","16-21 Luglio: Stop ai mega bacini per la difesa della acqua","post",1720801879,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/acqua-bene-comune/","http://radioblackout.org/tag/agro-business/","http://radioblackout.org/tag/agroindistria/","http://radioblackout.org/tag/bassines-non-merci/","http://radioblackout.org/tag/campeggio/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-in-francia/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/lotte-ecologiste/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazioni/","http://radioblackout.org/tag/soulevaments-de-la-terre/",[28,24,15,30,20,32,71,26,22,34],"francia",{"tags":73},[74,76,78,81,83,85,87,89,91,93],{"matched_tokens":75,"snippet":28},[],{"matched_tokens":77,"snippet":24},[],{"matched_tokens":79,"snippet":80},[15],"\u003Cmark>agroindistria\u003C/mark>",{"matched_tokens":82,"snippet":30},[],{"matched_tokens":84,"snippet":20},[],{"matched_tokens":86,"snippet":32},[],{"matched_tokens":88,"snippet":71},[],{"matched_tokens":90,"snippet":26},[],{"matched_tokens":92,"snippet":22},[],{"matched_tokens":94,"snippet":34},[],[96],{"field":35,"indices":97,"matched_tokens":98,"snippets":100},[14],[99],[15],[80],578730123365712000,{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":105,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,"578730123365711977",{"document":107,"highlight":124,"highlights":132,"text_match":101,"text_match_info":138},{"cat_link":108,"category":109,"comment_count":46,"id":110,"is_sticky":46,"permalink":111,"post_author":49,"post_content":112,"post_date":113,"post_excerpt":52,"post_id":110,"post_modified":114,"post_thumbnail":115,"post_thumbnail_html":116,"post_title":117,"post_type":57,"sort_by_date":118,"tag_links":119,"tags":122},[43],[45],"87257","http://radioblackout.org/2024/02/lunione-contadina-contro-lagricoltura-industriale/","In questi giorni L’Unione contadina dell’USI-CIT ha diffuso un appello ai lavoratori e lavoratrici della terra che esprime una netta critica sia dell’agricoltura industriale novecentesca più ambientalmente devastante, sia della strategia UE di approfittare della retorica ambientalista per rinnovare il sistema agroindustriale all'interno di nuove tecnologie altrettanto pericolose, come il processo di liberalizzazione dei NGT (i nuovi OGM) e di altre biotecnologie genetiche.\r\nDenunciano l'insostenibilità economica ed ambientale di tutti i tipi di agroindustria e rivendicano la necessità di costruire dal basso, in modo autogestito, “un’agroecologia contadina radicalmente democratica, socialmente ed ambientalmente virtuosa, in grado di offrire lavoro dignitoso e cibo di qualità in un ambiente tutelato e valorizzato, fuori dalla logica estrattivista e capitalista. Perché a partire da un nuovo modello agricolo si possa costruire un mondo differente”.\r\nNell’appello analizzano il movimento dei trattori, in cui “ai contadini che coltivano direttamente i propri terreni a livello familiare si affiancano le grandi aziende, che operano grazie al lavoro salariato, oltre ai contoterzisti, che generalmente non conducono direttamente dei fondi agricoli ma che offrono servizi su larga scala alle aziende agricole (mentre mancano completamente i lavoratori salariati).\r\nQuesti soggetti, divisi tra loro anche per le differenti situazioni nazionali, devono affrontare problematiche diverse, ciononostante sono tutte riconducibili al modello agricolo di fondo che tutti accomuna: l’agroindustria.\r\nNe abbiamo parlato con Marco Mani dell’Unione contadina dell’USI-Cit\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/2024-02-13-usi-agroind-marco.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui l'appello dell'Unione Contadina - USI-CIT\r\n\r\n ","14 Febbraio 2024","2024-02-14 13:12:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/agricoltura_intensiva-768x501-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"196\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/agricoltura_intensiva-768x501-1-300x196.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/agricoltura_intensiva-768x501-1-300x196.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/agricoltura_intensiva-768x501-1.jpg 768w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L’Unione contadina contro l’agricoltura industriale",1707916184,[62,120,121],"http://radioblackout.org/tag/movimento-dei-trattori/","http://radioblackout.org/tag/pesticidi/",[15,123,18],"movimento dei trattori",{"tags":125},[126,128,130],{"matched_tokens":127,"snippet":80},[15],{"matched_tokens":129,"snippet":123},[],{"matched_tokens":131,"snippet":18},[],[133],{"field":35,"indices":134,"matched_tokens":135,"snippets":137},[46],[136],[15],[80],{"best_field_score":103,"best_field_weight":104,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":46,"score":105,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":46},6646,{"collection_name":57,"first_q":15,"per_page":141,"q":15},6,{"facet_counts":143,"found":141,"hits":183,"out_of":370,"page":17,"request_params":371,"search_cutoff":36,"search_time_ms":213},[144,159],{"counts":145,"field_name":156,"sampled":36,"stats":157},[146,148,150,152,154],{"count":14,"highlighted":147,"value":147},"happy hour",{"count":17,"highlighted":149,"value":149},"Harraga",{"count":17,"highlighted":151,"value":151},"congiunzioni",{"count":17,"highlighted":153,"value":153},"il colpo del strega",{"count":17,"highlighted":155,"value":155},"La fine della Fine della storia","podcastfilter",{"total_values":158},5,{"counts":160,"field_name":35,"sampled":36,"stats":181},[161,163,165,167,169,171,173,175,177,179],{"count":14,"highlighted":162,"value":162},"guerra",{"count":17,"highlighted":164,"value":164},"territori",{"count":17,"highlighted":166,"value":166},"nutrimento",{"count":17,"highlighted":168,"value":168},"gay street",{"count":17,"highlighted":170,"value":170},"speculazioni",{"count":17,"highlighted":172,"value":172},"via campesina",{"count":17,"highlighted":174,"value":174},"women for expo",{"count":17,"highlighted":176,"value":176},"diversity management",{"count":17,"highlighted":178,"value":178},"sovranità alimentare",{"count":17,"highlighted":180,"value":180},"esposizioni universali",{"total_values":182},23,[184,215,237,273,296,319],{"document":185,"highlight":200,"highlights":206,"text_match":210,"text_match_info":211},{"comment_count":46,"id":186,"is_sticky":46,"permalink":187,"podcastfilter":188,"post_author":189,"post_content":190,"post_date":191,"post_excerpt":52,"post_id":186,"post_modified":192,"post_thumbnail":193,"post_title":194,"post_type":195,"sort_by_date":196,"tag_links":197,"tags":199},"97159","http://radioblackout.org/podcast/zone-di-sacrificio-il-ritorno-della-miniera-nelleuropa-in-guerra/",[147],"ce","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.4 e 1.5 (7.04.24 e 14.04.24)\r\n\r\nI minerali critici sono considerati il fondamento dell'economia del XXI secolo, essenziali per le applicazioni militari - e quindi per lo scellerato piano di riarmo europeo \"Rearm Europe\" recentemente approvato dal Parlamento europeo - per le infrastrutture industriali e per l'elettrificazione nel contesto tanto della cd. \"transizione digitale\" quanto di quella \"energetica\".\r\n\r\nDa Malthus al Club di Roma, da Proudhon a Marx, alla teoria della dipendenza, sono numerosi e contrapposti gli autori che hanno sottolineato non solo che il capitalismo si basa su flussi di materia ed energia, ma anche che la sua crescita si accompagna a \"prelievi\" crescenti nella biosfera e oltre. L'estrattivismo inteso come sfruttamento industriale e distruttivo dell'ambiente, in tutte le sue forme, non ha quindi nulla di nuovo, nell'era moderna, se non forse la parola, della cui storia accenneremo in queste puntate. Rigettando le riduzionistiche declinazioni economiciste del concetto, in questo senso l’estrattivismo nomina il sostrato materiale di tutto il sistema capitalista globale e il suo legame strutturale e indissolubile con la crescente vampirizzazione del mondo (non soltanto quello definito come “naturale”), oggettificato in quanto \"risorsa\".\r\n\r\nLa dimensione materiale e distruttiva del capitalismo termoindustriale viene allo stesso tempo costantemente mistificata, tanto da costituirne un rimosso tale da raggiungere esiti estremi. Come nel caso di Kiruna, in Svezia, nella provincia della Lapponia, che si trova a 150 chilometri a nord del circolo polare artico. Dall'inizio di dicembre, per lunghe settimane, la città è avvolta dalla notte polare. In inverno, la temperatura media è di – 14 °C. Per molto tempo, solo i Saamis hanno popolato queste lande. A seguito della scoperta di un giacimento di ferro, nel 1890, vi si stabilì una società mineraria. La città di Kiruna si è sviluppata vicino alla miniera nel 1903 e oggi ospita più di ventimila persone. La ricchezza del suolo è considerata straordinaria. Ancora lontana dall'essere esaurita, la miniera ha già prodotto più di un miliardo di tonnellate di minerale. La vena del giacimento così prolifico, però, penetra nel terreno con un'inclinazione di 60 gradi, il che la conduce direttamente sotto la città, che viene poco a poco inghiottita dalla miniera. Questa esercita una tale presa sugli abitanti di Kiruna che quando la società mineraria statale che la gestisce ha proposto di spostare la città di 3 km, non ha incontrato alcuna resistenza. Gli abitanti sembrano aver normalizzato il fatto che la miniera, come un Moloch moderno, inghiottisce le loro case, le loro strade, i loro spazi di vita.\r\n\r\nE' di questo rimosso, e del suo nesso con il fondamento ed orizzonte bellico del mondo in cui viviamo, che parliamo nelle due puntate di aprile di Happy Hour, insieme ad una compagna del Collettivo Escombrera, autore del libro \"Il rimosso della miniera. La nuova febbre dell'oro nell'Europa in guerra\" (OGzero, 2024).\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/HAPPY-HOUR-ESTRATTIVISMOpt1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n_prima puntata_7.04.24_\r\n00:00 - a cosa serve l'Energia?\r\n08:19 - addentrarsi nella \"materia\": materie prime critiche, strategiche, terre rare\r\n14:50 - riconfigurazione delle catene di approvvigionamento nella guerra mondiale \"a pezzi\"\r\n22:00 - utilità della miniera: militare, nucleare, AI, medicina, agroindustria, finanza, automotive, rinnovabili...\r\n27:30 - fronti di guerra: i progetti strategici europei e italiani del Critical Raw Material Act, l'Ucraina, la Serbia, Panama, l'Artico\r\n57:45- la realtà estrattiva protoindustriale, la produzione della \"natura a buon mercato\"\r\n1:03:30 - Estratti da \"L'invenzione della tradizione del cavar marmi\" nelle Alpi Apuane (Cheddite?, 2021)\r\n1:07:27 - il caso delle Alpi occidentali, le lingere di galleria\r\n1:16:12 - colonialismo interno ed esterno: il Regio Editto Savoia sulla proprietà del sottosuolo del 1840, applicato in Sardegna nel 1848\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/HAPPY-HOUR-ESTRATTIVISMOpt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n_seconda puntata_14.04.24_\r\n00:00 - il rapporto metabolico tra Capitale e \"natura\" si dà in relazione all'intreccio tra Scienza e Tecnica\r\n7:10 - il ruolo dello Stato e del capitalismo finanziario transnazionale: il caso di ISPRA e Altamin Ldt\r\n19:40 - genealogia del concetto di \"estrattivismo\", lottare contro le forze che rendono sacrificabili alcuni luoghi di vita\r\n27:50 - intrecci: processi di accumulazione originaria in Europa come nel \"Sud globale\"\r\n36:40 - Zonizzazione e militarizzazione: che mondo produce la miniera?\r\n41:20 - Materie prime \"di carta\": il ruolo della finanza\r\n43:45 - \"Ecologia di guerra\", la mitologia green dell'autonomia energetica nello scenario bellico europeo\r\n48:12 - Chi non può essere cooptato, deve essere silenziato: il dispositivo Nimby\r\n\r\n \r\n\r\n_intermezzi musicali_\r\n\r\nTerra, Caetano Veloso\r\n\r\nLa lingera di galleria, canzone dei minatori\r\n\r\nLes mines de charbon, Claude Nougaro\r\n\r\nOcchi di rana, Kina\r\n\r\nIndecifrabile, Arturo\r\n\r\nWorking in the coal mine, Lee Dorsey","15 Aprile 2025","2025-06-01 18:37:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Capture-decran-2024-02-16-a-08.23.13.jpg-200x110.png","Zone di sacrificio: il ritorno della miniera nell'Europa in guerra","podcast",1744709328,[198],"http://radioblackout.org/tag/guerra/",[162],{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":204,"value":205},[203],"agroindustria","miniera: militare, nucleare, AI, medicina, \u003Cmark>agroindustria\u003C/mark>, finanza, automotive, rinnovabili...\r\n27:30 - fronti","Happy Hour. 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Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall'israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall'azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24, svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContro la sacralizzazione della tecnologia, apriamo la scatola nera del Datacenter con un compagno con cui in passato abbiamo già abbozzato alcune riflessioni sull'endiadi guerra e tecnica.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/datacenterfin.mp3\"][/audio]\r\n\r\n00:00:00 - Aprire la scatola nera: cos'è un datacenter?\r\n00:07:37 - Storia sociale del datacenter (I): centralizzazione e guerra di classe\r\n00:14:13 - Storia sociale del datacenter (II): un'industria urbana\r\n00:19:00 - Guerra esterna e interna, agricoltura di precisione, telemedicina, e-governance, fintech: il boom dell'AI e dei data center\r\n00:28:11 - Spazialità (I): Starlink, Armada, la \"nuova frontiera\" dello spazio e la centralità dello Stato nei processi di accumulazione del capitalismo digitale\r\n00:38:42 - Spazialità (II): datacenter e \"città dei varchi\"\r\n00:45:10 - Torino e i datacenter: spazi industriali dismessi, vicinanza a Milano e ruolo di Politecnico, Leonardo e comparto militare dell'Aerospazio\r\n00:53:46 - Italia, perno digitale nel Mediterraneo?\r\n00:55:58 - Tecnologia della memoria e vita umana: il datacenter come oracolo\r\n01:02:47 - La macchina che si emancipa dall'uomo, il cervello come macchina. Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? Si mettono insieme quel poco di conoscenze che permettono ad occhio e croce di individuare il poliziotto. In altre parole, se dobbiamo attaccare il poliziotto, che è una cosa che ci piace moltissimo, non ci facciamo poliziotti per questo, ci limitiamo ad acquisire alcune conoscenze in merito alla polizia. Per attaccare la nuova tecnologia, allo stesso modo, non è necessario essere ingegneri, ma possiamo acquisire delle conoscenze abbastanza facili, tutte quelle indicazioni pratiche che ci permettono di poterla attaccare. Ma da questo problema viene fuori un altro problema, molto più importante: la nuova tecnologia non è un fantasma astratto, è una cosa concreta. Ad esempio, il sistema internazionale delle comunicazioni è un fatto concreto. Per riuscire a costruirci immagini astratte nella testa, deve distribuirsi nel territorio. È in questo campo che vengono usati i nuovi materiali, poniamo nella costruzione dei cavi di trasmissione, ed è in questo campo che diventa importante conoscere la tecnologia, non come funziona nel suo aspetto produttivo, ma come si distribuisce realmente nel territorio. Cioè dove sono i centri di gestione (che sono sempre molteplici), dove sono i canali di comunicazione, tutte cose che non sono idee astratte, ma cose fisiche, oggetti che corrono nello spazio e che garantiscono il controllo. Intervenire con un sabotaggio in queste strutture, è facilissimo, difficile è sapere dove sono collocati i cavi. Ad un certo punto diventa indispensabile conoscere la distribuzione della tecnologia. Questo, pensiamo, sarà sicuramente il problema rivoluzionario più importante dei prossimi anni\". (Nuove svolte del capitalismo)\r\n\r\n[caption id=\"attachment_95929\" align=\"aligncenter\" width=\"1024\"] A Saluzzo, i droni dell'israeliana Tevel raccolgono la frutta per l'azienda Rivoira.[/caption]","25 Febbraio 2025","2025-06-01 18:36:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/incendie-ovh-1-696x435-1-200x110.jpg","Datacenter, il lato sommerso dell'AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.",1740515886,[198],[162],{"post_content":229},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[203],"il nesso tra Datacenter e \u003Cmark>agroindustria\u003C/mark>. Il 31 gennaio 2024 è","Happy Hour. Pillole sintetiche dal mondo-guerra.\r\n1.3 (24.02.25)\r\n\"Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle\".\r\n\r\nDalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un'industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai \"nebulosa\". Non soltanto in quanto sostrato materiale della \"nuvola\" (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di \"Datacenter\" sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati - la cantina di Internet e dell'AI - e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.\r\nQui gli indirizzi dei datacenter a Torino.\r\n\r\n \r\n\r\n[caption id=\"attachment_95926\" align=\"aligncenter\" width=\"696\"] Un pezzo di internet andato a fuoco, il datacenter OVH a Strasburgo, marzo 2021.[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nOltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell'aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e \u003Cmark>agroindustria\u003C/mark>. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la \"Mostra della Meccanica Agricola\", dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più \"smart\" e costosi. Dopo lo sradicamento dell'agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall'alleanza tra grande capitale \u003Cmark>agroindustriale\u003C/mark>, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. 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Contro il millenarismo tecnologico tecno-utopico e tecno-distopico, contro il mito dell'equivalenza tra umano e tecnica, l'impensato della sacralizzazione della tecnologia\r\n01:13:43 - Datacenter e regimi di visibilità (I): il mito della sostenibilità ambientale, tra nucleare e geoingegneria\r\n01:17:39 - Datacenter e regimi di visibilità (II): il mito dell'automazione, l'addestramento alla vergogna prometeica\r\n01:20:22 - Vampirizzazione dell'ecosistema e rimosso delle miniere\r\n01:25:58 - \"Se Google diventa il mio vicino, ci sarà ancora acqua?\": ambiguità delle proteste contro i datacenter, indicazioni per una lotta fondamentale\r\n\r\n \r\n\r\n\"Come possiamo attaccare una realtà che ci è nemica, senza conoscerla a fondo? Ecco, a ben riflettere, la risposta non era difficile. In effetti, ad esempio, ci piace molto attaccare la polizia, ma nessuno di noi si fa poliziotto per questo. Ci si documenta: la polizia che cosa fa? che tipo di randello usa? 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Studiarle, capirne meccanismi e schemi - nonché dotarsi degli strumenti analitici necessari per riconoscere un’espulsione all’interno di un aeroporto o, addirittura, di un aereo - è necessario con il fine di trovare i punti di attacco nonché alimentare solidarietà e complicità con chi lotta e resiste alla violenza di CPR, frontiere e deportazioni.\r\n\r\nAd Harraga – trasmissione in onda ogni venerdì dalle 15 alle 16 su Radio Blackout – approfondiamo l’argomento, nella sua attualità e materialità, cogliendo l’occasione della recente pubblicazione dell’opuscolo: Deportazioni. Riflessioni per attaccare gli ingranaggi del razzismo di stato.\r\n\r\nNella prima parte, con il contributo audio di un compagno dell'Assemblea no cpr no frontiere -FVG, tracciamo un quadro analitico intorno al sistema deportativo italiano:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/harraga-1.8.25-primo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte, in conversazione con una compagna della Rete Campagne in Lotta, entriamo nel merito dei meccanismi della macchina deportativa, dal legame tra carcere e CPR ai ghetti dei distretti agroindustriali, dove le deportazioni sono anche strumento repressivo e monito alle spinte rivendicative di lavoratori e lavoratrici immigrate.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/harraga-1.8.25-secondo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL'opuscolo è scaricabile dai siti campagneinlotta.org, nofrontierefvg.noblogs.org, e nocprtorino.noblogs.org","1 Settembre 2025","2025-09-01 09:52:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/08/deportazioni-banner-200x110.png","Deportazioni: riflessioni per attaccare gli ingranaggi del razzismo di Stato - presentazione dell'opuscolo",1756720328,[250,251,252,253],"http://radioblackout.org/tag/albania/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/deportazioni/","http://radioblackout.org/tag/opuscolo/",[255,256,257,258],"albania","cpr","deportazioni","opuscolo",{"post_content":260},{"matched_tokens":261,"snippet":263,"value":264},[262],"agroindustriali","CPR ai ghetti dei distretti \u003Cmark>agroindustriali\u003C/mark>, dove le deportazioni sono anche","Le deportazioni dall’Italia – sia verso i paesi di partenza che la colonia detentiva in Albania, sia attraverso i cosiddetti rimpatri volontari (che di consensuale han poco o nulla) – stanno aumentando a ritmo sospinto. 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In Francia sono giornate di blocchi autostradali e flash mob di trattori davanti alle Prefetture e sulle tangenziali delle grandi città. La destra francese, come già in Germania, soffia sulla protesta, cavalcando la morte di un’attivista e della sua figlia dodicenne, investite martedì mentre presidiavano un posto di blocco.\r\n\r\nLa rabbia degli agricoltori è esplosa anche in Polonia e in Romania, che già avevano dato segni di malcontento per via della concorrenza sleale dei prodotti ucraini.\r\n\r\nIn Polonia governo di Donald Tusk vuole firmare un accordo con l'Ucraina sul transito dei prodotti agricoli. Gli agricoltori hanno protestato in più di 150 luoghi in tutta la Polonia, opponendosi sia all'afflusso incontrollato di merci dall'Ucraina sia all'introduzione del Green Deal europeo, che costringe gli agricoltori di tutta Europa a ridurre la produzione.\r\n\r\nDal canto loro gli agricoltori e i trasportatori romeni hanno detto che le misure annunciate dal governo di Bucarest sono insoddisfacenti e che i colloqui finora portati avanti non hanno portato a una soluzione accettabile. Gli agricoltori hanno assicurato che continueranno a protestare finché non saranno soddisfatte le loro richieste.\r\n\r\nIl malcontento ha finito col trovare voce anche tra gli agricoltori italiani che stanno scendendo in strada a bordo dei loro trattori, protestando contro le mancate risposte del governo sull’aumento dei costi di produzione – tra cui quello del gasolio – e le politiche europee su cibi sintetici e farine di insetti. In particolare, i dimostranti lamentano una scarsa protezione dei prodotti italiani, che ritengono essere stati penalizzati rispetto a quelli provenienti da altri Paesi e il peso crescente della burocrazia che strangola il settore.\r\n\r\nLa sensazione, soprattutto in Germania e Francia è che gli agricoltori, al di là degli interessi specifici di cui sono senz’altro portatori, incarnino un malessere più diffuso che esplode oggi in un settore che vive di sussidi e invecchia inesorabilmente, perdendo addetti e precarizzando i salari, dove le piccole e medie imprese scompaiono a vantaggio dei grandi gruppi agroindustriali, dove i centri decisionali sono sempre più lontani e fuori da ogni controllo democratico. 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Il tipo di produzione industriale e agroindustriale attuale si basa sull’espansione costante di se stessa ed è individuabile come la causa dell’emersione di pandemie, a seguito di zoonosi, così com’è stato il caso del covid19.\r\n\r\nCiò che è cruciale in questo senso e che vorremmo approfondire con gli interventi dei comitati che si occupano della tutela del proprio territorio, è proprio il rapporto che in questo contesto si instaura tra capitale e vivente: la riproduzione del capitale oggi implica che la riproduzione dell’umano e del pianeta tutto sia messa inevitabilmente a rischio.\r\n\r\n \tIntroduciamo il tema con le parole di Stefania Barca, una storica ambientale ed ecologista politica.\r\n \tIntervista al collettivo Athamanta (Massa-Carrara) che si occupa di tutela e cura dell’ambiente.\r\n \tComitato STOP SOLVAY di Alessandria contro l'ampliamento di un impianto che guarda al profitto di una singola multinazionale (Solvay).\r\n\r\n ","15 Ottobre 2020","2020-10-15 16:40:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/Hydra-200x110.png","Congiunzioni #9 – Conflitti territoriali e salute – [15 Ottobre]",1602780015,[],[],{"post_content":311},{"matched_tokens":312,"snippet":313,"value":314},[203],"tipo di produzione industriale e \u003Cmark>agroindustria\u003C/mark>le attuale si basa sull’espansione costante"," \r\n\r\n\r\n“La riproduzione è il \"punto zero\" della rivoluzione quella che, se presa sul serio, consente di rovesciare tutto.” - Silvia Federici\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/congiunzioni-9.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNella puntata di oggi approfondiamo i legami tra modelli di produzione, politiche industriali e crisi ecologia e pandemie. 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Storia e geografia del medium espositivo\", di Luca Massidda, edito dalla Franco Angeli.\r\nNegli ultimi vent'anni il dispositivo dell'esposizione universale è tornato ad assumere una nuova centralità, a causa delle modificazioni dell'economia globale e della presenza massiccia e diffusa dei media. Mega eventi attraverso i quali il capitale si autorappresenta, si conferma e si giustifica, anche alla luce del fatto che i valori che le vecchie esposizioni universali mettevano in campo, non esistono più: l'allora nascente società di massa, l'autorappresentazione identitaria degli stati nazione, il modo di produzione industriale, la metropoli moderna, l'ideologia modernista, la giovane industria culturale.\r\nQual è dunque il ruolo di un expo in un sistema profondamente trasformato, globalizzato e di urbanità transnazionale? Quale il senso di un expo in un sistema capitalistico fortemente connotato dall'immaterialità e da una produzione che è sempre più produzione di bisogni?\r\nL'Expo 2015 si pone al centro di qualcosa che è chiamata \"crisi\", in nome della quale si impongono misure restrittive ai paesi deboli, ma che in realtà rappresenta una fase di profondo reengeneering del capitale, del rapporto capitale-lavoro, e del rapporto tra capitali e territori e la fine definitiva del modello di welfare invalso almeno nella nostra parte di mondo. C'è bisogno intanto di spacciatori di svaghi e di puntare se non sui consumi, dato l'impoverimento, perlomeno sull'implemento della coazione a consumare, che si presenta come l'unico modello possibile di esistenza individuale e generale. Ecco perchè, date tutte le trasformazioni storiche conosciute dal dispositivo espositivo in quanto in relazione alle modificazioni del sistema capitalistico, l'appeal spettacolare, l'atmosfera di grande orgia feticistica, non smette di aleggiare anche intorno ai lavori dell'expo milanese, trabocca dalle pagine del sito, in cui una donna giovane e mulatta, a pubblicizzare la transizione verso una società interculturale fondata sull'universale eguaglianza dei consumatori e delle consumatrici di tutto il mondo uniti.\r\n***\r\nExpo non è “solo” un cantiere di speculazioni e un banco di prova delle nuove riforme strutturali del lavoro (all'insegna del self-management, della gratuità e della flessibilità), ma si configura anche come spazio di produzione di discorso, di simboli, di miti e di pratiche che vanno ad alimentare un'idea di mondo nata nella notte dei tempi. Uno dei campi discorsivi e simbolici attorno a cui si costruisce l'Esposizione Universale del terzo millennio è appunto quello della femminilità come insieme di attributi salvifici e creativi della donna e quello della vita come terreno di sfida politica ed economica.\r\nUn “femminile” tanto negato e oppresso nello spazio del biologico e del riproduttivo, quanto sacralizzato in veste di principio materno, generativo e vitale. Questo mito non ha smesso di esistere nell'epoca della religione del denaro e anzi, negli ultimi quarantanni, ha avuto un ruolo preminente all'interno di quel passaggio storico in cui un nuovo paradigma economico ha tentato di recuperare la forza dirompente delle lotte femministe degli anni Settanta. Ha stabilito, cioè, quel differenziale femminile da poter valorizzare sul mercato che prende il nome di diversity management: maggior capacità di cura delle relazioni, di creatività e di pragmatismo che richiamerebbero gli attributi tipici del lavoro domestico come luogo - in fondo e sempre - riservato alle donne. Expo conferma questa narrazione e ne mostra i paradossi, rilancia la sfida internazionale in difesa della vita e in nome delle donne ma ne svela il nesso indissolubile con le logiche di accumulazione di profitto e con le politiche della morte dell'attuale governance globale.\r\nLa politica sulle donne che Expo sta portando avanti attraverso la campagna \"Women for expo\", offre un'immagine della donna che è quella della cura, della nutrizione; La donna al servizio della casa, della famiglia, e alla fine anche del pianeta; depositaria di un sapere culinario, regina del focolare domestico. Da un lato si promuove la donna imprenditrice e di potere, sfruttatrice di altre donne e di altri uomini, e dall’altro si accentua l’oppressione di tutte le altre donne, giustificandola con la “vocazione” alla maternità e alla cura, per impedire qualsiasi rivendicazione di libertà e parità, del resto impossibile in una società che divide per sfruttare meglio.\r\ndal blog de le Lucciole di Milano:\r\nLa quota rosa di Expo e la GayStreet risultano essere dispositivi di normalizzazione e di reclusione all’interno di spazi fisici e politici, che, vantandosi di essere progetti progressisti, tentano di nascondere lo stato dell’arte dei percorsi di smantellamento dei diritti nel mondo del lavoro, della scuola, della sanità e del welfare, e l’assenza di ogni tipo di diritto per i soggetti lgbit*. Sebbene i due progetti abbiano consistenze diverse, sono entrambi accomunati dall’utilizzare le nostre identità e i nostri corpi in nome del profitto, e propongono la sussunzione delle nostre rivendicazioni e delle nostre lotte all’interno di un processo sociale e politico, sempre più escludente, maschile e razzista.\r\n***Abbiamo consigliato anche la lettura del testo \"Senza donne non c'è sovranità alimentare\", di Esther Vivas, che analizza l'impatto delle politiche agro-industriali sulle donne e il ruolo chiave che le donne contadine giocano nel nord come nel sud del mondo nella produzione e distribuzione del cibo. L'articolo inoltre analizza se e come il modello di agricoltura dominante può incorporare una prospettiva femminista e come, invece, i movimenti sociali che si occupano di sovranità alimentare possono incorporare una prospettiva femminista.\r\nPer riascoltare la puntata:\r\n il colpo della strega_16febbr_primaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_secondaparte\r\nil colpo della strega_16febbr_terzaparte","25 Febbraio 2015","2018-10-24 17:35:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/10/adesivo-il-colpo-della-strega-new-copy-e1413229678451-200x110.jpg","Le esposizioni universali ed Expo Milano 2015 (Il colpo della strega, 19febbraio2015)",1424861385,[332,333,334,335,336,337,338,339,340,341,342,343,344,345,346,347,348,349],"http://radioblackout.org/tag/campesinas/","http://radioblackout.org/tag/diversity-management/","http://radioblackout.org/tag/esposizioni-universali/","http://radioblackout.org/tag/expo-2015/","http://radioblackout.org/tag/femminilizzazione-del-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/gay-street/","http://radioblackout.org/tag/glbtq/","http://radioblackout.org/tag/lavori-di-cura/","http://radioblackout.org/tag/maternita/","http://radioblackout.org/tag/migrazioni/","http://radioblackout.org/tag/nutrimento/","http://radioblackout.org/tag/precarieta/","http://radioblackout.org/tag/sovranita-alimentare/","http://radioblackout.org/tag/speculazioni/","http://radioblackout.org/tag/terra/","http://radioblackout.org/tag/territori/","http://radioblackout.org/tag/via-campesina/","http://radioblackout.org/tag/women-for-expo/",[351,176,180,352,353,168,354,355,356,357,166,358,178,170,359,164,172,174],"campesinas","expo 2015","femminilizzazione del lavoro","glbtq","lavori di cura","maternità","migrazioni","precarietà","terra",{"post_content":361},{"matched_tokens":362,"snippet":364,"value":365},[363],"agro-industriali","che analizza l'impatto delle politiche \u003Cmark>agro-industriali\u003C/mark> sulle donne e il ruolo","Puntata dedicata ad alcuni approfondimenti sull'Expo 2015 di Milano.\r\n***Un lungo excursus sulla storia delle esposizioni universali, a partire dall'\"Atlante delle grandi esposizioni universali. 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