","Ancora sulla fine del modello tedesco","post",1732750362,[],[],{"post_content":67,"post_title":72},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"ancora","possiamo non chiederci se sia \u003Cmark>ancora\u003C/mark> una strada percorribile (ad esempio","Dopo il gruppo Wolkswagen tocca a Thyssen, storico nome della siderurgia tedesca tristemente nota qui a Torino per una strage di operai (morirono bruciati in 7), annunciare un drastico piano di tagli, si parla di 11000 esuberi e un drastico piano di ridimensionamento dei salari (- 10%), dismissioni di rami d’impresa etc…\r\n\r\nRagioniamo sulla crisi del modello tedesco e sulle conseguenze internazionali, per l’Europa (intendiamo a livello di relazioni interne all’UE) e per noi povera (stricto sensu) Italia mentre Bankitalia già nella giornata di ieri dava qualche numero sulla crisi dell'export in Piemonte.\r\n\r\nQuale futuro per la Germania?\r\n\r\nNe parliamo con Lucio Baccaro, economista, direttore del prestigioso Max Planck Institute di Colonia, sulle élite che hanno davanti sostanzialmente due ipotesi, strette tra rigorismo (encore!) e un'ipotesi neo keynesiana che non possiamo non chiederci se sia \u003Cmark>ancora\u003C/mark> una strada percorribile (ad esempio cosa comporterebbe la rottura del rigore a livello europeo?) e soprattuto se oggi questa ipotesi non rischi di scivolare in un vero e proprio keynesismo di guerra, come alcuni analisti chiamarono propriamente la politica economica di Ronald Reagan.\r\n\r\nChiederemo al professor Baccaro quanto pesa la rottura delle relazioni con la Russia e la fine dell'energia a basso costo. Cosa aspettarsi dal governo Trump e dalle relazioni tedesche con la Cina che è contemporaneamente un rivale tecnologico e il più importante mercato di sbocco delle automobili tedesche.\r\n\r\nResta da chiedersi, se anche vincesse il rigorismo in Germania, se sia' possibile una nuova agenda 2010 e soprattuto a quali costi politici.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/germania.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":75},[74],"Ancora","\u003Cmark>Ancora\u003C/mark> sulla fine del modello tedesco",[77,80],{"field":78,"matched_tokens":79,"snippet":75,"value":75},"post_title",[74],{"field":81,"matched_tokens":82,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],578730123365187700,{"best_field_score":85,"best_field_weight":86,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":88,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":52},"1108091338752",15,2,"578730123365187706",1,{"document":91,"highlight":113,"highlights":122,"text_match":83,"text_match_info":127},{"cat_link":92,"category":93,"comment_count":52,"id":94,"is_sticky":52,"permalink":95,"post_author":21,"post_content":96,"post_date":97,"post_excerpt":98,"post_id":94,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":62,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":109},[49],[51],"82402","http://radioblackout.org/2023/05/turchia-a-dieci-anni-dalle-rivolte-di-gezi-park-erdogan-vince-ancora-le-elezioni-ma-il-suo-potere-non-e-piu-cosi-solido/","Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali. Il presidente uscente della Turchia ha ottenuto il 53,4 per cento delle preferenze al ballottaggio battendo così lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, che si è fermato al 46,5 per cento dei consensi.I risultati delle urne hanno restituito il volto di un paese fortemente diviso e polarizzato tra chi sostiene Erdoğan e chi invece rimane profondamente deluso dal suo sistema di potere.\r\n\r\nDovrà affrontare una devastante crisi economica con alti tassi di disoccupazione e di inflazione, oggi rispettivamente al 10% e al 43,7%. Nel corso del 2022 un’impennata dell’inflazione (con un tasso medio al 72,3% contro il 19,6% del 2021) e il deprezzamento della lira (che ha perso il 60% del suo valore rispetto al dollaro negli ultimi due anni) hanno fatto registrare una significativa perdita di potere d’acquisto, soprattutto dei ceti medio-bassi. Nonostante le iniezioni di liquidità del Golfo abbiano in parte sostenuto la lira e riequilibrato le riserve di valuta straniera, le capacità di risparmio del paese sono allo stremo e le riserve di valuta estera (utilizzate a sostegno della valuta nazionale) sono in negativo per la prima volta dal 2002 .\r\n\r\nIl problema dei profughi siriani condizionerà la sua politica estera e i costi della ricostruzione del devastante terremoto del febbraio scorso peseranno sul quadro economico ,mentre sarà da valutare la stabilità dell'eterogenea coalizione che ha sostenuto il candidato dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu .\r\n\r\nMentre esattamente dieci anni fa, il 28 maggio del 2013, tra il parco di Gezi e piazza Taksim cominciarono le più importanti proteste di massa della storia turca recente contro il governo di Recep Tayyip Erdogan, che allora era primo ministro .\r\nPer la società civile turca, Gezi è stato un momento formativo per migliaia di giovani che ancora considerano quelle proteste come il momento in cui hanno capito che volevano una Turchia diversa. Nei violentissimi scontri tra i manifestanti e la polizia, che durarono per settimane, morirono 11 persone, e migliaia furono ferite.\r\n\r\nNe parliamo con Murat Cynar giornalista turco spesso ospite ai nostri microfoni.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/INFO-TURCHIA-290523.mp3\"][/audio]","29 Maggio 2023","Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali. 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Non è il punto se sono 15.000 o 20.000. Siamo noi, voi, ancora dopo 20 mesi, di cui 6 senza stipendio. È un corteo preparato, preparando un piano industriale, un piano industriale preparato da un corteo, un collettivo di una fabbrica di medie dimensioni che chiama un corteo mentre non sa come pagare le bollette. È un corteo che dice al resto del mondo: se posso io, tu cosa potresti fare? È che la resistenza qua è alternativa.\r\nSono le nostre difficoltà e debolezze, ma è anche la gioia di vedere quanto state penando ad avere ragione di noi.\r\nÈ continuità di mobilitazione, quella che in Italia manca da troppo tempo e le lavoratrici e lavoratori francesi ci insegnano.\r\nCon questo corteo avete assicurato ancora una volta un fatto: anche se ci sotterrassero, ormai siamo semi.\r\nÈ storia se storia vuoi fare.\r\n\r\n \r\n\r\nCorteo a sostegno dei lavoratori della GKN,ne parliamo con Matteo ,la mobilitazione di sabato e il punto sulla vertenza :\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/gkn.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","27 Marzo 2023","Mobilitazione a sostegno della vertenza GKN ,corteo molto participato sabato a Firenze.","2023-03-27 13:23:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/GKN-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/GKN-300x168.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/GKN-300x168.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/GKN.jpg 422w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","FIRENZE: \"GKN NON SI TOCCA!\". LE TUTE BLU DI CAMPI BISENZIO ANCORA IN MARCIA SABATO 25 MARZO",1679923428,[],[],{"post_content":145,"post_title":149},{"matched_tokens":146,"snippet":147,"value":148},[69],"o 20.000. Siamo noi, voi, \u003Cmark>ancora\u003C/mark> dopo 20 mesi, di cui","da IG COLLETTIVO DI FABBRICA GKN\r\nI numeri. Non è il punto se sono 15.000 o 20.000. Siamo noi, voi, \u003Cmark>ancora\u003C/mark> dopo 20 mesi, di cui 6 senza stipendio. È un corteo preparato, preparando un piano industriale, un piano industriale preparato da un corteo, un collettivo di una fabbrica di medie dimensioni che chiama un corteo mentre non sa come pagare le bollette. È un corteo che dice al resto del mondo: se posso io, tu cosa potresti fare? 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dichiaratamente neofascista, si sono presentati al Campus Einaudi scortati da decine di camionette e forze dell’ordine.\r\n\r\nDall’altra parte hanno trovato una componente studentesca compatta, che ben ricorda gli attacchi discriminatori portati da loro in università, uno tra tutti gli adesivi omolesbobitransfobici comparsi a inizio anno.\r\n\r\nL’assurda quantità di celerini che li scortavano, chiudendo vari ingressi al Campus, con camionette piazzate in ogni via attorno all’università, hanno confermato ancora una volta la loro complicità con questi soggetti, militarizzando l’università in ogni occasione possibile, col solito intento di costruire la successiva criminalizzazione del dissenso espresso dallɜ studentɜ antifascistɜ.\r\n\r\nTutto ciò nel completo silenzio della governance di ateneo, che ancora una volta permette alla polizia di militarizzare l’università e ai fascisti di attraversarla.\r\n\r\nNonostante questo lɜ studenti hanno ribadito ancora una volta che l’università 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i lavoratori a bagnomaria (o meglio, in questo caso, nella centrifuga degli interessi multinazionali e dei giochetti politici), ha spremuto tutto quello che poteva, promettendo di rilanciare la produzione e poi, a un anno dalla sottoscrizione ha operato la serrata, come già ieri da questi microfoni si è parlato a proposito di Embraco, chiusura che ha fatto seguito alla fuga di Whirlpool da Riva di Chieri. Ora tocca ai lavoratori partenopei e il prossimo anno sarà la volta di quelli di Siena (salari di solidarietà già ora a 500 euro), poi ai marchigiani e infine... Varese: a questo punto i sindacati concertativi non hanno ricette se non consegnare il culo dei lavoratori, alcuni richiedono a gran voce che lo stato requisisca gli stabilimenti, mantenendo ovviamente il livello occupazionale, ma un governo ridicolmente debole e interessato ad altro non è in grado di gestire nessuna soluzione a favore dei lavoratori, ridotti nei numeri e quindi poco appetibili a livello elettorale... l'unica strada sarebbe l'autogestione; e vorremmo vedere chi potrebbe opporsi senza vergognarsi, parlando di assurdi impedimenti legali. Soprattutto considerando la solidarietà generale e del territorio in particolare e i molti esempi alternativi che ci sono per condurre le lotte contro queste delocalizzazioni feroci delle multinazionali, che se passa produrrà ulteriori dismissioni; bisogna superare la logica di negoziazione a partire dagli interessi del padrone, evitando deficit di strategia e di aprire a richieste di soldi pubblici ulteriori da parte delle aziende (di cui gli sgravi fiscali sono semplicemente un modo per nascondere elargizioni alla proprietà), altrimenti il deserto industriale sarà realtà prossima ventura in tutta Europa.\r\n\r\nLa quantità di squali che cercano di spolpare ancora quel poco di tessuto industriale e know-how operaio presente in Europa occidentale, completando la finanziarizzazione dell'imprenditoria, che data dai tempi di Romiti in poi e non ha mai smesso di affondare i denti, vede il coinvolgimento di tutti questi soggetti: dai Benetton a Whirlpool... e in mezzo i destini di famiglie destinate a soccombere... forse. L'adesione alle mobilitazioni fa ben sperare il nostro interlocutore, Marco Morra, aiutato in questi auspici anticorporativi dal fatto che mentre ci parla di fianco a lui sfilano 1500 operai a Roma in sciopero generale di venerdì 4 ottobre che riguardava i dipendenti di tutti gli stabilimenti del colosso che va eliminando il settore dalla penisola.\r\n\r\nVertenze in atto e lotte preconizzate","6 Ottobre 2019","2019-10-06 22:25:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/whirlpool_02-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/whirlpool_02-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/whirlpool_02-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/whirlpool_02-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/10/whirlpool_02.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Whirlpool: accordi ancora in garanzia, ma era una frode",1570399756,[208,209,210,211,212,213],"http://radioblackout.org/tag/accordi/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/concertazioni/","http://radioblackout.org/tag/mobilitazione/","http://radioblackout.org/tag/serrata/","http://radioblackout.org/tag/whirlpool/",[215,216,217,218,219,220],"accordi","autogestione","concertazioni","mobilitazione","serrata","whirlpool",{"post_content":222,"post_title":226},{"matched_tokens":223,"snippet":224,"value":225},[69],"squali che cercano di spolpare \u003Cmark>ancora\u003C/mark> quel poco di tessuto industriale","Era ovvio che finisse così e la Whirlpool è una garanzia in questo senso: dovunque le sia stata affidata un'azienda da proprietari che volevano realizzare il capitale e fuggire, lasciando i lavoratori a bagnomaria (o meglio, in questo caso, nella centrifuga degli interessi multinazionali e dei giochetti politici), ha spremuto tutto quello che poteva, promettendo di rilanciare la produzione e poi, a un anno dalla sottoscrizione ha operato la serrata, come già ieri da questi microfoni si è parlato a proposito di Embraco, chiusura che ha fatto seguito alla fuga di Whirlpool da Riva di Chieri. Ora tocca ai lavoratori partenopei e il prossimo anno sarà la volta di quelli di Siena (salari di solidarietà già ora a 500 euro), poi ai marchigiani e infine... Varese: a questo punto i sindacati concertativi non hanno ricette se non consegnare il culo dei lavoratori, alcuni richiedono a gran voce che lo stato requisisca gli stabilimenti, mantenendo ovviamente il livello occupazionale, ma un governo ridicolmente debole e interessato ad altro non è in grado di gestire nessuna soluzione a favore dei lavoratori, ridotti nei numeri e quindi poco appetibili a livello elettorale... l'unica strada sarebbe l'autogestione; e vorremmo vedere chi potrebbe opporsi senza vergognarsi, parlando di assurdi impedimenti legali. Soprattutto considerando la solidarietà generale e del territorio in particolare e i molti esempi alternativi che ci sono per condurre le lotte contro queste delocalizzazioni feroci delle multinazionali, che se passa produrrà ulteriori dismissioni; bisogna superare la logica di negoziazione a partire dagli interessi del padrone, evitando deficit di strategia e di aprire a richieste di soldi pubblici ulteriori da parte delle aziende (di cui gli sgravi fiscali sono semplicemente un modo per nascondere elargizioni alla proprietà), altrimenti il deserto industriale sarà realtà prossima ventura in tutta Europa.\r\n\r\nLa quantità di squali che cercano di spolpare \u003Cmark>ancora\u003C/mark> quel poco di tessuto industriale e know-how operaio presente in Europa occidentale, completando la finanziarizzazione dell'imprenditoria, che data dai tempi di Romiti in poi e non ha mai smesso di affondare i denti, vede il coinvolgimento di tutti questi soggetti: dai Benetton a Whirlpool... e in mezzo i destini di famiglie destinate a soccombere... forse. L'adesione alle mobilitazioni fa ben sperare il nostro interlocutore, Marco Morra, aiutato in questi auspici anticorporativi dal fatto che mentre ci parla di fianco a lui sfilano 1500 operai a Roma in sciopero generale di venerdì 4 ottobre che riguardava i dipendenti di tutti gli stabilimenti del colosso che va eliminando il settore dalla penisola.\r\n\r\nVertenze in atto e lotte preconizzate",{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":228},[69],"Whirlpool: accordi \u003Cmark>ancora\u003C/mark> in garanzia, ma era una frode",[230,232],{"field":78,"matched_tokens":231,"snippet":228,"value":228},[69],{"field":81,"matched_tokens":233,"snippet":224,"value":225},[69],{"best_field_score":85,"best_field_weight":86,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":88,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":52},{"document":236,"highlight":262,"highlights":270,"text_match":83,"text_match_info":275},{"cat_link":237,"category":238,"comment_count":52,"id":239,"is_sticky":52,"permalink":240,"post_author":21,"post_content":241,"post_date":242,"post_excerpt":57,"post_id":239,"post_modified":243,"post_thumbnail":244,"post_thumbnail_html":245,"post_title":246,"post_type":62,"sort_by_date":247,"tag_links":248,"tags":255},[49],[51],"53102","http://radioblackout.org/2019/03/ttip-a-volte-tornano-ancora-piu-orrifici/","Sotto varie forme, in innumerevoli acrostici a seconda dei diversi partecipanti, molte sono ora le riemersioni di volontà dall'alto di intrecciare quei trattati che pochi anni fa hanno cercato di spalancare i mercati allo strapotere delle multinazionali e ai profitti delle lobbies che vorrebbero rimuovere ogni limite al controllo sugli scambi internazionali e per tutelarsi da eventuali proteste che potrebbero insorgere da qualche controllo sulla qualità e sull'effettiva genuinità delle merci vorrebbero avocare a se stessi gli arbitrati che potrebbero sorgere di fronte alla sofisticazione e alla pirateria scatenati da questa imposizione di consumi decisi dai vertici.\r\n\r\nAlcuni anni fa si era bloccato questo processo che sembrava irreversibile, perché richiesto dal sistema stesso, dal Wto che aveva individuato questa soluzione di trattati al ribasso dei prezzi attraverso la riduzione della qualità e della imposizione di quei prodotti, spesso transgenici, trattati con glifosato, che nascondono sotto etichette allusive prodotti non autoctoni... e ora ci riprovano in modo ancora più subdolo, se possibile, laddove un parlamento europeo in scadenza dà indicazioni che apparentemente sembrano neutrali, ma che in realtà lasciano i singoli stati a confrontarsi con potenze che possono imporre il loro volere facilmente, improntando i trattati a quegli scambi capestro nocivi per i consumatori da un lato, e intanto ratifica accordi per materie esclusive, come nel caso del Ceta con il Canada: un atteggiamento schizofrenico e pilatesco, che lascia spazio alle manovre delle multinazionali.\r\n\r\nAbbiamo voluto approfondire questi nuovi attacchi che hanno nomi più conosciuti come Ttip o meno, come Ceta, alcuni già proditoriamente sottoscritti, come due trattati tossici siglati dall'UE con Singapore, uno dei quali è un arbitrato Isds a favore di investitori stranieri e multinazionali, altri in via di ratifica con sotterfugi, con categorie in fibrillazione anche perché si sono già accettate varie scelte atlantiste franco-tedesche a detrimento di filiere lasciate senza programmazione (per esempio il comparto dell'orto-frutta) senza le dovute e attese compensazioni, tra silenzi e reticenze degli organi di informazione; 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Non so se sia il risultato della sottrazione tra Est e Ovest, ma la distanza tra essi è grande quanto la Turchia (…) Il nostro paese è un ponte antico, con un piede scalzo a Oriente e l’altro infilato in una scarpa a Occidente, da cui transita qualsiasi merce illegale”, scrive in questo romanzo.\r\n\r\nUn romanzo duro, complesso, ambizioso nella costruzione ma di avvincente lettura per la cruda realtà che illumina tra le pieghe oscure dell’attualità: quella dei fantasmi invisibili che sono i profughi migranti in carne e ossa, nascosti nei tir o trattati come merce in deposito in antri bui durante l’inferno del viaggio che li porta dalle frontiere orientali dell’Anatolia agli scafisti greci, in cerca di un paradiso tutt’altro che garantito dall’esperienza dell’inferno. Daha (“ancora, di più”) è l’unica parola che sanno dire in turco: ancora acqua, cibo, aria… bisogni primari di sopravvivenza appesi al filo dei loschi interessi dei trafficanti a trasportare senza perdite la merce numerata ricevuta in consegna.\r\n\r\nUn necessario pugno nello stomaco: la realtà supera la fantasia.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\nofficina letteraria 17","11 Maggio 2019","2019-05-11 15:39:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/ancora-200x110.jpeg","Officina letteraria-10/5/19- Ancòra- Hakan Gunday","podcast",1557589149,[366,367,368,369,108],"http://radioblackout.org/tag/ancora/","http://radioblackout.org/tag/clandestini/","http://radioblackout.org/tag/hakan-gunday/","http://radioblackout.org/tag/radio-blackout/",[69,371,372,332,33],"clandestini","hakan gunday",{"post_content":374,"post_title":379,"tags":383},{"matched_tokens":375,"snippet":377,"value":378},[376],"Ancóra","e vincitore in Francia con \u003Cmark>Ancóra\u003C/mark> del Prix Médicis 2015, si","La letteratura turca appare attraversata da una inquieta interrogazione del passato e presente del proprio paese alla luce di temi universalizzanti. 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La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Settembre 2023","2023-09-19 12:42:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",1695127349,[425],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[329],{"post_content":428,"post_title":432},{"matched_tokens":429,"snippet":430,"value":431},[69],"il cinquantenario,la sua ingombrante ombra \u003Cmark>ancora\u003C/mark> condiziona la politica cilena ,le","Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra \u003Cmark>ancora\u003C/mark> condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le cariche contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. 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Le associazioni dei popoli Garifuna e Lenca continuano la loro battaglia per la difesa del territorio aggredito dagli appettiti delle multinazionali, e richiedono l'apertura di un dialogo con un governo ritenuto amico .Per combattere le bande criminali Xiomara Castro ha adottato il modello del presidente autocrate del Salvador ,Bukele ,inasprendo la repressione sopratutto in alcuni quartieri della capitale mentre continua il flusso migratorio dei cittadini dell'Honduras verso gli Stati Uniti .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-HONDURAS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Silvano Falocco della rete Yekatit 12 parliamo del \"giorno dei martiri\" che ricorda il massacro compiuto dagli italiani ad Addis Abeba il 19/02/1937 , in seguito ad un attentato purtroppo fallito contro il vicerè d'Etiopia ,il massacratore Rodolfo Graziani ,si scatenò un immane rappresaglia cui presero parte camicie nere,operai ,impiegati coloniali italiani contro gli etiopi ,nel giro di tre giorni ne furono massacrati quasi 30000 ,ci furono centinaia di prigionieri e di deportati nei campi di concentramento di Danane e Nocra .\r\n\r\nIn seguito le bande fasciste al comando del generale Pietro Maletti su ordine di Graziani massacrarono quasi 2000 persone appartenenti alla comunità monastica del villaggio conventuale di Debra Libanos dove gli italiani sospettavano si fossero rifugiati gli attentatori.\r\n\r\nAnni di sottovalutazione e di copevole oblio hanno alimentato il mito degli \" italiani brava gente \",ora a distanza di 86 anni si tenta di fare una riflessione collettiva sulla memoria del colonialismo italiano in occasione del 19 febbraio con una serie d'iniziative che si terranno in questa settimana a Roma animate dalla rete Yekatit 12 ,incentrate anche sulla questione della odonomastica stradale poiche' \u003Cmark>ancora\u003C/mark> troppe strade sono intitolate a personaggi e luoghi legati al colonialisno in maniera colpevolmente acritica .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nLink della puntata dedicata allla ricostruzione del massacro di Addis Abeba andata in onda su Radio blackout il 16 febbraio di due anni fa.\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/yekatit-12-19-febbraio-1937-strage-di-addis-abeba/\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-GIORNO-DEI-MARTIRI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Murat Cinar giornalista turco spesso ospite della nostra trasmissione ,parliamo delle conseguenze del disastroso terremoto che ha sconvolto la Turchia ,le ricadute sulla credibilità di Erdogan ,i riflessi sulle prossime elezioni di maggio,il tentativo da parte di Erdogan di creare dei capri espiatori per distogliere l'attenzione dalle gravi responsabilità della sua politica che ha favorito speculatori e palazzinari ,le conseguenze del sisma sugli scenari geopolitici della regione e le relazioni fra la Siria ,la Turchia e la Russia, il fronte dei rifugiati siriani sulla cui pelle Erdogan gioca una losca partita .\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/BASTIONI-160223-MURAT.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":460,"snippet":461,"value":462},[120],"16/02/2023-HONDURAS : ESERCITO ED OLIGARCHI DETENGONO \u003Cmark>ANCORA\u003C/mark> IL POTERE , LA SINISTRA VINCE","BASTIONI DI ORIONE 16/02/2023-HONDURAS : ESERCITO ED OLIGARCHI DETENGONO \u003Cmark>ANCORA\u003C/mark> IL POTERE , LA SINISTRA VINCE LE ELEZIONI MA USA GLI STESSI METODI DI BUKELE NELLA GUERRA ALLE PANDILLAS - YEKATIT 12 ,LA STRAGE DEL 19 FEBBRAIO DEL 1937 AD ADDIS ABEBA CRIMINE DEL COLONIALISMO ITALIANO CHE QUALCUNO SI OSTINA A RICORDARE NONOSTANTE LA RIMOZIONE COLLETTIVA-TURCHIA DOPO IL TERREMOTO ERDOGAN ALLA CACCIA DI CAPRI ESPIATORI PER AGGRAPPARSI \u003Cmark>ANCORA\u003C/mark> AL POTERE.",[464,466],{"field":78,"matched_tokens":465,"snippet":461,"value":462},[120],{"field":81,"matched_tokens":467,"snippet":457,"value":458},[69],{"best_field_score":85,"best_field_weight":86,"fields_matched":87,"num_tokens_dropped":52,"score":88,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":52},{"document":470,"highlight":482,"highlights":490,"text_match":83,"text_match_info":495},{"comment_count":52,"id":471,"is_sticky":52,"permalink":472,"podcastfilter":473,"post_author":286,"post_content":474,"post_date":475,"post_excerpt":57,"post_id":471,"post_modified":476,"post_thumbnail":477,"post_title":478,"post_type":363,"sort_by_date":479,"tag_links":480,"tags":481},"59959","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-24-aprile-anarchici-nella-resistenza-ancora-ai-domiciliari-la-societa-virtuale-riprendersi-gli-spazi-di-autorganizzazione-e-critica/",[286],"Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’escopost:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nscarica l'audio\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte:\r\n\r\n25 aprile. Gli anarchici nella Resistenza: una lotta che è cominciata negli anni Venti e non è finita il 25 aprile del 1945.\r\nNe parliamo con Giorgio Sacchetti, storico, studioso del movimento anarchico, docente all’università de L’Aquila.\r\nSarà un’occasione per intrecciare i fili rossi e neri tra un’epoca in cui la clandestinità era il normale orizzonte di una lotta impari e feroce, ed un oggi in cui le più elementari libertà sono state cancellate a colpi di decreti d’autorità del governo.\r\n\r\nOggi, siamo di fronte alla concreta possibilità che la gestione autoritaria dell’epidemia, elimini o riduca sensibilmente i già stretti margini di critica e di azione politica, concessi a chi si colloca al di fuori del reticolo istituzionale.\r\nIn Cina siamo di fronte ad un consolidamento del totalitarismo, alle nostre latitudini, i governi non possono – ancora – permettersi il controllo totale delle vite di noi tutti, ma stanno costruendo un paradigma, per cui le libertà sono un lusso di cui si può fare a meno di fronte all’interesse superiore delle collettività. Un interesse superiore la cui tutela è avocata, senza mediazioni, dall’esecutivo, che rafforza ulteriormente il proprio ruolo di comando non solo sulla società nel suo complesso, anche nei confronti degli esausti templi della democrazia rappresentativa, dei sindacati statalizzati e degli altri corpi intermedi, che svolgono un ruolo di mediazione del conflitto sociale, in momenti in cui il controllo e la repressione non sono l’opzione prevalente.\r\nQuesto avviene anche grazie alla servitù volontaria di chi si è visto rubare la libertà in cambio della sicurezza ed ha perso la prima senza ottenere la seconda.\r\n\r\nIl 4 maggio forse passeremo dai domiciliari alla libertà vigilata, facendo lo slalom tra occhi e orecchie elettronici e posti di blocco dell’esercito e della polizia. \r\nI piccoli spazi di organizzazione politica e sociale concessi “prima” rischiano di restare interdetti molto a lungo. Non li riavremo indietro tanto facilmente.\r\nIl governo ci vuole divisi, sospettosi, spauriti. Ci rubano la libertà e l'umanità. Per il nostro bene. Non è facile sfuggire alla trappola della paura e del peccato. La radice del male è sin nella parola chiave di questa crisi, il grimaldello con il quale ci hanno ingabbiati, il distanziamento sociale. Perché non parlare di distanza di sicurezza, di spazio tra i corpi? Perché uno spazio fisico si può costruire ovunque, non solo in casa, invece la distanza sociale è ben più e ben altro: è la negazione delle relazioni, della polis, della comunità di lotta, del tempo che si riconquista insieme. La distanza sociale nega il mutuo appoggio e promuove la carità, nega la libertà e ci obbliga all’obbedienza, nega valore alle nostre vite e ci chiude nel cerchio produci, consuma, crepa.\r\nNon ci sarà un dopo. Il tempo è ora. \r\n\r\nLa politica virtuale. La possibilità di “incontrarsi sul web”, di fare scuola da remoto, di fare “assemblee” on line è stata colta come opportunità di evasione dai domiciliari di massa. C’è gente che offre musica, che pubblica foto di vecchie vacanze, di tempi che paiono distanti anni luce.\r\nUn surrogato. Nulla di male. Siamo tuttavia su una china scivolosa che rischia di far dimenticare che “fuori” c’é un mondo dove si continua a lavorare e a morire.\r\nLe assemblee “virtuali” sono utili per la narrazione, ma non permettono una reale organizzazione di lotte e iniziative, che di fatto oggi hanno il carattere della clandestinità.\r\nPersino la solidarietà autorganizzata, quella non benedetta dalla questura si muove sui margini del consentito, in punta di piedi.\r\nRiprenderci gli spazi di autorganizzazione e lotta è l’urgenza con la quale dobbiamo fare i conti.\r\nPerché, diciamolo chiaro, là, fuori dalle nostre stanze virtuali, ci sarà il mondo di sempre: sfruttamento, mancanza di cure, migranti imprigionati, repressione.\r\n\r\nLa fantasia dell’esaurirsi dello Stato e delle altre forme di governance parastatale si è sciolta come neve al sole di fronte alla crisi generata dalla pandemia globale.\r\n\r\nAbbiamo tenuto aperto il fil rouge che intrecciamo da due settimane con Salvo Vaccaro, anarchico e docente di filosofia politica all’Università di Palermo\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","30 Aprile 2020","2020-04-30 10:40:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/miro-scala-1-200x110.jpg","Anarres del 24 aprile. Anarchici nella Resistenza. Ancora ai domiciliari. La società virtuale? Riprendersi gli spazi di autorganizzazione e critica…",1588243193,[],[],{"post_content":483,"post_title":487},{"matched_tokens":484,"snippet":485,"value":486},[69],"latitudini, i governi non possono – \u003Cmark>ancora\u003C/mark> – permettersi il controllo totale delle","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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parlanti e gambe di legno.\r\n Unknown\r\n Unknown","14 Aprile 2017","2018-10-24 18:47:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/laperladilabuan-200x110.gif","La Perla di Labuan-29 marzo 2017- ANCORA PIRATI E CORSARI",1492170932,[509,510,511,512,513,514,515,516],"http://radioblackout.org/tag/anne-bonny/","http://radioblackout.org/tag/capitano-flint/","http://radioblackout.org/tag/hugo-pratt/","http://radioblackout.org/tag/jolly-roger/","http://radioblackout.org/tag/long-john-silver/","http://radioblackout.org/tag/mary-read/","http://radioblackout.org/tag/orson-welles/","http://radioblackout.org/tag/robert-louis-stevenson/",[518,519,520,521,522,523,524,525],"Anne Bonny","capitano Flint","Hugo Pratt.","Jolly Roger","Long John Silver","Mary Read","Orson Welles","Robert Louis Stevenson",{"post_content":527,"post_title":530},{"matched_tokens":528,"snippet":529,"value":529},[120],"\u003Cmark>ANCORA\u003C/mark> PIRATI E CORSARI\r\nQuando i pirati cessarono di fare paura 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marittimo-portuale italiano: un comparto che si appresta ad essere attraversato da un processo di ristrutturazione e razionalizzazione profonda fortemente richiesto dalle associazioni padronali di categoria e promosso dal Piano Strategico Nazionale della Portualità e della Logistica del governo Renzi.\r\n\r\n \r\n\r\nUn tentativo di rilancio di un settore chiave per il capitale italiano, volto ad aumentarne la competitività nei confronti dei principali attori logistici del Nord Europa e dei poli emergenti dell'Est, nonostante la fase di crisi globale del trasporto marittimo di merci, legata a stagnazione economica e calo del commercio mondiale.\r\n\r\n \r\n\r\nUna razionalizzazione quella del settore logistico italiano che approfondirà i processi di flessibilizzazione e sfruttamento della forza lavoro, vero nodo chiave del funzionamento della filiera globale delle merci, al centro delle lotte dei lavoratori del comparto degli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la puntata di Cattivi 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