","Whirlpool: accordi ancora in garanzia, ma era una frode","post",1570399756,[68,69,70,71,72,73],"http://radioblackout.org/tag/accordi/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/concertazioni/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazione/","http://radioblackout.org/tag/serrata/","http://radioblackout.org/tag/whirlpool/",[75,76,77,78,79,80],"accordi","autogestione","concertazioni","mobilitazione","serrata","whirlpool",{"post_title":82,"tags":85},{"matched_tokens":83,"snippet":84,"value":84},[75],"Whirlpool: \u003Cmark>accordi\u003C/mark> ancora in garanzia, ma era una frode",[86,89,91,93,95,97],{"matched_tokens":87,"snippet":88},[75],"\u003Cmark>accordi\u003C/mark>",{"matched_tokens":90,"snippet":76},[],{"matched_tokens":92,"snippet":77},[],{"matched_tokens":94,"snippet":78},[],{"matched_tokens":96,"snippet":79},[],{"matched_tokens":98,"snippet":80},[],[100,105],{"field":42,"indices":101,"matched_tokens":102,"snippets":104},[54],[103],[75],[88],{"field":106,"matched_tokens":107,"snippet":84,"value":84},"post_title",[75],578730123365712000,{"best_field_score":110,"best_field_weight":26,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":112,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"1108091339008",2,"578730123365711978",1,{"document":115,"highlight":141,"highlights":157,"text_match":108,"text_match_info":163},{"cat_link":116,"category":117,"comment_count":54,"id":118,"is_sticky":54,"permalink":119,"post_author":57,"post_content":120,"post_date":121,"post_excerpt":60,"post_id":118,"post_modified":122,"post_thumbnail":123,"post_thumbnail_html":124,"post_title":125,"post_type":65,"sort_by_date":126,"tag_links":127,"tags":134},[51],[53],"93931","http://radioblackout.org/2024/12/no-cpr-ne-in-italia-ne-in-albania-ne-altrove/","A un anno dalla firma del protocollo Rama-Meloni, il Network Against Migrant Detention, la rete nata dall’alleanza di realtà albanesi ed italiane e dall’incontro di numerosi percorsi e reti di mobilitazione contro la detenzione amministrativa e la restrizione della libertà di movimento delle persone migranti, si è data appuntamento a Tirana per rilanciare un percorso comune di mobilitazione contro il sistema CPR, l’esternalizzazione delle frontiere e l’occupazione del territorio albanese a servizio di politiche repressive e coloniali. Una due giorni che ha avuto luogo ieri e prosegue nella giornata di oggi, di cui ci siamo fattx raccontare dalla voce di un compagno in loco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/1e2dicembre.mp3\"][/audio]","2 Dicembre 2024","2024-12-02 16:26:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/albania-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/albania-300x180.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/albania-300x180.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/albania-768x460.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/albania.png 1021w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No CPR, nè in Italia, né in Albania, né altrove!",1733156690,[68,128,129,130,131,132,133],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/meloni/","http://radioblackout.org/tag/memorandum/","http://radioblackout.org/tag/migrazione/","http://radioblackout.org/tag/ue/",[75,135,136,137,138,139,140],"albania","cpr","meloni","memorandum","migrazione","UE",{"tags":142},[143,145,147,149,151,153,155],{"matched_tokens":144,"snippet":88},[75],{"matched_tokens":146,"snippet":135},[],{"matched_tokens":148,"snippet":136},[],{"matched_tokens":150,"snippet":137},[],{"matched_tokens":152,"snippet":138},[],{"matched_tokens":154,"snippet":139},[],{"matched_tokens":156,"snippet":140},[],[158],{"field":42,"indices":159,"matched_tokens":160,"snippets":162},[54],[161],[75],[88],{"best_field_score":110,"best_field_weight":26,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":54,"score":164,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"578730123365711977",{"document":166,"highlight":184,"highlights":192,"text_match":108,"text_match_info":198},{"cat_link":167,"category":168,"comment_count":54,"id":169,"is_sticky":54,"permalink":170,"post_author":57,"post_content":171,"post_date":172,"post_excerpt":60,"post_id":169,"post_modified":173,"post_thumbnail":174,"post_thumbnail_html":175,"post_title":176,"post_type":65,"sort_by_date":177,"tag_links":178,"tags":181},[51],[53],"90042","http://radioblackout.org/2024/05/info-da-fisica-occupata-la-complicita-delle-istituzioni-universitarie-nellindustria-bellica-e-la-posizione-del-rettore-geuna/","In questa puntata dell'info del giovedì in diretta dal dipartimento di Fisica occupato all'interno del movimento Intifada Studentesca, abbiamo approfondito alcuni temi all'ordine del giorno della protesta.\r\n\r\nInnanzitutto con uno studente di Fisica abbiamo affrontato le ragioni e le rivendicazioni dell'occupazione ripartendo dai comunicati scritti dagli studenti e dalla studentesse.\r\n\r\nAttraverso l'intervento di Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia, abbiamo approfondito l'inchiesta portata avanti dalla redazione in merito alla vendita di armi da parte del governo italiano a Israele nonostante le dichiarazioni del ministro Crosetto di aver interrotto il flusso di armamenti.\r\n\r\nGrazie alla partecipazione di alcuni docenti e ricercatori di Fisica, come Francesco Sylos Labini dirigente di ricerca presso il Centro di Ricerca Enrico Fermi a Roma, con il quale abbiamo affrontato la questione della spesa militare e della non indipendenza della scienza da questi temi. Con Alessandro Ferretti abbiamo infatti discusso in merito alla posizione del rettore di Unito e dei margini e degli spazi da poter investire in qualità di corpo docente che vuole sostenere il movimento studentesco.\r\n\r\nInfine, abbiamo sentito una studentessa romana del coordinamento dei collettivi della Sapienza per lanciare il weekend del 1-2-3 giugno a Roma dove verrà costruito un momento di mobilitazione nazionale di tutte le occupazioni studentesche per la Palestina.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/INfo-gio-Fisica-2024_05_23_2024.05.23-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","26 Maggio 2024","2024-05-26 12:45:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"203\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y-300x203.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y-300x203.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y-1024x692.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y-768x519.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/photo_5951705700587652085_y.jpg 1170w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Info da Fisica occupata: la complicità delle istituzioni universitarie nell'industria bellica e la posizione del Rettore Geuna.",1716727538,[68,179,180],"http://radioblackout.org/tag/fisica/","http://radioblackout.org/tag/intifada-studentesca/",[75,182,183],"fisica","intifada studentesca",{"tags":185},[186,188,190],{"matched_tokens":187,"snippet":88},[75],{"matched_tokens":189,"snippet":182},[],{"matched_tokens":191,"snippet":183},[],[193],{"field":42,"indices":194,"matched_tokens":195,"snippets":197},[54],[196],[75],[88],{"best_field_score":110,"best_field_weight":26,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":54,"score":164,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":200,"highlight":226,"highlights":250,"text_match":261,"text_match_info":262},{"cat_link":201,"category":202,"comment_count":54,"id":203,"is_sticky":54,"permalink":204,"post_author":57,"post_content":205,"post_date":206,"post_excerpt":60,"post_id":203,"post_modified":207,"post_thumbnail":208,"post_thumbnail_html":209,"post_title":210,"post_type":65,"sort_by_date":211,"tag_links":212,"tags":220},[51],[53],"88933","http://radioblackout.org/2024/04/stop-agli-accordi-universitari-con-israele-la-protesta-si-diffonde/","In questi giorni continuano a moltiplicarsi le università italiane che, su pressioni e proteste degli studenti e studentesse, decidono di interrompere gli accordi con le università israeliane che comportano dual use della ricerca. La presa di posizione riguarda in particolare il bando MAECI, accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele, il governo e in particolare la ministra Bernini, alimenta dal canto suo una narrazione disgustosa atta a tacciare di antisemitismo il movimento studentesco, dichiarando che le collaborazioni dual use non sono altro che una possibilità per aprire a vie \"di pace\". La retorica dell'università libera e della ricerca come possibilità di pace viene strumentalizzata per sottolineare la necessità di stoppare le cosiddette violenze relative al boicottaggio degli accordi universitari che si sta diffondendo in tantissimi atenei.\r\n\r\nA Torino il 23 aprile saranno presenti alla sede del Politecnico del Valentino i ministri Tajani e Bernini, gli ad di ENI e i rappresentati di MAECI, in questa occasione è stato lanciato un corteo in partenza alle 9.30 da Palazzo Nuovo. Di seguito l'indizione:\r\n\r\nMartedì prossimo, nella sede del Valentino del Politecnico torinese si terrà un convegno riservatissimo che non possiamo lasciare all’ombra dell’ipocrisia delle istituzioni universitarie!\r\n\r\nIl focus della conferenza ruoterà attorno alla definizione dell’Italia come potenza tecnologica e motore dell’internazionalizzazione e durerà tre giorni, dal 21 al 23 aprile. Ovviamente tutti i tavoli sono riservati agli addetti ai lavori e una pubblica sede universitaria verrà blindata per permettere lo svolgimento di un evento istituzionale a porte chiuse.\r\nL’ultimo giorno di convegno verranno discussi temi legati alla tecnologia e all’intelligenza artificiale; scontato dire che le applicazioni che interessano a questi “addetti ai lavori” rientrano nell’ambito bellico e strategico, pensare ad esempio che la seconda parte della giornata è secretata. Il prestigio degli ospiti di questo tavolo è degno di nota! Avremo, in ordine, Alessandra Fidanzi per ENI, Michele Giacomelli e Nicola Minasi come dirigenti del MAECI, ovviamente non potranno mancare le istituzioni nelle persone del rettore del Politecnico Corgnati, il governatore Cirio e il sindaco Lorusso. Ma non è finita! Avremo il piacere di ospitare anche il Ministro degli esteri Tajani, la ministra dell’università Bernini e il ministro dell’agricoltura Lollobrigida con l’eccellente moderazione del direttore de La Stampa Malaguti. Insomma, questi nomi ci evocano molte ragioni per voler contestare questo evento di rilievo, in primis il sostegno trasversale a tutte le figure e istituzioni coinvolte, ad Israele e alla sua guerra genocida, così come l’utilizzo della Ricerca universitaria per finalità bellicose contro cui la comunità accademica si sta mobilitando da mesi per la sua interruzione immediata, soprattutto in collaborazione con Israele. Se a questo, contestualizziamo una fase generale di guerra in progressivo inasprimento, ci appare fondamentale fare tutto ciò che è in nostro potere per boicottare ogni cosa che possa alimentare la capacità degli stati nazionali di aggravare gli effetti di questa guerra. Basta sprecare risorse per la ricerca di armi sempre più letali! Il rettore Corgnati, appena insediatosi, già svela il suo volto: rimane vago quando viene interrogato sulle sue posizioni rispetto alla questione palestinese ma poi chiarisce il proprio schieramento dando vita a dibattiti di questo genere, senza tener conto del dibattito aperto tra il corpo studentesco e i docenti, scegliendo di dialogare direttamente piuttosto con la Ministra Bernini che da mesi criminalizza le istanze degli studenti. Inoltre, gli studenti del politecnico si sono già recentemente mobilitati per richiedere la rescissione del bando MAECI, ottenendo dal rettore la fissazione di senato straordinario per discutere della questione: piuttosto che fissare una data, la risposta del rettore ad ora pare solo questa.\r\nDavanti alle stesse dichiarazioni della Ministra Bernini, che si vanta di come le università creino dialogo, vediamo come un evento a porte chiuse sia invece l’ennesima risposta.\r\nIl 23 ci mobiliteremo per dare una risposta importante a tutta questa ipocrisia e per dare voce ancora una volta alla causa per la liberazione della Palestina!\r\n\r\n23 aprile, ore 9 davanti a Palazzo Nuovo\r\n\r\nNESSUNO SPAZIO AI SIONISTI GUERRAFONDAI DENTRO L’UNIVERSITA’\r\n\r\n\r\n\r\nNe parliamo con Miriam del collettivo universitario autonomo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Palestina-e-G7-2024_04_18_2024.04.18-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAnche a Napoli a seguito dell'occupazione del rettorato dell'università Federico II gli studenti e studentesse hanno ottenuto lo stop degli accordi Italia-Israele.\r\n\r\nCi facciamo raccontare come prosegue la mobilitazione anche in vista del G7 di Capri che si svolge in questi giorni con la presenza del ministro Tajani che ha ribadito l'assoluto sostegno a Israele e l'intenzione di sanzionare l'Iran oltre che alla volontà di alimentare finanziariamente e militarmente la guerra in Ucraina.\r\n\r\nNe parliamo con Nicola della Rete Palestina di Napoli\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Napoli-maeci2024_04_18_2024.04.18-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Aprile 2024","2024-04-19 09:59:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/photo_5841623343739028644_y-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"266\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/photo_5841623343739028644_y-266x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/photo_5841623343739028644_y-266x300.jpg 266w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/photo_5841623343739028644_y.jpg 720w\" sizes=\"auto, (max-width: 266px) 100vw, 266px\" />","Stop agli accordi universitari con Israele: la protesta si diffonde.",1713520677,[213,214,215,216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/accordi-italia-israele/","http://radioblackout.org/tag/bando-maeci/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/universita/",[221,222,38,223,24,224,225],"accordi italia-israele","bando maeci","napoli","torino","università",{"post_content":227,"post_title":231,"tags":234},{"matched_tokens":228,"snippet":229,"value":230},[75],"studentesse, decidono di interrompere gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con le università israeliane che","In questi giorni continuano a moltiplicarsi le università italiane che, su pressioni e proteste degli studenti e studentesse, decidono di interrompere gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con le università israeliane che comportano dual use della ricerca. La presa di posizione riguarda in particolare il bando MAECI, accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele, il governo e in particolare la ministra Bernini, alimenta dal canto suo una narrazione disgustosa atta a tacciare di antisemitismo il movimento studentesco, dichiarando che le collaborazioni dual use non sono altro che una possibilità per aprire a vie \"di pace\". La retorica dell'università libera e della ricerca come possibilità di pace viene strumentalizzata per sottolineare la necessità di stoppare le cosiddette violenze relative al boicottaggio degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> universitari che si sta diffondendo in tantissimi atenei.\r\n\r\nA Torino il 23 aprile saranno presenti alla sede del Politecnico del Valentino i ministri Tajani e Bernini, gli ad di ENI e i rappresentati di MAECI, in questa occasione è stato lanciato un corteo in partenza alle 9.30 da Palazzo Nuovo. Di seguito l'indizione:\r\n\r\nMartedì prossimo, nella sede del Valentino del Politecnico torinese si terrà un convegno riservatissimo che non possiamo lasciare all’ombra dell’ipocrisia delle istituzioni universitarie!\r\n\r\nIl focus della conferenza ruoterà attorno alla definizione dell’Italia come potenza tecnologica e motore dell’internazionalizzazione e durerà tre giorni, dal 21 al 23 aprile. Ovviamente tutti i tavoli sono riservati agli addetti ai lavori e una pubblica sede universitaria verrà blindata per permettere lo svolgimento di un evento istituzionale a porte chiuse.\r\nL’ultimo giorno di convegno verranno discussi temi legati alla tecnologia e all’intelligenza artificiale; scontato dire che le applicazioni che interessano a questi “addetti ai lavori” rientrano nell’ambito bellico e strategico, pensare ad esempio che la seconda parte della giornata è secretata. Il prestigio degli ospiti di questo tavolo è degno di nota! Avremo, in ordine, Alessandra Fidanzi per ENI, Michele Giacomelli e Nicola Minasi come dirigenti del MAECI, ovviamente non potranno mancare le istituzioni nelle persone del rettore del Politecnico Corgnati, il governatore Cirio e il sindaco Lorusso. Ma non è finita! Avremo il piacere di ospitare anche il Ministro degli esteri Tajani, la ministra dell’università Bernini e il ministro dell’agricoltura Lollobrigida con l’eccellente moderazione del direttore de La Stampa Malaguti. Insomma, questi nomi ci evocano molte ragioni per voler contestare questo evento di rilievo, in primis il sostegno trasversale a tutte le figure e istituzioni coinvolte, ad Israele e alla sua guerra genocida, così come l’utilizzo della Ricerca universitaria per finalità bellicose contro cui la comunità accademica si sta mobilitando da mesi per la sua interruzione immediata, soprattutto in collaborazione con Israele. Se a questo, contestualizziamo una fase generale di guerra in progressivo inasprimento, ci appare fondamentale fare tutto ciò che è in nostro potere per boicottare ogni cosa che possa alimentare la capacità degli stati nazionali di aggravare gli effetti di questa guerra. Basta sprecare risorse per la ricerca di armi sempre più letali! Il rettore Corgnati, appena insediatosi, già svela il suo volto: rimane vago quando viene interrogato sulle sue posizioni rispetto alla questione palestinese ma poi chiarisce il proprio schieramento dando vita a dibattiti di questo genere, senza tener conto del dibattito aperto tra il corpo studentesco e i docenti, scegliendo di dialogare direttamente piuttosto con la Ministra Bernini che da mesi criminalizza le istanze degli studenti. Inoltre, gli studenti del politecnico si sono già recentemente mobilitati per richiedere la rescissione del bando MAECI, ottenendo dal rettore la fissazione di senato straordinario per discutere della questione: piuttosto che fissare una data, la risposta del rettore ad ora pare solo questa.\r\nDavanti alle stesse dichiarazioni della Ministra Bernini, che si vanta di come le università creino dialogo, vediamo come un evento a porte chiuse sia invece l’ennesima risposta.\r\nIl 23 ci mobiliteremo per dare una risposta importante a tutta questa ipocrisia e per dare voce ancora una volta alla causa per la liberazione della Palestina!\r\n\r\n23 aprile, ore 9 davanti a Palazzo Nuovo\r\n\r\nNESSUNO SPAZIO AI SIONISTI GUERRAFONDAI DENTRO L’UNIVERSITA’\r\n\r\n\r\n\r\nNe parliamo con Miriam del collettivo universitario autonomo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Palestina-e-G7-2024_04_18_2024.04.18-09.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAnche a Napoli a seguito dell'occupazione del rettorato dell'università Federico II gli studenti e studentesse hanno ottenuto lo stop degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> Italia-Israele.\r\n\r\nCi facciamo raccontare come prosegue la mobilitazione anche in vista del G7 di Capri che si svolge in questi giorni con la presenza del ministro Tajani che ha ribadito l'assoluto sostegno a Israele e l'intenzione di sanzionare l'Iran oltre che alla volontà di alimentare finanziariamente e militarmente la guerra in Ucraina.\r\n\r\nNe parliamo con Nicola della Rete Palestina di Napoli\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Napoli-maeci2024_04_18_2024.04.18-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":232,"snippet":233,"value":233},[75],"Stop agli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> universitari con Israele: la protesta si diffonde.",[235,238,240,242,244,246,248],{"matched_tokens":236,"snippet":237},[75],"\u003Cmark>accordi\u003C/mark> italia-israele",{"matched_tokens":239,"snippet":222},[],{"matched_tokens":241,"snippet":38},[],{"matched_tokens":243,"snippet":223},[],{"matched_tokens":245,"snippet":24},[],{"matched_tokens":247,"snippet":224},[],{"matched_tokens":249,"snippet":225},[],[251,253,256],{"field":106,"matched_tokens":252,"snippet":233,"value":233},[75],{"field":254,"matched_tokens":255,"snippet":229,"value":230},"post_content",[75],{"field":42,"indices":257,"matched_tokens":258,"snippets":260},[54],[259],[75],[237],578730123365187700,{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":265,"num_tokens_dropped":54,"score":266,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"1108091338752",15,3,"578730123365187707",{"document":268,"highlight":294,"highlights":316,"text_match":261,"text_match_info":326},{"cat_link":269,"category":270,"comment_count":54,"id":271,"is_sticky":54,"permalink":272,"post_author":57,"post_content":273,"post_date":274,"post_excerpt":60,"post_id":271,"post_modified":275,"post_thumbnail":276,"post_thumbnail_html":277,"post_title":278,"post_type":65,"sort_by_date":279,"tag_links":280,"tags":287},[51],[53],"51054","http://radioblackout.org/2018/12/brexit/","Nel gran chiacchiericcio fatto sulla Brexit, forse anche utile a rendere ostico e noioso il dibattito in modo da relegarlo a semplice burocrazia dopo l'ubriacatura sciovinista postreferendaria – anziché consentire un'analisi a chi subirà le innumerevoli conseguenze poco chiare anche per i tecnici – alcuni analisti si distinguono per chiarezza di approccio, rilevanza di dati proposti e onestà di analisi dello stato dell'arte nel momento in cui le strade rimaste aperte sono due. Anzi, una... come vedremo.\r\n\r\nInfatti tra una decina di giorni il parlamento britannico si esprimerà sulla bozza di accordo frutto di lunghe e defatiganti trattative tra 27 appartenenti all'Unione Europea e 1 membro che si sarebbe espresso a maggioranza per il divorzio. Il rapporto di forze può già essere significativo per comprendere che sia per il conseguimento del miglior accordo economico, sia per l'ottenimento degli obiettivi di base su controllo della qualità dell'immigrazione risulta titanico lo sforzo di imporsi: infatti le ultime proiezioni diffuse il 29 novembre 2018 indicano un crollo del pil britannico del 3,9 % nel caso si adotti l'uscita concordata da Theresa May, oppure il tracollo potrebbe raggiungere il 10% nell'ideale dei brexiter più ortodossi. Senza considerare la bilancia commerciale tra paesi ancora all'interno dell'Unione e Oltremanica (con l'ulteriore problema degli accordi con l'Irlanda per la cancellazione delle frontiere doganali tra Eire e Irlanda del Nord, che impone alla corona di adeguarsi ai dazi e agli accordi decisi a Bruxelles, senza che Londra possa partecipare alla trattativa). E proprio questa è quell'unica soluzione concordata che si possa perseguire, l'altra è lo scontro derivante dal no deal, con gravi ripercussioni, anche peggiori dei 50 miliardi immaginati come sanzione per guadagnarsi l'uscita mantenendo gli impegni presi finora.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Matteo Villa su questi temi che con dovizia di tabelle, dati, rapporti con i suoi colleghi dell'Ispi ha illustrato l'attuale orizzonte di possibilità che è giunto alla scelta finale dalla quale può discendere solo una soluzione, più o meno onerosa per il sovranismo britannico.\r\n\r\nComunque la si giri Brexit non è un affare\r\n\r\n ","1 Dicembre 2018","2018-12-01 00:19:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"214\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB-300x214.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB-300x214.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB-768x548.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB-1024x731.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/commerci_GB.jpg 1094w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brexit: non c'è via d'uscita dentro accordi commerciali",1543623210,[281,282,283,284,285,286],"http://radioblackout.org/tag/accordi-ue-gran-bretagna/","http://radioblackout.org/tag/brexit/","http://radioblackout.org/tag/cherry-picking/","http://radioblackout.org/tag/dazi-e-unione-doganale/","http://radioblackout.org/tag/irlanda/","http://radioblackout.org/tag/lose-lose/",[288,289,290,291,292,293],"accordi UE gran bretagna","Brexit","cherry picking","dazi e unione doganale","Irlanda","lose-lose",{"post_content":295,"post_title":299,"tags":302},{"matched_tokens":296,"snippet":297,"value":298},[75],"Oltremanica (con l'ulteriore problema degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con l'Irlanda per la cancellazione","Nel gran chiacchiericcio fatto sulla Brexit, forse anche utile a rendere ostico e noioso il dibattito in modo da relegarlo a semplice burocrazia dopo l'ubriacatura sciovinista postreferendaria – anziché consentire un'analisi a chi subirà le innumerevoli conseguenze poco chiare anche per i tecnici – alcuni analisti si distinguono per chiarezza di approccio, rilevanza di dati proposti e onestà di analisi dello stato dell'arte nel momento in cui le strade rimaste aperte sono due. Anzi, una... come vedremo.\r\n\r\nInfatti tra una decina di giorni il parlamento britannico si esprimerà sulla bozza di accordo frutto di lunghe e defatiganti trattative tra 27 appartenenti all'Unione Europea e 1 membro che si sarebbe espresso a maggioranza per il divorzio. Il rapporto di forze può già essere significativo per comprendere che sia per il conseguimento del miglior accordo economico, sia per l'ottenimento degli obiettivi di base su controllo della qualità dell'immigrazione risulta titanico lo sforzo di imporsi: infatti le ultime proiezioni diffuse il 29 novembre 2018 indicano un crollo del pil britannico del 3,9 % nel caso si adotti l'uscita concordata da Theresa May, oppure il tracollo potrebbe raggiungere il 10% nell'ideale dei brexiter più ortodossi. Senza considerare la bilancia commerciale tra paesi ancora all'interno dell'Unione e Oltremanica (con l'ulteriore problema degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con l'Irlanda per la cancellazione delle frontiere doganali tra Eire e Irlanda del Nord, che impone alla corona di adeguarsi ai dazi e agli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> decisi a Bruxelles, senza che Londra possa partecipare alla trattativa). E proprio questa è quell'unica soluzione concordata che si possa perseguire, l'altra è lo scontro derivante dal no deal, con gravi ripercussioni, anche peggiori dei 50 miliardi immaginati come sanzione per guadagnarsi l'uscita mantenendo gli impegni presi finora.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Matteo Villa su questi temi che con dovizia di tabelle, dati, rapporti con i suoi colleghi dell'Ispi ha illustrato l'attuale orizzonte di possibilità che è giunto alla scelta finale dalla quale può discendere solo una soluzione, più o meno onerosa per il sovranismo britannico.\r\n\r\nComunque la si giri Brexit non è un affare\r\n\r\n ",{"matched_tokens":300,"snippet":301,"value":301},[75],"Brexit: non c'è via d'uscita dentro \u003Cmark>accordi\u003C/mark> commerciali",[303,306,308,310,312,314],{"matched_tokens":304,"snippet":305},[75],"\u003Cmark>accordi\u003C/mark> UE gran bretagna",{"matched_tokens":307,"snippet":289},[],{"matched_tokens":309,"snippet":290},[],{"matched_tokens":311,"snippet":291},[],{"matched_tokens":313,"snippet":292},[],{"matched_tokens":315,"snippet":293},[],[317,319,321],{"field":106,"matched_tokens":318,"snippet":301,"value":301},[75],{"field":254,"matched_tokens":320,"snippet":297,"value":298},[75],{"field":42,"indices":322,"matched_tokens":323,"snippets":325},[54],[324],[75],[305],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":265,"num_tokens_dropped":54,"score":266,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":328,"highlight":349,"highlights":363,"text_match":261,"text_match_info":371},{"cat_link":329,"category":330,"comment_count":54,"id":331,"is_sticky":54,"permalink":332,"post_author":57,"post_content":333,"post_date":334,"post_excerpt":60,"post_id":331,"post_modified":335,"post_thumbnail":336,"post_thumbnail_html":337,"post_title":338,"post_type":65,"sort_by_date":339,"tag_links":340,"tags":345},[51],[53],"96370","http://radioblackout.org/2025/03/siria-pulizia-etnica-degli-alawiti-e-accordi-con-la-siria-del-nord/","Secondo quanto scrive l’agenzia Anbamed: “In tre giorni, più di mille persone, fra cui 745 civili, sono state uccise negli scontri fra le forze di sicurezza siriane e le milizie leali a Bashar Assad nella regione di Latakia.\r\nI civili sono stati uccisi in esecuzioni sommarie.\r\nSui social sono state pubblicate foto di decine di corpi per terra in una pozzanghera di sangue. Vi erano anche bambini sgozzati. (…)\r\nGli scontri sono iniziati giovedì 6 marzo, dopo una imboscata su vasta scala a Jableh, a opera delle milizie filo Assad contro i gruppi guidati da Tahir al-Sham.\r\nSubito dopo è iniziata la pulizia etnica contro gli alawiti. La regione è senza elettricità e acqua.\r\nSecondo altre fonti il massacro potrebbe avere proporzioni molto maggiori, arrivando a 10.000 persone.\r\n\r\nIeri il governo di Al Jolani ha firmato un accordo in 8 punti con il capo delle forze militari della Siria dell’Est. Questo accordo prevede una progressiva integrazione della Siria del Nord nello Stato siriano a guida jihadista.\r\nUn accordo dal sapore agre, sottoscritto nelle stesse ore del pogrom contro gli alawiti.\r\nUna mossa che, sebbene motivata dal tentativo di sopravvivere, potrebbe essere letale per il futuro delle esperienze di autonomia politica, ecologica e femminista dell’area.\r\nNe abbiamo parlato con Murat Cinar\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-11-pogrom-alawiti-mutatcinar-.mp3\"][/audio]","11 Marzo 2025","2025-03-11 19:27:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/accordo.jpg 1408w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Siria. Pulizia etnica degli alawiti e accordi con la Siria del Nord",1741721262,[341,342,343,344],"http://radioblackout.org/tag/accordi-tahir-al-sham-sdf/","http://radioblackout.org/tag/alawiti/","http://radioblackout.org/tag/pulizia-etnica/","http://radioblackout.org/tag/siria/",[346,347,348,33],"accordi Tahir al-Sham SDF","alawiti","pulizia etnica",{"post_title":350,"tags":353},{"matched_tokens":351,"snippet":352,"value":352},[75],"Siria. Pulizia etnica degli alawiti e \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con la Siria del Nord",[354,357,359,361],{"matched_tokens":355,"snippet":356},[75],"\u003Cmark>accordi\u003C/mark> Tahir al-Sham SDF",{"matched_tokens":358,"snippet":347},[],{"matched_tokens":360,"snippet":348},[],{"matched_tokens":362,"snippet":33},[],[364,366],{"field":106,"matched_tokens":365,"snippet":352,"value":352},[75],{"field":42,"indices":367,"matched_tokens":368,"snippets":370},[54],[369],[75],[356],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":372,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"578730123365187706",6645,{"collection_name":65,"first_q":75,"per_page":375,"q":75},6,7,{"facet_counts":378,"found":430,"hits":431,"out_of":666,"page":113,"request_params":667,"search_cutoff":43,"search_time_ms":415},[379,407],{"counts":380,"field_name":404,"sampled":43,"stats":405},[381,384,387,389,391,393,396,398,400,402],{"count":382,"highlighted":383,"value":383},30,"I Bastioni di Orione",{"count":385,"highlighted":386,"value":386},23,"anarres",{"count":37,"highlighted":388,"value":388},"frittura mista",{"count":376,"highlighted":390,"value":390},"Harraga",{"count":376,"highlighted":392,"value":392},"Bello come una prigione che brucia",{"count":394,"highlighted":395,"value":395},4,"liberation front",{"count":265,"highlighted":397,"value":397},"arsider",{"count":111,"highlighted":399,"value":399},"black in",{"count":111,"highlighted":401,"value":401},"Macerie su macerie",{"count":113,"highlighted":403,"value":403},"Radio Borroka","podcastfilter",{"total_values":406},21,{"counts":408,"field_name":42,"sampled":43,"stats":428},[409,412,414,416,418,420,422,423,425,426],{"count":410,"highlighted":411,"value":411},25,"Bastioni di Orione",{"count":376,"highlighted":413,"value":413},"BastioniOrione",{"count":415,"highlighted":38,"value":38},5,{"count":415,"highlighted":417,"value":417},"war on migrants",{"count":394,"highlighted":419,"value":419},"frittura mista radio fabbrica",{"count":265,"highlighted":421,"value":421},"droni",{"count":265,"highlighted":33,"value":33},{"count":265,"highlighted":424,"value":424},"russia",{"count":265,"highlighted":35,"value":35},{"count":265,"highlighted":427,"value":427},"accordo sulla rappresentanza",{"total_values":429},135,106,[432,475,503,533,560,604],{"document":433,"highlight":460,"highlights":469,"text_match":261,"text_match_info":474},{"comment_count":54,"id":434,"is_sticky":54,"permalink":435,"podcastfilter":436,"post_author":437,"post_content":438,"post_date":439,"post_excerpt":60,"post_id":434,"post_modified":440,"post_thumbnail":441,"post_title":442,"post_type":443,"sort_by_date":444,"tag_links":445,"tags":453},"95184","http://radioblackout.org/podcast/al-masri-war-on-migrants-usa-mexico-accordi-europol-egitto/",[392],"bellocome","Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone detenute, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. Se le foto di persone incatenate e caricate sui C-17 della 60th Air Mobility Wing (ala logistica dell’aeronautica militare) rimandano alla dimensione militare della War on Migrants, meno frequentemente se ne osserva quella finanziaria ed economica: cerchiamo di seguire l’andamento azionario dei colossi della carcerazione privata coinvolti nel fenomeno e alcune frizioni tra MAGA e Musk che riguardano il bisogno di forza lavoro per il settore hi-tech.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_geo-group-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMESSICO\r\n\r\nTra ConsulApp Contigo, app per smartphone per avvisare familiari e consolati in caso si venga rastrellati dall’ICE, e tendopoli erette in fretta e furia al confine con gli USA, anche il Messico si prepara alle possibili deportazioni di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCORDI TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA EGIZIANE\r\n\r\nPartendo dall’osservazione del sostegno italiano nei confronti dell’apparato repressivo egiziano (sia in termini di formazione che di trasferimento di armi e tecnologie), approdiamo al tema centrale di questo approfondimento: gli accordi tra l’agenzia Europol e le forze di sicurezza di Al Sisi.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org cerchiamo di analizzare la genesi e il portato politico di questi accordi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_egitto-europol.mp3\"][/audio]","29 Gennaio 2025","2025-01-29 13:22:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bcupcb_europol-egitto-200x110.jpg","Al-MASRI | WAR ON MIGRANTS: USA-MEXICO | ACCORDI EUROPOL-EGITTO","podcast",1738156955,[446,447,448,449,450,451,452],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/geo-group/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[454,455,456,457,458,459,417],"carcere","Egitto","geo group","repressione","scafisti","sorveglianza",{"post_content":461,"post_title":466},{"matched_tokens":462,"snippet":464,"value":465},[463],"ACCORDI","di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA","Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone detenute, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. Se le foto di persone incatenate e caricate sui C-17 della 60th Air Mobility Wing (ala logistica dell’aeronautica militare) rimandano alla dimensione militare della War on Migrants, meno frequentemente se ne osserva quella finanziaria ed economica: cerchiamo di seguire l’andamento azionario dei colossi della carcerazione privata coinvolti nel fenomeno e alcune frizioni tra MAGA e Musk che riguardano il bisogno di forza lavoro per il settore hi-tech.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_geo-group-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMESSICO\r\n\r\nTra ConsulApp Contigo, app per smartphone per avvisare familiari e consolati in caso si venga rastrellati dall’ICE, e tendopoli erette in fretta e furia al confine con gli USA, anche il Messico si prepara alle possibili deportazioni di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA EGIZIANE\r\n\r\nPartendo dall’osservazione del sostegno italiano nei confronti dell’apparato repressivo egiziano (sia in termini di formazione che di trasferimento di armi e tecnologie), approdiamo al tema centrale di questo approfondimento: gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> tra l’agenzia Europol e le forze di sicurezza di Al Sisi.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org cerchiamo di analizzare la genesi e il portato politico di questi \u003Cmark>accordi\u003C/mark>:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_egitto-europol.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":467,"snippet":468,"value":468},[463],"Al-MASRI | WAR ON MIGRANTS: USA-MEXICO | \u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> EUROPOL-EGITTO",[470,472],{"field":106,"matched_tokens":471,"snippet":468,"value":468},[463],{"field":254,"matched_tokens":473,"snippet":464,"value":465},[463],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":372,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":476,"highlight":489,"highlights":497,"text_match":261,"text_match_info":502},{"comment_count":54,"id":477,"is_sticky":54,"permalink":478,"podcastfilter":479,"post_author":480,"post_content":481,"post_date":482,"post_excerpt":60,"post_id":477,"post_modified":483,"post_thumbnail":484,"post_title":485,"post_type":443,"sort_by_date":486,"tag_links":487,"tags":488},"78855","http://radioblackout.org/podcast/gli-atenei-di-torino-complici-delle-violenze-in-frontiera-alcuni-nodi-sugli-accordi-polito-frontex/",[399],"ujamaa","In vista del presidio al Politecnico per protestare contro gli accordi che gli atenei di Torino si sono impegnati a stringere con Frontex, in questa puntata di black-in, abbiamo approfondito alcuni elementi di questa collaborazione mortifera con un* compagn* del collettivo Metamorfosi. [audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022_12_05_2022.12.05-19.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","8 Dicembre 2022","2022-12-09 23:02:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/Immagine-2022-12-08-191808-e1670523632220-200x110.png","Gli atenei di Torino complici delle violenze in frontiera: alcuni nodi sugli accordi PoliTO-Frontex",1670527451,[],[],{"post_content":490,"post_title":494},{"matched_tokens":491,"snippet":492,"value":493},[75],"Politecnico per protestare contro gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> che gli atenei di Torino","In vista del presidio al Politecnico per protestare contro gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> che gli atenei di Torino si sono impegnati a stringere con Frontex, in questa puntata di black-in, abbiamo approfondito alcuni elementi di questa collaborazione mortifera con un* compagn* del collettivo Metamorfosi. [audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022_12_05_2022.12.05-19.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":495,"snippet":496,"value":496},[75],"Gli atenei di Torino complici delle violenze in frontiera: alcuni nodi sugli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> PoliTO-Frontex",[498,500],{"field":106,"matched_tokens":499,"snippet":496,"value":496},[75],{"field":254,"matched_tokens":501,"snippet":492,"value":493},[75],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":372,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":504,"highlight":518,"highlights":527,"text_match":261,"text_match_info":532},{"comment_count":54,"id":505,"is_sticky":54,"permalink":506,"podcastfilter":507,"post_author":508,"post_content":509,"post_date":510,"post_excerpt":60,"post_id":505,"post_modified":511,"post_thumbnail":512,"post_title":513,"post_type":443,"sort_by_date":514,"tag_links":515,"tags":517},"76463","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-30-6-2022-vertici-dei-brics-del-g7-e-della-nato-parole-e-fatti-nel-confronto-globale-i-nuovi-blocchi-e-il-ruolo-di-cina-e-india-rivolta-continua-in-ecuador-prospettive-di-un/",[383],"radiokalakuta"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata affronta gli esiti della riunione dei Brics e del G7 con particolare attenzione al ruolo della Cina e dell'India ,ne parliamo con Sabrina Melis e Marco Dell'Aguzzo di China Files ,approfondendo gli aspetti relativi alla nuova \"partnership\" messa in campo da Biden per contrastare la \"Belt and road initiative \" cinese con attenzione alle risorse investite nel nucleare \"smr\" ,quello di piccola taglia e le conseguenze della trappola del debito per i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi ,il ruolo definito ambiguo da parte deli USA dell'India e le sue connessioni storiche con il movimento dei non allineati.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/SABRINA-MARCO-BASTIONI-30062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Ecuador per raccontare con Davide Matrone ,freelance che vive a Quito, la rivolta popolare che sta scuotendo il paese contro le politiche neoliberiste del presidente Lasso ,ex banchiere legato alle élite dominanti ecuatoriane . Manifestazioni guidate dalle comunità indigene che si riconoscono nella Conaie che stanno paralizzando le attività economiche ,aumenta la repressione con arresti massicci e violenze poliziesche ,analizziamo anche la prospettiva della creazione di un blocco sociale alternativo che superi le contraddizioni della precedente esperienza del governo progressista dell'ex presidente Correa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine commentiamo l'accordo in sede Nato a Madrid fra Svezia ,Finlandia e Turchia ,che consente l'ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato in cambio del ritiro al sostegno dei curdi ,ennesimo tradimento della causa curda in nome della real politik da parte dei falsi amici occidentali ,tradimenti cominciati negli anni 20 con gli accordi di Sevres che promettevano una patria ai curdi poi ritrattati dalle potenze imperiali .Il PKK viene definito un organizzazione terrorista e così le YPG e le formazioni che sul campo hanno sconfitto i jiahidisti ,conseguenza immediata l'estradizione di 45 esuli curdi che rischiano di finire nelle carceri turche ,mentre continua l'operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-CURDI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Luglio 2022","2022-07-02 19:40:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/6/2022 - VERTICI DEI BRICS ,DEL G7 E DELLA NATO PAROLE E FATTI NEL CONFRONTO GLOBALE , I NUOVI BLOCCHI E IL RUOLO DI CINA E INDIA- RIVOLTA CONTINUA IN ECUADOR , PROSPETTIVE DI UN BLOCCO SOCIALE A GUIDA INDIGENA CONTRO LE POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI ACCORDI INFAMI FRA LA NATO E IL SULTANO SULLA PELLE DEI CURDI TRADITI ANCORA DAI FALSI ALLEATI OCCIDENTALI.",1656790857,[516],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[411],{"post_content":519,"post_title":523},{"matched_tokens":520,"snippet":521,"value":522},[75],"negli anni 20 con gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Sevres che promettevano una"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata affronta gli esiti della riunione dei Brics e del G7 con particolare attenzione al ruolo della Cina e dell'India ,ne parliamo con Sabrina Melis e Marco Dell'Aguzzo di China Files ,approfondendo gli aspetti relativi alla nuova \"partnership\" messa in campo da Biden per contrastare la \"Belt and road initiative \" cinese con attenzione alle risorse investite nel nucleare \"smr\" ,quello di piccola taglia e le conseguenze della trappola del debito per i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi ,il ruolo definito ambiguo da parte deli USA dell'India e le sue connessioni storiche con il movimento dei non allineati.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/SABRINA-MARCO-BASTIONI-30062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Ecuador per raccontare con Davide Matrone ,freelance che vive a Quito, la rivolta popolare che sta scuotendo il paese contro le politiche neoliberiste del presidente Lasso ,ex banchiere legato alle élite dominanti ecuatoriane . Manifestazioni guidate dalle comunità indigene che si riconoscono nella Conaie che stanno paralizzando le attività economiche ,aumenta la repressione con arresti massicci e violenze poliziesche ,analizziamo anche la prospettiva della creazione di un blocco sociale alternativo che superi le contraddizioni della precedente esperienza del governo progressista dell'ex presidente Correa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine commentiamo l'accordo in sede Nato a Madrid fra Svezia ,Finlandia e Turchia ,che consente l'ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato in cambio del ritiro al sostegno dei curdi ,ennesimo tradimento della causa curda in nome della real politik da parte dei falsi amici occidentali ,tradimenti cominciati negli anni 20 con gli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Sevres che promettevano una patria ai curdi poi ritrattati dalle potenze imperiali .Il PKK viene definito un organizzazione terrorista e così le YPG e le formazioni che sul campo hanno sconfitto i jiahidisti ,conseguenza immediata l'estradizione di 45 esuli curdi che rischiano di finire nelle carceri turche ,mentre continua l'operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-CURDI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":524,"snippet":525,"value":526},[463],"POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI \u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> INFAMI FRA LA NATO E","BASTIONI DI ORIONE 30/6/2022 - VERTICI DEI BRICS ,DEL G7 E DELLA NATO PAROLE E FATTI NEL CONFRONTO GLOBALE , I NUOVI BLOCCHI E IL RUOLO DI CINA E INDIA- RIVOLTA CONTINUA IN ECUADOR , PROSPETTIVE DI UN BLOCCO SOCIALE A GUIDA INDIGENA CONTRO LE POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI \u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> INFAMI FRA LA NATO E IL SULTANO SULLA PELLE DEI CURDI TRADITI ANCORA DAI FALSI ALLEATI OCCIDENTALI.",[528,530],{"field":106,"matched_tokens":529,"snippet":525,"value":526},[463],{"field":254,"matched_tokens":531,"snippet":521,"value":522},[75],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":372,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":534,"highlight":547,"highlights":554,"text_match":261,"text_match_info":559},{"comment_count":54,"id":535,"is_sticky":54,"permalink":536,"podcastfilter":537,"post_author":538,"post_content":539,"post_date":540,"post_excerpt":60,"post_id":535,"post_modified":541,"post_thumbnail":542,"post_title":543,"post_type":443,"sort_by_date":544,"tag_links":545,"tags":546},"41939","http://radioblackout.org/podcast/intervista-a-davide-grasso-sullavanzata-delle-sdf-in-siria-e-sugli-accordi-di-astana/",[],"dj","Intervista con Davide Grasso sull'avanzata delle SDF nella Siria del Nord, verso la liberazione di Raqqa, e sugli accordi di Astana.\r\n\r\nUnknown","11 Maggio 2017","2018-10-17 22:07:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/05/sdf-200x110.jpg","Intervista a Davide Grasso sull'avanzata delle SDF in Siria e sugli accordi di Astana",1494523856,[],[],{"post_content":548,"post_title":551},{"matched_tokens":549,"snippet":550,"value":550},[75],"Intervista con Davide Grasso sull'avanzata delle SDF nella Siria del Nord, verso la liberazione di Raqqa, e sugli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Astana.\r\n\r\nUnknown",{"matched_tokens":552,"snippet":553,"value":553},[75],"Intervista a Davide Grasso sull'avanzata delle SDF in Siria e sugli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Astana",[555,557],{"field":106,"matched_tokens":556,"snippet":553,"value":553},[75],{"field":254,"matched_tokens":558,"snippet":550,"value":550},[75],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":54,"score":372,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},{"document":561,"highlight":595,"highlights":599,"text_match":261,"text_match_info":602},{"comment_count":54,"id":562,"is_sticky":54,"permalink":563,"podcastfilter":564,"post_author":437,"post_content":565,"post_date":566,"post_excerpt":60,"post_id":562,"post_modified":567,"post_thumbnail":568,"post_title":569,"post_type":443,"sort_by_date":570,"tag_links":571,"tags":584},"98099","http://radioblackout.org/podcast/torino-la-morte-di-hamid-sardegna-tra-carcere-e-guerra-accordi-italia-israele-droni-cinesi/",[392],"Estratti dalla puntata del 26 maggio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nTORINO - L’OMICIDIO DI STATO DI HAMID BADOUI\r\n\r\nLunedì 19 maggio 2025 il cadavere Hamid Badoui è stato trovato in una cella del carcere di Torino.\r\n\r\nIl tutto è stato classificato come suicidio, ma la sua morte è il prodotto di una concatenazione di violenze: la reclusione in carcere e CPR, la deportazione nel centro di Gjader in Albania, la psico-farmacolizzazione coercitiva di questi spazi concentrazionari, il pestaggio brutale nel quartiere di Barriera di Milano.\r\n\r\nLa morte di Hamid è un omicidio di Stato diluito.\r\n\r\nGrazie al contributo di una compagna presente - e denunciata per non essere rimasta inerte di fronte alla violenza scatenata dagli agenti contro Hamid – cerchiamo di ripercorrere gli eventi che hanno portato alla morte di questo giovane uomo, dalla ferocia delle forze dell’ordine esibita come monito nei quartieri popolari, agli effetti della Guerra alle Persone Migranti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_la-morte-di-Hamid.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI - SCIOPERO DELLA FAME A STAFFETTA NEL CARCERE DI UTA\r\n\r\nNel carcere cagliaritano i prigionieri stanno portando avanti dal 25 aprile uno sciopero della fame a staffetta contro le condizioni detentive:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_sciopero-Uta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI – JOINT STARS: UN PETARDO E MILLE BOMBE\r\n\r\nIl 10 Maggio 2025 si è tenuta a Cagliari una manifestazione contro l'operazione militare Joint Stars: un’esercitazione interforze che rappresenta in modo esemplare gli scenari operativi della guerra contemporanea, tra cyber-warfare, gestione dell’ordine pubblico e arruolamento dell’apparato accademico e mediatico.\r\n\r\nIn quella giornata è stato lanciato un petardo, azione che ha portato alla denuncia di un compagno e alla perquisizione della sua abitazione e dell’Officina Autogestita Kasteddu:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_joint-stars-kasteddu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCOOPERAZIONE MILITARE (E REPRESSIVA) TRA ITALIA E ISRAELE\r\n\r\nL’8 giugno 2025 verrà rinnovato automaticamente un accordo quadro di cooperazione Italia-Israele.\r\n\r\nNei giorni scorsi un gruppo di 10 giuristi si è espresso “tecnicamente” contro il protrarsi di questa relazione, ma oltre alle implicazioni militari possiamo osservare diversi piani di stretta collaborazione: dall’utilizzo di spyware israeliani contro ONG e giornalisti ai magistrati italiani (pilotati a distanza come droni) per colpire attivisti palestinesi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_memorandum-ITA-ISRAELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI CINESI TRA GUERRA E QUOTIDIANITA’\r\n\r\nPartiamo dalla notizia di un nuovo drone sottomarino cinese, guidato da intelligenza artificiale, in grado di stazionare per oltre un mese a 60 metri di profondità e lanciare “missili per la ricerca”… qualcosa che ricorda molto i programmi di ricerca “civile” europea che coinvolgono le industrie militari israeliane.\r\n\r\nPassiamo alla diffusione di droni cinesi della DJI nei cieli statunitensi e di come possa risultare complesso implementare la loro messa al bando visto il livello di integrazione di queste tecnologie nella quotidianità della società americana (così come nel conflitto russo-ucraino).\r\n\r\nInfine andiamo a osservare il processo di militarizzazione delle forze dell’ordine incarnato dalla scelta della polizia australiana di dotarsi del sistema Drone Shield.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_DJI-droni-cinesi-aukus.mp3\"][/audio]","26 Maggio 2025","2025-05-26 20:22:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/bcupcb-brutal-200x110.jpg","TORINO: LA MORTE DI HAMID - SARDEGNA: TRA CARCERE E GUERRA - ACCORDI ITALIA-ISRAELE - DRONI CINESI",1748290945,[572,446,573,129,574,575,215,576,577,578,579,580,581,582,583,452],"http://radioblackout.org/tag/cagliari/","http://radioblackout.org/tag/carcere-delle-vallette/","http://radioblackout.org/tag/cpr-albania/","http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/hamid-badoui/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/israelificazione/","http://radioblackout.org/tag/joint-stars/","http://radioblackout.org/tag/militarizzazione/","http://radioblackout.org/tag/omicidi-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/",[585,454,586,136,587,421,38,588,589,35,590,591,592,593,594,417],"cagliari","carcere delle vallette","cpr albania","Hamid Badoui","intelligenza artificiale","israelificazione","joint stars","militarizzazione","omicidi di stato","suicidi in carcere",{"post_title":596},{"matched_tokens":597,"snippet":598,"value":598},[463],"TORINO: LA MORTE DI HAMID - SARDEGNA: TRA CARCERE E GUERRA - \u003Cmark>ACCORDI\u003C/mark> ITALIA-ISRAELE - DRONI CINESI",[600],{"field":106,"matched_tokens":601,"snippet":598,"value":598},[463],{"best_field_score":263,"best_field_weight":264,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":54,"score":603,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"578730123365187705",{"document":605,"highlight":655,"highlights":661,"text_match":261,"text_match_info":664},{"comment_count":54,"id":606,"is_sticky":54,"permalink":607,"podcastfilter":608,"post_author":609,"post_content":610,"post_date":611,"post_excerpt":612,"post_id":606,"post_modified":613,"post_thumbnail":614,"post_title":615,"post_type":443,"sort_by_date":616,"tag_links":617,"tags":638},"100654","https://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-25-09-2025-ecuador-in-piazza-contro-noboa-e-il-trumpismo-in-salsa-latina-sudovest-asiatico-in-subbuglio-ripercussioni-delle-guerre-sioniste-cina-dopo-shangai-cooperatio/",[383],"info2","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste","29 Settembre 2025","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma […]","2025-09-29 14:27:35","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 25/09/2025 – ECUADOR IN PIAZZA CONTRO NOBOA E IL TRUMPISMO IN SALSA LATINA; SUDOVEST ASIATICO IN SUBBUGLIO, RIPERCUSSIONI DELLE GUERRE SIONISTE; CINA DOPO SHANGAI COOPERATION ORGANIZATION E XI ALL’ONU CON LA CASACCA AMBIENTALISTA",1759108934,[618,619,620,621,622,623,624,625,626,627,628,629,630,631,632,633,634,635,636,637],"https://radioblackout.org/tag/armenia/","https://radioblackout.org/tag/azerbaijan/","https://radioblackout.org/tag/chp/","https://radioblackout.org/tag/conaie/","https://radioblackout.org/tag/cuenca/","https://radioblackout.org/tag/curdi/","https://radioblackout.org/tag/erdogan/","https://radioblackout.org/tag/israele/","https://radioblackout.org/tag/nato/","https://radioblackout.org/tag/netanyahu/","https://radioblackout.org/tag/noboa/","https://radioblackout.org/tag/ocalan/","https://radioblackout.org/tag/pkk/","https://radioblackout.org/tag/proteste/","https://radioblackout.org/tag/qatar/","https://radioblackout.org/tag/quito/","https://radioblackout.org/tag/sco/","https://radioblackout.org/tag/siria/","https://radioblackout.org/tag/trump/","https://radioblackout.org/tag/turchia/",[639,640,641,642,643,644,30,35,645,646,647,648,649,650,651,652,653,33,654,18],"armenia","azerbaijan","chp","Conaie","cuenca","curdi","nato","netanyahu","noboa","Ocalan","pkk","proteste","qatar","quito","Sco","Trump",{"post_content":656},{"matched_tokens":657,"snippet":659,"value":660},[658],"Accordi","Putin»; mentre il fantasma degli \u003Cmark>Accordi\u003C/mark> di Astana potrebbe sembrare confluire","Abbiamo sentito Eduardo Meneses, dopo i primi giorni di paro nacional in Ecuador che ci ha indicato priorità, lotte, situazioni diverse nel paese in lotta contro le ricette neoliberiste di Daniel Noboa e prima che gli scontri producessero i primi morti; il popolo è sceso in piazza nella Cuenca per i diritti dei contadini, ma allo stesso modo a Quito gli studenti si sono mobilitati, come gli autotrasportatori per la sospensione dell’articolo 126: cioè la cancellazione del sussidio sul diesel in vigore da decenni, ma sotto le ceneri ribolliva il fuoco della ribellione… Ci siamo poi mossi verso il Sudovest asiatico, rimescolato dall’aggressione sionista intenta a sfruttare l’occasione di creare Eretz Israel, ridimensionando con la forza impunita le potenze regionali; ma Erdoğan pare sia apprezzato e investito da Trump come Vicerè del Middle East. Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. Da ultimo uno sguardo alla Cina con Sabrina Moles dopo l’evento estivo dello Sco e la successiva esibizione muscolare a Pechino, ma anche il multilateralismo teorizzato da Xi e le dichiarazioni ambientaliste contrapposte a quelle del rivale americano nella stessa sede newyorkese del Palazzo di Vetro. \n\n\n\nNecropolitica e narcostato ecuadoriano\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-en-paro-contra-noboa-y-fmi--67915787\n\n\n\n\nAbbiamo parlato della situazione in Ecuador con Eduardo Meneses ricercatore politico, attivista, reporter alternativo .\n\n\n\nNegli ultimi giorni l’Ecuador è scosso da un’ondata di proteste esplose dopo la decisione del presidente Daniel Noboa di abolire il sussidio sul diesel, in vigore dal 1974. La misura, che ha fatto impennare il prezzo del carburante da 1,80 a 2,80 dollari al gallone, ha innescato il conflitto sociale con manifestazioni che attraversano il Paese, dalle grandi città alle province rurali. Contadini, trasportatori, pescatori, studenti e comunità indigene denunciano un provvedimento che incide pesantemente sul costo della vita e lo considerano l’ennesima espressione di un modello neoliberista responsabile di profonde disuguaglianze. A guidare la risposta è la CONAIE, la storica Confederazione delle Nazionalità Indigene, che ha proclamato uno sciopero nazionale a oltranza.Il tema dei sussidi per il diesel è una problema storico ogni volta che si è tentato di cancellare i sussidi sul diesel c’è stata una risposta popolare .Non è una protesta isolata ma storica ci sono state proteste popolari ne 2019 e nel 2022 ,l’economia del paese è dollarizzata e non sostenibile ,al governo è costato trovare le risorse per pagare gli stipendi pubblici ,per questo sta ricorrendo al FMI che impone tagli ai sussidi e allo stato sociale. Di fronte a questa situazione economica la soluzione di Noboa è un regime autoritario per controllare il malcontento , una narco economia in cui il neoliberalismo si trasforma in una gestione della morte e questo nuovo modello si sta sviluppando ,e la gente si sta organizzando per dire no a questo processo che costituirebbe un arretramento dal punto vista sociale ed economico .\n\n\n\n\n\n\n\nTrump spariglia e la sfiducia serpeggia anche in Medio Oriente\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-sfiducia-negli-imperi-technomedievali-provocata-da-personaggi-distopici--67932142\n\n\n\n\nI curdi possono sperare di essere tra i pochi che traggono qualche vantaggio dalla feroce rimappatura violenta del Sudovest asiatico che sta andando in scena sul palcoscenico del Palazzo di Vetro newyorkese? \n\n\n\n Vigilanza curda: diversa per ciascun paese della loro frammentazioneA partire da questa domanda Antonella De Biasi, giornalista ed esperta della regione mediorientale, ha restituito un disegno del Sudovest asiatico a partire dal Federalismo democratico del Rojava come unica realtà di rispetto dei diritti e di un’amministrazione aperta a tutte le comunità che abitano il territorio; all’interno di Israele ci sono stati molteplici sostegni alla lotta curda (anche in funzione antiturca). Ma attualmente al-Jolani – come si faceva chiamare il tagliagole ora chiamato al-Shara, quando Antonella nel 2022 ne aveva tracciato la figura nel suo libro Astana e i 7 mari – è il padrone di quella che era buona parte della nazione governata fino a un anno fa dalla famiglia Assad, e probabilmente in questi giorni la volubilità di Trump sembra attribuire a Erdoğan il protettorato su una Siria governata da una sua creatura, in virtù delle promesse di stabilità profuse dal presidente turco, un’investitura conferita nonostante le milizie di modello ottomano: predoni che imperversano lungo le coste del Mediterraneo orientale. \n\n\n\nSpaesamento e impotenza armena: revisionismo entitàPoi si è affrontata la diversa strategia dei curdi siriani rispetto all’apertura di Ocalan, che ha invitato il Pkk a deporre le armi, come altra situazione è ancora quella dei curdi iraniani. Ma la problematicità insita nell’egemonia turca su quell’area travolge anche e maggiormente la comunità armena alla mercé dei fratelli azeri dei turchi; e furono le prime vittime di un genocidio del Secolo breve. Ora gli armeni hanno ancor meno alleati e sostenitori del solito, visto che il gas di Baku fa gola a tutti; e gli viene sottratta pezzo per pezzo identità, terra, riferimenti culturali. Oltre alla diaspora. La speranza di accoglienza europea è a metà con l’alleanza con i russi, disattesa da Putin, ma ancora valida. E Pashinyan non ha alcuna idea o autorevolezza per rappresentare gli armeni. \n\n\n\nRelazioni tra Israele e TurchiaUn’ipotesi di Al-Jazeera vede la Turchia nel mirino israeliano per assicurare l’impunità di Netanyahu che si fonda sul costante stato di guerra, ma anche perché è l’ultima potenza regionale non ancora ridimensionata dall’aggressività sionista. Peraltro la rivalità risale a decenni fa e in questo periodo di Global Sudum Flottilla si ricorda la Mavi Marmara assaltata dai pirati del Mossad uccidendo 10 persone a bordo, mentre cercava di forzare il blocco navale di Gaza. Fino a che punto può essere credibile una guerra scatenata da Israele contro la Turchia? Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. Sentiamo Antonella De Biasi e sugli stessi argomenti poi anche Murat Cinar in questo spreaker che abbiamo registrato subito dopo aver sentito Antonella: Trump incontra Erdoğan.\n\n\n\n\n\n\n\nL’Internazionale nera passa anche da Ankara\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/trump-incontra-erdogan-lui-ha-bisogno-di-cose-io-di-altre-ci-mettiamo-d-accordo--67923007\n\n\n\n\nPiù la situazione risulta nebulosa, intricata e sul bordo del precipizio bellico e maggiore è il potere in mano a Erdoğan\n\n\n\nLo scollamento giovanile (da Gezi Park), la censura (Murat Cinar ci ha proposto l’ultima in ordine di tempo delle proibizioni musicali in Turchia), l’asservimento e la concentrazione dei poteri (gli interventi della magistratura a ingabbiare l’opposizione con pretesti), le centrali mediatiche ridotte a megafono del potere… tutti aspetti che caratterizzano il ventennio del Sultano al potere, ma se si guarda bene all’involuzione del paesaggio globale, si nota che la cancellazione dello Stato di diritto non è una prerogativa turca, ma riduce Ankara a una delle tappe dell’Internazionale nera che parte da Washington, passa per Roma, Tel Aviv, Budapest…L’economia in crisi, tranne la produzione bellica in mano alla famiglia che per il resto saccheggia la finanza statale da 20 anni a questa parte e ora la condiscendenza alle richieste di Trump dissangueranno ulteriormente il bilancio, già falcidiato dal 90% di inflazione, con svalutazione della Lira dal 2008 in poi e con una disoccupazione altissima. Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli \u003Cmark>Accordi\u003C/mark> di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[662],{"field":254,"matched_tokens":663,"snippet":659,"value":660},[658],{"best_field_score":263,"best_field_weight":23,"fields_matched":113,"num_tokens_dropped":54,"score":665,"tokens_matched":113,"typo_prefix_score":54},"578730123365187697",6636,{"collection_name":443,"first_q":75,"per_page":375,"q":75},["Reactive",669],{},["Set"],["ShallowReactive",672],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fSu7NcOe50BWHOQbQ7XNWW22aTGVT0PGgaGz6L1lzoPM":-1},true,"/search?query=accordi"]