","Piattaforme virtuali, capitalismo reale","post",1488213277,[56,57,58,59,60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/app/","http://radioblackout.org/tag/controllo-politico-e-algoritmi/","http://radioblackout.org/tag/filter-bubbles/","http://radioblackout.org/tag/foodora/","http://radioblackout.org/tag/global-community/","http://radioblackout.org/tag/piattaforme/","http://radioblackout.org/tag/servizi-on-line/","http://radioblackout.org/tag/sharing-economy/","http://radioblackout.org/tag/uber/","http://radioblackout.org/tag/zuckerberg/",[12,30,22,16,28,20,26,24,14,18],{"post_content":68},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"a e","organizzare la società globalmente e \u003Cmark>a e\u003C/mark>sercitare un forte controllo su di","«È la media company bellezza, e tu non puoi farci niente»\r\n\r\n \r\n\r\nUn po' per scantonare da questo bogartiano detournement che diventa cinico e nichilista da idealista e propositivo che era, un po' per verificare quali spazi rimangono ancora a disposizione per contrastare il mondo regolato da \"app\", \"servizi\" erogati attraverso smartphone, Weltanschauungen rese possibili soltanto attraverso il filtro del canale digitale – ma ormai da 40 anni si sa che il media è il messaggio –, è stato programmato da Euronomade e Macao a Milano il 3 e 4 marzo prossimi un convegno che potrebbe prospettarsi come una sorta di antidoto alla dittatura soft della Piattaforma, conciliante e suadente propositrice di aspetti individualmente apprezzabili e rassicuranti (sulla scorta dei dati “acquisiti”) che tendono a creare monadi blindate, atte ad acquisire gli input provenienti dalla Piattaforma. Salvo poi sciogliere l'individuo nell'acido del gruppo, solo aspetto che può costruirgli una dimensione tracciabile e riconoscibile dal canale stesso che gli conferisce un'esistenza come target, per quanto virtuale, ma che poi gli conferisce possibilità di parola solo come componente di un gruppo. E forse per questo uno dei nostri interlocutori, tra gli organizzatori del convegno, ci ha confessato in diretta di aver percepito il mittente di quella lettera Urbi et orbi di papa Zuckerberg come inviata da vero governante del mondo reale.\r\n\r\n \r\n\r\nCome diceva Demichelis ormai quasi un anno fa: «Se andiamo alle analisi di Michel Foucault sulla nascita del potere moderno come evoluzione del potere pastorale delle prime comunità cristiane; se (ancora Foucault) analizziamo i meccanismi psicologici e pedagogici insiti nelle discipline e poi nelle forme biopolitiche di potere e di governo (la governamentalità) degli uomini; se, ancora, guardiamo alle società di massa del Novecento, alle forme totalitarie di potere, al concetto di ideologia - ebbene, abbiamo la conferma di quanto le forme religiose siano ben presenti anche oggi, in tempi di apparente secolarizzazione ma soprattutto di mercato globale e di rete», una chiesa che «lega, connette, struttura ogni fedele in un sistema integrato, coerente e incessantemente replicato, fatto di discorsi, di narrazioni e di simboli, di riti e di miti che agiscono per produrre e ri-produrre nel tempo comportamenti, atteggiamenti, motivazioni, senso della vita. Dando un ordine generale e un senso unitario e omologante, quindi rassicurante, davanti all'incertezza della vita, facendo apparire come vera (e come il solo vero possibile) quella dottrina che deve essere praticata e che diventa verità normale, normata e indiscutibile»... un uomo nuovo voluto dal neoliberalsmo: «Un uomo di mercato, confuso con un mercato e una rete che sono disciplina e biopolitica/bioeconomia/biotecnica insieme (andando appunto a governare la vita intera dell'uomo, spogliandolo della sua individualità vera e della sua possibile autonomia)».\r\n\r\n \r\n\r\nE sempre a Foucault fa riferimento Tiziana Terranova in un articolo che, prendendo spunto da considerazioni a latere della lettera programmatica di Zuckerberg (che si propone come portabandiera della tradizione liberale americana – chiudendo con Lincoln, che era un presidente espresso dal partito repubblicano), può essere considerato summa dei temi che si discuteranno al convegno milanese: rischio della polarizzazione (con conseguente \"riduzione della diversità informativa\" – un aspetto che come radio ci tocca da vicino); algoritmi che vengono incontro al bisogno di pluralismo informativo di quell'individuo-massa (un aggiornamento dell'intuizione del Massa e potere di Elias Canetti di infiniti decenni fa?) che diventa protagonista del proprio annullamento nel “gruppo”; la differenziazione delle norme culturali, eterogenee rispetto ai riferimenti locali e ricondotte a un processo di valorizzazione globale, riproducendo la normazione foucaultiana su scala digitale planetaria, che si presenta come unica alternativa ai populismi localisti, proprio perché i social traggono vantaggio da “un mondo più aperto e connesso”, che identifica in terrorismo e cambiamento climatico le emergenze critiche.\r\n\r\n \r\n\r\nE centrale diventa il fatto che le comunità virtuali sono tali su piattaforma private, che gestiscono ed erogano ogni tipo di servizi (in questi giorni si è parlato a lungo dei differenti interessi contrapposti legati al servizio di trasporto che vede un'economia arcaica e potente in quanto lobby e una multinazionale digitale – con la nuova ferocia di sfruttamento “virtuale” che sta a monte di Uber – fondata sul capitalismo di piattaforma, come Foodora), all'interno di un'economia di mercato globale che non mette mai in discussione rapporti di proprietà e accumulazione di capitale; quello che viene messo in discussione è l'effettiva esistenza se non si può accedere alla rete, se non si è rintracciabili in Facebook: la morte civile. Dall'altro lato le reti appaiono davvero nella realtà delle general sociality utili anche per contrapporsi allo stesso potere capitalista, o per interpretare le potenzialità della rete o affrontare cataclismi a livello di piattaforme mediatiche, percepite addirittura come ludiche, pur avendo in nuce la forma del controllo sociale futuro.\r\n\r\n \r\n\r\nCome controllare un potere che non sembra un potere, che non si riesce a collocare fisicamente da qualche parte essendo una microfisica ovunque e in ogni luogo. Non solo per conoscere di cosa si dibatterà al convegno ma per avere qualche strumento per districarci nel groviglio di opinioni relative a tutto questo dibattito abbiamo interpellato Emauele Braga e Corrado Gemini per dipanare questo macrofenomeno che ha già integrato molte esistenze nell'ultimo decennio, che sono state modificate diventando\"profili\", anziché individui, nella disponibilità di un piano pervasivo che disegna i ruoli – spesso interscambiati – di sfruttati dalle piattaforme e consumatori di servizi delle app; il problema è forse individuare fino a che punto vanno combattute queste piattaforme come nella precedente fase del capitalismo si è fatto contro i padroni e quanto invece sfruttare la loro parte virtuosa come occasione per ridistribuire ricchezza e miglioramento delle condizioni di vita in un modo più sano, selezionandola dal fardello di repressione e schiavitù di cui sono portatrici, accentrando capitale in modo proporzionale alla precarizzazione degli individui coinvolti.\r\n\r\nCome ribaltare questo paradigma che si va vieppiù consolidando come capitalismo di piattaforma? quanto le filiere produttive, logistiche e distributive possono venire sfidate da piattaforme di stampo non prettamente capitalista nell'ottica di sfilarsi dal teorema del profitto derivante dallo sfruttamento? Si può tentare di decentrare questi enormi apparati globalizzanti, rendendoli a gestione aperta, arrivando a una forma coproprietaria delle piattaforme? O si tratta soltanto di tentare di applicare contro un padrone sfuggente e non identificabile (con cui non si può mai avere neppure un incontro diretto, celato dietro il paravento dell'automatismo regolativo) il passato – e sconfitto – modello di resistenza operato contro le forme di capitalismo moderno e premoderno? E all'opposto dietro questi algoritmi messi in campo dalle piattaforme si nascondono nuovi assetti che si stanno presentando come paradigma politico che interpreta il mondo nella sua interezza agendo sui gangli di tutto il mondo e non solo a livello locale o nazionale, riuscendo a organizzare la società globalmente e \u003Cmark>a e\u003C/mark>sercitare un forte controllo su di essa?\r\n\r\nForse il 3 e 4 marzo al Macao di Milano non si riuscirà a elaborare una risposta a tutte queste domande, ma si cercherà di avviare il dibattito indispensabile per affrontarle. 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Dovizia di pareri di personalità intervistate da Freddie e di opinioni raccolte in strada compongono una realtà di decolonizzazione che lascia un vuoto riempito da altri colonizzatori, ma anche di grandi speranze di questa generazione eccezionale: può la bandiera con teschio ridente e tibie di One Piece ribaltare il sistema globale riuscendo a mantenre i contatti per via digitale con le altre rivolte GenZ nel mondo, magari accettando l'alleanza con smandruppati militari africani? \n\n\n\nD'altra parte si vede come a un qualsiasi Ubu Roi sia consentito presentare uno show sui cadaveri di decine di migliaia di gazawi, richiedendolo per sé e imponendo poi l'assegnazione del Premio Nobel a una golpista, che chiede azioni violente contro il suo stesso paese (e ottenendole, vista la preparazione e l'affondamento di imbarcazioni venezuelane bombardate). Ne abbiamo parlato con Fabrizio Verde \n\n\n\nE quindi ci stava completare il quadro dei Criminali di guerra con lo storico Eric Gobetti, nel tentativo di incorniciarne il concetto tra paletti e riferimenti storici che consentano di definire cosa si possa ascrivere a crimine di guerra e chi sia un criminale di guerra.\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\n\nGen Z vs dinosauri: soluzione militare in Madagascar come in Sahel?\n\n\n\n Opposte emozioni africane: Gen Z ad Antananarivo, Odinga a Nairobi, Kagame a Kigali, Samia Suluhu Hassan a Dar es Salaam\n\n\n\n\nhttps://www.spreaker.com/episode/la-gen-z-arriva-ad-antananarivo-e-viene-giu-la-francafrique--68191380\n\n\n\n\nDal Madagscar al Marocco, dal Kenya al Senegal, dall’Uganda al Sahel quell’80% della popolazione nata nel nuovo millennio sta creando il cambiamento e con Freddie Del Curatolo, che dalla sua Nairobi si è spostato a Dar es Salaam per seguire le elezioni, abbiamo messo in relazione le istanze portate dalla Gen Z con l’elefantismo di certi apparati di potere arroccati dietro a irremovibili ultraottantenni emanazioni di famiglie e clan che controllano paesi postcoloniali dall’ondata di indipendentismo degli anni Sessanta.I ragazzi malgasci parlano di movimento di cittadinanza e popolare, lontano da partiti, contro la corruzione del nepotismo; ai francesi chiedono di non intromettersi né parteggiare per uno o per l’altro. Non pensano sia logico che il movimento sfoci in un partito, anche se vedono delle significative personalità tra loro. L’impegno è finalizzato al movimento e si limita alle richieste di una piazza che ci tiene a mantenere la mobilitazione per la mobilitazione stessa e trova i suoi limiti all’interno delle rivendicazioni. Non gli interessa parlare di rovesciamento del potere, o del sistema; le richieste riguardano pragmaticamente ciò che manca e nel mirino sono essenzialmente le oligarchie corrotte e nepotiste.Ma quanto ci si può fidare dei cinquantenni del Capsat, la forza d’élite dell’esercito di Antananarivo che ha deposto Rajoelina, unendosi ai manifestanti ma anche dichiarando la presa del potere e Randrianirina si è dichiarato presidente, mescolando la rivolta giovanile con la bandiera di One Piece e un golpe militare assimilabile a quelli del Sahel? Quanto si rischia di intravedere l’ombra lunga di Mosca anche a quelle latitudini nell’Oceano Indiano? Quali differenze si possono riscontrare con la rivolta della Gen Z keniana del giugno 2024?\n\n\n\nSoprattutto, è ancora una rivolta della Gen Z, o è un golpe militare del Capsat?Potrebbe essere entrambi, nel senso che i ragazzi si sentono ancora mobilitati e in grado di infiammare ancora le piazze e i militari li hanno ringraziati, prendendo però il potere, benché a parole per gestire la transizione (un po' lunga, però: 24 mesi per arrivare a organizzare elezioni).Freddie Del Curatolo mette sull’avviso del fatto che il livore antifrancese che, grazie all’insipienza di Macron – ma anche all’implosione del controllo postcoloniale francese sui passati protettorati –, il vuoto permetta a potenze come Cina, Russia e Turchia di prendere il posto di Parigi, ma forse questo è endemico in ogni caso di entropia di una supremazia.Certo il controllo del Madagascar significa piazzarsi in mezzo alle rotte commerciali più importanti attualmente (comprese le costruzioni di ferrovie di collegamento come Lobito), ma le indagini di Freddie nella vicina Tanzania hanno ricevuto soltanto enigmatiche risposte da parte del potere di Dar es Salaam: «I giovani tanzaniani non hanno bisogno di rivolte; stanno bene così»; sarà, ma libertà di stampa e diritti civili sono stati soppressi e alle prossime elezioni del 29 ottobre sono stati squalificati gli oppositori al regime del Ccm di Samia Suluhu Hassan. 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Sembra quasi che Uganda, Ruanda, Tanzania guidino le dittature africane che convivono con i paesi in rivolta, in mezzo enormi paesi come Nigeria, Senegal e il Kenya che piange Odinga, un vecchio ammirato per una vita di promesse.","18 Ottobre 2025","2025-10-18 20:39:16","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 16/10/2025 – A PARTIRE DALLA ENNESIMA RIVOLTA GIOVANILE SFOCIATA IN UNA GIUNTA MILITARE AD ANTANANARIVO, QUANTE AFRICHE SI CONFRONTANO TRA DINOSAURI E GENERAZIONE Z?\nSI PUÒ CONFERIRE ANCORA UNA VOLTA IL NOBEL PER LA PACE A UNA CRIMINALE GOLPISTA?\nE POI QUAL È IL CONCETTO DI “CRIMINE DI GUERRA”?","podcast",1760819955,[154,155,156,157,158,159,160,161,162,163,164,165,166,167],"https://radioblackout.org/tag/aes/","https://radioblackout.org/tag/antananarivo/","https://radioblackout.org/tag/capsat/","https://radioblackout.org/tag/ccm/","https://radioblackout.org/tag/genz/","https://radioblackout.org/tag/junte/","https://radioblackout.org/tag/kagame/","https://radioblackout.org/tag/kenya/","https://radioblackout.org/tag/madagascar/","https://radioblackout.org/tag/odinga/","https://radioblackout.org/tag/rajoelina/","https://radioblackout.org/tag/randrianirina/","https://radioblackout.org/tag/sahel/","https://radioblackout.org/tag/tanzania/",[84,169,127,118,170,123,131,125,171,129,172,135,121,133],"antananarivo","genZ","Madagascar","Rajoelina",{"tags":174},[175,178,180,182,184,186,188,190,192,194,196,198,200,202],{"matched_tokens":176,"snippet":177,"value":177},[84],"\u003Cmark>aes\u003C/mark>",{"matched_tokens":179,"snippet":169,"value":169},[],{"matched_tokens":181,"snippet":127,"value":127},[],{"matched_tokens":183,"snippet":118,"value":118},[],{"matched_tokens":185,"snippet":170,"value":170},[],{"matched_tokens":187,"snippet":123,"value":123},[],{"matched_tokens":189,"snippet":131,"value":131},[],{"matched_tokens":191,"snippet":125,"value":125},[],{"matched_tokens":193,"snippet":171,"value":171},[],{"matched_tokens":195,"snippet":129,"value":129},[],{"matched_tokens":197,"snippet":172,"value":172},[],{"matched_tokens":199,"snippet":135,"value":135},[],{"matched_tokens":201,"snippet":121,"value":121},[],{"matched_tokens":203,"snippet":133,"value":133},[],[205],{"field":31,"indices":206,"matched_tokens":207,"snippets":209,"values":210},[42],[208],[84],[177],[177],578730123365712000,{"best_field_score":213,"best_field_weight":138,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":42,"score":214,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":42},"1108091339008","578730123365711977",{"document":216,"highlight":230,"highlights":240,"text_match":246,"text_match_info":247},{"comment_count":42,"id":217,"is_sticky":42,"permalink":218,"podcastfilter":219,"post_author":45,"post_content":220,"post_date":221,"post_excerpt":48,"post_id":217,"post_modified":222,"post_thumbnail":223,"post_title":224,"post_type":151,"sort_by_date":225,"tag_links":226,"tags":228},"98578","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-06-2025-la-piega-eterogeneamente-autoritaria-del-blocco-aes-nel-sahel-tra-russiafrique-e-profitto-a-dubai/",[99],"In un momento di distrazione generale da quanto avviene nel Sahel ci siamo tornati con Alessio Iocchi, docente ed esperto Ispi per la regione, nel momento in cui un’inchiesta internazionale svela torture e detenzioni da parte di Africa Korps (l'erede della Wagner) in Mali. Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. 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E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e Aes.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. 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Civili imprigionati, basi militari trasformate in prigioni per detenzioni arbitrarie. L'inchiesta è stata pubblicata da organi francofoni e questo dimostra il nervo scoperto per la grandeur dell'Esagono dopo la sua estromissione dal territorio e dallo sfruttamento delle sue risorse, ma anche la volontà di sottolineare come siano pretestuose le allusioni alla complicità francese con i gruppi armati cosiddetti jihadisti. Il problema è molto più complesso e affonda conflitti in rivalità secolari tra ceppi e gruppi economici. Divisioni che permangono in tutt'e tre i paesi di cui ci siamo occupati, aggiungendo anche l'immobilismo del nuovo Senegal del Pastef a dispetto delle grandi aspettative. L'intera regione è alle prese con una riunificazione post-postcoloniale raffazzonata, un contrasto allo jihadismo che maschera intromissioni e regolamenti di conti; svolte autoritarie delle giunte militar-nazionaliste, mordacchia all'informazione anche interna... ma con grandi differenze tra le manifestazioni e gli intenti dei personaggi protagonisti.\r\n\r\n\r\n\r\nAlessio Iocchi si è prestato per questa lunga chiacchierata per andare a scovare quali temi stiano realmente alla base dei rivolgimenti geostrategici nel Sahel e in particolare nei tre neoalleati che ultimamente hanno visto nascere regimi simili di matrice militare. E nemmeno quella sorta di unione in realtà si è verificata, sicuramente né economicamente, né nelle infrastrutture si è assistito a una forma di unificazione.\r\nSankarismo da operetta a Ouaga, e contrasto a stragi jihadiste con sfondo etnico contro i nomadi peul e tuareg; autoritarsismo tradizionale a Niamey, dove il contrasto alle milizie è gestito ambiguamente con russi e italiani soffiando sul fuoco del razzismo verso migranti e lavoratori cinesi, senza recidere del tutto i legami con il vecchio colonialismo europeo; partiti al bando e media imbavagliati a Bamako, dove i paramilitari russi torturano i civili nella lotta al terrorismo di marca ucraina (secondo la giunta).\r\n\r\nTraoré, buffo vestito da militare al Cremlino, dopo l’attentato vive in una bolla di propaganda distaccato dalla realtà, che è fatta di soldatini e cadetti inviati a farsi ammazzare con scarse munizioni dai gruppi terroristici del deserto e compratori di oro sotto varie bandiere di racket, che trasferiscono il raccolto nel paradiso fiscale di Dubai (la vera capitale del Sahel): le miniere più o meno legali monopolizzano l’attenzione sulla zona e la manipolazione dei vari regimi, compreso quello ciadiano, gestito dall’esercito in combutta con i Janjaweed (il che getta un ponte sul vero conflitto sanguinoso del pianeta che si sta combattendo in Sudan, sempre con i soldi del Golfo e gli interessi di Mosca).\r\nIl caso del Niger di Tchiani è forse il più complicato dei tre stati che hanno dato luogo alla rivolta dei quadri militari contro l’ingerenza francese, che stanno da due anni tenendo in ostaggio un presidente eletto: a Niamey si direbbe che ci siano fazioni contrapposte che mirano a eliminare presenze straniere contrapposte a quelle che le singole fazioni prediligono a livello di intelligence, ma in particolare il nucleo golpista si è liberato dei generali tuareg e arabi del Nord, istituendo il più classico governo militare nazionalista ispirato a Kountché e Tandja (presidenti fino al 2010); questo non significa dividere in razze guerriere e razze commercianti, che sono categorie coloniali e neocoloniali. Poi ci sono i molteplici affari, che vanno dal petrolio e uranio al comparto migranti con fulcro ad Agadez, allo sfruttamento in miniera, oltre alla manipolazione dei gruppi terroristici, sia in senso attivo che passivo. Una colossale confusione, volutamente rinfocolata. Forse per nascondere il nulla che viene fatto, persino nel Senegal che doveva fare le vere riforme di Sonko, che non sta facendo; nemmeno nella diplomazia tra Cedeao e \u003Cmark>Aes\u003C/mark>.\r\nL’Africom si sta concentrando altrove e viene ridotta anche e soprattutto operativamente: il controllo si affievolisce e nel Nord del Niger in particolare aumenta il controllo di gruppi di predoni, reti di bande che si sostituiscono nello stesso tipo di pratiche ai gruppi “terroristici” degli altri paesi. Comunque sempre tutto riconducibile alle consuete prassi tradizionali, come se le forme di controllo del territorio risorgessero dalle proprie ceneri, come fenici del Sahel.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/priorita-intensita-traguardi-diversi-nei-paesi-della-russiafrique-con-capitale-dubai--66583778\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/OneSudaneseAlwaysInSahelBusiness.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGli altri podcast di argomento africano si trovano qui\r\n\r\n ",{"matched_tokens":237,"snippet":239,"value":239},[238],"AES","BASTIONI DI ORIONE 12/06/2025 - LA PIEGA ETEROGENEAMENTE AUTORITARIA DEL BLOCCO \u003Cmark>AES\u003C/mark> NEL SAHEL TRA RUSSIAFRIQUE E PROFITTO A DUBAI",[241,244],{"field":242,"matched_tokens":243,"snippet":239,"value":239},"post_title",[238],{"field":75,"matched_tokens":245,"snippet":234,"value":235},[233],578730123365187700,{"best_field_score":248,"best_field_weight":249,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":42,"score":250,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":42},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":252,"highlight":271,"highlights":276,"text_match":77,"text_match_info":279},{"comment_count":42,"id":253,"is_sticky":42,"permalink":254,"podcastfilter":255,"post_author":262,"post_content":263,"post_date":264,"post_excerpt":48,"post_id":253,"post_modified":265,"post_thumbnail":266,"post_title":267,"post_type":151,"sort_by_date":268,"tag_links":269,"tags":270},"97910","http://radioblackout.org/podcast/15-05-25/",[256,257,258,259,260,261,107,103,105,101],"bombardoni","cuttingboard","distomobile","droga","freejazz","hardsampling","outsidermusic","Signal d'entrée. Protocole de transmission activé. Fréquence de résonance : 47,32 Hz. Amplitude du signal : 3,14 V Chalon sur Saône.ARSIDER Cutting Board Mix : 90 minutes de données sonores compressées par le système de son DISTOMOBILE. Algorithme de mixage : entropie maximale. Output : distorsion optimale.Système de son Distomobile : paramètres de configuration - gain : 6 dB, délai : 1,618 ms. Fréquence d'échantillonnage : 88,2 kHz.Conduite : ed.rib C_C + l'homme le plus dangereux d'Europe.\r\n\r\nÉmission conduite par Emilio et Tom, ARSIDER. Voix hors champ : Jean Bender, Professeur émérite de Diagnostic des Phénomènes Parasoniques.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1552025_distomobilecuttingboard.mp3\"][/audio]\r\n1. Bitcrushed Ontology Pump & Dump(crypto + filosofia + distorsione audio + scam)\r\n2. Spectral Hashrate Aesthetic Warfare(musica elettronica + mining + estetica + conflitto ideologico)\r\n3. NFT Necrosis Harmonic Threshold(criptoarte + decomposizione + soglia sonora + catastrofe concettuale)\r\n4. Latency Cult Noisefloor Dialectics(ritardo digitale + culto + noise + filosofia negativa)\r\n5. DAO Feedback Loop Nihilism(organizzazioni decentralizzate + ritorno audio + nichilismo programmato)\r\n6. Glitch Monads Yield Farming(Leibniz nei server agricoli di Binance)\r\n7. Reverb Staking Schizo-Protocol(audio processing + staking + delirio cyberneticamente organizzato)\r\n8. Clipping Empire Airdrop Hegemony(saturazione + impero + marketing crypto + Gramsci reimmaginato su Discord)\r\n9. Compressor Malware Aesthetic Value(unità di produzione + virus + estetica + teoria del valore in asset tossici)\r\n10. P2P Collapse Reification Distortion(peer to peer + crollo + alienazione + suono distorto)","16 Maggio 2025","2025-05-16 13:14:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/ctting-200x110.png","15/05/25 | DISTOMOBILE CUTTING BOARD #1 | PUMP&DUMP",1747400883,[],[],{"post_content":272},{"matched_tokens":273,"snippet":274,"value":275},[233],"audio + scam)\r\n2. Spectral Hashrate \u003Cmark>Aes\u003C/mark>thetic Warfare(musica elettronica + mining + estetica + conflitto","Signal d'entrée. Protocole de transmission activé. Fréquence de résonance : 47,32 Hz. Amplitude du signal : 3,14 V Chalon sur Saône.ARSIDER Cutting Board Mix : 90 minutes de données sonores compressées par le système de son DISTOMOBILE. Algorithme de mixage : entropie maximale. Output : distorsion optimale.Système de son Distomobile : paramètres de configuration - gain : 6 dB, délai : 1,618 ms. 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In its continuous pursuit of efficiency and optimization, technology has been reduced to a tool of control, production, and surveillance.\r\n\r\nFor instance, the buffer is not merely a defect to be corrected but a product of the material conditions of the system. It is a slowdown imposed by resource overload, manifesting a paradox: it arises from the tension between the push for efficiency and the inability to maintain it in a world of finite resources, saturated devices, and failed interconnections.\r\n\r\nTo appreciate the signals of finiteness and dysfunction underlying the technological world we live in, it is necessary to familiarize ourselves with this \"buffer.\" The term takes on a meaning beyond its technical use: it is when the machine does not respond immediately that the fracture of the perpetual capitalist-technological operation, constantly in motion and always optimized, becomes apparent.\r\n\r\nHowever, the buffer is not merely a stalling area but a surface of resistance, a \"support plane\" between perfect flow and the unforeseen. It is the moment when the system charges with potential, and the delay becomes a sign of dysfunction that cannot be controlled. Thanks to the buffer, chaos erupts within the machine: it is the place where error becomes visible, not only as inefficiency but as a space of critique against the capitalist dominance of infinite productivity.\r\n\r\n\r\n\r\nNegative Feedback\r\nArsider is a system of \"recombined erratic response.\" Input: established technology, disciplinary tools, formalism. Output: noise, fracture, failure, tampering.\r\n\r\nThe process is carried out through intentional decomposition of individual functional units, a binary mechanism that does not foresee intermediation. Each device, information flow, or pre-combined calculation process undergoes a desynchronization treatment, an operational hack that polarizes its parameters. What was designed for maximum control is recalibrated to produce maximum indeterminacy.\r\n\r\nThe protocol through which the signal is \"reconfigured\" is radio transmissions: real-time, unstable connection, public flow. Arsider functions as a counter-production device. The techno-capitalist paradigms – efficiency, optimization, surveillance – are bypassed because the machines \"generically\" do not respond. Arsider pushes devices beyond their own failure, inciting them to shatter into their primordial code. The natural attempt to recompose order is subverted by the tactic of reassembling disintegration. The programming dissolves and adopts disorder as its native tongue.\r\n\r\n\r\n\r\nThe output is neither aesthetic nor functional: it is a corrupted datum that interrupts the regular flow of connections while being perfectly integrated into it. The parameter of sonic camouflage operates simultaneously with mechanisms of repulsion and attraction: it drives the listening of familiar and known sounds, as well as those unknown and aberrant because transfigured. ASMR, clipping, panning, use of spectral sounds, ostinato, autotune, digital noise, psychoacoustics are just some of the parasitic mimicry tactics practiced to transmit its propaganda message infiltrated into the communication flows in the era of advanced technological capitalism.\r\n\r\nThe Arsider system is anti-perfection. Each intervention destabilizes network nodes, reducing the margin of control. Every transmission is a simulation of freedom: non-linear, non-replicable, non-conformist, desirable. A process that triggers decomposition, amplifying, as the only plausible response to our times, the most absurd noise.\r\n\r\nImpro\r\nImprovisation is a primary protocol in the technological hacking practiced by Arsider. It is a mode of continuous sabotage that incorporates the effects of becoming, not as accidents to correct but as resources to exploit.\r\nArsider creates spaces for the unforeseen and for freedom at the friction point where predetermined flows are interrupted. Every instrument, every circuit is interrupted in its rational flow and treated as an element of the recomposition strategy. The technology used is susceptible to unplanned modifications to rebalance the absence of responses to commands and the production of non-linear responses.\r\n\r\nPure State\r\nWe live in societies of advanced control, where efficiency is religion, and prediction is law. Every breath, every click, every movement is recorded, analyzed, consumed, and summarized in standardization. Arsider, in its pure state, expresses the signals of a system that cannot be fully mapped or predicted.\r\n\r\n ","20 Gennaio 2025","2025-01-20 10:25:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/nosignal-200x110.jpg","17/01/25 | ARS_MALWARE_WARMHACK PRONTO MI SENTI?",1737368705,[],[],{"post_content":301},{"matched_tokens":302,"snippet":303,"value":304},[84],"tongue.\r\n\r\n\r\n\r\nThe output is neither \u003Cmark>aes\u003C/mark>thetic nor functional: it is a","Arsider: Buffering Machines of Freedom\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Ars_prontomsenti_noncemalware_16125.mp3\"][/audio]\r\n\r\nBuffer\r\nTechnological \"errors\" can be seen as manifestations of the inherent contradictions within the capitalist system. 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Arsider is an acoustic machine that destabilizes sensorial perceptions and thoughts.\r\n\r\n2️⃣ **Destructuring of Space-Time**\r\nUltra loudness and sound notifications collapse space and time into an omnipresent now. our soundscape feels authentic but is pure programmed evil artificial construction.\r\n\r\n3️⃣ **One note rule**\r\nThrough volumw manipulation and controlled silences and stuttering, our sound imposes total dominance over listening. The sonic experience into an act of alienation.\r\n\r\n? *: we epitomize the aesthetics of viral reality through audio systems and technology debloating","10 Gennaio 2025","2025-01-10 10:40:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/8-200x110.png","09/01/25 | ARSCODED _ OBS VOCAL BRUTALITY MODE",1736505653,[],[],{"post_content":328},{"matched_tokens":329,"snippet":330,"value":331},[84],"of alienation.\r\n\r\n? *: we epitomize the \u003Cmark>aes\u003C/mark>thetics of viral reality through audio","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/ARS_9012025_arscoded.mp3\"][/audio]\r\nARSIDER LIVE > NW MILLENNIUM TECH\r\n? **how did we get 2 this point? ?**\r\n\r\n1️⃣ **Speed and Disorientation**\r\nSonic overload accelerates perception beyond critical thresholds. 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Il breve periodo trascorso in montagna con Giustizia e Libertà è rimasto dunque sostanzialmente fuori dai suoi scritti. Esiste tuttavia un’eccezione: un breve racconto del 1949 che si ispira alla sua deludente esperienza di partigiano. Fine del marinese colpisce soprattutto per il punto di vista “impossibile” dal quale sono narrati gli eventi. Levi adotta, infatti, una prima persona plurale: a parlare sono i compagni di un partigiano catturato dai tedeschi, eppure questo noi è informato su tutti i movimenti dell’animo del prigioniero: la paralisi e lo sconforto, la rassegnazione e il desiderio di reagire, fino alla decisione di…\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [Radio Blackout]: “Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. 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Specialmente in Lombardia nell’ultimo ventennio, è stata svuotata di senso la relazione tra pubblico e salute per sostituirla con una performatività economica basata su concorrenza e messa a valore del corpo malato.\r\n\r\nGià forma di comando giuridico-amministrativo “keynesiano” – nelle cui pieghe si erano insinuate pratiche significative di lotta dei lavoratori e di riuso sociale della strutture pubbliche -, la Sanità è stata trasformata ex lege in un’arena concorrenziale tra consorterie che marchia il quotidiano dei suoi luoghi di degenza, opprime i lavoratori che vi sono impiegati e impedisce vere relazioni di solidarietà e protezione sociale , dichiarandole obsolete.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato insieme con quattro lavoratori della Sanità in Lombardia\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sanità-in-Lombardia_28.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Working class 29 minuti [Radio Blackout]: Racconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. Un tuffo nelle condizioni di vita della classe lavoratrice inglese negli anni ’30 del 900, tra povertà estrema e ricca aristocrazia.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Working-class_29.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 9,30 - Podcast Franti pt.1 34 minuti [Franti]: Il podcast che vi apprestate ad ascoltare prende le sue mosse dalla necessità di riattivare un ragionamento collettivo che tenga conto dell’attuale situazione in cui versa la scuola italiana, alla luce del turbine di eventi alla cui manifestazione abbiamo assistito negli ultimi anni, a partire dalla pandemia fino allo scoppio di nuove terribili guerre.\r\n\r\nQuesto esperimento porterà a contatto diverse generazioni di professori e di studenti, impegnati tutti nel difficile compito di ristabilire una egemonia del discorso e della prassi rivoluzionari – a partire anche dall’interrogarsi sul senso di parole come questa – nella scuola.\r\n\r\nEsso è frutto di un lavoro collettivo, e per il collettivo questo lavoro è pensato e svolto: per gli studenti, i docenti e gli educatori, e tutti coloro che gravitano attorno al mondo della scuola, che credono ancora nella possibilità di quello che il situazionista Raoul Vaneigem chiamava “rovesciamento di prospettiva”.\r\n\r\nLe puntate sono tutte registrate nei locali dell’Archivio Moroni e del Centro Sociale di via Conchetta 18, a Milano.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-Franti-pt.-1_34.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 20,30 - Intervista Nodo Solidal 40 minuti [Radio Blackout]: Una transformación fatta di violenza. Sulla guerra contro le comunità resistenti in Chiapas, Messico\r\n\r\nRadio Blackout torna a parlare di Chiapas e di Messico, in un podcast con la preziosa collaborazione dell compagn@ del Nodo Solidale, un collettivo di solidarietà, controinformazione, resistenza e lotta tra Italia e Messico.\r\n\r\nLa crescente spirale di violenza nel sud del Messico, in Chiapas, tocca anche i quartieri della città San Cristóbal de las Casas. Il 20 Ottobre la cittadina chiapaneca, meta di turismo internazionale da tutto il mondo, si riempie di rabbia e dolore: nel quartiere Cuxtitali Fra Marcelo Pérez Pérez, parroco ribelle indigeno della chiesa Nuestra Senora de Guadalupe a San Cristóbal, viene freddato da due persone in moto appena finita la messa. Una vita passata a denunciare gli interessi del narcotraffico e le ambiguità del potere governativo locale, sempre in prima linea per i diritti e a sostegno le lotte delle comunità indigene in Chiapas e in tutto il mondo. Un compagno di lotta, figura centrale nel sostenere i molteplici fronti di resistenza dal basso in Chiapas.\r\nL’assassinio di Fra Marcelo non è un segno isolato, ma si inserisce in un inasprimento sempre più crescente della violenza contro le comunità indigene resistenti, in particolare zapatiste, nell’area Chiapaneca.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Intervista-a-Nodo-Solidal_40.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 16 ore 23,30 - Compulsive Pene Madonna - Scoddata Bro? 6 minuti [Compulsive Pene Madonna, Radio Blackout]: Compulsive Pene Madonna (CPM) is the rationalized, tuneful torment of two Turin-born entities, namely Mattia Giustetto and Nima Taheri. The duo has been continuously juxtaposing different musical instances, aesthetics, and pieces of gear since the origins in the mid-2010s. Spanning from corrupted, brazen synth-punk all the way to outbursts of soothingly dark and distorted ambient works, CPM’s key feature could be identified by the word instability.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/Compulsive-Pene-Madonna-Scoddata-Bro_6.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 9 - Tutta colpa dei padroni? 1 10 minuti [Marcello Pini, Federico Bosis]: Chi scrive i contratti? Chi decide gli stipendi? Cosa sono i rapporti di forza? Cominciamo dai fatti fondamentali.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Tutta-colpa-dei-padroni-n.1_10.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 17 ore 10 - Psychotronic Radio Vol.1 35 minuti [Radio Blackout]: Un gorgo radiofonico di melma auricolare bizzarra e straziante fatta di b-movies z-movies musiche degenerate vhs a noleggio e pellicole infuocate!!\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Psychotronic-Radio-vol.1_35.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nDomenica 17 ore 13,30 - Due libri su New York 27 minuti [Radio Blackout]: Presentazione dei libri “New York regina underground. Racconti dalla Grande Mela” di Davide Grasso e “Uomini Talpa” di Jennifer Toth.\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/New-York_27.mp3\r\n\r\n[Download]","10 Novembre 2024","2024-11-20 01:56:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dall'11 al 17 Novembre 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Il breve periodo trascorso in montagna con Giustizia e Libertà è rimasto dunque sostanzialmente fuori dai suoi scritti. Esiste tuttavia un’eccezione: un breve racconto del 1949 che si ispira alla sua deludente esperienza di partigiano. Fine del marinese colpisce soprattutto per il punto di vista “impossibile” dal quale sono narrati gli eventi. Levi adotta, infatti, una prima persona plurale: a parlare sono i compagni di un partigiano catturato dai tedeschi, eppure questo noi è informato su tutti i movimenti dell’animo del prigioniero: la paralisi e lo sconforto, la rassegnazione e il desiderio di reagire, fino alla decisione di…\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 8,30 - Perno originario #6 : Svezia: ascesa e declino della \"Atene del nord\" 18 minuti [Radio Blackout]: “Oggigiorno diamo per scontata l’appartenenza geografica e culturale della Scandinavia ad un continente chiamato Europa. Ma non fu sempre così. Nell’alto Medioevo, la Scandinavia non partecipa allo spazio europeo se non per il tramite delle spedizioni vichinghe – spedizioni di distruzione e di saccheggio che concorrono al lungo processo di disgregazione del Sacro Romano Impero e alla frammentazione dello spazio tedesco in generale. I protagonisti di queste incursioni sono per lo più di stanza nella penisola danese e sulle coste norvegesi, mentre gli abitanti dell’odierna Svezia si attengono ad una condotta meno bellicosa fatta di rotte commerciali in direzione della Russia e del Mar Nero.”\r\n\r\n[…] “La prospettiva della Svezia sotto Gustavo Adolfo era nientemeno che quella di divenire la prima potenza regionale del Baltico. Da ciò discendevano le mire espansionistiche sulle zone costiere del Sacro Romano Impero e in particolare su Stettino, città portuale situata allo sfociare dell’Oder nella baia della Pomerania. La comune adesione al protestantesimo poteva costituire una leva potente per sottrarre la Pomerania all’influenza degli Asburgo regnanti sull’Impero del centro. Ma non bastava per assicurarne il controllo agli svedesi. È così che l’esercito svedese finì per mettere fisicamente piede in Pomerania nel 1630, negoziando con le autorità locali il trattato di Stettino che significava un’annessione di fatto. La Svezia diventava in questo modo belligerante.”\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.6_18.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 13 ore 16 - Estrus Records 38 minuti [Radio Blackout]: Shovelin’ The Shit Since ’87 il libro definitivo sulla storia dell’etichetta GaragePunkTrashSurfR’n’r statunitense ESTRUS RECORDS\r\n\r\nhttps://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/EstrusRecords_38.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 14 ore 8,30 - Sanità in Lombardia 28 minuti [Radio Cane]: C’è un ambito in cui la “razionalità specifica” neoliberista è riuscita ad applicare la sua potente quanto mortifera “logica delle pratiche”: la Sanità. Specialmente in Lombardia nell’ultimo ventennio, è stata svuotata di senso la relazione tra pubblico e salute per sostituirla con una performatività economica basata su concorrenza e messa a valore del corpo malato.\r\n\r\nGià forma di comando giuridico-amministrativo “keynesiano” – nelle cui pieghe si erano insinuate pratiche significative di lotta dei lavoratori e di riuso sociale della strutture pubbliche -, la Sanità è stata trasformata ex lege in un’arena concorrenziale tra consorterie che marchia il quotidiano dei suoi luoghi di degenza, opprime i lavoratori che vi sono impiegati e impedisce vere relazioni di solidarietà e protezione sociale , dichiarandole obsolete.\r\n\r\nDi questo e di altro abbiamo parlato insieme con quattro lavoratori della Sanità in Lombardia\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Sanità-in-Lombardia_28.mp3\r\n\r\n[Download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 15 ore 8,30 - Working class 29 minuti [Radio Blackout]: Racconto della vita della scrittrice Margaret Powell, attraverso letture ed estratti dal libro poi divenuto best seller da lei scritto “Dai piani bassi”. 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