ma che denota un salto qualitativo, sia per l’importanza dei Guardiani della Rivoluzione uccisi sia perché ad essere colpita è stata una sede diplomatica in suolo straniero. Khamenei ha prontamente annunciato pesanti ritorsioni e il ministero della Difesa israeliano ha innalzato al massimo il livello di allerta aerea e richiamato i riservisti dell’aeronautica. Gli occhi del mondo si sono nuovamente spostati sul vicino Libano ed Hezbollah, sponda iraniana più prossima a Israele i cui attacchi ormai colpiscono ben al di là del suo confine nord.\r\n\r\nPer farci raccontare timori e sensazioni dal paese dei cedri abbiamo contattato Camilla, cooperante italiana che si trova a Beirut.\r\n\r\nMentre alcuni generali ucraini lanciano dalle pagine del Politico un ennesimo allarme sul fatto che la Russia potrebbe sfondare la linea del foriate da un momento all'altro, la retorica di guerra continua a gonfiare i muscoli dei leader europei. Dopo le spericolate uscite di Macron è stato ancora il premier polacco Tusk a rimarcare che la Russia starebbe violando ripetutamente alcune linee rosse. Intanto son già 100.000 gli uomini della Nato stipati ai con fin i Russi e dov ebbero arrivare a 300.000. Putin non si è fatto sfuggire l'occasione di rispondere ai leader europei e in un discorso tenuto ai piloti nella base di Tver ha sostenuto quanto sui file pensare che la Russia voglia ingaggiar uno scontro diretto con la Nato, ricordando che sto gli Usa spendono in Difesa ben 811 miliardi, cioè undici volte quanto spesso dalla Russia.\r\n\r\nTra i fustigatori del pacifismo strabico o ,peggio, codardo, della gran parte dei cittadini europei che eviterebbero volentieri un olocausto nucleare, si è distinto il solito Rampini che dalle pagine del Corriere ha operato un tentativo maldestro di riscrittura della storia che tra la fine degli anni settanta e i primi ottanta, vide una grande ondata di proteste popolari contro i famosi Euromissili. Ovviamente Rampini la racconta come una grande vittoria del buon senso atlantico sulle immotivate paure del popolo mentre in realtà fu l'amaro realismo di alcun i leader europei, tra cui gli italiani Craxi e Cossiga e il tedesco Schmidt a guidare la scelta, come escamotage per costringere gli Usa ad assumersi la responsabilità pratica degli esiti potenzialmente devastanti per l'Europa delle tensioni tra Usa e Urss. Solo quattro anni dopo Reagan e Gorbachov infatti, in un trattato noto come INF, misero al bando quegli arsenali. Negli ultimi anni quel trattato è stato messe in discussione proprio dagli Stati Uniti, Trump in testa, per averte le mani libere nel Mar Cinese Meridionale.\r\n\r\nAll'indomani dell'attacco israeliano sull'Ambasciata iraniana di Damasco, un'improvvisa chiamata di Biden ha raggiunto il suo omologo cinese Xi Jinping. Ne abbiamo parlato con Dario, ricercatore di Scienze Politiche presso la Normale di Pisa.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/la-fine-04-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nFrancesca Mannocchi - L’arma della fame, l’attacco al convoglio umanitario della Ong Wck è solo l’ultimo di una lunga serie\r\n\r\nPOLITICO ukraine-great-risk-front-line-collapse-war-russia\r\n\r\nDiscorso Putin lattacco-russo-e-una-gran-balla-da-il-fatto\r\n\r\nRAMPINI nato-75-anni-storia-europa-russia-cf5d9e18-f1da-11ee-8ce8-d1851d0e956a.shtml\r\n\r\nIl trattato INF gli-euromissili-e-il-trattato-inf","6 Aprile 2024","2024-04-06 14:34:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1712261161551-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #20 - PROVE DI ESCALATION, BIDEN CHIAMA XI",1712410532,[],[],{"post_content":468,"post_title":472},{"matched_tokens":469,"snippet":470,"value":471},[80,81],"raggiunto il suo omologo cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark>. 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Proprio mentre le forze di sicurezza israeliane si ritiravano dall’ospedale Al-Shifa lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue, un raid dell’aviazione uccideva sette cooperanti internazionali dell’organizzazione World Central Kitchen (WCK) causando sdegno a occidente (questa volta i morti sono bianchi) e il momentaneo stop delle operazione umanitarie delle ONG nella Striscia. Se da subito Netanyahu ha parlato con un certo sprezzo di “errori che possono capitare in guerra” c’è chi vede nell’attacco al convoglio di WCK, e negli altri “errori” che lo hanno preceduto, una strategia ben precisa dell’esercito israeliano per piegare ulteriormente il popolo palestinese e fiaccarne la resistenza, impedendo al contempo che gli aiuti sostengano anche la resistenza di Hamas.\r\nIn un clima regionale già infuocato ulteriore benzina è stata gettata dalle Idf con l’attacco alla ambasciata iraniana a Damasco che ha lasciato ucciso decine di civili oltre ad alcuni Pasdaran considerati di “alto profilo”. Attacco israeliano su suolo siriano che non è di certo il primo ma che denota un salto qualitativo, sia per l’importanza dei Guardiani della Rivoluzione uccisi sia perché ad essere colpita è stata una sede diplomatica in suolo straniero. 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Intanto son già 100.000 gli uomini della Nato stipati ai con fin i Russi e dov ebbero arrivare a 300.000. Putin non si è fatto sfuggire l'occasione di rispondere ai leader europei e in un discorso tenuto ai piloti nella base di Tver ha sostenuto quanto sui file pensare che la Russia voglia ingaggiar uno scontro diretto con la Nato, ricordando che sto gli Usa spendono in Difesa ben 811 miliardi, cioè undici volte quanto spesso dalla Russia.\r\n\r\nTra i fustigatori del pacifismo strabico o ,peggio, codardo, della gran parte dei cittadini europei che eviterebbero volentieri un olocausto nucleare, si è distinto il solito Rampini che dalle pagine del Corriere ha operato un tentativo maldestro di riscrittura della storia che tra la fine degli anni settanta e i primi ottanta, vide una grande ondata di proteste popolari contro i famosi Euromissili. 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Anthology | GRAY\r\n\r\n \t\r\nAnthology Of Persian Experimental Music | Unexplained Sounds Group\r\n\r\n \t\r\nOn Resonance | Sirulita Records\r\n\r\n \t\r\nThe Black Isle | Flag Day Recordings\r\n\r\n \t\r\n▶︎ This is You Glitching My Death | Hasana Editions\r\n\r\n \t\r\nRecompiled 2010 - 2011 | Graham Dunning\r\n\r\n \t\r\nEstigate | Graham Dunning\r\n\r\n \t\r\nMSHR | DE PLAYER\r\n\r\n \t\r\nTrace of Bone | Testcard\r\n\r\n \t\r\nBreath Fractals | Notice Recordings\r\n\r\n \t\r\n▶︎ The Integrity of the Vehicle | Steep Gloss\r\n\r\n \t\r\nDeliverance | Hasil Fahey\r\n\r\n \t\r\nHappy3 | Goh Lee Kwang\r\n\r\n \t\r\nMusic | Steep Gloss\r\n\r\n \t\r\nPaesaggi di libero ascolto | ANTS\r\n\r\n \t\r\nIl discorso di Capodanno del presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> - Video Tgcom24\r\n\r\n \t\r\nSplit | Art As Catharsis",[501],{"field":113,"matched_tokens":502,"snippet":498,"value":499},[80,81],{"best_field_score":421,"best_field_weight":452,"fields_matched":240,"num_tokens_dropped":51,"score":504,"tokens_matched":35,"typo_prefix_score":51},"1157451471441100913",{"document":506,"highlight":521,"highlights":526,"text_match":419,"text_match_info":529},{"comment_count":51,"id":507,"is_sticky":51,"permalink":508,"podcastfilter":509,"post_author":391,"post_content":510,"post_date":511,"post_excerpt":57,"post_id":507,"post_modified":512,"post_thumbnail":513,"post_title":514,"post_type":397,"sort_by_date":515,"tag_links":516,"tags":520},"39926","http://radioblackout.org/podcast/la-nuova-via-della-seta-cinese-come-si-costruisce-un-impero-logistico/",[356],"Il presidente cinese Xi Jinping parla per la prima volta al 47° Forum Economico Mondiale di Davos davanti a tremila rappresentanti del gotha internazionale. La Cina si presenta al mondo economico come nuovo alfiere dell’ordine internazionale fondato sulla globalizzazione, vero argine alle spinte neo-protezionistiche di marca statunitense.\r\nIl faraonico progetto infrastrutturale denominato One Belt one Road, o Nuova Via della Seta annunciato ufficialmente dal presidente cinese nel 2013, si propone di consolidare un nuovo corridoio economico a livello euro-asiatico, attraverso investimenti infrastrutturali da 1,4 trilioni di dollari in ferrovie ad alta velocità, autostrade, porti, pipeline, hub logistici, etc. che coinvolgerebbe 65 paesi del mondo.\r\nLa costruzione di un impero logistico di tale portata passa attraverso la proliferazione di zone economiche speciali e New town, attraverso un'intensificazione dell'attacco alla forza lavoro e alle resistenze locali, nella messa in sicurezza militare degli snodi strategici delle global supply chain: la New Silk Road come paradigma della costruzione delle nuove catene del valore globale.\r\n\r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi Pensieri del 17/1/17\r\nPrima parte:\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/seta1.mp3\"][/audio]\r\nSeconda parte:\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/seta2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","18 Gennaio 2017","2018-10-24 18:01:59","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/New-Silk-Road-200x110.jpg","La Nuova Via della Seta cinese: come si costruisce un impero logistico",1484759777,[400,65,517,401,402,518,519],"http://radioblackout.org/tag/citta-globali/","http://radioblackout.org/tag/globalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/logistica/",[373,15,380,367,371,382,378],{"post_content":522},{"matched_tokens":523,"snippet":524,"value":525},[80,81],"Il presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> parla per la prima volta","Il presidente cinese \u003Cmark>Xi\u003C/mark> \u003Cmark>Jinping\u003C/mark> parla per la prima volta al 47° Forum Economico Mondiale di Davos davanti a tremila rappresentanti del gotha internazionale. 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