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La loro avventura ai giardini di via Montanaro, dove aprirono una sede e raccolsero firme per la “casa agli italiani” fu molto breve. Ad ogni uscita dalla loro tana erano circondati da poliziotti e digos, perché in una zona dove la metà della popolazione non ha in tasca un documento italiano, ma dove tutti faticano a pagare l’affitto, erano costantemente contestati.\r\nSi sono poi spostati più a nord, in via Rondissone, dove le saracinesce tricolori sono sempre abbassate e vengono regolarmente decorate dai tanti allergici alla retorica nazionalista.\r\nHanno fatto dello sgombero dei centri sociali una bandiera da sventolare in più occasioni. Agostino Ghiglia ha descritto il corteo del 30 marzo come “zecche anarco-comunistoidi”.\r\nFratelli d’Italia è in campagna elettorale e gioca l’arma classica della sicurezza per provare a raccogliere consensi tra gli italiani poveri delle periferie, puntando il dito sui stranieri, abusivi, rom, senza documenti, per farne il capo espiatorio di politiche che privilegiano le riqualificazioni escludenti, tagliano i servizi, aumentano i poliziotti e la pressione disciplinare sulla città.\r\n\r\nL’ex scuola di via Tollegno è stata chiusa nonostante le proteste della gente della zona, perché destinata alla speculazione e alla privatizzazione.\r\nDa una settimana è stata riaperta da chi l’ha occupata ed oggi si aprirà al quartiere per un presidio antifascista sin dalle prime ore del pomeriggio.\r\n\r\nScrivono gli organizzatori: “Oggi ci incontreremo anche noi, nel giardino di questa grande scuola. Ci saranno spettacoli per bambini, panini alla nutella per merenda, tamburi e samba, poi un fuoco da accendere e braci da ravvivare, su cui cuocere carne e verdure.\r\nAlla faccia dell'opportunismo dei fascisti, cercando di stringere legami di solidarietà tra sfruttati ed esclusi e solcare la linea di altri conflitti sociali, che siano quelli contro chi ci schiaccia il muso a terra e ci toglie lo spazio per vivere dignitosamente.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Larry.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-02-presidio-antifa-larri.mp3\"][/audio]","2 Aprile 2019","2019-04-02 14:15:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. 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Erano presenti polizia municipale, digos e ros. Due di loro, Stega e Madda, sono stati arrestati dalla polizia e reclusi in carcere e nella cella di sicurezza della questura.\r\n\r\nStessa sorte è toccata agli anarchici Nasci e Steve, presi e portati via assieme ad un giovane compagno minorenne, durante il tentativo riuscito di buttare giù il banchetto di un’ora dopo.\r\n\r\n \r\n\r\nIn serata molti solidali si sono radunati di fronte alla questura e hanno dato vita ad un corteo spontaneo, con blocchi e informazione, che ha girato indisturbato per la città per un paio d’ore. La polizia, in questi mesi sempre in prima linea contro immigrati, poveri, senza casa, abusivi, non si è fatta vedere.\r\n\r\n \r\n\r\nLunedì mattina i due attivisti del “Bruno” sono stati rilasciati in attesa di processo; i due anarchici hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati in primo grado a poco più di quattro mesi di reclusione. Ad uno di loro è stato imposto l’obbligo di firma quotidiano, all’altro il divieto di dimora a Trento.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta iniziativa si inserisce nel quadro di una fitta campagna di contrasto alle retate e ai controlli di polizia verso i poveri in città e, quando possibile, anche in provincia.\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un breve stralcio del comunicato diffuso dai compagni degli anarchici arrestati e condannati.\r\n\r\n \r\n\r\n“I fascisti di Forza Nuova stanno cercando di trovare un po’ di agibilità in Trentino, cosí come nel resto di Italia. Dopo gli incendi di Soraga, Lavarone e Roncone alle strutture di “accoglienza” per profughi, cui Forza Nuova ha pubblicamente espresso l’appoggio, non lasciare spazio all’avanguardismo fascista è una necessaria pratica di autodifesa. Agire contro i fascisti e il razzismo organizzato – anche grazie alla polizia – è sempre più urgente.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un anarchico trentino.\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 10 24 stecco arresti antifa","24 Ottobre 2017","2017-10-27 09:05:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"172\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-300x172.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-300x172.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3-768x440.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/10/anarchici3.jpg 798w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trento. 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L'autenticità sta nei gesti, nello spirito e... nei luoghi che hanno fatto da scenario a quegli scambi, quelle offerte di oggetti di valore una volta infimo, ora forse un po' meno (ed è già una trasformazione). Diversi nelle varie epoche, espressioni di un'interpretazione del mondo che muta ovviamente per forme e valori, ma in un'evoluzione di cui si possono ripercorrere le tappe in modo coerente. Si tratta comunque sempre di scambi – anche simbolici – che tollerano a mala pena le intrusioni istituzionali, respingono balzelli e pretese normative da parte del potere, che non può per sua costituzione interpretare lo spirito di un mercatino delle pulci senza snaturarlo. Soprattutto il Balon di Porta Palazzo, con la sua storia secolare radicata nei luoghi e nelle forme popolari, che non hanno nulla a che fare con le reinterpretazioni che la moda vorrebbe imporre... e non può che farsi beffe del tentativo di edulcorarlo, estrometterlo dal genius loci che lo esprime, marginalizzarlo, lucrando persino su quei poveri scambi.\r\n\r\n \r\n\r\nLa trasformazione si è imposta a step successivi che Francesca ci ha sintetizzato nei suoi snodi essenziali a cavallo tra le giunte Pd e M5S, con sullo sfondo le spinte alla regolamentazione dei fascisti, che difendono interessi bottegai e razzisti e puntano alla pulizia sociale puntualmente messa in atto sia dalla sinistra di governo, sia dai grillini della Bocconi, che amministrano la città dovendo ringraziare tra gli altri i voti dei fasci. La nostra interlocutrice ci parla pure delle associazioni e delle agenzie comunali che hanno inventato regole, ma anche delle resistenze dei venditori di mercanzie, degli abusivi, delle persecuzioni dei vigili, dei comitati di residenti nei vari quartieri in cui si è tentato di marginalizzare il mercatino, rendendolo sempre più periferico; nascondere e imporre il processo di gentrificazione, rendendo discarica umana il colore e l'anima del mercatino, fino all'ultimo luogo di allontanamento... questo è il percorso insensato della pulizia sociale: da piazza della Repubblica (luogo topico del rito dello scambio) allo Scalo Vanghiglia, giù giù fino a via Monteverdi... e ora per recuperare il valore del mercato si è arrivati al mercato itinerante con tappa al Ponte Mosca, finché si è spostato definitivamente tra il cimitero e una discarica vicino a via Carcano, sostituendo le pulci con le mongolfiere cariche di presunti scrittori, neanche buoni per il turismo d'accatto inseguito da tutti, nonostante la vulgata e l'ubriacatura della kermesse libraria torinese.\r\n\r\nEcco la nostra chiacchierata da mercato che culmina nell'analisi della doppia concezione di luogo di scambio culturale, che sta dietro a queste operazioni anche radiofoniche\r\n\r\nSuq a Torino di domenica","23 Maggio 2017","2017-05-24 11:28:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/2017-5-19_suq-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/2017-5-19_suq-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/2017-5-19_suq-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/2017-5-19_suq.jpg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Normalizzare il suq a Torino, riducendolo a baratto(lo) da regolamento",1495560240,[175,176,64,177,178,179,65],"http://radioblackout.org/tag/balon/","http://radioblackout.org/tag/gentrificazione/","http://radioblackout.org/tag/puces-pulci/","http://radioblackout.org/tag/risemantizzare/","http://radioblackout.org/tag/suk/",[181,182,32,183,184,185,18],"balon","gentrificazione","puces pulci","risemantizzare","suk",{"post_content":187},{"matched_tokens":188,"snippet":189,"value":190},[68],"dei venditori di mercanzie, degli \u003Cmark>abusivi\u003C/mark>, delle persecuzioni dei vigili, dei","Una questione semantica? forse è quello che vogliono, ma in effetti hanno ridotto storia e pratiche di vita secolari alla leggerezza dei riferimenti vacui nascosti dietro ai surrogati di trasformazioni di plastica, la parola \"baratto-lo\" prepara anch'essa la sostituzione dei cittadini che vivono quel territorio, dando un significato diverso a tutto, un significato alieno, sia al luogo, sia alla storia: mito e rito contemporaneamente traditi in nome di un edonismo ormai d'antan.\r\n\r\n \r\n\r\nOgni città ha un ventre molle invariato nei secoli, che rappresenta il fondamento dello scambio – commerciale e culturale – tra i protagonisti del suo cuore più popolare. 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Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. Oggi la fondazione ICSA è composta da una pletora di ex militari, carabinieri, poliziotti di alto rango (anche francesi e statunitensi), tra cui l'ex capo del ROS dei carabinieri Giampaolo Ganzer, condannato in primo grado a 14 anni per traffico internazionale di stupefacenti, condanna poi ridotta in appello e finita in prescrizione.\r\n\r\nCon questo pedigree militarista Minniti evidentemente è sembrato il politico più “adeguato” per l'esternalizzazione delle frontiere, attraverso accordi con le polizie corrotte di vari paesi africani, e per consolidare il giro di vite securitario sul fronte interno, strappando a leghisti, centrodestra e frange razziste a 5 stelle il primato della narrazione sul “pericolo” rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, abusivi e altre categorie ai margini della società.\r\n\r\nEcco allora che il 10 febbraio scorso, il giorno delle foibe celebrato dai fascisti (un caso?) il ministro dell'Interno Minniti e il ministro della Giustizia Andrea Orlando hanno presentato il decreto sulla sicurezza e quello sui migranti, che sono stati convertiti definitivamente in legge in aprile e che dietro la retorica della combinazione di \"solidarietà e rigore\" contengono una serie di provvedimenti discriminatori che li pongono in continuità con le leggi razziali di mussoliniana memoria e il pacchetto sicurezza del 2009.\r\n\r\nTra le principali norme ci sono:\r\n\r\n-Leggi speciali per i richiedenti asilo: la presenza in udienza è a discrezione del giudice, la possibilità di ricorso in appello è abolita, durante il periodo di attesa \"c'è la possibilità\" di lavorare GRATUITAMENTE per lo stato italiano (magari permetterà un occhio di riguardo da parte della commissione).\r\n\r\n- Il cosiddetto Daspo urbano. Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori abusivi eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. (ex c.i.e), oltre ai 4 attualmente attivi, per il rimpatrio forzato dei migranti non in regola coi documenti, secondo la logica di \"un cie in ogni regione\" enunciata dal ministro leghista Maroni nel 2011.\r\n\r\nLa logica securitaria contenuta in questi provvedimenti è anche quella che pervade la mentalità di molti gruppi dichiaratamente fascisti e di amministratori locali. A Roma il gruppuscolo neofascista Azione frontale ha recentemente lanciato un boicottaggio dei negozi stranieri, per difendere i prodotti italiani. C'è poi tanta differenza con certi provvedimenti annunciati dall'assessore torinese pentastellato Giusta, che ad esempio per contenere la movida di San Salvario prevede la chiusura selettiva dei negozietti gestiti da stranieri che offrono (anche) alcool a basso costo? O con le misure restrittive nei confronti del mercato abusivo domenicale, che anni fa si conquistò la sua collocazione naturale in piazza della Repubblica e poi è stato normato e respinto verso la periferia nord perché Porta Palazzo oggi è al centro di un processo di gentrificazione, e abusivi e poveri devono fare posto a studenti, artisti, istituti di design, sedi di multinazionali (Lavazza), scuole private con rette di migliaia di euro nelle quali la classe dominante riproduce se stessa?\r\n\r\nAttraversando San Salvario, troppo spesso ci si imbatte in fermi di polizia o retate nei locali meno alla moda (non certo quelli radical-chic che la movida propone): si cerca di spazzare via le espressioni di un’altra San Salvario, più libera, più popolare, più genuina, o quanto meno un quartiere come un altro e non un enorme parco divertimenti notturno a cielo aperto, che ricorda le corsie di un supermercato. Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. Si prova timore per un futuro sempre più incerto, e si tende a tramutarlo in ostilità verso chi è già di per sè escluso e facilmente giudicato come responsabile dei problemi. D’altra parte ci si illude di sentirsi interpellati, di poter decidere finalmente qualcosa, o di essere ascoltati, mentre in realtà questo tipo di partecipazione continua a basarsi su un sistema di delega, in cui la trasformazione del quartiere è dettata dall'alto e dev'essere così accettata dalla popolazione, pena la repressione o l'allontanamento. Così lo stato tende ad appropriarsi anche della nostra socialità, l'unica cosa rimasta, marginalizzandola.\r\n\r\nUn ruolo (fortunatamente marginale) tentano di svolgerlo anche i gruppi di \"neofascisti del terzo millennio\", tra cui, nel caso di San Salvario, i militanti di casapound, che da qualche tempo tentano di mascherarsi da comitati di quartiere (comitato san salvario bramante) per ritagliarsi spazi di agibilità politica e portare consenso sotto ai loro fasci littori. Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Aprile 2017","2017-04-23 17:02:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-768x1087.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1-724x1024.jpg 724w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/corteo-22-aprile-loc-1.jpg 877w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Resistenza continua, non antifascismo ingessato",1492801878,[209,210,211,212,213],"http://radioblackout.org/tag/antifascimo/","http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/resistenza/","http://radioblackout.org/tag/san-salvario/",[215,216,217,218,219],"antifascimo","deportazioni","militarizzazione","resistenza","san salvario",{"post_content":221},{"matched_tokens":222,"snippet":223,"value":224},[68],"rappresentato da immigrati, poveri, spacciatori, \u003Cmark>abusivi\u003C/mark> e altre categorie ai margini","In mezzo a tante polemiche su pretestuose presenze di bandiere sioniste o palestinesi, strategie politichesi di presenze/assenze in piazza per testimoniare uno stantio antifascismo imbalsamato, l'iniziativa degli antifascisti torinesi del quartiere di San Salvario si ammanta di argomentazioni e motivi che attualizzano il bisogno di avversare le pulsioni razziste, militariste... contro le deportazioni, le fabbriche d'armi e la difesa dell'industria del divertimento a pagamento: tutte forme odierne di fascismo.\r\n\r\nAbbiamo sentito Livia, una compagna del quartiere tra gli organizzatori della manifestazione che partirà sabato 22 aprile in piazza Graf alle 16:\r\n\r\nLiviaCorteoSanSalvario\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito alcune considerazioni scaturite nel percorso di preparazione del corteo:\r\n\r\nDopo il fallimento del “golpe” referendario del 4 dicembre scorso, l'oligarchia dominante in Italia ha messo in disparte Renzi (e le sue voglie di rivincita personale attraverso elezioni anticipate) e ha messo ai posti di guida una serie di personaggi pragmatici, abituati a fare diligentemente il loro mestiere. Per un ministero importante come gli Interni è stato scelto Marco Minniti, che da 20 anni occupa ruoli chiave nelle stanze dei palazzi governativi: ex sottosegretario alla Difesa, ex sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti, di comprovata fede Nato, vicino all’establishment ultraconservatore degli Stati Uniti d’America, prima dell'entrata come sottosegretario nel governo Renzi (2014) era presidente esecutivo della Fondazione ICSA (Intelligence Culture and Strategic Analysis), poco conosciuta ma influentissima. L’ICSA è un centro studi sui temi d’intelligence e analisi militare costituito a Roma nel novembre 2009 dallo stesso Minniti e dal defunto ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, gran tessitore di trame con organizzazioni e servizi segreti in ambito nazionale e Nato. 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Senza il provvedimento di un giudice, le amministrazioni locali possono emettere provvedimenti di allontanamento di soggetti ritenuti pericolosi per la collettività, come spacciatori, writers, mendicanti, venditori e parcheggiatori \u003Cmark>abusivi\u003C/mark> eccetera. La qual cosa può avvenire anche per singole zone della città, il che potrà portare alla creazione di zone di territorio \"tutelate\" (ad esempio i lussuosi centri storici riservati a residenti e turisti danarosi) e periferie ghetto, dove la polizia si può concentrare per intensificare l'attività di controllo e repressione.\r\n\r\n- L'apertura di nuovi c.p.r. 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Tra un cappuccino di soia o un long drink, per gli avventori della movida passa inosservata la presenza massiccia della polizia e il suo operato.\r\n\r\nSoprattutto con il pretesto del contrasto agli spacciatori (che nel complesso del fenomeno sono l’ultima ruota del carro, sfruttati si potrebbe dire), la polizia va a caccia di persone senza i documenti in regola, da portare ciclicamente nel c.i.e., nel momento in cui ci siano dei posti da riempire, per poi rispedirli nei loro paesi d'origine, luoghi caratterizzati da conflitti, guerre, fame ed estrema povertà. Le numerose proteste che si manifestano in queste strutture (autolesionismo, scioperi della fame, battiture), mettono in evidenza quale sia il loro reale ruolo: il c.i.e. è una prigione, e come in tutte le prigioni vi avvengono pestaggi e torture.\r\n\r\nMa la polizia non agisce in modo repressivo solo nei confronti degli immigrati. Un esempio è sicuramente il nuovo decreto Minniti, che ha lo scopo di “introdurre strumenti volti a rafforzare la sicurezza delle città e la vivibilità dei territori e di promuovere interventi volti al mantenimento del decoro urbano”, ovvero dare maggiori libertà al sindaco o chi ne fa le veci, di decidere chi possa abitare o vivere una zona piuttosto che in un altra.\r\n\r\nIl vero significato delle parole \"sicurezza\" e \"decoro\" risulta evidente quando vediamo aumentare il divario tra poveri e ricchi, tra chi può consumare e chi è \"antiestetico\" nei luoghi della Torino bene, quando chi non produce profitto o chi protesta deve sgomberare l'area coattivamente. E' quindi un altro giro di vite per la libertà di chiunque si opponga o mostri non appartenenza al luogo arido immaginato e voluto dai più (dal capitale?).\r\n\r\nCosì le frontiere si instaurano anche nel mezzo della città, e a soffrirne sono e saranno sempre i corpi indesiderati dal mercato.\r\n\r\nLo stato tende a coinvolgere il cittadino all'interno dei processi decisionali: al Lombroso16 ogni tanto si tengono incontri di \"confronto con la cittadinanza sulla trasformazione urbana del territorio\", indetti dal Movimento 5 Stelle, oppure i partiti di destra invocano la creazione di \"corpi volontari di cittadini\" per garantire la cosiddetta sicurezza nelle strade. Il cittadino diventa parte attiva dei processi di controllo delle strade anche attraverso gli strumenti tecnologici, applicazioni per lo smartphone e simili. 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Con gli slogan come \"basta feccia e degrado\", questi personaggi soffiano sull'odio razziale e fomentano la guerra tra poveri, indicendo ronde e presidi anti-immigrati.\r\n\r\nIn una giornata come questa del 25 aprile è sempre più necessario ricordarsi che il fascismo non è morto, ma purtroppo si ricicla nei nostri quartieri sotto varie forme.\r\n\r\nSmascherarlo e combatterlo è il significato che sta dietro all'espressione \"partigiani sempre\", per fare in modo che questa data non rimanga una sterile celebrazione storica, ma ci permetta di osservare la realtà con una coscienza politica attenta, e ci permetta di agire contro ogni fascismo, vecchio e nuovo.\r\n\r\n \r\n\r\nIl corteo del 22 aprile si dipanerà per tutti i luoghi simbolo della lotta partigiana in quartiere per legare quella lotta di 70 anni fa con gli afflati di liberazione da tutte le forme di intimidazione, repressione, controllo, militarismo, squadrismo...\r\n\r\n \r\n\r\n \t PIAZZA GRAF E LA MICROTECNICA. Fondata nel 1929, la Microtecnica negli anni della Seconda guerra mondiale lavorava per la Fiat, che produceva l’80% dei mezzi militari italiani. Lo stesso Dante Di Nanni diciassettenne nel 1942 fu operaio alla Microtecnica. I lavoratori della fabbrica furono in prima fila negli scioperi contro la guerra del 1943 e poi nel novembre 1944 si formò un comitato di liberazione di fabbrica, con una radio clandestina. Il bar sport di piazza Graf era sovente ritrovo dei sappisti, gli operai membri delle squadre di azione patriottica. I lavoratori della Microtecnica periti durante la lotta di Liberazione furono 20, e una lapide li ricorda all’interno dello stabilimento, visibile dall’ingresso laterale di via Canova. Il 24 aprile la fabbrica venne occupata dalle forze partigiane, e divenne un centro di coordinamento dell’insurrezione a Torino. Oggi la resistenza continua e passa anche attraverso la lotta per la riconversione dell’industria militare. La Microtecnica è parte della multinazionale americana UTC che produce apparecchiature per elicotteri e cacciabombardieri e come tale è complice della guerra permanente condotta ai danni del popoli del sud del mondo dalle potenze occidentali venditrici di armi. \r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A PIERLUIGI SILVANO, VIA MADAMA 137. 9 anni, ucciso da un cecchino fascista il 27 aprile 1945, durante l’insurrezione della città per scacciare definitivamente i nazifascisti.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VIA ORMEA ANGOLO VIA PETITTI. Dove oggi sorge la piscina Parri, ai tempi del fascismo c’era un carcere militare. Il 19 settembre 1944 un gruppo partigiano organizzò la fuga di 148 detenuti destinati alla deportazione in Germania. Una lapide in via Ormea 119 ricorda Ennio Pistoi, uno dei membri del commando. Il carcere fu demolito dopo la guerra. Il giardinetto antistante a volte è meta delle “passeggiate contro il degrado” dei neofascisti di casapound.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A RENATO VIOLA, VIA ORMEA 120. Nato a Volpiano in provincia di Torino il 3 ottobre 1922. Studente universitario, laureando in Economia e Commercio. Nell’agosto del 1944 divenne comandante di distaccamento della 2ª brigata GAP (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino, col nome di battaglia Mirco. Cadde il 26 aprile 1945.\r\n\r\n \r\n\r\n \t VICOLO VALTORTA. I gappisti usavano incontrarsi alla bottiglieria Comoglio di vicolo Valtorta (accesso da via Donizetti, oggi al civico 22bis), che oggi è divenuto un vialetto privato.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LAPIDE A LILIANA CARTA, VIA VALPERGA 24. Giovane operaia di 24 anni, morì il 26 aprile 1945, il primo giorno dell’insurrezione, in seguito ad un colpo esploso da un carro armato tedesco apparso all'angolo tra via Madama Cristina e via Valperga Caluso, che centrò il pieno il balcone del suo alloggio al primo piano proprio mentre stava chiudendo in tutta fretta le imposte. In quella stessa circostanza restò ferita anche la sorella Antonia, di vent'anni, che la stava aiutando.\r\n\r\n \r\n\r\n \t LATIFA SDAIRI, VIA BERTHOLLET 8. Giovane immigrata di 19 anni, non in regola con i documenti, il 24 novembre 2004 morì cadendo dal tetto del condominio nel tentativo di sfuggire a un controllo di polizia nelle mansarde dell’ultimo piano. Uccisa dalle leggi razziste di oggi (in nome delle quali ogni giorno stranieri e poveri vengono controllati, rinchiusi, deportati), e da coloro che le applicano.\r\n \t ABITAZIONE DI EDOARDO ARIOTTI, VIA BERTHOLLET 6. Nato a Torino il 26 luglio 1924, appartenente alle Sap del 3° settore. La notte del 19 aprile venne fermato da alcuni militi ferroviari di guardia al ristorante Asti in via Nizza. Dopo un giudizio sommario, fu condannato a morte e trascinato verso l'albero di una vicina aiuola “mentre urlava e si dibatteva” e intanto veniva colpito “con pugni e colpi di calcio delle armi”. Dopo averlo legato alla pianta e imbavagliato, i militi fascisti lo uccisero con alcune raffiche di mitra che lo sfigurarono. Il corpo restò lì fino all'indomani. La lapide in sua memoria si trova in via Nizza 5.\r\n\r\n \r\n\r\n9. LAPIDE A GIORGIO DE RISIO E CLAUDIO NAVA, VIA GALLIARI 30. Il collegio universitario di via Galliari 30 durante la guerra era sede dei Gruppi Universitari Fascisti. Giorgio De Risio, studente 17enne, nato a Torino il 27 giugno 1928, partigiano della divisione cittadina GL cadde durante i combattimenti nei pressi della sede di via Galliari il 27 aprile 1945. Claudio Nava, nato a Torino il 6 giugno 1928, abitante in via Galliari 25 dall'agosto 1934, sappista della 5ª brigata, cadde nel medesimo luogo e giorno mentre, con un sacerdote, tentava di recuperare la salma di Giorgio De Risio\r\n\r\n \r\n\r\n ",[226],{"field":121,"matched_tokens":227,"snippet":223,"value":224},[68],{"best_field_score":125,"best_field_weight":126,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":127,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":48},{"document":230,"highlight":254,"highlights":259,"text_match":123,"text_match_info":262},{"cat_link":231,"category":232,"comment_count":48,"id":233,"is_sticky":48,"permalink":234,"post_author":51,"post_content":235,"post_date":236,"post_excerpt":54,"post_id":233,"post_modified":237,"post_thumbnail":238,"post_thumbnail_html":239,"post_title":240,"post_type":59,"sort_by_date":241,"tag_links":242,"tags":249},[45],[47],"39661","http://radioblackout.org/2017/01/grillo-chiama-minniti-risponde/","“Sono annegate circa 100 persone, per lo più donne e bambini, in quattro diversi naufragi nel Canale di Sicilia. Non in un altro tempo e in un altro mondo, ma una settimana fa, il giorno di Natale, davanti alle nostre coste. La notizia è apparsa nelle pagine interne dei quotidiani ed è subito svanita, cancellata da articoli sui cenoni festivi, sulle star recentemente defunte e sulle nuove tensioni tra Usa e Russia. D’altronde, si stima che nel solo 2016 siano morti in mare 5000 migranti. E quindi, cento più o cento meno…\r\nE così in questi anni, giorno dopo giorno, ci siamo abituati a questa strage invisibile, di cui non sono responsabili terroristi o nemici dell’umanità, e che quindi appare una fatalità da attribuire a vaghe astrazioni (è la crisi globale, signora mia). In cambio, però, i cittadini di Goro insorgono se una decina di donne e bambini, scampati ai naufragi, vengono assegnati al loro villaggio, sommerso dalla nebbia. 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Non solo: il tarantolato Minniti si appresta a volare in Africa per stipulare nuovi patti con i paesi di provenienza dei migranti, un po’ recalcitranti a riprendersi i loro figli emigrati.\r\nCosì, mentre gli italiani residenti in Inghilterra si apprestano a far causa al governo May che li vuole espellere, noi tentiamo di ricacciare in Africa quelli che hanno traversato deserti e mari per sopravvivere in Europa. Ma riuscirà Minniti nella sua coraggiosa impresa? Non credo proprio. Quanto costeranno i voli per rimandare in Egitto, Libia, Tunisia e Nigeria. non solo i cittadini di questi stati, ma tutti gli altri, afghani, etiopi, siriani, centro-africani? E basteranno quattro soldi, elargiti da Gentiloni-Minniti, per convincere detti stati a prendersi, cioè a internare, tutti quelli che vogliamo cacciare noi e che non sono cittadini loro?\r\nLa riposta è sempre no. Dove hanno fallito Amato, Prodi, Berlusconi e Renzi, non riuscirà Minniti. Tuttavia avremo migliaia di internati in più nei Cie, nuovi sbarchi, nuovi giri di vite, tensioni con la Ue e la solita solfa di Grillo e Salvini che incitano i cittadini a protestare. 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Nel frattempo il taser, sperimentato da Salvini, viene introdotto da Lamorgese.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, collaboratore di Umanità Nova\r\n\r\nMigranti-schiavi.\r\nA Torino impacchettavano pennarelli di marchi famosi in condizioni massacranti in un capannone senza riscaldamento di San Mauro Torinese. Dalle 8 alle 18 tutti i giorni, sette giorni su sette, una pausa di pochi minuti per pranzo, sorvegliati a vista. Chi non aveva nulla da mangiare beveva l'acqua del bagno e basta. Ogni giorno dovevano confezionare almeno mille scatole per prendere un compenso giornaliero di 18 euro. L'elenco delle buste paga è un pugno nello stomaco: 150 euro, 400 euro, 58 euro, 300euro.\r\nNe parliamo con Simone Bisacca, l’avvocato che rappresenta tre lavoratori che sono stati licenziati per aver chiesto un aumento\r\n\r\nSigonella. Capitale dei droni-spia\r\n\r\nAbusivi in divisa\r\n\r\nTelecamere, droni spia, retate, militari per le strade... 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Un progetto affidato ad aziende straniere e all’azienda mineraria statale che fa capo ai vertici militari dell’esercito.\r\n\r\nCon la scusa del controllo del contrabbando si è militarizzata l’intera area, ma se i contrabbandieri continuano a scavare e rivendere illegalmente i preziosi minerali, l’esercito si schiera contro le comunità indigene che si sono auto-organizzate in gruppi di resistenza. Anche in questo caso con la scusa della legalità si palesa la violenza dello stato in difesa del capitale.\r\n\r\nInfatti all’interno dell’arco minerario non solo ci lavorano migliaia di minatori in condizioni di sfruttamento, ma tutto un corollario di contrabbandieri, prostitute e venditori abusivi che costellano le baraccopoli che da sempre accompagnano questi progetti faraonici.\r\n\r\nL’impatto ambientale dell’arco minerario è devastante e va a stravolgere l’intero ecosistema di una zona ancora vergine, dove appunto diverse comunità potevano sopravvivere grazie alla ricchezza della foresta amazzonica e del fiume Orinoco. Quest’ultimo è il più soggetto all’attività antropica dello sfruttamento minerario: inquinamento, deviazioni del corso e la ricerca di pietre preziose mettono a dura prova la resistenza del terzo fiume al mondo per volume d’acqua. Il governo Maduro non si è minimamente interessato di fare ricerche preventive né tantomeno di cercare un dialogo con le popolazioni autoctone che non solo si vedono private della terra, ma che addirittura rischiano l’estinzione.\r\n\r\nCol mito del lavoro anche questo governo rivoluzionario cerca di spronare la guerra tra poveri: minatori contro indigeni, poveri contro poverissimi, a favore dell’oligarchia militare che difende un governo fratricida. 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Mentre a Torino la sindaca Appendino si complimenta con la Questura per l'attacco sferrato ai venditori abusivi in Piazza Castello, sul comune di Barcellona sventola la scritta \"Welcome refugees\" macchiata del sangue dei manteros picchiati in strada dalla polizia per difendere il profittevole turismo catalano, che nonostante ciò cercano di organizzarsi e difendersi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con due compagne del collettivo TKDK (Te Kedas Donde Kieras) di Barcellona.\r\n\r\nTKDK, il balcone del sindaco e i manteros.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/barcellona-tkdk-11.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDislocati nella città, tra flussi ed esotismo culturale.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/barcellona-tkdk-12.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIl Cie: tra la distanza del contatto e il contagio della rivolta.\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/barcellona-tkdk-13.mp3\"][/audio]","22 Maggio 2017","2018-10-17 23:05:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/cie-barcelona-200x110.jpg","Macerie su Macerie - 19 maggio 2017. 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Discorsi e parole volte ad immolare questo strano oggetto che traspira come un unico feticcio, discorsi velati di un'apparente neutralità come se dietro alla volontà di indicare questa o quella direzione di cambiamento urbano, e dei rapporti sociali in esso racchiusi, non si celasse una precisa presa di posizione. Come se a restare immutata sia sempre l'essenza stessa e la bontà della città come luogo in cui vivere.\r\n\r\nEppure qualcuno ha sentito l'esigenza di svelare, tramite il racconto di alcuni esempi più o meno lontani il capoluogo sabauda, la violenza sottesa ai processi di trasformazione urbana e alle politiche di gestione della popolazione. Giovedì 16, 23 e 30 marzo, all'Asilo occupato di via Alessandria 12, si terrà la proiezione di tre documentari e, a partire dal pomeriggio, altrettanti workshop sugli allacci abusivi, l'individuazione di case da occupare e la costruzione di barricate.\r\n\r\nNe abbiamo parlato a Macerie su Macerie con Filippo:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/chiacchiera-documentari.mp3\"][/audio]","14 Marzo 2017","2018-10-17 23:05:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/lebbeuswoods-200x110.jpg","Maceri su Macerie - 10 marzo 2017. 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Ad esempio usa l'immagine eco-freak di Jovanotti, cantante impegnato e preso bene, che dietro lo scudo del wwf ha aperto la strada ai grandi eventi in territori a rischio. cosi come il lungomare riminese, avanguardia del turismo di massa all'italiana, si va trasformando tra mobilità sostenibile, grandi eventi ed automatizzazione, in previsione d'una spiaggia che va sparendo, mentre rimane da preservare il modello turistico festaiolo di Rimini.\r\nGrandi eventi che usano gli strumenti di controllo e limitazione delle libertà sperimentati durante la pandemia per gestire le località e i residenti, mentre l'autorganizzazione, dalle feste illegali ai falò sulla spiaggia, vengono represse.\r\n\r\nNon solo turismo, anche l'apertura a nuove e vecchie forme di sfruttamento energetico si affaccia sulle nostre coste, tra piattaforme metanifere, parchi eolici, turbine, cavi di trasporto dell'energia, gasdotti, bioraffinerie e rigassificatori, tutti a ridosso dell'acqua, con le conseguenze ambientali e la militarizzazione che apportano ai territori.\r\n\r\nNe parliamo con Alex Giuzio, autore di La linea fragile\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/mare.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica il podcast\r\n\r\nNon solo grandi eventi. Anche il sistema delle grandi navi e delle reti commerciali dello shipping minacciano e trasformano i territori litoranei. In Italia l'azienda MSC ha un ruolo predominante nel settore. Un azienda che in meno di 50 anni ha trasformato due barche usate in un impero che conta centinaia di aziende e migliaia di dipendenti in tutto il mondo e non si appresta certo a fermarsi. Le crociere, oltre a essere mostri inquinanti, impongono a tante città, (che spesso vengono anche saltate dai tour operator) di trasformarsi in virtù delle scarse ricchezze propinate dal più spietato modello di turismo mordi e fuggi. Msc non vuole fermarsi al mare, con Lufthansa vuole aprirsi al mercato aereo, cercando anche di acquistare quote di Alitalia.\r\n\r\nAnche il trasporto merci è un tassello fondamentale dell'impero Msc, che si annovera tra i grandi del commercio marittimo. Un vero oligopolio che può fissare prezzi e tempi della circolazione globale delle merci. A ricaduta Msc controlla tutto l'indotto del trasporto dei container: nei mari, nei porti, in terra. Anche in questo settore la potenza economica può fare tali pressioni sulla politica tali da modificare l'aspetto della città: a Genova per permettere l'ingresso al porto di navi ancor più grandi c'è in progetto di costruire una nuova diga foranea, abbassando i fondali e sviluppando il porto. Mettendo ancor più sottopressione i lavoratori portuali, ma anche tutta la logistica di una città già fortemente sotto pressione.\r\nNe parliamo con Filippo Taglieri di ReCommon\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/msc-crociere.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica il podcast\r\n\r\nPer maggiori info:\r\n\r\nopuscolo \"ecco a chi giova il Jova Beach Party\" di Alpinismo Molotov\r\nhttps://www.wumingfoundation.com/giap/2019/09/jova-beach-party/\r\nL'articolo \"la fantastica pseudologia di Jovanotti sulla spiaggia\" di Alex Giuzio\r\nhttps://gliasinirivista.org/la-fantastica-pseudologia-di-jovanotti-sulla-spiaggia/\r\nopuscolo \"la galassia MSC\" di ReCommon\r\nhttps://www.recommon.org/la-galassia-msc/","16 Novembre 2022","2022-11-16 22:40:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/spiagge-200x110.jpg","non solo tintarella. il capitalismo all'assalto del litorale",1668638433,[],[],{"post_content":408},{"matched_tokens":409,"snippet":410,"value":411},[68],"litoranee, piattaforme estrattive, stabilimenti balneari, \u003Cmark>abusivi\u003C/mark>smo edilizio. 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Uno show innovativo che ha suggellato l’accordo triennale tra il capoluogo sabaudo e l’ENAC (ente nazionale aviazione civile) sull’uso e la sperimentazione dei droni in città.\r\n\r\nLa gestione della piazza è stata al limite del paranoico: divieti, controlli, strade chiuse o presidiate e i tornelli che hanno limitato l’accesso a piazza Castello. È chiaro che tutte le adunate popolari, che siano manifestazioni o eventi sportivi, ma anche feste, d’ora in avanti verranno gestite sul piano militare, con strumenti e strategie simili a quelle usate in guerra.\r\n\r\nI droni, nati come strumento bellico, si sono sviluppati in ogni campo: dall’agricoltura ai trasporti, dal monitoraggio al pattugliamento. Grazie all’ampio utilizzo sono considerati tecnologia militare e civile, così da godere di finanziamenti pubblici che però finiscono principalmente nella ricerca bellica. L’Italia ha già investito 700 milioni per infoltire il suo arsenale con questi spietati veivoli.\r\n\r\nAnche nella gestione e nel controllo delle frontiere vari paesi si sono muniti di droni per individuare e tracciare le rotte dei migranti, così da impedirne l’arrivo. I droni in questione sono muniti di telecamere, GPS e lenti a infrarossi e termiche. L’Unione Europea sta investendo miliardi per lo sviluppo di queste tecnologie e l’addestramento di forze apposite all’utilizzo.\r\n\r\nI droni verranno in aiuto anche ai sindaci della varie città per combattere microcriminalità, abusivismo e reprimere manifestazioni pubbliche.\r\n\r\nLa promozione di queste tecnologie avviene attraverso la spettacolarizzazione, ma anche con la promozione nell’uso civile. Un’ennesima protesi artificiale volta ad aumentare la produzione, ma anche il controllo sui territori e la gestione del lavoro. In agricoltura è già ampiamente utilizzato, sia per la semina che per il monitoraggio delle piante, ma anche per allontanare gli uccelli dai cieli sui campi e per individuare i focolai di zanzare e provvedere alla bonifica.\r\n\r\nLa festa del patrono torinese ha dimostrato come i droni possano essere utilizzati anche in campo artistico, ad esempio moltissimi registi già ne fanno uso per le riprese dall’alto.\r\n\r\nL’adattamento commerciale di strumenti militari ha sempre causato un maggior controllo su chi ne fa utilizzo e su tutta la società in generale. L’idea di un cielo attraversato da centinaia di occhi volanti fa rabbrividire, ma non c’è nulla che un aquilone incendiario o una buona frombolata non possano abbattere.\r\n\r\n \r\n\r\nper ascoltare l'audio clicca qui:\r\n\r\nparte prima\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/droni-pt.1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nparte seconda\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/droni-pt.2.mp3\"][/audio]","8 Luglio 2018","2019-01-31 12:46:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/droni-titolo-200x110.jpeg","Droni, tra spettacolarizzazione e controllo",1531010630,[431,432],"http://radioblackout.org/tag/controllo/","http://radioblackout.org/tag/droni/",[286,284],{"post_content":435},{"matched_tokens":436,"snippet":437,"value":438},[68],"varie città per combattere microcriminalità, \u003Cmark>abusivi\u003C/mark>smo e reprimere manifestazioni pubbliche.\r\n\r\nLa","Per la festa di San Giovanni a Torino la giunta 5 stelle ha sostituito ai tradizionali botti pirotecnici uno spettacolo di droni luminosi. Uno show innovativo che ha suggellato l’accordo triennale tra il capoluogo sabaudo e l’ENAC (ente nazionale aviazione civile) sull’uso e la sperimentazione dei droni in città.\r\n\r\nLa gestione della piazza è stata al limite del paranoico: divieti, controlli, strade chiuse o presidiate e i tornelli che hanno limitato l’accesso a piazza Castello. È chiaro che tutte le adunate popolari, che siano manifestazioni o eventi sportivi, ma anche feste, d’ora in avanti verranno gestite sul piano militare, con strumenti e strategie simili a quelle usate in guerra.\r\n\r\nI droni, nati come strumento bellico, si sono sviluppati in ogni campo: dall’agricoltura ai trasporti, dal monitoraggio al pattugliamento. Grazie all’ampio utilizzo sono considerati tecnologia militare e civile, così da godere di finanziamenti pubblici che però finiscono principalmente nella ricerca bellica. L’Italia ha già investito 700 milioni per infoltire il suo arsenale con questi spietati veivoli.\r\n\r\nAnche nella gestione e nel controllo delle frontiere vari paesi si sono muniti di droni per individuare e tracciare le rotte dei migranti, così da impedirne l’arrivo. I droni in questione sono muniti di telecamere, GPS e lenti a infrarossi e termiche. L’Unione Europea sta investendo miliardi per lo sviluppo di queste tecnologie e l’addestramento di forze apposite all’utilizzo.\r\n\r\nI droni verranno in aiuto anche ai sindaci della varie città per combattere microcriminalità, \u003Cmark>abusivi\u003C/mark>smo e reprimere manifestazioni pubbliche.\r\n\r\nLa promozione di queste tecnologie avviene attraverso la spettacolarizzazione, ma anche con la promozione nell’uso civile. Un’ennesima protesi artificiale volta ad aumentare la produzione, ma anche il controllo sui territori e la gestione del lavoro. In agricoltura è già ampiamente utilizzato, sia per la semina che per il monitoraggio delle piante, ma anche per allontanare gli uccelli dai cieli sui campi e per individuare i focolai di zanzare e provvedere alla bonifica.\r\n\r\nLa festa del patrono torinese ha dimostrato come i droni possano essere utilizzati anche in campo artistico, ad esempio moltissimi registi già ne fanno uso per le riprese dall’alto.\r\n\r\nL’adattamento commerciale di strumenti militari ha sempre causato un maggior controllo su chi ne fa utilizzo e su tutta la società in generale. L’idea di un cielo attraversato da centinaia di occhi volanti fa rabbrividire, ma non c’è nulla che un aquilone incendiario o una buona frombolata non possano abbattere.\r\n\r\n \r\n\r\nper ascoltare l'audio clicca qui:\r\n\r\nparte prima\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/droni-pt.1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nparte seconda\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/07/droni-pt.2.mp3\"][/audio]",[440],{"field":121,"matched_tokens":441,"snippet":437,"value":438},[68],{"best_field_score":417,"best_field_weight":126,"fields_matched":34,"num_tokens_dropped":48,"score":418,"tokens_matched":34,"typo_prefix_score":34},6637,{"collection_name":302,"first_q":68,"per_page":265,"q":68},8,["Reactive",447],{},["Set"],["ShallowReactive",450],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fjGG2TX9YL_tXCNV8ueph2MFZWkgUCOpHKkIdEjjqlTc":-1},true,"/search?query=abusivi"]