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Il 6 dicembre, infatti, cade l'anniversario dell'assassinio del giovane anarchico Alexis Grigoropoulos, ucciso dalla polizia nel quartiere di Exarchia nel 2008.\r\n\r\nAscolta la diretta con un compagno che in questi giorni si trova ad Atene:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/12_05_2019.12.05-10.00.00-escopost-online-audio-converter.com_.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","5 Dicembre 2019","2019-12-05 21:25:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/police_exarchia-thumb-large-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/police_exarchia-thumb-large-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/police_exarchia-thumb-large-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/police_exarchia-thumb-large-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/police_exarchia-thumb-large.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Grecia: strategia della tensione contro migranti e ribelli",1575580255,[165,67,166,167,168],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/nea-demokratia/","http://radioblackout.org/tag/strategia-della-tensione/",[23,15,170,27,35],"migranti",{"post_content":172},{"matched_tokens":173,"snippet":174,"value":175},[75,76],"l'anniversario dell'assassinio del giovane anarchico \u003Cmark>Alexis\u003C/mark> \u003Cmark>Grigoropoulos\u003C/mark>, ucciso dalla polizia nel quartiere","Lo Stato greco ha dato agli spazi occupati un ultimatum per abbandonare le occupazioni entro la mezzanotte di oggi, 5 dicembre, pena lo sgombero manu militari. 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Un ultimatum che intima a coloro che hanno occupato illegalmente edifici pubblici o privati di evacuarli e continua dichiarando che i richiedenti asilo e le persone con nazionalità diversa da quella greca e che non sono cittadini di paesi UE che risiedono in questi edifici saranno comunque trasferiti in centri temporanei. Gli occupanti di edifici privati devono mettersi in contatto con i proprietari e cercare un accordo. Nel documento viene dato un termine di 15 giorni dal 20 novembre per evacuare gli edifici occupati o accordarsi con i proprietari se la proprietà è privata.\r\nÈ la prima volta che il governo greco mette in atto un simile attacco, generale e frontale contro tutte le occupazioni del paese. L’ultimatum si inserisce in una strategia repressiva più ampia: con le elezioni del 7 luglio è tornato al governo il partito Nuova Democrazia della destra conservatrice, che ha conquistato la maggioranza dei seggi nel parlamento greco. Come annunciato durante la campagna elettorale, nel primo provvedimento fatto approvare dal governo in parlamento lo scorso 8 agosto c’era l’eliminazione dell’asilo universitario, ovvero il divieto alla polizia ed all’esercito di intervenire negli spazi delle università se non con l’autorizzazione formale dei rettori. Un provvedimento dal grande significato simbolico considerando che l’inviolabilità delle università era stata una delle principali conquiste della lotta contro la dittatura dei colonnelli, ancor più importante sul piano concreto in quanto determina la seria la messa in discussione di alcuni di quegli spazi di libertà nella società greca che avevano permesso ai movimenti di lotta di svilupparsi, crescere e radicarsi nell’ultimo decennio. A novembre sono invece tornate a pattugliare le strade di Atene la Squadra Delta che era stata abolita dal governo di SYRIZA, sotto la pressione dei movimenti di lotta. Si tratta di unità speciali che intervengono con moto montate da due poliziotti, che sono state utilizzate per tendere agguati e colpire violentemente nelle strade chi partecipava ad azioni e manifestazioni.\r\nSia in campagna elettorale sia una volta al governo, Mitsotakis ha dichiarato di voler “ripulire” Exarchia, un quartiere in cui “è stata allevata una nuova generazione di terroristi”.\r\n\r\nNell’arco del mese scorso il governo ha avviato un più diretto attacco contro gli spazi di libertà all’interno delle università e contro il movimento studentesco in vista delle manifestazioni del 17 novembre. Il 17 novembre in Grecia si celebrano le vittime della rivolta studentesca del Politecnico di Atene del 1973, repressa nel sangue con i carri armati, che segnò l’inizio della fine della dittatura dei colonnelli, caduta l’anno seguente. Da allora la giornata del 17 novembre non è solo occasione di commemorazione e celebrazione per il nuovo stato democratico greco del proprio mito fondativo ma è anche una giornata in cui scendono per le strade i movimenti di lotta, i movimenti radicali e rivoluzionari, dove spesso la polizia interviene e vi sono duri scontri.\r\nIl sei dicembre sarà l’anniversario dell’assassinio di Alexis Grigoropoulos da parte della polizia il 6 dicembre 2008, che scatenò una rivolta che si saldò con le proteste contro le politiche antipopolari ed autoritarie del governo.\r\nIl governo greco ha dato un’accelerazione alla sua strategia repressiva. Nelle prossime settimane è probabile che si intensifichino gli attacchi violenti al movimento e gli sgomberi di spazi occupati.\r\nCerto la strategia del nuovo governo non è stata pianificata dall’oggi al domani, è evidentemente una strategia a lungo preparata e resa possibile dalla politica adottata dal governo precedente guidato da SYRIZA. Il governo di Alexis Tsipras non aveva infatti abbandonato la politica repressiva, anzi oltre ad attuare comunque sgomberi di occupazioni, aveva adottato strategie che miravano ad isolare ed indebolire il movimento delle occupazioni sul lungo periodo. Ad Exarchia questo si è concretizzato con il completo ritiro della polizia dal quartiere, che manteneva solo alcune pattuglie ai margini della zona ed il contemporaneo supporto alla criminalità organizzata, in particolare alle narcomafie nell’area per creare una situazione di insicurezza tale da rompere il tessuto sociale resistente e solidale del quartiere.\r\n\r\nIl governo Mitsotakis si propone infatti di farsi paladino delle politiche anti-immigrati dell’Unione Europea, inoltre sono in programma nuove leggi che mettono a rischio la libertà di sciopero, nuove privatizzazioni dei bisogni sociali di base della popolazione e ulteriori liberalizzazioni del saccheggio delle risorse naturali. Questi provvedimenti se portati fino in fondo possono riaccendere un’ampia opposizione sociale in Grecia: sostenere il movimento anarchico e delle occupazioni in Grecia significa anche favorire lo sviluppo ti tale opposizione ed una sua radicalizzazione nei prossimi mesi.\r\n\r\nDella repressione statale e delle risposte del movimento greco e delle prospettive di solidarietà internazionale ne parliamo con Simone Ruini, un compagno che da anni segue le vicende elleniche.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/2019.12.03-09.00.grecia-simone-ruini.mp3\"][/audio]","3 Dicembre 2019","2019-12-03 12:53:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"188\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-300x188.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1-768x480.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/12/grecia1.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La risposta del movimento greco agli attacchi statali",1575377586,[67,195,68,196],"http://radioblackout.org/tag/politecnico-di-atene/","http://radioblackout.org/tag/squat-atene/",[15,31,18,25],{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[75,76],"dicembre sarà l’anniversario dell’assassinio di \u003Cmark>Alexis\u003C/mark> \u003Cmark>Grigoropoulos\u003C/mark> da parte della polizia il","Nelle ultime settimane il governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis, esponente di Nea Demokratia, ha impresso una forte accelerazione alla strategia repressiva contro il movimento anarchico e delle occupazioni, di fronte al quale è urgente rilanciare l’attività di solidarietà.\r\nLo scorso 20 novembre infatti è stato pubblicato dalla stampa greca un vero e proprio ultimatum alle occupazioni emesso dal “Ministero della protezione dei cittadini”, cui è delegata la gestione dell’ordine pubblico e da cui dipende, assieme ai vigili del fuoco e la protezione civile, anche la polizia. 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Nel quartiere di Exarchia ad Atene un paio di poliziotti insultano un gruppo di ragazzini. Alla loro risposta uno di loro, Korkoneas, estrae la pistola e spara due volte, uccidendo Alexis Grigoropoulos. Alexis aveva 15 anni ed era anarchico. Quel giorno con Alexis c'era Nikos Romanos, il suo migliore amico. Si erano conosciuti sui banchi di scuola, insieme erano diventati anarchici. Nikos cercò inutilmente di rianimare Alexis. In tribunale non ci va, ma al giudice inquirente dice chiaro che il suo amico è stato giustiziato a sangue freddo.\r\nAi suoi funerali porterà in spalla la bara di Alexis.\r\nLa morte del giovane anarchico scatenò una rivolta che scosse il paese. Le immagini dell'albero di Natale in fiamme nella centralissima piazza Sintagma, divennero l'emblema di quel dicembre.\r\n\r\nCinque anni più tardi Nikos Romanos e altri tre anarchici vengono arrestati con l’accusa di aver preso parte a due rapine a Velvendòs, in Macedonia.\r\nSono tutti pestati a sangue. 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Le conseguenze sono state terrificanti: come la macelleria di Santa Maria Capua Vetere o le morti (9 solo tra i rivoltosi del carcere di Modena), tutte derubricate a overdose per farmaci o metadone.\r\n\r\nMa la “versione ufficiale” è stata recentemente rotta da un esposto [1] compilato da cinque detenuti, che dopo la rivolta dal carcere di Modena erano stati trasferiti in quello di Ascoli e che hanno scelto di raccontare la rappresaglia messa in atto dalla polizia penitenziaria.\r\n\r\nInsieme a Diego, fratello di uno di questi cinque coraggiosi prigionieri, andiamo a ripercorrere quanto successo in quei giorni e quali conseugenze sta avendo la loro scelta di rompere il silenzio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Esposto-Modena1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTI SU CARLA DAL CARCERE DI VIGEVANO\r\n\r\nDalla puntata del 7 dicembre rilanciamo un aggiornamento sulla situazione di Carla, compagna che dopo un lungo periodo di latitanza è stata catturata in Francia e incarcerata per le accuse dell’Operazione Scintilla (operazione contro la lotta ai centri di detenzione per migranti che portò allo sgombero dell’Asilo Occupato). \r\n\r\nCarla è attualmente detenuta nella sezione Alta Sicurezza del carcere di Vigevano.\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Aggiornamenti-dic-Carla-Vig.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito pubblichiamo una lettera scritta da lei insieme ad altre sue compagne di detenzione:\r\n\r\n“Siamo alcune detenute della sezione AS3 femminile del carcere di Vigevano e vogliamo raccontare come il nostro quotidiano viene attualmente sconvolto dal Covid. Da marzo scorso siamo anche noi sottoposte a misure anti-contagio ma la situazione ha preso una svolta una decina di giorni fa quando sono stati scoperti dei casi di contagio nella sezione comune del femminile. Ne siamo venute a conoscenza solo quando era diventato impossibile nasconderlo in quanto le detenute che lavoravano in cucina sono state chiuse e messe in quarantena, di conseguenza sono stati distribuiti solo pranzi al sacco rendendo visibile a tutte ciò che stava accadendo.\r\nA parte ripeterci di stare tranquille e di non preoccuparci non ci è mai stato comunicato niente di formale riguardo la situazione e tutt’ora facciamo fatica a sapere il numero delle persone affette dal virus e quali misure sono state adottate. L’unica cosa che sappiamo è che da sezione aperta che era, ora le compagne della sezione comune sono chiuse nelle loro celle e sono stati sospesi i momenti di socialità. Tutti i lavori e le attività da loro effettuati vengono adesso svolti dalle detenute dell’AS. L’unica precauzione presa nei nostri confronti è che quando si ricordano ci viene misurata la temperatura.\r\nDa tanti mesi siamo costrette a subire le varie restrizioni dovute al Covid: sospensione delle rare attività e dei corsi esistenti, divieto di far entrare il prete e la suora, complicazioni nel seguire udienze e processi in corso dato che vengono svolti quasi tutti in video conferenza, difficoltà a sentire i nostri parenti perchè a volte loro stessi sono affetti da Covid, sospensione dei colloqui in presenza, crescenti difficoltà di curare le nostre patologie preesistenti avendo sospeso quasi tutte le visite in ospedale. Ora però la situazione sta giungendo al culmine mettendo a dura prova le nostre capacità di affrontare la situazione con lucidità. Dopo qualche giorno di quarantena, per la disperazione, una detenuta della sezione comune ha incendiato il suo materasso provocando anche molti disagi e tanta paura.\r\nTutta questa situazione ha fatto emergere le gravi lacune nel gestire la situazione da parte dell’amministrazione penitenziaria che a distanza di un anno dall’inizio della pandemia si trova ancora impreparata. Ci troviamo ancora una volta davanti all’accanimento da parte di chi ha il potere e si rifiuta di scarcerare i detenuti con pene basse o con patologie, non applicando neanche le misure contenute nell’ultimo decreto svuota carceri.”\r\n \r\n\r\nAGGIORNAMENTI SU ERROL\r\n\r\nIl 6 dicembre 2020, in occasione dell’anniversario dell’omicidio di Alexis Grigoropoulos per mano della polizia, ad Atene viene indetto un raduno nonostante la stretta sull’agibilità politica del territorio, esercitata con la scusa del contenimento della pandemia. In molti e molte non ci stanno, ma le forze dell’ordine occupano militarmente il quartiere e parte una “caccia all’uomo” che porta al fermo di decine di manifestanti. Errol è uno di questi e si trova ora rinchiuso in un centro di detenzione per migranti e rischia la deportazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/Errol-Cpr-grecia.mp3\"][/audio]","16 Dicembre 2020","2020-12-16 10:47:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/BCUPCB-barsFx-200x110.jpg","La verità dei prigionieri sui morti nelle rivolte di marzo",1608115655,[],[],{"post_content":342},{"matched_tokens":343,"snippet":344,"value":345},[75,76],"in occasione dell’anniversario dell’omicidio di \u003Cmark>Alexis\u003C/mark> \u003Cmark>Grigoropoulos\u003C/mark> per mano della polizia, ad","LA VERITA' DEI PRIGIONIERI SUI MORTI NELLE RIVOLTE DI MARZO\r\n\r\nLo scorso marzo centinaia di persone detenute nelle carceri italiane si sono rivoltate contro la paura del contagio e la privazione dei propri affetti. 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Da marzo scorso siamo anche noi sottoposte a misure anti-contagio ma la situazione ha preso una svolta una decina di giorni fa quando sono stati scoperti dei casi di contagio nella sezione comune del femminile. Ne siamo venute a conoscenza solo quando era diventato impossibile nasconderlo in quanto le detenute che lavoravano in cucina sono state chiuse e messe in quarantena, di conseguenza sono stati distribuiti solo pranzi al sacco rendendo visibile a tutte ciò che stava accadendo.\r\nA parte ripeterci di stare tranquille e di non preoccuparci non ci è mai stato comunicato niente di formale riguardo la situazione e tutt’ora facciamo fatica a sapere il numero delle persone affette dal virus e quali misure sono state adottate. L’unica cosa che sappiamo è che da sezione aperta che era, ora le compagne della sezione comune sono chiuse nelle loro celle e sono stati sospesi i momenti di socialità. Tutti i lavori e le attività da loro effettuati vengono adesso svolti dalle detenute dell’AS. 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