","Brexit: non c'è via d'uscita dentro accordi commerciali","post",1543623210,[62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/accordi-ue-gran-bretagna/","http://radioblackout.org/tag/brexit/","http://radioblackout.org/tag/cherry-picking/","http://radioblackout.org/tag/dazi-e-unione-doganale/","http://radioblackout.org/tag/irlanda/","http://radioblackout.org/tag/lose-lose/",[18,15,69,35,70,23],"cherry picking","Irlanda",{"post_content":72,"post_title":77,"tags":81},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[74],"gran","Nel \u003Cmark>gran\u003C/mark> chiacchiericcio fatto sulla Brexit, forse","Nel \u003Cmark>gran\u003C/mark> chiacchiericcio fatto sulla Brexit, forse anche utile a rendere ostico e noioso il dibattito in modo da relegarlo a semplice burocrazia dopo l'ubriacatura sciovinista postreferendaria – anziché consentire un'analisi a chi subirà le innumerevoli conseguenze poco chiare anche per i tecnici – alcuni analisti si distinguono per chiarezza di approccio, rilevanza di dati proposti e onestà di analisi dello stato dell'arte nel momento in cui le strade rimaste aperte sono due. Anzi, una... come vedremo.\r\n\r\nInfatti tra una decina di giorni il parlamento britannico si esprimerà sulla bozza di accordo frutto di lunghe e defatiganti trattative tra 27 appartenenti all'Unione Europea e 1 membro che si sarebbe espresso a maggioranza per il divorzio. Il rapporto di forze può già essere significativo per comprendere che sia per il conseguimento del miglior accordo economico, sia per l'ottenimento degli obiettivi di base su controllo della qualità dell'immigrazione risulta titanico lo sforzo di imporsi: infatti le ultime proiezioni diffuse il 29 novembre 2018 indicano un crollo del pil britannico del 3,9 % nel caso si adotti l'uscita concordata da Theresa May, oppure il tracollo potrebbe raggiungere il 10% nell'ideale dei brexiter più ortodossi. Senza considerare la bilancia commerciale tra paesi ancora all'interno dell'Unione e Oltremanica (con l'ulteriore problema degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> con l'Irlanda per la cancellazione delle frontiere doganali tra Eire e Irlanda del Nord, che impone alla corona di adeguarsi ai dazi e agli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> decisi a Bruxelles, senza che Londra possa partecipare alla trattativa). E proprio questa è quell'unica soluzione concordata che si possa perseguire, l'altra è lo scontro derivante dal no deal, con gravi ripercussioni, anche peggiori dei 50 miliardi immaginati come sanzione per guadagnarsi l'uscita mantenendo gli impegni presi finora.\r\n\r\nAbbiamo interpellato Matteo Villa su questi temi che con dovizia di tabelle, dati, rapporti con i suoi colleghi dell'Ispi ha illustrato l'attuale orizzonte di possibilità che è giunto alla scelta finale dalla quale può discendere solo una soluzione, più o meno onerosa per il sovranismo britannico.\r\n\r\nComunque la si giri Brexit non è un affare\r\n\r\n ",{"matched_tokens":78,"snippet":80,"value":80},[79],"accordi","Brexit: non c'è via d'uscita dentro \u003Cmark>accordi\u003C/mark> commerciali",[82,87,89,91,93,95],{"matched_tokens":83,"snippet":86},[79,84,74,85],"UE","bretagna","\u003Cmark>accordi\u003C/mark> \u003Cmark>UE\u003C/mark> \u003Cmark>gran\u003C/mark> \u003Cmark>bretagna\u003C/mark>",{"matched_tokens":88,"snippet":15},[],{"matched_tokens":90,"snippet":69},[],{"matched_tokens":92,"snippet":35},[],{"matched_tokens":94,"snippet":70},[],{"matched_tokens":96,"snippet":23},[],[98,103,106],{"field":36,"indices":99,"matched_tokens":100,"snippets":102},[48],[101],[79,84,74,85],[86],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":75,"value":76},"post_content",[74],{"field":107,"matched_tokens":108,"snippet":80,"value":80},"post_title",[79],2314894167593451500,{"best_field_score":111,"best_field_weight":112,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":113,"tokens_matched":40,"typo_prefix_score":48},"4419510927616",13,"2314894167593451627",{"document":115,"highlight":134,"highlights":156,"text_match":109,"text_match_info":167},{"cat_link":116,"category":117,"comment_count":48,"id":118,"is_sticky":48,"permalink":119,"post_author":51,"post_content":120,"post_date":121,"post_excerpt":54,"post_id":118,"post_modified":122,"post_thumbnail":123,"post_thumbnail_html":124,"post_title":125,"post_type":59,"sort_by_date":126,"tag_links":127,"tags":132},[45],[47],"44862","http://radioblackout.org/2017/12/brexit-accordo-raggiunto-ma-la-partita-e-solo-allinizio/","L’8 dicembre Jean-Claude Juncker e Theresa May hanno raggiunto un primo accordo sulla Brexit.\r\nLa palla ora passa al Parlamento europeo che il 14 e 15 dicembre è chiamato ad approvarlo. Poi toccherà ai 27 stati dell’Unione ratificarlo nei prossimi due anni. Ma sono in molti a scommettere che saranno di più.\r\n\r\nLa Gran Bretagna stima che il costo per l'adempimento dei suoi obblighi finanziari sia compreso tra 40 e 45 miliardi di euro e dovrà garantire diritti speciali per 4 milioni di europei. L'intesa apre la strada ai negoziati commerciali. Il premier britannico e il presidente della Commissione europea hanno siglato un documento di 15 pagine che fa il punto della situazione e indica ai negoziatori il percorso per una seconda fase di colloqui.\r\n\r\n\"L'intesa comune\" raggiunta dai negoziatori \"riconosce il ruolo della Corte di giustizia\" europea \"come l'arbitro ultimo dell'interpretazione della legislazione dell'Unione\". Allo stesso tempo, si legge nel testo della comunicazione della Commissione Ue, saranno i tribunali britannici a occuparsi delle cause sollevate dai cittadini Ue sulla tutela dei loro diritti. I giudici britannici potranno rivolgersi alla Corte Ue per questioni interpretative \"entro 8 anni\" dall'entrata in vigore delle norme sui cittadini. La dichiarazione congiunta tra Regno Unito e Unione europea contiene \"garanzie concrete per i cittadini\" da entrambi i lati della Manica, ha ribadito il capo negoziatore dell'Ue Michel Barnier in conferenza stampa. Tra i punti condivisi: tutte le persone arrivate nell'Ue o nel Regno Unito prima della Brexit potranno continuare a lavorare o studiare, i membri della famiglia conserveranno il diritto alla riunificazione, saranno conservati i diritti alle prestazioni sociali.\r\n\r\nNon ci sarà alcun confine fisico tra la provincia britannica e la Repubblica d'Irlanda a Sud, ma la May ha sottolineato che sarà preservata l'integrità del Regno Unito, anche se l'Irlanda del Nord godrà di uno statuto speciale. Si è dunque riusciti a trovare un accordo che soddisfa gli unionisti di Belfast, i quali temevano di essere abbandonati nelle braccia di Dublino, e il governo irlandese, contrario a una divisione netta dell'isola.\r\n\r\nMay doveva superare questi due scogli per far partire la trattativa sulle relazioni commerciali tra UE e Gran Bretagna. In questo primo round, specie sui diritti dei cittadini europei, ha dovuto cedere alle pressioni di Juncker ed accettare che mantengano il loro status attuale.\r\nQuesta scelta è stata investita dalle critiche dell’ala destra del suo partito, oltre alla destra populista di Farage.\r\nLa poltrona di May continua a traballare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n\r\n2017 12 12 brexit strumia","12 Dicembre 2017","2017-12-13 14:11:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit-300x212.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit-300x212.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit-768x543.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit-1024x723.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/brexit.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brexit. 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Nel Mediterraneo toccherà alla guardia costiera libica, pagata, attrezzata ed addestrata dall’Italia, il compito di bloccare i migranti.\r\nAl vertice l’UE ha appoggiato l’accordo sottoscritto il giorno precedente tra Italia e il governo di Al Sarraj.\r\n\r\nL’accordo l’Italia – Libia prevede soldi in cambio di polizia, controlli e centri di detenzione in Libia. Sebbene il protocollo siglato confermi gli accordi sottoscritti negli anni precedenti e, in particolare quello del 2008 tra il governo italiano e quello libico, oggi la Libia è divisa in almeno tre fazioni che rivendicano il potere e si spartiscono il paese. Ne consegue che difficilmente verrà bloccata la rotta. Un blocco che, sino al 2011 e alla guerra scatenata da Francia e Gran Bretagna per il controllo della Libia, è costato enormi sofferenze a migliaia di migranti picchiati, stuprati, uccisi, venduti. Un piano architettato a Roma e realizzato nelle prigioni e nei deserti libici. Lo stesso schema, ripetuto nel 2017, probabilmente renderà la strada della gente in viaggio più costosa, più pericolosa, più mortale.\r\nGli accordi promossi dal ministro dell’Interno Minniti e sostenuti dall’Unione Europea faranno migliaia di vittime, senza ottenere il risultato sperato, tuttavia saranno strumenti potenti per i governi di fronte alle tornate elettorali italiane, francesi, tedesche.\r\n\r\n \r\n\r\nUna dura condanna all’accordo arriva dall’Asgi, l’associazione studi giuridici sull’immigrazione che in un comunicato spiega: ” L’Ue e il governo italiano aggirano il dovere di accogliere persone in fuga da persecuzioni e guerre con una politica estera in materia di immigrazione basato in gran parte su accordi stipulati con con governi dittatoriali o incapaci di garantire l’incolumità dei propri cittadini. Con questi accordi, prosegue l’Asgi, l’Ue e l’Italia violano il principio di non refoulement in quanto esigono che paesi terzi blocchino, con l’uso della forza, il passaggio di persone con un chiaro bisogno di protezione internazionale”.\r\nDura anche la posizione del MEDU – Medici per diritti umani. Di seguito qualche stralcio dal loro comunicato:\r\n\r\n“La Libia è oggi per i migranti un grande campo di concentramento, sfruttamento e tortura gestito da una miriade di milizie, gruppi armati e bande criminali di dimensioni e caratteristiche tra le più svariate.\r\n\r\n \r\n\r\nL’accordo è inumano nel suo impianto perché ha palesemente come unico obiettivo quello di “fare muro” nel Canale di Sicilia per bloccare gli sbarchi in Italia senza preoccuparsi della sorte di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini destinati a rimanere intrappolati nell’inferno libico.\r\n\r\n \r\n\r\nI diritti umani, la cui difesa avrebbe dovuto essere l’asse portante dell’accordo, vengono citati solo una volta nel memorandum, nell’articolo 5, e in un modo che li fa apparire niente di più che un orpello di circostanza: “Le Parti si impegnano ad interpretare e applicare il presente Memorandum nel rispetto degli obblighi internazionali e degli accordi sui diritti umani di cui i due Paesi siano parte.”. Non dimentichiamoci che la Libia non ha neppure sottoscritto la Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951.\r\n\r\n \r\n\r\nL’intensità e l’estensione delle violenze commesse sui migranti in Libia è di una gravità senza precedenti e gli operatori di Medici per i Diritti Umani (MEDU) ne sono quotidianamente testimoni nelle attività di cura e ascolto delle persone appena sbarcate in Italia e assistite nei progetti di riabilitazione delle vittime di tortura in Sicilia e a Roma (vedi ESODI Rotte migratorie dai paesi sub-sahariani verso l’Europa ).\r\n\r\n \r\n\r\nOltre il 90% dei migranti intercettati da MEDU ha subito torture, abusi e violenze ripetute, quasi sempre in Libia. Le pessime condizioni igienico-sanitarie e il disumano sovraffollamento, le quotidiane percosse e altri tipi di traumi contusivi sono le forme più comuni e generalizzate di maltrattamenti nei centri di detenzione e di sequestro .\r\n\r\n \r\n\r\nVi sono poi le percosse ai piedi (falaka); le torture per sospensione e posizioni stressanti (ammanettamento, posizione in piedi per un tempo prolungato, ecc); le ustioni provocate con gli strumenti più svariati; le minacce ai danni propri o delle proprie famiglie; gli stupri e gli oltraggi sessuali; gli oltraggi religiosi e altre forme di trattamenti degradanti; la privazione di cure mediche; il lavoro in condizioni di schiavitù, l’obbligo di assistere a torture e trattamenti crudeli ai danni di altre persone.\r\n\r\n \r\n\r\nNove migranti su dieci hanno dichiarato di aver visto qualcuno morire, essere ucciso, torturato o gravemente percosso. Come ricorda con indelebili parole uno di loro: ‘una volta che arrivi in Libia smetti di essere considerato un essere umano’.”\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 02 07 malta dal lago","7 Febbraio 2017","2017-02-09 16:17:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza-1024x640.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/profughi-evidenza.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Vertice di Malta. 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Come ricorda con indelebili parole uno di loro: ‘una volta che arrivi in Libia smetti di essere considerato un essere umano’.”\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 02 07 malta dal lago",[198],{"field":104,"matched_tokens":199,"snippet":195,"value":196},[137,138],2310390568233992000,{"best_field_score":202,"best_field_weight":203,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":204,"tokens_matched":40,"typo_prefix_score":48},"2220487802880",14,"2310390568233992305",{"document":206,"highlight":238,"highlights":243,"text_match":200,"text_match_info":246},{"cat_link":207,"category":208,"comment_count":48,"id":209,"is_sticky":48,"permalink":210,"post_author":51,"post_content":211,"post_date":212,"post_excerpt":54,"post_id":209,"post_modified":213,"post_thumbnail":214,"post_thumbnail_html":215,"post_title":216,"post_type":59,"sort_by_date":217,"tag_links":218,"tags":229},[45],[47],"34123","http://radioblackout.org/2016/02/brexit-o-no-brexit-lunione-europa-tra-gerarchia-finanziaria-e-disintegrazione/","Andrea Fumagalli commenta l'ultimo accordo ottenuto da Cameron a Bruxelles per scongiurare, probabilmente, l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea il prossimo 23 giugno, quando si terrà il referendum su una eventuale \"Brexit\". Gli accordi, nel dettaglio, non sono ancora chiari ma si andranno a colpire di nuovo il lavoro, le condizioni di welfare dei lavoratori stranieri (che provengano o meno da paesi all'interno di Schengen), vengono mantenuti i privilegi finanziari di imprese e multinazionali che hanno sede nel paese. Allo stesso modo continua la guerra ai migranti e ai richiedenti asilo e sempre più paesi della UE costruiscono muri e campi dove concentrare, contenere, respingere chi cerca di entrare nello spazio \"Schengen\" che, di fatto, non esiste più.\r\n\r\nAscolta il contributo\r\n\r\nUnknown","23 Febbraio 2016","2016-02-26 12:35:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/pg-8-immigration-border-eu-getty.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Brexit o no Brexit? 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Ormai non si potrà piu' parlare della Siria come l'abbiamo conosciuta finora ,l'instabilità è divenuta l'unica certezza , tutta la zona che va dall'Iraq al Libano passando per la Siria si sta ridisegnando verso una configurazione che prevede Israele come unica potenza militarmente dominante. L'opzione laica panaraba incarnata dal partito bath nelle sue differenti declinazioni nazionali è evaporata ,l'insurrezione jihadista di stampo salafita che aveva prevalso fra le correnti sunnite si sta trasformando per opportunismo in una fratellaza musulmana subordinata alle proiezioni strategiche neottomane della Turchia . Erdogan ha mandato un chiaro messaggio a quelle potenze che vogliono ridefinire gli equilibri in Medio Oriente sulla sua influenza con cui bisognerà inevitabilmente fare i conti anche per non rischiare di rimanere tagliato fuori dal corridoio economico e infrastruturale Imec , corridoio tra India, Medio Oriente ed Europa, annunciato a settembre 2023, che come illustrato con tanto di cartelli da Netanyahu alle Nazione Unite prevede la cancellazione di Gaza dalla mappa geografica. I curdi rischiano di subire l'attacco delle milizie filo turche in particolare dell'Esercito Nazionale Siriano che sono lo strumento con cui Erdogan vuole realizzare il suo piano di creare una zona cuscinetto ai confini della Turchia e annientare l'entità curda ,il suo timore è che nel contesto della disintegrazione dello stato siriano si possa concretizzare un entità statale curda nel nord est della Siria.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12122024-MURAT-SIRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nTorniamo a parlare della lotta per l'indipendenza del popolo saharawi con Mirca , compagna che ci racconta la sua esperienza di viaggio a Tindouf dove i rifugiati saharawi sono distribuiti in cinque accampamenti denominati wilaya , viaggio organizzato tramite la rappresentante in Italia del Polisario, Fatima Mahfud e la comunità di Sesto fiorentino. Ci viene restituita un vivace quadro delle condizioni di vita dei rifugiati ,sopratutto donne e bambini ,che nonostante le difficoltà non perdono la determinazione nella lotta e la certezza di ritornare nei propri territori occupati dal Marocco da cinquant' anni . Parliamo anche con Abdallah Salim responsabile del Polisario a Sesto fiorentino che ci parla del muro di divisione costruito dal Marocco nei territori occupati del Sahara occidentale ,lungo 2700 km e infestato da 9 milioni di mine ,molte italiane . Le condizioni dell'occupazione coloniale marocchina sono estremamente pesanti per la popolazione rimasta ,con sparizioni,torture in carcere ed arresti .La guerra è ripresa ad intermittenza mentre ormai la prospettiva del referendum ,non difesa dagli organismi internazionali ,è sfumata . Di fronte alla resistenza del Fronte Polisario il Marocco propone irricevibili progetti di autonomia all'interno dello stato marocchino , Spagna e Francia e Marocco hanno messo gli occhi sui ricchi giacimenti di fosfato e sulle concessioni per la pesca ,mentre la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha bocciato lo scorso 4 ottobre ancora una volta l'accordo commerciale tra Ue e Marocco del 2019 relativamente al territorio del Sahara Occidentale, fondamentalmente perché l’accordo e le sue integrazioni non rispettano il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, il cui parere non è stato acquisito.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/BASTIONI-12120024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]","14 Dicembre 2024","2024-12-14 20:03:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/12/2024-L'IMPLOSIONE DELLA SIRIA E LE MIRE NEOTTOMANE DI ERDOGAN -IL POLISARIO CONTINUA LA SUA LOTTA PER I DIRITTI DEL POPOLO SAHARAWI","podcast",1734206603,[278],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[261],{"post_content":281},{"matched_tokens":282,"snippet":284,"value":285},[79,283],"Iran","a partire dalla fine degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Astana tra Russia ,\u003Cmark>Iran\u003C/mark> e Turchia che avevano sancito","Bastioni di Orione ritorna sulla Siria con Murat Cinar giornalista turco che vive in Italia il quale ci restituisce la prospettiva turca sugli eventi siriani a partire dalla fine degli \u003Cmark>accordi\u003C/mark> di Astana tra Russia ,\u003Cmark>Iran\u003C/mark> e Turchia che avevano sancito la divisione delle sfere d'influenza in Siria. 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