","La razza al lavoro: sfruttamento, falsa \"accoglienza\" e repressione da Rosarno a Foggia","post",1453136492,[64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75,76],"http://radioblackout.org/tag/accoglienza/","http://radioblackout.org/tag/affari-sui-migranti/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/bracciantato/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/foggia/","http://radioblackout.org/tag/ghetti/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/rosarno/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[30,78,79,80,37,81,82,83,15,28,84,85,86],"affari sui migranti","baraccopoli","bracciantato","campagne in lotta","Foggia","ghetti","rosarno","sfruttamento","Sgomberi",{"post_content":88,"post_title":92,"tags":95},{"matched_tokens":89,"snippet":90,"value":91},[30],"campo nuovi costosi progetti di \"\u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>\" e gestione umanitaria cavalcando il","Che cosa succede ai lavoratori migranti, più o meno \"regolari\" per quanto riguarda i documenti, ma sistematicamente sfruttati nelle campagne di Rosarno? Cosa accadrà a braccianti e lavoratori disoccupati nelle campagne di Foggia dove si moltiplicano baraccopoli e ghetti e dove l'amministrazione regionale è pronta a mettere in campo nuovi costosi progetti di \"\u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>\" e gestione umanitaria cavalcando il solito tema dell'emergenza?\r\n\r\nNel dicembre scorso si sono verificate varie aggressioni a braccianti originari del Burkina Faso e del Mali che rientravano dal lavoro. La stessa auto si è avvicinata in più occasioni a lavoratori che tornavano dal lavoro in bicicletta: alcuni di loro sono stati presi a sprangate e sono stati ricoverati in ospedale riportando un trauma cranico. Episodi di estrema violenza contro lavoratori migranti a Rosarno sembrano ripetersi ed addirittura aumentare, creando un clima simile a quello del 2010. Quell'anno avvenne la famosa \"rivolta di Rosarno\" che scosse tutto il paese ed infranse finalmente l'ipocrisia di media e quella dell'opinione pubblica, facendo quanto meno \"intuire\" quali fossero le reali condizioni di oppressione e sfruttamento in cui vivevano migliaia di lavoratori precari e migranti in tutte le campagne del territorio nazionale, da anni.\r\n\r\nCon il passaggio al nuovo anno e nuove elezioni amministrative alle porte, in Puglia si gioca sull'abusato discorso democratico. In modo ossessivo si associa il solito mantra intorno alla \"legalità\" a pratiche sempre più violente di controllo e repressione, per quel che riguarda la \"gestione\" sempre redditizia dello sgombero forzato di campi \"abusivi\", baraccopoli, ghetti di ogni forma, in cui vivono lavoratori migranti e stagionali, non solo nel sud Italia. Negli ultimi anni, inoltre, la realtà mostra come moltissimi rifugiati e richiedenti asilo si ritrovino a vivere in quegli stessi ghetti, campi e casolari diroccati, perché espulsi dai circuiti della prima \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> che, nel migliore dei casi, dura solamente pochi mesi, dato che poi si deve far spazio ai \"nuovi arrivi\" attraverso progetti e gestione di strutture, su cui ci lucra buona parte del terzo settore e non solo.\r\n\r\nIn entrambi i casi - che si parli delle aggressioni contro braccianti e migranti a Rosarno o degli sgomberi (più volte annunciati nel corso degli ultimi due anni) di baraccopoli e ghetti più o meno estesi in provincia di Foggia - si evita accuratamente da parte di politicanti e autorità varie di parlare di altre questioni, costantemente rimosse perché evidentemente fondamentali per oliare l'economia ed i profitti di imprenditori, associazioni di settore e GDO nelle campagne italiane. I temi sono sempre gli stessi: le condizioni strutturali di abuso, sfruttamento e ricatto per quel che riguarda il lavoro, la mancanza di documenti o la difficoltà di rinnovare il permesso di soggiorno a causa della Bossi-Fini ancora in vigore, le indecenti condizioni \"abitative\" in cui si ritrova a vivere la stragrande maggioranza di braccianti e lavoratori disoccupati nel sud come nel nord Italia, i quali si spostano strutturalmente tra campi e ghetti, in cui ormai \"risiede\" una quantità crescente di persone che ha titolo di protezione internazionale.\r\n\r\nQuesta mattina abbiamo parlato di questi temi e di molto altro con Irene, attivista di Campagne in Lotta, che segue in particolare le situazioni di Rosarno e Foggia da parecchi anni.\r\n\r\nAscolta il contributo:\r\n\r\nirene",{"matched_tokens":93,"snippet":94,"value":94},[30],"La razza al lavoro: sfruttamento, falsa \"\u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>\" e repressione da Rosarno a Foggia",[96,99,101,103,105,107,109,111,113,115,117,119,121],{"matched_tokens":97,"snippet":98},[30],"\u003Cmark>accoglienza\u003C/mark>",{"matched_tokens":100,"snippet":78},[],{"matched_tokens":102,"snippet":79},[],{"matched_tokens":104,"snippet":80},[],{"matched_tokens":106,"snippet":37},[],{"matched_tokens":108,"snippet":81},[],{"matched_tokens":110,"snippet":82},[],{"matched_tokens":112,"snippet":83},[],{"matched_tokens":114,"snippet":15},[],{"matched_tokens":116,"snippet":28},[],{"matched_tokens":118,"snippet":84},[],{"matched_tokens":120,"snippet":85},[],{"matched_tokens":122,"snippet":86},[],[124,129,132],{"field":38,"indices":125,"matched_tokens":126,"snippets":128},[50],[127],[30],[98],{"field":130,"matched_tokens":131,"snippet":94,"value":94},"post_title",[30],{"field":133,"matched_tokens":134,"snippet":90,"value":91},"post_content",[30],578730123365712000,{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":139,"num_tokens_dropped":50,"score":140,"tokens_matched":141,"typo_prefix_score":50},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",1,{"document":143,"highlight":166,"highlights":187,"text_match":135,"text_match_info":197},{"cat_link":144,"category":145,"comment_count":50,"id":146,"is_sticky":50,"permalink":147,"post_author":53,"post_content":148,"post_date":149,"post_excerpt":56,"post_id":146,"post_modified":150,"post_thumbnail":151,"post_thumbnail_html":152,"post_title":153,"post_type":61,"sort_by_date":154,"tag_links":155,"tags":161},[47],[49],"33198","http://radioblackout.org/2015/12/ponte-galeria-inagibile-espulsioni-accoglienza-e-giubileo/","A una settimana dalla rivolta nel Cie di Ponte Galeria si possono apprezzare i risultati: alcuni ragazzi sono stati liberati dopo il loro fermo in seguito alla incursione al Baobab, il centro di prima accoglienza gestito con la compiacenza delle istituzioni e poi chiuso a seguito del delirio securitario prodotto dal Giubileo. Altri invece sono stati spostati nei Cie della penisola ancora parzialmente agibili, persino in corso Brunelleschi a Torino, dove la struttura è in buona parte danneggiata e inagibile.\r\n\r\nSi dimostra così che non è attraverso le visite e la collaborazoine che si può smantellare questa rete di costrizione concetrazionaria. Infatti la sezione femminile trattiene ancora una cinquantina di persone, tra cui le nigeriane di cui tanto si è parlato anche a sproposito o con enfasi esagerata per conferire visibilità alle strutture che collaborano con le istituzioni (e spesso lucrano) sulla pelle di chi ha pigmentazione leggermente diversa.\r\n\r\nDa quando sono in atto le misure giubilari a Roma sono già stati identificati 4500 migranti ospiti di strutture in cui hanno fatto incursione le forze dell'ordine, oppure se si riparavano in stazioni o luoghi di accoglienza... un accanimento inaudito.\r\n\r\nMa Giulia ci ha fatto un quadro completo della situazione dell'identificazione, dell'espulsione e dell'accoglienza ai tempi del Giubileo:\r\n\r\nUnknown","18 Dicembre 2015","2015-12-22 19:18:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/2015_12_18-galeria-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/2015_12_18-galeria-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/2015_12_18-galeria-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/12/2015_12_18-galeria.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ponte Galeria: espulsioni, accoglienza e giubileo",1450445520,[64,156,157,158,159,160],"http://radioblackout.org/tag/baobab/","http://radioblackout.org/tag/centri-paraistituzionali/","http://radioblackout.org/tag/cie/","http://radioblackout.org/tag/espulsioni/","http://radioblackout.org/tag/ponte-galeria/",[30,162,163,24,164,165],"Baobab","centri paraistituzionali","espulsioni","Ponte Galeria",{"post_content":167,"post_title":171,"tags":174},{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":170},[30],"Baobab, il centro di prima \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> gestito con la compiacenza delle","A una settimana dalla rivolta nel Cie di Ponte Galeria si possono apprezzare i risultati: alcuni ragazzi sono stati liberati dopo il loro fermo in seguito alla incursione al Baobab, il centro di prima \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> gestito con la compiacenza delle istituzioni e poi chiuso a seguito del delirio securitario prodotto dal Giubileo. 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Ora anche da \"sinistra\" si sta pensando a come superare l'impianto che dovrebbe cercare di evitare altre stragi su barconi, additando altri capri espiatori (come le figure degli scafisti), e la ricetta pare essere sempre quella di intercettare i flussi migratori dall'altro lato del mare, utilizzando enti strutture consolati ambasciate scartoffie che dividono e rimandano a chissà quale arbitrato e a chissà quali figure autorevoli la decisione se una persona possieda i requisiti o meno per essere \"accettato\", \"tollerato\"... sfruttato..\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elio che in Sicilia segue con Borderline Sicilia gli eventi che capitano nel Canale e monitora i centri di accoglienza e le evoluzioni che l'amministrazione carceraria – o meglio prefettizia – immagina per loro, come si evince dal suo resoconto di centri osceni con statuto giuridco o meno, hub, cpsa, cara, csa...\r\n\r\n2014.07.31-elio_border","31 Luglio 2014","2014-08-11 14:52:13","Attraversando Mare Nostrum: odissea, accoglienza e nuove proposte",1406845254,[64,210,211,212,72,213,214,215,216],"http://radioblackout.org/tag/barconi/","http://radioblackout.org/tag/manconi/","http://radioblackout.org/tag/mare-nostrum/","http://radioblackout.org/tag/porto-emopedocle/","http://radioblackout.org/tag/pozzallo/","http://radioblackout.org/tag/sbarchi/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/",[30,218,219,220,15,221,222,223,224],"barconi","Manconi","Mare nostrum","Porto Emopedocle","Pozzallo","sbarchi","sicilia",{"post_content":226,"post_title":230,"tags":233},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[30],"e monitora i centri di \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> e le evoluzioni che l'amministrazione","Un dato per difetto dà una strage di 25 mila persone di ogni sesso ed età affogati nel tentativo di raggiungere Fortress Europe negli ultimi 10 anni... ma sono molti di più.\r\n\r\nOggi sono arrivati altre persone da zone di guerra (e nessuno dei commentatori di ogni tipo si perita di andare a vedere quanto diritto avrebbero di fuggire dall'orrore, dalle bombe, ed essere aiutati a ricostruirsi una esistenza cercando di dimenticare quello che hanno perso, visto, gli affetti sottratti, i parenti e amici morti... le sofferenze e i capitali gettati per salvarsi) e sono anche arrivati altri da paesi dove non è più possibile vivere per fattori climatici, per ruberie dell'occidente, per regimi assassini o perché non c'è possibilità di mantenersi... che hanno altrettanto diritto di approdare alle nostre coste.\r\n\r\nMare Nostrum è stata la risposta minima (e considerata dispendiosa). 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Ma i conti sarebbero presto fatti se si avesse intenzione di occuparsene e le cndizioni di ospitalità rimangono disumane per un centro di prima accoglienza da 200 posti che ora è già sovraffollato essendo a quota 300: viaggia verso quota 4000 il numero degli immigrati sbarcati quest'anno a Lampedusa e sono esigue le risorse a disposizione, ma anche le strutture e l'approccio al fenomeno Solo a giugno, finora, nell'isola siciliana ci sono stati finora 18 sbarchi, con 1416 persone arrivate, più altri 237 migranti giunti sulle coste della provincia di Agrigento. A maggio i numeri sono stati più bassi (5 sbarchi, 356 immigrati), ma a causa del maltempo, mentre ad aprile - quando erano ormai chiare le avvisaglie della ripresa dei flussi di immigrati in Sicilia - le cifre erano già alte: 12 sbarchi con 1263 extracomunitari arrivati nell'isola, il doppio di quelli giunti a marzo. A oggi il dato complessivo parla di 43 sbarchi e 3642 migranti arrivati a Lampedusa dall'inizio dell'anno, dati destinati a crescere rapidamente in questi giorni... eppure il silenzio sul flusso è assordante. Come l'omertà sui respingimenti illegali che stanno continuando.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Germana della rete Borderline Sicilia e ne sono scaturite analisi concrete e con alcuni riscontri che leggono il fenomeno degli sbarchi anomalo rispetto agli anni scorsi, soprattutto per la provenienza dei migranti e per le rotte battute. Ma anche per le strutture adibite a prima necessità (hangar a Pozzallo!), dove però si rimane anche a lungo stipati. Altrettanto preoccupanti sono i dati anomali e frammentari relativi agli ultimi arrivi, con la novità dei flussi proveninenti dalla Siria, oltre agli sbarchi di egiziani attraverso la Libia o la Tunisia e che vengono calati in un limbo sconosciuto nell'incertezza di trovare un loro status.\r\n\r\nPovere anime che camminano senza nessuna direzione...\r\n\r\n2013-06-28_germana","29 Giugno 2013","2013-07-06 11:39:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/accoglienza-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"259\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/06/accoglienza.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Il silenzio sul canale di Sicilia",1372467718,[64,317,318,72,319],"http://radioblackout.org/tag/flussi-migratori/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/respingimenti/",[30,321,322,15,323],"flussi migratori","Lampedusa","respingimenti",{"post_content":325,"tags":329},{"matched_tokens":326,"snippet":327,"value":328},[30],"per un centro di prima \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> da 200 posti che ora","Il ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge si recherà a Lampedusa per constatare personalmente la situazione relativa agli sbarchi di migranti. Ma i conti sarebbero presto fatti se si avesse intenzione di occuparsene e le cndizioni di ospitalità rimangono disumane per un centro di prima \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> da 200 posti che ora è già sovraffollato essendo a quota 300: viaggia verso quota 4000 il numero degli immigrati sbarcati quest'anno a Lampedusa e sono esigue le risorse a disposizione, ma anche le strutture e l'approccio al fenomeno Solo a giugno, finora, nell'isola siciliana ci sono stati finora 18 sbarchi, con 1416 persone arrivate, più altri 237 migranti giunti sulle coste della provincia di Agrigento. A maggio i numeri sono stati più bassi (5 sbarchi, 356 immigrati), ma a causa del maltempo, mentre ad aprile - quando erano ormai chiare le avvisaglie della ripresa dei flussi di immigrati in Sicilia - le cifre erano già alte: 12 sbarchi con 1263 extracomunitari arrivati nell'isola, il doppio di quelli giunti a marzo. A oggi il dato complessivo parla di 43 sbarchi e 3642 migranti arrivati a Lampedusa dall'inizio dell'anno, dati destinati a crescere rapidamente in questi giorni... eppure il silenzio sul flusso è assordante. Come l'omertà sui respingimenti illegali che stanno continuando.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Germana della rete Borderline Sicilia e ne sono scaturite analisi concrete e con alcuni riscontri che leggono il fenomeno degli sbarchi anomalo rispetto agli anni scorsi, soprattutto per la provenienza dei migranti e per le rotte battute. Ma anche per le strutture adibite a prima necessità (hangar a Pozzallo!), dove però si rimane anche a lungo stipati. Altrettanto preoccupanti sono i dati anomali e frammentari relativi agli ultimi arrivi, con la novità dei flussi proveninenti dalla Siria, oltre agli sbarchi di egiziani attraverso la Libia o la Tunisia e che vengono calati in un limbo sconosciuto nell'incertezza di trovare un loro status.\r\n\r\nPovere anime che camminano senza nessuna direzione...\r\n\r\n2013-06-28_germana",[330,332,334,336,338],{"matched_tokens":331,"snippet":98},[30],{"matched_tokens":333,"snippet":321},[],{"matched_tokens":335,"snippet":322},[],{"matched_tokens":337,"snippet":15},[],{"matched_tokens":339,"snippet":323},[],[341,346],{"field":38,"indices":342,"matched_tokens":343,"snippets":345},[50],[344],[30],[98],{"field":133,"matched_tokens":347,"snippet":327,"value":328},[30],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":301,"num_tokens_dropped":50,"score":302,"tokens_matched":141,"typo_prefix_score":50},{"document":350,"highlight":374,"highlights":392,"text_match":135,"text_match_info":398},{"cat_link":351,"category":352,"comment_count":50,"id":353,"is_sticky":50,"permalink":354,"post_author":53,"post_content":355,"post_date":356,"post_excerpt":56,"post_id":353,"post_modified":357,"post_thumbnail":56,"post_thumbnail_html":56,"post_title":358,"post_type":61,"sort_by_date":359,"tag_links":360,"tags":367},[47],[49],"55411","http://radioblackout.org/2019/09/nel-continente-africano/","Durante l'estate con gli organi di informazione fissi sulla crisi di governo da operetta e le intemperanze di Trump, il continente africano è rimasto in ombra, gli unici riflettori attenti a quelle latitudini erano quelli del business, che cerca di appropriarsi e spartirsi le risorse, che tenta di piazzare armi, far transitare droga e esseri umani. Inventare infrastrutture per il commercio e il trasporto di milizie.\r\n\r\nCon questa chiacchierata iniziale con Cornelia Toelgyes si è tentato di riprendere qualche spunto in molte aree del continente, con un filo rosso particolarmente sensibile ai problemi dei rifugiati interni e degli scontri interafricani, per arrivare poi ad analizzare più approfonditamente con Raffaele Masto la sorprendente situazione del Sudafrica incredibilmente xenofobo nei confronti dei fratelli africani.\r\n\r\nDunque dapprima si percorre il continente a partire dal Sudan con quel governo frutto delle lotte sanguinose del popolo che era riuscito a cacciare Al Bashir; il Sud Sudan con i timidi tentativi di comporre la guerra civile tra dinka capitanati da Salva Kiir e nuer di Riek Marchar; transitando dall'Uganda in grado di accogliere 2 milioni di profughi su poco più di 30 milioni di abitanti; gettando uno sguardo veloce al Congo Kinshasa, che si dibatte tra Nord Kivu e signori della guerra stranieri, che talvolta vengono individuati e uccisi, come in questi giorni il leader hutu Mudacumura, tra i responsabili dell'eccidio di 25 anni fa; si sfondano i muri della Guinea equatoriale con il suo quarantennale dittatore, laddove Obiang vagheggia sovversivi in arrivo dal Camerun, per arrivare a inorridire per le sparizioni in Nigeria, dove i bambini di 6 anni sono arrestati perché vendono cibo ai miliziani di Boko Haram. E infine ci spostiamo in Eritrea e i suoi trattati di pace immersi nella repressione religiosa, arrivando a chiudere il cerchio con la Tanzania, dove vengono espulsi in massai i burundesi...\r\n\r\nla calda estate africana\r\n\r\n... e poi il più grande paese dell'Africa australe: il Sudafrica e le sue pulsioni mastodontiche\r\n\r\nCrisi economica e xenofobia in Sudafrica","20 Settembre 2019","2023-04-19 15:05:48","L'estate del continente africano",1569000191,[64,361,362,73,363,364,365,366],"http://radioblackout.org/tag/africa/","http://radioblackout.org/tag/eritrea/","http://radioblackout.org/tag/sudan/","http://radioblackout.org/tag/tanzania/","http://radioblackout.org/tag/uganda/","http://radioblackout.org/tag/xenofobia/",[30,368,369,28,370,371,372,373],"Africa","Eritrea","Sudan","Tanzania","uganda","xenofobia",{"tags":375},[376,378,380,382,384,386,388,390],{"matched_tokens":377,"snippet":98},[30],{"matched_tokens":379,"snippet":368},[],{"matched_tokens":381,"snippet":369},[],{"matched_tokens":383,"snippet":28},[],{"matched_tokens":385,"snippet":370},[],{"matched_tokens":387,"snippet":371},[],{"matched_tokens":389,"snippet":372},[],{"matched_tokens":391,"snippet":373},[],[393],{"field":38,"indices":394,"matched_tokens":395,"snippets":397},[50],[396],[30],[98],{"best_field_score":137,"best_field_weight":138,"fields_matched":141,"num_tokens_dropped":50,"score":399,"tokens_matched":141,"typo_prefix_score":50},"578730123365711977",6646,{"collection_name":61,"first_q":30,"per_page":32,"q":30},{"facet_counts":403,"found":455,"hits":456,"out_of":660,"page":141,"request_params":661,"search_cutoff":39,"search_time_ms":412},[404,432],{"counts":405,"field_name":429,"sampled":39,"stats":430},[406,409,411,414,417,419,421,423,425,427],{"count":407,"highlighted":408,"value":408},11,"anarres",{"count":23,"highlighted":410,"value":410},"Harraga",{"count":412,"highlighted":413,"value":413},5,"frittura mista",{"count":415,"highlighted":416,"value":416},4,"I Bastioni di Orione",{"count":139,"highlighted":418,"value":418},"metix flow",{"count":301,"highlighted":420,"value":420},"black in",{"count":301,"highlighted":422,"value":422},"il colpo del strega",{"count":141,"highlighted":424,"value":424},"ACAB",{"count":141,"highlighted":426,"value":426},"la cosa giusta",{"count":141,"highlighted":428,"value":428},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":431},15,{"counts":433,"field_name":38,"sampled":39,"stats":453},[434,436,438,440,442,444,446,448,449,451],{"count":139,"highlighted":435,"value":435},"antirazzismo",{"count":139,"highlighted":437,"value":437},"Bastioni di Orione",{"count":301,"highlighted":439,"value":439},"cas",{"count":301,"highlighted":441,"value":441},"Trump",{"count":301,"highlighted":443,"value":443},"Siria",{"count":301,"highlighted":445,"value":445},"razzismo",{"count":301,"highlighted":447,"value":447},"proteste",{"count":301,"highlighted":15,"value":15},{"count":301,"highlighted":450,"value":450},"mistral air",{"count":301,"highlighted":452,"value":452},"Croce Rossa",{"total_values":454},126,42,[457,523,554,579,608,635],{"document":458,"highlight":510,"highlights":515,"text_match":518,"text_match_info":519},{"comment_count":50,"id":459,"is_sticky":50,"permalink":460,"podcastfilter":461,"post_author":462,"post_content":463,"post_date":464,"post_excerpt":465,"post_id":459,"post_modified":466,"post_thumbnail":467,"post_title":468,"post_type":469,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":492},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[416],"info2","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. 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Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. 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Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. 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Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[516],{"field":133,"matched_tokens":517,"snippet":513,"value":514},[30],578730123365187700,{"best_field_score":520,"best_field_weight":521,"fields_matched":141,"num_tokens_dropped":50,"score":522,"tokens_matched":141,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":524,"highlight":545,"highlights":550,"text_match":518,"text_match_info":553},{"comment_count":50,"id":525,"is_sticky":50,"permalink":526,"podcastfilter":527,"post_author":528,"post_content":529,"post_date":530,"post_excerpt":56,"post_id":525,"post_modified":531,"post_thumbnail":532,"post_title":533,"post_type":469,"sort_by_date":534,"tag_links":535,"tags":540},"99961","http://radioblackout.org/podcast/sullopuscolo-il-conflitto-e-il-suo-rimosso-note-a-partire-dal-reato-di-devastazione-e-saccheggio/",[410],"harraga","Nell’estate 2025 la città di Torino ha visto l’inizio del dibattimento in primo grado per i 19 imputatx accusatx di devastazione e saccheggio per i fatti relativi al corteo che – il 4 Marzo 2023 – attraversò la città, in solidarietà al compagno anarchico Alfredo Cospito, ai tempi in sciopero della fame da circa cinque mesi. Ad Harraga – trasmissione in onda su Radio Blackout tutti i venerdì dalle 15 alle 16 – nel ricordare quei mesi di mobilitazione contro 41bis ed ergastolo ostativo, ci preme approfondire come la controparte utilizzi lo strumento repressivo dell’art.419 c.p. in differenti contesti e per reprimere specifiche lotte. Non è un caso, a nostro avviso, che l’accusa di devastazione e saccheggio, sia mossa dalle differenti procure, sia nei riguardi dei contesti conflittuali in strada che verso chi lotta in CPR, carceri e centri di cosiddetta accoglienza.\r\nPartendo dall’analisi scaturita dall’opuscolo “Il conflitto e il suo rimosso. Note a partire dal reato di devastazione e saccheggio” - scaricabile qui – entriamo nel vivo di queste connessioni, grazie anche al contributo di due compagne della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali e di Rete Campagne in Lotta.\r\n\r\nPrima parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/dev-sacch-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/dev-sac-2.mp3\"][/audio]","21 Settembre 2025","2025-09-21 20:43:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Opuscolo-devsac-e1758479867851-200x110.png","Sull’opuscolo: Il conflitto e il suo rimosso. 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Le operazioni di soccorso nei boschi al confine vengono rese quasi impossibili dai pattugliamenti serrati delle forze dell'ordine; i respingimenti e l'abbandono volontario di chi chiede soccorso sono frequentissimi e silenziati da media e istituzioni. La maggior parte delle persone che riescono ad entrare, una volta identificate, vengono portate in centri aperti o chiusi, dai quali sempre più spesso partono deportazioni mascherate da rimpatri volontari.\r\n\r\nIn questo contesto, emerge l'impellenza di fare rete con chi, dalla Bulgaria alla Siria e alla Turchia, identifica e denuncia le responsabilità europee e locali delle morti, delle torture e delle deportazioni dei loro cari.\r\n\r\nL'importanza di riportare questi racconti non sta solo nel fare da megafono a chi porta avanti le nostre stesse lotte ad altre latitudini. 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In questa corrispondenza ad Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna da Sofia, abbiamo parlato di fascismo e antifascismo in Bulgaria; dove la situazione è per molti versi simili a quella ungherese, ma anche strettamente legata dinamiche europee. La Bulgaria è la frontiera sudorientale dell'Europa con la Turchia: un confine su cui politica bulgara ed europea costruiscono da anni la loro propaganda anti-immigrati per legittimare la militarizzazione e i tagli al welfare, e su cui marciano sia nuovi partiti di estrema destra, populisti e filo-russi, sia le organizzazioni neonaziste extra-partitiche. Nell'ultimo anno a Sofia, abbiamo assistito a marce anti-immigrati organizzate da rappresentanti della politica istituzionale e capeggiati da gruppi di ultras neonazi, così come a frequenti aggressioni per le strade e campagne di propaganda razzista e omotransfobica. I neonazi si prendono gli spazi lasciati vuoti dalla politica e dai servizi assenti: le organizzazioni giovanili \"patriottiche\" sono nelle scuole, nelle palestre e negli stadi. Spesso gli aggressori sono (appositamente) minorenni, mentre più in alto nella scala gerarchica sta chi da anni collabora con polizia, politica e mafia nel traffico della droga e nelle provocazioni nei movimenti di piazza più grandi. In mezzo al fascismo che avanza su tutti i fronti, lx compagnx antifascistx organizzano ogni anno un corteo chiamato \"No ai nazisti nelle nostre strade\" (in foto), in risposta alla marcia neonazista in onore del generale Hristo Lukov. Quest'anno le mobilitazioni antifasciste e antirazziste non sono mancate e sono state occasioni di intreccio tra le lotte in solidarietà ai reclusi nei cpr e nei centri di accoglienza bulgari, la lotta per la libertà di movimento al confine con la Turchia, le lotte transfemministe e il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese e quella curda.\r\n\r\nNella prima parte, un'analisi sul contesto bulgaro di ascesa delle estreme destre sia parlamentari che extra parlamentari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BulgariaANTIFApt1.mp3\"][/audio]\r\n Nella seconda parte dell'approfondimenti, un racconto su come si dispiega la resistenza all'estremismo di destra fronte a come quest'ultimo si mostra quotidianamente nelle strade:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BULGARIAantifapt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer più info e seguire le mobilitazioni: @antifabg @migrantsolidaritybg","14 Aprile 2025","2025-04-15 16:11:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/beznazisti-200x110.jpg","Neonazi e mobilitazioni antifasciste in Bulgaria",1744665223,[591,592,593,594],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[596,435,597,598],"antifascismo","lotta","war on migrants",{"post_content":600},{"matched_tokens":601,"snippet":602,"value":603},[30],"cpr e nei centri di \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> bulgari, la lotta per la","I fatti di Budapest di due anni fa e la conseguente pesante repressione che sta colpendo le e gli antifascisti in Ungheria e fuori, hanno aperto una finestra sull’antifascismo un po’ più a est dei nostri abituali orizzonti. In questa corrispondenza ad Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna da Sofia, abbiamo parlato di fascismo e antifascismo in Bulgaria; dove la situazione è per molti versi simili a quella ungherese, ma anche strettamente legata dinamiche europee. La Bulgaria è la frontiera sudorientale dell'Europa con la Turchia: un confine su cui politica bulgara ed europea costruiscono da anni la loro propaganda anti-immigrati per legittimare la militarizzazione e i tagli al welfare, e su cui marciano sia nuovi partiti di estrema destra, populisti e filo-russi, sia le organizzazioni neonaziste extra-partitiche. Nell'ultimo anno a Sofia, abbiamo assistito a marce anti-immigrati organizzate da rappresentanti della politica istituzionale e capeggiati da gruppi di ultras neonazi, così come a frequenti aggressioni per le strade e campagne di propaganda razzista e omotransfobica. 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Quest'anno le mobilitazioni antifasciste e antirazziste non sono mancate e sono state occasioni di intreccio tra le lotte in solidarietà ai reclusi nei cpr e nei centri di \u003Cmark>accoglienza\u003C/mark> bulgari, la lotta per la libertà di movimento al confine con la Turchia, le lotte transfemministe e il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese e quella curda.\r\n\r\nNella prima parte, un'analisi sul contesto bulgaro di ascesa delle estreme destre sia parlamentari che extra parlamentari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BulgariaANTIFApt1.mp3\"][/audio]\r\n Nella seconda parte dell'approfondimenti, un racconto su come si dispiega la resistenza all'estremismo di destra fronte a come quest'ultimo si mostra quotidianamente nelle strade:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BULGARIAantifapt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer più info e seguire le mobilitazioni: @antifabg @migrantsolidaritybg",[605],{"field":133,"matched_tokens":606,"snippet":602,"value":603},[30],{"best_field_score":520,"best_field_weight":521,"fields_matched":141,"num_tokens_dropped":50,"score":522,"tokens_matched":141,"typo_prefix_score":50},{"document":609,"highlight":626,"highlights":631,"text_match":518,"text_match_info":634},{"comment_count":50,"id":610,"is_sticky":50,"permalink":611,"podcastfilter":612,"post_author":613,"post_content":614,"post_date":615,"post_excerpt":56,"post_id":610,"post_modified":616,"post_thumbnail":617,"post_title":618,"post_type":469,"sort_by_date":619,"tag_links":620,"tags":623},"96808","http://radioblackout.org/podcast/metix-flow-28-marzo-2025/",[418],"metrixflow","Mentre i primi 20 migranti vengono reclusi nell'appena riaperto CPR di Torino, la violenza delle forze dell'ordine e degli enti gestori negli altri CPR italiani aumenta d'intensità.\r\n\r\nAbbiamo poi parlato della conversione dei centri di \"accoglienza\" in Albania, in nuovi CPR oltreconfine e dei 32 centri per migranti funzionanti in Turchia abbondantemente finanziati dall'UE.\r\n\r\nInfine le ronde \"anti maranza\" di Milano, figlie della narrazione tossica sempre più normalizzata ed accettata, che dipinge gli stranieri come delinquenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/metix-flow-28-marzo-2025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","30 Marzo 2025","2025-03-30 20:11:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/zapa296-4-200x110.jpg","Metix Flow - 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