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Il giovane aveva aggredito un agente con un coltello dopo essere stato colpito con lo spray al peperoncino e il collega del poliziotto ha sparato almeno cinque colpi di pistola. Il capo della polizia Franco Gabrielli, nel commentare la vicenda, ha annunciato: \"Per la sicurezza di tutti, le forze dell'ordine avranno pistole elettriche taser\".\r\n\r\nC'è l'ok del ministro dell'Interno Matteo Salvini e del capo della polizia Franco Gabrielli, convinto che a Genova la pistola elettrica avrebbe evitato al poliziotto di restare ferito da una coltellata e soprattutto avrebbe risparmiato la vita al giovane. 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Sabato era il primo giorno di allentamento delle misure di imposte dal governo per l’epidemia di Covid ma l’attenuazione del confinamento è consistita solo nella concessione di tre anziché un’ora di movimento fuori casa.\r\nNonostante il contesto non favorevole, una marea di persone ha investito il centro cittadino e minaccia di travolgere la legge di sicurezza globale.\r\nÈ stata una manifestazione viva, reattiva, piena di cartelli autoprodotti con tante persone giovani, senza grandi impianti di amplificazione, ma con una grande forza comunicativa.\r\nLa legge sulla “sicurezza globale” è solo l’ultimo di una serie di provvedimenti repressivi messi in campo negli ultimi mesi.\r\nIn agosto il governo ha deciso di mettere sotto controllo tutte le attività connesse all’ambiente e alla salute, spostandone le competenze al ministero dell’interno. Il ministro di polizia che si occupa di sanità ed ambiente è il segno della volontà di repressione preventiva di ogni protesta.\r\nLa legge di programmazione universitaria criminalizza ogni forma di occupazione e interruzione dei corsi, cui gli studenti hanno risposto con una manifestazione svoltasi nel pieno del periodo di confinamento più restrittivo. \r\n\r\nPer approfondimenti sulla legge di si sicurezza globale rimandiamo alla diretta della scorsa settimana su Blackout: https://radioblackout.org/2020/11/francia-in-piazza-contro-la-legge-di-sicurezza-globale/\r\n\r\nAd alimentare l’indignazione verso un provvedimento concepito per coprire le violenze della polizia hanno contribuito tre episodi, finiti sotto il riflettore dei media.\r\nLo sgombero dell’accampamento di migranti in Place de La République, il violentissimo pestaggio del produttore musicale afro-discendente Michel Zecler nel 17esimo arrondissement, i filmati di un aggressione poliziesca di agosto, la cui diffusione ha smentito il rapporto della polizia. Da un lato ri-emerge all’attenzione pubblica la normalità delle violenze razziste della polizia, dall’altro la natura strutturale e non occasionale di soprusi, pestaggi, insulti da parte delle forze dell’ordine in Francia.\r\nI 4 poliziotti coinvolti nel pestaggio razzista a Parigi sono stati messi sotto inchiesta e due di loro sono finiti in carcere. Sono accusati di “violenza intenzionale da parte di autorità pubblica” per i 20 minuti di botte a Michael Zecler, che tutti hanno potuto vedere, perché ripresi dalle telecamere dello studio del produttore.\r\nI 4 sono stati incastrati dalle riprese interne dello studio, nelle quali sono documentati gli interminabili minuti del pestaggio, insieme alle parole come “sporco negro” e un lacrimogeno fatto esplodere all’interno dell’ufficio. L’aggressione sarebbe partita dalla mera supposizione che Michel non indossasse la mascherina. Gli agenti si sono poi inventati una storia su una presunta reazione violenta del produttore, smentita poi dai filmati.\r\nGuarda il video e una breve intervista a Zacler: https://www.youtube.com/watch?v=W7ROH0-c3Bs&bpctr=1606808261\r\nSe la “sicurezza globale” diverrà legge chi pubblicasse immagini simili su blog o social rischierebbe la galera e le immagini verrebbero immediatamente rimosse.\r\nDalle ultime notizie circolate sui media pare che, dopo la marea che ha investito le principali città francesi, il presidente Macron abbia deciso di rivedere l’articolo 24. 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Partita dagli Stati Uniti da un gruppo di amici e solidali di Marius (prigioniero ecologista, antispecista e transgender), questo appuntamento annuale vuole ricordare tutte quelle persone che, per aver compiuto azioni dirette e per non aver mai rinnegato la propria identità anarchica, si trovano a dover scontare decine di anni di pena nelle galere di tutto il mondo. La chiamata punta dunque a ri-affilare l'arma della solidarietà e della complicità per non lasciarli soli, oggi e durante tutto l'anno.\r\n\r\nIn questa occasione è importante ricordare il caso di Eric King, compagno detenuto negli Usa dal 2016 per un tentato incendio all'ufficio di un legislatore di Kansas City. La sua testimonianza racconta l'avvenimento attraverso le sue parole, a partire dalla sua volontà di supportare il movimento di protesta che nel 2014 incendiava le strade di Ferguson, compiendo questo attacco nel settembre dello stesso anno in nome dell'antirazzismo e dell'anticapitalismo.\r\n\r\nDurante questi anni di prigionia Eric ha subìto diverse minacce, pressioni e violenze fisiche psicologiche, culminate ad agosto 2019 con una sessione di vera e propria tortura: legato mani e piedi ad un letto di una stanza, seminudo, è stato picchiato per ore e costretto ad urinarsi addosso. Le botte alla testa hanno portato a diversi problemi di salute che non sono mai stati medicalmente assistiti a dovere all'interno del carcere. Come se non bastasse, Eric è stato, per questo episodio, denunciato per aggressione dalle stesse guardie che l'hanno torturato, e rischia di aggiungere 20 anni alla sua già lunga pena detentiva. Attualmente, subisce anche il blocco delle lettere in un momento delicato come quello della pandemia. Non lasciamolo solo, è possibile supportarlo in tanti modi, uno di questi è informare e contribuire alla campagna di raccolta fondi a lui dedicata che trovate sul sito https://supportericking.org\r\n\r\nRicordando le proteste contro il razzismo e la violenza poliziesca che scaldano le piazze di tutto il mondo in questo periodo, abbiamo sottolineato come la brutalità della polizia si direzioni sistematicamente verso tutte le classi di oppressi ed indesiderati, tra cui anche chi si impegna nell’attivismo politico. E’ questo il caso di Judy Bari, ecologista dell’organizzazione earth first! che nel 1990 è stata vittima di un attacco bomba alla propria macchina mentre si dirigeva ad un’iniziativa. Il 24 maggio 2020 sono passati 30 anni dall’episodio, a seguito del quale l’FBI, palesemente coinvolta nell’attentato, ha cercato di depistare ogni prova, senza mai tentare veramente di trovare il colpevole. Anche qui, oltre al danno la beffa: Judy ed il compagno che era in macchina con lei sono stati accusati di essersi fatti saltare in aria da soli, e denunciati di detenzione e trasporto di esplosivi. Nella puntata abbiamo fatto ascoltare l’audio del documentario in lingua inglese Who Bombed Judy Bari che potete trovare qui https://www.youtube.com/watch?v=HWApxvSjMKY\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/eric-king.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","11 Giugno 2020","2020-06-11 13:00:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/4-point-200x110.png","11 giugno: giornata internazionale di solidarietà con i prigionieri anarchici di lunga data. 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Non lasciamolo solo, è possibile supportarlo in tanti modi, uno di questi è informare e contribuire alla campagna di raccolta fondi a lui dedicata che trovate sul sito https://supportericking.org\r\n\r\nRicordando le proteste contro il razzismo e la violenza \u003Cmark>poliziesca\u003C/mark> che scaldano le piazze di tutto il mondo in questo periodo, abbiamo sottolineato come la brutalità della polizia si direzioni sistematicamente verso tutte le classi di oppressi ed indesiderati, tra cui anche chi si impegna nell’attivismo politico. E’ questo il caso di Judy Bari, ecologista dell’organizzazione earth first! che nel 1990 è stata vittima di un attacco bomba alla propria macchina mentre si dirigeva ad un’iniziativa. Il 24 maggio 2020 sono passati 30 anni dall’episodio, a seguito del quale l’FBI, palesemente coinvolta nell’attentato, ha cercato di depistare ogni prova, senza mai tentare veramente di trovare il colpevole. Anche qui, oltre al danno la beffa: Judy ed il compagno che era in macchina con lei sono stati accusati di essersi fatti saltare in aria da soli, e denunciati di detenzione e trasporto di esplosivi. Nella puntata abbiamo fatto ascoltare l’audio del documentario in lingua inglese Who Bombed Judy Bari che potete trovare qui https://www.youtube.com/watch?v=HWApxvSjMKY\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/eric-king.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[247],{"field":197,"matched_tokens":248,"snippet":244,"value":245},[74],1155199671761633300,{"best_field_score":251,"best_field_weight":208,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":49,"score":252,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":49},"1112386306048","1155199671761633393",6637,{"collection_name":237,"first_q":17,"per_page":212,"q":17},["Reactive",256],{},["Set"],["ShallowReactive",259],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fKiOQr-7lBNuSmdkS3ELdoEpexSiUyLLqvL-WQfPw3CM":-1},true,"/search?query=aggressione+poliziesca"]