","Corso Vigevano 41: governare attraverso la nomadizzazione urbana","post",1718236946,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/abitare-bene-comune/","http://radioblackout.org/tag/green-e-smart-city/","http://radioblackout.org/tag/nomadizzazione-urbana/",[32,26,34],{"post_content":66,"tags":71},{"matched_tokens":67,"snippet":69,"value":70},[68],"Comune","lo testimonia il fatto il \u003Cmark>Comune\u003C/mark> di Torino si sia storicamente","Continuiamo a parlare di come si riconfigura la governance dell'abitare a Torino, città dove il mercato degli affitti è oggi insostenibile, gli sfratti e sgomberi ordinari come nel recente caso di Via Muriaglio 11, il welfare abitativo smantellato e messo a profitto con strumenti di ingegneria finanziaria e sociale da una coalizione di \"buoni\" pubblico-privata affamata di rendita.\r\n\r\nLa storia di un singolo palazzo talvolta può essere rivelatoria del potere dei padroni della città. Così è nel caso di Corso Vigevano 41.\r\n\r\nLa proprietà è di Giorgio Molino, noto immobiliarista. Che costui non sia una mela marcia, bensì un attore pienamente integrato nelle logiche della rendita urbana, che sanno sapientemente maneggiare i codici della legalità e dell'illegalità, lo testimonia il fatto il \u003Cmark>Comune\u003C/mark> di Torino si sia storicamente appoggiato sui suoi immobili per governare gli esclusi dall'ordine della cittadinanza: dai profughi dell'emergenza Nord-Africa nel 2011, ai rom sgomberati dalla baraccopoli di Lungo Stura nel 2015. In entrambi i casi la Sala Rossa era a guida PD.\r\n\r\nOggi in questo palazzo vivono decine di persone che pagano centinaia di euro per stanze inabitabili. Da mesi sotto sfratto per mano di scagnozzi della proprietà che ne hanno murato le porte, oggi il primo piano si trova anche sotto sgombero a causa di una ordinanza comunale che sostiene di tutelare la \"sicurezza\" degli abitanti. In un mondo alla rovescia, il vero è un momento del falso.\r\n\r\nQuali sono oggi gli interessi su Corso Vigevano 41? Quel che è certo è che questo palazzo parla del governo attraverso la violenta nomadizzazione urbana - militare, amministrativa, privata - dei reietti, pur funzionali all'economia di Torino. Utili purchè raminghi e a repentaglio, sfollati di baracca in baracca, di tugurio in tugurio, di strada in strada.\r\n\r\nQui la testimonianza di un abitante:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/corso-vigevano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui il racconto di una solidale, con qualche riflessione sulle implicazioni della cd. \"green\" e \"smart city\" nel governo dell'esclusione di fette sempre più ampie di abitanti della città:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/smartcity.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[72,78,80],{"matched_tokens":73,"snippet":77},[74,75,76],"abitare","bene","comune","\u003Cmark>abitare\u003C/mark> \u003Cmark>bene\u003C/mark> \u003Cmark>comune\u003C/mark>",{"matched_tokens":79,"snippet":26},[],{"matched_tokens":81,"snippet":34},[],[83,88],{"field":35,"indices":84,"matched_tokens":85,"snippets":87},[47],[86],[74,75,76],[77],{"field":89,"matched_tokens":90,"snippet":69,"value":70},"post_content",[68],1736172819517538300,{"best_field_score":93,"best_field_weight":94,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":47,"score":95,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":47},"3315704398080",13,"1736172819517538410",3,{"document":98,"highlight":120,"highlights":128,"text_match":134,"text_match_info":135},{"cat_link":99,"category":100,"comment_count":47,"id":101,"is_sticky":47,"permalink":102,"post_author":50,"post_content":103,"post_date":104,"post_excerpt":53,"post_id":101,"post_modified":105,"post_thumbnail":106,"post_thumbnail_html":107,"post_title":108,"post_type":58,"sort_by_date":109,"tag_links":110,"tags":116},[44],[46],"89024","http://radioblackout.org/2024/04/torino-abitare-bene-comune-sullo-sgombero-di-via-muriaglio-11-la-casa-e-di-chi-labita/","A Torino e in Piemonte continuano ad aumentare vertiginosamente gli sfratti. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 sono state richieste 5.223 esecuzioni di sfratto in tutto il Torinese, delle quali 2.761 eseguite, pari al 233% in più rispetto al 2021. La principale causa degli sfratti rimane l’inadempimento del pagamento dell’affitto. Ma l’incremento si deve anche agli sfratti per finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo per citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in un edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo un posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di Capodanno, un altro stabile ha preso fuoco per la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava un canone di 630 euro al mese per l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il piano va veloce”, sta promuovendo un nuovo piano regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme per “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato per metterlo a disposizione degli abitanti a un prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è un momento del falso, per cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo per sottrarre gli immobili al mercato speculativo e per fare dell'abitare un bene comune...ma su questo ritorneremo con un futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata per quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi un tetto e una stabilità. Una delle ultime occupazioni abitative storiche in città. Finchè la scorsa settimana, 13 anni dopo, le istituzioni sono arrivate a sbattere tutti in mezzo alla strada chiamandolo, come usa fare dalle parti di Torino, sgombero \"dolce\": 10 camionette, 6 pattuglie di vigili e altrettante volanti della polizia, che sono rimaste per tre giorni a blindare completamente la strada.\r\n\r\nNe parliamo con alcune ex occupanti di Via Muriaglio 11, rilanciando lo spezzone per la casa al corteo antifascista del 25 aprile in zona San Paolo. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/viamuriaglio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Aprile 2024","2024-04-22 23:39:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/8330886547_4d26f1728e_z.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: abitare bene comune? 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L'obiettivo è di vendere gli appartamenti alle famiglie che non riescono ad accedere economicamente a una casa. Però questa vendita avrà delle caratteristiche particolari, il terreno diventerà un bene comune governato collettivamente\". Karl Krämer, vice-presidente Fondazione di Comunità di Porta Palazzo\r\n\r\n\"Il diavolo si è installato in un nuovo domicilio. E anche se fossimo incapaci di farlo uscire dal suo rifugio da un giorno all'altro, dobbiamo per lo meno sapere dove si nasconde e dove possiamo stanarlo, per non combatterlo in un angolo in cui non trova più rifugio da molto tempo — e affinché non si prenda gioco di noi nella stanza accanto.\" Günther Anders\r\n\r\nCorso Giulio Cesare 34, un indirizzo da tenere a mente. Il benecomunismo come nuova frontiera del capitalismo ha preso domicilio qui, dove la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo (nella nuova veste di Fondazione Community Land Trust Terreno comune), grazie ai finanziamenti di Compagnia San Paolo e all'appoggio del Comune, sta acquistando la proprietà di un immobile con la promessa di vendere ai meritevoli di Aurora il sogno della proprietà privata \"contro la speculazione e la gentrificazione\" tramite l'apertura di mutui. Si chiama Community Land Trust, un dispositivo di diritto privato votato alla governance dell'esclusione e della messa a valore: si dissocia la proprietà del suolo dal diritto di superficie, si vende a prezzi (forse) \"controllati\" quest'ultimo a famiglie selezionate in quanto meritevoli in cambio di un canone, con la garanzia di un ritorno annuale, si reinveste il plusvalore acquisito per riqualificare il quartiere insieme agli abitanti collaborativi, si scommette su e si contribuisce alla valorizzazione di suolo e mattone, si legittimano meccanismi di finanziarizzazione, speculazione e cacciata degli indesiderabili. Parlano di \"abitare bene comune\": è il capitalismo dolce che si riproduce tingendosi di filantropica bontà.\r\n\r\nDopo il primo approfondimento sulle nuove recinzioni urbane come guerra a ciò che è illegale, informale, gratuito, autonomo, parliamo con Francesco Migliaccio di questo diabolico progetto immobiliare che lorsignori intendono sperimentare a Torino nord. La partita è aperta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/benicomuniCLT-1.mp3\"][/audio]","7 Maggio 2024","2024-07-10 16:53:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/le-mani-sulla-cittc3a0-scena-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/le-mani-sulla-cittc3a0-scena-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/le-mani-sulla-cittc3a0-scena-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/le-mani-sulla-cittc3a0-scena.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Corso Giulio Cesare 34 bene comune: il diavolo si è installato in un nuovo domicilio",1715043580,[111,153,154,112,155],"http://radioblackout.org/tag/compagnia-di-san-paolo/","http://radioblackout.org/tag/fondazione-di-comunita-di-porta-palazzo/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[17,157,158,15,159],"compagnia di san paolo","fondazione di comunità di porta palazzo","torino",{"post_content":161,"post_title":165},{"matched_tokens":162,"snippet":163,"value":164},[74,75,76],"cacciata degli indesiderabili. 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Un destino a cui l'Assemblea si oppone da 45 giorni e sta preparando progetti di riqualificazine, e riuso alternativi allo scempio che la giunta comunale ha in mente e per i quali rifiuta ogni moratoria.\r\n\r\nL'assemblea aveva anche l'intento di mettere in relazione le molte resistenze per la difesa del bene comune e attive in città contro la speculazione su cui si impernia l'azione della giunta di Fassino. Si legge nel volantino di indizione: \"Abitare la città per noi significa partecipare attivamente alla sua vita, dire la nostra su quali riteniamo siano le priorità (non di certo beni di lusso e parcheggi) e lottare per spazi in cui poter soddisfare il nostro bisogno di stare insieme, di confrontarci, di organizzarci per prenderci cura del territorio\".\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emanuele che segue dall'inizio dell'avventura la resistenza e con cognizione di causa e raffinata cultura architettonica ci ha dischiuso questo spazio bellisismo, patrimonio dela città a lungo occultato e inaccessibile, mentre ora è frequentabile e... appunto: \"abitabile\" grazie a questa esperienza di occupazione che può anche per certi tratti (per la destinazione d'uso a lungo coperta in seguito all'appartenenza al Teatro Stabile) essere assimilata a quelle del Teatro Pinelli di Messina o del Teatro Valle di Roma, ma in una cornice ancora più suggestiva e vasta (14 mila metri quadrati)\r\n\r\n2014.07.17-emanuele_cavallerizza","17 Luglio 2014","2014-07-28 13:24:24","Cavallerizza: i cittadini \"abitano\" l'assemblea in massa. 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Un destino a cui l'Assemblea si oppone da 45 giorni e sta preparando progetti di riqualificazine, e riuso alternativi allo scempio che la giunta comunale ha in mente e per i quali rifiuta ogni moratoria.\r\n\r\nL'assemblea aveva anche l'intento di mettere in relazione le molte resistenze per la difesa del \u003Cmark>bene\u003C/mark> \u003Cmark>comune\u003C/mark> e attive in città contro la speculazione su cui si impernia l'azione della giunta di Fassino. 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Le realtà istituzionali che hanno a che fare con questo comitato stanno cercando di far nascere la differenza fra \"buoni\" e \"cattivi\" ma il comitato continua a muoversi in modo compatto, non accettando per nulla queste differenze. Inoltre questa lotta ha un'importanza molto forte perché si tratta della prima esperienza di occupazione diretta e comunicativa nel mondo agricolo in Italia. Il diritto a coltivare le terre incolte si sta unendo al diritto all'abitare tali terreni per l'etica e la visione agricola delle origini che necessita di vivere nel proprio campo agricolo. Pertanto la nuova lotta dovrebbe essere quella di poter abitare e vivere nel terreno occupando anche spazi abitativi.\r\nQueste le riflessioni e le questioni tirate fuori in maniera diretta da Giovanni\r\n\r\ngiovanni_mondeggi","1 Luglio 2014","2014-07-21 14:09:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/mondeggi-672x372-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"166\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/mondeggi-672x372-300x166.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/mondeggi-672x372-300x166.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/mondeggi-672x372-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/07/mondeggi-672x372.jpg 672w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La battaglia per la terra a Mondeggi",1404202714,[221,222],"http://radioblackout.org/tag/genuino-clandestino-2/","http://radioblackout.org/tag/mondeggi/",[224,20],"genuino clandestino",{"post_content":226},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[75,76],"agricoltore impegnato nella lotta \"Terra \u003Cmark>bene\u003C/mark> \u003Cmark>comune\u003C/mark>\" a Mondeggi, ci ha raccontato","Giovanni, un agricoltore impegnato nella lotta \"Terra \u003Cmark>bene\u003C/mark> \u003Cmark>comune\u003C/mark>\" a Mondeggi, ci ha raccontato di come le persone unite nel suo comitato, che hanno occupato una terra agricola in disuso e vuota da decenni, siano provenienti da realtà molto diverse fra loro e come la lotta stia unendo in modo importante persone molto eterogenee.\r\nNella loro esperienza la distinzione fra agricoltore e attivista di Centro Sociale non ha più nessun senso e nessuna corrispondenza con i fatti concreti. 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Si chiedono contratti regolari, il rispetto delle giornate in busta paga, l'apertura immediata delle strutture di accoglienza, indennizzi in busta paga per i lavoratori in affitto e risposte per le domande di sanatoria e di rinnovo dei permessi di soggiorno.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIn diretta dalla manifestazione:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021.07.16-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nRiprendiamo alcuni pezzi dal comunicato dei braccianti in lotta:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nSIAM MICA L'ALABAMA....DICIAMO BASTA ALLO SFRUTTAMENTO!\r\n\r\n\r\n+++ MANIFESTAZIONE VENERDì 16 LUGLIO, ORE 9:30 DAVANTI A CONFAGRICOLTURA, SALUZZO ++++\r\nScendiamo in piazza per il salario, la casa e i documenti!\r\n\r\n\r\nProsegue la raccolta della frutta nelle campagne saluzzesi: ci avviciniamo al momento il cui avremo il culmine di manodopera impiegata nella raccolta. Terminati mirtilli e piccoli frutti, recentemente impiantati sul territorio, è il momento delle mele e delle pesche.\r\n\r\n\r\nLa musica si ripete da anni: si lavora tutto l'anno, migrando da sud a nord e poi se non si riesce a trovar di meglio di nuovo a sud, dai ghetti ad altri alloggi di fortuna, senza sussidi o protezioni, continuamente ricattati. Il contratto nazionale e quello provinciale vengono continuamente disattesi, le paghe arrivano anche ad un paio di euro in meno l'ora rispetto ai già risicati minimi. Le giornate segnate in busta paga, così come la durata dei contratti, sono molto inferiori di quanto lavorato. Senza le giornate in buste paga non si può accedere alla disoccupazione agricola, nè si può richiedere il bonus per gli operai agricoli, previsto dall'ultimo decreto Sostegni. Magari, quando le giornate in busta coincidono con quelle lavorate, il lavoratore è costretto a ridare indietro parte del salario (1).\r\n\r\n\r\nSenza giornate in busta paga è spesso anche più difficile rinnovare il proprio permesso di soggiorno. Perdipiù, i lavoratori delle campagne sono ancora in attesa di una risposta alle domande di Sanatoria del 2020, e vista l'emergenza sanitaria, anche di un vaccino. Non esistono in Italia protocolli uniformi per garantire a chi è sprovvisto di tessera sanitaria (e magari anche di permesso di soggiorno) la copertura vaccinale, e anche laddove si approntano campagne di immunizzzione per i lavoratori agricole, queste sono demandate al \"buon cuore\" delle aziende presso cui sono regolarmente ingaggiati, con le ovvie conseguenze del caso.\r\nIl territorio agricolo che ha Saluzzo come suo centro principale si riconosce, come altri in Italia, per la diffusa emergenza abitativa che si ripete ogni anno nel periodo di raccolta.\r\nLe gelate di marzo hanno ridotto l'arrivo di manodopera ma non lo hanno impedito. Proprio nel comune di Saluzzo si concentrano gli stagionali senza dimora. I posti li conosciamo: il parco di villa Aliberti, uno dei pochi luoghi di dimora e socialità concesso ai lavoratori stagionali, assieme allo spiazzo antistante il cimitero e il retro del Penny Market.\r\n\r\n\r\nLo scorso anno, in risposta alla manifestazione dei braccianti del parco, fu firmato un protocollo tra i governi locali, le associazioni datoriali e le forze dell'ordine per un progetto di accoglienza diffusa tra tutti i Comuni.\r\n\r\n\r\nIl 28 di Giugno di quest'anno il protocollo è stato rinnovato. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Interno con 498.000 euro e prevede l’apertura e la realizzazione di strutture per l’accoglienza degli stagionali senza dimora, in un’azione coordinata anche con Prefetto, Forze di Polizia e dell’Esercito per il “controllo del territorio”. (2)\r\n\r\n\r\nAl momento sappiamo che l’Associazione Papa Giovanni XXIII accoglierà a Saluzzo 9 lavoratori, e 4 a Verzuolo. Altre strutture sono in corso di ristrutturazione a Verzuolo, ma non si conosce nè la data di apertura nè il numero di persone ospitabili. Una struttura a Lagnasco, gestita dalla cooperativa Armonia, ha dalla settimana scorsa 36 posti operativi. Un po’ di persone in meno per strada, ma basta fare un giro a Saluzzo dopo le 18 per capire quanto poco sia. (3,4,5)\r\n\r\n\r\nNessun protocollo, dal 2011 ad oggi, ha mai garantito una copertura completa per tutti i lavoratori senza casa. Rispetto agli anni passati però, questo protocollo è anche un ulteriore passo indietro. Basti pensare che il PAS, chiuso nel 2020 (a detta delle autorità a causa del COVID), garantiva circa 400 soluzioni. La proposta del protocollo di quest'anno ne promette 180.\r\n\r\n\r\nIl problema non è solo quantitativo ma qualitativo, e riguarda il modello di gestione dell'intero sistema di alloggiamento dei lavoratori. Le imprese usufruiscono dei finanziamenti pubblici, contribuendo in minima parte alla risoluzione del problema. Coloro che generano la domanda di manodopera, e che assumono quella straniera per comprimere il costo del lavoro e aumentare i profitti, dovrebbero avere l'onere di garantire l'intera copertura economica del sistema alloggiativo. I protocolli coinvolgono le autorità locali o le associazioni del terzo settore, con piani in continuità con le esigenze padronali. Ne è un esempio la distinzione tra stagionali con contratto e quant'altri senza, questi ultimi non considerati meritevoli di accedere alle strutture di accoglienza. O magari idealmente accolti nel breve periodo, prima di essere “invitati ad andarsene” con le buone o le cattive. Come se vivere in campi container, o tende che si voglia, fosse un lusso o un privilegio, in un sistema in cui l'incontro tra domanda e offerta di lavoro non avviene attraverso il collocamento pubblico obbligatorio, ma per passaparola, obbligando le persone a rischiare la disoccupazione e la strada per sperare di trovare un lavoro stagionale.\r\nIl diritto ad abitare un territorio non può essere legato alla presenza o meno di un contratto di lavoro, e sembra incredibile doverlo sottolineare.\r\n\r\n\r\nL'immagine di Saluzzo come una nuova Alabama, che ha avuto una grossa risonanza mediatica in questi giorni (6,7), ha il merito di essere di forte impatto. Tuttavia, vogliamo provare a fare uno sforzo ulteriore, e superare l'immaginario passatista dello schiavismo per ricollocare il problema all'interno delle contraddizioni dei giorni nostri. Perchè Saluzzo non è un caso isolato in Italia e nel mondo, è lo specchio del presente, del governo delle migrazioni e della forza lavoro, della segregazione razziale di matrice 'democratica', della securitarizzazione degli spazi, del capitalismo agricolo post-fordista.\r\n\r\n\r\nQuesto i lavoratori lo sanno bene, vivendolo quotidianamente sulla loro pelle. Per questo hanno deciso, anche quest'anno, di organizzarsi per reagire a questo sistema. Questo venerdì, 16 di Luglio, saremo con loro in sostegno a questa giornata di mobilitazione.\r\nLe motivazioni per le quali scenderanno in piazza sono quelle riassunte dalle frasi precedenti: vogliamo dei contratti di lavoro in regola, un salario migliore, vogliamo un piano di accoglienza che possa coinvolgere tutte le persone senza dimora, a prescindere dalle tipologie dei contratti, vogliamo un collocamento pubblico obbligatorio e vogliamo delle risposte per i nostri documenti, per la sanatoria e per chi aspetta ancora un rinnovo.\r\nScendiamo in piazza a sostenere la lotta auto organizzata dei lavoratori.\r\n\r\n\r\nBASTA OPPRESSIONE, BASTA SFRUTTAMENTO. VOGLIAMO CASA, SALARIO E DOCUMENTO!\r\n\r\n\r\n1. https://torino.repubblica.it/.../venti_ore_di_lavoro.../\r\n2. https://www.interno.gov.it/.../protocollo-cuneo...\r\n3. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../9-posti-a-Saluzzo-e...\r\n4. https://www.cuneocronaca.it/stagionali-a-lagnasco-la...\r\n5. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../Spogliatoi-risistemati\r\n6. https://www.kulturjam.it/politica-e.../schiavismo-a-saluzzo/\r\n7. https://cuneo.coldiretti.it/.../raccolta-della-frutta-ma.../","16 Luglio 2021","2021-07-16 11:20:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/217774875_327964472296915_770455640606905624_n.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Enough is Enough - braccianti in lotta Saluzzo",1626434179,[],[],{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[76],"lo hanno impedito. 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Perchè Saluzzo non è un caso isolato in Italia e nel mondo, è lo specchio del presente, del governo delle migrazioni e della forza lavoro, della segregazione razziale di matrice 'democratica', della securitarizzazione degli spazi, del capitalismo agricolo post-fordista.\r\n\r\n\r\nQuesto i lavoratori lo sanno \u003Cmark>bene\u003C/mark>, vivendolo quotidianamente sulla loro pelle. Per questo hanno deciso, anche quest'anno, di organizzarsi per reagire a questo sistema. Questo venerdì, 16 di Luglio, saremo con loro in sostegno a questa giornata di mobilitazione.\r\nLe motivazioni per le quali scenderanno in piazza sono quelle riassunte dalle frasi precedenti: vogliamo dei contratti di lavoro in regola, un salario migliore, vogliamo un piano di accoglienza che possa coinvolgere tutte le persone senza dimora, a prescindere dalle tipologie dei contratti, vogliamo un collocamento pubblico obbligatorio e vogliamo delle risposte per i nostri documenti, per la sanatoria e per chi aspetta ancora un rinnovo.\r\nScendiamo in piazza a sostenere la lotta auto organizzata dei lavoratori.\r\n\r\n\r\nBASTA OPPRESSIONE, BASTA SFRUTTAMENTO. VOGLIAMO CASA, SALARIO E DOCUMENTO!\r\n\r\n\r\n1. https://torino.repubblica.it/.../venti_ore_di_lavoro.../\r\n2. https://www.interno.gov.it/.../protocollo-cuneo...\r\n3. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../9-posti-a-Saluzzo-e...\r\n4. https://www.cuneocronaca.it/stagionali-a-lagnasco-la...\r\n5. https://www.corrieredisaluzzo.it/.../Spogliatoi-risistemati\r\n6. https://www.kulturjam.it/politica-e.../schiavismo-a-saluzzo/\r\n7. https://cuneo.coldiretti.it/.../raccolta-della-frutta-ma.../",[257],{"field":89,"matched_tokens":258,"snippet":254,"value":255},[76],1731669220158079000,{"best_field_score":261,"best_field_weight":174,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":47,"score":262,"tokens_matched":96,"typo_prefix_score":47},"1116681273344","1731669220158079089",6646,{"collection_name":58,"first_q":32,"per_page":39,"q":32},9,{"facet_counts":267,"found":19,"hits":277,"out_of":302,"page":19,"request_params":303,"search_cutoff":36,"search_time_ms":14},[268,274],{"counts":269,"field_name":272,"sampled":36,"stats":273},[270],{"count":19,"highlighted":271,"value":271},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":19},{"counts":275,"field_name":35,"sampled":36,"stats":276},[],{"total_values":47},[278],{"document":279,"highlight":293,"highlights":298,"text_match":259,"text_match_info":301},{"comment_count":47,"id":280,"is_sticky":47,"permalink":281,"podcastfilter":282,"post_author":283,"post_content":284,"post_date":285,"post_excerpt":53,"post_id":280,"post_modified":286,"post_thumbnail":287,"post_title":288,"post_type":289,"sort_by_date":290,"tag_links":291,"tags":292},"63888","http://radioblackout.org/podcast/smontiamo-la-gabbia/",[271],"liberationfront","In vista del corteo di domenica 18 in solidarietà con gli/le orsi/e rinchiusi/e nel bunker di Casteller in Trentino, abbiamo sentito Marco dell'assemblea antispecista.\r\nLa storia del ripopolamento degli orsi in trentino inizia negli anni '90 col progetto Life Ursus con lo scopo di introdurre nuove specie al fine di attirare turisti nelle verdeggianti montagne trentine. Peccato che gli orsi non siano statue e si comportano da orsi: riproducendosi, mangiando, difendendosi, valicando confini di cui non ne immaginano neppure l'esistenza creando, con questi comportamenti, paura e sgomento tra cittadini e visitatori. Non un euro dei finanziamenti è stato investito per progetti di convivenza con questa specie, anzi politici di destra e sinistra hanno strumentalizzato la paura reagendo con uccisioni e imprigionamenti.\r\n\r\nPiù di tutti il leghista Fugatti, presidente della provincia di Trento, che ha fatto della caccia all'orso una vera e propria crociata. E se non sono gli orsi sono i lupi, o i cinghiali, o le marmotte o gli uccelli, insomma Fugatti ha nei cacciatori e negli allevatori il suo più grande bacino di voti e cerca di ingraziarseli strumentalizzando la paura, come dimostrano gli enormi (quasi 1 milione) finanziamenti della provincia alle associazioni venatorie che, assurdamente, gestiscono anche centri faunistici, il censimento gli animali selvatici, le cure e la detenzione, come nel caso del Casteller.\r\n\r\nIn questo bunker gli/le ors* rinchius* stanno lottando con tentativi di fughe, autolesionismo, scioperi della fame, tentativi di distruggere la struttura. Gli/le ors* cercano e rivendicano la propria libertà.\r\n\r\nRitrovo ore 11 stazione di Villazzano - Trento\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/orsi-liberi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl volantino di lancio della manifestazione:\r\n\r\nFra il 1999 e il 2002 viene realizzato in provincia di Trento il Progetto Life Ursus finanziato dall’Unione Europea, con finalità di ripopolamento degli orsi bruni, all’epoca sostanzialmente estinti nell’arco alpino. Evidentemente, qualche ors* nei boschi fa bene al turismo e alle casse provinciali, deve aver pensato qualcuno. Ma bastano pochi anni e ci si rende conto che la presenza dell’orso Yoghi non è compatibile con un modello di turismo consumista e invasivo, nel contesto di un territorio in realtà ampiamente antropizzato.\r\n\r\nIl risultato 20 anni dopo: 34 ors* “indisciplinati* scompars*, uccis*, imprigionat*. Tra loro gli orsi (chiamati dalle autorità) M49 e M57 e l’orsa DJ3, attualmente detenut* nella struttura/prigione del Casteller, la cui gestione è - con macabra ironia - affidata all’Associazione dei Cacciatori Trentini. M49 evade clamorosamente, superando e forzando barriere e recinzioni apparentemente invalicabili, nella notte del 15 luglio 2019 (neanche un’ora dopo esser stato catturato a causa delle numerose denunce di danni da parte degli allevatori della zona) e fugge nuovamente il 27 luglio 2020, per poi venire nuovamente catturato poche settimane fa. Suoi compagni di prigionia DJ3 (figlia di Daniza, probabilmente l’orsa più tristemente nota nella mala gestione della provincia di Trento) reclusa da ben 9 anni (metà della sua vita) ed M57, riuscito a trascorrere solo due anni della sua vita in libertà prima di essere imprigionato (la vita media di un orso in natura è fra i 30 e i 35 anni). È notizia di questi giorni che le condizioni psico-fisiche dei tre plantigradi sono state definite “inaccettabili” persino dagli organi di controllo istituzionali che, come da copione, propongono per voce delle associazioni veterinarie la costituzione di “comitati etici” per ripulirsi la faccia con la solita favola del “benessere animale”.\r\n\r\nLa classe politica che ha governato il Trentino ha più volte dimostrato tutti i limiti e l’ipocrisia di un’impostazione antropocentrica rispetto alla convivenza con gli altri animali. Ovviamente le cose non sono né cambiate né migliorate dall’insediamento della nuova giunta leghista (sì, proprio loro: i machisti dei banchetti a base di carne d'orso).\r\n\r\nI milioni di euro che per il Progetto Life Ursus la Provincia ha ricevuto dall’Europa andavano spesi molto diversamente: progetti di educazione nelle scuole, formazione mirata agli operatori turistici, sensibilizzazione e informazione a tappeto a residenti e turisti, nell’ottica di una convivenza pacifica e rispettosa. E invece? E invece questa specie è stata presa, piazzata sul territorio, tolta dal territorio, uccisa, imprigionata, mostrata, nascosta, a seconda delle esigenze del potere.\r\n\r\nMa in conseguenza di quali colpe è stato deciso che la coercizione fisica di questi animali fosse necessaria? Il fatto è che gli animali selvatici hanno la pessima abitudine di comportarsi da tali. Non sono peluche, non sono gli animali depressi e tristi che vediamo negli zoo, resi inoffensivi dalla rassegnazione e dalle sbarre. Sono ors* che, come tutti gli individui, vogliono “solo” vivere liber*, scegliere cosa mangiare, dove andare, cosa esplorare, come giocare, oziare, odorare; e che, come chiunque altr*, se si sentono infastidit* o minacciat* reagiscono e si difendono. Ors* che fanno gli ors*, insomma.\r\n\r\nCome gli esseri umani da sempre hanno resistito alle oppressioni e alle discriminazioni, anche tutti gli animali non umani mal sopportano prigionia e sfruttamento, aggrediscono per difendersi e provano a fuggire, talvolta con successo. È ora di aprire gli occhi, di comprendere che gli animali non umani sono l’avanguardia del movimento di liberazione animale. È ora di smettere di pensare che gli altri animali siano creature senza voce, per le quali è necessario usare la nostra. La voce è espressione di potere e descrivere gli animali come privi di essa toglie potere alle loro esperienze di ribellione. Oltre la narrazione tossica dell’animalismo “classico”, che vede gli altri animali come inermi che solo degli umani illuminati possono adoperarsi a salvare, esiste una consistente storia di ribelli e di ribellione ancora tutta da raccontare, di fronte alla quale il posizionamento degli individui umani non può che considerarsi come mera solidarietà. Riconosciamo la capacità degli animali di sottrarsi allo sfruttamento umano come una forza socialmente non trascurabile, una forza in grado di muovere le energie di associazioni, singole persone, gruppi locali verso una solidarietà che può essere definita senza dubbio politica. Una solidarietà attiva che si esprime nella consapevolezza di condurre lotte comuni tra sfruttati, indipendentemente dalla specie di appartenenza. Aprendoci alla possibilità di adozione di un inedito sguardo decoloniale, scegliamo di dismettere il nostro privilegio di specie per metterlo al servizio della resistenza animale.\r\n\r\nNell’operato della Giunta Fugatti in questo particolare frangente, riconosciamo con evidenza le stesse politiche repressive nei confronti di tutti quei corpi indecorosi ed eccedenti, che varcano confini ed esprimono volontà di autodeterminazione, che mille volte abbiamo visto all’opera nei più disparati contesti di resistenza. Da sempre solidali con la lotta di chi viola i confini per riprendersi la libertà, ci schieriamo senza esitazioni dalla parte degli/le ors* ribelli.\r\n\r\nNella persecuzione contro di loro nella nostra piccola, periferica provincia non possiamo non individuare la comune matrice della più grande e cieca persecuzione ai danni di tutte le forme di vita terrestri che sta determinando a livello planetario la catastrofe climatica ormai alle porte.\r\n\r\nPer questa ragione, nella decisione di schierarci al fianco di questi corpi resistenti, facciamo appello per allargare la mobilitazione a tutte le soggettività ed i collettivi impegnati nelle lotte ecotransfemministe, antirazziste, antifasciste e per la giustizia climatica, a tutt* coloro che credono che la mobilitazione contro la guerra totale al vivente attualmente in corso da parte del sistema capitalista vada fermata non tanto - per dirla con un’altra narrazione tossica - per “salvare il pianeta”, ma per provare a garantire alla nostra specie e a tutte le altre (animali e vegetali) la possibilità di continuare ad abitare la Terra. Crediamo fermamente che solo l’intersezione di tutte queste lotte possa ambire a scardinare il paradigma del capitalismo antropocentrico che ci ha già condotti dentro la sesta estinzione di massa. Un sistema rapace che attraverso un meccanismo distopico e perfetto distrugge e strappa territori ad animali ed umani, capitalizzando ogni respiro. E che avvelena anche il linguaggio ed il pensiero, relegando nella dimensione dell’irrilevanza e del silenzio, minorizzandole, tutte quelle identità che si discostano dal paradigma proprietario dell’antropocentrismo colonialista maschio e bianco. Noi non ci stiamo, e ci batteremo perché i prossimi mesi ed anni vedano l’attraversamento delle piazze da parte di una nuova ondata di ribellione globale generalizzata. Iniziamo da qui. Restituiamo agli/le ors* i boschi e le montagne in cui sono nati/e liber*.\r\n\r\n ","16 Ottobre 2020","2020-10-17 18:04:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/m49-200x110.jpg","smontiamo la gabbia","podcast",1602868099,[],[],{"post_content":294},{"matched_tokens":295,"snippet":296,"value":297},[75],"qualche ors* nei boschi fa \u003Cmark>bene\u003C/mark> al turismo e alle casse","In vista del corteo di domenica 18 in solidarietà con gli/le orsi/e rinchiusi/e nel bunker di Casteller in Trentino, abbiamo sentito Marco dell'assemblea antispecista.\r\nLa storia del ripopolamento degli orsi in trentino inizia negli anni '90 col progetto Life Ursus con lo scopo di introdurre nuove specie al fine di attirare turisti nelle verdeggianti montagne trentine. 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