","Gli affari delle aziende italiane con il regime di al-Sisi in Egitto","post",1668614694,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/al-sisi/","http://radioblackout.org/tag/egitto/","http://radioblackout.org/tag/eni/",[28,17,66],"ENI",{"post_content":68,"tags":73},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70,70],"al","che Intesa Sanpaolo ha concesso \u003Cmark>al\u003C/mark> ministero della Difesa e \u003Cmark>al\u003C/mark>","C'è un rapporto stretto e profittevole delle due maggiori aziende italiane del settore fossile, Eni e Snam, della principale banca italiana, Intesa Sanpaolo, e dell’assicuratore pubblico SACE, con il regime di Abdel Fattah al-Sisi in Egitto. Una dittatura che si fonda su circa 60mila dissidenti e attivist* politic* in detenzione arbitraria e su innumerevoli condannne a morte a tramite processi farsa. Non a caso, la COP27 sul Clima che in questi giorni si svolge proprio in Egitto, è stata giustamente definita la Conferenza della Repressione.\r\n\r\nAndiamo ad analizzare, grazie ad un prezioso report pubblicato da ReCommon, i rapporti economici tra le azienze italiane e l'Egitto. Sorgono spontanee alcune domande, che rimangono irrisolte indicando, se mai ci fosse stato bisogno di una conferma, come il business prevalga sui diritti umani e sui processi democratici: perché Eni ha continuato ad aumentare i propri investimenti in Egitto dopo l’assassinio del ricercatore italiano Giulio Regeni? Dove finiscono gli ingenti finanziamenti che Intesa Sanpaolo ha concesso \u003Cmark>al\u003C/mark> ministero della Difesa e \u003Cmark>al\u003C/mark> ministero delle Finanze egiziani? Perché l’assicuratore pubblico Sace non ha avuto alcuna remora nel garantire la raffineria di Assiut? E perché Snam non pubblica ancora l’elenco completo dei suoi azionisti, coinvolti nella proprietà del gasdotto Arish-Ashkelon che collega Israele ed Egitto, anche noto come “Gasdotto della pace”?\r\n\r\nQui la diretta con Alessandro di ReCommon:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/egitto_italia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nhttps://www.recommon.org/la-campagna-degitto/",[74,77,79],{"matched_tokens":75,"snippet":76},[70,33],"\u003Cmark>al\u003C/mark> \u003Cmark>sisi\u003C/mark>",{"matched_tokens":78,"snippet":17},[],{"matched_tokens":80,"snippet":66},[],[82,87],{"field":36,"indices":83,"matched_tokens":84,"snippets":86},[48],[85],[70,33],[76],{"field":88,"matched_tokens":89,"snippet":71,"value":72},"post_content",[70,70],1157451471441625000,{"best_field_score":92,"best_field_weight":93,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":48,"score":94,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":48},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":96,"highlight":118,"highlights":138,"text_match":90,"text_match_info":146},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":48,"id":99,"is_sticky":48,"permalink":100,"post_author":51,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":54,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":59,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":113},[45],[47],"40004","http://radioblackout.org/2017/01/caso-regeni-un-anno-senza-verita/","Un anno fa, il 25 gennaio 2016, il ricercatore italiano Giulio Regeni veniva rapito al Cairo, torturato per giorni e poi ucciso. Un anno dopo, la battaglia per ottenere verità sulla sua morte è ancora lontana dal concludersi.\r\n\r\n \r\n\r\nLe autorità egiziane hanno fin da subito e ripetutamente costruito false versioni e depistaggi attorno al caso Regeni, per allontanare le responsabilità del proprio braccio operativo - la polizia e i servizi segreti - arrivando infine a sostenere una versione di comodo che additerebbe alcune \"mele marce\" del sistema, che avrebbero agito in autonomia senza una catena di comando alle spalle. Una versione, questa, che mira a costruire un alone di eccezionalità attorno alla morte di Giulio, nascondendo invece la sistematicità di una pratica di cui il regime egiziano di Al Sisi è autore da anni: la sparizione forzata e violenta di centinaia di persone.\r\n\r\n \r\n\r\nUn anno durante il quale il governo italiano (primo tra tutti quello di Renzi e ora quello fotocopia di Gentiloni) ha continuato a intrattenere lucrosi affari e accordi con l'Egitto.\r\n\r\n \r\n\r\nOggi in tutta Italia si tengono iniziative e manifestazioni in ricordo di Giulio, per continuare a portare avanti la battaglia per la verità intrapresa un anno fa.\r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Chiara Cruciati, collaboratrice de Il Manifesto:\r\n\r\nregeni_cruciati","25 Gennaio 2017","2017-01-28 01:06:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/regeni2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"224\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/regeni2-300x224.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/regeni2-300x224.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/regeni2.jpg 593w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Caso Regeni, un anno senza verità",1485348246,[62,63,109,110,111,112],"http://radioblackout.org/tag/giulio-regeni/","http://radioblackout.org/tag/italia/","http://radioblackout.org/tag/regeni/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[28,17,114,115,116,117],"Giulio Regeni","italia","regeni","tortura",{"post_content":119,"tags":125},{"matched_tokens":120,"snippet":123,"value":124},[121,122],"Al","Sisi","cui il regime egiziano di \u003Cmark>Al\u003C/mark> \u003Cmark>Sisi\u003C/mark> è autore da anni: la","Un anno fa, il 25 gennaio 2016, il ricercatore italiano Giulio Regeni veniva rapito \u003Cmark>al\u003C/mark> Cairo, torturato per giorni e poi ucciso. 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Infatti il generale che si era fatto garante del ritorno alla \"normalità\" dopo il colpo di stato che aveva posto fine al governo di Hosni Mubarak guida un paese in profonda crisi economica, le cui strategie di sviluppo, portate avanti attraverso opere faraoniche spesso utilizzate per guadagnare consenso presso una popolazione impoverita dalle misure di austerità imposte dall'FMI, si sono rivelate fallimentari. 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Il pessimismo sugli esiti si accompagna alla durissima repressione del governo Al Sisi nei confronti di ogni forma di opposizione sociale.\r\nIl meeting, che terminerà il 18 novembre, si svolge nella zona turistica di Sharm el Sheikh, chiusa e blindata dalla polizia. Persino i piccoli commercianti sono stati obbligati a chiudere i loro negozi per venti giorni.\r\nLa conferenza cade a 30 anni esatti dalla sigla dell’UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici, cui hanno aderito da allora 197 Paesi con l’obiettivo di costruire un campo ampio e coordinato di impegni per contrastare il riscaldamento globale.\r\nTuttavia, 26 vertici internazionali e due accordi globali dopo – Kyoto e Parigi – la quadra per una azione climatica globale ed efficace è ancora lontana. Con tutti gli indicatori climatici in peggioramento e le emissioni in costante trend di crescita, sulla Cop27 sono concentrate molte attenzioni ma poche aspettative.\r\nLo scenario internazionale è assai poco favorevole, con la crisi energetica globale che si sta traducendo in nuova linfa per la corsa alle energie fossili.\r\nSpinta di cui si è fatta interprete Meloni, evocando il mito dell’autonomia energetica nel segno della continuità con Mattei, nella logica neocoloniale armata in Africa che ha segnato l’approccio di tutti i governi degli ultimi anni.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Turco, giornalista, ambientalista, esperto di questioni climatiche\r\n\r\nascolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-08-cop-27-turco.mp3\"][/audio]","8 Novembre 2022","2022-11-08 14:34:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1-1024x576.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/cop27-1068x601-1.png 1068w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cop 27. 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Il computo dei morti della strage di lunedì 3 giugno 2019 si ferma a 108; i militari hanno chiuso tutti i varchi e cominciato a sparare sul sit-in dei dimostranti che da due mesi chiedono il passaggio del potere ai civili per organizzare elezioni che mancano da 30 anni nel paese schiacciato tra Egitto (e l'evoluzione degli ultimi eventi somigliano alla presa del potere di Al-Sisi), Sahel (e le pulsioni che da lì derivano) e il corno d'Africa (e il leader etiope si è proposto come mediatore senza ancora riuscire a portare le parti al negoziato). La strage è stata rubricata dalle parole del premier, dicendo che «le operazioni per ripulire l'area ci sono sfuggite di mano». Un momento molto delicato per l'imponente movimento che è riuscito a cacciare Al-Bashir e due delle figure più eminenti dell'opposizione alla giunta militare sono stati arrestati subito dopo aver incontrato il premier. L'ennesima prova di forza dell'esercito sudanese è giunta dopo che i colloqui fra il Consiglio militare di transizione (Tmc) e le sigle dell’opposizione racchiuse nel cartello delle Forze per la libertà ed il cambiamento (Ffc) si sono interrotti, provocando il deragliamento del difficile processo di transizione del potere avviato dopo la deposizione del presidente Omar al Bashir e la salita al potere dei militari del Tmc: il consiglio ha cancellato tutti gli accordi a cui si era pervenuti da quando è stato deposto Bashir.\r\n\r\nRussia e Cina per i loro interessi nella regione hanno bloccato una risoluzione dell'Onu per intervenire nel paese africano. Invece il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana ha sospeso la partecipazione del Sudan a tutte le sue attività. 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I giovani sono pronti a proseguire la lotta per conseguire quel cambiamento avviato ormai con la fine del regime e che rischia di essere soffocato dalla potenza delle armi e dei capitali investiti dall'estero per assicurare la conferma del controllo coloniale del paese nella collocazione geostrategica voluta da Bashir.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele Masto, africanista e redattore di \"AfricaRivista\":\r\n\r\nCongiuntura nevralgica per l'evoluzione sudanese","9 Giugno 2019","2019-06-09 11:00:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-07_sudan.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sudan: la repressione militare foraggiata dai sauditi",1560078057,[234,235,236,237,238],"http://radioblackout.org/tag/bashir/","http://radioblackout.org/tag/consiglio-militare-di-transizione/","http://radioblackout.org/tag/nilo/","http://radioblackout.org/tag/sauditi/","http://radioblackout.org/tag/sudan/",[240,241,242,243,244],"Bashir","Consiglio militare di transizione","Nilo","Sauditi","Sudan",{"post_content":246},{"matched_tokens":247,"snippet":248,"value":249},[121,122],"foraggiati da Emirati, Sauditi e \u003Cmark>Al\u003C/mark> \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>, il peggio dei reazionari dell'area.","L'orrore dei cadaveri gettati nel Nilo è l'immagine che sancisce la svolta repressiva dei militari, che erano puntello del regime di Bashir e sono foraggiati da Emirati, Sauditi e \u003Cmark>Al\u003C/mark> \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>, il peggio dei reazionari dell'area. Il computo dei morti della strage di lunedì 3 giugno 2019 si ferma a 108; i militari hanno chiuso tutti i varchi e cominciato a sparare sul sit-in dei dimostranti che da due mesi chiedono il passaggio del potere ai civili per organizzare elezioni che mancano da 30 anni nel paese schiacciato tra Egitto (e l'evoluzione degli ultimi eventi somigliano alla presa del potere di Al-Sisi), Sahel (e le pulsioni che da lì derivano) e il corno d'Africa (e il leader etiope si è proposto come mediatore senza ancora riuscire a portare le parti \u003Cmark>al\u003C/mark> negoziato). La strage è stata rubricata dalle parole del premier, dicendo che «le operazioni per ripulire l'area ci sono sfuggite di mano». Un momento molto delicato per l'imponente movimento che è riuscito a cacciare Al-Bashir e due delle figure più eminenti dell'opposizione alla giunta militare sono stati arrestati subito dopo aver incontrato il premier. L'ennesima prova di forza dell'esercito sudanese è giunta dopo che i colloqui fra il Consiglio militare di transizione (Tmc) e le sigle dell’opposizione racchiuse nel cartello delle Forze per la libertà ed il cambiamento (Ffc) si sono interrotti, provocando il deragliamento del difficile processo di transizione del potere avviato dopo la deposizione del presidente Omar \u003Cmark>al\u003C/mark> Bashir e la salita \u003Cmark>al\u003C/mark> potere dei militari del Tmc: il consiglio ha cancellato tutti gli accordi a cui si era pervenuti da quando è stato deposto Bashir.\r\n\r\nRussia e Cina per i loro interessi nella regione hanno bloccato una risoluzione dell'Onu per intervenire nel paese africano. Invece il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana ha sospeso la partecipazione del Sudan a tutte le sue attività. Il provvedimento è stato preso “con effetto immediato fino all'effettiva istituzione di un'autorità di transizione guidata da civili, che rappresenta l'unico modo per consentire \u003Cmark>al\u003C/mark> Sudan di uscire dall'attuale crisi”. I giovani sono pronti a proseguire la lotta per conseguire quel cambiamento avviato ormai con la fine del regime e che rischia di essere soffocato dalla potenza delle armi e dei capitali investiti dall'estero per assicurare la conferma del controllo coloniale del paese nella collocazione geostrategica voluta da Bashir.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele Masto, africanista e redattore di \"AfricaRivista\":\r\n\r\nCongiuntura nevralgica per l'evoluzione sudanese",[251],{"field":88,"matched_tokens":252,"snippet":248,"value":249},[121,122],{"best_field_score":178,"best_field_weight":218,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":219,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":48},{"document":255,"highlight":284,"highlights":289,"text_match":176,"text_match_info":292},{"cat_link":256,"category":257,"comment_count":48,"id":258,"is_sticky":48,"permalink":259,"post_author":51,"post_content":260,"post_date":261,"post_excerpt":54,"post_id":258,"post_modified":262,"post_thumbnail":263,"post_thumbnail_html":264,"post_title":265,"post_type":59,"sort_by_date":266,"tag_links":267,"tags":276},[45],[47],"46568","http://radioblackout.org/2018/03/open-arms-la-solidarieta-e-un-reato/","Il sequestro della Open Arms nel porto di Pozzallo è l’ultimo tassello della lunga guerra ai migranti che insanguina il Mediterraneo.\r\nI responsabili della ONG spagnola Proactiva Open Arms sono accusati di associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per aver soccorso in mare 208 migranti in difficoltà ed essersi rifiutati di consegnarli ad una motovedetta della guardia costiera libica, che in acque internazionali, ne pretendeva la consegna, spianando le armi.\r\nTutto è cominciato come tante altre volte. La mattina del 15 marzo il centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IMRCC) è stato avvertito della presenza di alcuni gommoni in difficoltà a una settantina di chilometri dalla costa libica. La Open Arms è arrivata sul posto e ha cominciato le operazioni di soccorso.\r\nPiù tardi è arrivato un pattugliatore libico che si è interposto tra la Open Arms e le scialuppe che avevano raccolto i naufraghi. Un braccio di ferro durato due ore. Molti migranti, spaventati dalla prospettiva di essere riportati nelle galere libiche, si sono gettati in mare. Ma i volontari non hanno mollato.\r\nUna donna e un neonato in gravi condizioni di salute sono stati sbarcati a Malta.\r\nLe successive 24 ore sono state terribili: il mare era sempre più grosso ma l’Italia non ha concesso l’approdo in porto finché non si sono mossi il governo spagnolo e la sindaca di Barcellona, Ada Colau.\r\n\r\nI libici sostengono di avere una propria zona di Serch and Rescue: in realtà non è vero. Falsa anche la notizia che l’indagine sia scattata, perché Proactiva Open Arms non avrebbe rispettato il protocollo di intesa, imposto la scorsa estate dal ministro Minniti alle ONG, che operano nel Mediterraneo. Il protocollo non è una legge ma un semplice accordo, la cui inosservanza non comporta sanzioni penali o amministrative.\r\nIl PM, che ha incriminato i responsabili della ONG e messo sotto sequestro la nave, è Zuccaro, già noto alle cronache perché, oltre un anno fa, aveva parlato di taxi del mare, annunciando un’inchiesta della magistratura finita in nulla, come quella contro la Iuventa.\r\nOra ci riprova. In mare resta solo la Aquarius.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesca Mannocchi, giornalista free lance, collaboratrice di varie testate tra cui l’Espresso la 7.\r\nFrancesca è appena tornata dalla Libia, un paese dove fare informazione sta diventando sempre più complicato, perché i giornalisti sono accompagnati ovunque da esponenti dei servizi informativi libici. Ne consegue che è molto difficile raccogliere testimonianze che non siano condizionate dalla presenza del poliziotto. Forti pressioni sono fatte anche sui traduttori, che accompagnano i giornalisti.\r\nNonostante la censura il malcontento nel paese è sempre più forte. Da qualche tempo prendono la via del mare anche i libici, che, prima e dopo il 2011, non emigravano. Dopo sette anni di guerra civile, un’economia distrutta, servizi e sanità allo stremo, anche i cittadini di un paese poco popolato e ricco si mettono in viaggio verso l’Europa.\r\nLa politica italiana verso la Libia pare priva di qualsiasi base materiale. I “sindaci amici” del Fezzan raccontati da Minniti, non esistono o sono privi di potere. Il paese è diviso e spezzato tra aree sotto il controllo di milizie spesso salafite. Persino il “laico” Haftar, amico dell’Egitto di Al Sisi e degli Stati Uniti, è stato costretto a stringere accordi con i ribelli islamisti della Cirenaica.\r\nLa missione libica di Minniti, se mai partirà, sarà irta di ostacoli.\r\nIntanto la gente in viaggio continuerà a morire nel mare o nel deserto.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 03 20 mannocchi open arms","20 Marzo 2018","2018-03-21 14:22:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-768x513.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/pro-activa-1024x684.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Open Arms. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":354},[121,122],"Anarres del 2 aprile. La pandemia: un anno dopo. Leonardo all’expo di \u003Cmark>Al\u003C/mark> \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>. La marina militare celebra l’attacco alla Grecia. 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Se le foto di persone incatenate e caricate sui C-17 della 60th Air Mobility Wing (ala logistica dell’aeronautica militare) rimandano alla dimensione militare della War on Migrants, meno frequentemente se ne osserva quella finanziaria ed economica: cerchiamo di seguire l’andamento azionario dei colossi della carcerazione privata coinvolti nel fenomeno e alcune frizioni tra MAGA e Musk che riguardano il bisogno di forza lavoro per il settore hi-tech.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_geo-group-migrants.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMESSICO\r\n\r\nTra ConsulApp Contigo, app per smartphone per avvisare familiari e consolati in caso si venga rastrellati dall’ICE, e tendopoli erette in fretta e furia al confine con gli USA, anche il Messico si prepara alle possibili deportazioni di massa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_mexico-migrants-app.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nACCORDI TRA EUROPOL E FORZE SICUREZZA EGIZIANE\r\n\r\nPartendo dall’osservazione del sostegno italiano nei confronti dell’apparato repressivo egiziano (sia in termini di formazione che di trasferimento di armi e tecnologie), approdiamo al tema centrale di questo approfondimento: gli accordi tra l’agenzia Europol e le forze di sicurezza di Al Sisi.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico di Statewatch.org cerchiamo di analizzare la genesi e il portato politico di questi accordi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_egitto-europol.mp3\"][/audio]","29 Gennaio 2025","2025-01-29 13:22:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bcupcb_europol-egitto-200x110.jpg","Al-MASRI | WAR ON MIGRANTS: USA-MEXICO | ACCORDI EUROPOL-EGITTO",1738156955,[374,63,375,376,377,378,379],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/geo-group/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/scafisti/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[381,17,382,383,384,385,386],"carcere","geo group","repressione","scafisti","sorveglianza","war on migrants",{"post_content":388},{"matched_tokens":389,"snippet":390,"value":391},[121,122],"le forze di sicurezza di \u003Cmark>Al\u003C/mark> \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>.\r\n\r\nIn compagnia di Yasha Maccanico","Estratti dalla puntata del 27 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nAL-MASRI E RAGIONE DI STATO\r\n\r\nPrima che venissero notificati degli avvisi di garanzia nei confronti di Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, provvedimenti immediatamente trasformati in elementi di distrazione e deviazione del portato politico della vicenda, abbiamo cercato di osservare alcuni aspetti inerenti la liberazione e il rimpatrio del capo della polizia giudiziaria libica Al-Masri.\r\n\r\nPartendo da un breve contributo di Lorenzo D’Agostino, la riflessione si estende alle relazioni che si vanno a comporre con le entità statali (o parastatali) trasformate in gendarmi dell’Europa; concludiamo con le ipocrite e sadiche esternazioni del Ministro della Giustizia Nordio sulla forza da esibire nei confronti delle persone detenute, negando loro misure deflattive eccezionali come indulto o amnistia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_al-masri-carceri-italiane-nordio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/ / / WAR ON MIGRANTS / / /\r\n\r\n\r\nUSA\r\n\r\nLe annunciate deportazioni di massa sono partite in modo spettacolarizzato, seppur non a pieno regime. 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sullo scenario politico di istanze ultra-autoritarie che sul piano repressivo e punitivo rimandano ad un approccio di violenza statale da regime dittatoriale, come in Brasile che elegge come presidente il candidato nazi-evangelico Bolsonaro, ma che in realtà si può sovrapporre ad altre opzioni politiche, seppur con gradi di intensità diversi, che possiamo osservare negli USA di Trump, nell'India di Modi, nell'Egitto di Al Sisi e nella Turchia di Erdogan o le Filippine di Duterte e via dicendo.\r\n\r\nIn tutti i paesi elencati, e in modo meno evidente ma anche in Italia, la propaganda incentrata sulla Tolleranza Zero e su temi securitari, in qualche modo seduce e stordisce (a seconda dei casi) pezzi di elettorato e di popolazione, ma allo stesso tempo distrae dalle politiche economiche incentrate su massicce privatizzazioni, detassazioni, deregolamentazioni e via dicendo, insomma, quelle politiche che tanto piacciono ai mercati e che sono riconducibili alla dottrina neoliberista che 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\r\n\r\n2017 04 07 anarres1\r\n\r\n \r\n2017 04 07 anarres2\r\n\r\n\r\n2017 04 07 anarres3\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Prefetti e sindaci hanno ora il potere di cacciare poveri e sovversivi dalle città. La nuova legge sulla sicurezza urbana sancisce un salto di paradigma nella guerra ai poveri.\r\n\r\n\r\nLa politica estera del Movimento Cinque Stelle è stata definita da una consultazione sul Blog di Grillo. Ne è emerso un programma che ricalca quello delle correnti rosso-brune del nostro paese. Asse con la Russia putiniana, l'appoggio al regime nazionalsocialista della famiglia Assad in Siria, la dittatura democratica di Al Sisi in Egitto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Capello. \r\n\r\n\r\nCorrenti di guerra. Psichiatria militare e faradizzazione durante la Prima guerra mondiale. I militari sperimentarono una sorta di elettroshock che anticiperà l'utilizzo in psichiatria delle terapie elettroconvulsive. \r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di un opuscolo che tratta un aspetto poco noto della Grande Guerra. \r\n\r\n\r\nProcesso per stupro. La memoria corre indietro, corre ai processi di tanti anni fa. Purtroppo la sentenza che ha assolto uno stupratore perché la donna ha “solo” detto “no, basta” è del 15 febbraio di quest’anno ed è stata emessa da un collegio presieduto dalla giudice Diamante Minucci. \r\nScritte sono comparse davanti al tribunale e alla Croce Rossa. \r\nDomenica 2 aprile un cacerolazo rumoroso contro la violenza dei tribunali si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie del centro, tra interventi, letture, slogan e battere di coperchi\r\n\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n\r\nMercoledì 12 aprile\r\nore 12\r\npresidio contro la violenza dei tribunali davanti al Palagiustizia di Torino e altre 20 città\r\n\r\n\r\nGiovedì 20 aprile \r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. 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(RedStarPress) con Vincenzo Sisi, co-autore del libro. Un testo che ripercorre la storia, i testi, le analisi dei gruppi rivoluzionari dagli anni '80 fino ai giorni d'oggi. Un percorso storico che ha visto un arretramento del conflitto di classe e l'avanzare dell'imperialismo multinazionale, con l'attacco alle condizioni di vita di tutti i lavoratori in ogni angolo del pianeta. Seppur in Italia la disgregazione sociale, le leggi sul pentitismo e la repressione hanno posto un freno alla stagione di lotta che investì l'Italia negli anni '70, diversi militanti hanno deciso di non deporre le armi e hanno continuato il lavoro di ricostruzione del movimento rivoluzionario, sia a livello sociale che militare.\r\nQuesto libro vuole essere un documento storico per non perdere il contributo fondamentale apportato dai movimenti rivoluzionari per la lotta allo Stato e al Capitale\r\n\r\nAscolta il podcast qui sotto, o scaricalo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/illavorodellatalpa.mp3.mp3\"][/audio]\r\n\r\nper maggiori info consigliamo di consultare i siti:\r\n\r\nwww.larossaprimavera.org\r\nwww.osservatoriorepressione.info\r\nwww.sebbenchesiamodonne.it","30 Ottobre 2024","2024-10-30 14:54:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/lavorotalpa-181x110.jpeg","il lavoro della talpa",1730300085,[467,468],"http://radioblackout.org/tag/libri/","http://radioblackout.org/tag/lotta-armata/",[470,471],"libri","lotta armata",{"post_content":473},{"matched_tokens":474,"snippet":475,"value":476},[122],"talpa\" A.V. (RedStarPress) con Vincenzo \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>, co-autore del libro. Un testo","Presentiamo il libro \"Il lavoro della talpa\" A.V. (RedStarPress) con Vincenzo \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>, co-autore del libro. Un testo che ripercorre la storia, i testi, le analisi dei gruppi rivoluzionari dagli anni '80 fino ai giorni d'oggi. Un percorso storico che ha visto un arretramento del conflitto di classe e l'avanzare dell'imperialismo multinazionale, con l'attacco alle condizioni di vita di tutti i lavoratori in ogni angolo del pianeta. Seppur in Italia la disgregazione sociale, le leggi sul pentitismo e la repressione hanno posto un freno alla stagione di lotta che investì l'Italia negli anni '70, diversi militanti hanno deciso di non deporre le armi e hanno continuato il lavoro di ricostruzione del movimento rivoluzionario, sia a livello sociale che militare.\r\nQuesto libro vuole essere un documento storico per non perdere il contributo fondamentale apportato dai movimenti rivoluzionari per la lotta allo Stato e \u003Cmark>al\u003C/mark> Capitale\r\n\r\nAscolta il podcast qui sotto, o scaricalo\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/illavorodellatalpa.mp3.mp3\"][/audio]\r\n\r\nper maggiori info consigliamo di consultare i siti:\r\n\r\nwww.larossaprimavera.org\r\nwww.osservatoriorepressione.info\r\nwww.sebbenchesiamodonne.it",[478],{"field":88,"matched_tokens":479,"snippet":475,"value":476},[122],1155199671761633300,{"best_field_score":482,"best_field_weight":218,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":483,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":48},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":485,"highlight":504,"highlights":512,"text_match":517,"text_match_info":518},{"comment_count":48,"id":486,"is_sticky":48,"permalink":487,"podcastfilter":488,"post_author":302,"post_content":489,"post_date":490,"post_excerpt":54,"post_id":486,"post_modified":491,"post_thumbnail":492,"post_title":493,"post_type":343,"sort_by_date":494,"tag_links":495,"tags":501},"20172","http://radioblackout.org/podcast/due-giorni-di-rivolta-al-cara-di-mineo/",[302],"Nel CARA di Mineo sono ammassati oltre quattromila richiedenti asilo. La struttura di Mineo non ne potrebbe accogliere più di 2000. Venne aperta nel 2011 durante la guerra per la Libia per fare fronte all'ondata di profughi che approdarono a Lampedusa dopo l'attaco alla Libia. La rottura del trattato di cooperazione siglato dal governo italiano con quello libico riaprì la rotta verso Lampedusa, che la politica dei respingimenti di massa e della detenzione nelle prigioni di Gheddafi aveva chiuso per quasi due anni.\r\nI CARA della penisola vennero vuotati per fare spazio ai nuovi arrivati, gli altri vennero concentrati a Mineo. Una soluzione perfetta per tutti. Perfetta per la ditta Pizzarotti di Parma, costruttrice e proprietaria del \"Recidence Aranci\", vuoto da tempo dopo l'abbandono dei militari statunitensi di stanza a Sigonella per le cui famiglie era stato edificato. Perfetta per il governo che si toglieva le castagne dal fuoco. La società Pizzarotti non risuciva a venedere né affittare una struttura sorta in campagna, lontana dai centri abitati, lontana dagli sguardi, il governo aveva proprio bisogno di un posto così.\r\nDopo due anni la situazione è esplosiva. Pochi giorni fa si è tolto la vita un ragazzo eritreo, stanco di attendere un pezzo di carta che lo autorizzasse a ri-cominciare la sua vita interrotta dalla guerra, dalla diserzione, dal deserto, dai trafficanti di uomini, dai guardiani delle frontiere. La Commissione territoriale per la valutazione delle richieste di asilo venne installata a due mesi dall'apertura del maxi CARA di Mineo, dopo una prima rivolta degli immigrati.\r\nLe cooperative che gestiscono la struttura, tra queste la Sisifo di Lampedusa, la stessa nell'occhio del ciclone per la pulizia etnica di Lampedusa, praticano la politica del \"divide et impera\", spacciandola come autogestione da parte dei reclusi su base etnica. Di fatto i \"rappresentanti\" individuati dai gestori sono una sorta di kapò che fanno la spia e cercano di impedire l'unità tra i rifugiati. In cambio godono del privilegio di vivere in villette più grandi, pulite con ampi spazi a disposizione.\r\n\r\nMercoledì 18 nella struttura viene fatta un'assemblea cui partecipano anche gli antirazzisti catanesi, che promuove una protesta per il giorno successivo.\r\n\r\nGiovedì 19 circa mille uomini, donne, bambini danno vita ad una lunga giornata di lotta. Tra i tanti cartelli e striscioni uno ricorda il giovane eritreo morto suicida la settimana precedente.\r\nAll'alba viene bloccata la Statale 417 che collega Catania e Gela. I blocchi sono due: uno sulla 417, l'altro in direzione di Mineo. I manifestanti vogliono andare a Catania, che però dista 40 chilometri. Troppa strada specie per i bambini. I rifugiati decidono di muoversi verso Palagonia: prima della cittadina la polizia li blocca. Parte una sassaiola, la polizia risponde con lacrimogeni. Un profugo eritreo viene arrestato e trasferito ai domiciliari nel CARA.\r\nI profughi ce la fanno ad arrivare in paese, dove viene loro promesso un intervento.\r\nLe associazioni antirazziste concordano una tregua di qualche giorno per esaminare le proposte fatte.\r\n\r\nVenerdì 20 dicembre.\r\nAnarres ne ha parlato con Alfonso di Stefano della rete antirazzista catanese.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2013 12 20 mineo di stefano\r\n\r\nIn chiusura di collegamento è arrivata la notizia che i profughi erano nuovamente scesi in strada. Stanchi di promesse non erano più disponibili ad attendere una risposta, che secondo le stesse leggi, dovrebbe arrivare entro 35 giorni.\r\nCentinaia di immigrati hanno nuovamente bloccato con grossi massi le strade statali 417 e 385.","20 Dicembre 2013","2018-10-17 22:59:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/12/mineo-200x110.jpg","Due giorni di rivolta al CARA di Mineo",1387562848,[496,497,498,499,500],"http://radioblackout.org/tag/cara/","http://radioblackout.org/tag/lotta/","http://radioblackout.org/tag/mineo/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/scontri/",[22,502,315,317,503],"lotta","scontri",{"post_content":505,"post_title":509},{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":508},[122],"la struttura, tra queste la \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>fo di Lampedusa, la stessa nell'occhio","Nel CARA di Mineo sono ammassati oltre quattromila richiedenti asilo. La struttura di Mineo non ne potrebbe accogliere più di 2000. 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La società Pizzarotti non risuciva a venedere né affittare una struttura sorta in campagna, lontana dai centri abitati, lontana dagli sguardi, il governo aveva proprio bisogno di un posto così.\r\nDopo due anni la situazione è esplosiva. Pochi giorni fa si è tolto la vita un ragazzo eritreo, stanco di attendere un pezzo di carta che lo autorizzasse a ri-cominciare la sua vita interrotta dalla guerra, dalla diserzione, dal deserto, dai trafficanti di uomini, dai guardiani delle frontiere. La Commissione territoriale per la valutazione delle richieste di asilo venne installata a due mesi dall'apertura del maxi CARA di Mineo, dopo una prima rivolta degli immigrati.\r\nLe cooperative che gestiscono la struttura, tra queste la \u003Cmark>Sisi\u003C/mark>fo di Lampedusa, la stessa nell'occhio del ciclone per la pulizia etnica di Lampedusa, praticano la politica del \"divide et impera\", spacciandola come autogestione da parte dei reclusi su base etnica. 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